Il governo dei migliori (?)

Il Conte 2 è andato in soffitta ed adesso ci apprestiamo ad essere governati dalla squadra scelta da Mario Draghi, il salvatore della Patria. Non starò a scrivere la lista completa dei ministri che potete trovare qui ma mi interessa soffermarmi su alcuni aspetti della compagine.

La caratteristica più dirompente credo sia la connotazione politica apartitica dei ministri che dovranno gestire i soldi del Recovery Fund e dovranno emendare o magari stravolgere il piano che il governo Conte aveva già in gran parte preparato. Se andiamo a vedere le aree più interessate dalla trattativa con l’Unione Europea, scopriamo che i ministri che gestiranno i fondi sono tutti tecnici: Franco, Cingolani, Giovannini, Colao saranno chiamati ad allocare circa il 70% delle risorse del Recovery e sono tutti personaggi fuori dai partiti. Questo è il segno più lampante del fallimento di una classe dirigente che, pur di continuare nelle lotte personalistiche, si è spogliata dei suoi poteri e li ha ceduti ad altri. Un bel risultato per quella forza politica che ha aperto la crisi perché voleva la centralità del Parlamento sulla destinazione dei fondi europei!!

Altro aspetto curioso è il ritorno del manuale Cencelli: tutte le forze politiche che sostengono il governo sono state accontentate con uno strapuntino più o meno grande e chi magari ha qualcosa da recriminare verrà ripagato adesso con il giro dei vice ministri e dei sottosegretari. Il governo Draghi si appresta a riscuotere la più ampia fiducia della storia repubblicana (tutti dentro tranne Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana), ma gli appetiti devono essere saziati ed in questo Draghi è stato un perfetto equilibrista. Certo se questo esecutivo doveva aprire una porta verso il domani, sembra più un bel salto all’indietro che non un passo verso il futuro. Tra l’altro poi trovo assolutamente incredibile che il nuovo Presidente del Consiglio non abbia ancora proferito verbo sul programma: capisco l’importanza dell’unità nazionale nei momenti difficili, ma sentirsi dire che ci stanno tutti senza aver minimamente capito quale sia anche una minima idea di futuro del paese non è molto rassicurante. Ricordo che fino a soli 10 giorni fa, i partiti avevano bisogno della visione del futuro, di sapere quale sarebbe stata l’Italia tra 50 anni, avevano necessità di un cronoprogramma con scadenze prefissate….ed ora col salvatore della patria diamo carta bianca ad un governo i cui tecnici gestiranno quasi tutti i fondi europei?

Devo poi ammettere che alcune scelte all’interno della squadra appaiono sconcertanti. Ad esempio affidare nuovamente la gestione della Pubblica Amministrazione a Brunetta credo sia un errore: il Senatore di Forza Italia aveva già ricoperto l’incarico nel 2008 ed aveva tentato alcune riforme contrastate fortemente dai lavoratori e dai sindacati. Le sue uscite poi, sono spesso risultate eccessive e dunque rimetterlo proprio a capo di quel ministero, seppur senza portafoglio, appare quasi una provocazione. Stesso discorso si può fare per Gelmini che, dopo aver firmato una delle peggiori riforme della scuola dell’era repubblicana ed aver inanellato gaffe quasi come Toninelli, adesso rientra nel governo a gestire gli affari regionali. Viste le difficoltà quasi quotidiane dei rapporti tra stato centrale e governi regionali, una figura più condivisa e conciliante sarebbe stata consigliabile. Torna poi a capo di un ministero anche Erika Stefani della Lega, già impegnata anche nel Conte 1, molto conosciuta per le prese di posizioni molto pesanti contro lo Ius Soli e contro la politica di integrazione in genere. Non si scollano poi dalla poltrona Dario Franceschini, immarcescibile uomo buono per tutte le stagioni del PD e Luigi Di Maio, il barricadero alla camomilla, colui che ha sconfitto la povertà e che con la Lega, il PD o Draghi sempre al governo sta (ed ho fatto pure la rima!). Fa sanguinare il cuore poi la cancellazione del Ministero dello Sport. Già per molti anni questo dicastero non era stato presente all’interno delle compagini governative, ma in un momento così difficile per lo sport di base e per le migliaia di società che quotidianamente sul territorio si adoperano per tenere insieme la nostra società, questa è una coltellata al cuore che denota la completa mancanza di attenzione verso questo mondo.

