Il buono, il brutto, il cattivo in maglia azzurra

ITALIA – MACEDONIA DEL NORD = 0 – 1

Nella storia della nazionale azzurra ci sono state vette che sembravano irraggiungibili e cadute talmente rovinose da sembrare irreparabili. In ogni momento più buio è necessario guardare al momento in cui il sole ricomincerà a salire in cielo, ma della possibile rifondazione e rinascita magari ne parleremo in futuro: oggi è il momento delle riflessioni e dell’approfondimento di ciò che è successo ieri sera. La gara in sé conta poco, ciò che conta veramente è prendere coscienza del crepuscolo di un movimento calcistico da rifondare. La vittoria degli europei ha illuso molti dei commentatori e dei tifosi che la crisi fosse superata, che bastasse la bacchetta magica di Mancini per rivitalizzare un movimento che ormai da anni non riesce più a vincere alcuna competizione internazionale di club, non conquista più affermazioni con le nazionali giovanili, non sforna più talenti in grado di guidare la propria squadra di club e la nazionale sulla ribalta internazionale. Un movimento in cui si continuano ad aumentare le partite, le squadre professionistiche, ma anche e soprattutto gli stranieri nei settori giovanili delle società italiane. Senza considerare poi che in Italia si continua a definire giovane un calciatore nato nel 1998 o nel 1999 quando ad esempio nel Barcellona spadroneggiano calciatori del 2001, 2002 o 2003.

A quando le riforme sbandierate ormai da anni? A quando un tetto all’impiego degli stranieri? A quando un rilancio dei settori giovanili grazie alle infrastrutture ed ai tecnici federali?

IL BUONO

  • Verratti: in una nazionale che cammina, che non inventa, che gioca ad una velocità da tartarughe, il centrocampista del PSG disegna calcio, dribbling e lanci filtranti. L’unico che resta sul livello degli campionati europei e che ci crede fino all’ultimo. Predica nel deserto, almeno non ha nulla da rimproverarsi. Tra i pochissimi da cui si può ripartire.
  • Bastoni: è indubbiamente il futuro della difesa azzurra. Fisicamente pronto, con un piede educato, capace di ottime letture difensive tanto nelle marcature preventive che nelle chiusure degli spazi. Sarà forse anche perché è uno dei pochi giovani italiani che ha avuto fiducia nella squadra di club? E come potrebbero mai fare esperienza i nostri giovani se non giocano mai? Centrale di oggi e di domani.

IL BRUTTO

  • Immobile: il solito Ciro in campo internazionale. Ormai anche i sassi hanno capito che Immobile non è lo stesso calciatore nella Serie A e nelle altre competizioni ed anche questo dovrebbe far riflettere. Un attaccante che sa giocare solamente palla in profondità, che spesso ritarda il tiro in porta, che è di una pochezza tecnica disarmante sia nelle sponde che nella copertura della palla. Sicuramente non abbiamo grandissimi attaccanti nel periodo attuale, ma provare uno tra Belotti e Scamacca no? Ah già…erano in tribuna! Lasciatelo nella sua comfort zone!
  • Insigne: se Immobile è capace di segnare solamente in Serie A, Insigne invece ha giustamente scelto di andare in Canada che probabilmente è il suo livello attuale. Non salta mai l’uomo, non è più decisivo nemmeno sui calci piazzati, è un’imbarazzante controfigura degli esterni moderni. Ormai prigioniero del suo personaggio, calcia sempre e soltanto a giro di interno destro sul secondo palo. Ridategli Tomovic, magari torna ad essere decisivo!
  • Mancini: potrei parlare dei bradipi Jorginho o Donnarumma, come potrei citare Barella, ma quando si sbaglia completamente dapprima un girone intero di qualificazione e poi anche la gara di spareggio, non si può dimenticare il Commissario Tecnico. Sgombriamo il campo subito: Mancini dovrà per sempre essere ringraziato per aver vinto un europeo al quale nessuno credeva ed aver rivitalizzato un gruppo sgonfio e senza grande talento ma stavolta le ha sbagliate veramente tutte! Dal voler per forza naturalizzare calciatori di cui non si sentiva certo il bisogno, a continuare a sbandierare la fiducia e tranquillità quando invece i segnali e gli scricchiolii erano sotto gli occhi di tutti. La scelta poi di giocare contro una squadra chiusa nella propria metà campo con Immobile prima (attaccante che ha bisogno di spazi), Raspadori poi (più adatto al fraseggio che alle sportellate) ed infine Joao Pedro (attaccante che non segna da tempo immemore) è sembrato un perfetto suicidio. C’era da aspettarselo il comportamento attendista della Macedonia, così come era possibile che non la sbloccassimo velocemente: ed allora perché non portare almeno in panchina un attaccante forte fisicamente come Belotti o Scamacca? E perché insistere su un Barella spento fisicamente ed un Jorginho apatico come non mai? Purtroppo nella presentazione di ieri avevamo detto che avevamo tardato nel ricambio generazionale. Adesso il tempo è purtroppo scaduto!!

