Diario di un cassintegrato – parte ventunesima

E come cantava Vasco, seppur con un significato diverso: “Io sono ancora qua….eh già!!”

Io sono ancora in cassa integrazione, uno dei pochissimi settori dove ci sono a giro gli untori visto che ormai quasi tutto è riaperto. Sento da più parti la fervente attesa del 26 Aprile, come se quest’anno la festa della Liberazione fosse stata posticipata di un giorno. Quasi tutta Italia in zona gialla, quasi tutti gli esercizi nuovamente aperti, finalmente i ristoranti che hanno spazi all’aperto in funzione anche a cena…vediamo se almeno così si potrà parlare anche di quei settori che non hanno potuto aprire nemmeno quando, durante la scorsa estate, loro lavoravano a pieno regime. Se poi si può evitare di occupare anche le autostrade, sarebbe cosa gradita!

La ripartenza dunque, il riavvicinamento alla normalità, la socialità che torna a far parte delle nostre vite. Ma esiste qualcuno in questo paese che pensa che le cose non ripartiranno come per magia? Possiamo ad esempio dire che ricominciare dopo tutti questi mesi non sarà facile come accendere un interruttore? Nel frattempo però si tolgono ristori, sussidi, aiuti, ma nessuno dice niente. E’ un insulto dire che prima di tornare alla normalità vera non si possono togliere gli aiuti a quei settori che sono stati chiusi per mesi? I teatri ad esempio non saranno in grado fin da subito di mettere in programma spettacoli perché una rappresentazione non la si inventa dalla sera alla mattina. Una stagione teatrale normalmente la si progetta con almeno 12 mesi di anticipo, non con 12 ore! Nel settore sportivo poi, le iscrizioni per prendere parte ai campionati ci sono tra luglio ed agosto, ma poi l’attività dura da settembre a giugno! Vabbè lasciamo stare, mica serviamo la carbonara noi!

Il decreto sulle riaperture in questione tra l’altro, ha innescato un corto circuito istituzionale che non vedevamo da tempo. Le Regioni contro il Governo, i ministri che non votano il decreto che hanno appena licenziato, i Governatori che accusano il Premier di voler aprire le scuole troppo presto (effettivamente i nostri ragazzi hanno perso pochissimi giorni…..) denunciando la mancanza di un piano di trasporti pubblici quando sono loro stessi ad esserne i gestori! Senza contare poi che, non più tardi di un anno fa, stavamo già parlando del nodo del trasporto pubblico ed anche io su questo blog avevo accusato l’ex Ministro Micheli per le sue mancanze. Avete capito? Sono passati 12 mesi e la questione è sempre sul tavolo! Una crisi istituzionale che sembra di difficile ricomposizione anche per la disomogeneità della compagine governativa in cui la Lega occupa i ministeri ma nel contempo fa anche opposizione.

In mezzo a questo marasma poi, sta per scadere anche il termine per la presentazione del PNRR che disegnerà l’Italia dei prossimi decenni grazie ai miliardi del Recovery Fund. Mentre alcuni paesi europei, come il Portogallo, hanno già presentato a Bruxelles il piano ed altri stanno invece discutendolo in Parlamento, da noi si conoscono solamente le veline passate ai giornali da Draghi and company. La forza politica (si elettori di Italia Viva sto parlando a voi!!) che aveva buttato giù Conte perché il piano non veniva discusso nelle sedi parlamentari è nel frattempo diventata completamente afona: saranno queste temperature invernali in primavera! A meno di una settimana dal termine per la presentazione, il Parlamento non è ancora stato chiamare a discutere il piano, non ha ancora a disposizione il testo e dunque non avrà certamente il tempo necessario e sufficiente per discutere, emendare ed approvare il progetto. Se a ciò si somma che stanno lavorando al piano quasi solamente i ministri tecnici scelti direttamente da Draghi, siamo o no di fronte all’usurpazione della funzione politica e parlamentare dei nostri rappresentanti? Com’era la storiella della necessità che tutti contribuissero alla scrittura del piano perché altrimenti era uno sfregio alla democrazia? Poi magari vi racconterò anche la leggenda dei commissari che verranno messi a capo di ogni singolo progetto…. Scommettiamo che saranno quasi tutti tecnici provenienti da multinazionali che hanno interessi nel settore?

In questi giorni di arrabbiature e scocciature però, ho avuto anche modo di vedere un film che vi consiglio: “Pelé”. La pellicola è troppo breve per raccontare l’avventura di questo fenomeno, è per quasi metà incentrata sui Mondiali di Svezia, ma ne tratteggia molto bene l’adolescenza e sottolinea giustamente l’occasione di riscatto che questo sport meraviglioso offre ed ha offerto a tanti ragazzi che sono partiti dalla strada. Non mi è però piaciuto il racconto della finale di quel campionato del mondo: alcuni fermo immagine dei protagonisti fanno ricordare più Holly e Benji che altro, mentre credo che sarebbe stato di forte impatto emotivo inserire video originali per mostrare ai ragazzi di oggi ciò che Pelé riusciva davvero a fare su di un campo da calcio. Resta comunque un film da vedere e far vedere anche ai bambini per permettere loro di riflettere su quanto lavoro e quanti sacrifici si debbano fare per ottenere risultati importanti e quanta strada sia stata fatta anche solo dal punto di vista tecnologico in 60 anni grazie allo studio ed alla ricerca.

Alla prossima pagina del mio diario!

Diario di un cassintegrato – parte ventesima

Le settimane si susseguono incessantemente. Passano le stagioni, passano le ricorrenze (ho festeggiato il secondo compleanno consecutivo in zona rossa), passano le feste comandate (nuovamente la Pasqua a casa con i bambini che non vedono nonni, zii, cugini se non per rapidissimi scambi di auguri), scorre anche con drammatica costanza il tempo senza avere prospettive di ricominciare a lavorare con continuità.

