Filastrocca del 2021

Salutiamo dunque questo duemilaventi

che ci ha riservato troppi calci sui denti,

la nostra generazione che non ha conosciuto la guerra,

il duemilaventi ha contribuito a riportar con i piedi per terra.

Quella che sembrava una banale influenza

si è rivelata una vera pandemia

che ha stanato i nostri cari in ogni via

facendoci tornare a curare ciò che della vita è la vera essenza.

Il duemilaventi ci ha portato via allenatori, atleti e tanti campioni

come Kobe Bryant, Paolo Rossi, Maradona e Gigi Simoni,

artisti che suonando e cantando ci han fatto divertire a più non posso

come Eddie Van Halen, Little Richard ed Ezio Bosso.

Ed i grandi attori dove li metti?

Da Franca Valeri a Sean Connery fino a Kirk Douglas e Gigi Proietti.

In quest’anno maledetto ci ha lasciato anche chi ci ha fatto sognare con una sola canzone,

il grande maestro Ennio Morricone.

Leggere romanzi, giornali e racconti sarà certamente più dura

senza Daverio, Sepulveda, Gervasio e Gianni Mura.

Il duemilaventi ha anche regalato a tanti la cassa integrazione,

parola che nella mia vita avevo sentito solo in televisione!

Un anno pieno di immagini impossibili da cancellare,

come il serpentone di bare che a Bergamo abbiam visto sfilare.

Per tanti anni sulla sanità molte favole ci han raccontato

che rispetto al pubblico era meglio il privato;

 ma quando ci si ammala e ci si trova in difficoltà,

si torna ad invocar lo stato come fosse mamma’!

Se dal 2021 vogliamo cambiare,

non solo il profitto, ma il bene comune dobbiamo cercare.

E smettere di trattare l’economia come l’unica regina,

se poi non riusciamo a curare la persona a noi vicina.

Il duemilaventi è servito però a far nascere qualche germoglio,

come questo blog in cui mi posso esprimere come voglio.

Serve qualcosa per tornare a sperare,

una creatura da crescere ed amare;

che sia un passatempo oppure un lavoro,

trattalo come fosse una pepita d’oro!

Il 2021 segnerà un Rinascimento,

d’amore, lavoro o di un sentimento.

Facciamo primeggiare amore ed amicizia,

o navigheremo ancora nella mestizia.

Dimostriamo di aver imparato dal duemilaventi la lezione,

o resteremo tristemente in attesa della prossima tempesta di stagione.

Il talento – parte nona

Eccoci di nuovo a parlare di scuole calcio, di come si organizza l’attività all’interno di esse, di come si può aiutare la crescita del talento attraverso il divertimento e la giusta progressione del lavoro da svolgere. La FIGC, attraverso il Settore Giovanile e Scolastico, disciplina l’attività dei bambini dai 5 anni in su suddividendoli in categorie diverse consultabili cliccando il seguente link https://www.figc.it/media/122537/cu-n1-figc-sgs-stagione-sportiva-2020-2021.pdf.

Ciò che a noi interessa in questa rubrica è cercare di capire quale sia l’approccio migliore per coltivare il talento senza escludere quei bambini che non hanno le capacità di primeggiare. La cosa fondamentale nelle fasce di età più piccole, quelle che vanno dai 5 agli 8 anni, sono certamente le capacità coordinative, quelle generali e quelle specifiche. L’allenamento, l’affinamento, il rafforzamento delle capacità coordinative è il passo necessario per poter arrivare a combinare più movimenti insieme: correre e saltare, orientarsi in uno spazio ed in tempi diversi, avere equilibrio etc. Un bambino che non abbia dei buoni schemi motori di base, che dovrebbero essere insegnati ai bambini dalla scuola materna e primaria, e delle capacità coordinative importanti, non potrà mai fare uno sport ad un livello soddisfacente innanzitutto per sé stesso. Ecco perché è fondamentale avere istruttori qualificati nelle fasce più basse della scuole di avviamento a tutti gli sport!! Perché è importante che il bambino prima di correre con la palla, sappia camminare, avere equilibrio, correre, accoppiare i movimenti. Senza queste basi, diventa impossibile poi continuare a praticare lo sport che lo appassiona. Dal momento che nella scuola materna e primaria non ci sono istruttori di educazione fisica, diventa di fondamentale importanza che le scuole calcio, quelle di basket, di atletica e di tutti gli sport, investano le migliori risorse in questa fascia di età per trovare successivamente dei piccoli atleti in grado di recepire gli insegnamenti più specifici della propria disciplina.

