Il buono, il brutto, il cattivo

INTER – FIORENTINA = 3 – 0

Toccato il fondo si può solo risalire.

Così pensava chi ha creato e scritto questo aforisma, sono però sicuro che costui o costei non fosse tifoso della Fiorentina. Se lo fosse stato, avrebbe invece pensato che, una volta toccato il fondo, si può sempre continuare a scavare per vedere fin dove si può arrivare. Questo è ciò che hanno fatto ieri sera a San Siro Ferrari, Pradè, Pioli ed i calciatori in maglia viola: si tutti loro assieme, nessuno escluso! Se infatti dopo 9 giornate di campionato la compagine di Rocco Commisso ha guadagnato la miseria di 4 punti in classifica, non ha ancora vinto una partita, ha la peggior difesa del campionato al pari dell’Udinese ed il quarto peggior attacco, la responsabilità deve essere necessariamente collettiva! Certo non sarà stata quella di ieri sera la gara da vincere per i viola (come ha detto Pradè) ma prima o poi dovremo cominciare a fare qualche punto o no? Quella di quest’anno è la peggior partenza della storia della Fiorentina, lo hanno capito quelli che dirigono la società e quelli che vanno in campo o no? La città sta iniziando a vergognarsi della squadra, dei risultati, dei calciatori, della società….. al Viola Park lo hanno capito o no?

Certo contro l’Inter Pioli ed i suoi ragazzi non potevano fare molto di più, ma la prestazione di alcuni e l’interpretazione della gara da parte del mister ha lasciato molti dubbi. La Fiorentina ha giocato i primi 60 minuti da squadra, con i reparti corti, un blocco difensivo molto basso, raddoppi in serie sui centrocampisti di Chivu, letture difensive discrete, parate sicure di De Gea, ma soprattutto fisicità. Le scelte inziali di Pioli infatti, avevano voluto pareggiare o quantomeno limitare i centimetri ed i muscoli di una delle squadre più alte e grosse del campionato. Oltre a Pablo Mari in mezzo alla difesa, ecco Comuzzo e Viti in luogo di Pongracic e Ranieri, Sohm e e Ndour in mezzo al campo al posto di Nicolussi Caviglia e Fagioli. Infine Gudmundsson anziché Fazzini per arginare uno dei migliori registi in Europa, cioè Calhanoglu. La formazione era sembrata azzeccata, i viola erano riusciti a contenere abbastanza le trame offensive nerazzurre, insomma non c’era niente da toccare soprattutto nel reparto che fronteggiava il centrocampo dell’Inter, uno dei migliori della Serie A e non solo. Invece Pioli, non si sa per quale motivo, ha scelto di andare a rivoluzionare proprio il cuore del gioco: via Sohm e Ndour, via Gudmundsson che stava marcando pressoché a uomo Calhanoglu e dentro due fringuellotti come Fazzini e Fagioli. Il risultato? Avete presente Fort Apache? L’Inter ha magicamente guadagnato metri di campo e spazi da attaccare ed ovviamente il regista turco ci ha punito con una delle sue giocate. Da lì in poi è calato il buio sulla Fiorentina ed il risultato avrebbe potuto avere dimensioni ancora più esagerate se solo non avessimo ritrovato, almeno per una sera, un De Gea in grande spolvero.

Se le scelte del mister hanno destato qualche critica, un aspetto che è ormai sotto gli occhi di tutti è la pessima condizione atletica della squadra. Come sottolineato più volte anche dal nostro amico Wwayne nei commenti ai miei articoli, la Fiorentina è una squadra che corre poco e non ha cambio di passo. I viola sembrano arrivare sempre secondi sul pallone, paiono pesanti e senza cambio di passo. E’ mai possibile che un calciatore come Gosens, che fino alla scorsa stagione sembrava avere uno scooter sotto i piedi, adesso sia piantato? E che dopo 60 minuti abbia sempre le mani sui fianchi? Dodò, che senza il cambio di passo diventa un calciatore normale, in questa stagione ha il dinamismo di Carnasciali. Pablo Marì ieri ha avuto i crampi negli ultimi 20 (!!!) minuti di gioco, mentre Comuzzo ha l’esplosività di Sbirulino. Gudmundsson è sempre compassato ma almeno sa giocare a calcio, Mandragora e Sohm se non hanno cambio di passo sapete spiegarmi a cosa servono? Il Viola Park, ubicato a Bagno a Ripoli, dove nei mesi di Luglio ed Agosto si registrano molto spesso temperature sopra i 40 gradi con punte molto alte di umidità, siamo proprio sicuri sia il posto ideale per fare la preparazione precampionato? Ah già ma il Dottor Pengue ha detto che non esiste posto migliore…. una voce libera e disinteressata…..

Restano le parole del DS Pradè scolpite nella pietra: la gara di domenica col Lecce è questione di vita o di morte. Qualcuno capirà la gravità del momento?

IL BUONO

  • I risultati delle altre: Pensate come siamo ridotti……
  • De Gea: abbiamo perso 3 – 0 ed il migliore in campo è stato il portiere. Pensate come siamo ridotti……

IL BRUTTO

  • Commisso, Ferrari, Pradè, Pioli, i calciatori: Quando la barca affonda non si salva nessuno. Che tristezza…..

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

MILAN – FIORENTINA = 2 – 1  

Si è toccato il fondo.

Ieri sera la gara di San Siro ha mostrato il significato di questa metafora che rappresenta perfettamente la squadra viola, la società di Commisso, mister Pioli, la classe arbitrale, il calciatore del Milan Gimenez.

