BarLungo con Simone – Vantaggi e rischi delle multiutility

Stavolta tocca ad uno di voi! La tematica proposta dal nostro amico Francesco è l’argomento di questo podcast. Insieme a Simone Pesucci cerchiamo di approfondire questo tema che ha diverse sfaccettature perché tocca alcuni servizi essenziali che fino ad alcuni anni fa erano gestiti direttamente dallo stato o da altri enti pubblici. Quali sono dunque i vantaggi ed i rischi sia per le amministrazioni che per noi consumatori?

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo (Da Cagliari ad Atene)

CAGLIARI – FIORENTINA = 2 – 3

E per il terzo anno di fila la Fiorentina si qualifica in Europa!

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: i rimpianti ci sono e sono molti, soprattutto adesso che sappiamo che probabilmente l’Italia porterà 6 squadre in Champions League, ma questo continuo polemizzare in merito al mancato mercato di gennaio ed alle scelte tattiche del mister non aiuta nessuno a migliorare il lavoro che sta facendo. Probabilmente, come quasi sempre accade, la verità sta nel mezzo: la società ha operato meglio di quello che la stragrande maggioranza dei critici (me compreso) pensa ed Italiano è molto meno scarso di ciò che dicono quelli che lo volevano esonerare non più tardi di due mesi e mezzo fa (è successo davvero!!). Tutti questi discorsi potranno essere spazzati via o ingigantiti dopo la partita di mercoledì che è l’unica cosa che conta: in caso di esito positivo la gestione societaria acquisirebbe punti così come il lavoro di un tecnico che purtroppo se ne andrà non per le polemiche dei tifosi ma perché il ciclo è probabilmente finito.

In mezzo a questo girone infernale che è diventato il calcio moderno, in cui la squadra è chiamata a fare il media day per la finale di Atene prima di giocare una gara di campionato, in cui gli allenatori ufficializzano rescissioni o scelte quando ancora i campionati sono in corso ed i calciatori annunciano già le loro nuove squadre mentre ancora vengono pagati da quelle vecchie, ieri sera la Fiorentina è dovuta andare in campo a Cagliari per quella che è sembrata più una scocciatura che una partita da vincere. La formazione viola ha potuto contare su tantissimi potenziali titolari di mercoledì e, poiché non mi sembra il caso di fare i buoni ed i cattivi, possiamo però segnalare un Terracciano che ha alternato grandi cose nel primo tempo con una reattività da bradipo in occasione del gol di Mutandwa, un Dodò piuttosto in palla, un Ranieri in crisi nera che probabilmente ad Atene vedrà la gara dalla panchina. Tra i centrocampisti invece, mi sembra che ci si sia mossi con circospezione e misura per cercare di amministrare le forze anche se da una parte Barak è tornato ad essere trasparente, mentre Bonaventura ha deliziato la platea con un gol meraviglioso ed Arthur ha dimostrato di avere una personalità da non sottovalutare in funzione della finale europea da giocare. Davanti poi, con il dubbio amletico tra Belotti e Nzola che non accenna a risolversi, possiamo certamente dire chi non dovrebbe giocare ad Atene: l’Ikonè in versione ancora una volta ballerino di ieri non credo meriti di stare tra gli undici dove invece sicuramente troveranno posto il riposato Kouamé ed il redivivo Nico Gonzalez che ha siglato l’importantissimo gol del 2-2.

Resta però da citare il momento più bello della serata e cioè il 13° minuto. Il popolo sardo ha dimostrato di nuovo uno dei tratti distintivi dell’Isola, la capacità di non dimenticare le persone che la amano e la trattano bene. Così come con Gigi Riva, anche con Davide Astori, ogni volta che la Fiorentina torna a giocare a Cagliari, i tifosi rossoblu dimostrano quella gratitudine spontanea e sentita che purtroppo a Firenze sembra sia stata un po’ dimenticata. E’ un vero peccato che al Franchi non si applauda più il ricordo di una delle facce più pulite di questo meraviglioso sport.

