Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – VENEZIA = 0 – 0

Tanto tuonò che piovve.

Dopo l’ennesimo affare con la Juventus ed il terzo pareggio consecutivo con squadre che certamente non valgono la Fiorentina, lo stadio ha deciso di farsi sentire. Dapprima la Curva FiesoleFerrovia ha cercato di ricordare alla proprietà che esistono altre squadre con le quali poter fare mercato, osservazione applaudita da tutto lo stadio, poi i presenti hanno fischiato sonoramente i ragazzi di Palladino dopo averli sostenuti per tutta la durata della (brutta) gara.

Il canovaccio della prestazione viola è stato pressoché il medesimo di quello visto con Parma e Puskas Accademia, con la differenza che stavolta la difesa è rimasta imbattuta. Un po’ per la buona prestazione di Terracciano, un po’ anche perché i tre difensori schierati da Palladino hanno interpretato la gara con concentrazione e dedizione. Ranieri si è dimostrato una volta di più il calciatore più adatto ad interpretare il ruolo di centrale dei tre, essendo l’unico tra i difensori viola ad avere letture intelligenti ed a saper temporeggiare utilizzando il sangue freddo anziché l’impeto. Comuzzo ha confermato il trend di crescita acquisendo sempre maggior sicurezza e Biraghi ha giocato una partita attenta, senza fronzoli né errori marchiani. In mezzo al campo abbiamo visto le note più liete: Dodò ci ha provato in ogni modo anche se la confusione ha spesso preso il sopravvento, Parisi è stato l’unico ad arrivare più volte al cross ed al tiro, mentre nella zona centrale si sono alternate luci ed ombre. Amrabat continua a dispensare la propria mediocrità in fase di costruzione sommandola alla grande capacità di recuperare la palla, mentre Richardson merita un discorso a parte. Alla prima da titolare in maglia viola, dopo un quarto d’ora di invisibilità, ha mostrato colpi interessanti sia in fase difensiva che soprattutto offensiva: è arrivato al tiro in un paio di occasioni ed ha mostrato una gran voglia di fare e mettersi in mostra. Solo un caso che quando è entrato al suo posto Mandragora la Fiorentina in mezzo al campo sia sparita? Davanti poi, Kean si è confermato come uno dei pochi ad avere cavalli nel motore e voglia di utilizzarli, mentre i due trequartisti sono stati imbarazzanti. Barak e Kouamè non sono mai entrati in partita e non hanno mai servito un pallone giocabile ai propri compagni: siamo proprio sicuri che servano a questa Fiorentina? Ma sarebbe davvero un buon colpo l’arrivo di Kostic che porterebbe tra l’altro al sacrificio di Parisi, togliendogli spazio? I viola non hanno più bisogno in altre zone del campo?

I 90 minuti di ieri pomeriggio hanno regalato veramente brutte impressioni: squadra slegata, ancora imballata, con poca qualità in ogni reparto, con la coperta corta in tutti i settori del campo e con un pubblico che inizia a stufarsi. E purtroppo il malcontento non è dovuto tanto a ciò che succede in campo, ma soprattutto a quello che la società ha detto ed al momento non ha mantenuto. Dapprima la battaglia al sistema, poi ai procuratori, poi alle società che continuano a fare mercato pur essendo disastrate economicamente, poi al Comune, poi alla Regione. E non dimentichiamoci le promesse: da “i soldi non sono un problema”, alle frecciate alla Juventus, dai proclami in merito ad una Fiorentina vincente nel giro di 5 anni, all’ambizione sbandierata non più tardi di due mesi fa. Il calcio è passione, amore, fiducia non è solo merchandising, social e video. La gente và allo stadio per tifare la propria squadra del cuore che rappresenta una città, un popolo, un colore, si fida ciecamente delle persone che guidano la società finché non vengono tradite perché le promesse non corrispondono alla realtà. Faccio un appello a Commisso, Pradé, Ferrari, a tutti quelli che possono fare qualcosa: muovetevi perché il filo si sta spezzando….

