E’ stata la stagione del ritorno in Europa, della consapevolezza di una Fiorentina tornata su determinati livelli, dell’atroce sofferenza per le due finali raggiunte e perse. Non era cominciata nel migliore dei modi, con un mercato ancora una volta deficitario, pieno di scommesse (quasi tutte perse) e di calciatori fondamentali per l’idea di calcio di Vincenzo Italiano mai arrivati. Un inizio di stagione tribolato, con i due mesi iniziali deludenti a causa di una rosa martoriata dagli infortuni, mancante dell’esperienza necessaria per affrontare le tre manifestazioni ed un allenatore troppo testardo per provare a cambiare fin da subito il modo di giocare. Ecco allora un centrocampo a 3 con Amrabat regista e Mandragora mezzala, una (non) prima punta come Jovic lasciato a vegetare senza rifornimenti e senza compagni in appoggio nell’area avversaria, una difesa che imbarcava acqua tra papere di Gollini e topiche difensive che troppo spesso hanno visto protagonisti i difensori viola. Poi però, quando l’aria a Firenze stava per diventare irrespirabile (ricordate la batosta in Turchia?), ecco la svolta: la società che conferma Italiano, il mister che finalmente mette da parte l’ideologia del 4-3-3, gli infortunati che tornano a giocare (Nico no però perché lui doveva vincere il mondiale) e la Fiorentina che torna a somigliare, nei risultati anziché nel gioco, a quella della scorsa stagione. Dopo il Qatar poi, la fioritura definitiva con calciatori che giocano la miglior stagione in carriera (Biraghi), altri che si travestono da Benjamin Button (Bonaventura), altri che si ribellano al ruolo di eterno panchinaro per trasformarsi in gladiatore (Ranieri)! I viola iniziano a volare e, oltre a raggiungere le due maledette finali, tengono un ritmo da Champions League in campionato dove recuperano punti su quasi tutte le altre e mancano la qualificazione in Conference League solo per la contemporanea corsa su tre fronti. Resta poi la delusione tremenda di Roma, dove un’Inter più forte sembra quasi giocare al gatto col topo e segna quando alza il ritmo della contesa grazie soprattutto alla maggior qualità degli interpreti. Di Praga invece, preferisco non parlare perché la ferita è ancora aperta ma la mia rubrica in merito, credo sia esaustiva. Resta dunque una stagione esaltante guastata solamente dalle due finali perse, una stagione che ha però dimostrato che la squadra, il gruppo ed il mister meritano fiducia e soprattutto aiuto: alcuni se ne andranno, altri non saranno confermati ma Vincenzo Italiano e tutta la Fiorentina si sono guadagnati la possibilità di fare uno step ulteriore, quello di lottare ogni anno per l’Europa. Adesso tocca alla società, quella società che in questa stagione ha già dimostrato di essere cresciuta, di aver difeso il proprio allenatore ed i propri calciatori contro tutto e contro tutti: e con una città il cui cuore è tornato a pulsare forte per i propri colori, bastano gli innesti giusti per continuare a sognare!
STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2021-2022
Posizione finale: 8° (7° nel 2021-2022)
Punti: 87 (totali nelle manifestazioni) media punti 1,68 (62 media punti 1,63)
Vittorie: 29 (19)
Pareggi: 14 (5)
Sconfitte: 17 (14)
Gol fatti: 98 (59)
Gol subiti: 65 (51)
Differenza reti: +33 (-8)
Capocannoniere: Cabral 16 (8 in campionato, 7 in Conference League, 1 in Coppa Italia) (Vlahovic 17 reti)
Assist man: Biraghi 13 (Nico Gonzalez 6)
Miglior gara dell’anno:
Chiaramente in questa sezione non ricorderò la partita giocata meglio o magari la più spettacolare, ma solamente quella che mi ha regalato più gioia e più emozione nella lunghissima stagione appena terminata. Ecco allora che la vittoria di Basilea è per me la fotografia della follia viola: una gara d’andata dominata ma persa per due disattenzioni (tanto per cambiare), un’impresa quasi disperata al ritorno contro una squadra che è nata ed allenata per difendersi e ripartire. In Svizzera però, la Fiorentina ha mostrato il suo lato migliore, quello di una compagine nata per imporre il proprio gioco senza chiedere il permesso a nessuno. Un gruppo granitico che crede nelle idee del proprio allenatore ed è pronto a buttarsi nel fuoco pur di raggiungere l’obiettivo attraverso il gioco. Tutti quelli che criticano l’atteggiamento dei viola in finale a Praga immagino abbiano avuto da ridire anche nella gara di Basilea in cui i viola hanno attaccato senza tregua anche durante i supplementari….immagino siano arrabbiati con Biraghi che ha messo in mezzo centinaia di palloni, con i centrocampisti che nell’azione del gol vittoria hanno affollato l’area avversaria, con il mister che ha chiesto alla squadra di crederci fino all’ultimo secondo! Io invece sono orgoglioso di una Fiorentina che è andata ben oltre i propri limiti grazie all’atteggiamento, alla mentalità, alla voglia di comandare il gioco. Ed il gol di Barak mi ha fatto piangere di gioia come non mi accadeva più da anni. Ecco perché Basilea resterà nel mio cuore per sempre!
