Il buono, il brutto, il cattivo

CAGLIARI – FIORENTINA = 1 – 1  

Un punto che lascia aperti tanti interrogativi.

La Fiorentina torna da Cagliari con un pareggio che può essere letto da due diverse angolazioni: il gol di Luperto oltre il 90’ minuto lascia certamente dell’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere e non è stato ma, se guardiamo allo sviluppo della gara, dobbiamo onestamente ammettere che tre punti sarebbero stati decisamente troppi.

La squadra di Pioli, scesa in campo con la stessa formazione di Giovedì, ha dimostrato subito come, sicuramente per l’avversario diverso ma anche per il caldo, le cose sarebbero andate in modo ben diverso. La manovra è stata lenta, prevedibile, senza che i calciatori si muovessero per dettare la giocata al compagno con un ritmo più da amichevole contro la squadra Primavera che non da prima di campionato. Il Cagliari invece, ha iniziato a pressare altissimo fin dal fischio di inizio, ha cercato la verticalizzazione rapida verso il simpaticissimo Borrelli ed ha asfissiato i centrocampisti viola in ogni zona del campo. Tra l’altro, si è rivisto l’ex Folorunsho in tutta la sua forza ed esplosività, libero di svariare e lottare contro tutto e tutti: complimenti vivissimi a Mister Palladino che lo ha fatto giocare terzino per 3 mesi! A parte questo, nella prima frazione, le prove dei singoli sono state molto al di sotto della sufficienza: Ranieri si è più volte complicato la vita nelle ripartenze, Dodò (che non ha mai saltato l’uomo in tutta la gara) ha avuto la grande idea di provare dribbling anche nella nostra area di rigore, Ndour è sembrato il cugino di quello visto ed ammirato in Conference League, Fagioli ha portato troppo palla, Sohm ha sbagliato anche azioni di rimessa facili mentre gli attaccanti sono stati trasparenti. Nulla da salvare? Beh poco ma qualcosa si! Due salvataggi clamorosi di Gosens (che ha dovuto fare il terzino tutta la partita visto che Dodò non ne ha voluto sapere di pensare anche a difendere) ed una parata strepitosa, poi ripetutosi anche nella ripresa, di De Gea che ha letteralmente salvato il risultato: solo grazie a loro, Pioli ed i suoi ragazzi hanno chiuso un primo tempo senza tiri verso la porta avversaria con il risultato di pareggio.

Le cose sono leggermente migliorate nella ripresa grazie anche alle due sostituzioni effettuate dal mister all’intervallo: Viti, buona la sua prova, rispetto a Ranieri ha alzato il livello del palleggio e soprattutto ha dato prova di personalità portando avanti la linea difensiva e cercando di dare riferimenti ai propri compagni, mentre Mandragora non si è limitato al gol del vantaggio grazie ad un bel colpo di testa. Il centrocampista goleador della scorsa stagione, ha finalmente velocizzato la manovra grazie ad alcune aperture di prima ed ha liberato maggiormente Fagioli suddividendosi i compiti di regia. Grazie a ciò, anche il regista è salito molto di livello sia difensivamente che offensivamente confermando come le sue qualità tecniche siano imprescindibili per la Fiorentina. Con una manovra leggermente più fluida, anche gli attaccanti hanno avuto qualche palla da giocare ed in una di queste Gudmundsson ha confezionato il cioccolatino che Mandragora ha messo in porta. Dal gol, per una decina di minuti, i viola hanno avuto il pallino del gioco in mano ma purtroppo Kean si è divorato una palla gol sanguinosa che avrebbe probabilmente chiuso la contesa. Da qui in avanti purtroppo, i viola sono ricaduti in problemi di gestione della gara che conosciamo da troppi anni: tolti Fagioli e Mandragora in mezzo al campo ed un Fazzini entrato con personalità e piglio giusto, i viola sono apparsi in netta difficoltà dal punto di vista fisico e mentale. Sono ancora una volta venuti fuori quei problemi di leadership che tanti punti hanno fatto perdere alla Fiorentina nelle ultime stagioni. Oltre a ciò, alcuni dei viola impiegati hanno mostrato anche limiti fisici e di approccio: Parisi ha perso diversi palloni e non ha mai dato la sensazione di tranquillità, Pablo Marì ha avuto un impatto del tutto negativo sia in marcatura sugli attaccanti avversari che in fase di riproposizione del gioco, Kean ha perso tutti i confronti diretti con Mina. Il pari, arrivato solamente a tempo scaduto grazie ad una dormita difensiva e ad una papera di De Gea (è un essere umano anche lui allora!!!), è stata solamente la logica conseguenza della prestazione della squadra. Giovedì dobbiamo far mettere minuti nelle gambe a chi ancora ne ha pochi, ma la strada da fare in campionato per diventare competitivi è ancora molto lunga!

IL BUONO

  • Fagioli: certamente porta troppo la palla, fisicamente non è un crack, ma la classe è cristallina ed il gioco sgorga dai suoi piedi in modo del tutto naturale. Da quando è arrivato a Firenze poi, è cresciuto difensivamente in modo esponenziale. Ancora ha tanta strada da fare (ad esempio nel tiro in porta), ma ad oggi è imprescindibile. Il punto di riferimento tecnico della squadra viola.
  • Mandragora: contratto o non contratto, quando subentra a Ndour la musica cambia. La palla gira più velocemente, l’area del Cagliari viene riempita in modo diverso, la squadra guadagna 30 metri di campo. E poi il gol. Serve altro?
  • Pongracic: farà anche errori di irruenza, ma quando Pioli lo sposta dal centro della difesa, i viola iniziano a sbandare proprio in quel settore del campo. Solamente un caso?
  • Fazzini: ammetto che ho un debole per questo ragazzo da quando giocava negli allievi, ma in un quarto d’ora mostra diversi colpi del proprio repertorio ed entra con una cattiveria ed un piglio importante. Credo meriti più minuti!

IL BRUTTO

  • Kean: perde praticamente ogni duello con Mina ma soprattutto si divora il gol che avrebbe probabilmente chiuso la gara. Dopo il rosso in Conference, un errore marchiano sottoporta. Per volare abbiamo bisogno del miglior Moise!
  • Dodò: quando un calciatore non è ancora fisicamente al massimo, dovrebbe cercare di giocare semplice. Il brasiliano invece, conosce un solo modo di giocare e stavolta aiuta anche poco in fase difensiva. I cross sono sempre imprecisi, il dribbling troppo insistito. Reset necessario!
  • Parisi – Marì: uno troppo piccolo, l’altro troppo lento. Come poter convivere con questi limiti? Con applicazione feroce, sfacciataggine, voglia di sacrificarsi per sé stessi e per la squadra. Esattamente il contrario di ciò che abbiamo visto ieri a Cagliari.