La Fiorentina ha giocato l’ennesima partita brutta, scialba e noiosa, con una “qualità” di calcio del tutto scadente, con ritmi compassati, con poche idee molto confuse. Pioli ed i suoi ragazzi hanno scelto di tornare ad essere una compagine molto più simile a quella di Palladino, con un blocco basso che difende nella propria metà campo, tre centrocampisti davanti alla difesa, due esterni che si sganciano a turno ed un attaccante isolato come un’oasi in un deserto. Peccato però che nel frattempo si sia passati ad un fraseggio molto più compassato, con un numero maggiore di passaggi orizzontali nonostante le due mezze ali (Mandragora e Fagioli) siano state schierate a piede invertito proprio per cercare una verticalizzazione più veloce; il problema è poi soprattutto che è cambiata la qualità degli interpreti. Dal capitano della Lazio Cataldi si è passati ad un mediano retrocesso a Venezia, da Adli proveniente dal Milan si è passati a Sohm (pagato 15 milioni!!!!) ex Parma, da Bove che veniva dalla Roma si è passati a Fazzini (anche ieri tra i pochi a salvarsi) retrocesso con l’Empoli. Scelte che in una società normale sarebbero state probabilmente l’origine di un allontanamento del responsabile del comparto sportivo. Già, la società, quella in cui il proprietario non si sente più da mesi (e ci può stare dal momento che succede anche a Roma o a Milano), ma soprattutto quella che non è mai stata strutturata fin dal primo giorno dell’arrivo di Commisso. Una società in cui il Direttore Generale Ferrari non ha mai fatto questo mestiere, il Direttore Sportivo Pradè lavora ormai da anni solamente sul mercato italiano con i soliti procuratori, l’area scout per il mercato internazionale è stata affidata ad un DS, Goretti, proveniente dalla Reggiana con esperienza quasi solo in Serie C. Oltre queste tre figure poi, il nulla, nessun General Manager che vada in campo con la squadra, nessun ex calciatore viola che conosca questo ambiente, niente di niente.

E come vorreste affrontare una crisi del genere?

Ma se la prestazione è stata ancora una volta piena di problemi e la società non sembra assolutamente pronta ad affrontarle, vogliamo parlare della classe arbitrale? Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: sul gol di Leao non c’è assolutamente niente da dire poiché Ranieri (che farebbe meglio a pensare a giocare perché come attore è veramente mediocre) deve rimanere fuori finché il sangue continua ad uscire. Il rigore però è allucinante e lo è per diversi aspetti: innanzitutto il VAR non avrebbe dovuto intervenire poiché Marinelli lascia giocare pur avendo visto il contatto! Non solo, ma una volta richiamato, fa esattamente il contrario di quanto detto da Rizzoli appena due settimane fa: invece di punire la simulazione evidente di Gimenez che sembra essere colpito da un cecchino anziché sfiorato da Parisi, assegna un calcio di rigore che se non fosse tragico potrebbe essere definito comico. Per non parlare poi dei sanitari del Milan che mettono il ghiaccio sulla parte sbagliata del viso: ma davvero non provate un minimo di vergogna per una sceneggiata del genere? E davvero vogliamo premiare un atteggiamento così? Ci lamentiamo ogni weekend del fatto che sui campi dei nostri ragazzi ci sono simulazioni alle quali poi si risponde con insulti, sputi e risse…. ma se in Serie A si concede un rigore del genere, di cosa ci lamentiamo?

Certo una tale ingiustizia non dovrebbe essere stigmatizzata da mister Pioli mentre esce dal campo e solitamente le sparate come quella di Pradè in conferenza stampa non stanno molto simpatiche alla Federazione ed al cosiddetto palazzo. Solitamente serve un lavoro continuo, serve intessere rapporti, serve stare sul pezzo, essere presenti alle riunioni, conoscere le persone, frequentare le Leghe e la Federazione. Tutte cose che ad un dirigente esperto e navigato non servirebbe nemmeno spiegare…. già ad un dirigente esperto e navigato…..tipo chi in Fiorentina?

IL BUONO

  • I tifosi: un grande applauso a quegli innamorati persi, quelle persone che hanno speso soldi e perso ore di sonno per vedere l’ennesimo scempio. Un vero esempio di come si ama il colore viola.

IL BRUTTO

  • La società (sempre che esista): ieri sera abbiamo assistito all’ennesimo teatrino di un DS che va in conferenza stampa a fare da parafulmine, a confermare l’allenatore ed a distribuire colpe all’arbitro ma anche ai lavori al Franchi. Alla prossima sconfitta proviamo ad incolpare il meteo…..
  • Pioli: se doveva essere l’uomo che alzava l’asticella allora mi sa che abbiamo sbagliato persona. Mesto e triste come il calcio che propone la Fiorentina.
  • I calciatori: sarebbe anche l’ora di dare qualche responsabilità a chi va in campo. De Gea ieri sera subisce una rete atroce da Leao, Ranieri continua a sembrare un cantante neomelodico napoletano, Fagioli la controfigura del calciatore che era, Mandragora il cugino di quello della scorsa stagione. Svegliaaaaaaaaaaa!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ROMA = 1 – 2  

Un vero incubo.

La miglior Fiorentina della stagione perde anche contro la Roma e resta ancorata sul fondo della classifica con soli 3 punti in 6 gare disputate. Stavolta però, ai viola si può rimproverare poco almeno dal punto di vista dell’impegno, della voglia, della grinta. Ma come dobbiamo prendere questa nuova sconfitta? Come Moise Kean che rassicura tifosi ed ambiente dichiarando che la squadra si riprenderà la posizione in classifica che il valore della rosa merita oppure come un segnale sinistro?

Contro i giallorossi, una delle capoclassifica, i ragazzi di Pioli hanno messo in mostra una prestazione volitiva, piena di tanti piccoli aspetti positivi, una prestazione che però ha consegnato ai tifosi la terza sconfitta interna consecutiva: con l’1-2 di ieri, l’inizio di stagione si distingue per essere il peggiore dagli anni Trenta a questa parte!!! Ed allora, non è che questa rischia di essere un’annata maledetta in cui girano tutte storte? I viola ieri hanno pagato altri due errori difensivi marchiani; dapprima la dormita difensiva di Ranieri (uno dei peggiori ieri) che ha permesso a Soulè di ricevere palla e di calciare in porta dalla sua posizione preferita, poi l’ennesima disattenzione su palla inattiva. Da quanti anni Cristante segna solamente gol di testa anticipando gli avversari sul primo palo?  E da quanto tempo sappiamo che le squadre di Gasperini sfruttano benissimo i calci d’angolo? Mandragora invece, come tanti suoi compagni nelle gare precedenti, si è reso protagonista di un sonnellino prolungato perdendo l’avversario che non ha fatto nemmeno troppa fatica per insaccare il raddoppio.

