Un’altra stagione buttata – l’annata viola

Speravamo di vivere un’altra stagione, altre soddisfazioni, altre gioie ma soprattutto pensavamo di non dover più soffrire come era già accaduto in occasione dell’ultima parte della gestione Della Valle e del primo anno targato USA. Purtroppo invece si sono riproposti i soliti fantasmi e le risposte che la società e la squadra hanno dato sono stati spesso contraddittori e quasi sempre insufficienti. Ad agosto la conferma di Iachini voluta fortemente da Commisso poi l’esonero dopo appena 7 partite con la chiamata dell’amato Cesare Prandelli. Dapprima una staffetta di attaccanti con la suddivisione quasi in parti uguali del minutaggio tra Cutrone, Kouamè e Vlahovic accompagnata da una difesa non più impermeabile come nella passata gestione, poi la fiducia al centravanti serbo che ha preso sulle spalle e condotto alla salvezza una squadra impaurita, senza gioco e senza cuore. Sorvolerò volutamente su tutti i problemi di spogliatoio che verosimilmente hanno accompagnato l’intermezzo di Cesare (basti vedere i vari messaggi social arrivati a Iachini quando è stato ufficializzato l’addio a differenza di quanto accaduto con Prandelli), nella speranza che l’arrivo di una figura come Gattuso spazzi via le diatribe interne e possibilmente porti ad un bel repulisti che farebbe bene tanto alla squadra quanto ad una città che ha voglia solamente di tornare ad innamorarsi di un gruppo di calciatori unito, battagliero, spumeggiante.

STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2019-2020

Posizione finale:  13° (10° nel 2019-2020)

Punti:  40 media punti 1,05 (49 media punti 1,29)

Vittorie: 9 (12)

Pareggi: 13 (13)

Sconfitte:  16 (13)

Gol fatti: 47 (51)              

Gol subiti: 59 (48)

Differenza reti: -12  (+3)

Capocannoniere: Vlahovic con 21 reti (Chiesa con 10 reti)

Assist man: Ribery 6 (Chiesa 6)

Miglior gara dell’anno:

l’angolo del tifoso suggerirebbe chiaramente la vittoria a Torino contro la Juventus prima di Natale quando lo scavetto di Vlahovic, la regia di Borja Valero e la saggezza di Prandelli ci portò ad una soddisfazione talmente grande da farci pensare alla svolta della stagione. Se però guardiamo alla prestazione ed all’interpretazione della gara, scelgo la sconfitta di Milano contro l’Inter alla 2° di campionato quando una Fiorentina gagliarda, divertente e sfacciata riusciva ancora a farci sperare in un campionato diverso, assai migliore. Contro i futuri campioni d’Italia, una squadra con Ceccherini al centro della difesa ed un Chiesa ancora ad imperversare sulla fascia, ci riempì gli occhi e ci fece gonfiare il petto per tutta la durata della gara sfiorando l’impresa e giocando un calcio offensivo che non avremmo più visto per tutta la stagione. Un’illusione durata troppo poco!

Peggior gara dell’anno:

non è stato facile scegliere perché purtroppo, anche quest’anno, i ragazzi in maglia viola hanno dato del loro meglio per farci deprimere ma l’umiliazione subita allo Stadio Maradona credo resterà scolpita nella mente di ogni tifoso per un pò. Quando penso a cosa vorrei sempre vedere in una partita della Fiorentina, penso all’impegno, al sudore, alla dedizione alla causa, al rappresentare al meglio la città ed i tifosi. Dover assistere ad uno scempio come quello andato in scena lo scorso 17 gennaio è un insulto a tutti coloro i quali ancora credono che il calcio non sia solamente uno sport o un gioco, ma sia anche sinonimo di senso di appartenenza ad una comunità. Credo che Gattuso sia una bella risposta a tutti quelli che la pensano come me.

