Un’altra stagione buttata – l’annata viola

Speravamo di vivere un’altra stagione, altre soddisfazioni, altre gioie ma soprattutto pensavamo di non dover più soffrire come era già accaduto in occasione dell’ultima parte della gestione Della Valle e del primo anno targato USA. Purtroppo invece si sono riproposti i soliti fantasmi e le risposte che la società e la squadra hanno dato sono stati spesso contraddittori e quasi sempre insufficienti. Ad agosto la conferma di Iachini voluta fortemente da Commisso poi l’esonero dopo appena 7 partite con la chiamata dell’amato Cesare Prandelli. Dapprima una staffetta di attaccanti con la suddivisione quasi in parti uguali del minutaggio tra Cutrone, Kouamè e Vlahovic accompagnata da una difesa non più impermeabile come nella passata gestione, poi la fiducia al centravanti serbo che ha preso sulle spalle e condotto alla salvezza una squadra impaurita, senza gioco e senza cuore. Sorvolerò volutamente su tutti i problemi di spogliatoio che verosimilmente hanno accompagnato l’intermezzo di Cesare (basti vedere i vari messaggi social arrivati a Iachini quando è stato ufficializzato l’addio a differenza di quanto accaduto con Prandelli), nella speranza che l’arrivo di una figura come Gattuso spazzi via le diatribe interne e possibilmente porti ad un bel repulisti che farebbe bene tanto alla squadra quanto ad una città che ha voglia solamente di tornare ad innamorarsi di un gruppo di calciatori unito, battagliero, spumeggiante.

STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2019-2020

Posizione finale:  13° (10° nel 2019-2020)

Punti:  40 media punti 1,05 (49 media punti 1,29)

Vittorie: 9 (12)

Pareggi: 13 (13)

Sconfitte:  16 (13)

Gol fatti: 47 (51)              

Gol subiti: 59 (48)

Differenza reti: -12  (+3)

Capocannoniere: Vlahovic con 21 reti (Chiesa con 10 reti)

Assist man: Ribery 6 (Chiesa 6)

Miglior gara dell’anno:

l’angolo del tifoso suggerirebbe chiaramente la vittoria a Torino contro la Juventus prima di Natale quando lo scavetto di Vlahovic, la regia di Borja Valero e la saggezza di Prandelli ci portò ad una soddisfazione talmente grande da farci pensare alla svolta della stagione. Se però guardiamo alla prestazione ed all’interpretazione della gara, scelgo la sconfitta di Milano contro l’Inter alla 2° di campionato quando una Fiorentina gagliarda, divertente e sfacciata riusciva ancora a farci sperare in un campionato diverso, assai migliore. Contro i futuri campioni d’Italia, una squadra con Ceccherini al centro della difesa ed un Chiesa ancora ad imperversare sulla fascia, ci riempì gli occhi e ci fece gonfiare il petto per tutta la durata della gara sfiorando l’impresa e giocando un calcio offensivo che non avremmo più visto per tutta la stagione. Un’illusione durata troppo poco!

Peggior gara dell’anno:

non è stato facile scegliere perché purtroppo, anche quest’anno, i ragazzi in maglia viola hanno dato del loro meglio per farci deprimere ma l’umiliazione subita allo Stadio Maradona credo resterà scolpita nella mente di ogni tifoso per un pò. Quando penso a cosa vorrei sempre vedere in una partita della Fiorentina, penso all’impegno, al sudore, alla dedizione alla causa, al rappresentare al meglio la città ed i tifosi. Dover assistere ad uno scempio come quello andato in scena lo scorso 17 gennaio è un insulto a tutti coloro i quali ancora credono che il calcio non sia solamente uno sport o un gioco, ma sia anche sinonimo di senso di appartenenza ad una comunità. Credo che Gattuso sia una bella risposta a tutti quelli che la pensano come me.

