Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 2 – 2  

Dal purgatorio all’inferno andata e ritorno.

Se conoscete qualcuno che vuole avere la definizione di una partita pazza, potete tranquillamente consigliare la visione di Fiorentina Bologna, una gara in cui è successo di tutto e di più. Non solo, ma la partita di ieri ha dimostrato ancora una volta perché il calcio è lo sport più bello del mondo: dallo 0-3 ad opera di Dallinga annullato per fuorigioco alla possibile vittoria viola con il macroscopico errore di Dodò al minuto 96 è successo di tutto ed è successo qualcosa che nessuno poteva minimamente prevedere. Una Fiorentina per l’ennesima volta pietosa, senza idee, senza ritmo, senza voglia, senza nessuno spunto, stava perdendo giustamente contro un Bologna che invece stava disputando una partita ordinata e nulla più. La compagine di mister Italiano infatti, era riuscita a portarsi sopra di due reti senza fare niente di eccezionale: una discreta circolazione della palla, una buona aggressione sulle seconde palle, un briciolo di qualità nella metà campo avversaria.

La Fiorentina invece, una squadra senza grinta, senza gioco, senza un minimo di amor proprio: calciatori che camminano manco fossero sul Ponte Vecchio, automatismi che non sembrano nemmeno essere stati provati, giocatori che vengono tirati fuori dalla naftalina forse per disperazione o più probabilmente per far capire a tutti che più di qualcosa non funziona. Altrimenti perché inserire Sabiri a metà ripresa? E perché Gosens cammina stancamente per 60 minuti facendosi scherzare da tutti gli avversari? E poi perché Comuzzo è un desaparecido mentre Pongracic continua a fare più danni della grandine? L’improvvisazione regna sovrana ed in campo sembra che la squadra giochi completamente a caso. Poi però, succede che il direttore di gara scovi Dallinga in fuorigioco, butti fuori Holm per doppio giallo e conceda due rigori solari alla Fiorentina. Peccato che poi Dodò non riesca nella clamorosa rimonta ma del resto siamo la Fiorentina…. nati per soffrire!

Se in campo ed in panchina sembra regnare l’improvvisazione, non riesco a non parlare della nostra società. Ad un passo dal baratro, ad un passo dalla quarta sconfitta interna in quattro gare, mentre finalmente il tifo organizzato della Ferrovia iniziava timidamente a farsi sentire, alcuni tifosi della Tribuna hanno l’ardire di rivolgere un applauso ironico e qualche parola all’indirizzo del Direttore Generale Ferrari. Invece di fare finta di niente, di voltarsi dall’altra parte o magari di scusarsi per l’indegno spettacolo offerto dalla squadra, Ferrari ha invece la grande idea di reagire verbalmente fino al punto di essere accompagnato via da uno steward. E’ ovvio che la violenza deve essere sempre condannata, ma almeno la libertà di applaudire ironicamente allo stadio possiamo ancora averla? Oppure vogliamo tornare alle liste dei buoni e dei cattivi del povero Joe? Pensiamo davvero che sia accettabile ancora a lungo una squadra che fornisce queste prestazioni e che veleggia quasi all’ultimo posto in classifica?

Certo quest’anno Commisso ha speso, tanto e (molto probabilmente) male, avendo in mente la possibilità di avvicinare la Fiorentina alle parti nobili della classifica ma adesso, dopo queste prime giornate, con queste prestazioni e questa graduatoria, non lo capiamo che è il momento di cambiare fase? Vogliamo mettere la squadra, la dirigenza e la città davanti alla realtà? I tifosi lo hanno già capito ma mi sa che sono gli unici: adesso è il momento di lottare tutti insieme per mantenere la categoria, per non scivolare in quella cadetteria che aprirebbe degli scenari ad oggi imperscrutabili. E sarebbe anche il caso che i dirigenti in primis capissero che la gente che si reca allo stadio in casa ed in trasferta, spende soldi e tempo per stare accanto ad una maglia, a dei colori, ad una città che ama visceralmente. In amore non esiste razionalità, dote che dovrebbero avere invece i dirigenti, possibilmente associata ad esperienza calcistica, dote che purtroppo a Firenze sembra non fare curriculum: per lavorare qui sembra invece essere primaria la fedeltà e l’osservanza alle regole interne…. tutte cose che però non servono in uno spogliatoio di calcio.

Avanti così, verso l’abisso!

IL BUONO

  • Fortini: rispetto a Gosens ha voglia, gamba, sfacciataggine. Conquista l’espulsione di Holm e fa avanti ed indietro sulla fascia tante volte. E’ il momento in cui serve gente che brucia l’erba!
  • Dzeko: non fa niente di trascendentale ma ha grande personalità, dote fondamentale in questi momenti. Anche in occasione del secondo rigore, prende la palla e la mette sul dischetto senza esitazioni più volte. Adesso tocca agli uomini veri.

IL BRUTTO

  • Dodò: dopo aver sbagliato decine di cross, è capace anche di non prendere la porta calciando da poco più di un metro senza nemmeno il portiere. Certamente accelera spesso, ma da un brasiliano ci si attenderebbe anche un minimo di doti tecniche…..
  • Gosens: cammina per il campo, si piega sulle ginocchia già dopo un quarto d’ora, si fa scherzare da Orsolini anche di testa. Che delusione il mio Robin…..
  • Mandragora: che la scorsa stagione sarebbe stata irripetibile lo si sapeva tutti, ma per ora mancano anche corsa e grinta. Ndour almeno ci prova…..

A voi per i commenti!!

Considerazioni sparse tra Conference e campionato

Al termine di una gara che i tifosi viola non meritano, la Fiorentina è riuscita a passare alla fase successiva di Conference League per il quarto anno consecutivo.

Certo se l’ambizione tante volte sbandierata da tutti di vincere la manifestazione è reale, sarà opportuno cambiare atteggiamento e modo di rapportarsi con gli avversari fin da subito. La squadra di mister Pioli infatti, ha giocato per 45 minuti una partita indecente, una delle più brutte che io mi ricordi. Lenti, senza ritmo, con una condizione atletica molto preoccupante, senza uno straccio di gioco, senza attenzione né intensità o grinta. Diciamoci la verità, se l’approccio alla gara di ieri sera lo avesse avuto la Fiorentina di Palladino, da ieri sera si sarebbe aperto un processo pubblico nei confronti del tecnico: giusto? Sbagliato? Certamente sbagliato ma spero che la pazienza che abbiamo visto e sentito ieri non diventi una narcolessia!

Il primo tempo di ieri sera è stato tutto il contrario di quello che vorremmo vedere in campo: sbagliato l’approccio alla gara, sbagliata la preparazione alla partita e, lasciatemelo dire, sbagliata anche la formazione iniziale. Sicuramente Comuzzo sarà un soldatino come lo chiamava Palladino, certamente sarà più maturo dei suoi anni, ma siamo proprio certi che fosse necessario mandarlo in campo dopo tre giorni in cui (per stessa ammissione di Pioli) è stato più al telefono con il procuratore e la famiglia che in campo ad allenarsi? Scelta per me del tutto incomprensibile come quella di far giocare un Pablo Marì di cui la Fiorentina sta cercando di sbarazzarsi per far posto a Lindelof. La ripresa poi, ha rimesso le cose a posto più nel risultato che nella prestazione dimostrando a tutti che ci sono calciatori che sono ormai imprescindibili ed altri che probabilmente hanno fatto il loro tempo a Firenze o non sono all’altezza di certe competizioni e di certe squadre.