Miglior calciatore: Dusan Vlahovic

Un attaccante del 2000 che segna 21 reti in un campionato di Serie A in cui per le prime 7 gare di campionato ha giocato poco più di un tempo per volere dell’allenatore, non può che essere eletto il migliore dell’anno e non può che essere ringraziato perché senza le sue reti magari adesso staremmo progettando il futuro in cadetteria. Oltre alle realizzazioni, impressiona la freddezza con cui ha realizzato rigori decisivi in partite bloccate e la crescita incredibile che ha avuto in tutti gli aspetti del gioco oltreché nel fisico. Dusan ha imparato a coprire la palla come pochi altri in Italia, ha iniziato a segnare anche i gol sporchi e non solo quelli belli, è ormai capace non solo di finalizzare ma anche di inventarsi gol senza l’ausilio dei compagni (giusto per approfondire potete leggere il mio articolo qui) ed inoltre appare sempre più come leader anche vocale della squadra. Il futuro è tutto dalla sua parte, sta a lui imparare da Ribery che non si finisce mai di crescere e migliorare attraverso il lavoro in allenamento!

Peggior calciatore : German Pezzella

Avrei potuto dire Kouamè, oppure Milenkovic e perché no Biraghi, ma scelgo il capitano. Se infatti gli altri hanno giocato meno, come nel caso dell’attaccante, oppure sono stati protagonisti di alcune prove convincenti, il capitano ha giocato una stagione talmente mediocre dalla prima all’ultima giornata di campionato che inizio a non capire più quale sia la sua reale dimensione. La prima stagione in maglia viola ci aveva fatto sperare in un calciatore diverso: il marcatore argentino senza paura, che predilige il corpo a corpo, dotato di grande personalità e che ogni tanto trova anche la porta di testa. Purtroppo le ultime due annate raccontano invece di un calciatore timoroso, poco risoluto, spesso disattento in marcatura e mai decisivo. La delusione più grande proviene poi dalle scarse doti di leadership nonostante la fascia di capitano. Pezzella ha infatti dimostrato troppo spesso di non saper guidare un reparto apparso scollegato e di farsi sentire poco anche dai direttori di gara o dai calciatori avversari. Peccato, ci avevo sperato!

La sorpresa: Lorenzo Venuti

Un grande cuore viola, un perfetto uomo spogliatoio: questo pensavo fosse Venuti quando ho visto che sarebbe stato parte della prima squadra per questa stagione. In realtà il Lollo viola è decisamente di più, è un calciatore di Serie A! La stagione appena conclusasi ha infatti mostrato che anche chi non è dotato di qualità superiori, può rendersi utile e farsi trovare pronto in ogni occasione grazie alla volontà, la dedizione, la professionalità. Venuti è esattamente la fotografia di tutto questo, è un degno rappresentante di quella classe operaia che ogni tanto arriva in Paradiso. Impiegato spessissimo come esterno di un centrocampo a 5, talvolta anche a sinistra, ha dimostrato di poterci stare e di meritare la conferma anche per il prossimo anno quando, con il ritorno della difesa a 4, potrebbe perfino esprimere meglio le proprie potenzialità. Il Martin Jorgensen dello spogliatoio viola si è finalmente trasformato in farfalla, aspettiamo magari di salutarne un gol sotto la Fiesole!

La delusione: Sofyan Amrabat

Presentato come il fiore all’occhiello della campagna acquisti viola dopo la splendida stagione in maglia Hellas Verona, il centrocampista marocchino ha deluso talmente le aspettative da perdere anche la titolarità che tutti avremmo dato per scontata anche solo 10 mesi fa. Apparso lento, impacciato, involuto, non è stato certamente aiutato dal calcio di Iachini che prevedeva facesse il regista, ruolo che a Verona era ricoperto da Veloso. Calciatore di tutt’altro spessore, Amrabat ha dimostrato di avere caratteristiche completamente diverse che mal si sposano anche con Pulgar se si intende giocare con un centrocampo a 3. Tolte alcune prove ampiamente sufficienti più per la corsa infinita ed i polmoni spremuti che per il raziocinio utilizzato, la stagione resta mediocre anche se attendiamo fin da ora un pronto riscatto visto l’arrivo sulla panchina viola di quel Gattuso che lo avrebbe voluto volentieri già a Napoli. Speriamo la seconda sia migliore!

