Un regalo di natale in ritardo

JUVENTUS – FIORENTINA = 2 – 2  

Abbiamo ritrovato la Fiorentina brutta, sporca e cattiva.

Nella gara dell’anno per la nostra città e la nostra tifoseria, il risultato è da sempre l’unica cosa che conta e riacciuffare un pareggio a pochissimi minuti dal termine con un prodotto del settore giovanile viola è una goduria pazzesca.

Il pareggio di ieri sera ha tante facce diverse, da quella di Palladino che, nonostante la quasi totalità di tifosi ed addetti ai lavori chiedesse un cambio di modulo e di approccio, ha tirato dritto per la sua strada ed ha nuovamente proposto il 4-2-3-1 (con il quale abbiamo ancora una volta sofferto tantissimo in mezzo al campo) schierando gli uomini più in forma (azzeccatissima la scelta di Parisi a sinistra anziché Gosens).

Ma ha la faccia anche di Moise Kean, per le cui critiche all’acquisto chiedo di nuovo umilmente scusa, un attaccante del tutto ritrovato che segna di testa il gol del primo pareggio, ma soprattutto guerreggia con tutti i difensori avversari, guadagna decine di punizioni (anche se Mariani fischia solamente quelle lontane dall’area di rigore), difende la palla come nessuno a Firenze da Gilardino e Toni in poi ed ora è ad un solo gol dal trono di capocannoniere.

Ed ha poi lo sguardo, le braccia, i piedi di David De Gea, una vera e propria benedizione per la nostra Fiorentina, un marziano atterrato a Firenze grazie ad una clamorosa intuizione di Daniele Pradè, un marziano che esegue una parata su Vlahovic che a queste latitudini non si vedeva dai tempi di Frey. Un portiere che para, guida la difesa ed ha anche un modo di comunicare da leader vero dentro e fuori dal campo: il post scritto ieri sera sui social in cui si dichiara orgoglioso di vestire la nostra maglia dovrebbe essere fatto studiare ai tanti ragazzini che invece li usano solamente per mostrare quanto guadagnano, le proprie macchine costose, la roba firmata.

Ma il pareggio viola ha anche la faccia di alcuni gregari come Parisi che, dopo un quarto d’ora di assestamento, ha limitato in modo quasi perfetto lo spauracchio Conceicao. Ne è dimsotrazione il fatto che il portoghese abbia ripreso vigore e trovato l’occasione propizia dopo l’ingresso di Gosens: Fabiano ha dimostrato cosa significhi essere un professionista, un ragazzo che tiene al proprio lavoro, alla maglia che porta, al gruppo con cui passa ogni giorno…altro che le sparate di un procuratore che ha provato a minare l’ambiente viola!!

E non vogliamo citare il cioccolatino che Adli ha recapitato sulla testa di Kean? Un Adli completamente rinato nella seconda frazione di gioco quando Palladino gli ha chiesto di abbassarsi sul centrosinistra per far ripartire l’azione viola.

Ma il pareggio ha soprattutto, giustamente, la faccia di Riccardo Sottil: un calciatore che a Firenze aspettiamo da tanti, troppi anni, un calciatore che è sempre sembrato sul punto di sbocciare ma che non ha mai avuto la continuità di impiego di questa stagione. Probabilmente dunque, non ha avuto mai neanche il tempo di sbagliare, di capire e di imparare dai propri errori, oppure semplicemente non ha mai trovato nessuno che è riuscito ad entrare nella sua testa toccando i tasti giusti. Ieri, quando è entrato Beltran prima ed Ikonè poi, credo che tutta Firenze avrebbe sostituito Colpani e Sottil per lasciare in campo il calciatore più pagato del mercato estivo, il numero 10 che tutti pensavamo potesse inventare la giocata per raddrizzare la gara. Ed invece mister Palladino no….mister Palladino ha deciso di giocare le sue ultime fiches sul ragazzo cresciuto in casa, sull’esterno che ha una moto di cilindrata superiore fin da sempre, su quel Sottil che però negli anni a Firenze era conosciuto quasi solamente per le decisioni tecniche sbagliate prese dopo aver saltato almeno due uomini.

Vorrei che per tutti noi, per tutti voi che mi leggete, il 2025 fosse proprio come quel tiro di Sottil, il segno di una rinascita dopo un periodo brutto e tribolato, con la rete che si gonfia, la gioia che arriva, il sole che torna a splendere….