Anche in questo caso, le Federazione sportive ed il CONI, hanno investito tempo e soldi in tantissimi corsi di formazione che hanno aiutato anche persone come me (che non hanno frequentato il vecchio ISEF o la facoltà di Scienze Motorie) ad avere basi sufficienti per poter lavorare con i bambini più piccoli. Ma soprattutto quei corsi hanno instillato quella curiosità che è stata la benzina per continuare a studiare ed approfondire le basi dell’insegnamento del calcio, e dello sport più in generale.

Tali corsi, che all’epoca si chiamavano “corsi multimediali” del CONI, focalizzando l’attenzione su tali obiettivi, hanno poi contribuito grandemente a rafforzare quei concetti di cui abbiamo parlato nella scorsa puntata, cioè la ricerca di una minore esasperazione nelle partite del fine settimana. Una cultura diversa, ha portato ad un’ottica radicalmente nuova: la partita come momento di confronto e verifica dei propri obiettivi settimanali. In questi corsi, sia quelli del CONI che quelli del Settore Giovanile e Scolastico, si insegnava a dividere il lavoro annuale in cicli con obiettivi ben precisi da raggiungere attraverso un lavoro programmato e non improvvisato. Ecco allora che ogni seduta di allenamento aveva un obiettivo da raggiungere che veniva perseguito attraverso esercitazioni che avevano un filo conduttore. In questo modo, ogni seduta faceva parte di una progressione didattica con traguardi il cui raggiungimento era controllabile nella partita del fine settimana. Si iniziava dunque a cercare non il risultato, ma ad esempio il miglioramento del bambino nell’uno contro uno dopo aver lavorato sulla conduzione della palla, sull’equilibrio, sulla rapidità. Tale metodo di lavoro è stato poi ulteriormente rafforzato da quando, negli ultimi anni, prima della partitella, le società coinvolte nel raggruppamento a 2 o 4 squadre, eseguono dei giochi a confronto che hanno un preciso scopo tecnico, ad esempio 1 vs 1, 2 vs 2, la conquista dello spazio in avanti, la segnatura di un gol.

Il processo è stato lungo e tortuoso, ma se pensiamo a quanta strada è stata fatto negli ultimi 25 anni, si può tranquillamente dire che abbiamo assistito ad una rivoluzione!

Questa rivoluzione però, negli ultimi anni ha perso slancio e convinzione. Dalla prossima puntata, inizieremo a vedere come e perché.

Diario di un cassintegrato (parte ottava)

Ci sono delle persone che hanno un dono: chi è un talento a praticare uno sport, chi venderebbe il ghiaccio ad un esquimese, chi ha l’arte della pittura, della recitazione o magari della comicità. Poi ci sono invece quelle persone che riescono a farsi voler bene da tutti trovando sempre il momento giusto per dire le cose o, perché no, il modo giusto di farlo. Ecco, se il buon Dio ha la capacità di elargire tale modo di fare, qualcuno al lavoro da me, quel giorno era assente.

Solitamente durante le feste natalizie le persone non solo cercano di ricaricare le batterie in modo da ricominciare il nuovo anno con uno slancio diverso, ma spesso si contornano degli affetti più cari per ritrovare quella serenità che le difficoltà di ogni giorno tende a minare. In questo 2020 se c’è un settore della vita che certamente non ha aiutato la tranquillità delle persone (oltre a quello sanitario) è quello del lavoro, soprattutto per persone come me che sono state messe in cassa integrazione o, peggio ancora, hanno perduto il posto. Ed allora quale miglior momento di comunicare che la tua cassa integrazione, che già va avanti da quasi due mesi, proseguirà fino a dopo Befana se non all’interno del messaggio di auguri di buon natale? Quale momento più fecondo per farti passare le festività natalizie con serenità ed allegria? Certo che bisogna proprio impegnarsi per non arrabbiarsi…ed io mi sono impegnato e dunque guardo e passo avanti!!!

