Il buono, il brutto, il cattivo

SAMPDORIA – FIORENTINA = 2 – 1

Un altro passo falso, un’altra sconfitta, un’altra prova insufficiente. Contro una Sampdoria brutta e sotto ritmo, la Fiorentina riesce a perdere nonostante la gara fosse ampiamente alla portata. Non hanno convinto né Dragowski, né soprattutto Prandelli che aspetta addirittura 82 minuti per effettuare i primi cambi e dimostrare di volerci provare. Dopo alcune prestazioni in cui i viola sembravano aver imboccato una strada diversa, oggi la delusione è cocente. Menomale che intanto il Cagliari continua a perdere, ma siamo stufi di fare sempre la corsa sugli altri per cercare di evitare la Serie B!

IL BUONO

  • Martinez Quarta: in una squadra impaurita è uno dei pochi che si assume la responsabilità di fare qualcosa in più del compitino. E’ sempre attento in fase difensiva, è pronto al lancio per far scattare il contropiede, è bravo nell’uno contro uno sia a difendere che ad attaccare. Sfiora addirittura la rete nel secondo tempo quando con un bel colpo di testa colpisce il palo. Unico neo il calcio d’angolo regalato da cui viene il gol di Keita, ma non può fare tutto lui. Imprescindibile.
  • Vlahovic: con quello di oggi siamo a quota 8! Otto reti su 22 complessivi della squadra (penultimo attacco del campionato) mostra quanto sia diventato fondamentale il serbo per la Fiorentina. Si abbassa colpevolmente in occasione del vantaggio di Keita, ma probabilmente viene ingannato dalla chiamata del proprio portiere. A parte ciò, oltre al gol, sta finalmente diventando un attaccante completo: vede la porta, copre benissimo la palla, inizia ad avere ottimi movimenti anche spalle alla porta. E’ chiaro che sta lavorando tantissimo e Prandelli lo sta facendo crescere. Se inizia a saper usare anche il destro, diventa un crack europeo!
  • Bonaventura: quando ad inizio secondo tempo si accende, la Fiorentina domina in lungo ed in largo e potrebbe segnare a più riprese. Se desse maggiore continuità alla sua azione sarebbe il centrocampista titolare della nazionale italiana. Lotta fino alla fine, ci prova e ci riprova ma non è la sua giornata fortunata. Colonna portante.
  • Pulgar: dopo diverse prove incolori, oggi guadagna ampiamente la sufficienza grazie ad una prova in cui unisce quantità, grinta ed alcune giocate apprezzabili come la punizione da cui nasce il pareggio di Vlahovic. Con un Castrovilli in netta flessione di rendimento, contro uno Spezia che và a 100 all’ora, potrebbe essere riproposto accanto ad Amrabat per non prendere infilate pericolose. Speriamo sia la prima prova di una lunga serie.

IL BRUTTO

  • Dragowski: dopo diverse prove da saracinesca, oggi è protagonista di un film horror. Tralasciando il fatto che con i piedi non riesce a tenere praticamente mai la palla in campo, è colpevole sul gol di Keita poiché chiama la palla a Vlahovic inducendolo all’errore. Anche sul raddoppio blucerchiato, il tiro di Quagliarella non sembra irresistibile anche se deviato da Pezzella. Offre l’idea di una partenza ritardata per lui che fà dell’esplosività uno dei marchi di fabbrica. Peccato perché i veri portieri non sbagliano mai le partite decisive, ed oggi era una di quelle. Lo aspettiamo pronto al riscatto contro lo Spezia.
  • Castrovilli: il calciatore ballerino di cui tutti ci siamo innamorati è ormai un lontano ricordo. Certo lo sviluppo di un gioco che non gli regala mai la profondità non aiuta, ma sembra si stia piano piano spengendo anche dal punto di vista caratteriale. Non abbiamo più il tempo di aspettare nessuno!
  • Prandelli: inizia la partita con due attaccanti (ma non si era detto che non si poteva?!?!) e la Fiorentina non demerita assolutamente anche se ancora una volta paga le disattenzioni sulle palle inattive. La cosa grave è però che sembra che Cesare subisca la partita ed i cambi di Ranieri. Decide infatti di non prendere contromisure quando la Samp butta dentro Candreva e Quagliarella e poi aspetta più di 10 minuti per rispondere al gol avversario. I primi due cambi (un terzino ed un esterno di centrocampo) vengono effettuati all’82° e da lì inizia l’assedio. Pensarci prima no?
  • Pradè: la società viola, ed il responsabile tecnico, avevano l’obbligo di portare a casa giocatori pronti ed un sostituto di Ribery, visto che il talento francese appare di cartapesta. Oggi Kokorin non è stato presentato nemmeno per un minuto in una gara che non potevamo perdere. L’altro acquisto è stato un terzino reduce da un intervento al crociato senza dimenticare che il DS ha deciso di sostituire Chiesa con Callejon ben sapendo che la squadra avrebbe giocato con il 3-5-2. Cos’altro deve combinare per essere avvicendato?

