Torna la Serie A: la presentazione di Genoa Fiorentina

Finalmente ci siamo, finalmente torna in campo la Serie A! Il calendario non è certamente stato magnanimo con la Fiorentina di Vincenzo Italiano che esordisce in un Marassi sold out con più di 27000 abbonati contro il Genoa guidato dall’ex Alberto Gilardino. Andiamo dunque a vedere come giocano i rossoblù neopromossi.

Il modulo solitamente utilizzato è il 3-5-2 con una fase difensiva che prevede il terzetto dei difensori centrali molto stretto, con gli esterni di centrocampo che si abbassano sulla linea difensiva per andare a comporre una difesa a 5 con il baricentro molto basso in una sorta di 5-3-2 (do you remember Beppe?). È dunque facile immaginare che i liguri, contro una squadra come la Fiorentina che fa del predominio territoriale il suo marchio di fabbrica, non si faccia trascinare dal fattore Marassi. Una volta saltata la prima pressione sul portatore di palla centrale e superato lo schermo difensivo sul regista avversario Arthur, probabilmente il Genoa prediligerà un atteggiamento prudente, con un baricentro difensivo basso, in modo da sfruttare in ripartenza gli spazi che, inevitabilmente, si apriranno. La Fiorentina dovrà quindi essere abile nell’andare ad attaccare con velocità il campo lasciato libero fra il terzo di difesa ed il quinto di centrocampo rossoblù, in modo da creare superiorità numerica ed innescare la punta (più facile che il titolare sia Nzola che non l’argentino Beltran). A tal proposito fondamentale sarà ancora una volta l’apporto degli esterni, terzini compresi, che avranno il delicato ruolo di sovrapporsi per rompere le linee avversarie e creare superiorità senza lasciare troppi spazi alle proprie spalle. 

In fase offensiva, come detto, potremmo ipotizzare un Genoa che tenterà di sfruttare al meglio gli spazi alle spalle della retroguardia viola abituata, come sappiamo, a tenere sempre una linea di pressione molto alta. Verosimilmente saranno i difensori centrali o il regista (lo scorso anno Badelj o Strootman domani squalificato) ad innescare in profondità direttamente l’esterno di centrocampo o la mezzala che spesso attacca lo spazio fra le linee in fase offensiva per avvicinarsi alla porta avversaria. Sarà importante per i ragazzi di Italiano quindi leggere in anticipo questo tipo di situazioni utilizzando perfettamente le marcature preventive e mantenendo in difesa sempre una soglia alta di attenzione nell’esecuzione dell’elastico difensivo in modo da togliere profondità alle punte rossoblù. Un altro elemento di forza della squadra di Gilardino è certamente la fisicità soprattutto a centrocampo con l’innesto dell’ex doriano Thorsby, abile a recuperare palla e ad inserirsi instancabilmente nella metà campo avversaria. Starà al compagno di reparto di Arthur (probabilmente Mandragora) occuparsi del norvegese cercando di limitarne il raggio d’azione e la pericolosità offensiva. La difesa infine, dovrà tenere sempre sotto osservazione l’attaccante della nazionale italiana Retegui, subito in gol all’esordio assoluto con una doppietta in Coppa Italia. Senza dimenticare poi una particolare attenzione alle palle inattive, situazione grazie alla quale lo scorso anno il Genoa ha risolto diverse gare difficili da sbloccare.

Resta inteso che molto, se non tutto, passerà dall’approccio in uno stadio infuocato e dalla prestazione dei ragazzi di Vincenzo Italiano che dovranno somigliare molto più a quelli della scorsa stagione che non a quelli della tournee anglosassone.

A voi per i commenti!!

9 pensieri su “Torna la Serie A: la presentazione di Genoa Fiorentina

  1. Tendiamo a pensare che, quando un calciatore diventa allenatore, poi tenda a modellare le sue squadre sulla base di come giocava lui. Niente di più falso: ad esempio, Gilardino era un attaccante, eppure come hai detto tu è un allenatore molto difensivo, perché schiera un 3 – 5 – 2 in cui i quinti di centrocampo sono 2 terzini a tutti gli effetti, e quindi in fase di non possesso diventa un 5 – 3 – 2.
    Stesso discorso per un altro ex viola, Liverani: da giocatore era un playmaker alla Pirlo che lanciava la palla sempre in avanti, da allenatore invece è un catenacciaro tignoso come non mai, e mette sempre 10 giocatori dietro la linea della palla. Il bello è che anche così finisce per perderle tutte: su 60 partite in serie A ne ha perse 33. E anche in serie B non è un fulmine di guerra: il suo Cagliari quando l’ha esonerato era a 3 punti dalla zona play – out, e a fine stagione si è ritrovato in serie A.
    Passando alla Fiorentina, come sai in passato sono stato molto critico nei confronti di Commisso. Un po’ perché non gli ho mai perdonato il fatto che spenda molto meno di quel che potrebbe, un po’ perché quei pochi denari da lui tirati fuori sono stati spesso investiti in delle operazioni senza senso, che era chiaro fin dal primo momento che sarebbero andate a finir male: Kouamé comprato con il crociato rotto, Kokorin comprato appena uscito di galera, più tutti gli altri giocatori comprati SEMPRE E COMUNQUE nel momento peggiore della loro carriera.
    Detto questo, devo riconoscere a Commisso che quest’anno ha fatto un mercato superlativo. Prima di tutto ha smesso di puntare su dei giocatori da rilanciare (Arthur a parte), e ha finalmente acquistato dei calciatori reduci da una buona stagione (da Parisi a Nzola); in secondo luogo, ha finalmente smesso di ignorare Burdisso, prendendo dei giovani arrivati su sua precisa segnalazione (da Infantino a Beltran). In realtà è perfettamente normale che un presidente compri dei giocatori in forma e ascolti i consigli del suo osservatore principale, ma siccome Commisso queste cose non le aveva mai fatte allora anche la normalità ci sembra un evento straordinario.
    A voler trovare il pelo nell’uovo potremmo dire che si poteva fare qualcosa di più sul mercato in uscita, perché ci sono ancora 3 impiastri che infestano la nostra rosa: Martinez Quarta in difesa, Ikoné e Sottil in attacco. Tuttavia, va precisato che nessuno di questi 3 ha la prospettiva di giocare titolare: Martinez Quarta e Sottil sono stati da tempo retrocessi a riserve, e quest’anno a fare compagnia a Nico Gonzalez e all’attaccante si alterneranno Barak e Sabiri, con Ikoné che diventerà quindi la terza scelta. Insomma, qualche pericolo pubblico ce l’abbiamo ancora, ma la rosa è stata costruita in modo tale da metterli nelle condizioni di non nuocere.
    Avrai notato che tra gli impiastri non ho citato Jovic. Non lo considero perché do per scontato che a differenza di Ikoné lui non accetterà mai di essere la terza scelta dietro a Nzola e Beltran, e quindi se ne andrà sicuramente prima della fine del mercato. Se così fosse il mercato della Fiorentina, al quale per il momento do un 9, diventerebbe proprio da 10 e lode.