Voto alla stagione viola: 5

Il piazzamento finale, il tredicesimo posto, è mediocre ed è in linea con il gioco espresso dalla squadra per la quasi totalità della stagione. I viola hanno collezionato solamente 40 punti (punteggio più basso mai raggiunto dal ritorno in Serie A) ed hanno raggiunto la salvezza con 180 minuti di anticipo solo perché le altre hanno tenuto un passo da lumaca. Le aspettative erano ben altre soprattutto dopo che tutti i critici avevano individuato nel centrocampo viola uno dei migliori reparti d’Italia e la difesa era rimasta pressoché invariata. La sola cessione di Chiesa non può giustificare l’anonimato dentro al quale la squadra ha vissuto l’ennesimo campionato da dimenticare. Speriamo davvero sia l’ultimo!

Il buono, il brutto, il cattivo

CAGLIARI – FIORENTINA = 0 – 0

Come poteva finire se non così? Due squadre che fanno possesso palla orizzontale, che non vanno mai in verticale, che non tirano in porta come pensavano di fare gol? I risultati delle gare domenicali sono state decisive per l’approccio alla gara e per i calcoli effettuati prima e durante la partita. Cagliari e Fiorentina hanno deciso che un pareggio poteva stare benissimo ad entrambi e si sono comportate di conseguenza. La successiva sconfitta del Benevento a Bergamo contro l’Atalanta, ha dato loro ragione regalando la salvezza matematica alla Fiorentina ed un +5 al Cagliari sui sanniti che sa di miracoloso solo rileggendo la classifica al termine del girone di andata.

IL BUONO

  • La salvezza: ad inizio stagione l’obiettivo non era certo quello di raggiungere la tranquillità a 180 minuti dal termine del campionato, ma per come si erano messe le cose anche solo cinque gare fa, il traguardo deve essere salutato con soddisfazione. 9 punti negli ultimi 5 turni hanno permesso a Iachini e soci di staccare il biglietto per la prossima massima serie riuscendo anche a conseguire risultati prestigiosi contro avversarie del calibro di Juventus e Lazio. Tutto bene, speriamo solamente sia l’ultimo anno in cui dobbiamo stare a gufare gli altri per non retrocedere!!
  • Iachini: indubbiamente Beppe ha nuovamente lasciato il segno. Il vecchio cuore viola è capace di incidere nel gruppo, nella testa dei calciatori, nel piano tattico di squadra. Dopo aver preso il posto di Prandelli, non è riuscito fin da subito a ribaltare le sorti della squadra, ma nel medio e lungo periodo ha invece fatto ciò che gli era stato chiesto. Squadra più attenta, più cattiva, maggiormente capace di ottenere quei punti che servivano per salvare la pelle. Grazie grande cuore viola.
  • Prandelli: anche se tra i tre tecnici della gestione Commisso (Montella, Iachini e Cesare) è quello che ha la media punti più bassa, ha il merito innegabile ed eterno di aver capito fin da subito che Vlahovic doveva essere l’attaccante titolare di questa squadra. Se solo penso che fino al suo arrivo si discuteva dell’alternanza tra Kouamè, Cutrone ed il numero 9, mi vengono i brividi. Cesare si è fidato ciecamente di Dusan: il classe 2000 ha ripagato i viola con 21 reti. Tutto il resto è noia (cit.)