Ma quello che più inquieta, è che i viola hanno avuto diverse occasioni per pareggiare la contesa, occasioni che negli anni scorsi avrebbero fatto festeggiare calciatori e tifosi. Il palo interno di Kean, la traversa di Piccoli ed infine l’errore clamoroso di Gosens…..dunque che dite, essere ottimisti per la prestazione o pessimisti per i brutti segnali? Nel frattempo, i tifosi avevano già deciso come e da che parte schierarsi. Sia con i volantini precedenti alla gara, che con il comunicato successivo, i gruppi organizzati della Fiesole hanno deciso che l’unico responsabile di questo brutto inizio di stagione della Fiorentina ed in generale del momento viola è Daniele Pradè. Una presa di posizione dura, netta, che fa seguito a quella della scorsa estate quando il dirigente romano era stato messo nel mirino dalla curva. Lungi da me difendere il Direttore Sportivo che oggettivamente nelle ultime stagioni ne ha azzeccate veramente pochine ma, sinceramente, può davvero essere individuato come l’unico responsabile di questa situazione?

Da che mondo e mondo, una squadra che parte per arrivare nell’Europa che conta ed alla sesta giornata è in zona retrocessione, dovrebbe quantomeno provare a dare delle giustificazioni. E normalmente le spiegazioni sono dovere dei calciatori, dell’allenatore o della società (sempre che esista)? La verità è che Ferrari e Pradè sono campioni mondiali di nascondino, gente che fa capolino solamente in occasione della presentazione dei calciatori; ma adesso non servirebbe qualcuno che comunica con i tifosi, con la città, con la piazza?

Per non parlare poi della proprietà: Commisso doveva tornare a Firenze nel mese di settembre ma purtroppo, per questioni di salute, non ha potuto raggiungere la città. Nei primi anni però, la sua presenza si sentiva anche con conferenze stampa, interviste alla radio ed alla tv, lettere aperte alla città. Ed ora? Veramente l’universo Fiorentina pensa di poter gestire una situazione così complicata in questo modo? Ed i gruppi organizzati della Curva credono che sia tutto demerito del solo Pradè? Oppure fa solamente comodo per non toccare il padrone del vaporetto?     

IL BUONO

  • Kean: sembra tornato finalmente ai livelli della scorsa stagione. Certo ha giocato una partita in solitaria, non servendo mai il compagno anche se si trovava in posizione migliore per battere a rete ma quando lotta come un leone, segna, fa salire la squadra e si porta sulle spalle tutti gli altri, vuoi anche dirgli qualcosa? Il faro della squadra.
  • Fazzini: se Kean ha ritrovato gli spazi e le occasioni molto è merito anche di questo ragazzo che gioca sempre a 100 all’ora e vede il calcio come pochi. Fisicamente non è e non sarà mai dominante, ma la visione di gioco ed il tocco di palla è di categoria alta. Avanti così!!

IL BRUTTO

  • Ranieri: ancora una volta sovrastato fisicamente, stavolta ha anche la grave colpa di addormentarsi contro Soulè. Se cala anche il livello di attenzione non potrebbe rifiatare?
  • Gosens: in debito d’ossigeno già dopo 60 minuti, si macchia dell’errore incredibile sotto porta a fine gara. Oltre a ciò non è nemmeno più quel trascinatore dentro e fuori dal campo che abbiamo conosciuto lo scorso anno. La sosta lo aiuterà?
  • Gudmundsson: la pazienza finisce quando vedi un calciatore che passeggia per il campo e non ci prova nemmeno. Ecco, siamo arrivati esattamente a quel punto. Basta, non lo sopporto più!

A voi per i commenti!!

Come cambia il vento

Sembra passato un secolo da quando era appena finita la stagione, la squadra aveva mancato ogni obiettivo, un altro allenatore aveva deciso di lasciare la panchina viola, la tifoseria della Fiorentina (stavolta unita) lanciava critiche ed offese ad una proprietà che, con la risposta di Commisso, dimostrava ancora una volta di non aver capito Firenze, i tifosi viola ma soprattutto il significato della Fiorentina per i propri sostenitori.

Ma stavolta, quando ormai nessuno più credeva in loro, Prade’ (il più citato dalle critiche della tifoseria) e Goretti hanno capito che si era davanti all’ultimo giro di giostra, all’ultimo minuto dei supplementari, al rigore decisivo della contesa ed allora hanno deciso finalmente di dare una sterzata convinta almeno relativamente alla scelta della persona da mettere in panchina: basta scommesse, basta giochisti a senso unico, basta mediocrità! Era dall’arrivo di Giovanni Trapattoni che la Fiorentina non disponeva di un allenatore scudettato, perlopiù una persona che, pur non avendo il D612 nel codice fiscale, potrebbe insegnare a tante persone cosa significa essere fiorentini e cosa significano i colori viola per Firenze. Una sterzata talmente netta che mi ha fatto venire in mente quella splendida canzone di Fiorella Mannoia:

Come si cambia per non morire
Come si cambia per amore
Come si cambia per non soffrire
Come si cambia per ricominciare
Come si cambia per non morire

Come si cambia (1984)

Certamente queste prime amichevoli disputate ci hanno restituito una Fiorentina che non si rintana nella propria metà campo ad aspettare l’errore altrui per ripartire in contropiede con una bella pallonata su Kean, una squadra che rispetto a quella di Palladino ha in comune solamente la difesa a 3. Il nuovo corso infatti, prevede che i viola cerchino di dominare il gioco, di avere il controllo della situazione, di recuperare la palla il più avanti possibile: non solo, ma si cerca di puntare sulla qualità dei calciatori chiedendo loro di esprimere il talento senza paura per provare a vincere le partite. Ma se l’aspetto tecnico tattico è ancora da affinare, e le amichevoli inglesi diranno a che punto è la squadra viola, ciò che più impressiona è il cambio di situazione ambientale.