Anche stavolta infatti, si sono premurati di non farmi stancare troppo facendomi lavorare solamente il mercoledì, in modo da avere anche il tempo per recuperare le energie spese….A parte gli scherzi, la situazione inizia ad essere difficilmente digeribile per tutta una serie di ragioni. Innanzitutto perché i risultati di queste chiusure sono scarsi e si vedono molto lentamente! Se facciamo sacrifici, chiudiamo e riapriamo a singhiozzo (in realtà nel nostro settore  da ottobre non abbiamo mai nemmeno provato a ricominciare), ma i dati migliorano quasi impercettibilmente significa che c’è qualcosa che non và…o mi sbaglio?

Non voglio dilungarmi ulteriormente sulla campagna vaccinale nazionale in atto di cui ho già scritto qui, ma vorrei spendere una parola su ciò sta avvenendo in Toscana. E’ chiaro che qualcosa non abbia funzionato, perché i numeri sono le uniche cose neutrali che non possono essere interpretate faziosamente. La gestione della vaccinazione agli over 80 è stata letteralmente disastrosa tanto che la nostra regione è la penultima in tutta Italia per numero di immunizzati in questa fascia di età, ma negli settori della popolazione la Toscana è posizionata all’apice della graduatoria. Il problema però è generale ed è molto più grande della gestione Giani, che comunque deve essere assolutamente corretta: sono alcuni giorni ormai che l’Hub più grande della Toscana, quello del Mandela Forum a Firenze, è chiuso perché non ci sono dosi di vaccino da inoculare. Ed allora, caro Generale Figliuolo, abbiamo piani alternativi? Perché giustamente, e ripeto giustamente, non si riapre perché la salute viene prima di tutto, ma intanto la cassa integrazione Covid non la rinnovate, i licenziamenti dal 30 giugno vengono sbloccati (come confermato dal Premier Draghi nell’ultima conferenza stampa)….dunque cosa dovremmo fare noi operatori di quei settori chiusi da più di 1 anno in maniera pressoché continuativa?

Una piccola riflessione poi la merita anche questa benedetta zona rossa…o rossa relativa per scimmiottare il buon Tiziano Ferro. Io francamente tutta questa differenza tra la zona arancione e quella rossa non l’ho notata se non nella chiusura della società sportiva presso la quale accompagnavo mio figlio più grande. Certo, è vero, al mercato (zona all’aperto!!) sono rimasti solamente i banchi alimentari, i barbieri, i parrucchieri ed i centri estetici sono chiusi, ma le persone a giro sono realmente diminuite? E tornando ai bambini, i nostri amministratori dove pensano che vadano dopo aver fatto 8 ore di scuola? Con le società sportive chiuse, con i centri ricreativi chiusi, con le attività collaterali pomeridiane chiuse, forse andranno ai giardini a fare esattamente ciò che farebbero, in sicurezza, nelle strutture che non possono più rimanere aperte? Come mai se i ragazzi vanno in una società sportiva, che magari per riaprire ha investito tanti soldi nel conta-persone, nelle mascherine, nel rilevatore di temperatura etc, devono fare sport individuali a distanza mentre invece ai giardini trovano tutto aperto per fare lo sport in gruppo? Quale sarebbe la logica secondo la quale ai giardini, magari con la mascherina abbassata, a giocare autonomamente a calcio o a basket non ci si infetta ed invece in un gruppo sportivo all’aperto sotto il controllo di un istruttore invece ci si trasmette il virus?

In attesa che qualcuno “voglia trovare un senso anche se un senso non ce l’ha” (citazione dell’eterno ed immenso Vasco Rossi), chiudo con il consiglio della settimana. In un momento così triste, grigio e nebuloso, credo che la miglior terapia sia quella della risata e del buonumore! Ed allora, su Prime Video (canale di Amazon) non potete perdervi “LOL, chi ride è fuori!”. La trasmissione verte su di un cast di 10 comici che devono rimanere per 6 ore chiusi in un ambiente senza poter ridere di fronte ai vari sketch e battute degli avversari. Devo dire che erano mesi che non ridevo così tanto per un programma televisivo o per un film; e ciò è dovuto non solo alle battute ed alle gag dei bravissimi interpreti, da Elio a Frank Matano fino a Lillo, Angelo Pintus e Caterina Guzzanti, ma anche per gli espedienti che gli stessi escogitano per non ridere alle interpretazioni altrui. In un momento come questo, una boccata d’aria assolutamente necessaria!

Alla prossima puntata del diario!  

La porta dei sogni

Tranquilli! Non vi tedierò scrivendo del programma televisivo di Mara Venier, di cui nemmeno conoscevo l’esistenza, né della non indimenticabile canzone di Luciano Ligabue che potete ascoltare qui, ma di ciò che sta succedendo in questo paese nell’ultimo mese e mezzo e dei preoccupanti accadimenti delle ultime ore in alcune città italiane.

Con il giuramento del governo di Mario Draghi, l’Italia ha varcato la soglia della porta dei sogni, quella che doveva condurci in un periodo diverso, più fecondo, più tranquillo, più organizzato. Grazie alla sapiente opera dell’ex Governatore della BCE infatti, l’Italia avrebbe dovuto risolvere brillantemente tutti i problemi che attanagliavano l’esecutivo Conte 2 e, soprattutto secondo la grande stampa italiana che lo ha disegnato come Mago Merlino, avrebbe dovuto imboccare la strada giusta nei numerosi bivi che doveva affrontare.