Credo che dopo più di un mese di ritiro, gare amichevoli, trasferte, inizio del campionato e preliminare di Conference League, si possa iniziare a fare un’analisi relativa alla condizione ed all’utilità di certi calciatori nello scacchiere viola. Aspetto poi i vostri commenti in merito….

Voglio partire da uno dei giocatori osannati a Firenze, un idolo della curva, un influencer dai capelli viola, cioè Dodò. Ammetto che ci ero cascato anche io, vedevo questo trottolino amoroso che non si fermava mai e che ce la metteva sempre tutta anche se poi, sinceramente, determinava molto meno di quel che prometteva: pochi assist, pochissimi gol. Certo penserete…proprio oggi lo dici? Quando ieri sera ha fatto il gol che ha dimezzato lo svantaggio? Si perché anche ieri sera tantissimi errori di misura, troppe corse in avanti e troppe poche indietro per aiutare la difesa, alcuni atteggiamenti nei confronti dei compagni non proprio irreprensibili. Continuo a pensare che anche l’impiego tra i centrocampisti, dove si ha meno spazio per correre e si deve essere più forti nell’uno contro uno non lo aiuti, ma il Dodò del passato non si vede più ormai da troppo tempo. Sull’altra sponda del fiume abbiamo invece Gosens: anche ieri sera il suo ingresso ha completamente ribaltato la partita non tanto e non solo dal punto di vista tecnico quanto dal punto di vista mentale. E’ un leader nato che, oltre a ciò, sa giocare anche divinamente a calcio: uno degli imprescindibili della truppa viola.

Uno dei calciatori che lo scorso anno era perfetto per il calcio che si giocava ma che adesso purtroppo non lo è più è invece Pablo Marì: giocatore bravissimo quando si difende bassi, quando non si deve scappare all’indietro, quando ci sono punti di riferimento lateralmente e davanti. Nel calcio di Pioli, in cui si gioca uno contro uno a tutto campo, Marì ci sta come il cavolo a merenda (come diceva mia nonna). Giustissimo pensare alla sua cessione! Chi invece nel pacchetto arretrato mi sta sorprendendo positivamente è Viti: confesso che ero molto scettico nei suoi confronti sia per le ultime stagioni che per le prime prestazioni. Invece mi sto ricredendo: svolge egregiamente il suo compito senza strafare, riesce spesso anche a far ripartire l’azione non per forza limitandosi al passaggio orizzontale… Continua così che vai bene! Ed ancora meglio sta andando il suo compagno di settore giovanile Fazzini; anche ieri sera, seppur nel buio del primo tempo, ha fatto vedere doti non comuni. Cambio di passo, doti tecniche, personalità, sfacciataggine, brillantezza. Forse davvero stavolta non abbiamo preso una fregatura dall’Empoli!!! Fregatura che invece penso proprio ci sia stata data con Parisi. Oddio forse non è il termine giusto, ma il terzino sinistro appare ormai da mesi in difficoltà; anche con il cambio di tecnico (cambio direi favorevole visto che almeno uno spezzone lo sta facendo sempre), Parisi sembra sempre in apnea, in difficoltà fisica e mentale. Quando prova la giocata difficile la sbaglia sempre, ma purtroppo ultimamente anche quella facile sembra diventare impossibile. Dà proprio l’impressione che, anche per lui, sarebbe forse opportuno e salutare un’esperienza lontano da Firenze.

Chiudo infine più con una riflessione che non con una disamina rivolgendo un pensiero a Comuzzo: credo sinceramente che la gestione del giovane difensore viola sia ingiusta innanzitutto per lui. Decidiamo una volta per tutte! E’ incedibile o no? Se lo è, dichiariamolo e continuiamo a farlo giocare sereno, altrimenti teniamolo a riposo fisico e mentale a Torino perché stiamo mettendo in difficoltà un ragazzo che non lo merita. Comuzzo è certamente un capitale umano e tecnico della Fiorentina e del calcio italiano ma è prima di tutto una persona, un ragazzo giovane con le proprie debolezze ed i propri sentimenti. Non merita le figure alle quali Pioli e la squadra viola lo stanno esponendo.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – REAL BETIS = 2 – 2  

Una delusione tremenda.

Una serata che ricorderemo a lungo e non solamente per l’eliminazione dalla possibile terza finale consecutiva. La Fiorentina di Palladino infatti, ha giocato un’altra partita insipida, senza ritmo, senza qualità, senza uno straccio di gioco. Anche stavolta i viola sono stati tenuti in piedi unicamente dalle situazioni di palla inattiva e dalle prestazioni personali di alcuni calciatori oggettivamente di un’altra categoria rispetto agli altri, come Gosens e De Gea. Se il portiere spagnolo ha avuto un’indecisione sul primo gol del Betis, il terzino tedesco è stato protagonista di una prestazione clamorosa non solamente per i gol fatti ma anche per l’attenzione difensiva maniacale, il dominio fisico, la capacità di avere sempre una parola per tutti. Solamente mister Palladino poteva avere l’idea di sostituirlo, ma del resto la gestione tecnica della semifinale di ritorno lascia e lascerà tantissimi interrogativi senza risposta.

La Fiorentina è infatti riuscita a giocare 210 minuti nelle due gare senza darci l’opportunità di sapere quanto bravo sia il portiere del Betis: sia a Siviglia che ieri sera infatti, i viola non hanno creato uno straccio di occasione da rete con palla in movimento, non una verticalizzazione su Kean né un inserimento di un centrocampista da dietro. Se pensiamo che sia nella gara di andata che in quella di ritorno De Gea è stato uno dei migliori in campo con parate oggettivamente straordinarie, possiamo senza dubbio dire che il Betis è passato in modo meritato. Gli andalusi poi, in entrambi i confronti, hanno avuto risorse importanti dalla panchina al contrario dei viola. Le parole di Palladino nel post gara aprono indiscutibilmente una crepa tra il tecnico ed i calciatori che sono subentrati, ma anche le letture dell’ex tecnico del Monza sono state piuttosto cervellotiche: sguarnire completamente il centrocampo continuando ad incaponirsi con la difesa a 3 (abbiamo finito con Mandragora centrale dietro!!!) sembra più un atto di fede che una reale necessità della squadra. Il cambio di Gosens, l’inserimento di Colpani, la defenestrazione quasi completa di Folorunsho…. Quante cose ci sarebbero da chiedere al tecnico viola!!