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento tattico con Portobello !!!

Il buono, il brutto, il cattivo

ATALANTA – FIORENTINA = 3 – 0

Dopo il pareggio acciuffato al 97° contro il Genoa, ci aspettavamo una Fiorentina che provasse a giocarsela alla pari contro l’Atalanta, soprattutto dopo che il Torino aveva perso in casa contro l’Udinese. Invece Prandelli ha preparato una partita di grande attenzione difensiva, di chiusura di tutti gli spazi per evitare le verticalizzazioni nerazzurre, di raddoppi soprattutto sulle fasce laterali. L’idea iniziale era anche giusta e la squadra ha dimostrato di seguire il mister, ma il gol subito al 44° ha ripresentato alla squadra i vecchi fantasmi e da lì in poi è stato buio totale. Una squadra timorosa, mai in grado di ripartire, nemmeno cattiva agonisticamente. La Fiorentina ha giocato un secondo tempo indecente, un altro disastro.

IL BUONO

  • Dragowski: prima di capitolare al termine del primo tempo, salva i viola in almeno tre occasioni con parate eccezionali. Anche nel secondo tempo si disimpegna bene in più occasioni, ma deve arrendersi al bombardamento nerazzurro. Unico a salvarsi.
  • Venuti – Lirola – Eysseric: non me la sento di infierire su calciatori che fino ad oggi non erano stati praticamente mai impiegati. Hanno fatto il loro compitino, hanno cercato di chiudere le fasce, hanno dato ciò che hanno. Il punto però è proprio questo, ciò che hanno non è sufficiente a giocare una partita di Serie A contro una squadra di rango europeo anche se non hanno sfigurato. Se questo era l’obiettivo di giornata come credo, allora va bene ma mi sembra veramente riduttivo. I meno colpevoli.

IL BRUTTO

  • Pulgar: gioca l’ennesima gara da fantasma. In 45 minuti non un’apertura intelligente, non una chiusura da ricordare. Non è più decisivo nemmeno da palla ferma e dunque credo sia venuto il tempo di cambiare il bastone di comando. Game over.
  • Amrabat: se Pulgar è ai titoli di coda, anche il marocchino continua a non convincere. Sempre troppo lento a far ripartire l’azione nel primo tempo, quando ancora esiste una partita, non riesce mai ad accelerare per andare ad accompagnare Vlahovic nella metà campo avversaria. Porta spesso il pressing in modo solitario e sconclusionato. A che serve?
  • Pezzella: è ormai decisamente il gregario di Milenkovic tra i difensori viola. Viene scherzato da Zapata in occasione del 2 – 0 quando l’Atalanta chiude la gara. Mai deciso, mai importante in fase di ripartenza, non vince un duello diretto. E c’è chi lo chiama leader!
  • Vlahovic: scivola tre volte consecutive nei primi tre palloni ricevuti. Non riesce mai a far salire la squadra, non tiene un pallone contro i difensori atalantini ed in una gara come quella odierna questo fa la differenza. Sicuramente non è una prima punta, ma non sta facendo nemmeno nulla per diventarlo. Calcia in porta una sola volta impegnando Gollini ma non può bastare. Se la Fiorentina pensa di salvarsi così allora siamo messi proprio male….
  • Tutti gli altri: potrei gettare fiumi di “inchiostro” per parlarne, ma non si meritano nemmeno il mio tempo. Vergogna!!!!

Ci vediamo domani su YouTube per le altre considerazioni sulla gara!!!

Il buono, il brutto, il cattivo

MILAN – FIORENTINA = 2 – 0

Dopo la sofferta vittoria in Coppa Italia, torna il campionato con i viola che sfidano la capolista del gentiluomo Pioli. L’inizio di gara ci aveva illuso con una Fiorentina corta, compatta, ben messa in campo, pronta anche a pungere. In pochi minuti poi, è cambiato tutto ed adesso la classifica inizia a fare paura. Nel prossimo turno la gara contro il Genoa diventa una vera e propria sfida salvezza.