Una delle prime decisioni in controtendenza rispetto al governo precedente, è stata quella di togliere alcune deleghe fondamentali al Commissario Straordinario Domenico Arcuri, figura centrale della prima fase della pandemia. Per la gestione del piano vaccinale nazionale è stato infatti scelto il Generale Figliuolo, un militare che ha più medaglie alla giacca di quanti capelli io abbia in testa, che lo ha riscritto interamente con l’intenzione fin da subito di porsi obiettivi ben precisi. Figliuolo ha dichiarato che l’obiettivo è immunizzare l’80 per cento della popolazione entro settembre 2021 ed arrivare a somministrare 500.000 dosi al giorno contro le circa 170.000 che vengono inoculate ogni giorno nelle ultime settimane. Tralasciando il fatto che nel giorno di Pasqua sono state vaccinate meno di 100.000 persone, gli obiettivi sembrano quantomeno ottimistici: non bastano i giornali che quotidianamente scrivono che il governo accelera per aumentare il numero dei vaccinati! Le Regioni che stanno lavorando a ritmi più alti, come il Lazio ed il Veneto, stanno già invocando nuove dosi perché altrimenti dovranno bloccare le prenotazioni, la Toscana si è già fermata perché sprovvista di Pfizer e Moderna!! Al netto delle difficoltà riscontrate con AstraZeneca, la  verità è semplicemente che se i vaccini arrivano, gran parte delle Regioni riescono a somministrare quasi tutte le dosi in loro possesso anche con il vecchio piano vaccinale….ma se le case farmaceutiche non consegnano il pattuito, la macchina si ferma! Figliuolo o Arcuri non cambia nulla!

Qualcuno potrebbe obiettare che Draghi è un mago in campo economico e dunque soprattutto su quello deve essere giudicato. Le prime misure adottate sono contraddistinte dalla continuità: il decreto Sostegni (che prima si chiamava Ristori) ha avuto lo stesso ammontare di 32 miliardi di Euro che aveva stanziato il precedente Governo Conte con la differenza però che gli importi messi a disposizione dei singoli beneficiari si sono rivelati più bassi. Molti ristoratori ad esempio, hanno lamentato la diminuzione dei sostegni, mentre alcune categorie hanno ricevuto con netto ritardo ciò che già spettava loro precedentemente. Il Recovery però, direte voi, adesso è centrato perfettamente sulle reali necessità del paese! Volete una riprova? Lo Stadio Artemio Franchi di Firenze sarà ristrutturato con fondi provenienti quasi interamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed una parte dei fondi Europei, secondo la riscrittura del Governo Draghi, saranno destinati anche alle spese militari! A proposito, per mettere a punto i progetti poi, sono state chiamate Agenzie internazionali di consulenza vicine a Draghi: insomma come voleva Italia Viva, no alla supplenza dei tecnici! La politica deve decidere, non i tecnici! Si come no….

Nel frattempo il Paese reale è allo stremo ed in parte allo sbando. Seppur con tutti i suoi limiti, con tutte le sue difficoltà ed i suoi errori, il Premier Conte dava l’idea di essere presente, vicino, interessato alle sorti delle persone. Era probabilmente, come molti dicono, il prodotto di uno spin doctor oppure di un’agenzia di comunicazione, ma il paese si sentiva considerato, coccolato, accarezzato. Con Draghi invece, il governo è quanto di più algido si possa trovare. Non è possibile guidare un momento storico come questo con la freddezza di un computer, con il distacco di un giudice in un’aula di tribunale! Questo è il momento di accompagnare le persone che non ce la fanno, le categorie che non sanno ciò che sarà di loro, i lavoratori che non trovano più un impiego dignitoso.

E’ il momento di alzarsi in piedi, caro Presidente Draghi, e camminare verso le persone senza avere sempre lezioni da impartire o verbi da correggere. E’ il momento del calore umano e non della bacchettata, della pacca sulla spalla e non dello sculaccione, della carezza e non dello schiaffo.

Se la strada da percorrere sarà ancora lunga, ce lo dica chiaramente e dia l’idea di percorrerla con noi altrimenti vincerà la piazza violenta e tutte quelle persone che soffiano sul fuoco della protesta.

Diario di un cassintegrato – parte diciannovesima

E’ stata una settimana difficile, psicologicamente una delle più difficili dell’ultimo anno.

La diminuzione dei giorni lavorati dopo i primi timidi segnali di ripartenza, hanno probabilmente risvegliato e riportato in superficie ansie e paure che negli ultimi mesi ero riuscito a governare. La rinnovata dimensione delle giornate vuote ha avuto un effetto da detonatore che sono comunque riuscito a gestire seppur con qualche difficoltà in più. Le lunghe passeggiate, le sedute di jogging stanno ormai diventando anch’esse un’abitudine, sicuramente piacevole, ma comunque ripetitiva e la sempre maggiori difficoltà di trovare qualcuno che condivida la tua situazione non migliora certo la situazione. Fortunatamente la cassa integrazione continua ad arrivare regolarmente e dunque posso ritenermi fortunato, ma l’aspetto psicologico inizia a pesare.

L’avvicinamento poi alla data del 30 giugno, quella in cui il governo Draghi farà decadere il blocco dei licenziamenti, non aiuta certo a rasserenare la situazione, ma alcuni studi usciti questa settimana mi fanno sentire meno solo. Secondo un’indagine del Censis svolta tra i lavoratori dipendenti, 4 milioni e quattrocentomila persone hanno paura di perdere il proprio lavoro e se sommiamo ad essi quelli che invece temono “solamente” di vedere il loro salario ridotto, si arriva all’incredibile cifra di 10 milioni di italiani…ripeto 10 MILIONI!!! Un sesto della popolazione di questo paese vive in preda a questo sentimento e giustamente che si fa? Si apre ai licenziamenti….idea geniale da parte di un governo che sarà certamente illustre, preparato, inattaccabile nei fondamenti, ma quanto ad empatia ed a lettura dei sentimenti del paese è tra i più freddi ed algidi che io abbia mai visto. Rispetto al Premier Draghi ed a Franco (per chi non lo sapesse è il Ministro dell’Economia), anche Mario Monti era un trascinatore di popoli! E poi ci si domanda perché gran parte del Paese ha nostalgia del precedente Presidente del Consiglio? Seppur con tutte le sue inadeguatezze, con tutte le sue esagerazioni comunicative di conferenze stampa che cadevano sempre nell’ora di punta, Conte aveva la capacità di farci sentire comunità, di essere comunque guidati, di essere rassicurati. Tutte cose che per l’attuale premier Draghi sembrano inutili orpelli.