Non posso però esimermi dal salutare un grande tecnico che si ritira dalle squadre di club, Sir Claudio Ranieri. Per alcuni un santo, per altri un paraculo, per altri ancora un tecnico solo fortunato. Io sinceramente non so giudicare né il tecnico né la persona perché tutto ciò è offuscato dalla gratitudine per un allenatore che mi ha fatto vincere due delle tre coppe che ho alzato in 48 anni di vita…. come poter essere obiettivi?

BarLungo con Simone – Gioie e dolori del welfare (3 parte)

In questo ciclo di approfondimenti dedicato al Servizio Sanitario Nazionale, abbiamo visto come funziona lo stato sociale in Europa e negli Stati Uniti cercando di farne una comparazione. Nell’ultima puntata, insieme all’amico e professionista Simone Pesucci, vediamo di addentrarci nelle prestazioni che il SSN è tenuto a prestare a tutti i cittadini delineando i Livelli essenziali di assistenza.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – MONZA = 2 – 1

Altri tre punti per guadagnare l’accesso all’Europa.

Al termine di una gara che ha offerto diversi spunti positivi, la Fiorentina batte il Monza e scavalca nuovamente in classifica il Napoli consolidando l’ottavo posto che garantirebbe l’accesso alla prossima Conference League. In attesa dello scontro diretto di venerdì infatti, i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno rimontato il gol iniziale di Djuric ed ora sono due punti avanti ad Oshimen e compagni: a 180 minuti dalla fine del torneo insomma, una vittoria nel prossimo turno, significherebbe Europa per il terzo anno consecutivo! Certamente non la competizione regina, ma comunque una vetrina importante per provare a crescere nonostante l’imminente addio dell’artefice principe di tutto questo, mister Italiano. Ieri sera, dopo diverse settimane in cui non accadeva, il tecnico siciliano è tornato a cantare, saltare e salutare la Curva Fiesole, ringraziando per un tifo incessante che più volte ha invitato tutti i tifosi a recarsi ad Atene per la seconda finale europea in due anni. Il sorriso smagliante di Italiano ha fatto sperare qualcuno in un ripensamento che credo però sia quasi impossibile (anche se in cuor mio continuo a non demordere…..).

Tra l’altro ieri sera, a proposito di tecnici, è andato in scena un confronto tra il presente ed il possibile futuro della panchina viola. Tra i potenziali successori di Italiano infatti, uno dei nomi più accreditati sembra proprio quello di Raffaele Palladino che anche in sala stampa al termine del match si è prodigato in importanti lodi al pubblico viola ed alla piazza di Firenze. L’allenatore del Monza, protagonista di due ottime stagioni in terra brianzola, non ha mai nascosto le proprie ambizioni e, nell’ipotesi di una separazione con Italiano, tra i pochi nomi plausibili, è certamente il mio favorito. Rispetto ad Aquilani infatti, l’altro nome forte in corsa, ha un’esperienza maggiore e soprattutto ha dimostrato di sapersi adattare perfettamente ai calciatori che gli vengono messi a disposizione. A Monza infatti, con un Direttore come Galliani, ha sempre dovuto fare con quello che il mercato portava ed ha dimostrato di saperlo fare bene. E’ un allenatore in continua evoluzione, che gioca con più sistemi di gioco (anche ieri sera è partito con la difesa a 4 per poi passare a quella con tre centrali), che plasma il modulo ai calciatori che ha: da gennaio, una volta arrivato il centravanti Djuric, ha abbandonato la costruzione dal basso con il fraseggio stretto che portava la palla rasoterra ad un attaccante come Dani Mota, rapido e svelto, per passare ad un calcio fatto maggiormente di verticalizzazioni e ricerca di spazi esterni per andare al cross. Insomma un tecnico moderno, che ha voglia di arrivare, che lavora con quello che ha: l’identikit perfetto per una società che vuole investire poco ed ha ambizioni commisurate a ciò che spende.  

