VIKTORIA PLZEN – FIORENTINA = 0 – 0
Una noia mortale come poche altre volte!
Una partita indecente per qualità di giocate, ritmo, occasioni da gol, gesti tecnici. Se fossi capitato per caso su Viktoria Plzen Fiorentina avrei pensato di assistere ad un’amichevole del giovedì o magari ad una partita di amatori non certamente degna di un palcoscenico europeo. Ieri sera si sono affrontate una squadra decimata dagli infortuni, quella ceca, che contava sette assenze di cui almeno tre titolari, ed una del tutto apatica, senza guizzi né capacità di andare in verticale verso la porta avversaria. Certamente poi, l’atteggiamento dei padroni di casa non ha aiutato lo spettacolo né il bel gioco…. Undici calciatori sotto palla ad aspettare che la Fiorentina sbagliasse con difensori che picchiavano come fabbri non appena qualche viola saltava l’avversario. Ma del resto, il Viktoria Plzen ha raggiunto lo storico traguardo dei quarti di finale di una coppa europea giocando così anche al completo, perché avrebbe dovuto cambiare atteggiamento contro la Fiorentina? Soprattutto contro una Fiorentina alla quale sembra essersi spenta la luce anche nei suoi uomini migliori: Nico che ormai è da mesi l’ombra del calciatore ammirato in passato, Arthur che non gioca più a due tocchi come inizio anno ed è diventato un calciatore scolastico e scontato, Belotti che non stoppa un pallone nemmeno per sbaglio e non trova più nemmeno la posizione in area di rigore, i subentrati come Barak e Nzola che hanno la stessa voglia che ho io di recarmi in ufficio il lunedì mattina dopo un posticipo vissuto al Franchi.
Resta comunque la pochezza di una rosa che è stata impoverita progressivamente dalla proprietà con scelte finanziarie anziché calcistiche, ma resta anche un impianto di gioco che non sembra ormai essere condiviso nemmeno dai calciatori che non vanno mai oltre il compitino, il passaggio scontato, la circolazione della palla in orizzontale. La furia agonistica, la voglia di azzannare la partita, sembra essere finita con il triplice fischio al termine della gara con l’Atalanta. Da lì in poi il nulla cosmico, il piattume inguardabile, la noia mortale. Dispiace vedere un ciclo finire come una fiamma che si spenge sempre più lentamente, dispiace soprattutto perché rischia di far dimenticare tutto il buono che è stato fatto nei due anni e mezzo precedenti. Mi sarei però aspettato sinceramente qualche cambio di spartito, una ricerca di qualcosa di diverso che potesse far riattaccare la spina ai calciatori ed invece no…. anche ieri sera le stesse sostituzioni ruolo su ruolo, solito modulo utilizzato dall’inizio alla fine, stesso copione ormai recitato a memoria non per convinzione ma per abitudine. Mi sarei aspettato qualcosa di diverso soprattutto nelle gare di campionato che, diciamocelo sinceramente, ormai non contano assolutamente più nulla! Ed allora perché non utilizzarle proprio per provare qualcuno o qualcosa di diverso? A parte Biraghi che resta un mistero della fede, Nico in queste condizioni ad esempio cosa serve? Ed Arthur invece? Che fine ha fatto Duncan che è stato il miglior centrocampista viola per più di mezza stagione? E non solo: considerando che i nostri esterni non sono mai stati decisivi e l’unico, cioè il 10 argentino, non lo è più da mesi, non potremmo pensare ad un cambio di modulo mettendo due punte una accanto all’altra? Oppure a riportare Beltran più vicino alla porta?
Domande che resteranno certamente senza risposta, quella che adesso deve assolutamente dare giovedì prossimo la squadra per riuscire a centrare un’altra semifinale europea a distanza di 12 mesi.
IL BUONO
- Dodò: impiegato per la prima volta per gli interi 90 minuti dopo l’infortunio, gioca una partita saggia anche se talvolta confusionaria. Ha la voglia ed il ritmo che tanti altri compagni non hanno e sembra tra i pochi volenterosi anche nella fase offensiva. Deve ancora oliare qualche meccanismo, ma sembra sulla strada giusta. Un innesto importante per il finale di stagione.
- Il risultato: probabilmente spingendo un pò di più i viola avrebbero potuto anche rischiare di vincere, ma nell’ottica dei 180 minuti alla fine può andare bene anche così. Al ritorno servirà però una maggiore pericolosità, soluzioni offensive diverse e maggiore qualità nell’esecuzione. La qualificazione è alla portata!
IL BRUTTO
- Tutto il resto: manovra lenta ed involuta, errori individuali allucinanti, poca cattiveria in campo, assenza di occasioni. Serve altro?
A voi per i commenti!!

E’ vero, Nico Gonzalez da mesi è l’ombra di se stesso. Ma la colpa è tutta di Italiano, che da mesi lo costringe a giocare acciaccato, perché l’alternativa sarebbe tornare a mettere Ikoné titolare. Se al primo acciacco Nico Gonzalez fosse stato messo a riposo, adesso sarebbe tornato al 100% da un bel pezzo.