La notizia del momento, questa sì meravigliosa, è infatti l’arrivo del vaccino. Finalmente, dopo mesi passati senza riuscire a vedere mai la luce in fondo al tunnel, le prime dosi sono arrivate e la campagna vaccinale ha avuto inizio il 27 dicembre in tutta Europa. Mettendo un attimo da parte il fatto che credo che il vaccino dovrebbe essere obbligatorio (lo ha detto perfino mio figlio di 9 anni mentre eravamo a tavola!!!), spero che adesso ci sia una campagna di sensibilizzazione e di informazione degna di questo nome che faccia capire a tutti che il vaccino è importante, sicuro e gratuito. Se vogliamo tornare alla normalità di un abbraccio, di un viaggio, di un concerto, di una partita allo stadio, non esiste altra strada che la vaccinazione di massa!! Non voglio mai più vivere un natale in cui mio figlio, ebbro di gioia per un regalo, prova a correre verso il nonno ma a pochi passi di distanza si ferma e dice: “nonno grazie, sono contentissimo ma purtroppo non ti posso abbracciare”. Ho appena passato un natale seguendo tutte le regole che mi sono state imposte, ma con una tristezza infinita nel cuore per aver dovuto smembrare la famiglia in più tronconi, tristezza che potrà essere cancellata solamente con il ritorno alla normalità.

Chiudo questo nuovo appuntamento, con il consueto consiglio che stavolta torna ad essere un libro. Le festività servono spesso anche a dedicarsi a quelle passioni che la vita frenetica di ogni giorno non ci permette di coltivare, ed allora troviamo un po’ di tempo per una buona lettura! Io durante queste feste mi sono immerso nuovamente in una raccolta di racconti che per un amante di Firenze non può mancare dalla propria libreria. “Fiorentini per sempre”, curato da Paolo Mugnai, contiene anche il mio primo racconto “Arno, specchio di ricordi”: visto che ormai natale è passato, nella calza della befana potreste infilarci un bel libro che parla di Firenze, questa splendida città di cui siamo follemente innamorati!

Alla prossima puntata!

Primi bilanci

Non sono passati nemmeno due mesi dall’esonero di Beppe Iachini, ma sembra un’era geologica fa. Il tecnico marchigiano, dopo la salvezza raggiunta piuttosto agevolmente nella scorsa stagione, era stato confermato per volontà del patron Rocco Commisso. Ripartito con la speranza di vivere un’annata con maggiori soddisfazioni e minori patemi, l’avventura è durata solamente 7 giornate. Travolto da critiche probabilmente superiori rispetto alle proprie responsabilità, è comunque uscito da signore, senza polemiche nei confronti di nessuno, ma anzi con parole al miele per l’ambiente, i tifosi, la proprietà. Come ogni volta che si chiude una parentesi però, credo sia giusto oltre che necessario, stilare un bilancio fatto di numeri e statistiche.

STATISTICHE GESTIONE IACHINI 2020/2021

Punti in 7 giornate:  8 (media punti 1,14)

Vittorie: 2

Pareggi: 2

Sconfitte:  3

Gol fatti: 10 (media 1,42)              

Gol subiti: 12 (media 1,71)

Differenza reti: – 2

Capocannoniere: Castrovilli con 4 reti

Miglior gara della gestione Iachini 2020:

Nonostante la sconfitta, credo che la trasferta di Milano contro l’Inter abbia mostrato la miglior Fiorentina della stagione sotto la gestione Iachini. Una squadra che per 70 minuti ha messo sotto l’Inter, avrebbe potuto segnare molto di più, avrebbe dovuto vincere la partita. I cambi poi, la caratura dei 5 subentranti dei nerazzurri, fecero la differenza e la Fiorentina tornò a casa senza punti e con tanti rimpianti. In molti ci siamo illusi che quella partita potesse essere la prima di una lunga serie, mentre invece è stato il classico fuoco di paglia. Per quei 90 minuti però, abbiamo pensato di poter lottare per l’Europa.