Tornando alla partita, la sensazione più piacevole che ho avuto è stata quella di una Fiorentina in netto crescendo dal punto di vista atletico. Così come in Belgio, anche contro il Monza, i viola hanno giocato un ottimo secondo tempo in cui hanno definitivamente ribaltato il risultato ed hanno gestito il ritmo del gioco senza grande apprensione. I calciatori sono tutti coinvolti indipendentemente dal loro minutaggio ed il record al quale la squadra è arrivata grazie al gol di Arthur lo dimostra: il brasiliano è il diciannovesimo calciatore della rosa ad andare in rete….nessuno in serie A ha fatto meglio della Fiorentina. Vorrà pur dire qualcosa!! Vuol dire che il tecnico tiene tutti sulla corda, che propone un calcio che coinvolge tutti, che mette tutti i calciatori nella condizione di esprimersi al meglio: vi sembra poco?

Ed ora testa a venerdì per chiudere i conti con il Napoli!

IL BUONO

  • La vittoria in rimonta: preso il gol a freddo, i viola non si sono disuniti ed hanno giocato una partita vivace, brillante, intelligente, segno di una maturità che potrebbe diventare l’arma vincente in vista di gare da dentro o fuori. Crescita importantissima in questo momento della stagione!!
  • Nico Gonzalez: finalmente convincente non solamente in fase realizzativa per tutti i 90 minuti. Cambi di ritmo, serpentine ubriacanti, giocate in ogni zona del campo. Se torna quello vero possiamo veramente divertirci!
  • Arthur Melo: il gol vittoria è solamente la ciliegina sulla torta. Convincente in fase di impostazione, più brillante dal punto di vista fisico, capace anche di verticalizzazioni intelligenti. Fai la differenza in queste ultime partite e poi….amici come prima.
  • Barak: dopo una stagione in cui le ombre sono state quasi quotidiane, torna ad interpretare una gara totale. Svaria su tutto il fronte d’attacco, smazza assist al bacio, cerca la porta con inserimenti intelligenti, porta il pressing su Pessina con continuità. Il biondino ha ricominciato a sudare per la maglia!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: viene sovrastato da Djuric in occasione del gol del Monza e spreca un assist al bacio di Barak spedendo in curva un colpo di testa piuttosto semplice. Dai Lucas non mollare che siamo a fine stagione!

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Gioie e dolori del welfare (2 parte)

In questo ciclo di approfondimenti dedicato al Servizio Sanitario Nazionale, siamo partiti come di consueto dalla storia e dai numeri relativi a questo istituto fondamentale. Adesso però, con l’amico e professionista Simone Pesucci, è il momento di allargare lo sguardo sul concetto più generale di Welfare State, il tanto caro stato sociale, sia in chiave europea che in quella statunitense.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

CLUB BRUGGE – FIORENTINA = 1 – 1

Ed ora tutti sul carro! C’è posto per tutti!

La Fiorentina pareggia in Belgio e conquista meritatamente la seconda finale europea consecutiva e chissenefrega (scusami Wwayne) se qualcuno dice che è una coppetta! La squadra viola, dopo una gara di andata  in cui si era divorata l’occasione di ipotecare il passaggio del turno, si è presentata ieri sera in grande spolvero dominando, soprattutto nella ripresa, in lungo ed in largo una compagine che negli ultimi mesi stava vincendo partite in serie in campo nazionale ed in Conference League. Vincenzo Italiano ha dimostrato ancora una volta che nel doppio confronto è un tecnico difficilissimo da mettere sotto, un allenatore che studia ogni particolare degli avversari per colpirli più volte nell’arco della gara. Certo è che dovrà, nel suo futuro, migliorare la cura della fase difensiva, ma purtroppo lo farà lontano da Firenze: un bene? Un male? Lo vedremo nelle prossime stagioni ma intanto godiamoci questa terza finale in due anni sperando che l’esito sia finalmente diverso.

