Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ATALANTA = 2 – 3

Una partita incredibile, con dentro tante storie, tanti episodi, tanti errori. La Fiorentina perde nuovamente al Franchi e, solamente grazie alla contemporanea caduta del Cagliari, resta a +8 sulla zona salvezza. La compagine di Iachini ha giocato un primo tempo imbarazzante: squadra lunga, lenta, sempre battuta negli scontri diretti, mai reattiva, che è riuscita ad andare al riposo sotto di due gol solo alla grande prestazione di Dragowski. Nel secondo tempo poi, un pò per il calo bergamasco, un pò per il talento assoluto di Vlahovic, la Fiorentina ha rimesso in piedi la gara ma non è bastato. Ancora una volta, nel momento del bisogno, la squadra di Iachini ha dimostrato assenza di leadership e soprattutto prestazioni individuali imbarazzanti, primo tra tutti Amrabat. La strada per la salvezza è in salita ma fortunatamente il vantaggio è rimasto lo stesso ed adesso manca una partita in meno alla fine di questo scempio. Sabato alle 18,00 contro il Sassuolo occorrerà almeno non perdere per tenere a debita distanza il Cagliari.

IL BUONO

  • Vlahovic: mi vengono i brividi ad immaginare la stagione viola senza Dusan davanti. Il centravanti serbo segna altre due reti, tiene in vita la Fiorentina e dimostra ancora una volta la grandezza del regalo di Cesare Prandelli a Firenze. Se solo penso che fino a pochi mesi fa doveva lottare per giocare al posto del suo collega di reparto di stasera, mi viene da ridere per non piangere. Oltre ai gol poi, lotta come un leone, si scambia calcioni con Romero, inizia ad essere pericoloso anche col piede destro e di testa. Resta un mistero perché l’ultima punizione venga calciata da Biraghi anziché da lui, ma dopo aver visto Bonaventura marcare Zapata su calcio d’angolo allora vale tutto. Una pepita d’oro in una valle di lacrime.
  • Dragowski: se la Fiorentina resta in partita fino in fondo è soprattutto grazie alle parate del polacco che finalmente torna sicuro e convincente. Continuo a pensare che non si possa vivere di sola reattività e che non si possa essere decisivi solo nella partite in cui si viene bombardati continuamente. I grandi portieri sono quelli che restano sempre dentro al match e che comandano la difesa dominando l’area, ma Dragowski è ancora giovane e dunque ha tutto il tempo per crescere ancora. Ci vorrà anche il miglior Drago per ottenere i punti che mancano alla salvezza.
  • Caceres: in una partita molto complicata riesce ad essere utile soprattutto in fase offensiva. Nel primo tempo ha una buona occasione di testa, poi nella ripresa confeziona l’assist per il gol di Vlahovic che riapre il match. Rispetto a Biraghi sull’altro fronte è più vivo e dimostra di ricordarsi anche come si difende quando nell’ultimo spicchio di gara torna nei tre dietro. Con il Martinez Quarta di queste ultime settimane, diventa insostituibile.