Detto dei Ministri, credo sia necessario anche fare una rapida analisi politica che sorge dai primissimi giorni del nuovo esecutivo. Certamente si assiste ad un’inversione a U dal punto di vista comunicativo: pochi social, poche dichiarazioni, nessuna passerella. In questo vuoto però, c’è già la corsa a riempire questi spazi cercando di spararla sempre più grossa. Primo esempio è stato fornito dalla gestione delle chiusure degli impianti sciistici sulla cui giustizia e liceità non sto qui a discutere. Ciò che però appare fin da subito chiaro è che la Lega continuerà a bombardare da dentro per paura di perdere voti a destra da Fratelli d’Italia ma senza avere il coraggio di colpire il nuovo Presidente del Consiglio. In tre giorni il partito di Salvini ed il neo ministro Garavaglia hanno chiesto la rimozione del Comitato Tecnico Scientifico, del Commissario Arcuri e di Speranza: non sarebbe male avvertire la Lega che adesso fa parte del governo e dunque la responsabilità decisionale si condivide con gli altri! Senza un chiarimento veloce sarà dura gestire una maggioranza così variegata e lo sarà ancor di più quando si avvicineranno le elezioni del Presidente della Repubblica che potrebbero segnare anche la fine della legislatura.

In bocca al lupo al premier Draghi ed al governo (che doveva essere) dei migliori!

Draghi e pecorelle

Sembrano passati anni ed invece è solamente poco più di una settimana. Ricordate? Sembrava una crisi di governo irrisolvibile, il mandato esplorativo al Presidente della Camera Fico, il giro di consultazioni, il tavolo programmatico, i veti incrociati insuperabili. Poi la mossa del Presidente Mattarella ed il nome di Draghi, più volte evocato negli ultimi anni come spauracchio, finalmente a prendersi la scena!

E tutto quello che sembrava insuperabile come per magia non esiste più. Non ci sono più le divergenze tra europeisti e sovranisti, non c’è più la diatriba tra quelli del “Sussidistan” e quelli della flat tax, tra chi pensa che Conte sia un vulnus democratico e chi viola la democrazia diretta….

Puff…Magia!

Dal momento che il programma di governo è ancora nebuloso, e la squadra di Ministri non c’è, mi sembra però opportuno ricordare le varie piroette alle quali stiamo assistendo: Nadia Comaneci al cospetto arrossirà!

  • Lega (forse di nuovo Nord): chi non si ricorda i proclami a tutta pagina, a tutto social del Capitano e dei suoi sodali? No all’Euro, Italexit, i migranti devono essere lasciati in mezzo al mare perché l’Europa non ci aiuta, il Recovery Fund è una trappola e dunque prendiamo solamente i soldi a fondo perduto! Folgorati sulla via di Draghi, abbiamo invece scoperto un Salvini che accetta i valori di riferimento dell’Europa, riconosce la valenza dei regolamenti europei di politica migratoria, addirittura arriva a votare, in dissenso col proprio gruppo in Europa, il Recovery Plan! Che lo zoccolo duro della Lega, fatto da Giorgetti, Zaia e la borghesia del Nord Italia gli abbia fatto suonare la campanella di fine ricreazione?
  • Italia Viva (nel paese non lo so, ma al Senato sicuramente si!): il MES è assolutamente necessario per poter vaccinare le persone e la nostra fiducia nel governo Conte dipende innanzitutto dalla richiesta di attivarlo, no ai tecnici che usurpano le prerogative del Parlamento nella progettazione e gestione dei soldi del Recovery! Una delle poche cose trapelate sul nuovo programma di governo è che non verranno richiesti i fondi del MES, e mi sa che Draghi non è più nemmeno un tecnico!
  • Partito Democratico (anche se la base poi se la sono dimenticata da un pezzo): non ci sono alternative al governo politico guidato da Conte, l’unica altra opzione è il voto! Vabbè dai, Draghi lo accettiamo ma saremo l’argine alle forze sovraniste con cui non entreremo mai al governo! Ah già ma Salvini adesso è diventato il mago di Ventotene!
  • Movimento 5 Stelle (forse anche meno di 5): da noi 1 vale 1, anche se forse poi Grillo e Di Maio valgono un pochino di più, mai con i banchieri che hanno salvato MPS e non solo, mai con le lobby, ma con i poteri forti….o forse qualche volta, si ma per poco tempo…. E poi se si arrabbia Di Battista magari facciamo votare su Rousseau…. Solo però quando siamo sicuri che vinca la linea di Grillo e Di Maio e nel frattempo mandiamo l’orsacchiotto pacioccone Crimi a prendere schiaffi.