Fresco di rinnovo di contratto fino al 2027, Palladino non è ancora riuscito a dare un’identità di gioco ad una squadra che, senza Cataldi, non ha un riferimento in mezzo al campo. Se poi il suo sostituto naturale Adli viene messo a uomo su Isco allora di cosa parliamo? Per un lavoro del genere perché non Folorunsho appunto? E poi le sostituzioni: Gosens in questa squadra deve giocare anche su una gamba sola, soprattutto quando hai Dodò appena tornato dall’operazione di appendicite. E’ vero che alcuni calciatori titolari ed altri subentrati non sono stati all’altezza, ma siamo sicuri di averli messi nella migliore condizione per esprimersi? Gudmundsson ad esempio, siamo certi che si esprima bene facendo la mezz’ala a tutto campo? Se i miei centrocampisti li schiero a uomo sugli avversari e non ho un regista tra i difensori che faccia ripartire l’azione, l’islandese è costretto a tornare nella nostra metà campo per avere il pallone ed allora chi rimane vicino a Kean? Cosa me ne faccio poi di Gudmundsson nella mia area di rigore se è l’unico che con il tiro in porta da fuori riesce a trovare lo specchio?

Per non parlare poi del messaggio che la società ha dato con il rinnovo di Palladino il giorno prima della semifinale di ritorno! Avrei capito lo avessero firmato nel momento di massima difficoltà della squadra oppure a fine stagione, ma il giorno prima della gara col Betis e con un piazzamento europeo ancora tutto da conquistare attraverso il campionato mi spiegate che senso ha? Il messaggio che dai alla squadra ed alla piazza è che Palladino resta a prescindere dai risultati: vai fuori in Conference (come poi è successo)? Vabbè…. Arrivi ottavo in campionato o comunque resti fuori dalle coppe europee? Pace, ci riproveremo l’anno prossimo! Ma non si era detto che ogni anno dovevamo fare meglio di quello precedente? Un no sense ed un autogol incredibile…..

IL BUONO

  • Gosens: non c’è niente da fare, è il top player della squadra dal punto di vista tecnico, comportamentale e di leadership. Con la sua doppietta di testa tiene in vita la Fiorentina fino ai supplementari. Uno degli acquisti più azzeccati della gestione Commisso.
  • De Gea: ha una mezza indecisione sul primo gol del Betis quando prende gol sul suo palo, ma poi si erge a baluardo insostituibile. Ci pensate mai a dove saremmo senza il magnifico David?
  • Ranieri: attaccabrighe come pochi altri, ma con un cuore enorme. Nello schieramento a tre poi, ha trovato la sua giusta dimensione ed è l’unico con una qualità tecnica sufficiente per far ripartire l’azione. Una mezza indecisione sul gol decisivo del Betis, ma come di consueto è l’ultimo a mollare. Un punto fermo da cui la Fiorentina può ripartire.

IL BRUTTO

  • Palladino: serve altro oltre a ciò che ho già scritto nell’articolo? Bocciato senza appello!
  • Folorunsho: certamente la gestione che il tecnico ha di lui non lo aiuta, ma sembra non avere più nemmeno quel furore agonistico che lo ha sempre contraddistinto. Torna almeno a lottare Michael!
  • Colpani: lui è come la nebbia…. c’è ma non si vede!

A voi per i commenti!!

Un risultato che lascia tutto aperto

La Fiorentina torna da Siviglia con un gol da rimontare e la consapevolezza che sarà dura ma non impossibile. Il Betis è una buona squadra, tecnicamente superiore ai viola, con una difesa non impenetrabile, un centrocampo che ha alcuni calciatori sopraffini ma a fine corsa come Isco, un attacco che si regge sulle sportellate di Bakambu e le serpentine di un Antony ritrovato dopo le delusioni di Manchester. La Fiorentina di contro, anche nella serata di ieri, ha denotato la consueta difficoltà nell’approccio alla gara con i primi 20 minuti in balìa dell’avversario ed una insufficiente capacità di risalire il campo finché non è entrato Adli al posto di Cataldi. L’infortunio del perno del centrocampo di Palladino è una brutta notizia soprattutto dal punto di vista difensivo, ma la fortuna ha voluto che sia almeno coinciso col rientro piuttosto convincente dell’ex Milan. I viola hanno poi giocato un secondo tempo migliore all’interno del quale avrebbero potuto creare alcune occasioni in più se solo avessero commesso meno errori tecnici in fase di trasmissione della palla.

Nel dettaglio, la retroguardia viola ha giocato una partita sufficiente anche se sporcata dal marchiano errore di Comuzzo in occasione del primo gol: il buon Pietro ha infatti peccato di inesperienza contro un volpone come Bakambu dapprima leggendo male la traiettoria della palla, poi non riuscendo a coprirla, infine non fermando l’avversario con un fallo. Al netto dell’errore, il giovane centrale viola ha poi giocato una discreta gara, come ha fatto il sempre più sicuro Pongracic; è chiaro però che il re della difesa viola è stato il capitano Ranieri non solamente per il gol realizzato grazie al meraviglioso assist di Gosens, ma anche per tutte le chiusure effettuate in fase difensiva. Se Parisi è colpevole sul secondo gol del Betis (ed il fiume di commenti alle pagelle del “Corner Viola” uscite ieri sera sui social non me lo fanno certo dimenticare), l’ex Empoli è stato comunque protagonista di una prova sufficiente sia perché giocava fuori ruolo (ed avevamo già visto con Italiano quanto fosse in difficoltà a destra) sia perché in fase offensiva è riuscito sempre a dare un appoggio ai centrocampisti che lo cercavano. E’ chiaro che è stato comunque niente in confronto ai due marziani della squadra! De Gea ha compiuto un intervento clamoroso sul colpo di testa di Bartra, regalando sicurezza al reparto senza sbagliare nulla, Gosens, che è sempre più l’anima della squadra, è stato attento in fase difensiva, prepotente dal punto di vista fisico, inventore dell’assist al bacio regalato a Ranieri e solamente per qualche centimetro ha mancato il gol del pareggio con uno splendido colpo di testa.

Dove invece la Fiorentina ha avuto grandi difficoltà è stato in mezzo al campo. Se Mandragora ha dimostrato di nuovo di essere diventato insostituibile sia in fase difensiva che in quella offensiva (che peccato il colpo di testa fuori di poco ancora su assist di Gosens!!!), Cataldi già prima dell’infortunio era stato sovrastato dal palleggio andaluso e Fagioli anche ieri sera è sembrato completamente fuori fase. Siamo davvero sicuri che continuare a proporlo sia la strada giusta? Adli invece, è entrato in alcune trame di gioco importanti anche se, come al solito, ha anche perso alcuni palloni sanguinosi: ma se non fosse così, sarebbe ancora a San Siro! Folorunsho infine, ha regalato fisicità in un momento difficile e ci ha fatto quasi venire un infarto con l’intervento in area di rigore al minuto 92.