Ed ora testa a giovedì per la prima gara dentro o fuori della stagione!

IL BUONO

  • Terracciano: citare tra il proprio portiere tra i migliori al termine di una gara contro il Venezia dice già molto della prestazione viola. Quando nel secondo tempo la Fiorentina concede qualche tiro in porta, Pietro dimostra ancora una volta che si può contare su di lui. Professionista.
  • Kean: i movimenti sono da attaccante vero, peccato che non riceva un solo pallone giocabile in tutta la partita. Resta però uno dei pochi a crederci finché resta in campo. Pensare che si debba invocare 11 Kean in campo mette sinceramente i brividi…..

IL BRUTTO

  • Colpani: uno dei calciatori più attesi gioca una partita irritante. Non solo il ritmo compassato, i dribbling non riusciti, i tiri non tentati…. i colpi di tacco in mezzo ad una prestazione del genere per favore no! Abbiamo bisogno di quello vero!
  • Barak – Kouamé: se volete assistere alla prova inutile di due calciatori allora potete ammirare la loro prova di ieri. Il ceco corricchia pettinandosi come se fosse a fare jogging, il buon Christian batte il record di passaggi sbagliati in relazione al numero dei palloni toccati. La coppia che scoppia!
  • Mandragora: la mediocrità come ragione di vita, l’incapacità di essere decisivo e di incidere su un rettangolo verde. Uscito Richardson il buio….

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – PUSKAS ACADEMY = 3 – 3

Un’altra brutta prestazione, un altro pareggio ripreso per i
capelli.

Dopo la non certo esaltante Fiorentina vista al Tardini, per la prima europea stagionale al Franchi, i 10.000 accorsi allo stadio e lo stesso mister Palladino si aspettavano decisamente di più. Approccio molle, svogliato, concentrazione sotto la soglia minima, capacità di aggredire avversari e gara sotto zero. Per ritrovarsi sotto di due reti dopo poco più di dieci minuti bisognava impegnarsi o inventarsi qualcosa e Kayode ha commesso due errori troppo gravi per essere sprecati: dapprima l’ingenuo fallo da rigore sul passaggio troppo corto di Bianco, poi il regalo della palla agli avversari mentre i propri compagni stavano salendo. Nonostante le due reti siano arrivati per errori individuali, è stato proprio il modo in cui i viola sono entrati in campo a non essere piaciuto. Perché è certamente vero che la società è in colpevolissimo ritardo nell’allestimento della squadra, ma i calciatori che erano in campo ieri sera erano sufficientemente forti per giocare una gara diversa e portarsi a casa la vittoria. Oltre a Kayode, è sembrato spaesato Pongracic, che inizia a far dubitare del possibile adattamento al ruolo di leader di una difesa a tre, ha commesso diversi errori in uscita Quarta, i due centrocampisti Mandragora e Bianco (cresciuto poi nella ripresa) hanno fatto poco filtro ed ancora meno gioco, è parso un fantasma Beltran, sempre più irriconoscibile nel ruolo di prima punta (siamo sicuri sia il suo?). Fortuna ha voluto che la catena di sinistra composta da Parisi e Sottil abbia creato qualche occasione ed anche il gol, nella speranza che il prodotto del settore giovanile viola abbia ripreso il discorso della fine della scorsa stagione!