Buon anno amici!!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – UDINESE = 1 – 2  

I segnali erano stati chiari.

Nelle ultime settimane, anche su questo blog, avevamo più volte sottolineato come il serbatoio del carburante apparisse quasi vuoto ed anche la divina provvidenza avesse iniziato a guardare da altre parti. Purtroppo la partita con l’Udinese ha certificato tutto ciò dopo che l’approccio iniziale era stato ottimo: finalmente la Fiorentina ha azzannato gli avversari con determinazione e geometrie che sembravano quasi dimenticate ed anche il gioco sembrava sgorgare naturalmente grazie alla coppia di centrocampisti formata ancora una volta da Adli e Cataldi. Un Kean in palla, accompagnato da un Sottil finalmente decisivo non solamente in occasione del rigore, aveva permesso ai viola di trovarsi in vantaggio dopo una manciata di minuti. Purtroppo però, nonostante il dominio assoluto del gioco, De Gea e compagni non sono riusciti a chiudere la partita nei primi 45 minuti di gioco e nella ripresa le parti si sono clamorosamente ribaltate anche grazie a peccati di sufficienza ed errori marchiani inaccettabili a questi livelli. Pronti via, l’Udinese ha trovato il pareggio grazie a Ranieri che ha letteralmente regalato l’occasione da rete ai friulani: lì la Fiorentina è sembrata un pugile suonato in balìa dei colpi di un avversario che ha giocatori tecnicamente molto validi. Solamente dopo il raddoppio di Thauvin i viola hanno ricominciato a giocare ma, un po’ per l’imprecisione di Kean ed Ikoné ed un po’ per la bravura di un’Udinese molto compatta, i viola sono usciti battuti e pieni di pensieri.

Se in questa stagione molto spesso Palladino era riuscito a cambiare le carte in tavola all’intervallo, sia nel modulo che nell’atteggiamento della squadra, stavolta sembra invece che lo scacco matto lo abbiano fatto i friulani. Il tecnico viola infatti, avendo tra le mani una squadra che ormai da settimane è in evidente calo fisico, avrebbe dovuto aspettarsi una reazione da parte dell’Udinese che proprio della fisicità fa la sua arma più importante. Oltre a ciò, la Fiorentina è ormai divenuta una squadra facilmente leggibile soprattutto quando Adli inizia a calare e dunque vengono a mancare le sue geometrie. Si aggiunga poi che l’Udinese ha due attaccanti che sembrano nati per giocare insieme che hanno anche potuto contare sulla stupidaggine colossale di Ranieri: a proposito, invece di pensare a gesticolare in continuazione, io inizierei a pensare di più a quel che si sta facendo in campo perché altrimenti si gioca con sufficienza e si combina disastri come quelli di ieri. Oltre all’errore del singolo però, mi sarei aspettato qualche mossa da Palladino almeno dopo il gol del pareggio friulano: in curva ieri c’è stata una disputa tra me ed il mio carissimo amico Bencio perché per lui ci dovevamo coprire prima inserendo Mandragora al posto di Colpani, mentre io pensavo che dovessimo mettere Parisi alto al posto dell’inutile ex Monza… comunque sia qualcosa andava fatto. Palladino invece non ha reagito alle scorribande bianconere se non con i consueti cambi uomo su uomo e lì abbiamo perso la partita: al momento il 4-2-3-1 è un modulo troppo sfrontato che possiamo reggere solamente in determinate partite e che comunque deve essere rivisto nel momento in cui i due centrocampisti iniziano a boccheggiare. Soprattutto contro una squadra tosta fisicamente come l’Udinese, avremmo dovuto avere un atteggiamento diverso nella ripresa, atteggiamento che invece ci è costato almeno un punto. Oltre a ciò, non ho assolutamente capito il cambio di Sottil che ieri, oltre a guadagnare il rigore, mi è sembrato l’unico sempre in grado di saltare l’avversario per creare la superiorità numerica: peccato, una serataccia può capitare anche al nostro mister…..

Adesso proviamo a passare un natale sereno e poi sarà di nuovo campionato con la sfida ai bianconeri di Torino e lì nessuno dovrà sbagliare!!!