Nonostante qualche brutto pensiero, il lavoro su me stesso va avanti e sono ormai oltre la metà del corso di aggiornamento di Google (cioè questo). In aggiunta poi al lavoro che sto portando avanti sul blog, questa settimana sto partecipando ad una Challenge che si sta rivelando molto interessante. Negli ultimi mesi per svariati motivi, il mio utilizzo di supporti digitali, tra cui smartphone, tablet e PC è cresciuto a dismisura ed ha iniziato ad occupare anche dei momenti della mia giornata che invece dovrei dedicare alle altre persone oppure perché no a me stesso. Ecco allora che mi sono iscritto ad una Challenge (cioè ad una sfida) di Digital Detox, cioè ad una serie di comportamenti grazie ai quali si cerca di disintossicarsi dall’utilizzo ormai quasi compulsivo di questi mezzi digitali. Il semplice cambiamento di alcune abitudini quotidiane può farci riappropriare di momenti che normalmente spendiamo su internet, sui social, sulle chat. Togliere ad esempio tutta una serie di notifiche del telefono, smettere di appoggiarlo sulla tavola quando si pranza o si cena, non utilizzarlo più per leggere la sera prima di addormentarsi, aiuta a migliorare le interazioni con gli altri e la cura di sé stessi. In questi tempi in cui ormai tutto è mediato da un apparecchio, tornare a parlare con le persone senza farsi distrarre in continuazione dalle notifiche delle chat, è una bella boccata d’ossigeno. Vi consiglio di provarci! Vi piacerà!

Alla prossima puntata del diario!

Un nuovo PD?

Il tempo corre veloce, la politica ingoia leadership vere o presunte, scompagina alleanze, interpreta le pulsioni del paese: ma una certezza c’è, attraversa tempi, mode ed esperienze ed è la rissa continua tra le correnti del PD!

Un partito che era nato per unire due famiglie politiche italiane ed europee nel segno del riformismo e di un centro sinistra moderno, in questi anni ha fagocitato segretari pur facendo parte di quasi tutti i governi, ha aperto e chiuso esperienze di coalizioni, ha cavalcato l’illusione della vocazione maggioritaria prima, quella della rottamazione poi, per non parlare del semi presidenzialismo o di altre decine di temi. Ciò che invece non ha mai avuto, che è sempre mancato, è un progetto di largo respiro, un’idea di sistema paese, un orizzonte sociale da costruire ed in cui credere. E’ mancato insomma un disegno che raffigurasse l’Italia di domani, che non si fermasse alla lotta per l’incarico regionale o nazionale, che non usasse il partito come un autobus per arrivare allo scranno. E’ sembrata una semplice rincorsa verso il posto al sole che desse visibilità, consenso, potere senza che si volesse utilizzarlo per il bene della comunità. Un partito che ha dato l’impressione di un continuo riposizionamento volto solamente alla conquista di posti di governo indipendentemente dalle alleanze, dai candidati premier, dagli alleati.

Dopo l’oggettivo disastro delle elezioni politiche del 2018, il PD aveva scelto Nicola Zingaretti come nuovo segretario del partito. Il Governatore della Regione Lazio, da sempre più vicino all’ala sinistra, ha oggettivamente riportato il PD al centro dello scenario politico del paese con scelte anche azzardate. Basti pensare alla piroetta necessaria a far partire il Governo Conte 2, al mantenimento di alcuni dei parlamentari più vicini a Renzi nei ruoli apicali di partito, alla corsa per le regionali in cui ha iniziato a stringere anche patti territoriali con il Movimento 5 Stelle. E’ chiaro a tutti però che Zingaretti ha pagato il logoramento da parte di un segmento sempre più consistente del proprio partito soprattutto dopo la caduta di Conte e l’insediamento di Draghi, altro passaggio in cui la posizione del PD è apparsa ondivaga e poco decisa. Le dimissioni di Zingaretti sono però state un atto coraggioso di un uomo che ormai era diventato il parafulmine per qualunque tipo di problema sfiorasse il centro sinistra ed il paese. Ecco allora che la scelta del Governatore ha messo a nudo tutte le tattiche che si muovevano dentro e fuori dal partito.