Senza Bonaventura infortunato in mezzo al campo e Ranieri per scelta tecnica in difesa, la Fiorentina si è presentata in terra belga con la solita volontà di guidare il gioco e gestire i ritmi della gara ma per l’ennesima volta è stata punita alla prima occasione a causa di una catena di errori da circoletto rosso (ode a Rino Tommasi). Un rinvio sbilenco di Terracciano, una palla persa per leggerezza da Arthur, una linea difensiva non tenuta da Biraghi e la frittata è fatta…. Viola sotto di un gol su cross dalla trequarti. Se la Fiorentina fosse stata una squadra a fine corsa, senza identità e senza cuore, si sarebbe liquefatta in un catino che traboccava passione grazie ad un tifo incessante. Invece, anche stavolta, Biraghi e compagni hanno dimostrato la compattezza di un gruppo granitico che davanti alle difficoltà reagisce indipendentemente dagli interpreti e dagli avversari. Ecco allora che dapprima con l’occasione di Nico Gonzalez (di cui poi parlerò in maniera più diffusa) e poi con la traversa di Kouamè, i viola hanno fatto capire che non avrebbero mollato.

Il secondo tempo poi, è stato letteralmente sontuoso grazie ad una fase offensiva che ha prodotto occasioni a getto continuo, grazie a calciatori saliti nettamente di livello (Dodò ha arato la fascia come prima dell’infortunio), grazie alle sostituzioni di mister Italiano. Duncan al posto di Arthur ha offerto alla squadra una pressione sugli avversari più alta e feroce alzando ulteriormente il baricentro del gioco ed il ritmo della gara, mentre Nzola, oltre ad essersi procurato il rigore decisivo, ha offerto sponde ed ha tenuto impegnati due difensori belgi per volta. In successione i viola hanno colpito la traversa con Biraghi, poi il palo con lo splendido colpo di testa dell’inesauribile Kouamè ed infine hanno abbattuto il muro belga grazie al perfetto di rigore Beltran. Una volta raggiunto il pareggio poi, la Fiorentina ha dimostrato ancora una volta di non essere capace di gestire le partite regalando una palla gol clamorosa con la coppia Dodò Nico Gonzalez in occasione di una rimessa laterale a nostro favore: menomale che, almeno stavolta, Terracciano ha sfoggiato un intervento di quelli che sono mancati negli ultimi mesi indossando il mantello da Superman….la beffa forse sarebbe stata troppo dolorosa anche per i viola.

Ed ora la finale, un traguardo raggiunto da un gruppo eccezionale, un gruppo in cui tutti (nessuno escluso) hanno un ruolo importante, un gruppo il cui comandante, Vincenzo Italiano, avrà tutti i difetti di questo mondo, ma ha un pregio che nessuno può insegnare: la capacità di entrare sotto pelle ai propri calciatori.

IL BUONO

  • Beltran: al termine di una delle partite più sottotono della sua avventura viola, si prende la responsabilità di scagliare in porta un pallone che pesa quintali. Aveva giocato una gara trasparente ma….chi se ne importa? Personalità clamorosa!!
  • Kouamè: ieri sera ha dimostrato perché mister Italiano abbia più volte detto che non si può andare a fare la “guerra” senza Christian. Gioca una partita fatta di voglia, grinta, applicazione e tanta, tantissima sfortuna. Tra la traversa ed il palo non saprei scegliere quale sia la conclusione più bella. Imprescindibile.
  • Dodò: dimenticandosi la sciocchezza che quasi ci costa il pareggio a gara praticamente finita, torna quello che ricordavamo prima dell’infortunio. Dà la scossa a tutta la squadra nella ripresa quando inizia ad attaccare senza sosta ed a difendere in modo puntuale. Pendolino.
  • Terracciano: la parata dei minuti finali ripaga un periodo non certo esaltante. E se fosse il segno del risveglio?