IL BUONO

  • Sottil: conquista un rigore solare che solamente un arbitro molto mediocre non vede. Ha l’argento vivo addosso, salta a ripetizione gli avversari e finalmente aiuta anche dietro. Sembra veramente diventato un altro giocatore. Al momento l’unico esterno utile in rosa.
  • Cataldi: l’unico centrocampista che sembra avere ancora un pò di benzina, anche ieri il primo ad assaltare l’Udinese, l’ultimo a mollare. Capitano senza fascia.

IL BRUTTO

  • Ranieri: commette una sciocchezza colossale aprendo la strada al pareggio friulano. Sovrastato più volte fisicamente da Lucca, fa molta fatica anche contro Thauvin. Una gara da dimenticare.
  • Kayode: all’esordio dal primo minuto in campionato, non convince assolutamente. Timido nel riproporre gioco, spesso preso in mezzo dagli avversari. Oltre a ciò, tecnicamente sembra regredito. Dovrebbe giocare di più ma come fai con Dodò davanti?
  • Gudmundsson: gioca una partita alla Barak. Al piccolo trotto, non salta mai l’uomo e gioca sempre palla orizzontale. Finché gioca dietro Kean non la struscia mai e dunque non inventa niente di utile. Dov’è il vero Gudmundsson?

A voi per i commenti!! Buon Nataleeeeeeeeeeeeee

Il buono, il brutto, il cattivo

VITORIA GUIMARAES – FIORENTINA =  1 – 1  

Un punto conquistato con le unghie e con i denti.

Per come la Fiorentina ha giocato contro il Vitoria Guimaraes, il pareggio era il risultato massimo oggettivamente raggiungibile. Ancora una volta i giocatori meno impiegati da Palladino (non chiamamoli riserve sennò qualcuno si offende) dimostrano la differenza abissale di rendimento che esiste con quelli che vanno in campo ogni domenica. Il mister è stato bravissimo oltre che perfetto nella gestione del gruppo, addossandosi tutte le responsabilità per un primo tempo orribile, ma ancora una volta il turnover ha messo in evidenza come alcuni calciatori siano propri inadatti a militare in una squadra ambiziosa che voglia arrivare in fondo alle competizioni europee e miri ad entrare nell’Europa che conta. Indubbiamente l’approccio al match è stato orrendo con tantissimi errori tecnici nella trasmissione della palla, è stato pigro nell’assenza di movimenti per smarcarsi dalle marcature avversarie, è stato moscio e senza personalità, ma gli interpreti ci hanno messo tanto del loro.

Kouamè ha mostrato limiti tecnici imbarazzanti con gesti involontariamente comici (vogliamo parlare della prima azione offensiva viola quando è inciampato sulla palla oppure quando ha rinviato di testa pur essendo nell’area avversaria?), Ikonè probabilmente non ha capito nemmeno che la partita era iniziata, Richardson ha corricchiato in mezzo al campo come io faccio in pineta d’estate senza far mai qualcosa di utile alla squadra. Ha ragione Palladino quando dice che la squadra probabilmente non ha capito com’era stata preparata la gara, ma alcune scelte sinceramente non le ho capite nemmeno io: posto che Martinez Quarta sembra ormai estraneo alla squadra tanto da sbagliare qualunque scelta sia in fase offensiva che difensiva, alcuni calciatori sono stati impiegati in un ruolo che non ne esalta le caratteristiche. Beltran sull’esterno sinistro ad esempio, è una mossa emergenziale che speriamo finisca presto; in Portogallo, senza Sottil e con Gosens che aveva bisogno di rifiatare, Palladino non aveva alternative ma l’argentino in quella posizione resta completamente fuori dal gioco e non può inventare con continuità per l’attaccante (nell’unica volta in cui ci è riuscito, ha servito Kean a tu per tu con il portiere). Richardson poi, in un centrocampo a due in questo momento non può proprio giocare! Non so se crescendo si adatterà, ma oggi, soprattutto accanto ad un altro mancino come Mandragora, è in evidente difficoltà: il marocchino purtroppo usa un piede solo ed è lento di pensiero, gioca sempre almeno a tre tocchi e questo non è possibile se si vuole giocare competizioni internazionali contro squadre che non siano il Lask. Ad aggravare il quadro, ieri per la prima volta ha steccato clamorosamente anche Comuzzo: solitamente solido, sempre attento, perfetto nella marcatura, in terra portoghese il giovane centrale viola ha commesso diversi errori tecnici e tattici: ha regalato palla agli avversari in impostazione in più di un’occasione, si è fatto saltare facilmente dall’attaccante avversario, ha perso l’uomo sulle palle inattive. In una stagione in cui il nostro Pietro è stato spesso il migliore della difesa viola non c’è da preoccuparsi, probabilmente anche per lui è arrivato il momento di fermarsi un po’ a riposare.