Dalla contestazione strisciante ad oggi, la rivoluzione è quasi copernicana con il mondo viola che sembra vivere in una bolla: il Viola Park (finalmente) aperto al pubblico ogni giorno gratuitamente, amichevoli sempre sold out, ottimi dati nella vendita delle maglie, una campagna abbonamenti che ha già oltrepassato il limite delle 11.000 tessere staccate!! Finalmente la città e la squadra sembrano camminare insieme, grazie ad un tecnico che ha saputo fin da subito toccare le corse giuste, usando parole non urlate ma importanti, arrivando a porre sul tavolo obiettivi arditi: possibilmente un trofeo lottando stabilmente per la zona Champions League. Pioli ha affermato di aver ricevuto ampie rassicurazioni dalla proprietà in merito al mercato dei prossimi 3 anni, cioè la durata del suo contratto.

La speranza è che la consapevolezza di essere all’ultimo giro di giostra, all’ultimo atto di fiducia della piazza nei confronti della società, sia arrivato ben chiaro anche aldilà dell’Oceano. Anche se Commisso ancora non sembra esserne consapevole e non manchi occasione per ricordarlo, mettersi contro un’intera città non è mai un bell’affare. Da queste parti lo hanno provato le famiglie Pontello e Della Valle, entrambe alla fine costrette ad andarsene; Firenze è già ripartita dalle ceneri della C2 e non si è mai disunità finché non è tornata in Serie A. La speranza è non dover ripetere certe esperienze: tra meno di un mese parte la nuova avventura….

Breve storia triste di un allenatore

C’era una volta un bambino che amava tanto giocare a calcio, di quelli che dormono con il pallone sotto il letto, che mangiano con la palla sotto il tavolo, che non perdono un secondo per palleggiare, sbattere la palla contro il muro, tirare in un’ipotetica porta per fare gol.

Dopo qualche anno, quel ragazzino cresciuto in uno dei tantissimi comuni dell’hinterland di Napoli, iniziò a far parlare di sé per i grandi colpi mostrati, per l’istinto del gol, insomma per il proprio talento. Grazie alle sue doti ed al gran lavoro svolto durante gli allenamenti, convinse alcuni selezionatori a dargli l’opportunità di provare a coronare il sogno di ogni bambino, quello di diventare calciatore. E calciatore lo divenne davvero, giocando diversi campionati di Serie B e Serie A riuscendo addirittura ad indossare la casacca della squadra senza colori, quella più titolata in Italia, quella con il maggior numero di scudetti vinti. Nella sua carriera di calciatore, aveva già intravisto quella che voleva diventasse la sua professione una volta attaccati gli scarpini al chiodo, cioè quella di allenatore. Da bravo scolaro, mentre giocava, era riuscito a rubare diversi segreti ai tanti allenatori importanti che aveva conosciuto in carriera: imparava velocemente e, fin da allora, si era mostrato molto bravo a comunicare con la stampa, ben educato, intelligente, scaltro, un perfetto uomo copertina sempre ben pettinato ed ottimamente vestito.

E così, dopo aver iniziato la carriera da allenatore in un settore giovanile di Serie A, arrivò la grande occasione. Un Cavaliere assistito da uno dei migliori dirigenti calcistici italiani della storia, disperato per l’avvio tremendo della propria squadra appena tornata nella massima serie, decise che quell’aspirante indossatore sempre pettinatissimo, senza tatuaggi, con la barba sempre fatta, con un ottimo uso del congiuntivo, poteva essere l’uomo giusto per salvare la propria compagine. Lo prese sotto la sua ala protettiva, lo affidò al dirigente e lo convinse da bravissimo venditore e piazzista, che poteva essere un allenatore di successo. Il giovane rampante venne illuminato dall’unto dal Signore ed iniziò ad inanellare successi facendo rendere al meglio calciatori fino ad allora sconosciuti. L’incantesimo durò per poco più di un anno fino a quando il mister si sentì pronto a spiccare il volo, a provare a camminare con le proprie gambe.

La storia narra che il bel virgulto arrivò in una piazza importante, passionale che aspettava solamente un condottiero che riuscisse finalmente a portarla ad alzare un trofeo, perché il precedente allenatore aveva fatto divertire, aveva fatto raggiungere finali, ma non aveva vinto. Cercarono fin da subito di accontentarlo costruendo una buona squadra, certamente migliore di quella della stagione precedente, e la magia che il mister si portava dietro sembrò poter fare avverare l’incantesimo: la squadra vinse tante partite consecutivamente, raggiunse posti altissimi in classifica e la società, inebriata dai risultati, decise di accontentarlo anche nel mercato successivo. Via tutti quei calciatori con cui non aveva legato, via tutti quegli inutili esterni e dentro mezzepunte, centrocampisti centrali e difensori centrali perché così voleva il nuovo Verbo. Via i vecchi capitani, sporchi brutti e cattivi, dovevano restare solamente i pretini palestrati, pettinatissimi ed abbronzati. Peccato però che i risultati non arrivarono, la squadra non capiva più cosa voleva il Vate, gli avversari sembrarono tutti più forti, anche quelli che veleggiavano nelle ultime posizioni di classifica. Si vide una squadra che non difendeva e non attaccava, che non aveva un gioco riconoscibile, che non correva, non aveva mai la bava alla bocca, calciatori messi fuori ruolo….insomma sembrava che il mister non fosse riuscito a dare nulla ai propri ragazzi nonostante gli otto mesi passati a vivere dentro il Viola Park.

Il finale di questa breve storia triste deve ancora ancora essere scritto, ma se questo allenatore, per il quale avete avuto una sbandata molto importante, fosse la vostra compagna o il vostro compagno gli affidereste ancora il compito di educare i vostri figli?

Fiorentina: Rivoluzione di Mercato e Nuove Scommesse

La rivoluzione è compiuta ed ora tocca a Palladino.