IL BRUTTO

  • Nico Gonzalez: la delusione della serata. Nel primo tempo fallisce un gol incredibile e nella ripresa cede il rigore del pareggio a Beltran. Come diceva Don Abbondio…..«Il coraggio se uno non ce l’ha mica se lo può dare»
  • Terracciano: la parata dei minuti finali non può cancellare una prova che era stata condita da tante ombre e pochissime luci. Rinvii sbagliati, uscite mai avvenute, timori reverenziali in serie. Speriamo che la parata finale gli abbia dato la scossa!

A voi per i commenti!!

Da Verona a Bruges sarà tutta un’altra storia

Una Fiorentina in maschera cade a Verona vittima dei propri errori, dell’ampissimo turnover e di una seconda rete regolare solamente per la terna arbitrale e per gli addetti al VAR.  

I viola si sono presentati in terra scaligera con dieci calciatori, tutti eccetto uno dei due centrali difensivi, che molto probabilmente non giocheranno la decisiva trasferta in terra belga e la scelta di Vincenzo Italiano credo sia corretta. Quando si è così vicini allo striscione del traguardo, è necessario per la squadra e per il mister darsi una priorità e, considerando che la strada europea potrebbe non solamente regalare un trofeo ma anche aprire la strada ad una competizione internazionale più importante, la decisione di scommettere tutte le fiches  sulla semifinale di ritorno appare la migliore. Anche perché, se non ci fossero stati i consueti errori individuali che macchiano troppo spesso le gare viola, pur con una formazione rivoluzionata, la Fiorentina avrebbe potuto uscire dal Bentegodi con almeno un punto in saccoccia. L’occasione che ha portato al calcio di rigore poi trasformato da Lazovic, è un concentrato di ciò che la nostra difesa sta combinando non solamente nelle ultime settimane ma ormai da più di due stagioni: errori individuali che purtroppo non hanno consentito ai viola di raggiungere un trofeo o piazzamenti migliori in questi campionati gestiti da Vincenzo Italiano. Luca Ranieri, apparso in netta flessione ed annebbiato in occasione del rigore, ha commesso un errore clamoroso non allungando di testa la palla a Christensen che poi ci ha messo del suo intervenendo in modo improvvido sull’attaccante del Verona e commettendo il fallo. Se però a Ranieri gli errori si possono anche perdonare vista l‘ottima stagione disputata fino ad una settimana fa, il portiere danese resta un vero mistero. Al netto dei calci di rigori parati in Coppa Italia, i 5 milioni spesi per lui sono ancora oggi un mistero: i viola avrebbero avuto bisogno di fare un salto di qualità tra i pali, cosa che invece non è purtroppo avvenuta. Nonostante ciò, la Fiorentina era riuscita a tornare in partita grazie al miglior giocatore in campo, quel Castrovilli che tra poche settimane vestirà una nuova maglia con un ginocchio rimesso a nuovo ed una qualità tecnica mai persa, Castro che dopo aver colpito il palo aveva segnato un gol di pregevolissima fattura. Ed anche dopo il secondo vantaggio gialloblu, viziato da un evidente fallo di mano, la squadra di Vincenzo Italiano ha avuto la chance di pareggiare ma il sinistro di Nzola è finito alto e le diverse palle inattive avute non sono state sfruttate.

Resta comunque una partita ingiudicabile in cui la squadra viola, oltre ad essere completamente diversa da quella che giocherà mercoledì, ha anche affrontato un Verona con il sangue agli occhi, che ha surclassato la Fiorentina per ritmo, convinzione e cattiveria. Un vero miracolo quello gialloblu, frutto del lavoro assolutamente sottovalutato di un fiorentino come Marco Baroni che io preferirei di gran lunga rispetto ad Alberto Aquilani sulla panchina viola: un tecnico che ha già diversi anni di esperienza sulle spalle, che pagherebbe di tasca sua per allenare al Viola Park, che ha dimostrato più volte di sapersi adattare a situazioni difficili mettendosi sempre a disposizione della propria società adattandosi ai calciatori che ha avuto a disposizione. Una certezza anziché una scommessa come l’attuale tecnico del Pisa che però sembra essere il favorito di questa proprietà, per un bel salto nel ridimensionamento più assoluto.