Menomale che nel secondo tempo, certamente con alcuni arrangiamenti di Palladino, ma soprattutto con l’ingresso in campo dei vari Kean, Adli e compagnia, i viola hanno cambiato marcia e negli ultimi 25 minuti hanno letteralmente chiuso i portoghesi nella propria metà campo: se solo l’attaccante della nazionale avesse sfruttato meglio il cioccolatino di Beltran davanti al portiere, probabilmente i viola avrebbero avuto il tempo anche di andare a vincerla per arrivare secondi nel girone. Accontentiamoci del pareggio e cerchiamo di essere soddisfatti di una partita in cui non ci sono stati infortuni, la Fiorentina è riuscita a fare un po’ di rotazioni ed ha ottenuto un risultato utile a saltare gli spareggi di febbraio.

Adesso occhi, cuore e gambe al rush finale del girone di andata della serie A iniziando dalla gara interna con l’Udinese. I friulani sono una squadra fisica, con esterni di gamba ed attaccanti talentuosi, una compagine che potrebbe mettere in difficoltà la Fiorentina lenta ed un po’ spompa delle ultime settimane: servirà una prestazione importante per agguantare tre punti prima della doppia sfida con Juventus e Napoli che ci dirà qualcosa in più in merito all’annata che potranno fare i gigliati in campionato in attesa di un aiuto da Commisso, Pradè e Goretti che speriamo rispondano presente sul mercato.

IL BUONO

  • Mandragora: certamente a Firenze sono in minoranza, visto che in tantissimi vorrebbero la sua cessione, ma io credo che un calciatore come lui in rosa sia importante. Grande professionista, mai una polemica, sempre pronto all’impiego, con qualche gol nelle corde. In un reparto in cui poi siamo corti numericamente, Mandragora ci sta alla grande. Certo non può essere (ed infatti non è) il playmaker della squadra, ma quando tocca a lui raramente tradisce. In ogni squadra ci vorrebbe uno professionista come lui!
  • Adli: quando i ritmi calano e non deve rincorrere gli avversari, l’ex Milan sale in cattedra. Nella rosa affidata a Palladino è uno dei pochi, se non l’unico, a verticalizzare e con lui la Fiorentina inizia a giocare stabilmente nella metà campo avversaria. A quando i 90 minuti nelle gambe?
  • Kean: non è freddo nel momento in cui deve concludere su assist di Beltran, ma come entra in campo i viola guadagnano 20 metri di campo. Non è più quello di inizio stagione, ma la Fiorentina senza di lui davanti non può proprio giocare. Imprescindibile.

IL BRUTTO

  • Comuzzo: per la prima volta da quando indossa la maglia viola della prima squadra, appare confusionario e svagato. Compie diversi errori palla al piede ed anche in marcatura non è il solito mastino. Tranquillo Pietro, succede a tutti!
  • Kouamè ed Ikonè: come cantava Luciano Ligabue……Ho perso le parole.
  • Martinez Quarta: gioca una partita indecente per la quantità di errori commessi. Sembra un pesce fuor d’acqua e credo che la spiegazione, almeno in parte, sia anche di natura tattica. L’argentino nel calcio di Vincenzo Italiano poteva esprimere tutto il suo potenziale perché la fase difensiva era effettuata con la riconquista della palla in avanti, con la ricerca spasmodica dell’anticipo, con la linea difensiva sempre a cavallo della linea di metà campo. In questa stagione invece, la Fiorentina difende bassa e marca quasi sempre alle spalle dell’avversario con l’obiettivo di non farlo girare verso la porta. In questo modo, quando Quarta commette i suoi soliti errori, la palla viene persa al limite o dentro l’area di rigore e dunque è decisamente più pericoloso. Se Pongracic è pronto, credo sia giunto il suo momento!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

BOLOGNA – FIORENTINA = 1 – 0

Prima o poi doveva accadere.