IL BUONO

  • I primi 20 minuti: disposti con un 4-4-2 scolastico (domani ne parliamo meglio nel video), la Fiorentina ha giocato metà del primo tempo in modo molto convincente. La squadra ha attaccato spesso la palla nella metà campo avversaria ed è ripartita bene sia dai difensori che dai centrocampisti che si sono appoggiati soprattutto a Castrovilli a sinistra. La cerniera di centrocampo a 2 ha funzionato in entrambe le fasi. Poi è iniziata un’altra partita.
  • Castrovilli: schierato inizialmente come esterno sinistro a centrocampo, è tornato ad essere centrale nello sviluppo del gioco. L’accentramento di Ribery come seconda punta poi, gli ha regalato metri di spazio e palloni giocabili che lui ha sfruttato spesso bene. Manca ancora nella capacità di crearsi occasioni da rete, ma è certamente in crescita. Colonna portante.
  • Vlahovic: sembrerà strano, ma oggi mi sento di spezzare una piccolissima lancia a favore dell’attaccante serbo. Si muove di più, si smarca maggiormente e dialoga di più con la squadra, probabilmente aiutato da giocatore tecnico come Ribery al suo fianco. E’ molto sfortunato in occasione del palo quando fa tremare i legni di Donnarumma. Speriamo si sblocchi presto.
  • Dragowski: in una partita in cui gli tirano soprattutto da azioni da fermo, voglio premiare il rigore parato ad uno specialista come Kessie. E’ giovane, ma ormai rappresenta una piacevole certezza.

IL BRUTTO

  • Callejon: troppo brutto per essere vero. Non attacca e non difende, non salta mai l’uomo. La lunga inattività dovuta al mercato prima ed al Covid19 poi, sono probabilmente la causa di tutto ciò. Non è ancora pronto al ritmo gara, resta in campo inutilmente per soli 45 minuti. Assolutamente da recuperare.
  • Pezzella: comincia bene, un pò come tutta la squadra. La sua prova positiva però dura troppo poco: non è attentissimo sul calcio d’angolo del vantaggio rossonero e poi è colpevole doppiamente sul 2 – 0. Dapprima lascia il corridoio libero per la verticalizzazione e poi commette l’evidente fallo da rigore. Da lì in poi non si riprende più. Non ci siamo proprio!
  • Ribery: in una squadra in netta difficoltà come la Fiorentina, ci si aspetta sempre qualcosa in più dal campione. Oltre all’assist servito per Vlahovic in occasione del palo colpito dall’attaccante serbo, sbaglia troppo e non salta quasi mai Calabria. Partita mediocre condita dall’occasione fallita da solo davanti a Donnarumma. Serve ritrovare il vero FR7!
  • Pulgar: di gran lunga il peggiore in campo insieme a Callejon. Si dimentica completamente di Romagnoli in occasione del gol del vantaggio rossonero, sbaglia centinaia di palloni, non cambia mai ritmo. Gioca sempre alla stessa velocità sia in fase difensiva che quando deve far ripartire l’azione. Lo chiamavano apatia.

Ci vediamo domani su YouTube per le considerazioni tattiche sulla gara!!!

Il buono, il brutto, il cattivo

PARMAFIORENTINA= 0 – 0

Al termine di un’altra prestazione inguardabile, la Fiorentina guadagna un punto buono solamente a smuovere la propria deficitaria classifica. Un possesso palla sterile ed inutile annoia anche il più appassionato dei tifosi e certifica nuovamente l’anonimato viola. Sarà un gran bello sforzo riuscire a trovare aspetti positivi in questa valle di sbadigli.

IL BUONO

  • La solidità difensiva: dopo aver ripetuto più volte che uno dei peggiori difetti di questo inizio di stagione era una fase difensiva insufficiente e l’incapacità di tenere la porta di Dragowski imbattuta, la Fiorentina esce dal Tardini senza raccogliere palloni nel sacco. Tra un Caceres un pò più svagato ed un Igor roccioso, svetta ancora una volta Milenkovic bravo stavolta ad interpretare il ruolo di vice Pezzella. Un lampo nel buio.
  • Biraghi: non inventa chissà cosa, ma è uno dei più continui a lanciarsi nella metà campo offensiva. Ci prova spesso, sta bene e si vede. Continuo.
  • Pulgar: tra i centrocampisti impiegati è quello che si sbatte di più. Recupera tanti palloni e cerca di ribaltare spesso l’azione. Il piede non è educatissimo ma almeno ci prova fino all’ultimo. In ripresa.