A voi per i commenti!!

Dopo lo scempio contro il Parma serve una risposta forte

Siamo stati settimane a dirci che la Fiorentina, per fare il salto di qualità e raggiungere le posizioni che valgono l’Europa che conta, doveva necessariamente cambiare marcia contro le piccole e domenica scorsa ci meritiamo di assistere ad uno scempio del genere? Oggi ho letto su diversi siti che i 12.000 spettatori paganti (nel momento in cui scrivo) per la gara di ritorno di domani in Conference League sarebbero pochi….io dico: ma ci siete mai stati più di due ore sotto l’acqua per più volte in una stagione a tifare la vostra squadra del cuore? Avete mai provato cosa significa assistere ad uno spettacolo indecoroso come quello che ha offerto la Fiorentina non solo contro il Parma mentre il cielo vi rovescia addosso acqua a secchiate senza mai fermarsi?

E’ vero, è una nostra scelta quella di andare allo stadio, in uno stadio scoperto, a guardare una partita di calcio. Ma non può essere una mia scelta anche quella di non andarci (non è il mio caso poiché ovviamente sarò in parterre di curva) senza dovermi sentire accusare di scarso attaccamento da chi ha raramente pagato un biglietto e non ha mai preso l’acqua cantando in curva? Per poi vedere cosa? Una squadra che non ha uno straccio di gioco né uno schema nemmeno su palla inattiva? Una squadra che vive solo ed esclusivamente delle individualità e della qualità dei propri interpreti ma che, quando alcuni di loro si inceppano, non ha un piano B, un’alternativa?

Non voglio poi sparare sulla croce rossa commentando le parole di Citterio, il secondo di Palladino che al termine della partita dice che il pareggio è un risultato positivo perché la Fiorentina ha mosso la classifica…. Del resto il secondo di un allenatore che ho già in passato descritto così (https://ilcornerdellungo.com/2025/02/24/breve-storia-triste-di-un-allenatore/) poteva essere tanto meglio? Parliamo invece delle scelte della panchina in corso di gara dai che ci divertiamo!! Contro un Parma che chiudeva tutti gli spazi di gioco e raddoppiava sempre sugli esterni, noi abbiamo continuato a giocare con tre difensori centrali e quando abbiamo inserito Beltran lo abbiamo messo al posto di Gudmundsson. Sarebbe piaciuto solamente a me un cambio un po’ più spregiudicato come ad esempio l’uscita di uno dei tre difensori con il passaggio alla difesa a 4 (arretrando Dodò e Parisi) ed i due trequartisti dietro Kean? Continuo poi a non capire la sostituzione in ogni gara per l’ex Genoa: mi sembra di rivivere la stagione in cui Ranieri toglieva ogni partita Rui Costa. Fatte le debite proporzioni, i giocatori con il numero 10 (non Ruben Oliveira) sono quelli che possono inventare la giocata in ogni momento e che, soprattutto contro le compagini che difendono basse e chiudono tutti gli spazi, possono vincere le partite da soli. Noi no, noi lo leviamo sempre indipendentemente dalla prestazione, sia che giochi bene sia che giochi male!

Due parole poi voglio spenderle anche sulla gestione di Fagioli: posto che una persona che è già stata condannata ed ha già pagato (tanto o poco non sta a me giudicare) non può essere messa nuovamente alla gogna, era chiaro a tutti che Nicolò domenica non era assolutamente sereno. Allora delle due l’una…o lo schieri titolare e lo fai giocare 90 minuti qualunque cosa accada perché la tua è una scelta che prima di tutto è fatta per il ragazzo, oppure lo tieni fuori perché non lo vedi sereno. L’unica cosa che non puoi fare è giudicarlo come se stesse giocando una partita normale, perché quella di domenica per Fagioli era tutto tranne che una partita normale! Io in Fagioli credo e spero che la Fiorentina riparta da lui (ed anche da Dodò, Kean e De Gea) perché è un grandissimo talento e perché credo che questa sia la dimensione perfetta per lui. Il resto conta solo per far conoscere la storia di un ragazzo che ha certamente sbagliato, ha pagato, ha girato le scuole di tutta Italia mettendosi a nudo, raccontando cosa sia la ludopatia, affrontandola a testa alta, insomma non un Masiello qualsiasi.

Adesso la Conference League contro il Celjie partendo da un vantaggio esterno che deve essere difeso ad ogni costo. Sembra che Palladino stavolta voglia affidarsi ai titolari e questa mi sembra una buona idea: sarà necessario che i calciatori di qualità non sbaglino partita e che la Fiorentina trovi il coraggio necessario a giocare queste partite sia in campo che in panchina. Per il bel calcio, vi consiglio di guardare altre squadre…..

Fiorentina: Crescita e Ottimismo dopo il Pareggio con il Milan

Una partita tanto pazza quanto emozionante e bellissima.

Milan e Fiorentina sabato sera ci hanno riconciliato con il gioco del calcio e ci hanno regalato oltre 90 minuti di ribaltamenti di fronte, grandi gesti tecnici, errori e prodezze in serie. La squadra di Palladino, con il pareggio ottenuto, esce dal tour de force contro le grandi con 7 punti e la zona Europa ancora alla portata. Sarà necessario adesso cambiare marcia contro le compagini che occupano le zone basse della classifica per rimanere attaccate alla zona europea: già domenica al Franchi, contro un Parma rivitalizzato dalla rimonta alle spese dell’Inter, De Gea e compagni dovranno necessariamente trovare i tre punti. Con tutti gli scontri diretti rimanenti nelle ultime sette giornate, i viola potrebbero approfittarne per insinuarsi nelle posizioni di classifica che contano.

Tornando alla gara di sabato, la Fiorentina ha mostrato segnali di crescita da diversi punti di vista: innanzitutto la personalità mostrata per tutto l’arco della gara è assolutamente confortante. I viola, diversamente da altre volte, hanno provato sempre a fare la partita o comunque a non subire per troppo tempo il gioco avversario. Grazie soprattutto alla capacità di ribaltare l’azione di uno scintillante Dodò e di un sontuoso Fagioli, i viola hanno sempre dato l’impressione di poter far male ai rossoneri quando ripartivano: peccato per l’assenza di Gosens che ha fatto mancare alla Fiorentina una gamba importante anche sull’altro versante del campo…chissà come sarebbe andata se avessimo avuto anche la spinta del tedesco a tenere in allarme la non formidabile retroguardia rossonera.