Peggior gara della gestione Iachini 2020:

Potrei dire la sconfitta di Roma, anche solo per ragioni di cuore, ma credo che l’inutilità, la noia e l’insipienza della gara di Parma sia stato il punto più basso non solo della stagione viola, ma di tutta la serie A. In una partita in cui non è successo assolutamente nulla perché nessuno ha voluto succedesse niente. Un vicolo cieco, un insignificante nulla che ha fatto comprendere a tutti che quella sarebbe stata la nostra stagione se non ci fosse stato il cambio di tecnico. La classifica era ancora più che sufficiente, ma le prove della squadra stridevano non solamente con gli investimenti ed i proclami della proprietà, ma soprattutto con la piazza che aveva già scaricato Beppe cuore viola. Come spesso succede, il tecnico paga per tutti, ma Iachini è stato principalmente colpevole di non essere riuscito a dare un’identità alla squadra in quasi 1 anno di lavoro. Nonostante tutto, Beppe resterà per sempre un tifoso viola ed un uomo con la U maiuscola.

Voto alla gestione Iachini 2020: 5

Beppe Iachini lascia la Fiorentina dopo un anno senza che la squadra sia mai stata nelle ultime 3 posizioni della classifica. Se ciò era stato più che sufficiente nel momento in cui era subentrato a Montella, il discorso è invece cambiato in questa stagione. Con una rosa probabilmente sopravvalutata ma comunque rinforzata, Iachini ha pagato l’incapacità di dare una fisionomia alla squadra, ma credo anche alcune non decisioni. In primis quella relativa all’attaccante: la continua girandola tra Vlahovic, Kouame’ e Cutrone ha finito per deresponsabilizzare tutti. Anche in difesa ci sono state alcune scelte incomprensibili, come la defenestrazione di Igor. Principalmente Beppe Iachini ha però pagato l’assenza di gioco e, nelle ultime partite, l’encefalogramma piatto della squadra. Come spesso accaduto nella carriera di Iachini, il buon Beppe si conferma un mago nel subentrare in corsa per salvare le squadre, mentre resta un enigma quando deve iniziare la stagione con la squadra.

Nonostante tutto…. in bocca al lupo Beppe, vero cuore viola!

Buon Natale dal Corner del Lungo!

Buon Natale amici!

Buon Natale di cuore a tutti coloro che mi hanno seguito in questa follia nata ormai 6 mesi fa. In questo percorso mi sono inventato, a volte anche grazie ai vostri suggerimenti, alcune rubriche e “Che si gioca“, di cui vi linko l’ultima uscita, è stata certamente la più seguita, letta e commentata.

Ecco allora che ho pensato, grazie soprattutto all’intuizione del mio grande amico Carlo, detto il meneghino di Paderno Dugnano, di lanciare la classifica della rubrica! A partire dai primi pronostici del 2021 (gare del 3 gennaio), si inizia a dare un punteggio a seconda dei risultati centrati o sbagliati. Ci state?

Avremo dunque un regolamento così fatto:

GARA SCONTATA: pronostico giusto bonus +1 e pronostico errato -1

LA SORPRESA DELLA GIORNATA: per comodità, la gara la deciderò io quando metto il post ed in questo caso con pronostico preso (cioè segno della gara 1X2) +3, mentre se si riesce a indovinare anche il risultato esatto allora il bonus diventa +5.

Oltre a queste due gare, io continuerò anche ad indicare quella da non giocare, e sarei felice se continuaste anche voi, ma non concorrerà al punteggio della classifica.

In aggiunta ai bonus per i pronostici della giornata, vi chiedo anche di prevedere:

  • Vincitrice scudetto: bonus +5
  • Squadre retrocesse: bonus +3 per ogni squadra (bonus massimo quindi +9)
  • Vincente Champions League: bonus +5
  • Vincente Europa League: bonus +5.

La classifica verrà aggiornata settimanalmente (con l’aiuto del contabile Carlo), mentre chi non potrà giocare in alcune settimane, avrà in dote il punteggio più basso centrato dagli altri giocatori in quell’occasione.

Tutto chiaro? Allora buon Natale!! Aspetto i pronostici bonus nei commenti di questo articolo!!!