Miglior calciatore: Dusan Vlahovic

Un attaccante del 2000 che segna 21 reti in un campionato di Serie A in cui per le prime 7 gare di campionato ha giocato poco più di un tempo per volere dell’allenatore, non può che essere eletto il migliore dell’anno e non può che essere ringraziato perché senza le sue reti magari adesso staremmo progettando il futuro in cadetteria. Oltre alle realizzazioni, impressiona la freddezza con cui ha realizzato rigori decisivi in partite bloccate e la crescita incredibile che ha avuto in tutti gli aspetti del gioco oltreché nel fisico. Dusan ha imparato a coprire la palla come pochi altri in Italia, ha iniziato a segnare anche i gol sporchi e non solo quelli belli, è ormai capace non solo di finalizzare ma anche di inventarsi gol senza l’ausilio dei compagni (giusto per approfondire potete leggere il mio articolo qui) ed inoltre appare sempre più come leader anche vocale della squadra. Il futuro è tutto dalla sua parte, sta a lui imparare da Ribery che non si finisce mai di crescere e migliorare attraverso il lavoro in allenamento!

Peggior calciatore : German Pezzella

Avrei potuto dire Kouamè, oppure Milenkovic e perché no Biraghi, ma scelgo il capitano. Se infatti gli altri hanno giocato meno, come nel caso dell’attaccante, oppure sono stati protagonisti di alcune prove convincenti, il capitano ha giocato una stagione talmente mediocre dalla prima all’ultima giornata di campionato che inizio a non capire più quale sia la sua reale dimensione. La prima stagione in maglia viola ci aveva fatto sperare in un calciatore diverso: il marcatore argentino senza paura, che predilige il corpo a corpo, dotato di grande personalità e che ogni tanto trova anche la porta di testa. Purtroppo le ultime due annate raccontano invece di un calciatore timoroso, poco risoluto, spesso disattento in marcatura e mai decisivo. La delusione più grande proviene poi dalle scarse doti di leadership nonostante la fascia di capitano. Pezzella ha infatti dimostrato troppo spesso di non saper guidare un reparto apparso scollegato e di farsi sentire poco anche dai direttori di gara o dai calciatori avversari. Peccato, ci avevo sperato!

La sorpresa: Lorenzo Venuti

Un grande cuore viola, un perfetto uomo spogliatoio: questo pensavo fosse Venuti quando ho visto che sarebbe stato parte della prima squadra per questa stagione. In realtà il Lollo viola è decisamente di più, è un calciatore di Serie A! La stagione appena conclusasi ha infatti mostrato che anche chi non è dotato di qualità superiori, può rendersi utile e farsi trovare pronto in ogni occasione grazie alla volontà, la dedizione, la professionalità. Venuti è esattamente la fotografia di tutto questo, è un degno rappresentante di quella classe operaia che ogni tanto arriva in Paradiso. Impiegato spessissimo come esterno di un centrocampo a 5, talvolta anche a sinistra, ha dimostrato di poterci stare e di meritare la conferma anche per il prossimo anno quando, con il ritorno della difesa a 4, potrebbe perfino esprimere meglio le proprie potenzialità. Il Martin Jorgensen dello spogliatoio viola si è finalmente trasformato in farfalla, aspettiamo magari di salutarne un gol sotto la Fiesole!

La delusione: Sofyan Amrabat

Presentato come il fiore all’occhiello della campagna acquisti viola dopo la splendida stagione in maglia Hellas Verona, il centrocampista marocchino ha deluso talmente le aspettative da perdere anche la titolarità che tutti avremmo dato per scontata anche solo 10 mesi fa. Apparso lento, impacciato, involuto, non è stato certamente aiutato dal calcio di Iachini che prevedeva facesse il regista, ruolo che a Verona era ricoperto da Veloso. Calciatore di tutt’altro spessore, Amrabat ha dimostrato di avere caratteristiche completamente diverse che mal si sposano anche con Pulgar se si intende giocare con un centrocampo a 3. Tolte alcune prove ampiamente sufficienti più per la corsa infinita ed i polmoni spremuti che per il raziocinio utilizzato, la stagione resta mediocre anche se attendiamo fin da ora un pronto riscatto visto l’arrivo sulla panchina viola di quel Gattuso che lo avrebbe voluto volentieri già a Napoli. Speriamo la seconda sia migliore!