Certo è che però i viola hanno denotato ancora una volta anche problemi di letture difensive; le due reti subite chiamano in causa errori individuali che non sono stati neutralizzati da letture preventive dei compagni. In occasione del primo gol, Pablo Marì esce troppo alto e perde completamente la marcatura di Abraham permettendo un filtrante semplice per il centravanti rossonero. Se l’ex Arsenal è incappato in una serata non certo brillante, i compagni di reparto ed i centrocampisti non sono sembrati abbastanza reattivi da poter coprire l’errore. Situazione molto simile è accaduta poi anche in occasione del pareggio di Jovic. Anche in quel frangente, una marcatura saltata ha liberato all’attaccante rossonero un’autostrada verso De Gea. In entrambe le reti subite, si è potuto notare uno dei più grandi limiti delle squadre che si dispongono con marcature a uomo a tutto campo: quando si perdono gli scontri diretti con palla in movimento uscendo troppo alti rispetto alla propria zona di competenza, o i compagni capiscono in anticipo il pericolo e vanno a chiudere la zona di possibile verticalizzazione, oppure l’uomo liberato si può buttare verso l’area avversaria con il vantaggio di poter correre faccia alla porta verso il portiere, mentre i difensori devono dapprima capire quale sia la zona di campo da coprire, poi girarsi e correre per fermare l’attaccante. Questo resta uno dei punti deboli della difesa a uomo ed è per questo che spesso si gioca con un uomo leggermente staccato che dia sicurezza al reparto: peccato che sabato Pablo Marì non fosse nella sua miglior serata! Detto del difensore centrale che al pari di Cataldi ha giocato sotto le attese, dobbiamo però sottolineare anche le eccellenze: innanzitutto un portiere come David De Gea che sta dimostrando cosa significa avere un uomo affidabile tra i pali. Niente da dire su Terracciano, ma adesso capite perché da anni invocavo un nuovo estremo difensore? Ci sono le categorie nella vita ed anche tra i portieri esistono calciatori che ti fanno perdere qualche punto a fine stagione, altri che più o meno sono a somma zero (come il buon Pietro) e poi ci sono quelli che valgono quasi quanto un attaccante perché da una parte ti regalano diversi punti in classifica, dall’altra ti fanno giocare la retroguardia con tranquillità. Il netto miglioramento viola passa tanto dai guantoni spagnoli, così come il miglioramento della manovra ed il sempre crescente numero di palle gol passa dal cervello ed i piedi di Nicolò Fagioli: intelligenza calcistica ben sopra la media, vede calcio dove molti non vedono nemmeno l’erba, trova angoli di passaggi degni di un playmaker NBA, corre e si sacrifica per i compagni in difficoltà. Un vero furto, quello commesso ai danni della simpaticissima squadra senza colore!! E poi due delle certezze di questa stagione, Dodò e Kean….una coppia da leccarsi i baffi!! Peccato per la rete di testa sbagliata da Moise, ma da quanti anni aspettavamo un centravanti che, qualunque sia la palla che gli viene servita, ti dà sempre la sensazione che possa trasformarla in un’occasione da rete? Ed un terzino che vola e non molla mai come il brasiliano? Il gol del 3-2 sarebbe stata l’apoteosi, ma Dodò è la fotografia perfetta di quello che si vorrebbe sempre da un calciatore della propria squadra: impegno, entusiasmo, grinta, corsa a perdifiato, amore per la maglia.

Resto invece molto dubbioso in merito alla gestione dei cambi: stavolta Palladino ha deciso che la partita di Gudmundsson dovesse durare solamente 58 minuti, per me decisamente troppo poco! Certo l’islandese non aveva riempito gli occhi, ma ormai dovremmo aver capito che Gud è uno di quei calciatori che può risolvere la partita con una giocata! Ed allora perché non aspettare ancora, soprattutto contro una squadra come il Milan che concede tanto? L’ingresso di Ndour poi, è qualcosa che non riesco proprio a spiegarmi: il ragazzo non sembra essere ancora pronto per determinate partite, inoltre lo spostamento di Mandragora in mezzo al campo ha tolto alla Fiorentina lo strappo e la capacità del buon Rolando di buttarsi sempre negli spazi liberi per cercare il tiro in porta facendo perdere alla squadra alcuni metri di campo. Se certamente Cataldi non era in giornata, avrei visto meglio l’ingresso di Adli al suo posto!

Resta infine un risultato importante che lascia il Milan all’inseguimento, ma resta soprattutto negli occhi di tutti la prova di una squadra che sembra finalmente aver trovato continuità di rendimento: giovedi in Conference League contro la squadra slovena del Celjie la Fiorentina è chiamata ad una prova attenta, solida e senza fronzoli. Chiudere la pratica già all’andata permetterebbe di risparmiare un po’ di energie per il rush finale!

La serata perfetta

In una stagione di alti e bassi in cui i tifosi viola non hanno ancora capito il reale valore della squadra, della società e del proprio allenatore, una vittoria così netta, robusta ed indiscutibile è ciò che ci voleva prima della sosta per le nazionali. Il calcio è uno sport ed una malattia incredibilmente affascinante: proprio giovedì, in occasione del consueto ritrovo prepartita a casa del mio amico fraterno Giova, mentre ognuno diceva la sua in merito alla formazione, agli schieramenti tattici ed al possibile sviluppo della gara, lanciai una provocazione al gruppo dicendo: “se vinciamo stasera passando il turno e poi ci ripetiamo domenica scommettiamo che parte una volata mozzafiato fino alla fine?”. Con questo non volevo certamente dimostrare le mie doti di veggente, ma volevo solamente sottolineare quanto la linea che divide una partita o una stagione tra il disastro e la beatificazione sia talmente sottile che tutto può cambiare in un tempo brevissimo.

Se ripensiamo al primo tempo contro il Napoli o la seconda frazione giocata in Grecia e la confrontiamo con l’intera prestazione di ieri sera, abbiamo la risposta al perché il calcio ancora oggi affascina milioni di appassionati: semplicemente perché non ha una logica che assegna la vittoria solamente in relazione ai valori in campo, ma vive di situazioni, di momenti, di alchimia….tutto ciò che al Franchi ha fatto sembrare la Fiorentina un’armata invincibile, la Juventus una compagine di pulcini bagnati. Un Franchi la cui atmosfera, seppur con una capienza dimezzata, è stata incandescente fin da quando i calciatori sono entrati in campo per il riscaldamento: curva praticamente piena già un’ora prima del fischio d’inizio e sfottò che rimbalzavano tra le due tifoserie. Quello stesso sfottò che i tifosi viola hanno voluto immortalare in una coreografia come al solito riuscitissima, una coreografia che solamente il politically correct imperante di alcuni quotidiani come “La Nazione” (avessi detto il Financial Times!!!) non ha voluto capire. O come quelle stesse televisioni che stanno offendendo il gioco del calcio in modo ben peggiore facendo giocare partite a tutte le ore, in ogni giorno della settimana, in ogni situazione metereologica. Meglio se lasciamo stare….