IL BRUTTO

  • La stagione viola: anche se avremo tutto il tempo per parlarne, la Fiorentina ha vissuto la terza anonima stagione consecutiva. Un cammino mediocre, a tratti pessimo, che rischia di compromettere l’entusiasmo con cui era stata accolta la nuova proprietà. Se la prima stagione poteva essere stata interlocutoria per colpa della compravendita fatta a giugno inoltrato, e la seconda è stata segnata dal Covid, per la prossima non ci sono più scuse. I bonus sono finiti, vivacchiare non è più concesso.
  • Pradè: dopo 4 mercati pressoché fallimentari, è giunta l’ora di tirare le somme. In questa stagione è saltata agli occhi di tutti l’incapacità dapprima di programmare la cessione del miglior calciatore della rosa sostituito con un elemento assolutamente inadatto per il 3-5-2 (Callejon) e poi l’inadeguatezza del cosiddetto mercato di riparazione (Kokorin e Malcuit chi?). Mi impegno poi a non parlare di Kouamè che è stato prima comprato a peso d’oro e poi sembra non sia stato ceduto addirittura a prezzo superiore. Fosse vero, sarebbe da chiedergli i danni morali e materiali. Se proprio deve essere confermato, che gli venga tolta la delega al mercato!
  • Iachini e la sua conferma: la madre di tutti i problemi, la conferma di Beppe. Un allenatore che ancora una volta si è dimostrato un maestro nella gestione delle emergenze, ma che non doveva essere colui che iniziava la stagione. Non dimentichiamo adesso le prime 7 gare del tecnico marchigiano condite da 8 punti e da partite francamente inguardabili del tutto simili a quella giocata a Cagliari. Ancora una volta dobbiamo essere consapevoli che ognuno ha il proprio mestiere e quello di Beppe non è far divertire il pubblico crescendo i giovani e cercando di stare nella parte sinistra della classifica. La colpa non è sua, ma la Fiorentina di inizio stagione è stata spesso uguale a quella di Cagliari!

Ci vediamo domani con la 4′ puntata del Corner Viola! Inviateci le vostre domande!!

E’ tornato Iachini. Viva Beppe!

Chi segue il blog lo sa: non sono mai stato un fan dello Iachini allenatore, nemmeno quando nella scorsa stagione, dopo il blocco del campionato dovuto al Covid, la Fiorentina aveva inanellato vittorie importanti per la salvezza finale. Io non lo avrei mai confermato, ma adesso tutto questo non conta più: l’unica cosa che ha importanza è la classifica ed i risultati, ed allora Iachini è tutto sommato una risposta logica.

L’ultima settimana è stata la fotografia perfetta della gestione statunitense della Fiorentina: l’allenatore più amato della storia dà le dimissioni (già ventilate da più spiragli dopo la gara di Benevento) due giorni dopo la sconfitta contro il Milan, una partita anche ben giocata dalla squadra e la società non proferisce parola. Quella stessa società che fino a qualche settimana fa parlava a reti unificate per polemizzare con il Governo nazionale, con quello regionale, con il sindaco, con la Lega Calcio, in uno dei momenti più critici della storia viola non trova il modo ed il tempo per parlare con la piazza. Quella stessa società che alla piazza parlava attraverso radio, televisioni, giornalisti, social networks e qualunque mezzo di comunicazione. Nel silenzio generale se ne va dunque Cesare Prandelli che lascia l’incarico con la consueta signorilità, con il consueto rispetto, con quel modo di fare inattaccabile che ha fatto innamorare intere generazioni di fiorentini. Un tecnico che aveva perso serenità, che ha trovato in questa nuova esperienza viola maggiori difficoltà rispetto a quelle che si aspettava ma che nessuno si deve permettere di mettere in discussione come UOMO. Tutti ci aspettavamo di più da questa esperienza, tutti abbiamo il diritto di criticare e di dire la nostra in merito alle sue scelte tecnico tattiche, ma nessuno ha il diritto di criticare l’uomo, i suoi sentimenti, i motivi per cui se n’è andato. In un mondo in cui nessuno mai si prende le proprie responsabilità ed ha il coraggio di dimettersi, Cesare si dimostra ancora una volta una mosca bianca.  Grazie comunque mister Prandelli, ti auguro di ritrovare quella serenità necessaria ad affrontare la vita!