Questa è solamente una piccola parte delle esternazioni incredibili che tutti i partiti dell’arco costituzionale, tranne al momento Fratelli d’Italia anche se con alcune sollecitazioni interne, si sono rimangiate nel breve volgere di una settimana. Credo che Draghi sia una grandissima personalità, incredibilmente competente e fortemente rispettata in tutto il mondo. Nonostante ciò, anche il Professore si dovrà confrontare con un sistema parlamentare all’interno del quale le pulsioni dei partiti torneranno fuori non appena ci si avvicinerà alle prossime elezioni politiche. La speranza è dunque che Draghi riesca a fare bene ed a farlo presto perché nel frattempo ci saranno anche le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica. Chi fa però parallelismi tra la situazione attuale e quella che dovette affrontare Monti, fa un grande errore di valutazione poiché non contestualizza gli esecutivi all’interno del relativo momento storico. Il governo Monti dovette fronteggiare una tempesta sui mercati ed una grande crisi economica cercando di tagliare e recuperare soldi. Draghi ha invece come obiettivo primario quello di spendere e spendere bene gli oltre 200 miliardi di Euro che arriveranno dall’Europa, non proprio la stessa cosa.

Non so come andranno a finire le consultazioni, quale governo nascerà, né con quali forze politiche all’interno. Ciò che so però, è che il paese è allo stremo sia dal punto di vista economico che dal punto di vista psicologico ed allora voglio rivolgere un appello a quelle forze politiche che ci hanno trascinato nella crisi più assurda della storia e nelle consultazioni più farlocche del mondo:

tacete, finitela di starnazzare, il volante non è più nelle vostre mani e non spetta più a voi guidare. Se volete e ci riuscite, magari iniziate a pedalare, sennò almeno non mettete i piedi a terra, non frenate, almeno quello credo ce lo dobbiate!   

Il talento – parte tredicesima

Dopo aver esaminato i cambiamenti organizzativi dei campionati del settore giovanile, ed in particolare il salto repentino al di fuori della scuola calcio, in questa nuova puntata della rubrica cercheremo di sottolineare anche gli effetti causati da questi cambiamenti nei confronti delle società più piccole.

Come già accennato nel capitolo relativo alle società professionistiche che prendono parte ai campionati dei bambini, il prezzo più alto viene pagato dalle società di quartiere. La volontà da parte di tutti di partecipare ai campionati migliori, quelli di élite, spinge le società più in vista a rastrellare i bambini più bravi per portarli a giocare tutti insieme. Il concetto di campionati regionali con retrocessioni e promozioni e di campionati provinciali con promozioni a quelli regionali, credo sia assolutamente giusto e necessario. C’è un momento nella vita in cui quelli che si meritano di più, è giusto vengano ricompensati, ma il problema nasce quando le società che hanno permesso a quei bambini di migliorare e crescere, vengono depredate di squadre intere senza alcun indennizzo. Fermo restando la discussione sul cosiddetto vincolo sportivo che approfondiremo nella prossima puntata, ciò che invece voglio sottolineare è il sottobosco che esiste ed è sempre esistito tra le società dilettantistiche. I direttori sportivi cercano di invogliare i bambini delle società concorrenti per farli andare a giocare nella propria squadra, spesso promettendo chissà cosa: non soldi, ci mancherebbe! Ma molti scommettono sull’arrivismo dei genitori raccontando di conoscere osservatori che magari potrebbero mettere nel mirino il figlio giocando in un società più importante o più in vista. Quanti genitori o bambini ci sono cascati? Quanti hanno fatto decine di chilometri più volte alla settimana nella speranza che quel fantomatico osservatore o intermediario vedesse il proprio figlioletto?