La Fiorentina, dopo otto vittorie consecutive e dieci risultati utili, cade a Bologna con il minimo scarto al termine di una partita che i padroni di casa hanno meritato di vincere per come hanno interpretato la ripresa. Se infatti i viola hanno disputato un primo tempo molto buono, nei secondi 45 minuti di gioco sono letteralmente spariti dal campo senza riuscire mai a limitare le scorribande rossoblù né a trovare le contromisure. La domenica viola era cominciata nel peggiore dei modi con la terribile notizia della scomparsa della mamma del tecnico Raffaele Palladino al quale esprimo le mie più sentite e sincere condoglianze. Dopo il terribile incidente di Bove, adesso anche la morte ha colpito il gruppo squadra: sarà necessario provare a resettare nuovamente il dolore per ripartire nel migliore dei modi in vista del rush finale in Conference League ed in campionato con gli impegni contro Udinese, Juventus e Napoli.

Come dicevamo, i viola sono partiti compatti e concentrati con una formazione molto offensiva che però non mi ha convinto per più di un motivo. Palladino ha scelto di mantenere il 4-2-3-1 impiegando Beltran alto a sinistra e Gudmundsson dietro a Kean ma questo schieramento ha mostrato molte criticità. Innanzitutto Beltran a sinistra è rimasto spesso fuori dal fulcro del gioco limitando di molto la sua pericolosità sia in fatto di assist che di tiro in porta. Il centrocampo inoltre, ha subìto numerose imbucate importanti perché la Fiorentina aveva quasi sempre i quattro giocatori offensivi oltre la linea della palla accompagnati da Adli e talvolta da Dodo’; la contemporanea presenza di così tanti calciatori offensivi ha spesso sguarnito il centrocampo che ha giocato tutta la partita in inferiorità numerica, ma la criticità maggiore si è palesata una volta che la Fiorentina si è trovata sotto nel punteggio. Costretta a rimontare, la squadra di Palladino non aveva praticamente nessuna freccia al proprio arco per poter ribaltare il risultato se non Sottil che anche stavolta non ha demeritato. Ikone’ e Kouame’ hanno giocato la loro solita partita inutile, mentre Richardson ha mostrato segni di crescita sia in presenza offensiva che in personalità. Credo sia giunto il momento di passare ad un centrocampo a tre soprattutto se Colpani continua ad essere questo: la soluzione con Beltran e Gudmundsson dietro Kean potrebbe permettere all’attaccante di sentirsi meno solo e di essere servito meglio (se lo merita davvero visto l’impegno mostruoso che ci ha messo anche in questa gara).

La sconfitta potrebbe dunque rivelarsi positiva se analizzata in modo giusto perché ha mostrato i diversi problemi che stanno sorgendo. Innanzitutto Adli è un giocatore che, quando si alza il livello agonistico della contesa, tende a sparire completamente dal campo: aiutarlo con l’inserimento di un centrocampista in più potrebbe essere la soluzione. Inizia poi a destare un po’ di preoccupazione anche la condizione fisica. Sono ormai almeno due settimane che i viola calano vistosamente nei secondi tempi ed alcuni calciatori hanno la spia della riserva accesa: detto di Adli, anche Gosens e Cataldi sembrano appannati, mentre Colpani non ha ancora fatto un cambio di passo in tutta la stagione!!
Chiudo parlando di un arbitraggio a tratti scandaloso. Giusto fare giocare il più possibile, ingiusto fare picchiare dall’inizio alla fine. Giusto non dare i rigorini, ingiusto chiudere gli occhi su due penalty solari come quelli su Gudmundsson (perché nessuno lo ha detto ma la trattenuta di Pobega su Gudmundsson continua in area di rigore ed il regolamento, come si può leggere qui sotto, parla chiaro).

Altre volte ci è andata bene (ad esempio per me è discutibile il rigore assegnatoci contro la Lazio), ma stavolta Fabbri ci ha decisamente penalizzato e con lui il VAR che probabilmente a Bologna non funzionava. Peccato, l’importante è ritrovare velocemente la miglior Fiorentina provando anche il terzo modulo della stagione: visto il periodo, io andrei con l’albero di natale!

IL BUONO

  • Gudmundsson: tecnicamente è di un altro livello rispetto a tutti gli altri 21 in campo. Guadagna due rigori non assegnati, accompagna sempre Kean, inventa giocate, mostra lampi di classe. Quando esce, sulla Fiorentina cala il buio.
  • De Gea: risponde sempre presente nel complicato secondo tempo viola. Sia da fuori area che da vicino è reattivo e preciso oltre ad uscire con personalità. Purtroppo stavolta il marziano non basta.
  • Kean: lotta come un leone, difende decine di palloni, si prepara il tiro in diverse occasioni ma non riesce a pungere come vorrebbe. Un leone in gabbia che soffre di solitudine.