Sembrava il solito mercato in cui la Fiorentina cerca di fare solo ciò che è necessario, spendendo poco ed incassando di più, quel mercato in cui cerchi un giocatore che costa 30 milioni e te pretendi di portarlo via alla metà, quello in cui cedi la miglior piantina del tuo settore giovanile (Kayode) per prendere un usato sicuro ed invece stavolta gli ultimi due giorni sono stati tanto scoppiettanti quanto sorprendenti. Tamponata piuttosto velocemente la falla apertasi in mezzo al campo grazie all’arrivo di Folorunsho (che per ora sta andando alla grande), i viola hanno atteso come al solito le ultime 72 ore di mercato per far partire i fuochi d’artificio ed allora, prima di analizzare le mosse del Direttore Pradè (finalmente un uomo di calcio con autonomia che fa il mercato), facciamo un bel resoconto delle operazioni effettuate:

Acquisti
•Michael Folorunsho dal Napoli

•Pablo Marí dal Monza
•Cher Ndour dal Paris Saint-Germain anche se militava nel Besiktas in Turchia

•Nicolò Zaniolo dal Galatasaray anche se giocava nell’Atalanta

•Nicolò Fagioli dalla Juventus

Cessioni:
•Martinez Quarta al River Plate
•Michael Kayode al Brentford
•Jonathan Ikoné al Como
•Oliver Christensen alla Salernitana
•Cristiano Biraghi al Torino
•Riccardo Sottil al Milan
•Christian Kouamé all’Empoli

•Nicolás Valentini all’Hellas Verona. 

Come avrete visto non ci sono le cifre accanto alle operazioni poiché voglio parlare di calcio e non di contabilità. Salta fin da subito agli occhi che la società Fiorentina ed il tecnico Palladino abbiano scelto di fare tabula rasa, piazza pulita di tutti i protagonisti delle ultime stagioni viola. Se guardate la rosa che esce da questo mercato, tra i calciatori che vanno in campo sono rimasti solamente Comuzzo (che giocava poco o nulla con Italiano), Ranieri, Mandragora, Beltran e Dodò.

Che dite, eravamo a fine ciclo? C’erano problemi di spogliatoio? Attacchi di coliche allo stomaco di tanti? Virus intestinali? Io sinceramente non conosco i motivi delle epurazioni, ma almeno adesso si riparte davvero da capo con nuovi capitani, nuovi leaders nello spogliatoio (vedasi Pablo Marì), ma anche con nuovi personaggi da gestire: la vera scommessa infatti, prima che tecnica, sarà quella psicologica con uno spogliatoio in cui ci saranno contemporaneamente Kean (per adesso il migliore per distacco della stagione), Zaniolo, Fagioli ed il giovanissimo Ndour. Riuscirà Palladino nel miracolo?

Il mister sarà chiamato ad un lavoro non solamente psicologico, ma anche e soprattutto un lavoro di campo: con la qualità che gli è stata regalata nelle ultime due sessioni di mercato sarebbe inaccettabile continuare a vedere uno spettacolo come quello offerto nel secondo tempo contro il Genoa. Adesso la Fiorentina ha tutto per potersela giocare contro tutti, su ogni campo d’Italia, in casa ed in trasferta. Purtroppo non potremo ammirare i nuovi acquisti nella gara di giovedì contro l’Inter (è infatti una prosecuzione non un recupero ma questo tanti giornalai non lo sanno), ma nel posticipo di Lunedì mi aspetto una squadra nuova di zecca non solamente negli interpreti! Pensate che titolo potrebbe essere: la prima Fiorentina alla scala del calcio….

Certo è che se i viola sono stati rivoluzionati negli interpreti, dovrà necessariamente cambiare anche il modulo tattico visto fino ad oggi. Gli esterni non ci sono più, abbiamo finalmente un buon numero di centrocampisti, alle qualità tecniche degli interpreti è stata finalmente associata anche quella fisicità necessaria nel calcio di oggi e che è sempre stata chiesta da mister Palladino. Se dovessi scommettere oggi sul modulo che useremo più di frequente da qui alla fine della stagione, azzarderei l’ipotesi di un 3-4-2-1 che permetterebbe al mister di tornare all’amata difesa a tre, a Gosens di imperversare sulla fascia, ai trequartisti di tornare a liberare la fantasia muovendosi negli spazi senza dover pesticciare sempre la linea di laterale (e se si vegliasse pure Colpani?).

Da non scartare però anche la possibilità di un albero di natale (4-3-2-1) con terzini più bloccati ed un centrocampista in più, visto che finalmente abbiamo sia centrocampisti centrali che mezz’ali. Credo molto dipenderà dall’inserimento di un potenziale leader difensivo come Marì e soprattutto dallo studio degli avversari. Abbiamo infatti ormai capito che Palladino non è un allenatore che cerca di imporre il gioco, ma al contrario cerca di sfruttare le debolezze avversarie ed allora ancora una volta…. Mister tocca a te!

Se il mercato in entrata stavolta mi ha soddisfatto, ciò che però mi ha entusiasmato è quel che Pradè è riuscito a fare in uscita. Se qualcuno, giusto un mese fa, mi avesse detto che stamattina non avrei più visto a Firenze Kouamè, Biraghi, Ikonè e Sottil, avrei pensato ad uno scherzo di cattivo gusto. Invece no, invece è tutto vero! Non solo abbiamo accontentato il mister, ma sinceramente anche i tifosi che non ne potevano più di aspettare l’eterno incompiuto, di vedere sbracciare e lamentarsi il capitano (occhio Ranieri che sei sulla strada buona), di “ammirare” i tiri che non centravano mai la porta o le serpentine che non portavano mai nemmeno ad un calcio d’angolo. Ecco, il mercato in uscita, seppur condito di prestiti, è da 10 pieno.  

L’ultimo pensiero poi è per tutti quelli che ancora tifano per la nazionale italiana e sperano in un nuovo corso azzurro: se c’è una società in Italia che sta cercando di rivitalizzare e rimettere al centro del gioco i potenziali nazionali di domani questa è la Fiorentina. Kean, Ndour, Fagioli, Zaniolo, Folorunsho oltre a Comuzzo rappresentano un’inversione di tendenza clamorosa che speriamo possa colorare di viola la compagine del C.T. Spalletti.

Il buono, il brutto, il cattivo

VITORIA GUIMARAES – FIORENTINA =  1 – 1  

Un punto conquistato con le unghie e con i denti.