IL BRUTTO

  • Kouamè: non sfrutta una buona palla gol nei primi minuti di partita. Da lì in poi non ha altre occasioni importanti ma non fa nemmeno molto per guadagnarsele. Viene schierato ancora una volta prima punta anche se è sempre più chiaro che quello non è il suo ruolo. Anonimo.
  • Condizione della squadra: possiamo dire che Fiorentina Parma è stata giocata con ritmi da gara amichevole? E’ lesa maestà asserire che i giocatori viola non hanno più quella bava alla bocca che mostravano nella scorsa stagione? Siamo pappagalli se diciamo che le gare della squadra viola sono tra le più noiose della serie A? Sbadigli.
  • Amrabat: spostato nel ruolo di mezz’ala accanto finalmente a Pulgar, non ruba l’occhio. Alza una diga insieme al cileno che permette alla Fiorentina di rischiare poco o nulla pur avendo diverse assenze in difesa ma non riesce a creare niente. Continuo a pensare che insieme a Pulgar sia perfetto per giocare a 2 in un 4-2-3-1 ma finché abbiamo Beppe in panchina non se ne ne parla. Anche stasera, pur avendo a diposizione solo 3 difensori centrali, li ha schierati subito tutti e tre. Resta comunque la prova sbiadita del marocchino. Mediocre.
  • Ribery e Castrovilli: da loro la Fiorentina si aspetta le giocate decisive e stasera non arrivano mai. Si pestano molto spesso i piedi e, le poche volte in cui decidono di dialogare, non riescono a trovarsi. Un allenatore un pò più vispo avrebbe probabilmente invertito Castrovilli con Amrabat in modo da dare più spazi da attaccare in verticale al numero 10 viola, ma probabilmente chiediamo troppo. La Fiorentina non ha un gioco, se poi loro non girano allora diventa buio pesto. Senza idee.

Ci vediamo su YouTube per le considerazioni da pappagallo: magari ci sono novità!!!

Il buono, il brutto, il cattivo

PARMA – FIORENTINA = 1-2

Finalmente una vittoria, conseguita al termine di una gara in cui i viola hanno sofferto troppo nel secondo tempo, ma l’importante era riuscire a portare a casa i 3 punti. Adesso la Serie B è lontana 9 punti, e questa è la cosa più importante.

IL BUONO

  • Venuti: la grande sorpresa della formazione iniziale di Iachini è anche il migliore in campo in assoluto. Colpisce una traversa dopo 10 minuti, poi conquista un rigore solare grazie ad un 1 contro 1 vincente contro Gagliolo partendo da fermo. Il migliore
  • Pulgar: a lungo criticato in questa stagione, ancora una volta si dimostra glaciale dagli 11 metri (adesso è 6 su 6 nei calci di rigore). Molto meglio anche in fase di rottura rispetto alle ultime gare. Rinato
  • Pezzella: sempre attento in anticipo sugli attaccanti avversari, viene punito oltremodo sul rigore quantomeno dubbio. Ammonito, salterà la gara contro il Cagliari. In decisa crescita
  • Duncan: finalmente torna il centrocampista ammirato a Genova contro la Sampdoria. Più volte la squadra viola si appoggia su di lui per ripartire e risponde sempre presente. Bentornato
  • Iachini: la scelta di far partire dall’inizio Venuti si rivela decisiva. La Fiorentina continua a faticare troppo per trovare la via della rete, ma oggi l’unico obbiettivo erano i 3 punti. Manca la gestione dei tempi di gioco e della gara, ma per oggi basta così. Sollevato

IL BRUTTO

  • I ritmi della gara: una gara agostana, soprattutto nel primo tempo. Spesso le due squadre giocano solamente 1 contro 1 nella metà campo avversaria manco fossimo ai giardini. Gara da fine stagione
  • Kucka: giocatore indisponente che parla troppo e spesso a sproposito. Guadagna un rigore molto dubbio ma continua i corpo a corpo con l’arbitro e gli avversari fino al novantesimo. Indisponente
  • Dalbert: A destra può giocare Lirola oppure Venuti, ma a sinistra la Fiorentina fa sempre molta fatica. Attacca meno e soffre di più. Insufficiente
  • Cutrone: la dura vita dell’attaccante da area di rigore. Contro il Sassuolo, una palla giocabile nei 16 metri ed un gol, oggi una palla giocabile ed un errore. E’ una punta che aiuta poco la squadra e dunque viene giudicato quasi esclusivamente in base alla capacità realizzativa. Peccato