IL BRUTTO

  • Beltran: lotta, si sbatte, si sacrifica, ma sbaglia decisamente troppo. Dal punto di vista tecnico non riesce a pulire i palloni che arrivano dai difensori come ci ha abituati a fare. Isolato sulla fascia perde gran parte delle proprie potenzialità. Esperimento da rivedere.
  • Adli: corricchia in mezzo al campo senza mai incidere. Già nel primo tempo appare avulso dal gioco ma nella ripresa, quando il Bologna mette sulle sue tracce Ferguson, viene letteralmente travolto. Sembra un giocatore di futsal.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – CAGLIARI = 1 – 0

La Fiorentina sta facendo la storia di questa società.

Per fotografare perfettamente il momento viola è giusto far parlare i numeri della compagine di Palladino: ottava vittoria consecutiva in campionato (eguagliato il record storico dei viola che risale al 1960), tagliato il traguardo dei dieci risultati utili consecutivi in Serie A, miglior difesa del campionato insieme a Napoli e Juventus con De Gea che ha tenuto la porta inviolata in 7 partite, di cui 5 in trasferta. E soprattutto 31 punti conquistati in 14 giornate che permettono ai viola di mettere le radici nella zona di classifica più importante, quella che vale l’Europa che conta. I numeri non sono però sufficienti a spiegare quello che Firenze sta vivendo in queste settimane e soprattutto perché i viola, contro ogni pronostico, sono riusciti a diventare la vera sorpresa di questa serie A. Palladino è riuscito a creare in pochissimo tempo un gruppo solido, in cui tutti si aiutano, non ci sono polemiche, tutti si mettono a disposizione della collettività. Il clima che si respira nella Fiorentina è tutto nella chat che riporta i messaggi che Cataldi e Bove si sono scambiati ieri mattina prima della gara (foto qui sotto).


È grazie al gruppo, all’abnegazione, alla serenità che si respira finalmente in città dopo anni di polemiche spesso inutili, che i viola riescono a vincere anche partite come quelle di ieri. Una vittoria brutta, sporca, cattiva, di quelle che valgono doppio proprio perché colte quando i migliori sono appannati ed il gioco sembra non essere più convincente come ad inizio stagione. Senza Bove, con Adli a mezzo servizio e Gosens non più scintillante come qualche settimana fa, la Fiorentina è apparsa spesso lenta e prevedibile ma è riuscita comunque a portare a casa tre punti di platino. E dire che il mister stavolta aveva sorpreso tutti lasciando fuori due dei calciatori più impiegati fino ad oggi, Kean e Colpani, per fare spazio ad Ikone’ e Kouame: scelta certamente coraggiosa ma che non ha pagato grandi dividendi visto che i due nomi a sorpresa non hanno fatto quasi nulla degno di essere ricordato. Certo è che anche i due titolari quando sono entrati in campo hanno disputato una gara sulla falsariga degli altri dimostrando dunque che probabilmente avevano davvero bisogno di riposo. I viola però, quest’ anno, hanno una qualità media nella rosa maggiore rispetto alla scorsa stagione e questo permette a Ranieri e compagni di trovare spesso la giocata risolutiva anche nelle giornate peggiori. Stavolta il jolly lo ha pescato Danilo Cataldi, uno dei leaders di Palladino che dal limite dell’area ha disegnato una traiettoria imparabile per Sherri.

Ma cosa dire del quinto assist stagionale di Beltran? Sulle pagine di questo blog molte volte si è dibattuto in merito alle prestazioni dell’argentino accompagnate a mio modesto avviso da troppo scetticismo. Quanto volte insieme all’amico Wwayne abbiamo scommesso sulle qualità di Lucas al quale bastava solamente essere messo nella sua posizione naturale e ricevere quella fiducia che è spesso necessaria per i calciatori che cambiano vita, campionato e continente nel giro di 24 ore? Anche contro il Cagliari Beltran ha ripulito decine di palloni, ha pressato ogni avversario, si è sacrificato interpretando più ruoli ed ha messo Cataldi nella condizione di battere a rete. Semplicemente immenso!
Resta la sensazione di una squadra stanca forse più di testa che di gambe (la questione Bove non può non avere ripercussioni), una squadra che non riesce più a trovare quella fluidità di manovra di qualche settimana fa, ma che è un monolite, una macchina che viene spinta da ogni singolo calciatore dentro e fuori dal campo: esempio ne è stato l’ingresso di un Parisi concentrato, attento, scaltro in fase difensiva come non si è praticamente mai visto in maglia viola. Tutti si sentono coinvolti, tutti si sentono importanti…forse è proprio questo il segreto della stagione viola!