Peggior gara dell’anno:
Se la semifinale è stata una gioia indelebile, la finale contro il West Ham ha rappresentato una pugnalata al cuore che ancora sanguina e lo farà chissà per quanto tempo. La Fiorentina ha gettato al vento un’occasione irripetibile chissà per quanti anni e lo ha fatto per un errore individuale che non può essere né compreso, né giustificato, né scusato. Igor, vero responsabile della sconfitta contro gli Hammers insieme a Mandragora (il gol fallito grida vendetta!), ci ha rubato un sogno che cullavamo dalla vergognosa finale di Avellino, quella in cui la Juventus ci prese Coppa e numero 10. La delusione è ancora più grande perché il tragitto della Fiorentina è stato costellato di cadute rovinose (vi ricordate la Turchia?) e rinascite repentine ma ha sempre avuto come stella polare l’impegno di un gruppo che ha lottato per riportare una coppa europea a Firenze dopo troppi anni. Fa ancora tanto male…..
Miglior calciatore: Jack Bonaventura
Il rettore del centrocampo ha ancora una volta dato saggio delle sue qualità tecniche, tattiche ed umane. Non appena Vincenzo Italiano ha finalmente deciso di liberarlo dai compiti di copertura di un centrocampo a 3 e gli ha consegnato le chiavi del gioco viola, la Fiorentina ha decisamente svoltato. Un professionista esemplare che si è dannato l’anima per tutta la stagione nonostante l’età, che si è preso tutte le responsabilità necessarie per la squadra, che ha aiutato ogni compagno, che ha segnato i gol decisivi esibendo tutte le sue doti tecniche. E’ stato il cuore della squadra perché ha legato come nessuno il centrocampo e l’attacco tornando a prendersi i palloni sui piedi degli incontristi e rifornendo stupendamente sia gli esterni di attacco che le punte. Ha fatto la guerra quando serviva, ha giocato in punta di piedi quando la situazione lo richiedeva. Mai una parola fuori posto anche se è stato il primo, nel cupo mese di ottobre, a prendere la parola davanti ai cronisti per dire che ormai la Fiorentina della stagione precedente non esisteva più e si doveva provare a fare qualcosa di diverso. Se Italiano è la mente, Jack è il braccio: clonatelo!
Peggior calciatore : Igor
Se nella scorsa stagione il difensore brasiliano aveva guadagnato la palma di sorpresa, stavolta è nettamente il peggiore calciatore della rosa. Se Venuti sbaglia perché è oggettivamente limitato e la Fiorentina in questo momento è su un livello troppo alto per lui ma non lesina mai impegno e sudore, Igor ha invece dato pessima dimostrazione di sé in più occasioni. Non solo ha giocato una stagione pessima, ma appena finita la finale di Conference non è nemmeno salito sull’aereo della squadra che ha riportato tutti a casa perché aveva fretta di tornare in Brasile. Fammi un favore, restaci!
La sorpresa: Ranieri
Un difensore che non era nemmeno partito per il ritiro estivo di Moena si è guadagnato il posto da titolare nella finale di Conference League! Una favola o un’ennesima dimostrazione di scarsa competenza? A voi la risposta in merito, ma certamente una dimostrazione di grandissima professionalità di un ragazzo prodotto del settore giovanile viola che ha sempre creduto nel lavoro, nella perseveranza, nella voglia di diventare un punto fermo della Fiorentina in cui è cresciuto. Ed anche la riprova del fatto che il lavoro paga sempre, soprattutto con un tecnico come Vincenzo Italiano che offre a tutti la possibilità di rimettersi in gioco: da Ranieri a Kouamè, da Cerofolini a Terzic. Luca si è dimostrato bravissimo ad interpretare il calcio della Fiorentina, ottimo negli anticipi, sempre aggressivo nell’accorciare il campo, attento nelle marcature preventive. Resta il rimpianto dell’aver dovuto chiedere il cambio in finale perché, un pò per la tensione ed un pò per lo scarso impiego stagionale, Ranieri non riusciva più nemmeno a camminare. Un calciatore da cui ripartire!
La delusione: Jovic
Per un attaccante proveniente dal Real Madrid che guadagna quasi quanto gli altri tre migliori calciatori della rosa viola, il bottino stagionale è decisamente magro. Pur avendo avuto diverse chances anche dal primo minuto, Jovic non è riuscito a mantenere le promesse faticando soprattutto in una Serie A con marcature forse troppo fisiche per l’atteggiamento dimostrato dal centravanti serbo. Non hanno poi certamente aiutato gli atteggiamenti dentro (le mani alle orecchie rivolto verso la Fiesole dopo uno dei rari gol in campionato) e fuori dal campo (la polemica sui social contro Italiano per lo scarso impiego), ma le ultime prestazioni stagionali lasciano sperare in qualcosa di migliore per il futuro. Resta un calciatore che potrebbe rendere meglio accanto ad un attaccante che faccia a sportellate al posto suo, ma la Fiorentina vorrà adattarsi per lui? Io sinceramente spero di no!
Voto alla stagione viola: 7,5
Molti obietteranno che la Fiorentina, a meno di giuste sanzioni da parte dell’Uefa, non ha raggiunto l’Europa passando dal campionato anche se la volontà era quella di migliorarsi. Penso però che, al netto delle oggettive responsabilità di Italiano che ha impiegato troppo tempo per cambiare modo di giocare della squadra, le due manifestazioni in cui i viola sono arrivati in finale hanno distratto tantissime energie. Inoltre, come detto fin dalla chiusura del mercato al Corner Viola, la rosa non solo non è stata rinforzata, ma addirittura indebolita visto che l’unico ruolo in cui siamo oggettivamente migliorati è quello del terzino destro con Dodò. Ecco perché mi sembra giusto dare un voto così alto alla squadra, perché oggettivamente il gruppo è andato oltre le proprie possibilità: pensiamo che nella finale di Praga giocavano i 7/11 della formazione di Beppe Iachini! Potevamo vincere almeno una coppa? Certamente! Potevano questi calciatori dare qualcosa di più? No!
Aspetto i vostri commenti!