Stesso discorso per Arthur, con la differenza che il brasiliano alla fine è stato messo a riposo. Ma non per consentirgli di recuperare fisicamente, bensì perché ormai è diventato chiaro come il sole che la Fiorentina non lo riscatterà, e quindi Italiano sta cominciando a costruire una Fiorentina che possa fare a meno di lui.
Questa Fiorentina “de – Arthurizzata” probabilmente non sarà lui ad allenarla, perché ormai lo sanno anche i muri che l’anno prossimo Italiano sarà a Napoli. De Laurentiis farà un ultimo tentativo per Antonio Conte prima di metterlo sotto contratto, ma Conte dirà ancora di no (perché sa che 2 uomini dal carattere impossibile come lui e De Laurentiis non potrebbero convivere), e quindi il Napoli virerà dritto dritto sul nostro allenatore. Poi per carità, può darsi anche che le cose vadano diversamente: anche nell’Estate 2022 sembrava scontato che Allegri sarebbe andato al PSG e che Italiano l’avrebbe sostituito a Torino, invece rimasero tutti e 2 sulle rispettive panchine.
Riguardo a Duncan, parliamoci chiaro: a Italiano non è mai piaciuto. All’inizio di questa stagione era costretto a schierarlo perché era in un momento di forma strepitoso, ma appena è finito quel periodo d’oro Italiano l’ha subito rimesso in panchina, e non gli ha mai dato una vera occasione di tornare titolare.
Riguardo all’ipotesi di rimettere Beltran centravanti, immagino che tu abbia fatto questa proposta perché Belotti è in un pessimo momento di forma, Nzola è improponibile, e quindi a tuo giudizio l’unica maniera per fare gol è mettere al loro posto l’argentino. Io invece sarei per lasciare tutto com’è, perché adesso Beltran ha trovato la mattonella di campo in cui rende meglio, quindi cambiandogli ruolo un’altra volta rischieremmo di mandarlo in confusione. Andiamo avanti con Belotti centravanti quindi, perché Nzola non lo voglio più vedere neanche a risultato acquisito (perché con lui in campo i risultati non sono mai acquisiti, infatti se ti ricordi un suo errore allucinante fece vincere il Lecce).
Tornando a Ikoné, non so se ci hai fatto caso, ma ultimamente sia lui e che Sottil sono stati premiati con una maglia celebrativa per le 100 presenze in maglia viola. Ora non so tu, ma io trovo infinitamente triste mettersi a fare le celebrazioni per dei traguardi così irrilevanti. E trovo decisamente inopportuno mettersi a lisciare il pelo a 2 giocatori già montatissimi di loro come Ikoné e Sottil, rafforzando la loro assurda convinzione di essere dei fenomeni. Qualcuno potrebbe dire “E’ una piccolezza”, per me invece non lo è, perché una società vincente si costruisce anche mettendosi a stappare lo spumante soltanto quando c’è da stapparlo. Se invece la società si mette a festeggiare per ogni minima stronzata, a quel punto i giocatori pensano che stia andando tutto bene, quando invece la Fiorentina sta facendo una stagione che più merdosa non si può. L’unico vero merito è stata la semifinale di Coppa Italia, poi per il resto il campionato è stato osceno, e la Conference League ci ha visti arrivare fino a questo punto solo perché è una competizione alla portata di chiunque.
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Ciao Wwayne! Stavolta dissento, almeno in parte, dal tuo commento. Nico Gonzalez ha avuto tantissime occasioni per recuperare dagli acciacchi visto che fa gennaio in poi ha giocato pochissimo. A me sembra sinceramente che sia un calciatore che non ha più quel fuoco dentro grazie la quale si buttava su tutti i palloni, arrivava sempre primo di testa, si rialzava dopo un calcione subito e ricominciava a puntare l’avversario come niente fosse. Tutto questo è stato spazzato via… Ormai è un giocatore intristito che sembra non crederci più.
Arthur secondo me è questo altrimenti non sarebbe stato lasciato in panchina per tre stagioni consecutive. Non credo che Italiano pensi a costruire una Fiorentina senza di lui perché ormai è chiarissimo che la sua strada sarà un’altra anziché quella viola. Non so se finirà a Napoli e sinceramente non mi interessa, spero solamente che la Fiorentina non riparta da Aquilani perché sarebbe la definitiva consacrazione di un ridimensionamento ulteriore. Probabilmente poi su Beltran non sono stato chiaro: la mia idea sarebbe di farlo giocare a fianco di un altro attaccante. In parole povere io giocherei con Bonaventura dietro Beltran e Belotti. Sono invece assolutamente d’accordo sulle pagliacciate dei traguardi raggiunti che piacciono tanto negli USA ma che sono assolutamente inutili. Anche basta!
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Ma guarda, io ritengo che un addio di Italiano comporterebbe un ridimensionamento a prescindere da chi dovesse sostituirlo. Perché la nostra ascesa negli ultimi anni è dipesa solo e unicamente da lui, e quindi è scontato che una volta migrato Italiano a Napoli noi torneremmo a contenderci la salvezza con il Lecce come ai tempi di Iachini.