Il buono, il brutto, il cattivo

JUVENTUS – FIORENTINA = 0 – 3

Se qualcuno aprisse il blog senza aver visto la partita di ieri sera penserebbe ad un errore, invece no! E’ tutto dannatamente vero!! La Fiorentina di Cesare Prandelli, quartultima in classifica, è andata a Torino contro la Juventus di Pirlo (prima o poi qualcuno dovrà pur fare il paragone tra lui ed il defenestrato Sarri) che ha passeggiato a Barcellona ed ha vinto meritatamente 3 – 0!!! La squadra ha giocato un primo tempo praticamente perfetto; corti, stretti, aggressivi, pronti a ripartire, sfacciati nelle ripartenze come aveva chiesto Cesare. Insomma, la Fiorentina dei nostri sogni. L’impresa a cui (diciamo la verità) nessuno credeva, è arrivata. Ed allora festeggiamo con l’ultima puntata del 2020 della nostra rubrica!

IL BUONO

  • La squadra ed il suo allenatore : stasera sarebbe ingiusto e sbagliato sottolineare la prova di un calciatore anziché di un altro. Quando si fanno le imprese come quelle di stasera, si fanno insieme, tutti insieme durante la settimana e durante la partita. Una difesa attenta e ben disposta da Prandelli con l’esplosività di Igor ed un Caceres da sogno, un centrocampo con Borja Valero a fare il metronomo ed Amrabat ad attaccare chiunque in mezzo al campo, un attacco con Vlahovic freddo e Ribery poetico nel lanciare i compagni negli spazi. Mi sembra allora giusto dare spazio a tutti coloro che hanno concorso all’impresa: FIORENTINA (5-3-2): Dragowski; Caceres, Milenkovic, Pezzella, Igor, Biraghi (35′ st Venuti); Borja Valero, Amrabat, Castrovilli; Ribéry (35′ st Bonaventura), Vlahovic (29′ st Kouame). Allenatore: Prandelli . Grazie dello splendido regalo di Natale, avanti così per non soffrire più!
  • Cesare Prandelli: ha toccato le corde giuste, ha rivitalizzato Vlahovic, ha riportato dentro al gruppo calciatori precedentemente scomparsi, ha fatto due mosse che hanno messo all’angolo la Juventus. Con Borja Valero centrale di centrocampo, è riuscito a liberare Amrabat nelle praterie avversarie ed ha blindato la fascia destra spostando Caceres a fare il quinto e dando maggiore esplosività in zona centrale con Igor. Nel pomeriggio ne parliamo nel video insieme a Portobello! Che sia tornato il tecnico che tanto abbiamo amato a Firenze?

IL BRUTTO

  • Pirlo: capisco il nome, capisco il passato, capisco finanche la scommessa societaria. Ma ricordo male oppure la Juventus ha mandato via Sarri che aveva una media punti molto migliore rispetto a Pirlo? Viva la meritocrazia! Come al solito dunque basta il nome? Anche stasera la Juve si è mossa solo ed esclusivamente sulle spalle di Cristiano Ronaldo: se va bene a loro, io brindo!! Sopravvalutato.
  • Nedved: l’uomo che tutte le volte a Firenze deve fare il giro di campo passando sotto la Fiesole sfidando il tifo più caldo, ancora una volta dimostra la propria sportività e signorilità lasciando in anticipo il proprio posto in tribuna per protesta nei confronti delle decisioni arbitrali. Sembra il bambino piccolo a cui hanno tolto il pallone, o forse più che altro il fischietto. Stasera, incredibilmente, alla Juventus l’arbitro non concede un rigore (quello su Ronaldo) che francamente poteva starci. Benvenuti nel mondo reale!!! Dove si sbaglia nei confronti di chiunque indipendentemente dalla maglia che si indossa. Vuole fare a cambio con la maglia viola? No…meglio di no….si tenga quella bianconera. Atteggiamento insopportabile.
  • Chiesa e Bernardeschi: stesso nome, stesso colore di maglia, stessa simpatia. Dio salvi Venuti!!!

Ci vediamo più tardi su YouTube per le considerazioni tattiche sulla gara!!!

Che si gioca??