La ripresa con l’innesto di alcuni nuovi interpreti (Kean e Dodo’ su tutti), il netto calo fisico ungherese e lo spirito viola decisamente diverso, ha dimostrato quanto poco sarebbe stato sufficiente per regalarsi una serata tranquilla. Occasioni da rete, tiri in porta, calci d’angolo ed altre due reti, tra cui la prima di Kean in maglia viola. Oltre a ciò una squadra finalmente aggressiva che cercava di recuperare palla il prima possibile, andando velocemente in verticale sui trequartisti e sugli esterni che hanno accompagnato spesso l’azione. Non solo ma anche il primo grande intervento di De Gea che, apparso in ritardo in occasione del raddoppio ungherese, si è prontamente riscattato con una grande parata in controtempo per respingere un bel colpo di testa: peccato che l’occasione non sia stata sufficiente a far suonare l’allarme alla Fiorentina che, ormai in crisi di fiato e con i soliti difetti di concentrazione, si è fatta rimontare con l’ennesimo gol subito in questo breve scorcio stagionale.

Resta l’impressione di una Fiorentina in completa costruzione, con calciatori che ancora mancano e concetti di gioco ancora da assimilare. Purtroppo la società ha evidenti colpe per errori che speravamo quest’anno non venissero ripetuti: un allenatore che cambia completamente disposizione tattica e modo di giocare avrebbe la necessità di lavorare più tempo possibile con i propri calciatori. Ed invece qui, tra finti campioni che tengono il broncio e non si vogliono allenare con la squadra, nazionali tornati in ritardo dai propri impegni, difensori il cui contratto inizia a gennaio 2025 e centrocampisti fantasma sempre trattati ma mai arrivati, siamo al 23 agosto con una rosa abbondante in alcuni ruoli (porta e trequartisti) e ridotta all’osso in altri. La fortuna è che il Puskas Academy non è sembrata una corrazzata e domenica al Franchi arriva il Venezia…. ma siamo sicuri che poi il tempo concesso al mister sarà poi sufficiente per far entrare i calciatori velocemente nei meccanismi?

IL BUONO

  • La reazione della squadra: fare peggio del primo tempo era oggettivamente quasi impossibile, ma la Fiorentina della seconda frazione di gioco è stata tutt’altro. I nuovi innesti hanno dato il cambio di passo, ma probabilmente anche il mister ha fatto capire che non si poteva andare avanti così. Speriamo non accada più che non sempre avremo di fronte gli ungheresi!
  • Le parole di Palladino in conferenza stampa: finalmente un allenatore che dice le cose come stanno e che è non è quasi mai banale quando parla! Il mister ha finalmente esplicitato ciò che gran parte dei tifosi pensano ma che pochissimi giornalisti hanno il coraggio di dire. La costruzione della squadra è in netto ritardo e la cosa è gravissima soprattutto perché i calciatori da prendere erano ben chiari fin dallo scorso giugno. Che qualcuno si svegli?
  • Kean: sono stato tra i critici più intransigenti in merito all’arrivo di Moise, ma sono anche onesto intellettualmente. Seppur contro una squadra che in Italia farebbe fatica a salvarsi, ieri sera il nuovo attaccante viola ha fatto vedere tantissime cose interessanti in soli 45 minuti: aggressione della profondità, presenza fisica, tiro in porta, ma soprattutto il GOL! Gli mancava addirittura da 13 mesi…..Speriamo sia il primo di una lunga serie!

IL BRUTTO

  • Kayode: riportato nel suo ruolo naturale di esterno, ne combina più di Bertoldo giocando probabilmente la peggior partita della sua giovane carriera. Dai Michael che la prossima andrà meglio!
  • Beltran: nel primo tempo disastroso della Fiorentina, probabilmente l’argentino viene servito poco e male, ma lui fa troppo poco per smarcarsi e farsi dare la palla. Nella posizione di prima punta, soprattutto contro difese fisiche, sembra fare una fatica dannata. Certo è che il suo arrivo ritardato a causa delle Olimpiadi non ha aiutato ma adesso bisogna bruciare le tappe. Tra poco il tempo potrebbe essere scaduto anche per lui…..
  • Kouamé: se dopo la gara di Parma avevo detto che aveva grandi pecche dal punto di vista tecnico, ma di testa le prendeva spesso lui, ieri sera è riuscito a superarsi. In occasione del gol del pareggio definitivo, si scorda completamente di marcare l’avversario ed invece che andare a staccare di testa, prova un improbabile anticipo di piede. Ragazzo credimi, Maiorca è bellissima!!