Venendo a ciò che poi è successo in campo, la vittoria è stata rotonda e senza appello. Mister Palladino stavolta le ha azzeccate tutte e sembra finalmente aver trovato la quadra di una compagine che ha tanta qualità, discreta abbondanza, ottimi colpi dei singoli. La difesa a tre, quella che Palladino avrebbe voluto schierare fin dall’inizio della stagione, ha trovato in Pablo Marì un buon condottiero, un calciatore con ottimo senso della posizione, facilità di lettura delle diverse situazioni difensive, ma anche un’intelligenza che gli ha permesso di giocare la quasi totalità della partita con l’ammonizione addosso. Accanto a Marì, Pongracic e Ranieri hanno sbagliato pochissimo ed hanno avuto anche delle ripartenze convincenti. Il croato è finalmente tornato quel marcatore attento e sportivamente cattivo di Lecce, mentre Ranieri spostato sul centro sinistra ha trovato il suo habitat naturale: non solo perché Marì e Gosens lo aiutano spesso in marcatura, ma anche perché la capacità di ripartire a testa alta è sempre stata nelle sue corde.  Se in difesa la Fiorentina ha vinto ogni singolo duello, è stato però a centrocampo dove i viola hanno letteralmente dominato: il trio azzurro composto da Mandragora, Cataldi e Fagioli ha interpretato una fase difensiva perfetta con uno schermo impenetrabile davanti alla difesa ed è stato capace di ripartire in velocità grazie alle verticalizzazioni soprattutto di Fagioli. La seconda rete, ad opera di Mandragora, è stata la fotografia perfetta della serata, una serata in cui i movimenti dei due attaccanti hanno aperto tantissimi spazi, le scorribande dei due esterni hanno dato sempre l’opportunità di passaggio, le sovrapposizioni dei braccetti difensivi hanno creato sempre superiorità numerica. In mezzo a questo meccanismo apparso a momenti perfetto, si sono mossi con maestria i tre centrocampisti viola di cui due sono stati scartati proprio dalla Juventus. Accanto a loro, Dodò e soprattutto Gosens hanno imperversato alternandosi perfettamente nelle discese offensive; se però il brasiliano continua ad essere impreciso quando arriva nei pressi dell’area di rigore avversaria, l’esterno tedesco ha quella rara dote di trovare spesso la porta con buona continuità. Proprio grazie ad essa, Robin ha stappato la partita e regalato fiducia a tutti i propri compagni con giocate difensive di livello e consigli utili per tutti. Davanti poi, Kean ha lottato come un leone contro tutta la difesa avversaria regalando sponde, guadagnando punizioni, pressando ogni avversario. Certo con tutto questo lavoro sporco ha perso lucidità nel momento di calciare in porta, ma per quello ci ha pensato Albert Gudmundsson che è tornato nuovamente a segnare con un tiro da fuori chirurgico: sarà un pò indisponente perché talvolta non rincorre gli avversari, sarà capace di giocare solamente in un modo (cioè come gli pare tra le linee), sarà un elemento non irreprensibile fuori dal campo da gioco, ma con quello di ieri il tassametro parla di 8 reti in 1.050 minuti giocati, cioè uno ogni 131 minuti. Se consideriamo che spesso l’islandese è stato impiegato in condizioni fisiche precarie, direi che i dubbi sul suo riscatto potrebbero essere definitivamente fugati!

Resta dunque una serata indelebile, una di quelle che ricorderemo negli anni: la speranza però è che sia una tappa di una gara lunga fino al termine della stagione, una gara che porti la Fiorentina a raggiungere uno degli obiettivi che erano stati individuati lo scorso mese di agosto. Stavolta non manca veramente nulla per provarci fino in fondo!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – PANATHINAIKOS = 3 – 1  

Ostacolo superato, obiettivo raggiunto!

Anche se il mio fido lettore Wwayne non sarà contento, la Fiorentina batte il Panathinaikos e raggiunge i quarti di finale di Conference non senza un po’ di quella sofferenza finale con la quale i tifosi viola devono sempre convivere. Contro i greci, che nella gara di andata avevano sfruttato alcune scelte scellerate di mister Palladino ed un secondo tempo indegno dei nostri calciatori, la Fiorentina ha ribaltato il risultato grazie ad alcune prestazioni individuali ottime ed uno spirito di squadra che sembra finalmente essere tornato quello necessario a superare le difficoltà. Palladino ha scelto di dare continuità alla difesa a 3, ma soprattutto al centrocampo formato da un mediano e due mezz’ali come invocato da praticamente tutti fin dal momento dell’assenza forzata di Bove. Con questo modulo, il 3-5-2, la difesa è maggiormente coperta dalle incursioni avversarie, i centrocampisti hanno meno campo da occupare, possono portare i raddoppi e sono presenti sia in fase difensiva che offensiva, Gosens è letteralmente un altro calciatore e Gudmundsson e Kean sono un piacere per gli occhi. L’islandese, finalmente libero di svariare su tutto il fronte d’attacco senza due esterni sempre in linea ad intasare gli spazi, può muoversi a piacimento cercando i migliori pertugi per arrivare al tiro o dialogare con Kean, mentre il centravanti della nazionale non soffre più di quella solitudine che ha contrassegnato quasi tutta la sua stagione. Tutto ciò gli permette di non avere sempre addosso il raddoppio sistematico e nel contempo offre la possibilità anche ai centrocampisti di avere maggiore spazio per avvicinarsi all’area di rigore avversaria.