Davanti poi, senza Kean abbiamo sempre gli stessi problemi: poca capacità di coprire la palla e far salire i compagni, assoluta incapacità di andare ad attaccare la profondità, troppa leggerezza negli scontri diretti. Ma qui si apre l’altro discorso che qualcuno dovrebbe affrontare senza paura di dire la verità: che a questa squadra manchi il vice-Kean lo sappiamo da luglio del 2024 e se magari durante il mercato estivo erano stati troppi i ruoli da dover coprire, in quello di gennaio la società avrebbe dovuto intervenire in quel ruolo. Perché scegliere Zaniolo che la prima punta l’ha fatta (con scarsi risultati) solamente a Bergamo? Ed invece a gennaio siamo riusciti a creare un’altra falla incredibile, cioè quella del vice-Dodò. Capisco che Kayode volesse andare a giocare, ma davvero non c’era un esterno da poter prendere a gennaio? Abbiamo preso Folorunsho per fare la mezz’ala o il finto Bove e tutto sta facendo tranne che il centrocampista!! Inoltre Parisi aveva già fatto danni giocando a destra durante la gestione Italiano… lo ricordo solamente io? Chiudo con la compilazione delle liste Uefa: dopo il cosiddetto mercato di riparazione, ogni squadra ha 3 possibili cambi nella rosa e la Fiorentina ha scelto di inserire Folorunsho, Fagioli e Zaniolo….una scelta condivisibile solamente da chi non conosce il calcio di Palladino!! Hai un allenatore che fin da questa estate ti ha detto di voler giocare con tre difensori centrali e te lasci in lista per giocarti la Conference solamente Ranieri, Pongracic, Comuzzo che ha 20 anni e Moreno che non ha praticamente mai disputato una partita intera? Sembra solamente a me che l’esclusione di Pablo Marì sia una stupidaggine?

Ah già! Nel caso c’è Folorunsho….

Il buono, il brutto, il cattivo

CAGLIARI – FIORENTINA = 1 – 2  

Una vittoria dai molti significati.

La Fiorentina torna da Cagliari con tre punti di platino per la corsa europea. Viste le contemporanee vittorie di Roma e Lazio infatti, i viola non avevano altra possibilità per evitare di salutare la corsa a quell’Europa che conta e che potrebbe aprire alcune porte anche in sede di mercato ed in relazione a possibili conferme dei calciatori più rappresentativi. La vittoria del Milan con l’Inter in Coppa Italia complica i piani, visto che la vittoria dei rossoneri nella manifestazione toglierebbe peso al settimo posto in classifica, ma la Fiorentina vista ieri fa finalmente sperare che qualcosa possa essere cambiato.

Innanzitutto Ranieri e compagni sono tornati alla vittoria lontano dal Franchi dopo la bellezza di 87 giorni, un’eternità che ha rischiato di compromettere la corsa in campionato. Non solo, ma finalmente i viola hanno superato una delle squadre che molti definiscono “piccole” per la posizione di campionato che occupano e per la qualità inferiore della rosa che hanno a disposizione. La Fiorentina, pur passata in svantaggio molto presto e pur soffrendo le iniziali offensive del Cagliari come in occasione del palo che avrebbe sancito il doppio vantaggio dei ragazzi di Nicola, si sono via via posizionati meglio in campo, hanno trovato le giuste distanze tra i reparti e soprattutto sono stati capaci di accompagnare meglio i due attaccanti. Dopo aver disputato i primi 20 minuti come se ci fosse in campo Kean a guerreggiare con tutti, e dunque dopo aver giocato solamente con palla lunga sull’attaccante, sono finalmente divenuti protagonisti i centrocampisti e gli esterni. Cataldi ha recuperato tantissimi palloni, Mandragora ha ricominciato a giocare box to box e soprattutto la Fiorentina trovato spazio sugli esterni grazie ai due calciatori che, quando sono in giornata, cambiano completamente il volto della squadra di Palladino. Gosens e Dodò, protagonisti del gol del pareggio e dell’assist meraviglioso per il gol di Beltran, pur giocando in inferiorità numerica nelle rispettive zone di campo, sono risultati decisivi grazie alle loro giocate ed ai loro ripiegamenti verso un terzetto di difesa che, complice la crescita evidentissima di Pongracic, ha permesso di rischiare poco o nulla. Se a tutto questo sommiamo la capacità di cambiare modulo anche durante la stessa partita, i passi in avanti risultano evidenti: il 4-4-2 finale, utile a chiudere le fasce dove i viola stavano iniziando a soffrire, ha dimostrato che finalmente i giocatori non hanno più bisogno di giocare in un solo modo per sentirsi tranquilli, ma si fidano dei compagni e delle loro capacità: questo è probabilmente il messaggio migliore in vista di un finale di stagione che si annuncia al cardiopalma.

A cinque giornate dalla fine, la distanza tra il sogno Champions ed il pugno di mosche in mano è di solamente 4 punti, una vera inezia che può dipendere da ogni singola gara che deve essere ancora giocata. Prima di ributtarsi nel sogno Conference League, domenica sarà il turno di quel derby contro l’Empoli che negli ultimi anni ci ha regalato tante amarezze: con o senza Kean (io spero ovviamente con) abbiamo un solo risultato!

IL BUONO

  • Gosens: seppur non al top della condizione, in questa squadra è il leader tecnico e morale. Senza Kean, è lui a prendersi sulle spalle la squadra nel momento più difficile ed oltre ad aiutare i compagni nelle fasi di gioco più delicate, segna la rete del pareggio con un colpo di biliardo. Quanto tempo abbiamo aspettato un giocatore così!
  • Beltran: seppur impiegato in un ruolo non proprio suo, si batte come un leone e fa miliardi di cose utili. Si scambia continuamente posizione con Gudmundsson arrivando talvolta a pestarsi i piedi, ma è un toccasana per tutta la squadra. Oltre a ciò, segna anche il gol della vittoria con un meraviglioso colpo di testa. Cosa vogliamo di più?
  • Mandragora: continua ad essere la più bella realtà della stagione. Anche ieri, seppur un pò in debito di ossigeno dopo 60 minuti, ha distribuito l’assist a Gosens, ha colpito un palo su punizione, ha creato con Cataldi una diga in mezzo al campo difficilmente superabile. Ad oggi, un punto fermo di cui la Fiorentina non può fare a meno.

IL BRUTTO

  • De Gea: sembra quasi una bestemmia, ma l’errore sul gol del Cagliari è molto evidente. La ribattuta centrale permette infatti a Piccoli di segnare il gol del vantaggio. Si riscatta parzialmente con la parata nella ripresa, ma anche sul palo resta immobile come se non fosse ancora entrato in partita. Scusami David!
  • Fagioli: il ragazzo è completamente fuori fase. Molto probabilmente le giornalate con le intercettazioni lo hanno fatto piombare nuovamente nel tunnel che pensava di avere superato. Adesso è solamente il momento di recuperarlo.
  • La vittoria del Milan: il passaggio alla finale di coppa Italia complica maledettamente i piani di Palladino e soci. Viste le avversarie, dobbiamo comunque crederci!

A voi per i commenti!!

La serata perfetta

In una stagione di alti e bassi in cui i tifosi viola non hanno ancora capito il reale valore della squadra, della società e del proprio allenatore, una vittoria così netta, robusta ed indiscutibile è ciò che ci voleva prima della sosta per le nazionali. Il calcio è uno sport ed una malattia incredibilmente affascinante: proprio giovedì, in occasione del consueto ritrovo prepartita a casa del mio amico fraterno Giova, mentre ognuno diceva la sua in merito alla formazione, agli schieramenti tattici ed al possibile sviluppo della gara, lanciai una provocazione al gruppo dicendo: “se vinciamo stasera passando il turno e poi ci ripetiamo domenica scommettiamo che parte una volata mozzafiato fino alla fine?”. Con questo non volevo certamente dimostrare le mie doti di veggente, ma volevo solamente sottolineare quanto la linea che divide una partita o una stagione tra il disastro e la beatificazione sia talmente sottile che tutto può cambiare in un tempo brevissimo.