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    • Ciao Wwayne! Hai perfettamente ragione in merito agli allenatori che, quando oltrepassano la barricata, spesso cambiano completamente idee su come affrontare le gare.
      Quanto al mercato io sono molto più parco di te nei voti. Continuo a pensare che la squadra sia assolutamente incompleta: manca un difensore centrale (perché Mina è un salto nel buio e Quarta non si è rivelato all’altezza) e sugli esterni offensivi mancano gol. Per me è un mercato da 7 perché la squadra è effettivamente migliorata ma anche le altre non sono state con le mani in mano e la differenza è sempre piuttosto ampia. Speriamo che la rosa venga definitivamente completata negli ultimi giorni di mercato anche se le dichiarazioni di Commisso appena arrivato dall’America non sono molto rassicuranti in tal senso.

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      • Non ho mai creduto neanche per un momento che Pradé e Bonucci si siano ritrovati a pranzare per puro caso. Di conseguenza, è probabile che la Fiorentina lo metterà sotto contratto nell’eventualità che Martinez Quarta vada al Valencia (l’anno scorso si sono salvati all’ultima giornata, quest’anno evidentemente vogliono proprio retrocedere).
        Dal punto di vista umano la cosa non può farmi piacere, perché lo ritengo un giocatore eccessivamente aggressivo, al punto da venire sulle palle a tutte le componenti dell’ambiente juventino. Lo si deduce da come si sta consumando l’addio tra lui e i bianconeri: Allegri l’ha scaricato, la società ha appoggiato in pieno l’allenatore e non un solo compagno di squadra è intervenuto in sua difesa. Se fosse stato davvero un senatore e un leader dello spogliatoio, i suoi compagni si sarebbero messi in fila davanti all’ufficio di Ferrero per indurlo a ripensarci.
        Dal punto di vista tecnico invece devo ammettere che un cambio tra lui e Martinez Quarta sarebbe un salto di qualità enorme. Possiamo dire quello che vogliamo, ma i numeri parlano chiaro: con Bonucci vinci gli scudetti, con Martinez Quarta arrivi tredicesimo.

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          • Io invece sono più combattuto, non so se interpretare il suo eventuale acquisto come positivo o negativo. Comunque se ho dei dubbi su quest’operazione sono legati non tanto alla sua militanza in bianconero (anche Di Livio era una bandiera della Juve e poi è stato l’unico a seguirci in C2), quanto piuttosto al suo carattere, che potrebbe portare scompiglio nello spogliatoio. A sto punto viene quasi da augurarsi che il Valencia non si faccia rifilare il pacco Martinez Quarta, così non si porrà proprio il problema! 🙂

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            • Magari non mi sono spiegato bene: contesto l’arrivo di Bonucci per la persona non per le maglie che ha indossato. A Firenze già Gentile e poi Torricelli e Di Livio per finire con Mandragora, hanno dimostrato una professionalità ed un’intelligenza eccezionale. Bonucci che irride gli altri, che si permette di sputare nel piatto dove ha mangiato, che da sempre si permette di zittire gli altri dalla panchina è un brutto esempio in un mondo in cui ce ne sono già anche troppi!

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            • A mio giudizio nasce tutto da un eccesso di grinta, che lo porta a vedere l’altro come il suo più acerrimo nemico e non come un semplice avversario. Penso ad esempio a quanto è successo nella Supercoppa del 2022: la Juve la perde all’ultimo secondo dei supplementari, Bonucci ha un bisogno smodato di sfogare la propria rabbia su qualcuno, quindi prende il primo interista che gli capita a tiro (il segretario dell’Inter Cristiano Mozzillo) e comincia a picchiarlo. Se hai una reazione di questo tipo significa che vivi il calcio come una guerra, non come uno sport. E come hai detto tu, a Firenze siamo troppo civili per accettare un elemento del genere. Non per nulla il granducato di Toscana fu il primo stato nella storia dell’uomo ad abolire la pena di morte.

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