Chiaro che poi ci vuole anche la qualità e l’inserimento di Fagioli in mezzo al campo cambia letteralmente faccia alla Fiorentina: al netto del fallo da rigore sciocco che ha causato la sofferenza finale, l’ex Juventus ha doti rarissime da trovare nel calcio italiano di oggi. E’ tecnicamente molto valido, gioca spesso la palla di prima, ha una visione di gioco sopraffina, preferisce la verticalizzazione al passaggio in orizzontale ed è sempre pronto a correre e sacrificarsi per non lasciare la difesa sguarnita: una manna dal cielo per ogni squadra! Dopo un periodo di appannamento sembra poi essere tornato al top della condizione anche Comuzzo sempre pronto all’anticipo ed a guerreggiare sui palloni aerei, mentre un discorso a parte credo meriti Mandragora: trattato spesso come Medioman, dileggiato per le sue qualità non eccelse, si sta prendendo diverse rivincite e non solamente per i gol. Nella turnazione pressoché fissa adottata da Palladino, nell’ultimo mese l’unico punto fisso è sempre stato il buon Rolando che, vuoi per le assenze altrui vuoi per la sua capacità di adattamento, le sta giocando praticamente tutte. Certo è che, come ho fatto notare più volte, Mandragora è un giocatore normale ma un professionista esemplare, un calciatore che per dare il meglio ha bisogno di qualcuno più forte accanto: ciò lo libera da responsabilità che una squadra che abbia ambizioni europee non può affidargli. Fagioli ed Adli sono calciatori che si sposano perfettamente con un calciatore come Mandragora e questo è merito di chi ha pensato e costruito questa Fiorentina.

I viola hanno dunque centrato il primo obiettivo settimanale, cioè l’accesso ai quarti di finale contro il Celie, insomma non proprio il Real Madrid di Ancelotti, ma adesso è già tempo di pensare alla madre di tutte le partite, quella di domenica alle 18.00 contro la Juventus: una vittoria potrebbe incredibilmente rilanciare le ambizioni della Fiorentina anche in Serie A….io ci proverei e voi?

IL BUONO

  • Gosens: il vero capitano di questa Fiorentina. Tornato a giocare nel suo ruolo più congeniale, è protagonista di una partita totale: incoraggia tutti i propri compagni, ara la fascia decine di volte, è autore di due chiusure fondamentali sui tiri avversari, fornisce l’assist a Kean. Vorrei essere come Robin…..
  • Fagioli: come scritto anche nell’articolo, cambia letteralmente faccia alla squadra viola. Negli Stati Uniti lo definirebbero un potenziale steal (furto) dell’ultimo mercato. Dategli le chiavi del centrocampo ora e fino al termine della stagione!
  • Il pubblico: non so se la Fiorentina riuscirà finalmente nell’impresa sfuggita nelle ultime due stagioni, ma so che se succederà, il trofeo sarà soprattutto di quelle persone che abitano a Firenze e che ieri sera erano allo stadio. In troppi ormai, e parlo di quelli che avrebbero avuto la possibilità di venire al Franchi, stanno con il plaid sulle ginocchia ed il telefonino in mano pronti a sputare veleno sui social anziché venire a sostenere la squadra della propria città. Noi invece ci siamo stati, ci siamo e ci saremo!

IL BRUTTO

  • Le sostituzioni: sinceramente il cambio di Ranieri con un centrocampista non l’ho proprio capito, a maggior ragione con gli altri due centrali ammoniti. Per stavolta però mi fermo qui perché è già tempo di pensare alla partita dell’anno. Non ci tradite mi raccomando!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

NAPOLI – FIORENTINA = 2 – 1  

Come le ciliegie: non è il titolo dell’ultimo singolo di Alfa, ma quello di questo scorcio di stagione viola.

Si passa da una sconfitta ad un’altra, una dopo l’altra appunto come le ciliegie, ed ormai sembra che quasi tutto l’ambiente viola sia assuefatto alla capitolazione continua. Con quella di Napoli, la Fiorentina ha perso 5 delle ultime 6 partite e 9 delle ultime 16, in classifica è ormai scivolata a 5 punti dal Bologna, è stata scavalcata dalla Roma ed è tallonata dal Milan che si trova a un punto di distanza. Non solo, ma nonostante le dichiarazioni lunari di Palladino e Prade’ (che sia arrivata la chiamata dagli States per rimetterlo in riga?), la Fiorentina ha giocato l’ennesima partita insipida senza capo né coda, con l’unico intento di chiudersi dietro la linea della palla e provare a ripartire con pallonate a casaccio alla ricerca di un Kean commovente. Nella prima frazione di gioco i viola hanno fatto quasi tenerezza con il Napoli che sembrava essere “impegnato” nell’amichevole del giovedì contro la sparring partner di turno. Un’inferiorità imbarazzante, con una pochezza di idee da fare vergognare un qualsiasi allenatore tranne il nostro che, nelle dichiarazioni dopo la gara, ha addirittura lodato la prestazione della propria squadra nella sua interezza!!!

Palladino, colui che ha avuto l’ardire di cambiare due difensori su tre per farli rifiatare, ma che avrebbe potuto dare un segnale di coraggio in occasione della seconda sostituzione magari con l’inserimento di Beltran ed il conseguente passaggio alla difesa a 4, ci ha deluso nuovamente con il solito stucchevole copione riproposto fino al novantesimo, anche quando i viola avevano dimezzato le distanze grazie alla magia della coppia Kean Gudmundsson. Gli ultimi 10 minuti rabbiosi dei viola poi, hanno mostrato almeno la voglia di provare a recuperare un risultato che avrebbe avuto del miracoloso viste le ripetute parate di De Gea ed il dominio assoluto partenopeo per almeno 65 minuti di gioco.
Resta la sensazione di una squadra che non riesce in alcun modo a sfruttare le qualità dei calciatori che la società ha messo a disposizione del mister: Fagioli, nonostante chiunque abbia ormai visto che deve essere il fulcro del gioco viola è stato nuovamente impiegato da mezz’ala, Ndour è divenuto titolare fisso probabilmente solo per la sua fisicità importante, Kean è stato costretto a correre come un disperato in tutte le zone del campo in cerca di un pallone giocabile. Oltre alle oggettive difficoltà della fase offensiva, i viola continuano ad imbarcare acqua anche dietro. Dopo i tre gol subìti in Grecia, altri due a Napoli in un pomeriggio in cui, nonostante l’errore sul primo gol, De Gea è stato uno dei protagonisti assoluti della partita!

In vista della gara da dentro-fuori di giovedì, i segnali non sono certo confortanti anche se la differenza nella qualità dei calciatori tra la Fiorentina ed il Panathinaikos potrebbe e speriamo dovrebbe far pendere l’ago della bilancia dalla nostra parte. Mentre il campionato sta andando ormai in malora, speriamo che i viola abbiano un sussulto di orgoglio almeno in Conference League per non ritrovarsi già a metà marzo senza alcun obiettivo raggiungibile. 