IL BRUTTO

  • Amrabat: il pupillo del Presidente gioca l’ennesima partita imbarazzante. Iachini gli affida le chiavi del centrocampo e la consegna della marcatura a uomo di Pasalic: risulta insufficiente in entrambi i compiti mancando anche di quella corsa, grinta e cattiveria agonistica imprescindibili per un calciatore come lui. Se oltre a ciò perde anche i contrasti, mi spiegate a che serve?
  • Bonaventura: la marcatura di Zapata sul gol che apre la gara spettava a lui (e sinceramente vorrei sapere perché), ma non è l’unico errore della sua partita. Da Bonaventura ci si aspetta non solo quantità ma soprattutto qualità e personalità: il buon Jack è arrivato a Firenze per essere uno dei leaders in campo, per prendere in mano la squadra e gestire i vari aspetti del gioco. Contro l’Atalanta niente di tutto questo.
  • Martinez Quarta: al netto del fallo di mano da cui arriva il rigore decisivo, dimostra ancora una volta di aver smarrito quelle certezze di alcune settimane fa. Soffre di tantissime pause che contro squadre tecniche e rapide come l’Atalanta non sono ammissibili. Cerca spesso la sortita in avanti, ma anche gli anticipi ed i lanci in verticale non riescono praticamente mai. C’è bisogno di crescere velocemente!
  • L’approccio alla partita: la Fiorentina è entrata in campo passeggiando, con un atteggiamento timido, quasi arrendevole. In più ha cercato di sfidare l’Atalanta con le sue stesse armi, marcature a uomo in tutte le zone del campo e lancio lungo sull’attaccante. Il problema è che i viola non hanno mai vinto nessun confronto diretto, non hanno mai attaccato le seconde palle, non sono mai riusciti a leggere i tagli degli attaccanti bergamaschi. Il risultato è stato una sorta di allenamento del giovedì in cui i ragazzi di Gasperini si sono divertiti ed hanno preso a sculaccioni la banda di Iachini che non ha mai dato l’impressione di poter entrare in partita. Quarantacinque minuti vergognosi che, se replicati, potrebbero far rischiare alla Fiorentina la serie B.

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento tattico!!

Che si gioca??

La sosta dedicata alle nazionali ha portato dei cambiamenti anche alla nostra classifica. Tutti abbiamo azzeccato l’en plein della truppa di Mancini contro squadre piuttosto abbordabili, ma c’è chi ha voluto esagerare! Joe il Pistoiese infatti, ha azzeccato ben due risultati esatti e, grazie ai bonus guadagnati, aggancia la testa della graduatoria in compagnia di altri due giocatori. Grazie al meticoloso lavoro del mitico Carlo, diamo dunque un’occhiata alla classifica aggiornata:

Niccolò, Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano e Joe il Pistoiese 39
Francesco il Meneghino Junior 36
Lungo 33
Salva il Molisano 30
Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 29
Bomber Siiimo 25
Luchino il diavolo rossonero 21
Juri detto Alan Bencio 3

Con il ritorno del campionato, vediamo se la graduatoria continuerà ad essere così corta oppure qualcuno riuscirà a piazzare una piccola fuga. Ecco i miei pronostici per le gare del fine settimana:

La gara più scontata: ATALANTA – UDINESE = 1

La truppa di Gasperini anche quest’anno è pronta a lottare fino al termine per un posto nell’Europa che conta ed ora, senza più impegni a distrarla, credo abbia buone chances di centrare il risultato. L’Udinese intanto, è praticamente salva e gioca con i nervi distesi e con la possibilità anche di sbagliare. La differenza di qualità poi, è notevole e se la coppia Muriel e Zapata continua a girare come si deve, i tre punti sono pressoché in cassaforte. L’unico dubbio può essere dettato dai tanti nazionali tornati in ritardo dagli impegni in giro per il mondo, ma il turno casalingo non può essere fallito. 1 fisso.

La partita da NON giocare: CAGLIARI – VERONA

Se dovessi guardare alle motivazioni, direi Cagliari sicuramente, ma Juric solitamente non permette ai propri calciatori di rilassarsi facilmente. Se invece dovessi guardare alla forza dei nervi distesi ed alla conoscenza reciproca tra tecnico e giocatori, direi che il Verona ha le carte in regola per far male ai sardi. I gialloblu tra l’altro sono bravissimi a chiudersi e ripartire in contropiede e una squadra che ha difensori legnosi come Godin potrebbe essere la vittima giusta. Certo è che il Cagliari può contare su delle individualità che possono risolvere la partita in ogni momento ed in ogni situazione, a palla in movimento o da fermo. Troppe variabili per i miei gusti!

