Il buono, il brutto, il cattivo

CAGLIARI – FIORENTINA = 1 – 1  

Un punto che lascia aperti tanti interrogativi.

La Fiorentina torna da Cagliari con un pareggio che può essere letto da due diverse angolazioni: il gol di Luperto oltre il 90’ minuto lascia certamente dell’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere e non è stato ma, se guardiamo allo sviluppo della gara, dobbiamo onestamente ammettere che tre punti sarebbero stati decisamente troppi.

La squadra di Pioli, scesa in campo con la stessa formazione di Giovedì, ha dimostrato subito come, sicuramente per l’avversario diverso ma anche per il caldo, le cose sarebbero andate in modo ben diverso. La manovra è stata lenta, prevedibile, senza che i calciatori si muovessero per dettare la giocata al compagno con un ritmo più da amichevole contro la squadra Primavera che non da prima di campionato. Il Cagliari invece, ha iniziato a pressare altissimo fin dal fischio di inizio, ha cercato la verticalizzazione rapida verso il simpaticissimo Borrelli ed ha asfissiato i centrocampisti viola in ogni zona del campo. Tra l’altro, si è rivisto l’ex Folorunsho in tutta la sua forza ed esplosività, libero di svariare e lottare contro tutto e tutti: complimenti vivissimi a Mister Palladino che lo ha fatto giocare terzino per 3 mesi! A parte questo, nella prima frazione, le prove dei singoli sono state molto al di sotto della sufficienza: Ranieri si è più volte complicato la vita nelle ripartenze, Dodò (che non ha mai saltato l’uomo in tutta la gara) ha avuto la grande idea di provare dribbling anche nella nostra area di rigore, Ndour è sembrato il cugino di quello visto ed ammirato in Conference League, Fagioli ha portato troppo palla, Sohm ha sbagliato anche azioni di rimessa facili mentre gli attaccanti sono stati trasparenti. Nulla da salvare? Beh poco ma qualcosa si! Due salvataggi clamorosi di Gosens (che ha dovuto fare il terzino tutta la partita visto che Dodò non ne ha voluto sapere di pensare anche a difendere) ed una parata strepitosa, poi ripetutosi anche nella ripresa, di De Gea che ha letteralmente salvato il risultato: solo grazie a loro, Pioli ed i suoi ragazzi hanno chiuso un primo tempo senza tiri verso la porta avversaria con il risultato di pareggio.

Le cose sono leggermente migliorate nella ripresa grazie anche alle due sostituzioni effettuate dal mister all’intervallo: Viti, buona la sua prova, rispetto a Ranieri ha alzato il livello del palleggio e soprattutto ha dato prova di personalità portando avanti la linea difensiva e cercando di dare riferimenti ai propri compagni, mentre Mandragora non si è limitato al gol del vantaggio grazie ad un bel colpo di testa. Il centrocampista goleador della scorsa stagione, ha finalmente velocizzato la manovra grazie ad alcune aperture di prima ed ha liberato maggiormente Fagioli suddividendosi i compiti di regia. Grazie a ciò, anche il regista è salito molto di livello sia difensivamente che offensivamente confermando come le sue qualità tecniche siano imprescindibili per la Fiorentina. Con una manovra leggermente più fluida, anche gli attaccanti hanno avuto qualche palla da giocare ed in una di queste Gudmundsson ha confezionato il cioccolatino che Mandragora ha messo in porta. Dal gol, per una decina di minuti, i viola hanno avuto il pallino del gioco in mano ma purtroppo Kean si è divorato una palla gol sanguinosa che avrebbe probabilmente chiuso la contesa. Da qui in avanti purtroppo, i viola sono ricaduti in problemi di gestione della gara che conosciamo da troppi anni: tolti Fagioli e Mandragora in mezzo al campo ed un Fazzini entrato con personalità e piglio giusto, i viola sono apparsi in netta difficoltà dal punto di vista fisico e mentale. Sono ancora una volta venuti fuori quei problemi di leadership che tanti punti hanno fatto perdere alla Fiorentina nelle ultime stagioni. Oltre a ciò, alcuni dei viola impiegati hanno mostrato anche limiti fisici e di approccio: Parisi ha perso diversi palloni e non ha mai dato la sensazione di tranquillità, Pablo Marì ha avuto un impatto del tutto negativo sia in marcatura sugli attaccanti avversari che in fase di riproposizione del gioco, Kean ha perso tutti i confronti diretti con Mina. Il pari, arrivato solamente a tempo scaduto grazie ad una dormita difensiva e ad una papera di De Gea (è un essere umano anche lui allora!!!), è stata solamente la logica conseguenza della prestazione della squadra. Giovedì dobbiamo far mettere minuti nelle gambe a chi ancora ne ha pochi, ma la strada da fare in campionato per diventare competitivi è ancora molto lunga!

IL BUONO

  • Fagioli: certamente porta troppo la palla, fisicamente non è un crack, ma la classe è cristallina ed il gioco sgorga dai suoi piedi in modo del tutto naturale. Da quando è arrivato a Firenze poi, è cresciuto difensivamente in modo esponenziale. Ancora ha tanta strada da fare (ad esempio nel tiro in porta), ma ad oggi è imprescindibile. Il punto di riferimento tecnico della squadra viola.
  • Mandragora: contratto o non contratto, quando subentra a Ndour la musica cambia. La palla gira più velocemente, l’area del Cagliari viene riempita in modo diverso, la squadra guadagna 30 metri di campo. E poi il gol. Serve altro?
  • Pongracic: farà anche errori di irruenza, ma quando Pioli lo sposta dal centro della difesa, i viola iniziano a sbandare proprio in quel settore del campo. Solamente un caso?
  • Fazzini: ammetto che ho un debole per questo ragazzo da quando giocava negli allievi, ma in un quarto d’ora mostra diversi colpi del proprio repertorio ed entra con una cattiveria ed un piglio importante. Credo meriti più minuti!