IL BUONO

  • Kean: cosa vogliamo chiedere di più a Moise? Lotta su tutti i palloni, si inventa occasioni anche quando gli arrivano palloni innocui, inventa un assist fantastico per il compagno di reparto Gudmundsson. Se solo giocassimo a calcio….
  • Gudmundsson: torna titolare dopo una vita e non può certamente essere al massimo. Nonostante ciò, cerca in ogni modo di essere utile alla squadra venendo a prendersi il pallone dai difensori per provare a fare salire i compagni. Segna poi un gol bellissimo con un destro imparabile. Sicuri non sia da riscattare?
  • Fagioli : una luce in mezzo al buio. Come dico da quando lo abbiamo preso, possiede la capacità di fare alcune giocate che non ha nessun altro. Vede il gioco, è tecnicamente fortissimo, ha personalità. Non deve più uscire dall’undici iniziale!

IL BRUTTO

  • Dodò: già scherzato da Spinazzola nella gara d’andata, non ha miglior fortuna al ritorno. Sembra spento, sgonfio, goffo. In avanti non salta mai l’uomo, in difesa viene spesso soverchiato. Non capisco perché non possa riposare….ah no, non abbiamo un’alternativa!!
  • Cataldi: lontano parente del centrocampista ammirato ad inizio stagione, fa quasi rimpiangere Mandragora. Dominato fisicamente dai centrocampisti del Napoli, recupera pochi palloni ed è nullo in fase di riproposizione. Danilo dove sei finito?
  • Ndour: l’occasione finale calciata in rimessa laterale è solo l’ultimo errore di una partita giocata sempre in ombra. Deve marcare a uomo McTominay e lo limita abbastanza bene, ma manca completamente nella metà campo avversaria. Serve di più, molto di più!

A voi per i commenti!!

Un’altra prova sconcertante

Da una figuraccia all’altra.

Dopo il brodino sorseggiato, solamente grazie al risultato, durante la partita contro il Lecce, la Fiorentina torna a cadere in una delle partite più importanti della stagione. Il cammino così esitante in campionato infatti, ha permesso al Bologna di superarci in classifica ed alla Roma di tornarci praticamente attaccata: se a ciò sommiamo la difficilissima corsa al quinto posto in Champions League e la contemporanea presenza in semifinale di Coppa Italia di Bologna ed Empoli, è chiaro a tutti che la strada migliore per provare ad arrivare in Europa League è quella di conquistare la Conference.

Oddio chiaro a tutti proprio tutti forse no….vero Raffaele? Forse il mister pensava di essere ancora nel girone eliminatorio? Oppure magari in una bella scuola calcio fiorentina in cui si deve far giocare tutti per non far arrabbiare i genitori ed i nonni che pagano la retta? Le scelte del tecnico napoletano sono state ancora una volta del tutto incomprensibili, le vogliamo commentare? Partiamo da quella più clamorosa, cioè la decisione di mettere in campo Terracciano anziché De Gea. Posto che la gestione del gruppo è sacra e che dunque se il mister aveva fatto una promessa al buon Pietro potrebbe essere giusta anche la decisione di non tornare indietro rispetto alla parola data, è la gestione del rientro in campo che proprio non funziona. Vuoi far giocare Terracciano ad Atene? Allora preparalo almeno facendogli giocare un paio delle ultime gare…altrimenti come puoi pensare che un calciatore fermo dal 19 dicembre possa interpretare bene una partita da dentro/fuori in uno stadio caldo come quello di Atene? Non solo, ma a difendere i pali della porta avversaria aveva davanti proprio quel Dragowski a cui era riuscito a fare le scarpe diventando il titolare della Fiorentina!! Ma a queste cose devo pensare io che faccio un altro mestiere?? E’ chiaro a tutti che gli errori poi sono stati commessi dal giocatore, ma siamo sicuri di aver messo Terracciano nelle condizioni di poter disputare una gara serena? Se poi vogliamo parlare della gestione e della preparazione da parte di Palladino e del suo staff alla gara di Conference, ho trovato lunare che nessuno dei giornalisti ieri sera abbia fatto una domanda in merito alla composizione della lista con cui affrontare la parte finale della manifestazione. Considerando che il mercato di gennaio è stato impostato scientemente per giocare con la difesa a 3, mi spiegate come mai abbiamo solamente quattro centrali in lista? Cioè, abbiamo rincorso per più di un mese Pablo Marì per portarlo a Firenze e poter cambiare modulo e poi lo lasciamo a casa?  In un settore come quello difensivo dove Pongracic purtroppo spesso ha problemi muscolari ed i cartellini sono più frequenti noi ci presentiamo con 4 difensori centrali? Per non parlare poi delle scelte iniziali e delle sostituzioni: si decide di partire con Richardson in mezzo al campo in una gara in cui si è dichiarato che “la Fiorentina dovrà giocare un primo tempo violento”…. Ma con chi? Con Richardson? Ma non è che hai sbagliato persona? Ed ancora…. Parisi mezz’ala nel secondo tempo perché? Ma soprattutto perché togliere Fagioli, unico calciatore insieme a Mandragora capace di inventare qualcosa o di lanciare Gosens sull’esterno!! E Zaniolo che domenica è squalificato non impiegato? Mi viene da piangere….

E poi le dichiarazioni post partita: possiamo vietarle? Possiamo chiedere alla società di imporre il silenzio stampa? Cioè io devo sentire un allenatore che lavora da 8 mesi con un gruppo, dire che ancora non ha capito come mai la sua squadra sbaglia praticamente sempre l’approccio sia del primo che del secondo tempo? Ma lo devo sapere io come mai? Allucinante….

Se qualcuno di voi non ha visto la partita penserà che i viola abbiano perso con 4 o 5 gol di scarto ed invece la cosa buffa è che al ritorno la possiamo ancora ribaltare! La Fiorentina, negli unici 25 minuti che ha giocato veramente, ha dimostrato la qualità della propria rosa facendo due bellissime reti, sfiorandone almeno un altro paio, conquistando diversi corner; questo a dimostrazione che calciatori come Fagioli, Gosens, lo stesso Beltran sono di una categoria ed una cilindrata diversa rispetto a quasi tutti quelli che disputano la Conference League. Basterebbe dunque veramente poco per passare il turno: una squadra che sappia riproporre gioco, che sappia difendersi in modo organizzato, ma soprattutto che sappia servire nel migliore dei modi quei calciatori che possono fare la differenza. Ieri con due palloni perfetti, Gosens ha regalato due assist, Fagioli ha trovato la via della rete sfiorandone almeno un altro, Beltran è riuscito finalmente a dialogare con i compagni ed a trovare gli spazi lasciati aperti dalla difesa occupata quasi interamente a guardare Kean.

