Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – CAGLIARI = 1 – 0

“Vincere non è importante, vincere è l’unica cosa che conta”. Citando Vince Lombardi, il più grande coach di football americano della storia, oltreché il più vincente, il riassunto della partita della Fiorentina sta tutto qui. Avremo poi modo di approfondire il come ed il perché, ma i tre punti strappati al Cagliari, sono la notizia più importante di giornata. Non è stata una Fiorentina scoppiettante, non ha giocato bene, non ha creato caterve di occasioni, ma ha vinto: ha scavalcato in classifica Bologna ed Udinese ed adesso, se riesce a superare il Crotone in casa all’ultima giornata di andata, gira ad almeno 21 punti senza considerare la trasferta di Napoli. La formazione iniziale ha fatto storcere il naso a diverse persone, tra cui il sottoscritto, per la mancanza di coraggio nell’inserimento della seconda punta accanto a Vlahovic, ma anche di questo parleremo nel video di stasera. Ciò che è certo è che la Fiorentina esce ancora una volta dal campo con la porta inviolata, grazie soprattutto alla prova di Dragowski, e ritrova in Amrabat e Callejon due perni importanti della squadra. Se ad essi aggiungiamo Vlahovic che finalmente inizia a segnare anche su azione, si può tirare un sospiro di sollievo.

IL BUONO

  • Dragowski: anche stavolta, il portierone polacco si merita indubbiamente la palma di migliore in campo. Para un rigore a Joao Pedro e compie un intervento miracoloso, da prestigiatore, con il piede, pochi minuti dopo il gol del vantaggio. Restano delle lacune sui rinvii, ma oggi se la porta viola resta imbattuta, il merito è pressoché tutto suo. Saracinesca.
  • Callejon: nel primo tempo non riesce ad incidere molto poiché viene servito spesso spalle alla porta troppo dentro il campo. In questo modo, diventa un punto di riferimento facilmente marcabile dalla retroguardia avversaria. Dalla sua parte poi, soffre le troppe sortite offensive di Caceres che gli toglie spazi importanti. Nella seconda frazione invece, torna a calpestare le proprie zolle ed inizia a scodellare palloni invitanti in area di rigore: grazie ad un suo assist magistrale, Vlahovic sblocca la partita e segna il gol decisivo. Redivivo, altro che Eysseric!
  • Amrabat: finalmente torna a giocare in un centrocampo a due, dove ha spazio per correre e rincorrere tutti gli avversari e, come per magia, torna ad essere lui. Non gli chiedete qualità, non gli chiedete tiro in porta, ma quanto a cuore e polmoni non è secondo a nessuno. Limita alla grande Nainggolan che riesce a farsi vedere solo quando gli gira al largo. Se solo avesse accanto un giocatore con un pò di fosforo in più, la Fiorentina non soffrirebbe così. Gladiatore.
  • Vlahovic: nel primo tempo non riesce ad approfittare del retropassaggio sbagliato da Ceppitelli facendosi ipnotizzare da Cragno. Sembra in una serata non eccelsa, spesso in fuorigioco, servito poco e male. Poi però il movimento di smarcamento che effettua in occasione del gol è da grandissimo attaccante: del resto giocare con campioni come Callejon che hanno l’assist nelle vene aiuta, ma senza un movimento fatto bene, quel gol non si segna. Dategli un attaccante con cui dialogare, per favore!!!
  • Martinez Quarta: entra a freddo ma è sicuro e senza paura. Si fa sorprendere un paio di volte da Simeone all’inizio del secondo tempo, ma l’anticipo da cui nasce il gol decisivo è il suo: ribalta velocemente l’azione e si prende la responsabilità di verticalizzare. In crescita, titolare aggiunto.

IL BRUTTO

  • Pezzella: aldilà dell’ennesimo infortunio (sembra che la soglia di sopportazione sia sempre più bassa per il capitano viola), gioca comunque una partita insufficiente. Molte sbavature in chiusura, non si prende mai la responsabilità di far ripartire l’azione da dietro ed infine il gol sbagliato. L’errore commesso sotto porta al 28′ del primo tempo grida vendetta perché il centrale argentino può incornare libero da marcature e senza nemmeno saltare. Nonostante ciò, non centra nemmeno la porta. Pomeriggio da dimenticare.
  • Igor: se Pezzella non è nella sua miglior giornata, la stessa cosa possiamo dirla di Igor. Veniva da alcune prove veramente convincenti, ma stasera è uno dei punti deboli della retroguardia viola. Lo cercano e lo puntano spesso ma lui non demerita: il grandissimo neo è il netto ed ingenuo fallo da rigore che commette al 37′ quando non trova di meglio da fare che calciare la gamba di Joao Pedro. San Dragowski permette alla Fiorentina di restare in partita, ma l’errore è da matita rossa. Percorso di crescita.
  • Caceres: la partita di Torino ha illuso tutti, in primo luogo Cesare Prandelli. Martin Caceres in una partita in cui la Fiorentina cerca di imporre il proprio gioco non può ricoprire il ruolo di esterno destro di centrocampo. E questa bocciatura deve essere equamente divisa con una società che sta continuando a sfoltire senza avere già i sostituti dei partenti. Caceres stasera, oltre ad avere spesso occupato quegli spazi che sarebbero serviti a Callejon per incidere, non è mai stato capace di servire un pallone giocabile ai compagni. Protagonista di una quantità inenarrabile di inutili cross dalla trequarti campo, ha svirgolato a piacimento finché non è stato sostituito da Venuti. Salvate il soldato Martin (ha lo stesso nome ma non è Jorgensen).

Ci vediamo stasera su YouTube per l’approfondimento tattico con Portobello !!!