Menomale che noi abbiamo il nuovo logo viola! 🙂

L’Italia di Mancini a Palermo non può sbagliare!

Nessuno voleva arrivarci, adesso esiste un solo risultato!

L’Italia di Roberto Mancini giocherà stasera, contro la Macedonia del Nord, la semifinale degli spareggi che valgono l’accesso ai prossimi Campionati del Mondo in Qatar. Sarebbe clamoroso mancare nuovamente la qualificazione alla manifestazione calcistica più importante dopo il disastro del 2018. In un girone non certo impossibile, i campioni d’Europa in carica sono arrivati dietro alla Svizzera (non proprio una corrazzata seppur sempre insidiosa) ed adesso si ritrovano a misurarsi, in caso di successo in semifinale, contro una tra Portogallo e Turchia in gara secca in trasferta come da girone e calendario qui sotto:

  • ITALIA
  • Macedonia del Nord
  • Portogallo
  • Turchia

Semifinali – Stasera

  • Ore 20.45, ITALIA-Macedonia del Nord (E)
  • Ore 20.45, Portogallo-Turchia (F)

Finale – Martedì 29 marzo

  • Ore 20.45, Vincente E-Vincente F

Prima di pensare all’eventuale finale da giocare martedì, sarà necessario concentrarsi sulla gara di stasera contro una compagine che è arrivata seconda nel girone della Germania lasciandosi alle spalle Romania e Islanda e centrando un risultato storico per un paese di così giovani tradizioni. Il Commissario Tecnico avversario Milevski, che dovrà fare a meno della propria bandiera Goran Pandev infortunato e dell’ottimo centrocampista del Napoli Elmas squalificato, può contare su un paio di calciatori che hanno giocato nel nostro campionato: il difensore esterno Ristovski visto in Italia anche con la maglia del Parma e l’attaccante Trajkovski passato anche da Palermo che guiderà il reparto stasera. Insomma non certo una formazione indimenticabile che però fa dello spirito di squadra e dell’orgoglio il proprio punto di forza per cercare un’altra impresa.

Il Ct campione d’Europa in carica invece, ha risposto con ben 33 convocati:

Portieri: Alessio Cragno (Cagliari), Gianluigi Donnarumma (Paris Saint-Germain), Pierluigi Gollini (Tottenham), Salvatore Sirigu (Genoa)

Difensori: Francesco Acerbi (Lazio), Alessandro Bastoni (Inter), Cristiano Biraghi (Fiorentina), Leonardo Bonucci (Juventus), Giorgio Chiellini (Juventus), Mattia De Sciglio (Juventus), Emerson Palmieri (Lione), Alessandro Florenzi (Milan), Luiz Felipe (Lazio), Gianluca Mancini (Roma)

Centrocampisti: Nicolò Barella (Inter), Bryan Cristante (Roma), Jorginho (Chelsea), Manuel Locatelli (Juventus), Lorenzo Pellegrini (Roma), Matteo Pessina (Atalanta), Stefano Sensi (Sampdoria), Sandro Tonali (Milan), Marco Verratti (Paris Saint-Germain)

Attaccanti: Andrea Belotti (Torino), Domenico Berardi (Sassuolo), Ciro Immobile (Lazio), Lorenzo Insigne (Napoli), Joao Pedro (Cagliari), Matteo Politano (Napoli), Giacomo Raspadori (Sassuolo), Gianluca Scamacca (Sassuolo) Mattia Zaccagni (Lazio), Nicolò Zaniolo (Roma).

Guardando le gare del girone di qualificazione ed anche queste chiamate, ho la sensazione che si possa correre ancora una volta un rischio già vissuto dalle nostre nazionali in passato. La possibilità cioè che una vittoria che nessuno si aspettava, come ai mondiali del 1982 e del 2006, non permetta quel ricambio generazionale che invece la nostra squadra avrebbe potuto, e forse dovuto, affrontare con maggiore decisione. Vedere una difesa in cui ancora una volta figurano tra i convocati Bonucci, Chiellini e Florenzi, un centrocampo in cui tutto gira ancora attorno a Jorginho, Verratti e Barella ed un attacco che si regge di nuovo su Immobile e Belotti fa pensare… Siamo sicuri che l’Italia non sarebbe arrivata almeno seconda iniziando già a ricreare un ciclo intorno ad un perno difensivo come Bastoni, un centrocampista come Tonali o Pobega ed attaccanti come Scamacca e Raspadori invece di ridursi a chiamare Joao Pedro? Forse adesso avremmo una nazionale più fresca, più pronta, più entusiasmante….

Non è comunque questo il momento dei processi: adesso conta solo vincere!

Ci vediamo domani con il buono, il brutto, il cattivo con la maglia azzurra!