Per come la Fiorentina ha giocato contro il Vitoria Guimaraes, il pareggio era il risultato massimo oggettivamente raggiungibile. Ancora una volta i giocatori meno impiegati da Palladino (non chiamamoli riserve sennò qualcuno si offende) dimostrano la differenza abissale di rendimento che esiste con quelli che vanno in campo ogni domenica. Il mister è stato bravissimo oltre che perfetto nella gestione del gruppo, addossandosi tutte le responsabilità per un primo tempo orribile, ma ancora una volta il turnover ha messo in evidenza come alcuni calciatori siano propri inadatti a militare in una squadra ambiziosa che voglia arrivare in fondo alle competizioni europee e miri ad entrare nell’Europa che conta. Indubbiamente l’approccio al match è stato orrendo con tantissimi errori tecnici nella trasmissione della palla, è stato pigro nell’assenza di movimenti per smarcarsi dalle marcature avversarie, è stato moscio e senza personalità, ma gli interpreti ci hanno messo tanto del loro.

Kouamè ha mostrato limiti tecnici imbarazzanti con gesti involontariamente comici (vogliamo parlare della prima azione offensiva viola quando è inciampato sulla palla oppure quando ha rinviato di testa pur essendo nell’area avversaria?), Ikonè probabilmente non ha capito nemmeno che la partita era iniziata, Richardson ha corricchiato in mezzo al campo come io faccio in pineta d’estate senza far mai qualcosa di utile alla squadra. Ha ragione Palladino quando dice che la squadra probabilmente non ha capito com’era stata preparata la gara, ma alcune scelte sinceramente non le ho capite nemmeno io: posto che Martinez Quarta sembra ormai estraneo alla squadra tanto da sbagliare qualunque scelta sia in fase offensiva che difensiva, alcuni calciatori sono stati impiegati in un ruolo che non ne esalta le caratteristiche. Beltran sull’esterno sinistro ad esempio, è una mossa emergenziale che speriamo finisca presto; in Portogallo, senza Sottil e con Gosens che aveva bisogno di rifiatare, Palladino non aveva alternative ma l’argentino in quella posizione resta completamente fuori dal gioco e non può inventare con continuità per l’attaccante (nell’unica volta in cui ci è riuscito, ha servito Kean a tu per tu con il portiere). Richardson poi, in un centrocampo a due in questo momento non può proprio giocare! Non so se crescendo si adatterà, ma oggi, soprattutto accanto ad un altro mancino come Mandragora, è in evidente difficoltà: il marocchino purtroppo usa un piede solo ed è lento di pensiero, gioca sempre almeno a tre tocchi e questo non è possibile se si vuole giocare competizioni internazionali contro squadre che non siano il Lask. Ad aggravare il quadro, ieri per la prima volta ha steccato clamorosamente anche Comuzzo: solitamente solido, sempre attento, perfetto nella marcatura, in terra portoghese il giovane centrale viola ha commesso diversi errori tecnici e tattici: ha regalato palla agli avversari in impostazione in più di un’occasione, si è fatto saltare facilmente dall’attaccante avversario, ha perso l’uomo sulle palle inattive. In una stagione in cui il nostro Pietro è stato spesso il migliore della difesa viola non c’è da preoccuparsi, probabilmente anche per lui è arrivato il momento di fermarsi un po’ a riposare.

Menomale che nel secondo tempo, certamente con alcuni arrangiamenti di Palladino, ma soprattutto con l’ingresso in campo dei vari Kean, Adli e compagnia, i viola hanno cambiato marcia e negli ultimi 25 minuti hanno letteralmente chiuso i portoghesi nella propria metà campo: se solo l’attaccante della nazionale avesse sfruttato meglio il cioccolatino di Beltran davanti al portiere, probabilmente i viola avrebbero avuto il tempo anche di andare a vincerla per arrivare secondi nel girone. Accontentiamoci del pareggio e cerchiamo di essere soddisfatti di una partita in cui non ci sono stati infortuni, la Fiorentina è riuscita a fare un po’ di rotazioni ed ha ottenuto un risultato utile a saltare gli spareggi di febbraio.

Adesso occhi, cuore e gambe al rush finale del girone di andata della serie A iniziando dalla gara interna con l’Udinese. I friulani sono una squadra fisica, con esterni di gamba ed attaccanti talentuosi, una compagine che potrebbe mettere in difficoltà la Fiorentina lenta ed un po’ spompa delle ultime settimane: servirà una prestazione importante per agguantare tre punti prima della doppia sfida con Juventus e Napoli che ci dirà qualcosa in più in merito all’annata che potranno fare i gigliati in campionato in attesa di un aiuto da Commisso, Pradè e Goretti che speriamo rispondano presente sul mercato.

IL BUONO

  • Mandragora: certamente a Firenze sono in minoranza, visto che in tantissimi vorrebbero la sua cessione, ma io credo che un calciatore come lui in rosa sia importante. Grande professionista, mai una polemica, sempre pronto all’impiego, con qualche gol nelle corde. In un reparto in cui poi siamo corti numericamente, Mandragora ci sta alla grande. Certo non può essere (ed infatti non è) il playmaker della squadra, ma quando tocca a lui raramente tradisce. In ogni squadra ci vorrebbe uno professionista come lui!
  • Adli: quando i ritmi calano e non deve rincorrere gli avversari, l’ex Milan sale in cattedra. Nella rosa affidata a Palladino è uno dei pochi, se non l’unico, a verticalizzare e con lui la Fiorentina inizia a giocare stabilmente nella metà campo avversaria. A quando i 90 minuti nelle gambe?
  • Kean: non è freddo nel momento in cui deve concludere su assist di Beltran, ma come entra in campo i viola guadagnano 20 metri di campo. Non è più quello di inizio stagione, ma la Fiorentina senza di lui davanti non può proprio giocare. Imprescindibile.

IL BRUTTO

  • Comuzzo: per la prima volta da quando indossa la maglia viola della prima squadra, appare confusionario e svagato. Compie diversi errori palla al piede ed anche in marcatura non è il solito mastino. Tranquillo Pietro, succede a tutti!
  • Kouamè ed Ikonè: come cantava Luciano Ligabue……Ho perso le parole.
  • Martinez Quarta: gioca una partita indecente per la quantità di errori commessi. Sembra un pesce fuor d’acqua e credo che la spiegazione, almeno in parte, sia anche di natura tattica. L’argentino nel calcio di Vincenzo Italiano poteva esprimere tutto il suo potenziale perché la fase difensiva era effettuata con la riconquista della palla in avanti, con la ricerca spasmodica dell’anticipo, con la linea difensiva sempre a cavallo della linea di metà campo. In questa stagione invece, la Fiorentina difende bassa e marca quasi sempre alle spalle dell’avversario con l’obiettivo di non farlo girare verso la porta. In questo modo, quando Quarta commette i suoi soliti errori, la palla viene persa al limite o dentro l’area di rigore e dunque è decisamente più pericoloso. Se Pongracic è pronto, credo sia giunto il suo momento!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ROMA = 5 – 1

Un inno alla gioia!

