Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 1)

Come avevo promesso nell’articolo in cui davo la notizia della mia elezione nel Consiglio di Istituto qualche settimana fa, inizia oggi una rubrica che vuole raccontare le mie riflessioni in merito a ciò che sta accadendo in questa nuova avventura  ed alle insidie che questo mondo tanto bello quanto complicato nasconde. 

Innanzitutto voglio dire a tutti quelli che, al momento dell’elezione, hanno scosso le spalle rispondendo “bravo ma tanto non serve a nulla”…voglio dire che non è vero. Il Consiglio di Istituto è un organo che viene molto spesso chiamato in causa ed ha un ruolo di controllo e di consultazione importante: come tutte le cose poi, dipende da come si intende svolgere il proprio ruolo, se impegnandosi o meno, e da come l’organo viene gestito da chi ha la responsabilità dell’Istituto Comprensivo, cioè dal Dirigente Scolastico. Nel mio caso posso dire che dall’inizio di Dicembre, momento in cui il nuovo Consiglio è entrato ufficialmente in carica, abbiamo già avuto due riunioni in presenza ed una on line in poco più di 45 giorni, segno della volontà di condivisione di un percorso. Se contiamo che nel mezzo ci sono state anche le vacanze di natale, potremmo dire che è stato un inizio sprint! Una partenza che non è stata solamente burocrazia, come l’elezione del Presidente e del Vice, ma anche di sostanza con tematiche interessanti ed un dibattito spesso vibrante ma sempre nell’ottica di raggiungere una decisione condivisa che avesse il benessere degli studenti come unica stella polare.

Nella seconda riunione poi, sono stato investito di un ruolo importante che mi ha dato ulteriori motivazioni per studiare, approfondire, capire questo nuovo mondo. All’interno del Consiglio d’Istituto infatti, deve essere eletta una Giunta Esecutiva che ha un ruolo più amministrativo, con il controllo del bilancio dell’intero Istituto. Un po’ perché l’amministrazione è il mio mondo ed un po’ perché (almeno lo spero) gli altri genitori eletti hanno stima di me, sono stato designato come uno dei cinque componenti la Giunta e, per questo, sono stato chiamato a studiare il bilancio e ad approvarlo in un’interessantissima riunione on line. Insieme agli altri componenti, al Dirigente Scolastico ed al Responsabile amministrativo, abbiamo avuto la possibilità di fare domande e di approfondire le entrate e le uscite annuali. Spesso si dice che le scuole non abbiano i fondi necessari per portare avanti le varie attività che sarebbero necessarie per la crescita dei nostri ragazzi ma…. è proprio così? Certamente non si naviga nell’oro ma, almeno nel nostro caso, sembra veramente essere la burocrazia la nemica numero 1! Quella che si annida in regolamentazioni cervellotiche, spesso contraddittorie, che non aiutano ma anzi ostacolano quei giusti investimenti che potrebbero aiutare i nostri istituti ad essere la casa accogliente del cittadino di domani.

Ho visto quanti soldi si riescono a spendere per l’inclusione tecnologica ad esempio (attraverso acquisti di device, computer o anche solo amplificatori di segnale wifi), ma ho anche visto che forse si potrebbe incidere maggiormente grazie a progetti specifici che aiutassero le insegnanti nella loro vita quotidiana in classe. Perché non aprirsi di più alle professionalità di esperti esterni per trattare, ad esempio, nella secondaria di primo grado l’approccio alla sessualità? Oppure il tema dell’accoglienza di bambini stranieri o di bambini disabili nella classi della scuola dell’infanzia o primaria, istituti in cui sempre più spesso arrivano anche durante l’anno bambini da inserire in classe?  Su questo mi vorrei impegnare in questi tre anni, convinto che con un Dirigente Scolastico così pronto ad ascoltare come quello che abbiamo, ed un Presidente del Consiglio d’Istituto in grado di tenere sempre aperto il canale del dialogo, si possa rendere il nostro Istituto Comprensivo un gran bell’ambiente in cui portare i figli.

Alla prossima!

3 pensieri su “Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 1)

  1. L’aspetto tecnologico è di un’importanza incredibile per le scuole. Non tanto per una questione didattica (perché un bravo professore sa fare un’ottima lezione anche con il solo ausilio della propria voce), quanto per una questione di immagine: se agli open day i genitori girano per le aule e si accorgono che al posto del touch screen ci sono ancora la lavagna e il gessetto, automaticamente quella scuola gli puzzerà di vecchio, e saranno molto restii ad iscrivere lì i loro figli.
    Noi addetti ai lavori sappiamo che non sono questi i dettagli che determinano se una scuola è di alta o bassa qualità, perché nella scuola tutto ciò che conta davvero non è immediatamente visibile e non è neanche oggettivamente misurabile (ad esempio, non esiste un modo oggettivo per misurare la qualità dell’insegnamento). Chi non lavora dentro la scuola invece ragiona in maniera più facilona, e quindi si ferma all’aspetto estetico: la scuola sembra ferma al 900? Non iscrivo mio figlio manco a morire. La scuola sembra uscita da un film di fantascienza? Porca miseria, lo iscrivo subito! 🙂

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    • Hai proprio ragione carissimo! Io però intendevo gli investimenti in tecnologia pensando a quanto sono stati utili in questi ultimi anni per cercare di tenere unite classi, collegati cuori, mantenuti contatti. Quanto alla qualità dell’insegnamento poi, le tue parole sono scolpite nella pietra ed è per questo, perché credo che il corpo insegnante sia la risorsa più preziosa che abbiamo, che ho deciso di provare a dare un piccolo contributo.

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      • Ho dimenticato di sottolineare un altro aspetto assolutamente secondario, che però per i genitori ha un peso enorme quando decidono dove iscrivere il figlio: il Sabato. Le scuole che rimangono chiuse il Sabato vengono adorate dai genitori e dai ragazzi, e non capisco perché: infatti avere un giorno libero in più significa appesantire tutti gli altri giorni, e quindi va a finire che per farti il week – end lungo poi devi stare a scuola dalla mattina fino a pomeriggio inoltrato per 5 giorni consecutivi. Ne vale la pena? Secondo me no, e infatti sono molto contento di lavorare in un istituto che ha l’orario spalmato su 6 giorni. Ma temo che la mia scuola si piegherà presto a questa moda del Sabato libero…

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