Tornando invece al presente, c’è da sperare che Bonaventura abbia sentito solamente un piccolo fastidio perché andare in Belgio senza uno dei giocatori più rappresentativi e carismatici sarebbe un altro problema per una squadra che ha dimostrato più volte di avere forti problematiche di leadership. Mercoledì sarà necessario sbagliare pochissimo perché il Club Brugge, come ha già dimostrato all’andata, dispone di un attaccante in un momento di grazia, di calciatori tecnicamente importanti, di un’organizzazione difensiva che può reggere agli assalti viola. Sarà fondamentale l’approccio alla gara dei ragazzi di Vincenzo Italiano, perché lo stadio belga si preannuncia infuocato ed andare sotto nel risultato nei primi minuti di partita potrebbe rivelarsi decisivo: la Fiorentina dovrà cercare di gestire i ritmi ed i tempi della partita, tenendo sotto controllo il gioco, senza però addormentarsi né guardarsi troppo allo specchio per ammirare la propria bellezza. In queste partite, quelle da dentro o fuori, spesso sono i dettagli a fare la differenza ed i viola dovranno essere capaci di indirizzarli…. ben troppe volte la lettura sbagliata di un pallone, la marcatura errata di un difensore, il pallone perso da un centrocampista, il gol fallito da un attaccante hanno fatto la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

Stavolta non dovrà accadere perché il ciclo di Vincenzo Italiano si merita di non finire adesso, perché ancora una volta il settore ospiti sarà pieno in ogni seggiolino, perché Firenze da troppi anni aspetta di alzare un trofeo. E’ il momento di arrivare di nuovo all’ultimo atto della Conference League!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – CLUB BRUGGE= 3 – 2

Una vittoria da togliere il respiro!

Nella semifinale di andata di Conference League, la Fiorentina giocava la sua seconda gara da non sbagliare in una settimana dopo la rovinosa caduta di Bergamo e stavolta, Vincenzo Italiano ed i suoi ragazzi non hanno fallito l’esame. Approccio perfetto, 31 tiri scagliati verso la porta, dominio territoriale e controllo del ritmo di gara, ricerca dell’uno contro uno in ogni zona del campo. Peccato solamente per l’unico gol di vantaggio con cui i viola giocheranno la gara di ritorno in Belgio, frutto ancora una volta di una disattenzione difensiva sanguinosa, stavolta per opera di Luca Ranieri, solitamente il miglior difensore della squadra. E non mi si dica per favore che anche stavolta la Fiorentina ha subìto rete per colpa della disposizione voluta dal mister, perché l’errore è solo ed esclusivamente individuale: Ranieri dapprima cerca l’anticipo leggendo male la traiettoria della palla, poi per recuperare corre a fianco dell’attaccante lasciandogli però il centro dell’area! Un vero peccato perché il doppio vantaggio avrebbe avuto tutto un altro sapore e valore.