A voi per i commenti!!

Fiorentina vs Puskàs Academy: la chance per la Conference League

Dopo che la stagione ufficiale viola si è aperta con il pareggio in casa della neopromossa Parma, adesso la Fiorentina si trova di fronte al primo confronto stagionale decisivo. Se infatti al Tardini si è disputata solamente la prima tappa di un percorso che dura 38 gare, tra domani e giovedì prossimo ci si gioca l’accesso alla fase a gironi della Conference League, e con esso la possibilità di ripercorrere per il terzo anno di fila una cavalcata europea si spera con un esito finalmente diverso.

Contro la squadra di Pecchia, candidata a mio avviso ad essere una possibile sorpresa del campionato per il modo di giocare, la qualità tecnica e tattica di alcuni interpreti come Man, Bernabè e Circati e per la continuità che la società ha deciso di dare all’intelaiatura di squadra, la Fiorentina ha giocato una gara semplicemente ingiudicabile. La compagine di Palladino è infatti un cantiere in costruzione come mai si era visto negli ultimi anni: se a Vincenzo Italiano la società aveva sempre dato una squadra incompleta nelle alternative alla prima di campionato, l’ex mister del Monza è stato decisamente più sfortunato. Quando una squadra di Serie A si trova a dover giocare gli ultimi minuti con una difesa a tre composta da Amrabat Kayode e Biraghi ed una coppia di centrocampisti come Bianco ed Ikonè di cosa vogliamo parlare? Se poi a ciò si aggiunge la disgrazia di dover vedere ancora titolari calciatori tecnicamente inadatti alla massima serie come Kouamè, tutto diventa maledettamente difficile: niente da dire sull’impegno, sulla fisicità, sul colpo di testa, ma le due occasioni sprecate nel primo tempo per i lanci maldestri dell’attaccante ex Sestese fanno ancora sanguinare gli occhi. La squadra, nel momento in cui scrivo, invece di rinforzarsi ha acuito i problemi che già dalla scorsa stagione conoscevamo: mancanza di leadership in difesa ed in mezzo al campo oltre all’atavica assenza di qualità tecnica che spesso non permette agli attaccanti di essere messi nelle giuste condizioni di battere a rete.

A Parma abbiamo visto una formazione che farebbe fatica ad arrivare nella colonna sinistra della classifica, ma anche una squadra visibilmente appesantita dai carichi di lavoro di mister Palladino. Per stessa ammissione di alcuni viola come Biraghi e Sottil, la preparazione è stata decisamente più dura rispetto al passato e la prima di campionato ha confermato tutto ciò, con una squadra che è riuscita mantenere le giuste distanze solamente per i primi venti minuti allungandosi poi per lasciare spazi invitanti agli avversari. L’assoluta mancanza di aiuto dal mercato a centrocampo ed in difesa (visto che Pongracic ha sostituito Milenkovic e non è un calciatore in più), ha fatto il resto. Mentre scrivo stiamo vendendo, per l’ennesima volta, il miglior calciatore della rosa alla Juventus, senza nel frattempo aver rinforzato la rosa dove più era necessario. Il primo di luglio abbiamo lasciato andare a scadenza Bonaventura, Castrovilli e Duncan oltre a restituire Lopez ed Arthur a Sassuolo e Juventus ed a poco più di una settimana dalla fine del mercato dobbiamo sperare che Amrabaat resti a Firenze per avere qualcuno da affiancare a Mandragora. Non solo, ma è arrivato un tecnico che ha fin da subito detto che avrebbe giocato con tre difensori centrali e, dopo quasi due mesi di mercato, ci presentiamo alla prima di campionato con Quarta appena rientrato dalle vacanze, un giovane alla prima apparizione da titolare in Serie A ed un difensore che non ha mai fatto il perno centrale in carriera.