Voto alla stagione viola: 5

Il piazzamento finale, il tredicesimo posto, è mediocre ed è in linea con il gioco espresso dalla squadra per la quasi totalità della stagione. I viola hanno collezionato solamente 40 punti (punteggio più basso mai raggiunto dal ritorno in Serie A) ed hanno raggiunto la salvezza con 180 minuti di anticipo solo perché le altre hanno tenuto un passo da lumaca. Le aspettative erano ben altre soprattutto dopo che tutti i critici avevano individuato nel centrocampo viola uno dei migliori reparti d’Italia e la difesa era rimasta pressoché invariata. La sola cessione di Chiesa non può giustificare l’anonimato dentro al quale la squadra ha vissuto l’ennesimo campionato da dimenticare. Speriamo davvero sia l’ultimo!

Il buono, il brutto, il cattivo

SASSUOLO – FIORENTINA = 3 – 1

Una partita dai due volti, con una Fiorentina che ha gestito bene il primo tempo chiuso con un gol di vantaggio. Poi il patatrac: una seconda frazione imbarazzante di cui la squadra dovrebbe vergognarsi e che ha portato la società a decretare l’immediato silenzio stampa ed il conseguente ritiro. Ormai le scuse sono finite: sono cambiati allenatori, moduli difensivi ed offensivi, calciatori impiegati e tenuti in panchina ma la nave sta imbarcando acqua ormai da troppo tempo ed adesso rischia di affondare. Ci sono dirigenti in società capaci di ribaltare la situazione? C’è qualcuno che ha finalmente voglia e coraggio di chiamare le cose con il proprio nome? Il tempo è scaduto e continuando così la Serie B diventerà una tristissima attualità. Solo per rispetto del blog, di chi mi segue e della rubrica, proverò a citare i migliori ed i peggiori di un pomeriggio da dimenticare.

IL BUONO

  • Il primo tempo: nella prima frazione la squadra ha fatto esattamente la gara che doveva. Si è chiusa con ordine, ha tenuto centrocampo e difesa vicinissime, è riuscita ad occupare tutte le diagonali di passaggio non permettendo al Sassuolo di verticalizzare. La compagine di Iachini ha avuto anche la capacità di creare alcune occasioni in attacco grazie a ripartenze veloci e cambi di passo importanti di Bonaventura e Castrovilli. Poi il buio.
  • Castrovilli e Bonaventura: se la Fiorentina nel primo tempo ha chiuso in vantaggio ed è riuscita più volte a creare occasioni, è soprattutto grazie alla qualità di questi due centrocampisti. Jack è sembrato finalmente il calciatore che avevamo salutato con entusiasmo al suo arrivo, mentre il numero 10 ha regalato nuovamente accelerazioni eccezionali. Il problema è che tutto ciò è durato solamente un tempo.
  • Ordine difensivo: nell’approfondimento tattico parleremo anche di questo. Di una squadra che ha avuto una logica per 45 minuti forse perché con Caceres nei 3 dietro al posto di Quarta si riesce a coprire meglio gli spazi senza un difensore che vaga per il campo, o forse perché il Sassuolo giocava con la squadra B. Una volta entrati Berardi e Defrel infatti, è calato il buio e non ci abbiamo capito più nulla. Chissà dove sta la verità.