Se ripensiamo al primo tempo contro il Napoli o la seconda frazione giocata in Grecia e la confrontiamo con l’intera prestazione di ieri sera, abbiamo la risposta al perché il calcio ancora oggi affascina milioni di appassionati: semplicemente perché non ha una logica che assegna la vittoria solamente in relazione ai valori in campo, ma vive di situazioni, di momenti, di alchimia….tutto ciò che al Franchi ha fatto sembrare la Fiorentina un’armata invincibile, la Juventus una compagine di pulcini bagnati. Un Franchi la cui atmosfera, seppur con una capienza dimezzata, è stata incandescente fin da quando i calciatori sono entrati in campo per il riscaldamento: curva praticamente piena già un’ora prima del fischio d’inizio e sfottò che rimbalzavano tra le due tifoserie. Quello stesso sfottò che i tifosi viola hanno voluto immortalare in una coreografia come al solito riuscitissima, una coreografia che solamente il politically correct imperante di alcuni quotidiani come “La Nazione” (avessi detto il Financial Times!!!) non ha voluto capire. O come quelle stesse televisioni che stanno offendendo il gioco del calcio in modo ben peggiore facendo giocare partite a tutte le ore, in ogni giorno della settimana, in ogni situazione metereologica. Meglio se lasciamo stare….

Venendo a ciò che poi è successo in campo, la vittoria è stata rotonda e senza appello. Mister Palladino stavolta le ha azzeccate tutte e sembra finalmente aver trovato la quadra di una compagine che ha tanta qualità, discreta abbondanza, ottimi colpi dei singoli. La difesa a tre, quella che Palladino avrebbe voluto schierare fin dall’inizio della stagione, ha trovato in Pablo Marì un buon condottiero, un calciatore con ottimo senso della posizione, facilità di lettura delle diverse situazioni difensive, ma anche un’intelligenza che gli ha permesso di giocare la quasi totalità della partita con l’ammonizione addosso. Accanto a Marì, Pongracic e Ranieri hanno sbagliato pochissimo ed hanno avuto anche delle ripartenze convincenti. Il croato è finalmente tornato quel marcatore attento e sportivamente cattivo di Lecce, mentre Ranieri spostato sul centro sinistra ha trovato il suo habitat naturale: non solo perché Marì e Gosens lo aiutano spesso in marcatura, ma anche perché la capacità di ripartire a testa alta è sempre stata nelle sue corde.  Se in difesa la Fiorentina ha vinto ogni singolo duello, è stato però a centrocampo dove i viola hanno letteralmente dominato: il trio azzurro composto da Mandragora, Cataldi e Fagioli ha interpretato una fase difensiva perfetta con uno schermo impenetrabile davanti alla difesa ed è stato capace di ripartire in velocità grazie alle verticalizzazioni soprattutto di Fagioli. La seconda rete, ad opera di Mandragora, è stata la fotografia perfetta della serata, una serata in cui i movimenti dei due attaccanti hanno aperto tantissimi spazi, le scorribande dei due esterni hanno dato sempre l’opportunità di passaggio, le sovrapposizioni dei braccetti difensivi hanno creato sempre superiorità numerica. In mezzo a questo meccanismo apparso a momenti perfetto, si sono mossi con maestria i tre centrocampisti viola di cui due sono stati scartati proprio dalla Juventus. Accanto a loro, Dodò e soprattutto Gosens hanno imperversato alternandosi perfettamente nelle discese offensive; se però il brasiliano continua ad essere impreciso quando arriva nei pressi dell’area di rigore avversaria, l’esterno tedesco ha quella rara dote di trovare spesso la porta con buona continuità. Proprio grazie ad essa, Robin ha stappato la partita e regalato fiducia a tutti i propri compagni con giocate difensive di livello e consigli utili per tutti. Davanti poi, Kean ha lottato come un leone contro tutta la difesa avversaria regalando sponde, guadagnando punizioni, pressando ogni avversario. Certo con tutto questo lavoro sporco ha perso lucidità nel momento di calciare in porta, ma per quello ci ha pensato Albert Gudmundsson che è tornato nuovamente a segnare con un tiro da fuori chirurgico: sarà un pò indisponente perché talvolta non rincorre gli avversari, sarà capace di giocare solamente in un modo (cioè come gli pare tra le linee), sarà un elemento non irreprensibile fuori dal campo da gioco, ma con quello di ieri il tassametro parla di 8 reti in 1.050 minuti giocati, cioè uno ogni 131 minuti. Se consideriamo che spesso l’islandese è stato impiegato in condizioni fisiche precarie, direi che i dubbi sul suo riscatto potrebbero essere definitivamente fugati!

Resta dunque una serata indelebile, una di quelle che ricorderemo negli anni: la speranza però è che sia una tappa di una gara lunga fino al termine della stagione, una gara che porti la Fiorentina a raggiungere uno degli obiettivi che erano stati individuati lo scorso mese di agosto. Stavolta non manca veramente nulla per provarci fino in fondo!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – PANATHINAIKOS = 3 – 1  

Ostacolo superato, obiettivo raggiunto!

Anche se il mio fido lettore Wwayne non sarà contento, la Fiorentina batte il Panathinaikos e raggiunge i quarti di finale di Conference non senza un po’ di quella sofferenza finale con la quale i tifosi viola devono sempre convivere. Contro i greci, che nella gara di andata avevano sfruttato alcune scelte scellerate di mister Palladino ed un secondo tempo indegno dei nostri calciatori, la Fiorentina ha ribaltato il risultato grazie ad alcune prestazioni individuali ottime ed uno spirito di squadra che sembra finalmente essere tornato quello necessario a superare le difficoltà. Palladino ha scelto di dare continuità alla difesa a 3, ma soprattutto al centrocampo formato da un mediano e due mezz’ali come invocato da praticamente tutti fin dal momento dell’assenza forzata di Bove. Con questo modulo, il 3-5-2, la difesa è maggiormente coperta dalle incursioni avversarie, i centrocampisti hanno meno campo da occupare, possono portare i raddoppi e sono presenti sia in fase difensiva che offensiva, Gosens è letteralmente un altro calciatore e Gudmundsson e Kean sono un piacere per gli occhi. L’islandese, finalmente libero di svariare su tutto il fronte d’attacco senza due esterni sempre in linea ad intasare gli spazi, può muoversi a piacimento cercando i migliori pertugi per arrivare al tiro o dialogare con Kean, mentre il centravanti della nazionale non soffre più di quella solitudine che ha contrassegnato quasi tutta la sua stagione. Tutto ciò gli permette di non avere sempre addosso il raddoppio sistematico e nel contempo offre la possibilità anche ai centrocampisti di avere maggiore spazio per avvicinarsi all’area di rigore avversaria.