La serie A ed il calcio in generale non ci danno respiro, e dunque perché dovrei darvelo io? Già nel tardo pomeriggio si torna in campo, ed allora buttiamoci a capofitto nei pronostici! L’ultimo turno ha visto Bomber Siiimo fare cilecca con un incredibile 0 su 2, mentre tutti gli altri hanno vivacchiato con un 50% buono solo per le statistiche. La palma del migliore però dobbiamo assegnarla all’Argentino Fiorentino che ha azzeccato entrambe le giocate in Italia ma poi, da buon artista, ha voluto esagerare sbagliando la terza nel campionato della sua terra di adozione, la Francia (che poi vorrei sapere quante terre di adozione hai!!!!).

Mentre vi invito a provarci nuovamente, vi anticipo che il giorno di natale è in arrivo un regalo per tutti gli appassionati della rubrica più seguita dal blog! Avanti con i pronostici!

La gara più scontata: JUVENTUS – FIORENTINA = 1

Pronostico muto.

La partita da NON giocare: SPEZIA – GENOA

Una gara difficilissima perché molto particolare. Lo Spezia continua a giocare bene, ma la fortuna sembra iniziare a voltargli le spalle. La qualità della rosa è quel che è, ma il lavoro di Italiano e la forza del gruppo hanno finora permesso di superare molti ostacoli, compreso ad esempio l’infortunio di bomber Galabinov. Il Genoa intanto, dopo l’ennesima sconfitta, ha deciso di esonerare Maran per richiamare in panchina Ballardini (strano!!!) per provare ad invertire una rotta disastrosa. Se guardiamo al valore della rosa i rosso-blu dovrebbero essere favoriti, mentre se si guarda al gioco ed al rendimento dei calciatori, è lo Spezia a pensare di avere qualcosa in più. Da una parte un allenatore, Italiano, che lavora da più stagioni con il proprio gruppo, dall’altro un Ballardini alla prima uscita: certamente non stravolgerà il Genoa ma come e con chi giocherà? Insomma le incognite sono veramente troppe. Evitare accuratamente.

La sorpresa della giornata: MILAN – LAZIO = 2

Potrebbe essere la volta buona che la capolista commette il passo falso. I rossoneri sono ancora falcidiati dagli infortuni non potendo contare su Ibra, Kjaer, Bennacer, Tonali e forse Rebic. Considerando la rosa già non fornitissima, le assenze potrebbero risultare troppe per affrontare una Lazio che, dopo un periodo di appannamento dovuto probabilmente anche alla Champions League, contro il Napoli sembra essere tornata quella vera. Immobile implacabile, Luis Alberto a disegnare calcio, Reina a dare tranquillità alla difesa pur non potendo contare sul totem Acerbi. Ricordiamo poi che la squadra di Pioli ha una striscia aperta di 24 partite senza sconfitte, di cui ben 18 in campionato. La Lazio potrebbe essere la squadra giusta per far saltare il banco considerando anche la confidenza che Inzaghi e soci hanno con le gare in trasferta. Vada per il 2!

A voi per i pronostici e….ci sentiamo a Natale!

Il talento – parte ottava

Dopo aver fatto un bel viaggio nell’attività scolastica per conoscere meglio la possibile collaborazione tra la scuola, le federazioni sportive e le società ritorniamo a parlare di attività di base e di scuole calcio all’interno delle quali è possibile scovare e successivamente allenare il talento.

Uno degli scatti culturali che la FIGC ha provato ad inserire nella cultura calcistica italiana, è quello relativo all’importanza del risultato. Il calcio italiano viene da sempre riconosciuto come quello che mira maggiormente al risultato a discapito del gioco, della qualità, dello spettacolo. Chi di noi non si è mai schierato tra il calcio simil-olandese di Sacchi e quello più italianista di Trapattoni? Chi non si ricorda la battaglia di religione tra la marcatura a uomo ed il calcio a zona? Addirittura anche dal punto di vista semantico, la trasformazione del gioco del calcio ha influito sulla terminologia utilizzata. Il terzino destro è diventato difensore esterno, a centrocampo la mezzala si chiama centrocampista interno e così via. La trasformazione che è partita dall’alto, è arrivata anche alla base della piramide ed ha assunto contorni maggiormente culturali.