La sorpresa della giornata: BENEVENTO – PARMA = 2 (Risultato 1 – 2)

I ragazzi di Inzaghi vengono dall’impresa di Torino, il Parma nelle ultime gare ha sempre fatto buone prestazioni anche se non ha portato a casa i punti che avrebbe meritato. Per D’Aversa e soci è veramente l’ultima occasione per rientrare in corsa, per il Benevento invece è il primo match point per far fuori una diretta concorrente. Per vincere queste partite ci vuole tanta esperienza oltre che qualità tecnica e fortuna. Ai sanniti potrebbe insomma venire il braccino del tennista e non vedo calciatori in grado di gestire determinate pressioni. Il Parma invece, potrebbe giocare con la testa libera, senza grandi preoccupazioni, sulle ali della spensieratezza e del contropiede. La partita perfetta per gli attaccanti veloci che D’Aversa ha in rosa. Vuoi vedere che i ducali tornano in corsa?

A voi per i pronostici!

Che si gioca??

Clamoroso ribaltone in testa alla classifica dove Joe il Pistoiese stacca la concorrenza tallonato dal silenzioso ma pericolosissimo Niccolò. Per entrambi si è rivelato decisivo il +5 guadagnato nel derby della Lanterna da loro pronosticato in modo perfetto. La cosiddetta sorpresa viene azzeccata anche dal Diavolo Rossonero, dal Molisano e dall’Argentino Fiorentino quasi Parigino che scivola però su Diawara…. ma quante volte dovrà ancora sbagliare i viola prima di smettere di giocarli? Insomma la Toscana spodesta la Lombardia, ma non c’è tempo di festeggiare: grazie al consueto lavoro del mitico Meneghino, diamo un’occhiata alla graduatoria aggiornata:

Joe il Pistoiese 30
Niccolò 28
Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano 27
Francesco il Meneghino Junior 26
Bomber Siiimo 23
Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 21
Lungo 18
Salva il Molisano 15
Luchino il diavolo rossonero 14
Juri detto Alan Bencio 4

Oggi pomeriggio abbiamo già l’anticipo e dunque sotto con i pronostici:

La gara più scontata: NAPOLI – BOLOGNA = 1

Fine settimana di partite difficilissime in serie A! Dopo aver peregrinato anche negli altri campionati e perfino in serie cadetta, ho deciso di dare fiducia a Gattuso e la sua truppa. Il Bologna sta disputando il solito torneo in cui è praticamente già salvo a gennaio e dunque inizia a perdere le partite contro le squadre che hanno ancora qualcosa da chiedere e vincere quelle contro le compagini più o meno nella stessa condizione. Il Napoli viene dall’ennesima cocente delusione di Sassuolo dove, una partita già vinta, poteva essere certamente gestita meglio. Anche lo spogliatoio inizia a far trasparire qualche crepa (vedi lo sfogo finale di Insigne contro alcuni propri compagni), ma se i partenopei vogliono tornare almeno in Europa League, questa è una partita da non fallire assolutamente. Inoltre si inizia a vociferare non solo di un possibile esonero di Gattuso, ma anche di un avvicendamento di Giuntoli. Insomma se la squadra è con loro, è il momento di dimostrarlo! 1 fisso.

La partita da NON giocare: SPEZIA – BENEVENTO

Potevo dire Fiorentina Parma o Crotone Torino come Juventus Lazio, ma alla fine ho optato per la sfida tra i ragazzi di Italiano e quelli di Inzaghi. Partiti entrambi come squadre rivelazione del campionato, elogiati giustamente da tutti, adesso Spezia e Benevento hanno iniziato a frenare vistosamente e, con la contemporanea resurrezione di Cagliari e Torino prima del Covid, non si può più sbagliare. Se dovessi scommettere un centesimo, andrei con lo Spezia perché ha un gioco più collaudato ed è capace di tutto, ma se Inzaghi ed i suoi tornano a difendere come ad inizio campionato, possono bloccare gli avanti spezzini e ripartire con ficcanti contropiede. Il fattore nervoso poi, potrebbe giocare un brutto scherzo agli uni o agli altri: insomma meglio non giocarla!