E’ indubbio che la caduta del Governo Conte abbia terremotato il sistema politico italiano, anche se forse non nella direzione che Renzi ed i suoi avrebbero auspicato. Da una parte infatti, i 5 stelle sono ormai diretti verso la guida dell’ex premier Conte, nemico giurato del fu rottamatore, mentre il PD ha scelto come ancora di salvezza proprio quel Letta che fu pugnalato alle spalle da Renzi e non solo, nell’ormai lontano 2014. La scelta di Letta, accolto da tutti come possibile salvatore della patria, ha avuto conseguenze dirompenti nelle prime settimane. Il neo-segretario ha innanzitutto posto come centrale fin da subito la parità di genere, questione negli ultimi tempi dimenticata, come dimostrato anche dalla scelta di tre ministri PD uomini nel governo Draghi. Grazie a questa giusta battaglia, Letta ha avuto buon gioco a rinnovare l’organigramma del partito con due vice segretari giovani, rappresentativi del centro e della sinistra, un uomo ed una donna: Irene Tinagli, appartenente all’ala più liberaldemocratica, e Peppe Provenzano, ex Ministro del Sud, più vicino alle tematiche sociali e del lavoro. Oltre a ciò, Letta ha fissato subito in agenda appuntamenti importanti che puntano alla costruzione di un’alleanza larga che possa essere competitiva e pronta nel momento in cui ci saranno le prossime elezioni amministrative, quelle politiche, ma che risulti anche decisiva nella scelta del nuovo Presidente della Repubblica. E l’orizzonte all’interno del quale il neo segretario del PD si è mosso è stato quello della maggioranza che ha sostenuto il Conte 2 ed ha cercato di formare il Conte ter: ha già incontrato Speranza, ha parlato diffusamente con l’ex Premier Conte, ma non ha ancora incontrato Renzi. E la distanza dall’ex scout non accenna a diminuire anche nella volontà di cambiare i capigruppo di Camera e Senato. A differenza di Zingaretti che aveva lasciato andare avanti Del Rio e Marcucci, elementi di spicco del PD turborenziano ed esponenti della corrente denominata Base Riformista, Letta ha deciso di cambiare e per farlo ha utilizzato di nuovo l’argomento della parità di genere con due donne al comando. Ecco allora che subentreranno Simona Malpezzi al Senato, esponente della stessa corrente, ed un’altra donna, forse Debora Serracchiani alla Camera: mentre Del Rio, con la consueta cortesia istituzionale, ha rimesso subito il mandato di capogruppo nelle mani del segretario, più difficile è stato per Marcucci rinunciare al ruolo che gli aveva affidato Renzi.

Insomma la rivoluzione morbida è in atto, Letta si è messo in cammino forte di un mandato che il partito gli ha affidato quasi all’unanimità. Anche stavolta però, sembra che l’unità ritrovata sia pressoché solo di facciata tra personaggi che cercano di non mollare l’osso, altri che sembrano continuare a cercare sponde fuori dal proprio recinto,  altri ancora che sono già pronti a ricominciare con i loro distinguo. Credo che per il Partito Democratico sia l’ultima occasione di rimettersi in carreggiata, ma servirà innanzitutto tornare ad ascoltare la base non solamente durante le campagne elettorali e sarà necessario soprattutto ricominciare ad interpretare la società per offrire un’idea di futuro, un’idea di come si vuole che sia l’Italia di domani. Avere insomma la voglia e l’ardire di dare risposte non solamente alle geometrie parlamentari, ma soprattutto alla ripartenza post Covid, alla crisi economica, ai problemi del lavoro, alla parità salariale, ai problemi che i nostri bambini ed i nostri giovani avranno dopo aver perso più di un anno della propria vita.

Insomma, il PD che Italia immagina? Che Paese sogna? 

Il diario di un cassintegrato – parte diciottesima

Un’altra settimana da cassintegrato è terminata e la situazione lavorativa, dopo un timido raggio di sole, è tornata ad abbuiarsi.

Nonostante qualche segnale di ripresa delle attività apicali che organizziamo, l’azienda ha prorogato la cassa integrazione e lo ha fatto utilizzando termini e regole ancora più stringenti che in precedenza. Dalla prossima settimana infatti, forse perché ci ha visto stanchi(?!?!), non saremo più chiamati a lavorare due giorni, ma uno solo sui cinque previsti. Tale situazione sembra purtroppo destinata a durare alcune settimane e se sommiamo questa novità con lo sblocco dei licenziamenti nelle aziende più grandi dal primo luglio in poi, certo non si può dire che la condizione dei lavoratori dei settori più colpiti dalla crisi pandemica sia serena. Purtroppo l’idea del governo è che fino al 30 giugno si garantisce il posto di lavoro, poi il mercato farà la propria corsa come se la crisi non fosse dovuta al Covid ma ad una cattiva programmazione o all’incapacità di aziende e lavoratori di svolgere le loro rispettive mansioni.

Nonostante questo, il mio aggiornamento on line continua e con esso anche la mia osservazione in merito al governo Draghi, quello dei cosiddetti migliori. Detto della fine del blocco dei licenziamenti, la notizia che questa settimana mi ha colpito maggiormente è quella relativa all’arrivo della cosiddetta pacificazione fiscale. Normalmente quando si usa un sostantivo davanti alla parola fiscale, dietro si nasconde una fregatura ed infatti….per utilizzare la lingua italiana, nel prossimo “decreto sostegno” si annida un gran bel condono tombale per tutte le cartelle fino a 5.000 euro per coloro i quali abbiano un reddito fino a 30.000. Proprio quello che ci voleva in un momento come questo! Continuiamo a premiare i furbi e poi, mi raccomando, lamentiamoci che mancano i soldi per la sanità, la scuola, le forze dell’ordine etc etc! Senza considerare inoltre il messaggio devastante che si offre al Paese in un momento in cui si avrebbe bisogno di pace sociale, di un fronte comune impegnato per lottare contro il Covid, per fare avanzare la vaccinazione, per far ripartire l’economia. Ed invece mettiamo ancora una volta gli uni contro gli altri, i furbetti contro quelli che hanno sempre pagato, i garantiti contro i precari e chi più ne ha più ne metta. Se un tale condono lo avesse fatto un governo a guida Berlusconi o Conte, avremmo i giornaloni a fare la battaglia a reti unificate per la moralità e la fedeltà fiscale, ma poiché questa idea geniale è partorita dall’esecutivo dell’ex Presidente della BCE tutti zitti ed in coperta. Mamma mia che pena! Quanta disonestà intellettuale, quanto in basso è caduto il giornalismo politico italiano!