Ieri sera al Franchi abbiamo visto una di quelle partite che resteranno scolpite nella testa e nei cuori dei tifosi viola per anni. Una presunta grande dominata dall’inizio alla fine, in ogni singolo aspetto del gioco, una compagine che era arrivata a Firenze dichiarando che doveva essere la gara per ritrovare la fame e la cattiveria. In realtà, lo stesso Juric che aveva sbandierato questi obiettivi, è stato costretto a fare due sostituzioni dopo mezz’ora togliendo Cristante ed Angelino che non erano mai riusciti a fermare lo strapotere di Dodò e Colpani a destra e di Beltran ed Adli nella zona centrale del campo.

La Fiorentina ha giocato una gara al limite della perfezione, chiudendo ogni spazio ai giallorossi e ripartendo in modo chirurgico trovando sempre il modo, i tempi e gli spazi per far male alla difesa avversaria. Se vogliamo trovare un neo ai ragazzi di Palladino, dopo i primi 25 minuti di livello straordinario, la squadra probabilmente si è abbassata troppo subendo il gol che avrebbe potuto riaprire la contesa. La reazione però è stata da grande squadra, da una squadra che sa esattamente cosa vuole fare e lo fa con convinzione e strapotere fisico. I viola hanno trovato la quadra, con i giocatori giusti al posto giusto, con un gran bel portiere, una coppia di difensori che sta stupendo tutti, due terzini di cui uno (Dodò) in un momento di strapotere fisico come non si vedeva dai tempi di Odriozola, l’altro (Gosens) che si sta sacrificando per la squadra limitando le scorribande offensive, un centrocampo in cui Cataldi mantiene sempre gli equilibri senza per questo disdegnare le sortite offensive, Adli fa girare la squadra con una tecnica sopraffina, Colpani che è migliorato tantissimo anche in fase difensiva quando Dodò si sovrappone; davanti poi, Beltran gioca finalmente libero di testa e senza lacci, inventa calcio muovendosi tra le linee anziché essere inchiodato spalle alla porta come invece fa Kean, strepitoso anche ieri non solamente per la doppietta ma anche per il lavoro sporco, le sportellate, le punizioni guadagnate, i palloni recuperati (quanto mi sono sbagliato sul suo conto!!!).

Eppoi lui…. il giocatore che fin da subito (qui invece ci avevo azzeccato) ho individuato come il potenziale scippo dell’ultimo mercato, ovviamente parlo di Bove. Un calciatore con sette polmoni che però non perde praticamente mai lucidità; regala equilibrio alla squadra, gioca sempre in verticale, trova spesso gli spazi in cui inserirsi, recupera decine di palloni e ribalta l’azione sempre con intelligenza. Il confronto con Pisilli è stato a tratti imbarazzante per superiorità! Pensare che nelle ultime convocazioni di Spalletti, il calciatore giallorosso è stato preferito al viola spedito con l’Under 21 lascia sinceramente basiti.

Non possiamo infine non citare i due veri fautori di questa striscia di risultati e di questa squadra, le due persone senza le quali oggi la Fiorentina non sarebbe questa e cioè Raffaele Palladino e Daniele Pradè. Un allenatore che per la prima volta si misura con una piazza importante, difficile, spesso umorale e brontolona, ha avuto un approccio complicato con i viola: le sue idee inizialmente non sono state recepite dalla squadra ed allora ha fatto ciò che fanno le persone intelligenti. Ha parlato con i propri ragazzi, ha modificato le sue richieste ed ha fatto capire ai calciatori che voleva fare qualcosa di importante con loro. Via quindi la difesa a tre, via anche la difesa a uomo in tutte le zone del campo, aggiustamenti nei principi di gioco. Largo dunque alla difesa a 4, ai riferimenti della zona, alle verticalizzazioni sull’attaccante. E’ riuscito a creare un gruppo con gerarchie ben stabilite ma che ha la possibilità di alternarsi in Europa. Nelle dichiarazioni post gara di ieri, ha raccontato tutto questo, ha detto che è pronto a cambiare ancora se necessario, ha dimostrato intelligenza e flessibilità, insomma ciò che serviva per raddrizzare la rotta. Se Palladino ha azzeccato ogni mossa in panchina, questa stagione sta prendendo il verso giusto anche perché finalmente il comparto tecnico viola è stato libero di prendere decisioni senza condizionamenti: Pradè, aiutato da Goretti, ha costruito una squadra divertente, ambiziosa, fresca, di qualità. Ha azzeccato il portiere (De Gea che rispetto a Terracciano ti regala almeno 7-8 punti in più), ha preso l’attaccante giusto per voglia di rilanciarsi e mix tra qualità e fisicità, ha costruito un centrocampo che possiede atletismo, corsa, tecnica, acume tattico, visione di gioco. Diciamoci la verità, la qualità che questa squadra possiede, Vincenzo Italiano l’ha avuta a disposizione forse solamente il primo anno. In questa stagione finalmente abbiamo calciatori che determinano, che giocano in verticale, che cercano la porta con continuità. Vi sembra poco?

Giovedì i viola vanno a Genova con la consapevolezza che probabilmente servirà far tirare il fiato a qualcuno; vedremo se chi ne prenderà il posto sarà capace di tenere la stessa qualità e lo stesso ritmo dei titolari.

IL BUONO

  • Il primo gol: dal momento che dovrei inserire tra i buoni la quasi totalità della squadra viola, ho pensato che fosse preferibile sottolineare la bellezza della prima rete di Kean. L’azione che porta l’attaccante a segnare è la perfetta fotografia del calcio di Palladino in questo momento; rapide verticalizzazioni, scambi di prima, attacco alla profondità. Dopo che nell’ultima stagione abbiamo assistito troppo spesso ad uno sterile possesso palla orizzontale (do you remember Arthur?), l’azione del gol sembra un sogno!!