Mentre tutti siamo in attesa di risolvere i capricci di calciatori mocciosi che si rifiutano di giocare con le rispettive squadre (da Nico a Lookman, da Koopmeiners a Oshimen), la Fiorentina domani si trova ad affrontare la Puskàs Academy, compagine del cuore di un governo non certo tra i più illuminati d’Europa, paese in cui i diritti civili sono spesso vissuti come un peso. Che Fiorentina vedremo? Quali calciatori ci aspettiamo? Spero innanzitutto di vedere a che punto è Lucas Beltran, un giocatore il cui reale valore ancora non abbiamo compreso, così come spero di poter vedere Richardson, l’unico volto nuovo tutto da scoprire in mezzo al campo. Dietro sarà nuovamente la volta di Pongracic, domenica squalificato, affiancato però da Ranieri che a Parma ha scontato un turno di sospensione. Chi dei due sarà il centrale dei tre difensori? Ma soprattutto dietro potrebbe essere la prima di De Gea, portiere dal passato luminoso ma fermo ormai da 14 mesi….sarà lui il titolare della nuova Fiorentina?

Sarà infine la prima volta in cui saremo costretti ad assistere ad una gara della Fiorentina dalla curva Ferrovia, quella che negli ultimi anni era stata caratterizzata dal tifo meno caldo o dalle promozioni per le famiglie e le scuole calcio. Farà certamente un effetto strano, ma sono sicuro che l’amore per la maglia viola, già ampiamente dimostrato dai 3000 che hanno sostenuto incessantemente la squadra al Tardini, saprà superare anche questa difficoltà.

A Parma chi gioca?

Mentre la tela del mercato sembra essere più complessa di quella di Penelope, la nuova Fiorentina di mister Palladino continua nell’avvicinamento ai primi impegni stagionali alternando allenamenti ad amichevoli.

Dopo la tournèe inglese della quale abbiamo parlato la scorsa settimana anche in questo blog (https://ilcornerdellungo.com/2024/07/31/la-tournee-viola-il-paziente-inglese/), stavolta i viola hanno affrontato prima il Montpellier al Viola Park e poi il Grosseto in quello stadio che fu teatro dell’esonero di Mister Pietro Vierchowood quando la Fiorentina si chiamava ancora Florentia Viola. Al netto della diversa consistenza delle due compagini contro le quali abbiamo giocato, ci sono certamente alcuni marchi di fabbrica del calcio di Palladino che sono stati apprezzati e già immagazzinati dalla squadra.

I due mantra più facilmente riconoscibili che differenziano la nuova gestione tecnica dalla precedente, sono certamente il possesso palla che parte dal portiere, e che ha aperto finalmente voci di cambiamento tra i pali, e la ricerca di una verticalizzazione nel cuore del campo anziché solamente sugli esterni a piedi invertiti. Con Palladino infatti, il primo passaggio a palla non schermata di uno dei tre difensori mira alla ricerca della profondità indipendentemente dal calciatore che riceve palla anziché la ricerca continua del regista o del trequartista. Questo apre scenari positivi ma anche potenziali rischi: se da un lato infatti rende più imprevedibile la fase offensiva della squadra anche grazie all’interscambiabilità degli attaccanti di cui parleremo dopo, la verticalizzazione rapida espone anche a contropiedi che si possono rivelare mortiferi. Sia con il Montpellier che con il Grosseto infatti, passaggi errati dei difensori hanno trovato la squadra scoperta poiché i centrocampisti stavano correndo in avanti per avvicinarsi all’area di rigore e dunque mancava lo schermo in zona centrale. La squadra dovrà quindi crescere sia nella qualità della trasmissione della palla, sia nelle coperture preventive che dovranno necessariamente migliorare per non esporre la Fiorentina a ripartenze micidiali. Se questo tipo di calcio può far correre dei rischi, dobbiamo però riconoscere che crea anche opportunità importanti soprattutto perché nel calcio di Palladino gli attaccanti non sono ancorati alla loro porzione di campo: nelle amichevoli abbiamo visto Ikonè e Brekalo impiegati finalmente nel ruolo di trequartista pronti a svariare su tutto il fronte d’attacco senza dover necessariamente rimanere emarginati sulla linea laterale. Due calciatori che probabilmente partiranno ma che messi nelle migliori condizioni, stanno dimostrando di poter essere ancora utili alla causa. Un altro aspetto che mi ha impressionato rispetto al passato, è la ricerca costante del tiro da fuori area, fondamentale tecnico quasi sparito nelle ultime tre stagioni quando si cercava insistentemente la circolazione della palla anche nell’ultimo quarto di campo per arrivare il più vicino possibile alla porta.