La notizia più bella della settimana è la fine della quarantena dei miei bambini!! Il più grande, dopo settimane di didattica a distanza, è stato molto coraggioso nell’affrontare il tampone, il più piccolo è riuscito a sfidare una clausura lunga venti giorni con una serenità che ha dato forza anche a me ed a mia moglie per superare questa nuova prova così dura. La gioia che ho visto nei loro occhi quando abbiamo potuto finalmente tornare ai giardini a giocare con gli amici, mi permette di immaginare ciò che stanno provando tutti i bambini ed i ragazzi in questo periodo così probante. Torno ancora una volta a ribadire che sono convinto si stia sottovalutando l’impatto psicologico che questo stravolgimento sta avendo, ha avuto ed avrà su questi ragazzi nel loro sviluppo psico-fisico.

Chiudo la mia pagina di diario con il consueto consiglio che stavolta interessa un libro ed in questo caso un libro divertente (o che lo dovrebbe e/o vorrebbe essere). Lo scritto in questione si intitola appunto “Libro” ed è di Maccio Capatonda, un volto noto soprattutto per le sue gag esilaranti fatte in video spesso brevi, tipo clip musicali. Il libro è un’autobiografia in cui l’autore racconta la propria vita con diversi particolari mescolando battute, capitoli più seriosi ed episodi curiosi. Il libro scorre via abbastanza velocemente ma sinceramente a me non è piaciuto molto. Probabilmente l’attesa che avevo nei confronti del volume era errata a fronte di ciò che invece Maccio Capatonda voleva comunicare. Mi aspettavo infatti di ridere, di divertirmi, di passare delle belle ore spensierate, mentre in realtà il volume non è poi così divertente. Credo sinceramente che Capatonda sia più bravo nelle produzioni e nelle gag televisive che nella scrittura soprattutto perché il libro non convince né nella pura narrazione, né nell’istinto comico anche se dobbiamo riconoscere che l’idea di chiamare il volume “Libro” e di offrire ai lettori addirittura le istruzioni per aprirlo e leggerlo è un’idea semplicemente geniale.

Alla prossima puntata del diario!

Filastrocca politica

Ormai un mese è passato,

da quando per il Governo Draghi il Parlamento ha votato,

e la sbornia sui giornali è ancora grande

anche se qualcuno è ormai rimasto in mutande.

I ministri del Premier Draghi

sono stati presentati come maghi

anche se per ora sembran più Cristiano Biraghi.

Quando AstraZeneca è arrivato,

con tanta gioia abbiamo festeggiato,

ma adesso che è stato ritirato il vaccino,

dal Premier vorremmo almeno un messaggino.

Magari non una conferenza stampa in stile Casalino,

ma due parole per tranquillizzare noi povero popolino.

Il governo Conte 2 i soldi per i ristori aveva trovato,

ma lo statista di Rignano con la crisi tutto ha bloccato,

intanto tra un po’ ripartono i licenziamenti

che certamente non toccheranno i loro parenti.

Il prossimo decreto si chiamerà sostegno,

ma fate in fretta che la povertà lascia un grande segno!

Si parla di riforma degli ammortizzatori sociali,

parole che spesso han fatto felici gli industriali.

Draghi ed i suoi sono stati presentati come i migliori,

ma noi chiediamo solamente che la gente lavori.

Col Generale Figliuolo che farà miracoli col piano vaccinale,

speriamo che i figli a scuola ed a fare sport possano tornare,

migliori o peggiori a noi poco importa,

ma se va avanti così avremo un’Italia morta.

Il diario di un cassintegrato – parte diciassettesima

E’ una settimana decisamente diversa quella che sto vivendo. Finalmente tutti gli sforzi di guardare positivo, la voglia e la disponibilità di reinventarsi, l’aver smesso di piangersi addosso, sembra iniziare a pagare. Sono infatti impegnato quattro giorni al lavoro ed anche se forse sarà solo per questa settimana, è giusto guardare il bicchiere mezzo pieno e prendere il meglio da ciò che accade.

Ecco allora che, insieme a gran parte dei miei colleghi, stiamo investendo il nostro tempo e le nostre energie per organizzare delle spedizioni per le nostre affiliate sperando che sia un segno concreto di ripartenza. Nel frattempo, anche se l’Italia si avvicina a grandi passi verso la zona rossa, una piccolissima parte delle manifestazioni del nostre settore si avviano a ricominciare tra mille difficoltà e dubbi, ma intanto si inizia a rimettere in moto la macchina. Ci vorranno mesi, forse anni, per tornare alla normalità ma ormai non vale più la pena guardare a quando accadrà, ma solamente cercare di creare le condizioni affinché accada.

In mezzo a germogli di speranza, questi ultimi giorni hanno però portato un velo di tristezza sulla mia famiglia. La cara Maia, la cagnolina extraterrestre con uno straordinario attaccamento alla vita ed una forza proveniente da un altro pianeta, ci ha purtroppo lasciati.

Nel frattempo poi, i nostri bambini sono nuovamente chiusi in casa in quarantena e con la variante inglese tra l’altro i protocolli sono cambiati e si sono irrigiditi ulteriormente; saremo dunque in allegra compagnia almeno fino a dopo la metà di marzo… sempre che nel frattempo non decidano, come pare, di chiudere nuovamente tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il danno che i bambini, i giovani ed i ragazzi in genere stanno subendo da questa situazione è inimmaginabile per coloro i quali non siano a contatto con loro quotidianamente. Stanno perdendo socialità, cultura, divertimenti, sport, conoscenza: credo che questo sia il salatissimo prezzo da pagare per le future generazioni.