IL BUONO

  • Cataldi: oltre a segnare il gol decisivo, dimostra con i fatti di aver preso in mano le redini della squadra con i palloni recuperati e la gestione dei tempi della partita. Insieme ad Adli domina il primo tempo: l’italiano con la tempra e l’intelligenza tattica, il francese con le geometrie e le serpentine in mezzo al campo. Con Danilo ci sentiamo tutti un pò meno soli.
  • Comuzzo – Ranieri: se la Fiorentina è la miglior difesa del campionato, tanto merito lo dobbiamo dare alla coppia italiana di difensori centrali. L’arrivo di Pongracic sembrava dover fare retrocedere in panchina almeno uno dei due ed invece i due prodotti del settore giovanile viola, insieme al marziano De Gea, compongono la spina dorsale di una retroguardia che ormai si intende ad occhi chiusi. Bravi a chiudere e rilanciare, ottimi nella marcatura con la difesa schierata, sono i perni della squadra insieme alla coppia Cataldi Adli. Vi meritate tutto!
  • Beltran: vedi sopra. Un altro argentino di cui potersi innamorare.

IL BRUTTO

  • Ikonè: la prima da titolare in campionato non verrà certamente ricordata. Pasticcia come al solito anche se aiuta in fase difensiva. Non incide, non salta l’uomo, non tira in porta. Trasparente.
  • Kouamè: l’ennesima dimostrazione di come la Fiorentina non abbia un vice Kean presentabile. Nonostante il colpo di testa sia il suo forte, con Mina non gli tocca mai e si sfiora il ridicolo quando, al tramonto del primo tempo, sul cross di Gosens rinvia verso la metà campo anziché colpire in direzione della porta avversaria. Meglio un primavera.
  • Kean: per come è entrato aveva ragione il mister. Sembra svuotato, appannato, assente. L’atteggiamento però non mi è proprio piaciuto….

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Intelligenza artificiale: la conosciamo davvero? (1° parte)

Sono ormai alcuni anni che si sente parlare di intelligenza artificiale, di quanto sia utile per la nostra vita, di quanto sia amata dai giovani per studiare meno o dagli impiegati per scansare alcuni compiti barbosi, ma nel contempo ci sono anche tanti analisti che la considerano una vera risorsa per risolvere tante problematiche che ad oggi l’essere umano non è riuscito a superare. Ciò che però tantissimi ancora non hanno valutato è l’impatto non solo lavorativo e sociale ma anche ambientale dell’intelligenza artificiale. Per cercare di approfondire meglio queste problematiche in più puntate mi farò guidare, come di consueto, dall’amico e professionista Simone Pesucci partendo da come nasce l’idea di intelligenza artificiale e quale sia la sua definizione.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – EMPOLI = 2 – 2 (5-6 d.c.r.)

La Fiorentina di ieri non è stata e non poteva essere quella che abbiamo conosciuto in questa stagione fino a quel maledetto 17° minuto della gara contro l’Inter.

Dopo aver passato giustamente le ultime 72 ore a pensare a Bove anziché alla preparazione della partita contro l’Empoli, i viola sono apparsi contratti, distratti, tecnicamente fallosi, quasi straniti. Nel primo tempo abbiamo assistito ad una gara giocata da una squadra confusa che ha potuto contare solamente su gesti tecnici individuali per superare un Empoli compatto, organizzatissimo, con alcuni talenti italiani (come si può vedere ci sono ancora) che non hanno sbagliato nulla. Nonostante ciò, la Fiorentina ha avuto occasioni incredibili per portarsi a casa il passaggio del turno, come quella della traversa di Kean e del salvataggio sulla linea al termine della gara, ma non ci è riuscita. La prestazione è difficilmente commentabile anche se la differenza tra il primo tempo ed il secondo è sotto gli occhi di tutti: i viola hanno alzato i giri del motore, sono entrati in campo con una testa diversa (probabilmente più sgombra dopo aver già giocato 45 minuti), hanno aggiustato qualcosa anche negli interpreti. Alcune prestazioni individuali sono state decisamente mediocri ed è giusto dirlo. Martinez Quarta non ha né i tempi né l’intelligenza calcistica per poter giocare in mezzo al campo: se il suo impiego a centrocampo lo si pensa come una scelta per contenere nell’ultimo spezzone di gara può anche avere un senso, ma farlo partire titolare nella zona nevralgica del gioco non ha alcun senso. Se per Quarta c’è certamente l’attenuante della posizione in campo, chi inizia ad aver finito il credito è invece Colpani. Acquistato questa estate a furor di popolo, sembra essere lontanissimo parente del calciatore ammirato a Monza. E’ vero che sta facendo tantissimo lavoro sporco a supporto di Dodò, ma contro mezza squadra primavera dell’Empoli può ed anzi deve assolutamente fare di più: mai un’invenzione, un’accelerazione, un tiro in porta. Così non aiuta né la squadra né sé stesso e forse, quando Gudmundsson sarà pronto a partire dal primo minuto, il sacrificato potrebbe essere proprio lui! 