Chiaro che poi ci vuole anche la qualità e l’inserimento di Fagioli in mezzo al campo cambia letteralmente faccia alla Fiorentina: al netto del fallo da rigore sciocco che ha causato la sofferenza finale, l’ex Juventus ha doti rarissime da trovare nel calcio italiano di oggi. E’ tecnicamente molto valido, gioca spesso la palla di prima, ha una visione di gioco sopraffina, preferisce la verticalizzazione al passaggio in orizzontale ed è sempre pronto a correre e sacrificarsi per non lasciare la difesa sguarnita: una manna dal cielo per ogni squadra! Dopo un periodo di appannamento sembra poi essere tornato al top della condizione anche Comuzzo sempre pronto all’anticipo ed a guerreggiare sui palloni aerei, mentre un discorso a parte credo meriti Mandragora: trattato spesso come Medioman, dileggiato per le sue qualità non eccelse, si sta prendendo diverse rivincite e non solamente per i gol. Nella turnazione pressoché fissa adottata da Palladino, nell’ultimo mese l’unico punto fisso è sempre stato il buon Rolando che, vuoi per le assenze altrui vuoi per la sua capacità di adattamento, le sta giocando praticamente tutte. Certo è che, come ho fatto notare più volte, Mandragora è un giocatore normale ma un professionista esemplare, un calciatore che per dare il meglio ha bisogno di qualcuno più forte accanto: ciò lo libera da responsabilità che una squadra che abbia ambizioni europee non può affidargli. Fagioli ed Adli sono calciatori che si sposano perfettamente con un calciatore come Mandragora e questo è merito di chi ha pensato e costruito questa Fiorentina.

I viola hanno dunque centrato il primo obiettivo settimanale, cioè l’accesso ai quarti di finale contro il Celie, insomma non proprio il Real Madrid di Ancelotti, ma adesso è già tempo di pensare alla madre di tutte le partite, quella di domenica alle 18.00 contro la Juventus: una vittoria potrebbe incredibilmente rilanciare le ambizioni della Fiorentina anche in Serie A….io ci proverei e voi?

IL BUONO

  • Gosens: il vero capitano di questa Fiorentina. Tornato a giocare nel suo ruolo più congeniale, è protagonista di una partita totale: incoraggia tutti i propri compagni, ara la fascia decine di volte, è autore di due chiusure fondamentali sui tiri avversari, fornisce l’assist a Kean. Vorrei essere come Robin…..
  • Fagioli: come scritto anche nell’articolo, cambia letteralmente faccia alla squadra viola. Negli Stati Uniti lo definirebbero un potenziale steal (furto) dell’ultimo mercato. Dategli le chiavi del centrocampo ora e fino al termine della stagione!
  • Il pubblico: non so se la Fiorentina riuscirà finalmente nell’impresa sfuggita nelle ultime due stagioni, ma so che se succederà, il trofeo sarà soprattutto di quelle persone che abitano a Firenze e che ieri sera erano allo stadio. In troppi ormai, e parlo di quelli che avrebbero avuto la possibilità di venire al Franchi, stanno con il plaid sulle ginocchia ed il telefonino in mano pronti a sputare veleno sui social anziché venire a sostenere la squadra della propria città. Noi invece ci siamo stati, ci siamo e ci saremo!

IL BRUTTO

  • Le sostituzioni: sinceramente il cambio di Ranieri con un centrocampista non l’ho proprio capito, a maggior ragione con gli altri due centrali ammoniti. Per stavolta però mi fermo qui perché è già tempo di pensare alla partita dell’anno. Non ci tradite mi raccomando!

A voi per i commenti!!

Un’altra prova sconcertante

Da una figuraccia all’altra.

Dopo il brodino sorseggiato, solamente grazie al risultato, durante la partita contro il Lecce, la Fiorentina torna a cadere in una delle partite più importanti della stagione. Il cammino così esitante in campionato infatti, ha permesso al Bologna di superarci in classifica ed alla Roma di tornarci praticamente attaccata: se a ciò sommiamo la difficilissima corsa al quinto posto in Champions League e la contemporanea presenza in semifinale di Coppa Italia di Bologna ed Empoli, è chiaro a tutti che la strada migliore per provare ad arrivare in Europa League è quella di conquistare la Conference.

Oddio chiaro a tutti proprio tutti forse no….vero Raffaele? Forse il mister pensava di essere ancora nel girone eliminatorio? Oppure magari in una bella scuola calcio fiorentina in cui si deve far giocare tutti per non far arrabbiare i genitori ed i nonni che pagano la retta? Le scelte del tecnico napoletano sono state ancora una volta del tutto incomprensibili, le vogliamo commentare? Partiamo da quella più clamorosa, cioè la decisione di mettere in campo Terracciano anziché De Gea. Posto che la gestione del gruppo è sacra e che dunque se il mister aveva fatto una promessa al buon Pietro potrebbe essere giusta anche la decisione di non tornare indietro rispetto alla parola data, è la gestione del rientro in campo che proprio non funziona. Vuoi far giocare Terracciano ad Atene? Allora preparalo almeno facendogli giocare un paio delle ultime gare…altrimenti come puoi pensare che un calciatore fermo dal 19 dicembre possa interpretare bene una partita da dentro/fuori in uno stadio caldo come quello di Atene? Non solo, ma a difendere i pali della porta avversaria aveva davanti proprio quel Dragowski a cui era riuscito a fare le scarpe diventando il titolare della Fiorentina!! Ma a queste cose devo pensare io che faccio un altro mestiere?? E’ chiaro a tutti che gli errori poi sono stati commessi dal giocatore, ma siamo sicuri di aver messo Terracciano nelle condizioni di poter disputare una gara serena? Se poi vogliamo parlare della gestione e della preparazione da parte di Palladino e del suo staff alla gara di Conference, ho trovato lunare che nessuno dei giornalisti ieri sera abbia fatto una domanda in merito alla composizione della lista con cui affrontare la parte finale della manifestazione. Considerando che il mercato di gennaio è stato impostato scientemente per giocare con la difesa a 3, mi spiegate come mai abbiamo solamente quattro centrali in lista? Cioè, abbiamo rincorso per più di un mese Pablo Marì per portarlo a Firenze e poter cambiare modulo e poi lo lasciamo a casa?  In un settore come quello difensivo dove Pongracic purtroppo spesso ha problemi muscolari ed i cartellini sono più frequenti noi ci presentiamo con 4 difensori centrali? Per non parlare poi delle scelte iniziali e delle sostituzioni: si decide di partire con Richardson in mezzo al campo in una gara in cui si è dichiarato che “la Fiorentina dovrà giocare un primo tempo violento”…. Ma con chi? Con Richardson? Ma non è che hai sbagliato persona? Ed ancora…. Parisi mezz’ala nel secondo tempo perché? Ma soprattutto perché togliere Fagioli, unico calciatore insieme a Mandragora capace di inventare qualcosa o di lanciare Gosens sull’esterno!! E Zaniolo che domenica è squalificato non impiegato? Mi viene da piangere….