Le ultime due amichevoli sono poi state importanti per vedere i primi lampi di Colpani e di diversi giovani viola. Quanto al Flaco, è apparso molto lontano dalla migliore condizione atletica ma, a parte il gol, ha dimostrato che l’abito di Palladino gli calza a pennello. Partendo dalla posizione di trequartista destro, ricevendo palla in quello spicchio di campo, Colpani ha la possibilità di giocare faccia alla porta e può dunque puntare rete ed avversario già col primo controllo orientato. Gioca spesso a testa alta e soprattutto cerca l’infilata in verticale senza limitarsi ad aspettare la sovrapposizione dell’esterno: rispetto a quel che eravamo abituati a vedere, sembra un sogno!

Detto di una fase difensiva da rivedere anche per la continua rotazione tra ragazzi della primavera, calciatori appena arrivati da altre realtà e giocatori tornati da pochissimo dalle vacanze, credo sia giusto e doveroso iniziare a dare qualche giudizio sui giovani che potrebbero restare nella rosa di mister Palladino. Tra i difensori, mi ha fatto piacere notare la crescita importante di Comuzzo: contro il Montpellier, il prodotto del settore giovanile viola ha giocato una gara di grande sostanza nonostante una partenza condita da un paio di svarioni. Prese le misure agli avversari, Comuzzo ha dimostrato grandissime doti di anticipo e ottima capacità di ribaltare l’azione accompagnando anche la fase offensiva della squadra. Forte di testa, sembra migliorato anche con i piedi ma soprattutto sembra aver acquisito una discreta autorità anche contro avversari di livello. Posto che, nonostante Valentini, sarà assolutamente necessario l’arrivo di almeno un altro centrale, credo che Comuzzo possa far parte stabilmente della rosa.

Non la stessa cosa posso dire di Baroncelli che ha giocato molto ma non sembra essere pronto. Buona posizione in campo, discreto nel far ripartire l’azione, sembra però ancora molto acerbo fisicamente oltre a non avere quella sicurezza così importante per il ruolo che interpreta. Con spunti interessanti ma ancora bisognoso di giocare ed allenarsi con i pari età è apparso anche Caprini, mentre Fortini mi è piaciuto molto. Seppur impegnato contro una squadra di Serie D, l’esterno ha impressionato per corsa, caparbietà e capacità di vincere l’uno contro uno. Se Biraghi dovesse essere impiegato con continuità nei tre centrali difensivi (mah….), allora Fortini potrebbe essere considerato come l’alternativa a Parisi. Un ragazzo che ha rubato l’occhio per la rapidità di esecuzione e la capacità di trovare la porta è certamente Rubino che con il Grosseto ha fatto il diavolo a quattro seppur impiegato solamente per un piccolo spezzone di partita. Certamente è ancora indietro fisicamente, ma è anche una piantina da curare con amore ed attenzione perché la facilità di trovare lo specchio è una dote innata che non deve essere gettata a mare.