In questo turbinio di emozioni e riassestamenti, la mia ricerca di aggiornamento e formazione non si ferma ed allora per questa settimana ho deciso di consigliare un corso veramente interessante che ho scoperto grazie al mio amico cassintegrato di lungo corso Leo. Lui proprio come me sta cercando di far fruttare questo periodo di forzato allontanamento dal lavoro per cercare di allargare i propri orizzonti e le proprie conoscenze in modo da restare attivo e sempre alla ricerca di possibili alternative e, proprio per questo, sta seguendo il corso che mi ha consigliato. Il futuro volge sempre più verso la digitalizzazione del lavoro sia per le persone che lavorano nel privato che per quelli che lavorano nel pubblico. Stessa cosa dicasi per titolari di negozi o venditori che grazie al web, ai siti, ai social network, all’e-commerce possono reinventare il proprio modo di lavorare anche e soprattutto in periodi come questo in cui è necessario riorganizzarsi. Poiché come vi ho raccontato non ero mai riuscito a trovare posto nei vari corsi gratuiti a cui mi ero iscritto, devo ringraziare Google perché mette a disposizione di tutti un corso di formazione ed aggiornamento sul web gratuito e che rilascia un’attestazione che può essere anche inserita nel curriculum vitae. Dopo aver iniziato a frequentare a spron battuto, le varie vicissitudini mi hanno un po’ frenato ma sono arrivato a circa un quinto del percorso formativo e dunque credo di poterne parlare a ragion veduta. Il corso è articolato su più lezioni, basta avere un account Gmail e per iscriversi si deve utilizzare questo link https://learndigital.withgoogle.com/digitaltraining/courses

Ogni argomento viene trattato in più lezioni con video di massimo 5 minuti al termine dei quali si affronta un piccolo questionario che deve essere superato per poter proseguire. I temi affrontati variano dalla costruzione di un sito all’utilizzo dei social, dalla presentazione della propria attività all’uso del linguaggio, ma a fare la differenza è il modo in cui tali tematiche vengono proposte. Si utilizzano termini alla portata di tutti spiegando il significato dei tecnicismi o delle parole inglesi. Il fatto poi di avere di fronte video brevi permette di ascoltarli nuovamente in caso di dubbi, ma anche di interrompere in ogni momento. Insomma un ottimo modo per ampliare le conoscenze, rimanere con il cervello allenato ed aggiornare il proprio modo di lavorare e di presentarsi al mondo esterno. In più è gratuito e si può fare da ogni dispositivo con il proprio account Gmail. Che chiedere di più?  

Alla prossima puntata del mio diario!!

Il diario di un cassintegrato – parte sedicesima

I governi cambiano, i sottosegretari anche, ma il nostro settore sportivo resta chiuso a doppia mandata. E dopo la formazione del nuovo governo, rimane anche senza rappresentante governativo e senza l’assegnazione delle deleghe. Insomma, becco e bastonato!

Nel frattempo Draghi e la sua compagine hanno emanato il loro primo DPCM (com’era la storia del vulnus alla democrazia?) che resterà in vigore fino al 6 aprile, dunque avrà effetto anche sulla Pasqua. Al di là di alcuni aggiustamenti, come ad esempio il cambio di colore che scatta il lunedì anziché la domenica, mi sembra di poter dire che il nuovo esecutivo si sta muovendo in sostanziale continuità con il precedente. Mantenuta la divisione del paese in colori, le due settimane necessarie per migliorare la fascia regionale, il coprifuoco alle 22,00 e le limitazioni agli sport, alle fiere, ai congressi, agli avvenimenti che possono scatenare possibili assembramenti. Ciò che invece è cambiato, è il rapporto con la scuola: sia in zona rossa, che in quella arancione rafforzata, tutti gli alunni verranno mandati a casa in didattica a distanza e stavolta, udite udite, non sarà colpa di Azzolina. Stride particolarmente il mantenimento dei centri commerciali aperti e la chiusura delle scuole quando siamo stati mesi a discutere degli effetti nocivi della DAD sui nostri bambini e giovani. Adesso però, come per magia, cambiato il Ministro dell’Istruzione, cambiato il Premier, si può chiudere senza problemi ed è lecito anche iniziare a discutere del possibile prolungamento dell’anno scolastico fino al 30 giugno. In questa settimana poi, c’è anche il Festival di Sanremo ed il turno infrasettimanale della Serie A, quindi si può fare tutto ed il proprio contrario che tanto non se ne accorge nessuno!

Nel frattempo, anche per questa settimana, al lavoro sono impegnato due giorni ma non mancano certo le cose da fare. Il blog mi impegna molto, venerdì sarò nuovamente ospite come opinionista nella trasmissione “Minuti di recupero” su ATSPORT 24  e, nel frattempo, ho appena iniziato un corso di aggiornamento di cui vi parlerò nel prossimo appuntamento.

Adesso invece vorrei parlare di una cosa che reputo gravissima, accaduta in questi giorni davanti al carcere di San Gimignano, la cui notizia trovate qui. Credo sia assolutamente indegno che il capo della prima forza politica italiana (stando ai sondaggi), si lasci andare ad affermazioni tanto gravi quanto inesatte, stando alla sentenza di primo grado del processo a carico di queste guardie carcerarie. Non si dovrebbero mai commentare le sentenze, né parlarne prima del verdetto definitivo, ma non si può nemmeno tacere l’indegna campagna pubblicitaria che Salvini sta ormai conducendo da mesi a favore di rappresentanti dello stato che, a detto del primo verdetto, avrebbero pestato e torturato un detenuto del carcere di San Gimignano. In questo paese si iniziano a conoscere troppi casi del genere: dal povero Stefano Cucchi, la cui eco è arrivata fino al cinema grazie anche alla splendida interpretazione di Alessandro Borghi nei panni della vittima, a quello di Magherini fino al caso Aldrovandi, troppe volte agenti colpevoli hanno trovato connivenze e coperture negli apparati dello stato. Non abbiamo proprio bisogno che ci sia anche un megafono politico che provi ad ostacolare il raggiungimento della verità in questi casi: nessuno chiede vendetta, ma almeno giustizia sì e quella la si può trovare solamente nelle aule dei tribunali e non nelle conferenze stampa di qualcuno che cerca solamente di lucrare elettoralmente su qualunque cosa accada.