La qualificazione è ancora a portata di mano: ne sarà consapevole il mister?

Fiorentina: Analisi della Sconfitta a San Siro

Un grande rimpianto per più motivi.

Dopo la bellissima vittoria di giovedì conquistata con una squadra in emergenza e senza tanti titolari e rinforzi del mercato, la Fiorentina cade a San Siro in una gara da analizzare senza addossare alla sciagurata direzione arbitrale di La Penna tutte le responsabilità. L’incredibile errore commesso da arbitro e guardalinee in occasione del cross di Bastoni è ai livelli del gol non concesso a Muntari nel famoso Milan Juventus di alcuni anni fa, ma anche Palladino ci ha messo del suo! Giusto per chiudere la questione arbitrale (perché non voglio parlare di un allenatore come Simone Inzaghi che ha passato più tempo ad insultare la panchina viola che a pensare ai propri giocatori), faccio mia la proposta di Bomber Siiimo: perché non tornare ai guardalinee di società come nelle categorie giovanili e dilettantistiche? Si risparmierebbero diversi soldi e soprattutto si avrebbero più arbitri! Ormai i collaboratori devono solamente alzare la bandierina quando la palla oltrepassa la linea laterale (perché abbiamo visto che quella di fondo probabilmente non è di loro pertinenza), quindi può farlo chiunque…. non trovate?

Chiusa la polemica arbitrale, sorvolo volutamente sui commenti dell’ex arbitro (non certo tra i migliori) Marelli che si è inventato qualunque cosa per raccontarci che il rigore per la Fiorentina non c’era, parliamo finalmente di calcio. Palladino ha deciso di premiare gli interpreti dell’impresa di giovedì ed ha ricalcato fedelmente la formazione (eccetto lo squalificato Comuzzo rimpiazzato da un discreto Moreno) e l’atteggiamento della partita vinta solo 4 giorni fa. Peccato che non avesse fatto i conti con un’Inter che ha giocato una gara completamente diversa per atteggiamento, intensità, verticalità, movimento senza palla. Ero l’unico ad attendermi una squadra nerazzurra trasformata rispetto a giovedì? Non credo sinceramente ed allora perché questa scelta? Il mister ieri sera ha detto che voleva premiare i calciatori che tanto bene avevano fatto nella gara precedente ma nella storia quante volte questo atteggiamento ha avuto successo? Ricordate i Mondiali del 1986 con Bearzot Commissario Tecnico? E quelli del 2010 con Lippi oppure le qualificazioni mondiali dell’Italia di Mancini dopo il trionfo di Wembley? Chi è nel calcio da una vita dovrebbe sapere che replicare e ricalcare una partita è matematicamente impossibile perché il calcio è uno sport di situazione! Ed allora perché provarci ieri sera contro un’Inter che aveva la grandissima occasione di avvicinare il Napoli in vetta alla classifica?

Detto della formazione, non possiamo però tacere in merito all’atteggiamento della Fiorentina. La squadra è apparsa troppo rinunciataria, annichilita certamente dalla forza dell’avversario ma anche senza idee e voglia di far ripartire l’azione anche in quelle poche occasioni in cui ne avrebbe avuto l’opportunità. Contro un’Inter che andava al doppio della velocità, Richardson e Parisi sono stati spazzati via ed anche Dodò e Beltran hanno perso ogni scontro diretto. Se l’errore nella formazione e nell’atteggiamento iniziale poteva essere scusato, l’assenza di cambi alla fine della prima frazione è invece imperdonabile. Considerando soprattutto la fortuna di aver pareggiato la contesa senza aver mai tirato nello specchio della porta per un tempo intero!

Mancandoci fisicità in mezzo al campo e sugli esterni, perché non cambiare subito Parisi, tra l’altro ammonito, con Folorunsho in modo da sfruttare anche la sua altezza per le ripartenze verticali? E perché non inserire fin dal primo minuto il recuperato Cataldi al posto dell’evanescente Richardson? E’ indubbio che, quando sono entrati i due nuovi centrocampisti, accompagnati successivamente dai nuovi acquisti Fagioli e Zaniolo, la Fiorentina è apparsa trasformata. L’Inter era calata, ma il gioco sgorgava in tutt’altro modo: giocate in verticale, passaggi di prima, sfrontatezza nel giocarsi l’uno contro uno, punizioni guadagnate. Questa è certamente la miglior notizia della serata, quella di una Fiorentina che è sembrata finalmente essere in possesso di quella qualità necessaria a giocarsela con tutti ed a trovare il gesto tecnico per vincere anche le partite più complicate.

Se di errori si deve parlare però non possiamo ricordare solamente quelli di terna arbitrale e tecnico ma dobbiamo analizzare anche quelli dei singoli. De Gea ad esempio, che fino ad oggi è stato uno dei migliori calciatori della rosa, ieri sera è sembrato completamente fuori fase: già sulla prima rete subìta la sua reattività ha lasciato a desiderare, ma sul gol di Arnautovic ha fatto molto peggio. Il cross di Carlos Augusto era lento, leggibilissimo ed è caduto addirittura dentro l’area di rigore. Perché non uscire? Perché non provarci nemmeno? La grandezza dei leaders però, spesso la si nota negli errori ed allora il nostro meraviglioso David (se non lo avete notato fateci caso) si gira verso Gosens e si autoaccusa subito dell’errore prendendosi la responsabilità anziché scaricarla su compagni o arbitri. Chapeau David!

Oltre a De Gea, anche Beltran, dopo alcune prove maestose, ha giocato una partita trasparente: saltato fisso in mezzo al campo, incapace di recuperare palloni, ha perso ogni scontro diretto con gli avversari fino alla giusta (e tardiva sostituzione). Ma se alcuni viola hanno deluso, un bagliore di luce è invece venuto dai nuovi, primi fra tutti Zaniolo e Fagioli. L’ex Roma ha dimostrato fin da subito la sfrontatezza, la voglia di saltare l’uomo, l’ansia di riscatto dopo un periodo buio. Fagioli invece, ha preso in mano le redini del gioco con lanci illuminanti, buone chiusure e grande personalità. Con questi due in campo sono convinto che ci divertiremo….

Ed ora la Fiorentina ha davanti tre gare abbordabili per restare attaccata alla zona valida per l’Europa che conta: contro il Como saremo senza Kean, ma scommettiamo che Zaniolo non farà rimpiangere Kouamé? Si lo so che ci vuole poco ma io sono uno che si accontenta…..