IL BRUTTO

  • Pezzella: E’ ORA DI DIRE BASTA! Basta con la fascia, basta soprattutto vederlo in campo. Gioca con una superficialità imbarazzante, sembra quasi ci faccia un piacere e la fascia di Astori sul suo braccio è un brutto segnale per tutti i tifosi. Non è mai in grado di far ripartire l’azione già nel primo tempo, mentre nella ripresa ne combina una dietro l’altra: sul primo rigore si addormenta e tiene in gioco Berardi sul taglio alle sue spalle, sul secondo gol commette un fallo da principiante su Raspadori che non sarebbe mai riuscito a tirare in porta. Oltre a tutto questo, non si fa mai sentire, non guida la difesa, non mostra mai un minimo di leadership. Se questo è il momento degli uomini, passi la fascia ad altri.
  • Venuti e Biraghi: quando si gioca con il modulo 3-5-2, la base è data da un difensore centrale che comanda i movimenti dei due difensori accanto, da un organizzatore di gioco e da due esterni che siano capaci di giocare a tutta fascia. Di Pezzella abbiamo detto, Pulgar fa quel che può, ma anche giocare con Venuti e Biraghi sugli esterni non è semplicissimo. Difendono con volontà e poco più, non vincono mai l’uno contro uno, non arrivano mai sul fondo per il cross. Sono calciatori mediocri che probabilmente potrebbero essere migliori se fossero inseriti in un contesto di calcio organizzato e non in una squadra che gioca a caso. Quanto ancora dobbiamo ingoiare?
  • Le sostituzioni: cerco sempre di non dare alibi ai calciatori, ma che senso ha inserire Callejon e Eysseric al posto di Castrovilli e Bonaventura senza cambiare modulo di gioco? Come è mai possibile continuare ad impiegare calciatori fuori ruolo considerando anche che i risultati non arrivano? Io capirei se giocare così portasse ad avere una difesa imperforabile e risultati a ripetizione, ma qui si continua a subire reti ed a perdere su ogni campo. Non era meglio passare a 4 dietro togliendo uno dei due esterni e provare a giocare 4-2-3-1? Tanto non è che con le sostituzioni effettuate abbiamo smesso di faticare…. Al peggio non c’è mai fine!

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento arrabbiato!!

Il buono, il brutto, il cattivo

GENOA – FIORENTINA = 1 – 1

E’ stata una Fiorentina operaia, una squadra che ha badato al sodo, che ha reagito senza paura alle difficoltà. Prima il gol subito dopo un quarto d’ora di nulla, poi lo scellerato intervento di Ribery che ha costretto la squadra a giocare in inferiorità numerica per 40 minuti. Nonostante ciò, è arrivato un pareggio d’oro considerando la contemporanea sconfitta interna del Cagliari ed il pareggio tra Benevento e Parma che permette di guardare ai prossimi difficilissimi impegni con maggiore serenità. Iachini ha cercato di mettere la squadra nella migliore condizione possibile giocando con un 3-5-2 molto abbottonato in cui gli esterni di centrocampo erano due terzini come Caceres e Venuti, ma ha dato prova di intelligenza sfruttando quei calciatori che sono stati rivitalizzati da Prandelli e che con lui venivano impiegati col contagocce: Vlahovic e Quarta nella formazione iniziale, Eysseric come sostituto in mezzo al campo quando Bonaventura ha finito la benzina. Insomma un mix di passato e presente per guardare con maggiore tranquillità al futuro prossimo grazie anche ai risultati delle dirette concorrenti.

IL BUONO

  • Vlahovic: è il vero baluardo viola. Il calciatore imprescindibile, l’ultimo regalo di Cesare Prandelli alla sua amata Fiorentina. In una partita dura, sporca, difficile, Dusan dimostra ancora una volta quanto sia maturato negli ultimi 6 mesi. Difende palla spalle alla porta, lotta su tutti i palloni, allarga i gomiti se necessario, ma soprattutto è letale nei sedici metri. Sull’assist di Castrovilli, non si lascia pregare ed incrocia una gran bel sinistro che regala alla squadra una ritrovata tranquillità ed un altro punto in classifica. Rocco, blindalo appena torni dagli States!!!!
  • Castrovilli: dopo un lungo periodo di appannamento, finalmente sprazzi del vero Castrovilli. Con Ribery in ombra già prima del folle intervento che gli costa il rosso, spetta al numero 10 inventarsi qualche giocata e creare la superiorità numerica in mezzo al campo. Ancora non riesce a ritrovare pericolosità verso la porta avversaria, ma stavolta attacca continuamente lo spazio libero e recupera tanti palloni trasformando l’azione da difensiva in offensiva. Avesse fatto gol in rovesciata allo spirare dei primi 45 minuti di gioco, l’anno prossimo lo avremmo ammirato sulla copertina dell’album Panini! Se ricomincia a girare lui, possiamo tornare a divertirci.
  • Pezzella: come trasformarsi da Comunardo Niccolai in Franz Beckenbauer in due settimane. Da difensore timoroso e svagato a condottiero che rimedia anche agli errori di Milenkovic ed in parte Martinez Quarta. Contro il Genoa non cade mai, temporeggia, svetta di testa. Chissà che pozione magica avrà trovato?!?!?!?

