Diciamo che il meticoloso lavoro di Don Cesare, all’anagrafe Claudio Cesare Prandelli, sta lentamente dando frutti.. Niente di trascindentale, intendiamoci, visto che la squadra conserva nel suo organico criticità piuttosto evidenti, a cominciare dalla scarsa qualità sulle corsie esterne, dove raramente riusciamo a sfondare e risultare pericolosi e, di contro, troppo spesso soffriamo le scorribande altrui (a tal proposito, la vedo davvero buia venerdi – o quando a Conte farà comodo giocare- !), ma è almeno riuscito a risolvere l’equivoco Amrabat, al quale, con ai fianchi da due interni qualitativamente dotati come Castrovilli e Bonaventura, non viene chiesto di svolgere tutto e solo il lavoro di qualità/ordine e, soprattutto, ad alzare il baricentro della squadra di una decina abbondante di metri, consentendole così di portare più uomini nella metà campo avversaria, ed essere dunque maggiormente pericolosa (da quanto tempo, a Vlahovic, non capitavano due occasioni da gol così limpide come a Torino?), nonché di evitare forcing avversari nei confronti di una Fiorentina troppo schiacciata verso la propria area di rigore. Con una squadra ormai quasi tranquilla, caldeggio l’inserimento nello schieramento arretrato di Quarta, il difensore in rosa più bravo con i piedi e ad impostare l’azione, qualità che ci manca dai tempi di Gonzalo, e un progressivo passaggio alla difesa a 4, che mi auguro possa essere la base per la prossima stagione, qualunque sia il tecnico sulla panchina Viola.
Ottima analisi caro Niccolò! Effettivamente stiamo riuscendo a crescere ed a giocare anche un calcio discreto nonostante le evidenti lacune in organico. Speriamo di non sbagliate i prossimi scontri diretti in modo poi da poter programmare con calma e per bene la prossima stagione.
Diciamo che il meticoloso lavoro di Don Cesare, all’anagrafe Claudio Cesare Prandelli, sta lentamente dando frutti.. Niente di trascindentale, intendiamoci, visto che la squadra conserva nel suo organico criticità piuttosto evidenti, a cominciare dalla scarsa qualità sulle corsie esterne, dove raramente riusciamo a sfondare e risultare pericolosi e, di contro, troppo spesso soffriamo le scorribande altrui (a tal proposito, la vedo davvero buia venerdi – o quando a Conte farà comodo giocare- !), ma è almeno riuscito a risolvere l’equivoco Amrabat, al quale, con ai fianchi da due interni qualitativamente dotati come Castrovilli e Bonaventura, non viene chiesto di svolgere tutto e solo il lavoro di qualità/ordine e, soprattutto, ad alzare il baricentro della squadra di una decina abbondante di metri, consentendole così di portare più uomini nella metà campo avversaria, ed essere dunque maggiormente pericolosa (da quanto tempo, a Vlahovic, non capitavano due occasioni da gol così limpide come a Torino?), nonché di evitare forcing avversari nei confronti di una Fiorentina troppo schiacciata verso la propria area di rigore. Con una squadra ormai quasi tranquilla, caldeggio l’inserimento nello schieramento arretrato di Quarta, il difensore in rosa più bravo con i piedi e ad impostare l’azione, qualità che ci manca dai tempi di Gonzalo, e un progressivo passaggio alla difesa a 4, che mi auguro possa essere la base per la prossima stagione, qualunque sia il tecnico sulla panchina Viola.
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Ottima analisi caro Niccolò! Effettivamente stiamo riuscendo a crescere ed a giocare anche un calcio discreto nonostante le evidenti lacune in organico. Speriamo di non sbagliate i prossimi scontri diretti in modo poi da poter programmare con calma e per bene la prossima stagione.
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