La sorpresa della giornata: INTER – ATALANTA = 1 (Risultato 3 – 1)

L’esame di maturità per Lukaku e soci dopo gli ultimi risultati strabilianti. La compagine di Conte ormai veleggia in testa alla Serie A, ma l’Atalanta è uno scoglio veramente duro, soprattutto adesso che sembra aver ritrovato il miglior Ilicic accanto a Muriel e Zapata. I nerazzurri di Milano vengono da 6 vittorie consecutive e da 7 nelle ultime 8 gare che hanno permesso una rimonta straordinaria su Milan e Juventus. Siamo sicuri che vogliano gettare tutto alle ortiche? Oltretutto, nelle ultime settimane la difesa è tornata impermeabile mentre davanti, nonostante l’appannamento di Lukaku in fase realizzativa, la via della rete viene trovata con grandissima continuità. Dall’altra parte anche i ragazzi di Gasperini stanno attraversando un ottimo periodo ma credo che, nello schieramento a specchio delle due squadre, la difesa a 3 dell’Atalanta farà molta più fatica a contenere gli attacchi avversari rispetto a quella guidata da De Vrij. La cabala poi dice che le squadre di Conte, una volta raggiunta la vetta della classifica, difficilmente la mollano e quindi vado con il segno 1!

A voi per i pronostici!

Gasp e Juric a tutto gas

Negli ultimi fine settimana mi sono concentrato a studiare maggiormente due squadre, la sorpresa Atalanta di Gasperini e l’Hellas Verona di Juric.

La squadra bergamasca è interessante perché senza dubbio è la migliore realtà del campionato di Serie A delle ultimi stagioni, mentre il Verona è stata la sorpresa della stagione ed ha stuzzicato la fantasia di Firenze perché il suo tecnico, Juric, era tra i nomi più accreditati per la panchina viola.

Le due compagini cercano di proporre una calcio piuttosto simile certamente influenzato dal fatto che l’attuale mister del Verona ha giocato per Gasperini al Genoa. Poi dopo essere stato un suo calciatore, ha iniziato la propria carriera da allenatore facendo il secondo di Gasp ed ha lavorato alla Primavera dei grifoni quando l’altro era il tecnico della prima squadra. Atalanta e Verona giocano un calcio simile che unisce attitudini difensive che richiamano al cosiddetto calcio all’italiana, con l’occupazione totale degli spazi del calcio olandese, con la ricerca dell’immediata profondità alle spalle delle squadre avversarie che è forse l’arma più nuova.

Aldilà delle innegabili differenze qualitative tra Atalanta e Verona, c’è però un’idea comune di gioco che viene a galla piuttosto nettamente. Seppur giocare a calcio con Zapata, Muriel, Ilicic, De Roon, Castagne e Gosens sia diverso da farlo con Di Carmine, Pazzini, Zaccagni, Verre, Faraoni e Lazovic la filosofia è la stessa. Le due squadre si schierano sempre con una difesa a 3 che è composta da difensori non velocissimi ma arcigni in marcatura, dotati di grande fisicità e forti di testa. Sia Atalanta che Verona hanno abbandonato la difesa a zona per giocare con la marcatura a uomo in ogni zona del campo con i difensori che cercano spesso l’anticipo per far ripartire velocemente l’azione trasformando la fase difensiva in offensiva con una transizione molto rapida. La difesa gioca sempre molto alta, rischia spesso il fuorigioco ed è fondamentale nel tenere la squadra corta. Avendo meno spazi da coprire, la squadra riesce a mantenere ritmi più alti più a lungo proprio perché ha meno campo da coprire. Mantenendo poi la difesa così alta e riuscendo a fare grande pressione sugli avversari, le compagini di Gasperini e Juric costringono spesso gli avversari ad alzare la palla perché in difficoltà nel fraseggio ed in quel modo i difensori bravi in anticipo riescono a rubare palla per far ripartire velocemente l’azione. Chiaramente tenere la difesa così alta comporta anche alcuni rischi, tanto che spesso Gollini e Silvestri risultano essere tra i migliori in campo, ma i risultati stanno dando ragione a questo modo di interpretare il gioco.