IL BRUTTO

  • Caceres – Milenkovic: una vera e propria banda del buco. In apnea per tutta la partita contro Zappacosta, non contro Cafù o Serginho….con tutto il rispetto dovuto. Il serbo conferma il suo momentaccio evidenziato anche nelle gare in nazionale, mentre l’uruguagio appare fin da subito un pesce fuor d’acqua. Non attacca, ma soprattutto non difende, viene sempre preso alle spalle dai lanci rossoblù, non sembra mai in grado di limitare la corsa dell’ex Chelsea da cui nascono tutti i pericoli per la retroguardia viola. Continuo a pensare che Caceres non sia assolutamente adatto ad interpretare un ruolo in cui quasi mai serve il corpo a corpo, quasi sempre la falcata di almeno 30 metri. Speriamo Beppe trovi la soluzione.
  • Ribery: una partita disastrosa. Già prima del cartellino rosso, il francese non era mai riuscito a saltare il diretto avversario, era sembrato sempre fuori dal gioco, mai decisivo né per far ripartire l’azione andando a prendere la palla sui difensori, né trovando la giocata decisiva o l’assist per il compagno. Nella ripresa poi, la sciocchezza che avrebbe potuto costare la sconfitta viola. Un’entrata scellerata, senza senso, direttamente sull’uomo simile a quella di Cuadrado su Castrovilli a Torino in Juventus Fiorentina. Fortunatamente i compagni di squadra riescono a stringere le maglie difensive e portano comunque a casa un punto fondamentale in ottica salvezza. Da un calciatore della sua tecnica, della sua esperienza, non si possono accettare questi errori. Qualche settimana per riflettere caro Frank sono assolutamente necessarie.
  • Pulgar: dopo alcune prove ampiamente sufficienti, oggi si è rivisto il calciatore timoroso, lento e falloso che aveva iniziato la stagione. Nel primo tempo perde tantissimi palloni in uscita permettendo ai grifoni di ripartire in contropiede, anche se il filtro davanti alla difesa è comunque più che sufficiente considerando anche che Castrovilli e Bonaventura ai lati lo aiutano a fasi alterne. Nel secondo tempo, costretto ad abbassarsi ulteriormente sui difensori centrali, migliora il proprio rendimento ma il cartellino giallo finale che gli costa la squalifica, conferma che non è proprio la sua giornata. Urge recuperare il centrocampista mortifero sui calci piazzati.

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento tattico…e ci sarà anche Portobello!!!

Il buono, il brutto, il cattivo

TORINO – FIORENTINA = 1 – 1

Una partita dai molti volti, con tante emozioni e diverse decisioni arbitrali discutibili. Al di là del risultato finale, la Fiorentina torna da Torino con la sicurezza di essere in grande crescita: la compagine di Prandelli ha dimostrato di essere una squadra, un gruppo di persone che iniziano ad aiutarsi l’uno con l’altro, un blocco che è pronto ad affrontare le difficoltà insieme. Dapprima in 10 e poi in 9, i viola non hanno mai mollato ed anzi avrebbero potuto portare via i tre punti con un pò di attenzione in più. Resta l’amaro in bocca per alcune decisioni arbitrali discutibili e per alcune ingenuità da parte di quelli che dovrebbero essere i perni della difesa. Sulla tabella salvezza comunque avevamo messo un punto, e quello è arrivato!