E poi le dichiarazioni post partita: possiamo vietarle? Possiamo chiedere alla società di imporre il silenzio stampa? Cioè io devo sentire un allenatore che lavora da 8 mesi con un gruppo, dire che ancora non ha capito come mai la sua squadra sbaglia praticamente sempre l’approccio sia del primo che del secondo tempo? Ma lo devo sapere io come mai? Allucinante….

Se qualcuno di voi non ha visto la partita penserà che i viola abbiano perso con 4 o 5 gol di scarto ed invece la cosa buffa è che al ritorno la possiamo ancora ribaltare! La Fiorentina, negli unici 25 minuti che ha giocato veramente, ha dimostrato la qualità della propria rosa facendo due bellissime reti, sfiorandone almeno un altro paio, conquistando diversi corner; questo a dimostrazione che calciatori come Fagioli, Gosens, lo stesso Beltran sono di una categoria ed una cilindrata diversa rispetto a quasi tutti quelli che disputano la Conference League. Basterebbe dunque veramente poco per passare il turno: una squadra che sappia riproporre gioco, che sappia difendersi in modo organizzato, ma soprattutto che sappia servire nel migliore dei modi quei calciatori che possono fare la differenza. Ieri con due palloni perfetti, Gosens ha regalato due assist, Fagioli ha trovato la via della rete sfiorandone almeno un altro, Beltran è riuscito finalmente a dialogare con i compagni ed a trovare gli spazi lasciati aperti dalla difesa occupata quasi interamente a guardare Kean.

La qualificazione è ancora a portata di mano: ne sarà consapevole il mister?

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – TORINO = 1 – 1  

Iniziano a scarseggiare anche le parole.

Dopo l’indecente sconfitta di Monza, la Fiorentina riesce a non vincere nemmeno contro un Torino sotto di un gol e con l’uomo in meno dovendosi così accontentare di un altro punto, il secondo nelle ultime sei gare correndo il serio rischio di buttare via tutto ciò che di buono è stato precedentemente fatto. Ed a niente valgono le parole di mister Palladino che parla di bicchiere mezzo pieno, di classifica in linea con gli obiettivi, di statistiche che parlano di quarta difesa del campionato.

Se la settimana, a detta del tecnico viola, era servita per fare il punto della situazione all’interno del gruppo e per ritrovare la serenità e gli automatismi allora mi sa che siamo ai titoli di coda. I viola si sono presentati al cospetto di una squadra incerottata con la cosiddetta formazione tipo e con l’inserimento di Folorunsho al posto di Sottil nel consueto 4-2-3-1. L’ultimo arrivato dal Napoli è stato tra i più convincenti perché è riuscito a dare quella fisicità che purtroppo è mancata nelle ultime settimane e che è continuata a mancare in altri reparti come la difesa. L’idea iniziale di Palladino è stata quella di fotocopiare la Fiorentina ammirata fino allo sfortunato episodio di Bove senza però considerare che, nel frattempo, gli avversari hanno studiato la squadra viola prendendo le contromisure alle trame offensive e trovando la chiave per attaccare la porta di De Gea. Il Torino ha giocato una partita onesta, non certo scintillante, ma che alla fine ha permesso a Vanoli e soci di portare a casa un punto molto prezioso.

La Fiorentina invece ha giocato l’ennesima partita mediocre, una gara in cui non è riuscita a sviluppare trame convincenti e che è dipesa dalle giocate individuali di calciatori in netto calo fisico e tecnico. Adli è stato nuovamente un fantasma, oltre ad essere il protagonista involontario insieme a Comuzzo del disastro in occasione del pareggio granata, Colpani è stato irritante al limite dell’oltraggio personale e solamente un allenatore come Palladino (che lo ha sponsorizzato e voluto a Firenze) poteva tenerlo in campo per 89 minuti, Dodo’ sembra aver perso lo smalto di inizio anno ed anche De Gea purtroppo non fa più i miracoli ai quali ci aveva abituato. Menomale che Mandragora, chissà perché così poco utilizzato, ha giocato una partita più che discreta sia in fase difensiva che in quella offensiva e Kean è tornato a fare gol.

Resta negli occhi di tutti i tifosi una prova a tratti disarmante per la lentezza della manovra, la mancanza di saggezza nella gestione della gara, l’assoluta inesistenza di idea di calcio, la gestione dei cambi incomprensibile: considerando che giocavamo contro una squadra arroccata in difesa e con l’uomo in meno non era proprio possibile giocare con Beltran insieme a Gudmundsson visto che avevamo appena subito il pareggio? E comunque era proprio necessario sostituire il numero 10 islandese anziché Colpani o un difensore? E poi perché aspettare così tanto ad inserire l’unico giocatore che ha gamba e strappo sulla fascia, cioè Sottil?

La stragrande maggioranza dei tifosi viola hanno contestato per mesi Vincenzo Italiano che, con una rosa nettamente più scarsa, aveva una squadra riconoscibile, con un’idea di gioco a cui aggrapparsi anche nei momenti di difficoltà: adesso con un attaccante come Kean, un portiere come De Gea, un esterno come Gosens non riusciamo a vincere con un Torino incerottato e senza un minimo di qualità in campo!! Quanto ancora dobbiamo aspettare prima che qualcuno prenda una decisione coraggiosa?

E della società, che per bocca di Commisso aveva chiesto scusa per lo scorso mercato di gennaio, abbiamo notizie? Una società che è rimasta per 20 giorni inchiodata su un obbiettivo di mercato, Luiz Enrique, che aveva appeso il cartellino del prezzo a 30 milioni con i viola sempre fermi a 20. Una società che ancora non è riuscita a piazzare tutti quegli esuberi che già sappiamo non fare parte del progetto tecnico del mister ma che continuano a fare parte del gruppo. Una società che ieri decide di non fare andare nemmeno in panchina due calciatori come Ikone’ e Kayode che, viste le ennesime prestazioni deludenti di Colpani e Dodo’, forse potevano fare comodo….

Dispiace per la classifica, per la città, ma soprattutto dispiace per noi tifosi, quelli che vivono a Firenze o quelli che vengono da lontano, dalla Toscana, dall’Italia ma anche da altri paesi come Steven, l’amico di Sunderland di cui avevamo già parlato, che questo weekend era accompagnato dai figli Francesca e Josh….

Un minimo di vergogna di fronte a queste persone Palladino e soci la proveranno mai?

IL BUONO

  • Kean: anche stavolta di palloni giocabili se ne vedono pochissimi, ma nonostante ciò timbra l’ennesimo gol della stagione. Insieme a De Gea il miglio acquisto per distacco. Pensate a cosa sarebbe stata questa Fiorentina con Nzola o Belotti…..
  • Gosens: in netta crescita fisica, uno degli ultimi a mollare. Oltre a ciò che fa in campo, mette leadership ed intelligenza nelle dichiarazioni post partita. A lui dovrebbero dare la fascia, altro che a Ranieri o Dodò!!
  • Mandragora: se solo penso che a Monza abbiamo dovuto vedere Richardson, mi viene da piangere. E se penso che devo parlare così di un calciatore del livello di Mandragora mi viene una crisi di nervi. Resta però un vero soldatino, uno di quei calciatori che in rosa vorresti avere sempre!