Ricordiamoci poi che la distinzione tra campionati regionali e provinciali già tende ad una progressiva selezione all’interno dei campionati e delle rispettive squadre. Allora mi chiedo… ma c’era proprio bisogno di inserire nei campionati regionali anche i girone di élite? Si perché, come se non bastasse la distinzione tra provinciali e regionali, negli ultimi anni abbiamo anche inventato i gironi di élite dei campionati superiori, quasi come se fossero una via di mezzo tra il professionismo ed il dilettantismo, una sorta di Serie D giovanile. Io penso sinceramente che tale campionato abbia un senso (anche se tutto da dimostrare) nella categoria Allievi (14-16 anni) poiché una volta usciti da lì, i ragazzi più pronti potrebbero già essere inseriti nel giro della prima squadra. Ecco allora che un ragazzo che nell’anno successivo potrebbe doversi confrontare in un campionato di Promozione o Eccellenza, è certamente più pronto se ha già fatto un campionato di élite in cui si è confrontato con tutti i ragazzi più bravi della propria regione. Ma nel campionato Giovanissimi (12-14 anni) non ne vedo proprio la necessità. Tanto più che alcuni ragazzi che magari escono dal campionato di élite, saranno “costretti” a cambiare società se vorranno continuare a giocare allo stesso livello perché la propria squadra non ha quella categoria nell’anno successivo. Anche perché altro frutto malato di questo meccanismo è che tende fortemente all’autoconservazione: le squadre che giocano il girone di élite sono sostanzialmente quasi sempre le solite poiché inizialmente hanno attirato i ragazzi più bravi grazie alla propria affiliazione con società professionistiche. Grazie a ciò hanno vinto i campionati nelle stagioni passate ed adesso, in forza di quel titolo, riescono a strappare gli adolescenti più bravi alle altre società di vicinato. Insomma un cane che si morde la coda a tutto svantaggio dei più piccoli.

Ma almeno le società di quartiere vengono ricompensate in qualche modo? Lo vedremo nella prossima puntata!

Diario di un cassintegrato – parte dodicesima

Nel silenzio totale dei media, anche il mio settore sembra iniziare timidamente a pensare ad una parziale ripartenza. Dal punto di vista lavorativo, si continua ad essere impegnati a singhiozzo, due giorni ogni cinque lavorativi, ma è comunque qualcosa di importante soprattutto se ci guardiamo indietro ricordandoci di ciò che accadeva fino a qualche settimana fa.

La parziale rimessa in moto del mondo sportivo regionale però, si scontra con gli ultimi accadimenti politici. Ciò che sta succedendo nei palazzi romani non aiuta e dunque ciò che sembrava più vicino solamente qualche giorno fa, adesso torna in discussione. Il Ministero dello Sport infatti, aveva dato disponibilità a discutere di un possibile aiuto alle società in merito alle spese da sostenere per i protocolli imposti dal Comitato Tecnico Scientifico, ma la mossa di far cadere l’esecutivo da parte dello statista di Rignano sull’Arno rischia di rallentare nuovamente tutto.  La speranza è che anche questa decisione possa essere presa all’interno degli affari correnti del governo dimissionario, altrimenti rischiamo di perdere tempo preziosissimo per tornare alla normalità…. e tutto questo per mero calcolo politico, per pura tattica parlamentare.

Tra i buoni propositi di questi giorni, vi segnalo l’importantissima raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che punisce con un reato specifico e pene severe la propaganda di fascismo e nazismo. Nella settimana che include il giorno della memoria credo sia un segno ed un gesto tangibile di ciò che tutti dovremmo fare per far sì che certi orrori condannati dalla storia non tornino mai più. Visto che la nostra splendida carta costituzionale prevede l’istituto della legge di iniziativa popolare al raggiungimento di almeno 50.000 firme, invito tutti ad investire (non perdere) un po’ del proprio tempo affinché la nostra società sia un posto più giusto, più accogliente, più umano. Cercando in rete troverete i luoghi dove si può firmare e gli orari per esercitare questo importantissimo diritto: non sprechiamo questa occasione! Qui potete consultare il link per avere tutte informazioni! A Firenze ad esempio, in tutti i quartieri ci sono i giorni e gli orari in cui potersi recare a firmare: i nostri figli e nipoti ci ringrazieranno!!