IL BUONO

  • Martinez Quarta: tra i tanti disastri della gestione Pradé (stasera Prandelli ha dovuto chiamare in causa Eysseric tanto per capirsi), l’acquisto del difensore argentino è invece una perla. Con Quarta, la squadra viola guadagna almeno 15 metri di campo perché gioca sempre sull’anticipo e fa ripartire l’azione grazie ad un buon piede. La natura non gli ha regalato un fisico imponente, ma sopperisce con la scelta di tempo e la tecnica. Diamogli continuità!
  • Amrabat: in una partita sporca come questa, il marocchino sale decisamente in cattedra. Sradica palloni su palloni e non si dà mai per vinto. Aiuta tutti e fa da schermo alla difesa nonostante l’inferiorità numerica. Se riuscisse anche ad impostare l’azione in modo meno scontato, saremmo di fronte al nuovo Kantè. Gladiatore.
  • Vlahovic: colpisce un palo, sprecando un’occasione fantastica ma si fa perdonare con una prestazione completa. Si vede annullare un gol per un fuorigioco millimetrico, lotta su tutti i palloni, assiste Ribery, sgomita quando necessario. Sta diventando un attaccante completo a cui manca ancora l’uso del piede destro. Ha solo 20 anni, crescerà! Dusan, vediamo di rinnovare!!
  • Ribery e Bonaventura: quando la tecnica supera ogni altra cosa. Il gol segnato dalla Fiorentina, tra l’altro già in 10, è da manuale del gioco del calcio. Certamente i TG nazionali faranno le corse per far vedere lo scontro tra Milenkovic e Belotti, ma il calcio è rappresentato dal duetto Jack-Frank. Oltre a ciò, i due prendono per mano la Fiorentina nei primi 60 minuti, ma anche questo scompare di fronte al duetto. Rivedete in loop il gol del vantaggio viola, tutto il resto è noia.
  • Prandelli: arrivato in punta di piedi, il buon Cesare sta facendo diventare la Fiorentina una squadra. I movimenti sul campo iniziano ad avere una logica, i calciatori cominciano ad aiutarsi, i reparti finalmente dialogano. Azzecca poi la sostituzione nel momento in cui viene espulso Castrovilli: in molti, tra cui io, avrebbero tolto Bonaventura per inserire Pulgar, invece Cesare toglie Venuti e passa (finalmente!) alla difesa a 4 allargando Quarta a destra. E’ la svolta perché la mossa permette a Bonaventura di inserirsi maggiormente negli spazi non più occupati da Biraghi o Venuti e la Fiorentina và in porta per il gol. Non perde lucidità nemmeno con la squadra in 9 e solamente una dormita colossale di Pezzella non gli permette di tornare da Torino con 3 punti. Comunque sia la strada è tracciata, e sembra quella giusta!

IL BRUTTO

  • Milenkovic: il rosso è ridicolo, ma la sciocchezza commessa è imperdonabile soprattutto considerando che aveva appena guadagnato una punizione. L’età è giovane, ma le gare giocate sono molte ed una stupidaggine del genere non è ammissibile soprattutto considerando che la Fiorentina era già in 10. Non ci siamo proprio.
  • Pezzella: il capitano vive un’altra giornata da dimenticare. Mai sicuro, spesso sovrastato, commette un errore imperdonabile che costa due punti alla truppa di Prandelli lasciando scorrere incredibilmente un pallone nell’area piccola su cui Belotti non può far altro che pareggiare. E’ il lontano parente del centrale che avevamo conosciuto. Stagione a dir poco insufficiente.
  • Belotti: il risultato era importante e spesso si accentuano i contatti in campo, ma ciò che ha fatto il capitano del Torino è onestamente VERGOGNOSO. Uno degli azzurri, uno dei calciatori a cui i bambini si dovrebbero ispirare ha dato vita ad una sceneggiata indecente che dovrebbe essere sanzionata. La borsa del ghiaccio mentre esce dal campo poi, è degna di un cinema di serie C. Disonorare una fascia come quella granata è reato grave.

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento tattico con Portobello !!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – CAGLIARI = 1 – 0

“Vincere non è importante, vincere è l’unica cosa che conta”. Citando Vince Lombardi, il più grande coach di football americano della storia, oltreché il più vincente, il riassunto della partita della Fiorentina sta tutto qui. Avremo poi modo di approfondire il come ed il perché, ma i tre punti strappati al Cagliari, sono la notizia più importante di giornata. Non è stata una Fiorentina scoppiettante, non ha giocato bene, non ha creato caterve di occasioni, ma ha vinto: ha scavalcato in classifica Bologna ed Udinese ed adesso, se riesce a superare il Crotone in casa all’ultima giornata di andata, gira ad almeno 21 punti senza considerare la trasferta di Napoli. La formazione iniziale ha fatto storcere il naso a diverse persone, tra cui il sottoscritto, per la mancanza di coraggio nell’inserimento della seconda punta accanto a Vlahovic, ma anche di questo parleremo nel video di stasera. Ciò che è certo è che la Fiorentina esce ancora una volta dal campo con la porta inviolata, grazie soprattutto alla prova di Dragowski, e ritrova in Amrabat e Callejon due perni importanti della squadra. Se ad essi aggiungiamo Vlahovic che finalmente inizia a segnare anche su azione, si può tirare un sospiro di sollievo.