IL BRUTTO

  • Comuzzo: mi dispiace mettere un giovane dietro la lavagna, ma il buon Pietro è in apnea orma da settimane e gli errori iniziano ad essere tanti. Ma dargli un turno di riposo no?
  • Adli: dalle stelle alle stalle in pochi mesi. Del giocatore sempre dentro il gioco, pulito nel giro palla e pronto a mettersi a disposizione dei compagni non c’è più traccia. Che fosse lento lo si vedeva anche prima, ma adesso che la squadra non lo aiuta pare un pachiderma. Così non serve.
  • Colpani: semplicemente impresentabile. Non salta mai l’uomo, incespica sul pallone, non si prende mai una responsabilità. Menomale non abbiamo l’obbligo di riscatto….

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

EMPOLI – FIORENTINA = 0 – 0

Una delle partite più noiose che io ricordi… pensavo fosse tornato Beppe!

Il pareggio a reti bianche (e non poteva essere altrimenti visto che non c’è stato un tiro in porta) tra Empoli e Fiorentina, mi ha fatto venire un flash: e se avessimo cambiato sport? E se la Fiorentina si fosse iscritta al calcio camminato? Per chi non avesse mai visto questa disciplina, vi linko qui un video piuttosto esplicativo….

https://www.youtube.com/watch?v=gzznUi5uNIY

Dopo settimane di dispute tra i fautori della difesa a 3 e quelli della difesa a 4, Palladino ha scelto di ricominciare dalla linea che aveva finito la gara contro la Lazio, con un centrocampo di due mediani e tre mezzepunte dietro Kean. La disposizione viola, che ha certamente facilitato una circolazione della palla più sicura, ha però mostrato limiti incontrovertibili che fanno ancora una volta dubitare in merito alla costruzione della rosa. Partendo dalla difesa, hai due terzini che hanno caratteristiche opposte: se Dodò è rifiorito con la nuova posizione in campo, grazie alle praterie che ha davanti che gli permettono di spingere senza soluzione di continuità, Gosens retrocesso terzino è uno spreco incredibile. Il tedesco, da sempre uno dei migliori quinti della Serie A, nei panni di Biraghi ha le fattezze di una Ferrari il cui proprietario deve tenere le marce basse perché non ha i soldi per la benzina! In mezzo al campo, Adli e Cataldi sono due centrali da centrocampo a 3 (seppur con caratteristiche molto diverse), Bove è un calciatore che si adatta in ogni posizione (ieri male), Richardson è una mezzala fatta e finita. Davanti poi, hai tantissimi esterni piuttosto bravi ad occupare i mezzi spazi: Colpani, che ha un solo movimento offensivo (il dribbling rientrando sul sinistro), se lo limiti sulla linea laterale viene sistematicamente annullato, mentre Sottil ed Ikonè hanno ormai dimostrato (poche volte) che devono giocare più vicini alla porta e non isolati su un esterno. Davanti poi, Gudmundsson è un giocatore che ha bisogno di svariare, come visto ieri, ma incasellato in un 4231 in cui hai esterni fermi sulle linee laterali e mediani che giocano in orizzontale, è costretto a giocare troppo lontano dalla porta. Se pensiamo che la soluzione sia la difesa a 4, allora abbiamo un grosso problema con Gosens, anche se potremmo pensare ad un 442 con il tedesco esterno alto, senza dimenticare che il miglior modulo per utilizzare gli spazi alle spalle dei centrocampisti avversari sarebbe il 4321 che aiuterebbe anche i nostri centrocampisti. Se invece pensiamo che si possa anche giocare a 3, allora torniamo velocemente al 3421 perché l’ex Atalanta ed Inter è il miglior calciatore attuale in rosa e confinarlo in difesa appare un suicidio.

Secondo voi tutti questi problemi chi li dovrebbe risolvere se non Palladino? Dal tecnico campano dobbiamo iniziare a pretendere tutti di più. La giustificazione assolutamente reale del mercato fatto in ritardo inizia a non essere più sufficiente: i viola lavorano insieme ormai da un mese ma nella gara di ieri hanno mostrato di non avere uno straccio di gioco né di rabbia agonistica, oltre ad una condizione atletica non scintillante. Alcuni atteggiamenti poi, cominciano a far pensare che anche nello spogliatoio non vada proprio benissimo: dopo il rigore contro la Lazio, ieri Gudmundsson ha discusso anche per un calcio di punizione, mentre le dichiarazioni di Kouamé sembrano lunari. Uno dei calciatori tecnicamente più scarsi della rosa, che non si sa perché ieri ha fatto il capitano al posto di Dodò o Ranieri, si permette di accusare i propri compagni in sala stampa: una roba mai vista, che andrebbe fortemente stigmatizzata dalla società e dal tecnico. Segnali insomma non proprio incoraggianti sia dal campo che da fuori….adesso tocca al mister ed ai dirigenti farsi sentire perché la prova di ieri è stata disarmante da tutti i punti di vista.

Resta il punto portato via, la porta imbattuta, ma soprattutto l’amore incondizionato di una città che anche ieri ha seguito in massa una squadra triste e senza lampi: urge un cambio di rotta velocissimo!

IL BUONO

  • Dodò: non c’è niente da fare, quando la Fiorentina gioca a 4 il brasiliano si trasforma. Salta avversari in sequenza, conquista molto spesso il fondo. L’unica pecca è l’imprecisione al cross, ma è una fonte inesauribile di gioco. Adesso ci siamo!
  • Clean sheet: certo l’atteggiamento piuttosto rinunciatario dell’Empoli ha aiutato, ma l’attenzione difensiva sembra cresciuta ed anche gli interpreti hanno giocato una partita gagliarda. Al netto delle consuete disattenzioni di Ranieri, tutti sono promossi a pieni voti. Giovedì in Conference il reparto verrà necessariamente rivoluzionato.
  • Cataldi: un giocatore per cui non stravedo ma che ieri mi è stato l’unico centrocampista in grado di costruire qualcosa. Oltre a ciò, ha mandato in porta Bove con un recupero al limite dell’area avversaria come aveva già fatto, con la collaborazione di Kean, con Colpani contro la Lazio. Ha dei limiti, ma la personalità non si discute.
  • Beltran: non mi arrendo all’idea che l’argentino sia un calciatore che non può giocare in questa Fiorentina anche solo a gara in corso. Nei poco più di 20 minuti concessi, porta almeno un pò di verve, un pò di ritmo, in una squadra completamente spenta. Sfiora anche il gol con un colpo di testa. Che giovedì sia la sua serata?

IL BRUTTO

  • Colpani: un fantasma inutile. Vero che metterlo a fare l’esterno non mi sembra una grande idea, ma in 70 minuti si può saltare il diretto avversario anche se si gioca fuori ruolo! Dopo i passi in avanti mostrati nella ripresa della gara contro la Lazio, un deciso passo indietro. Il tempo sta scadendo anche per lui.
  • Bove: sbaglia un gol incredibile che, rivisto al VAR, secondo me sarebbe stato concesso. Oltre a ciò, perde palloni sanguinosi in mezzo al campo e non trova mai né la posizione, né lo spazio per gli inserimenti. E’ necessario un turno di riposo.

A voi per i commenti!!