Fiorentina: Rivoluzione di Mercato e Nuove Scommesse

La rivoluzione è compiuta ed ora tocca a Palladino.

Sembrava il solito mercato in cui la Fiorentina cerca di fare solo ciò che è necessario, spendendo poco ed incassando di più, quel mercato in cui cerchi un giocatore che costa 30 milioni e te pretendi di portarlo via alla metà, quello in cui cedi la miglior piantina del tuo settore giovanile (Kayode) per prendere un usato sicuro ed invece stavolta gli ultimi due giorni sono stati tanto scoppiettanti quanto sorprendenti. Tamponata piuttosto velocemente la falla apertasi in mezzo al campo grazie all’arrivo di Folorunsho (che per ora sta andando alla grande), i viola hanno atteso come al solito le ultime 72 ore di mercato per far partire i fuochi d’artificio ed allora, prima di analizzare le mosse del Direttore Pradè (finalmente un uomo di calcio con autonomia che fa il mercato), facciamo un bel resoconto delle operazioni effettuate:

Acquisti
•Michael Folorunsho dal Napoli

•Pablo Marí dal Monza
•Cher Ndour dal Paris Saint-Germain anche se militava nel Besiktas in Turchia

•Nicolò Zaniolo dal Galatasaray anche se giocava nell’Atalanta

•Nicolò Fagioli dalla Juventus

Cessioni:
•Martinez Quarta al River Plate
•Michael Kayode al Brentford
•Jonathan Ikoné al Como
•Oliver Christensen alla Salernitana
•Cristiano Biraghi al Torino
•Riccardo Sottil al Milan
•Christian Kouamé all’Empoli

•Nicolás Valentini all’Hellas Verona. 

Come avrete visto non ci sono le cifre accanto alle operazioni poiché voglio parlare di calcio e non di contabilità. Salta fin da subito agli occhi che la società Fiorentina ed il tecnico Palladino abbiano scelto di fare tabula rasa, piazza pulita di tutti i protagonisti delle ultime stagioni viola. Se guardate la rosa che esce da questo mercato, tra i calciatori che vanno in campo sono rimasti solamente Comuzzo (che giocava poco o nulla con Italiano), Ranieri, Mandragora, Beltran e Dodò.

Che dite, eravamo a fine ciclo? C’erano problemi di spogliatoio? Attacchi di coliche allo stomaco di tanti? Virus intestinali? Io sinceramente non conosco i motivi delle epurazioni, ma almeno adesso si riparte davvero da capo con nuovi capitani, nuovi leaders nello spogliatoio (vedasi Pablo Marì), ma anche con nuovi personaggi da gestire: la vera scommessa infatti, prima che tecnica, sarà quella psicologica con uno spogliatoio in cui ci saranno contemporaneamente Kean (per adesso il migliore per distacco della stagione), Zaniolo, Fagioli ed il giovanissimo Ndour. Riuscirà Palladino nel miracolo?

Il mister sarà chiamato ad un lavoro non solamente psicologico, ma anche e soprattutto un lavoro di campo: con la qualità che gli è stata regalata nelle ultime due sessioni di mercato sarebbe inaccettabile continuare a vedere uno spettacolo come quello offerto nel secondo tempo contro il Genoa. Adesso la Fiorentina ha tutto per potersela giocare contro tutti, su ogni campo d’Italia, in casa ed in trasferta. Purtroppo non potremo ammirare i nuovi acquisti nella gara di giovedì contro l’Inter (è infatti una prosecuzione non un recupero ma questo tanti giornalai non lo sanno), ma nel posticipo di Lunedì mi aspetto una squadra nuova di zecca non solamente negli interpreti! Pensate che titolo potrebbe essere: la prima Fiorentina alla scala del calcio….

Certo è che se i viola sono stati rivoluzionati negli interpreti, dovrà necessariamente cambiare anche il modulo tattico visto fino ad oggi. Gli esterni non ci sono più, abbiamo finalmente un buon numero di centrocampisti, alle qualità tecniche degli interpreti è stata finalmente associata anche quella fisicità necessaria nel calcio di oggi e che è sempre stata chiesta da mister Palladino. Se dovessi scommettere oggi sul modulo che useremo più di frequente da qui alla fine della stagione, azzarderei l’ipotesi di un 3-4-2-1 che permetterebbe al mister di tornare all’amata difesa a tre, a Gosens di imperversare sulla fascia, ai trequartisti di tornare a liberare la fantasia muovendosi negli spazi senza dover pesticciare sempre la linea di laterale (e se si vegliasse pure Colpani?).

Da non scartare però anche la possibilità di un albero di natale (4-3-2-1) con terzini più bloccati ed un centrocampista in più, visto che finalmente abbiamo sia centrocampisti centrali che mezz’ali. Credo molto dipenderà dall’inserimento di un potenziale leader difensivo come Marì e soprattutto dallo studio degli avversari. Abbiamo infatti ormai capito che Palladino non è un allenatore che cerca di imporre il gioco, ma al contrario cerca di sfruttare le debolezze avversarie ed allora ancora una volta…. Mister tocca a te!

Se il mercato in entrata stavolta mi ha soddisfatto, ciò che però mi ha entusiasmato è quel che Pradè è riuscito a fare in uscita. Se qualcuno, giusto un mese fa, mi avesse detto che stamattina non avrei più visto a Firenze Kouamè, Biraghi, Ikonè e Sottil, avrei pensato ad uno scherzo di cattivo gusto. Invece no, invece è tutto vero! Non solo abbiamo accontentato il mister, ma sinceramente anche i tifosi che non ne potevano più di aspettare l’eterno incompiuto, di vedere sbracciare e lamentarsi il capitano (occhio Ranieri che sei sulla strada buona), di “ammirare” i tiri che non centravano mai la porta o le serpentine che non portavano mai nemmeno ad un calcio d’angolo. Ecco, il mercato in uscita, seppur condito di prestiti, è da 10 pieno.  

L’ultimo pensiero poi è per tutti quelli che ancora tifano per la nazionale italiana e sperano in un nuovo corso azzurro: se c’è una società in Italia che sta cercando di rivitalizzare e rimettere al centro del gioco i potenziali nazionali di domani questa è la Fiorentina. Kean, Ndour, Fagioli, Zaniolo, Folorunsho oltre a Comuzzo rappresentano un’inversione di tendenza clamorosa che speriamo possa colorare di viola la compagine del C.T. Spalletti.