Passando al centrocampo, Atalanta e Verona non vivono dei soli esterni, come invece spesso si sente dire. Gosens, Hateboer, Castagne, Lazovic, Faraoni sono certamente ottimi giocatori e sono esplosi in questa stagione ma è fondamentale ciò che riesce a fare tutto il reparto. Il segreto credo sia che entrambe queste squadre non difendono arroccandosi nella propria metà campo, ma anzi difendono correndo in avanti e pressando alti. De Roon ed Amrabat soprattutto, sono delle piovre che arpionano decine di palloni quasi sempre nella metà campo avversaria. Se provate a vedere quando inizia la pressione dei centrocampisti di Gasperini e Juric e quando ad esempio quelli di Fiorentina ed Inter, vedrete che i primi attaccano la palla almeno 30 metri più avanti. Questo permette loro di entrare in possesso della palla molto più vicini alla porta e trovare spesso le difese avversarie poco coperte poiché si stanno allargando per far ripartire l’azione su tutta l’ampiezza del campo. In questo modo, con un contro movimento o con una verticalizzazione fatta bene si riesce già a creare una potenziale azione da gol. Attaccare la palla più avanti ha anche un altro indubbio vantaggio: il reparto nevralgico della squadra corre meno perché deve coprire meno campo e dunque può mantenere dei ritmi molto più alti degli altri. Anche per questo spesso sembra che Atalanta e Verona volino e mentre gli altri camminano. Ultima particolarità, ma comunque fondamentale, è il ricorso quasi ossessivo al tiro da fuori. Conquistando palla più avanti, hanno meno campo da coprire, restano più lucidi e spesso possono calciare in porta senza avere di fronte la difesa schierata. 

Parlando poi della fase offensiva vera e propria, le squadre che stiamo analizzando giocano con 1 punta e 2 trequartisti dietro. Da una parte Ilicic, Gomez, Pasalic e Malinowsky, dall’altra Pessina, Zaccagni, Verre, Eysseric e Borini: è chiaro che la qualità dei calciatori è molto diversa ma spesso è differente anche l’utilizzo degli interpreti. Mentre l’Atalanta gioca sempre con un punto di riferimento davanti (Zapata o Muriel), il Verona ha disputato diverse partite senza un centravanti vero. Di Carmine e Pazzini, gli attaccanti a disposizione di Juric, sono partiti spesso dalla panchina con i gialloblu che giocavano solamente con giocatori di movimento a guidare la fase offensiva. Spesso sono stati schierati nel ruolo di attaccanti Verre o Zaccagni e questo ha permesso al Verona di giocare con la palla sempre nello spazio creato dal movimento dei finti attaccanti anziché addosso ai compagni. Entrambe le squadre giocano in funzione degli spazi lasciati liberi dalle difese avversarie soprattutto tra le linee dei difensori e dei centrocampisti. Ma mentre l’Atalanta sfrutta spesso le spizzate e le sponde dell’attaccante di riferimento per mandare poi in porta Gosens o Hateboer con rapidi cambi di fronte, il Verona attacca maggiormente sull’ampiezza del campo premiando le qualità atletiche di Faraoni e Lazovic. E’ un diverso modo di arrivare alla porta ma con la stessa filosofia: aggressione degli spazi lasciati liberi attraverso veloci verticalizzazioni.   

Siamo dunque di fronte a due squadre simili per filosofia, ma diverse nell’interpretazione del gioco, ed in particolare nella fase offensiva. Ciò che certamente si può dire, è che Juric e Gasperini sono due tecnici interessanti che negli ultimi anni hanno modificato in parte il modo di far giocare le squadre, ma che hanno bisogno di una società alle spalle che crede in ciò che i tecnici fanno. Entrambi infatti hanno bisogno di calciatori che sappiano interpretare alla perfezione quel sistema di gioco e che credano fermamente in ciò che fanno. Alcuni atleti che hanno fatto o stanno facendo benissimo da altre parti, non sono stati in grado di emergere in questo sistema di gioco. Ultimo esempio Musa Barrow che a Bologna si sta imponendo, ma che a Bergamo ha avuto grande difficoltà ad inserirsi nei meccanismi della squadra.

Calcio organizzato, società seria alle spalle e tanto lavoro: il segreto, forse, sta tutto qui.