IL BRUTTO

  • Niente: assolutamente nulla!!!

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Il buono, il brutto, il cattivo

LECCE – FIORENTINA = 0 – 6

Che sia l’alba di un nuovo inizio?

Se dopo la bella e sofferta vittoria interna contro il Milan Firenze ed i suoi tifosi si aspettavano una conferma, non poteva esserci risposta migliore.

La Fiorentina vince e convince in trasferta, strapazzando una delle squadre più in crisi del campionato, rischiando praticamente mai e dando l’impressione di poter continuare ad affondare nella difesa avversaria in ogni momento della gara prescindendo anche dagli interpreti. I ragazzi di Palladino infatti, con o senza Gudmundsson, con o senza Kean, hanno dimostrato che non ci poteva e non ci doveva essere storia! Sembra lontanissima quella squadra spenta e paurosa vista contro Venezia e Monza, quella rinunciataria e pavida di Empoli: i viola ieri hanno dominato il campo ed il gioco sfruttando le proprie capacità senza però mai cadere nella vanità. Soprattutto in mezzo al campo, Adli Cataldi Bove e Colpani non si sono mai guardati allo specchio masturbando il pallone con continui passaggi orizzontali, ma hanno sempre cercato il pallone in verticale per l’attaccante, la sovrapposizione del terzino, l’inserimento del centrocampista. Insomma un bel mix tra possesso e verticalizzazione, tra uno contro uno e ricerca del terzo uomo con un dominio che ha riscaldato il cuore.

Palladino ha deciso di riproporre la stessa formazione che aveva cominciato contro il Milan anche se, probabilmente più per la forza dell’avversario che non per una scelta ponderata, i viola sono partiti fin da subito con un 4-3-2-1: Colpani infatti, differentemente da due settimane fa, ha interpretato il ruolo di trequartista in linea con Gudmundsson anziché quello di esterno di un centrocampo a 4 riuscendo dunque ad avvicinarsi alla porta con maggior pericolosità. L’esperimento è però durato pochissimo poiché dopo l’infortunio dell’islandese, Beltran ha interpretato il ruolo di seconda punta e dunque si è tornati ad un 4-4-2 più simile alla gara precedente. Certo è che essere riusciti a fare due reti nel breve volgere di qualche minuto ha dato alla Fiorentina una tranquillità notevole ma ciò che è piaciuto maggiormente è che la squadra non ha comunque smesso di giocare. Il centrocampo con Adli e Cataldi che si scambiano i compiti di regia e Bove che riesce ad equilibrare sempre la squadra in fase difensiva funziona benissimo (complimenti a Pradè per averlo costruito), mentre davanti Kean ha continuato a fare sportellate con tutti anche con una caviglia dolorante e Dodò da dietro ha fatto sconquassi! Gosens più bloccato ha chiaramente almeno un cilindro in meno, ma come ha detto il tedesco ieri dopo la vittoria, conta la squadra ed in questo momento sembra tutto funzionare perfettamente. Gli stessi Ranieri e Comuzzo hanno dato tranquillità alla squadra ed hanno spesso fatto ripartire l’azione da dietro con il primo passaggio in verticale….peccato solamente per la folle gomitata del capitano viola a gara praticamente conclusa che avrebbe potuto costare molto di più. Il buon Ranieri deve capire che la testa deve rimanere sempre dentro la partita e soprattutto il cervello deve stare sempre acceso per non rischiare di macchiare la propria prestazione con errori assurdi.

Adesso sotto con la Conference League: toccherà alle cosiddette seconde linee cercare di mettere Palladino in difficoltà, anche se l’idea del tecnico campano di far giocare una base importante della formazione ogni domenica finora si è rivelata vincente. Non se ne poteva più di rotazioni cervellotiche contraddistinte da almeno 4-5 cambi a partita: certamente con tutte le gare che aspettano i viola fino alla sosta di novembre qualcuno dovrà rifiatare, ma sarebbe un delitto tornare a balbettare solamente per la voglia di fare turnover!

IL BUONO

  • Cataldi: confesso che il suo arrivo non mi ha scaldato dal momento che mi è sempre sembrato un calciatore che ha bisogno di compagni migliori di lui per dare il massimo. Devo però dire che la coppia con Adli funziona e Bove aiuta sempre tutti. Eppoi una punizione da leccarsi i baffi!
  • Colpani: finalmente si sblocca con una doppietta tanto importante quanto bella. In occasione della prima rete dimostra di sapere sempre dove si trova la porta, nella seconda calcia all’incrocio di potenza. Andrea non fermarti più!!
  • Beltran: finalmente una partita all’altezza del calciatore che stiamo aspettando da troppo tempo! Gli avversari non saranno fenomeni, ma entra con la cattiveria giusta, inventa calcio, salta gli avversari e trova anche il gol. Certo che come riserva direi proprio niente male!!
  • Palladino: dimostra una volta di più di aver trovato una strada percorribile. Non so se sia quella più giusta, ma adesso la Fiorentina è una squadra credibile. Ha avuto coraggio a fare determinate scelte, come quelle che prevedono Quarta e soprattutto Biraghi in panchina, ed ha dato un gioco riconoscibile alla squadra. Forse ci ha messo troppo? L’importante è aver trovato la strada!
  • Pradè: quando il mercato, seppur in notevole e colpevole ritardo, viene fatto da una persona competente si vede! Sarà brutto dirlo, ma questa squadra è finalmente figlia di scelte logiche ed intelligenti, scelte dettate da competenza tecnico-calcistica. L’ho criticato tante volte in passato, ma quando le cose vengono fatte bene bisogna essere onesti intellettualmente!

IL BRUTTO

  • Infortuni: vedere la coppia di attaccanti falcidiata da problemi fisici in questo modo provoca dolore. Per Kean probabilmente la Roma è un traguardo raggiungibile, per Gudmundsson invece dobbiamo solo incrociare le dita. Speriamo bene…….

A voi per i commenti!!