Chiudiamo anche questa settimana con il consiglio del Corner del Lungo che stavolta è diretto ad un film, “RocketMan” la pellicola che racconta la vita di Elton John. Devo confessare che non sono un amante dei film in cui si canta molto (o troppo), ma in questo caso ciò è assolutamente necessario poiché attraverso i testi e le parole della canzoni della popstar, si segue la narrazione ed i sentimenti della sua vita. E’ un film che colpisce poiché fa capire perfettamente quanta tristezza, quanto dolore, quanti sogni infranti ci siano spesso dietro le stelle della musica. Succede raramente che ci siano artisti della grandezza di Elton John che riescano a trasmettere tali emozioni senza essere spezzati interiormente. La vita familiare senza amore, l’essere usati quando si è diventati una macchina da soldi, sono la via maestra che conducono la pop star all’interno di un tunnel di droga ed alcool da cui faticosamente riesce ad uscire. Un film che fa riflettere e pensare su quanto dolore possa nascondersi dietro ad una vita piena di lustrini. Un film da vedere!

Alla prossima settimana!

Il talento – parte dodicesima

Nell’ultimo capitolo della nostra rubrica, abbiamo cercato di approfondire quali siano le storture dal punto vista dell’organizzazione dei campionati nel passaggio dalla scuola calcio al settore giovanile. Molto spesso quelli che possono sembrare piccoli cambiamenti regolamentari non vengono analizzati a fondo per capirne le ricadute sugli utenti finali. Nel caso specifico dei campionati di calcio giovanili, dietro a questo odioso termine non si nascondono dei semplici consumatori di un prodotto e dunque dobbiamo essere in grado di capire cosa comporta ogni cambiamento in una fascia di età tanto delicata come quella dei 12-14 anni.

La realtà è che il salto troppo repentino verso i campionati in cui iniziano a contare i risultati, le classifiche ed i gol segnati e subiti, possono scatenare nei nostri bambini ed adolescenti sentimenti contrastanti. Negli individui meno pronti, questa precipitazione può instillare ansia da prestazione, paura di sbagliare, mancato divertimento ed in alcuni casi il nostro piccolo calciatore può arrivare perfino ad abbandonare la pratica sportiva. Insomma, comunque la si guardi, una sconfitta cocente per il nostro movimento.

Secondo molti studi infatti, è la fascia dai 14 ai 16 anni quella in cui i nostri ragazzi lasciano maggiormente le società sportive e questo dovrebbe farci riflettere per cercare di trovare soluzioni che limitino la dispersione e, nello stesso tempo, offrano un’alternativa a questi ragazzi. Il Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, tra la fine degli anni novanta e la prima decade del 2000, aveva instaurato un fecondo rapporto di collaborazione con le scuole che aveva dato ottimi frutti. Ricordo che una delle iniziative più importanti, sia dal punto di vista promozionale che dal punto di vista pedagogico, era la possibilità di fare corsi per arbitro nelle scuole superiori. Proprio in quella fascia in cui l’abbandono era massimo infatti, la FIGC aveva portato il messaggio che si poteva essere protagonisti nel mondo del calcio anche interpretando un altro ruolo rispetto a quello del calciatore: ecco allora che coloro i quali amavano questo splendido gioco, potevano continuare a farne parte frequentando il corso per arbitro e mettendosi fin da subito alla prova. Nei tornei scolastici infatti, i ragazzi del corso, arbitravano le gare insieme ai tutor delle sezioni arbitrali che, dopo aver svolto il corso in qualità di docenti, affiancavano il nuovo piccolo Direttore di Gara nelle prime esperienze da arbitro. Questo è solo un esempio di un fecondo rapporto di collaborazione che ha portato negli anni ottimi risultati di cui cito solo alcuni esempi: tantissime bambine hanno provato a giocare a calcio grazie all’intervento di operatori esterni nelle scuole di ogni ordine e grado e grazie alla partecipazione ai tornei scolastici, molte maestre di scuola primaria e dell’infanzia hanno avuto l’occasione di conoscere meglio le metodologie di insegnamento dell’attività motoria grazie ai corsi di aggiornamento offerti dalla FIGC, tanti ragazzi che avevano abbandonato il campo da gioco sono tornati ad essere protagonisti grazie ad un fischietto in bocca. Non è forse questo l’obiettivo primario di un settore di servizio quale quello della FIGC?

Purtroppo però, quel periodo d’oro sembra essersi esaurito ed anche le società sembrano in gran parte essere tornate ai vecchi vizi precedenti. Ne parleremo nella prossima puntata!