Gli impegni sono tanti, i temi da trattare pure, ma l’angolo del consiglio settimanale non può proprio mancare! Ed allora oggi si torna al cinema con un titolo che si può tranquillamente vedere su RaiPlay (dunque senza spendere un centesimo). Il film di cui parlo è “Il primo re”, la rivisitazione in chiave epica del rapporto tra Romolo e Remo fino alla nascita di Roma. E’ un film avvincente, che nonostante le oltre due ore di durata, vola via in un amen tenendovi incollati allo schermo. Per coloro i quali sono soliti impressionarsi per lo spargimento di sangue, non è un film adatto, ma la prova dei due protagonisti Alessandro Borghi e Alessio Lapice è veramente convincente. La pellicola ha bisogno di essere seguita senza distrazioni poiché ha i sottotitoli dal momento che gli attori recitano in latino arcaico, ma l’ambientazione e la storia appassionante ripaga ogni singolo sforzo. Provate a guardarlo e magari ditemi cosa ne pensate!

Alla prossima puntata del diario per parlare del mio nuovo corso di aggiornamento e non solo!

Gravina confermato Presidente della FIGC

E’ andata come doveva andare e Gabriele Gravina è stato riconfermato alla guida della Federazione Sportiva più importante d’Italia. Ha battuto lo sfidante, Cosimo Sibilia, con un margine più ampio di quello che ci si attendeva ed adesso guiderà la macchina per il prossimo quadriennio.

Il risultato finale ha destato sorpresa solamente per l’ampiezza della vittoria dal momento che Sibilia è il presidente riconfermato della Lega Nazionale Dilettanti, componente che esprime il 34% dei delegati assembleari. Gravina però ha conseguito il 73,5% delle preferenze, mentre lo sfidante solamente il 26,5. Alcuni Comitati Regionali, come la Lombardia e l’Emilia Romagna, sono passati in mano a quella che potremmo definire l’opposizione interna alla L.N.D. e dunque presumibilmente hanno accordato la preferenza al Presidente eletto. Sibilia però, non è riuscito a convincere nemmeno il mondo arbitrale, che conta il 2% di voti, che nelle ultime settimane ha deciso di cambiare il vertice: via il plenipotenziario Nicchi, che aveva addirittura modificato il regolamento elettorale pur di correre per il quarto mandato, e dentro Trentalange. Nonostante la sconfitta del candidato più vicino a Gravina, il neo presidente sembra abbia scelto la neutralità. Altra delusione poi è la mancata raccolta di preferenze in funzione dell’alleanza con il Presidente della Lazio Lotito che sembra però non aver sortito effetti.

Discorso diametralmente opposto per Gravina, che è riuscito a tessere la tela di una coalizione che ha visto restare fuori solamente i Dilettanti. Con un lavoro certosino, il presidente uscente ha ottenuto la fiducia di tutte le leghe professioniste, degli allenatori e dei calciatori. A tutti ha chiaramente promesso qualcosa ed adesso vedremo come riuscirà a governare con una maggioranza così ampia dove tutti accamperanno diritti. Gravina è un dirigente navigato, un imprenditore velocemente riconvertitosi allo sport ed al calcio in particolare, protagonista indiscusso del miracolo sportivo Castel di Sangro, cittadina abruzzese di 6000 abitanti che portò a disputare la Serie B. Da quel trampolino, la carriera di dirigente sportivo non si è più fermata fino ad arrivare alla Presidenza Federale nel 2018. Nell’articolo di domani poi, vedremo come il programma elettorale di Gravina può incidere sul percorso del talento, protagonista della nostra rubrica.

A Gravina dunque l’onere e l’onore di tenere il timone in questo momento così burrascoso non solamente al comando della FIGC ma anche in seno al CONI, dove sembra che lo sport con più tesserati in Italia, tornerà finalmente a sedere. Dopo 4 anni in cui il calcio non aveva rappresentanti in seno al Consiglio Nazionale del CONI, torna finalmente il sereno tra i due organi direttivi. Gravina sarà dunque chiamato a difendere gli interessi soprattutto del calcio di base e giovanile all’interno dell’istituzione che governa lo sport italiano nella speranza che la mancata riconferma del Ministero dello Sport non sia il segno del totale disinteresse da parte del governo Draghi nei confronti dell’attività fisica e motoria. Saranno anni difficili, di ricostruzione, di ripartenza dal basso che necessiteranno della massima collaborazione tra le parti e non di divisioni tenendo in considerazione anche quelle componenti, come la Lega Nazionale Dilettanti, che oggi siedono all’opposizione. Lo sport giovanile, e quello dilettantistico, sta pagando il conto più salato della pandemia; è il settore, insieme a quello dello spettacolo ed a quello di fiere e congressi, che è rimasto chiuso più a lungo senza nemmeno avere la cassa di risonanza dei ristoratori.

Lavoratori, imprese, famiglie, bambini che da ormai un anno aspettano solamente di ricominciare a divertirsi, a fare attività fisica, ad intrattenere le persone, a far conoscere le eccellenze italiane. Ed allora cari Malagò, Gravina, Sibilia, futuro Sottosegretario con delega allo sport, sedetevi intorno ad un tavolo ed alzatevi solamente quando avrete trovato una soluzione… che qua fuori ci sono milioni di persone in tutto il paese che aspettano solo questo!