Parlando del rettangolo di gioco, ammetto di essere rimasto molto deluso dall’atteggiamento dei calciatori viola che, a parte Vlahovic, non hanno nemmeno salutato il mister appena dimesso. Mi è parsa una gravissima mancanza di rispetto che non fa altro che confermare quanto sia necessaria una rivoluzione estiva. Con Iachini chiaramente si tornerà a vedere un film che sappiamo perfettamente come comincia, come si sviluppa e come finisce. Una squadra accorta, che giocherà con il 3-5-2 che anche i calciatori sembrano prediligere, un calcio fatto di marcature ferree, di tanta corsa e grinta, di poca tecnica e spettacolo. Si tornerà dunque a badare al sodo, a cercare solamente il risultato nella speranza che alcuni dei calciatori che sono sbocciati con Prandelli non vengano ricacciati nel dimenticatoio. Vorrei infatti ricordare che Vlahovic con Iachini spesso faceva la panchina per far giocare Kouamè o Cutrone, Eysseric spesso non si allenava nemmeno con la squadra e Martinez Quarta non vedeva il campo praticamente mai così come Pulgar era sempre a sedere accanto al mister. Speriamo che il lavoro di Prandelli, per quanto certamente non spumeggiante, non venga disperso perché questo non è il momento di tentare nuovi esperimenti. Il calendario mette già sabato la Fiorentina di fronte ad uno scontro diretto contro il Genoa, e visto che i viola adesso hanno 7 punti di vantaggio sulla terz’ultima sarebbe fondamentale non inciampare. Ricordiamo che Iachini era stato esonerato alla settima di campionato con soli 3 punti margine, dunque speriamo che il cambio di manico abbia lo stesso effetto della scorsa stagione. Siamo certi che il cuore viola di Beppe porterà ancora una volta la nave in salvo grazie al lavoro, all’entusiasmo, allo spirito che ha sempre contraddistinto la sua opera.

La speranza è che nel frattempo la società Fiorentina impieghi questo tempo per la programmazione innanzitutto dei quadri tecnici e dirigenziali. Queste prime due stagioni dell’era Commisso sono pressoché fallimentari non solo dal punto di vista dei risultati, ma anche dell’appeal societario. La squadra viola lotta nuovamente per non retrocedere, i calciatori arrivati nelle sessioni di mercato di Pradè sono quasi tutti svalutati o già ripartiti, la guida tecnica non ha mai trovato continuità. Gli allenatori frullano come trottole, i calciatori non riescono ad avere un minimo di continuità….può bastare per ripensare determinate scelte?

Fino al termine della stagione tutti uniti come un sol uomo per raggiungere di nuovo la salvezza, poi però sarà necessario tirare le somme e ricominciare da capo!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – MILAN = 2 – 3

Se non fossimo tifosi, potremmo dire che è stata una partita divertente, aperta ad ogni risultato, piena di ribaltamenti di fronte. Essendo però parte in causa di una squadra che continua a lottare per la salvezza, dobbiamo dire che usciamo da questa partita con una grande delusione addosso. Delusione non certo per la prestazione quanto per il risultato e per l’andamento delle occasioni e delle reti. La Fiorentina è purtroppo sparita dopo il gol del 2 – 1 ed ancora una volta ha dimostrato di non avere leaders riconoscibili che possano aiutare la squadra nei momenti di difficoltà, nelle occasioni in cui è necessario avere un condottiero che prenda per mano i compagni e li conduca ad un porto sicuro. E’ stata la sfida tra due tecnici, due uomini che erano, sono e resteranno sempre nel cuore di una città che li ha apprezzati innanzitutto per le doti umane e morali, e poi per quelle tecnico-tattiche.

Non troverete il mister Prandelli in nessuna delle due categorie poiché credo che la Fiorentina abbia giocato per 60 minuti una delle partite più convincenti della stagione grazie ad una disposizione ottimale e grazie alla qualità che è stata messa in campo. Credo però che alcuni cambi siano stati francamente discutibili (ad esempio aver rinunciato ad Amrabat anche nel momento di difficoltà quando Pioli ha messo in campo Bennacer) ma comunque il coraggio e la predisposizione al gioco mi sono piaciuti. Resta purtroppo l’amaro in bocca per la sconfitta finale che lascia invariato il vantaggio sulla terzultima: un pareggio non avrebbe scavato un solco fondamentale nei confronti del Cagliari, ma avrebbe dato una spinta psicologica notevole. Dopo la sosta dedicata alle nazionali, sarà necessario non sbagliare la trasferta di Genova contro i rossoblù per non ripiombare nelle sabbie mobili della lotta per la salvezza.