IL BUONO

  • Dragowski: anche stavolta, il portierone polacco si merita indubbiamente la palma di migliore in campo. Para un rigore a Joao Pedro e compie un intervento miracoloso, da prestigiatore, con il piede, pochi minuti dopo il gol del vantaggio. Restano delle lacune sui rinvii, ma oggi se la porta viola resta imbattuta, il merito è pressoché tutto suo. Saracinesca.
  • Callejon: nel primo tempo non riesce ad incidere molto poiché viene servito spesso spalle alla porta troppo dentro il campo. In questo modo, diventa un punto di riferimento facilmente marcabile dalla retroguardia avversaria. Dalla sua parte poi, soffre le troppe sortite offensive di Caceres che gli toglie spazi importanti. Nella seconda frazione invece, torna a calpestare le proprie zolle ed inizia a scodellare palloni invitanti in area di rigore: grazie ad un suo assist magistrale, Vlahovic sblocca la partita e segna il gol decisivo. Redivivo, altro che Eysseric!
  • Amrabat: finalmente torna a giocare in un centrocampo a due, dove ha spazio per correre e rincorrere tutti gli avversari e, come per magia, torna ad essere lui. Non gli chiedete qualità, non gli chiedete tiro in porta, ma quanto a cuore e polmoni non è secondo a nessuno. Limita alla grande Nainggolan che riesce a farsi vedere solo quando gli gira al largo. Se solo avesse accanto un giocatore con un pò di fosforo in più, la Fiorentina non soffrirebbe così. Gladiatore.
  • Vlahovic: nel primo tempo non riesce ad approfittare del retropassaggio sbagliato da Ceppitelli facendosi ipnotizzare da Cragno. Sembra in una serata non eccelsa, spesso in fuorigioco, servito poco e male. Poi però il movimento di smarcamento che effettua in occasione del gol è da grandissimo attaccante: del resto giocare con campioni come Callejon che hanno l’assist nelle vene aiuta, ma senza un movimento fatto bene, quel gol non si segna. Dategli un attaccante con cui dialogare, per favore!!!
  • Martinez Quarta: entra a freddo ma è sicuro e senza paura. Si fa sorprendere un paio di volte da Simeone all’inizio del secondo tempo, ma l’anticipo da cui nasce il gol decisivo è il suo: ribalta velocemente l’azione e si prende la responsabilità di verticalizzare. In crescita, titolare aggiunto.

IL BRUTTO

  • Pezzella: aldilà dell’ennesimo infortunio (sembra che la soglia di sopportazione sia sempre più bassa per il capitano viola), gioca comunque una partita insufficiente. Molte sbavature in chiusura, non si prende mai la responsabilità di far ripartire l’azione da dietro ed infine il gol sbagliato. L’errore commesso sotto porta al 28′ del primo tempo grida vendetta perché il centrale argentino può incornare libero da marcature e senza nemmeno saltare. Nonostante ciò, non centra nemmeno la porta. Pomeriggio da dimenticare.
  • Igor: se Pezzella non è nella sua miglior giornata, la stessa cosa possiamo dirla di Igor. Veniva da alcune prove veramente convincenti, ma stasera è uno dei punti deboli della retroguardia viola. Lo cercano e lo puntano spesso ma lui non demerita: il grandissimo neo è il netto ed ingenuo fallo da rigore che commette al 37′ quando non trova di meglio da fare che calciare la gamba di Joao Pedro. San Dragowski permette alla Fiorentina di restare in partita, ma l’errore è da matita rossa. Percorso di crescita.
  • Caceres: la partita di Torino ha illuso tutti, in primo luogo Cesare Prandelli. Martin Caceres in una partita in cui la Fiorentina cerca di imporre il proprio gioco non può ricoprire il ruolo di esterno destro di centrocampo. E questa bocciatura deve essere equamente divisa con una società che sta continuando a sfoltire senza avere già i sostituti dei partenti. Caceres stasera, oltre ad avere spesso occupato quegli spazi che sarebbero serviti a Callejon per incidere, non è mai stato capace di servire un pallone giocabile ai compagni. Protagonista di una quantità inenarrabile di inutili cross dalla trequarti campo, ha svirgolato a piacimento finché non è stato sostituito da Venuti. Salvate il soldato Martin (ha lo stesso nome ma non è Jorgensen).