La formazione scelta per la semifinale di andata è stata la più offensiva possibile con una linea mediana a due composta da Bonaventura ed Arthur e con Beltran dietro a Belotti: nonostante potesse sembrare un azzardo troppo grande, la Fiorentina ha iniziato a macinare gioco ed occasioni fin dall’avvio e, dopo la splendida rete di uno sfortunatissimo Sottil, i viola hanno avuto diverse occasioni per raddoppiare tra cui quella di Nico Gonzalez, la più clamorosa. Anche stavolta poi, la Fiorentina si è fatta male da sola, con un rigore regalato non tanto da Biraghi che ha toccato la mano con il braccio da posizione molto ravvicinata, quanto da Ranieri che ha sparacchiato in mezzo al campo un pallone che poteva ed anzi doveva essere gestito meglio. Nonostante ciò, i viola hanno ricominciato a costruire gioco ed il Franchi, pieno nonostante il clima da lupi, ha riconosciuto lo sforzo incoraggiando senza sosta la propria squadra. Ad inizio ripresa poi, quando la stanchezza ha iniziato a venire fuori, la Fiorentina ha cominciato ad avere difficoltà di gestione della palla ma la superiorità numerica ha permesso di continuare a controllare piuttosto agevolmente la gara. L’errore incredibile di Ranieri poi, sembrava aver nuovamente sciupato anche la splendida rete di Belotti (a proposito… forse servendolo in area di rigore qualche gol in più lo potrebbe fare!) ma il racconto del gioco più bello del mondo ha sempre un nuovo capitolo da poter scrivere. Dopo le gioie personali trovate dallo spesso criticato Sottil e dal bomber triste Belotti, mancava solamente lui: l’attaccante prima voluto dal mister e poi emarginato, quello che nelle ultime partite non era stato nemmeno convocato, quello che non sembrava più meritevole nemmeno di giocare gli ultimi minuti di partite inutili come quella col Sassuolo. Proprio lui, Mbala Nzola, ha dapprima colpito il palo (ormai sembra una moda per i calciatori viola) e poi ha segnato una rete pesantissima che potrebbe restituirgli quella fiducia, quell’autostima e quella tranquillità che tanto sono mancate in questa prima stagione viola. Considerando gli infortuni che stanno colpendo la squadra, adesso abbiamo bisogno veramente di tutti!!

Ed ora a Verona per portare via un risultato positivo che ci lasci in zona Europa e ci permetta di far riposare quei calciatori che mercoledì dovranno essere pronti a lottare su tutti i palloni fino all’ultimo secondo per regalarci il sogno della seconda finale europea consecutiva.

IL BUONO

  • Sottil: dopo il gol contro il Sassuolo, si ripete con un destro ancora più bello. Continua a puntare e saltare il diretto avversario senza sosta servendo anche dei bellissimi palloni in mezzo all’area di rigore. Si infortuna proprio sul più bello, quando finalmente sembrava poter sbocciare definitivamente. Prometti che ripartiamo da qui?
  • Martinez Quarta: una volta tanto lo voglio inserire tra i migliori per la gara difensiva anziché per i gol. Dei quattro dietro è il più preciso e puntuale. Speriamo duri così anche al ritorno!
  • Belotti: lotta, sgomita, fa reparto ma soprattutto stavolta segna! Finalmente un movimento da centravanti vero spalle alla porta ed un sinistro fulmineo che non lascia scampo al portiere avversario. Dai Gallo che ora conta doppio!
  • Nzola: ho già detto tanto nell’articolo. Il calciatore ex Spezia, arrivato questa estate per reggere il peso dell’attacco viola, è finito all’angolo ed ora prova a rivedere la luce del sole. In questo finale di stagione quanto servirebbe il vero Nzola…..

IL BRUTTO

  • Ranieri: se molto spesso è non solamente il miglior difensore, ma anche il miglior calciatore in campo, ieri sera è stato disastroso. Oltre all’errore in occasione del secondo gol che ho già descritto, anche sul primo è lui che rinvia a casaccio in mezzo al campo un pallone che si poteva e si doveva gestire meglio. Al ritorno servirà quello vero!
  • Nico Gonzalez: aveva caricato la vigilia della gara con parole importanti invece, una volta in campo, sbaglia troppo e non risulta mai decisivo. Con l’infortunio di Sottil, il suo ruolo sarà ancora più importante!
  • Dodò: dispiace perché è reduce da un infortunio, ma disputa nuovamente una prova incolore. Soprattutto nella prima frazione sembra spaesato e molto impreciso, nella ripresa sale di livello nella metà campo avversaria ma i cross risultano quasi mai pericolosi. Speriamo torni per il rush finale!
  • Terracciano: l’eterno numero 12 per una squadra che vuole stare in Europa tutti gli anni. Passi per il rigore, ma sul gol del raddoppio resta inchiodato alla porta quando invece con due passi in avanti avrebbe chiuso molto più spazio all’attaccante. Mai reattivo.

A voi per i commenti!!