IL BUONO

  • La formazione iniziale: se Cesare Prandelli voleva dare un messaggio alla squadra, lo ha fatto con le scelte inziali. Una Fiorentina piena zeppa di qualità a costo anche di sbilanciarsi contro la seconda in classifica. Un solo centrocampista capace di fare filtro, Pulgar, e poi tutti insieme Castrovilli, Eysseric, Bonaventura, Ribery e Vlahovic. Insomma una rivoluzione copernicana se si pensa al 3-5-2 con Venuti e Caceres sugli esterni di centrocampo! Un chiaro messaggio che la squadra ha recepito giocando una partita gagliarda in cui la Fiorentina è stata sempre dentro la gara creando, segnando, certamente anche subendo, ma comunque dando dimostrazione di poterci provare in ogni momento. A tratti sembrava la Fiorentina del primo Cesare!
  • Pulgar: la punizione del primo gol è degna del centrocampista che giocava nel Bologna e che raramente abbiamo visto a Firenze. A parte la rete, offre una prestazione di sostanza in cui riesce, nonostante la forzata solitudine in mezzo al campo, a dare un equilibrio più che sufficiente alla squadra finché anche i compagni ci provano. Cala poi insieme a tutta la squadra, ma è uno degli ultimi ad arrendersi. Che si sia finalmente capito che è meglio quando gioca a due e non ha compiti di playmaker?
  • Eysseric: è vero, è in marcatura su Diaz nel gol del pareggio rossonero e perde la palla che dà l’inizio all’azione del 3 – 2 rossonero, ma vogliamo dimenticarci tutto ciò che il francese fa prima di questi episodi? Gioca una partita a tutto campo, limita per quanto è possibile Theo Hernandez, recupera tantissimi palloni e spesso li rigioca in modo intelligente. Tecnicamente ha un piede educato e fisicamente si danna l’anima fino al 90° anche da centrocampista centrale. Ritrovato, uomo in più per il finale di campionato!
  • Vlahovic: non segna, non ruba l’occhio, ma è protagonista di un nuovo passo in avanti nel proprio processo di maturazione. Contro una delle potenze del campionato, gioca una partita di sostanza lottando su tutti i palloni e propiziando anche il primo gol al Franchi di Ribery. Riesce finalmente a coprire il pallone come fanno i grandi attaccanti e, così facendo, scala altre posizioni nella top ten del calcio italiano. Da blindare.

IL BRUTTO

  • Letture della difesa viola: ci tornerò nel video di domani, ma i movimenti difensivi della coppia Milenkovic – Pezzella, uniti ad un Quarta difensore esterno, sono semplicemente da brividi. Nel primo tempo, il Milan riesce a trovare Ibrahimovic due volte alle spalle della difesa viola con palloni verticali di semplicissima lettura: lo svedese riesce a fare un gol ed a colpire una traversa con il minimo sforzo proprio per il cattivo posizionamento della retroguardia di Prandelli. Lavorarci a fondo è fondamentale!!
  • Martinez Quarta: nelle ultime settimane è stato spesso tra i migliori in campo, ma in questo caso lo dobbiamo mettere dietro la lavagna. Si dimentica di tenere la linea difensiva alta in occasione del primo gol ed in altre occasioni risulta svagato e disattento. Non riesce poi ad aiutare la squadra in fase offensiva come invece aveva fatto nelle ultime prestazioni, lasciando anzi spesso sguarnita la propria zona di competenza. Da rivedere.
  • Bonaventura: schierato da centrale in un centrocampo a 4, fatica tantissimo ad entrare nel vivo del gioco. Non riesce a fare filtro come dovrebbe e spesso tende a strafare cercando la soluzione personale dal limite dell’area. Patisce probabilmente la gara da ex col dente avvelenato, ma anche la posizione in campo non è probabilmente la più congeniale. Forza Jack, la salvezza passa anche dai tuoi piedi!

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento tattico…chissà se ci sarà Portobello!?!?!?