Buttato al vento il primo obiettivo stagionale, adesso è assolutamente necessario reagire perché già domenica la Fiorentina avrà una nuova gara casalinga contro il Cagliari. E’ fondamentale tornare alla vittoria per cercare di rimanere attaccati al treno dell’Europa che conta e mantenere il distacco guadagnato dalle grandi che al momento sono attardate. Sono molto curioso di capire come Palladino deciderà di affrontare i sardi: i rossoblù sono la tipica squadra allenata da Nicola con grande aggressività, grinta, attenzione alle marcature e ripartenze rapide grazie alle qualità tecniche dei propri centrocampisti. La mobilità dei difensori non è la dote migliore, visto che sia Mina che Luperto sono ottimi marcatori ma nello spazio ampio diventano vulnerabili. Ecco perché il Cagliari è una delle compagini che tiene la linea difensiva più bassa e questo potrebbe creare problemi alla Fiorentina nella ricerca degli spazi. Dunque meglio continuare a giocare con un 4-2-3-1 con Sottil e Colpani sugli esterni per allargare le maglie difensive oppure provare a cambiare qualcosa inserendo un centrocampista in più (Mandragora o Richardson) ed andare con due trequartisti più vicini a Kean? Cioè provare il terzo schieramento diverso in stagione, un 4-3-2-1 che avvicinerebbe Colpani (o Sottil) a Beltran (o in corsa Gudmundsson) per cercare un fraseggio diverso con il centravanti?

Credo sinceramente che, soprattutto in un momento di evidente difficoltà psicologica come questo, Palladino sceglierà la continuità con il recupero di Adli in mezzo ed il rientro di De Gea tra i pali: del resto nelle difficoltà meglio affidarsi alle certezze che agli esperimenti!

IL BUONO

  • Dodò: in questo momento è il calciatore più in forma della Fiorentina. Spumeggiante, sempre pronto a sovrapporsi, con l’argento vivo addosso. L’anima viola.
  • Gudmundsson: seppur ancora non al top della condizione, gioca minuti preziosi. Da esterno e da trequartista, dimostra di avere delle qualità superiori rispetto a tutti gli altri calciatori in campo. In questo momento così difficile, serve come l’aria.
  • Sottil: un pò confusionario nei movimenti di interscambio con Gosens ma sempre presente nelle azioni più importanti della Fiorentina. Punta sempre l’uomo, spesso lo salta, non molla mai. Senza Bove serve il miglior Sottil!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: come già scritto nell’articolo, è di gran lunga il peggiore in campo non solo per colpe proprie. Dispiace perché nel calcio di Italiano aveva un ruolo centrale partendo dalla linea dei difensori ed inserendosi in zona offensiva, in un calcio più bloccato e con la linea difensiva più bassa sembra un pesce fuor d’acqua. Avventura al capolinea?
  • Kean: la prima vera bocciatura della stagione. Sbaglia gol incredibili e viene spesso sovrastato fisicamente dai difensori avversari. Il rigore poi, è quasi comico…..
  • Terracciano: dispiace ma sembra non avere più la testa per giocare a Firenze. Dà la netta impressione che, senza sentire la totale fiducia, torni ad essere un portiere mediocre. In ritardo nell’uscita sul primo gol, lentissimo nel reagire ai tiri di rigore. Credo sia giunto il momento di Martinelli.

A voi per i commenti!!