Ci vediamo stasera su YouTube per l’approfondimento tattico con Portobello !!!

Il buono, il brutto, il cattivo

MILAN – FIORENTINA = 2 – 0

Dopo la sofferta vittoria in Coppa Italia, torna il campionato con i viola che sfidano la capolista del gentiluomo Pioli. L’inizio di gara ci aveva illuso con una Fiorentina corta, compatta, ben messa in campo, pronta anche a pungere. In pochi minuti poi, è cambiato tutto ed adesso la classifica inizia a fare paura. Nel prossimo turno la gara contro il Genoa diventa una vera e propria sfida salvezza.

IL BUONO

  • I primi 20 minuti: disposti con un 4-4-2 scolastico (domani ne parliamo meglio nel video), la Fiorentina ha giocato metà del primo tempo in modo molto convincente. La squadra ha attaccato spesso la palla nella metà campo avversaria ed è ripartita bene sia dai difensori che dai centrocampisti che si sono appoggiati soprattutto a Castrovilli a sinistra. La cerniera di centrocampo a 2 ha funzionato in entrambe le fasi. Poi è iniziata un’altra partita.
  • Castrovilli: schierato inizialmente come esterno sinistro a centrocampo, è tornato ad essere centrale nello sviluppo del gioco. L’accentramento di Ribery come seconda punta poi, gli ha regalato metri di spazio e palloni giocabili che lui ha sfruttato spesso bene. Manca ancora nella capacità di crearsi occasioni da rete, ma è certamente in crescita. Colonna portante.
  • Vlahovic: sembrerà strano, ma oggi mi sento di spezzare una piccolissima lancia a favore dell’attaccante serbo. Si muove di più, si smarca maggiormente e dialoga di più con la squadra, probabilmente aiutato da giocatore tecnico come Ribery al suo fianco. E’ molto sfortunato in occasione del palo quando fa tremare i legni di Donnarumma. Speriamo si sblocchi presto.
  • Dragowski: in una partita in cui gli tirano soprattutto da azioni da fermo, voglio premiare il rigore parato ad uno specialista come Kessie. E’ giovane, ma ormai rappresenta una piacevole certezza.

IL BRUTTO

  • Callejon: troppo brutto per essere vero. Non attacca e non difende, non salta mai l’uomo. La lunga inattività dovuta al mercato prima ed al Covid19 poi, sono probabilmente la causa di tutto ciò. Non è ancora pronto al ritmo gara, resta in campo inutilmente per soli 45 minuti. Assolutamente da recuperare.
  • Pezzella: comincia bene, un pò come tutta la squadra. La sua prova positiva però dura troppo poco: non è attentissimo sul calcio d’angolo del vantaggio rossonero e poi è colpevole doppiamente sul 2 – 0. Dapprima lascia il corridoio libero per la verticalizzazione e poi commette l’evidente fallo da rigore. Da lì in poi non si riprende più. Non ci siamo proprio!
  • Ribery: in una squadra in netta difficoltà come la Fiorentina, ci si aspetta sempre qualcosa in più dal campione. Oltre all’assist servito per Vlahovic in occasione del palo colpito dall’attaccante serbo, sbaglia troppo e non salta quasi mai Calabria. Partita mediocre condita dall’occasione fallita da solo davanti a Donnarumma. Serve ritrovare il vero FR7!
  • Pulgar: di gran lunga il peggiore in campo insieme a Callejon. Si dimentica completamente di Romagnoli in occasione del gol del vantaggio rossonero, sbaglia centinaia di palloni, non cambia mai ritmo. Gioca sempre alla stessa velocità sia in fase difensiva che quando deve far ripartire l’azione. Lo chiamavano apatia.

Ci vediamo domani su YouTube per le considerazioni tattiche sulla gara!!!