Il buono, il brutto, il cattivo

BENEVENTO – FIORENTINA = 1 – 4

Una vittoria fondamentale, tre punti imprescindibili per la Fiorentina! Finalmente dopo tante delusioni i viola vincono e convincono senza troppi patemi d’animo anche se il secondo tempo poteva essere gestito meglio. Prandelli azzecca la formazione iniziale anche se probabilmente tarda i cambi, ma porta a casa una vittoria che permette ai viola di guardare finalmente alle altre partite con un pizzico di tranquillità. Le prossime tappe del campionato saranno difficili, ma con questa qualità la squadra può far male a chiunque. Resta certamente da registrare la gestione della partita quando la squadra va in vantaggio, ma il cambio di modulo nel secondo tempo potrebbe aprire nuove strade da percorrere anche grazie a risorse finora sottoutilizzate come Callejon. Contava vincere e la squadra ci è riuscita, adesso abbiamo davanti una settimana per preparare al meglio la gara contro il Milan inseguitore dei cugini capolista.

IL BUONO

  • Vlahovic: una tripletta in metà partita. Già a quota 12 e Iachini lo teneva praticamente sempre in panchina. Gioca 45 minuti poetici segnando il terzo gol da fenomeno assoluto: oltre al tiro al giro che muore perfettamente all’incrocio dei pali, la differenza viene fatta dal controllo orientato che gli permette di tenere la palla sul sinistro. Chapeau!
  • Approccio alla partita: la Fiorentina ha finalmente azzannato la gara, ha cercato fin da subito il gol ed ha dato impressione di volerla vincere in ogni modo. Ha segnato dopo 8 minuti, si è mangiata il raddoppio con Quarta al 13° e poi ha raddoppiato dopo appena 26 minuti. Fa sinceramente arrabbiare pensare a quanto dobbiamo soffrire con una squadra del genere che ha fallito tutte le partite decisive fino ad oggi. Speriamo non sia un’occasione isolata.
  • Palle inattive in fase offensiva: per la seconda settimana consecutiva possiamo festeggiare un gol su palla inattiva o quasi. Il secondo gol di Vlahovic viene finalmente da uno schema a tre che si conclude dapprima con il colpo di testa di Caceres e poi con il tap-in di Vlahovic. Meglio tardi che mai!
  • Bonaventura – Ribery: non c’è niente da fare, la squadra con questi due calciatori sopraffini è tutta un’altra cosa. Nella metà campo avversaria la Fiorentina è imprevedibile, frizzante, persino bella. Qualità in verticale, passaggi sulla corsa per gli esterni che vanno al cross, assist per gli attaccanti. Quando la qualità si impossessa della squadra, il gioco della Fiorentina è un’altra cosa. Il francese permette poi ai viola anche di chiudere la gara con l’assist per Eysseric. Imprescindibili.
  • Eysseric: non sarà un fenomeno e nemmeno un numero 10 che ruba l’occhio, ma anche in questa gara esegue i compiti assegnatigli come un soldatino. Nel primo tempo gioca da interno di centrocampo, nel secondo interpreta il ruolo di esterno a 4. Impreziosisce poi la prova con il cucchiaio che finalmente chiude la partita. Professionista esemplare.

IL BRUTTO

  • Approccio al secondo tempo: il Benevento doveva provarci, giocavano in casa, avevano un approccio ultra offensivo. Tutto vero, ma la Fiorentina ha perso troppi metri di campo ed ha rischiato di riaprire una partita già finita. Il percorso di crescita verso la nascita di una grande squadra esige una migliore gestione della gara. Cerchiamo di crescere per non soffrire almeno sul 3-0!!
  • Sostituzioni: praticamente assenti nel momento del bisogno, tardive a dir poco. La Fiorentina nel secondo tempo avrebbe avuto bisogno prima di forze fresche oppure di cambiare assetto. Prandelli ha scelto di percorrere questa strada passando al 4-4-2 prima di fare qualche sostituzione ed è andata bene ma sinceramente abbiamo sofferto troppo pur essendo in vantaggio di 3 reti. Resta però da sottolineare che il nostro Cesare ha scommesso fin da subito su Vlahovic e riscoperto Eysseric! E poi i tre punti sanano ogni ferita!

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento tattico…magari torna Portobello!!!