Fino agli anni novanta infatti, anche nelle scuole calcio era dominante (e purtroppo in alcune lo è ancora) la cultura del risultato. La partita del fine settimana era infatti vista come il punto focale ed in quel frangente si facevano ricadere sui bambini tutte le pressioni e tutte le aspettative che l’istruttore, i genitori, la società, i nonni avevano. La gara dunque assumeva un significato molto lontano da quello della festa, del momento di apprendimento e di crescita per lasciare campo all’unica volontà di primeggiare senza alcun compromesso. Purtroppo spesso si notava che i bambini più indietro tecnicamente e dal punto di vista motorio non avevano lo stesso spazio dei cosiddetti più bravi proprio perché l’unico obiettivo da centrare era quello della vittoria.

Grazie ad un immane sforzo profuso dalla federazione e dai loro dirigenti, negli anni novanta è partita una battaglia culturale che è ancora oggi in corso. Dirigenti, responsabili tecnici, ma soprattutto formatori ed istruttori federali sul territorio hanno iniziato un percorso che ancora oggi è in itinere. La rivoluzione culturale portata avanti è stata quella di cambiare la rappresentazione della partita. La gara tra due o più squadre che si gioca nel fine settimana, non è finalizzata al risultato, ma all’apprendimento. La partita è un momento di verifica, un momento di confronto all’interno del quale l’istruttore deve innanzitutto controllare se il processo di apprendimento dei bambini nei confronti del lavoro svolto in settimana ha ottenuto i risultati sperati. Il tecnico ha dunque il compito di giudicare non tanto i bambini, quanto il proprio lavoro! Se gli obiettivi delle sedute settimanali non sono stati raggiunti, deve interrogarsi sui motivi e soprattutto ha il compito di cercare un metodo diverso per arrivare allo scopo. Nasce dunque un processo virtuoso tra istruttore e bambini attraverso anche un confronto che arricchisce sia i piccoli atleti, che il tecnico.

Tante volte capita che un obiettivo non sia stato centrato perché magari è stata messa l’asticella troppo in alto, oppure è stato proposto un lavoro con una metodologia sbagliata. La risposta si può averla solamente guardando i bambini, il loro modo di allenarsi, i loro risultati motori e tecnici. Credete sia possibile riuscire ad analizzare tutti questi aspetti se si guarda solamente al risultato? Credete che guardare solo alla vittoria o alla sconfitta permetta di coinvolgere tutti i bambini? Come possiamo dare la stessa soddisfazione di giocare a tutti i bambini se cerchiamo sempre e solo di vincere? Non sarà molto probabile che i bambini più bravi giochino di più di quelli meno bravi? Qui si apre dunque il vaso di Pandora! Vogliamo fare gli istruttori di una scuola calcio o gli allenatori di una squadra professionistica? Sono entrambi mestieri bellissimi e dignitosissimi, ma hanno approcci, metodologie ed obiettivi completamente diversi.

La nuova visione della partita come momento di verifica ha anche ottenuto un altro risultato: la diminuzione della tensione e dell’esasperazione nei comportamenti dentro e fuori dal campo. Ricordo ancora che quando ero bambino, anche nelle scuole calcio esistevano le classifiche, i premi per i capocannonieri, le premiazioni solo per chi vinceva. Fortunatamente sembra passata un’era geologica: quando i bambini vanno a fare i tornei vengono tutti premiati, anche se la classifica esiste sempre. Nei tornei federali invece, non esiste un punteggio finale della gara (o comunque dipende da più fattori come già spiegato in un altro episodio della rubrica) ed anche le classifiche sono relative all’attività di tutta la scuola calcio ed hanno parametri ben precisi. L’assenza di risultato è stata poi accompagnata da un altro cambiamento che ha contribuito ad abbassare la tensione: l’arbitraggio è affidato ad un dirigente di una società, oppure agli stessi bambini con la formula dell’autoarbitraggio. Quest’ultima è la vittoria più grande contro tutti quelli che dicono che i bambini se non giocano “il calcio vero” non si divertono. Finalmente invece, i bambini giocano un calcio a misura propria: palloni e campi più piccoli, porte adatte ai portieri, numero di bambini ridotto per permettere loro di toccare più volte la palla, assenza di un arbitro ufficiale. Ricordando il mio primo calcio, non è una rivoluzione?

A presto per la nuova puntata!