Tra l’altro io farei un ragionamento più ampio: secondo te, anche ponendo che esistesse sul pianeta Terra un allenatore del livello di Italiano e disposto a venire a Firenze, Commisso si metterebbe a cercarlo? Perché la mia impressione è che lui non abbia intenzione di mettersi a cercare neanche un sostituto di Joe Barone, figuriamoci uno di Italiano. E’ come se la morte prematura del suo collaboratore gli avesse fatto passare del tutto la sua già scarsissima voglia di occuparsi di calcio.
Questa palese svogliatezza mi pare che possa portare ad una strada sola, ovvero la cessione della Fiorentina. Se avessi ragione onestamente non rimpiangerei Commisso, neanche se al suo posto dovesse venire uno squattrinato: un presidente che non spende perché non può farlo è di gran lunga migliore rispetto a uno che potrebbe comprare i migliori giocatori del mondo e invece non tira fuori un centesimo, perché ti fa rodere meno il fegato.
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Posto che non lo rimpiangerei nemmeno io, credo però che ci siano allenatori che potrebbero dare un messaggio diverso. Se ad esempio arrivasse Sarri (cosa per me impossibile), la Fiorentina punterebbe certamente al raggiungimento di un piazzamento europeo. Se invece puntasse su Palladino o Gilardino, avrebbe in casa un allenatore in rampa di lancio, pieno di idee, ma già con alcune esperienze importanti alle spalle con moduli di gioco che possono cambiare. Sia Palladino che Gilardino infatti, hanno giocato indistintamente con la difesa a 3 o a 4, con un centrocampo a 2 o a 3, con il trequartista o senza. Aquilani invece, sarebbe un vero e proprio salto nel buio!
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Quest’anno sia Palladino che Gilardino hanno raggiunto lo stesso obiettivo (una salvezza tranquilla), ma in modo totalmente diverso.
Palladino ha dovuto reggere il timone in mezzo ad un mare forza 9, dato che è morto Berlusconi, Galliani ha fatto un mercato “peggiorativo” (la sostituzione di Petagna con Colombo è stata una mossa oscena) e anche a campionato iniziato il Monza ha avuto una sciagura dietro l’altra, dal crociato rotto di Caprari alla squalifica per doping del Papu Gomez. Eppure Palladino ha dimostrato di saper fare le nozze con i fichi secchi, riuscendo a rimettere insieme i cocci ogni volta. Questo lo rende l’allenatore perfetto per una squadra come la Fiorentina.
Molto diverso il percorso di Gilardino, che non ha mai avuto un reale incidente di percorso, e in sede di mercato è stato molto più tutelato dalla sua società (ad esempio i genoani hanno rifiutato di venderci Gudmundsson, nonostante avessero già in casa il suo sostituto Vitinha). Tra lui e Palladino è l’unico a conoscere già l’ambiente viola, quindi sembrerebbe più logico scegliere lui, invece credo che Palladino sarebbe molto più adatto. Lo dico perché Gilardino è un catenacciaro all’ennesima potenza, uno di quegli allenatori che puntano sistematicamente allo 0 – 0, e a vincere qualche partita per 1 – 0 in una delle rarissime volte in cui la sua squadra supera la metà campo. Lui gioca con il 3 – 5 – 2 in cui entrambi i quinti di centrocampo sono 2 terzini, e in mezzo a loro c’è pure un centrocampista difensivo a rendere la squadra ancora più abbottonata. Non è un caso che nel Genoa Retegui faccia una fatica bestiale a segnare, e appena va a giocare in Nazionale faccia un gol dietro l’altro. Un allenatore così non va bene per degli amanti del bel gioco come noi tifosi viola.
Una cosa che non c’entra nulla: sono molto contento che Sacchi abbia detto ciò che io scrivo da tempo sul tuo blog, ovvero che l’Inter sta per vincere lo scudetto dopo aver costruito la squadra con dei soldi che non aveva, e questa è una cosa insopportabile. Certo, meglio vederlo in mano a loro che in mano agli juventini, ma non è questo il modo di vincere. E’ uno sputo in faccia a chi arriva dietro di loro senza aver mai fatto il passo più lungo della gamba. Onore a Sacchi per averlo detto senza giri di parole.
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Assolutamente d’accordo in merito a Palladino. Anche per me sarebbe il profilo più giusto per come.viene gestita la squadra viola: fare le nozze con i fichi secchi è la politica societaria. Quanto a Gilardino poi, nella prima fase del campionato ha giocato nel modo in cui dici, ma da febbraio in poi in realtà sta giocando con Messias, Gudmundsson, Retegui insieme senza dimenticare che in mezzo al campo il perno è Badelj. Credo sia stato un percorso alla ricerca prima di una certa tranquillità e poi un gioco più gradevole oltre che redditizio. Anche Gila non mi dispiacerebbe ma comunque tra i due scelgo Palladino!
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