IL BRUTTO

  • Kean: perde praticamente ogni duello con Mina ma soprattutto si divora il gol che avrebbe probabilmente chiuso la gara. Dopo il rosso in Conference, un errore marchiano sottoporta. Per volare abbiamo bisogno del miglior Moise!
  • Dodò: quando un calciatore non è ancora fisicamente al massimo, dovrebbe cercare di giocare semplice. Il brasiliano invece, conosce un solo modo di giocare e stavolta aiuta anche poco in fase difensiva. I cross sono sempre imprecisi, il dribbling troppo insistito. Reset necessario!
  • Parisi – Marì: uno troppo piccolo, l’altro troppo lento. Come poter convivere con questi limiti? Con applicazione feroce, sfacciataggine, voglia di sacrificarsi per sé stessi e per la squadra. Esattamente il contrario di ciò che abbiamo visto ieri a Cagliari.

A voi per i commenti!!

11 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. Mi rifaccio alle ultime parole del buon Luca: “…per essere competitivi la strada è ancora lunga”, verissimo, io temo che anche quest’anno saremo la solita squadra incompiuta come lo è stata dal primo anno di Italiano, gli altri anni di Commisso li considero solo di rodaggio. Per arrivare in zona champion o tuttalpiù 5° 6° posto devi avere rispetto ai competitor, escluso le prime 2 o 3 che si contenderanno lo scudetto, un qualcosa in più che si chiama crac, che ti permette di vincere la partita pur giocando normale. Non ce l’abbiamo, a questa squadra manca un trequartista o un esterno alto di livello in grado di saltare l’uomo e creare apprensione alla difesa avversaria e un regista di carattere. Se pensiamo di arrivare solo centralmente con Kean a far male non andiamo da nessuna parte, possiamo vincere qualche partita e far fare bella figura a Kean ma si rimane sempre i soliti. Gudmundsson buon giocatore (quando è in forma) ma non lo ritengo determinante per questa squadra, è troppo discontinuo e prevedibile nelle giocate. Fagioli anche questo buon giocatore intelligente tecnico ma per me è lontano dall’essere l’uomo squadra di cui abbiamo bisogno. Per il resto buoni giocatori e di prospettiva come Fazzini, Viti, le positive conferme di Ndour classe 2024 e di Fagioli ma comunque squadra normale come ce ne sono una decina nel nostro campionato.

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    • È chiaro che nella metà campo avversaria manchi qualcosa. Credo che l’idea sia quella di recuperare palla in avanti per andare subito in verticale sugli attaccanti. È chiaro però che per fare questo, abbiamo bisogno di un ritmo diverso e si una squadra che giochi corta e compatta. Riuscirà Pioli a costruire una squadra così?

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  2. non sono d’accordo su mandragora, perde quasi tutti i palloni e commette la punizione ingenua che porta al pareggio ma anche precedente appena entrato perde un contrasto e rimane a terra frignando e lasciando partire il contropiede tanto copre e corre SOhm per lui

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    • Ciao Lorenzo e grazie per il commento! Mandragora in realtà è riuscito a mandare più volte Dodò sul fondo grazie a tocchi di prima e, se ha fatto fallo in occasione del pareggio del Cagliari, è perché Parisi ha perso l’ennesima palla sanguinosa in fase di ripartenza. Resta comunque ancora lontano dallo stato di forma della scorsa stagione: speriamo migliori velocemente perché ne abbiamo assolutamente bisogno!

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  3. Quando l’Inter e il Milan si staccano dal treno scudetto a quel punto sbracano del tutto, e spesso non si qualificano neanche per la Champions’ League. La Juve invece anche nella stagione più disgraziata l’obiettivo minimo del quarto posto lo centra sempre (vedi l’anno scorso, e prima ancora l’anno di Pirlo allenatore).
    Stesso discorso nelle partite singole: tutte le altre squadre se sono in vantaggio di un solo gol possono prendere il pareggio in qualsiasi momento, la Juve invece una volta ottenuto il vantaggio lo mantiene fino alla fine. Allegri di questa attitudine a difendere il gol di scarto ne aveva fatto una vera e propria arte (il suo famoso corto muso), ma in realtà faceva parte del DNA della Juve da molto prima del suo arrivo.
    Se la Juve riesce a portare a casa l’obiettivo così tante volte sia nelle partite singole che nelle stagioni intere, dipende da una qualità che possiamo definire solo come capacità di soffrire. Per quanto possa odiare i bianconeri, questo pregio glielo devo riconoscere. E devo riconoscere anche che noi viola purtroppo non ce l’abbiamo mai avuto. Al contrario, noi siamo capaci di farci rimontare anche 2 gol di scarto. Di conseguenza, non mi stupisce affatto che anche ieri i sardi siano riusciti a pareggiare. E siccome siamo la squadra più sfigata d’Italia insieme al Torino, i sardi ci hanno strappato la vittoria nel modo più beffardo possibile, ovvero all’ultimo minuto. Tifare Fiorentina significa questo, non c’è niente da fare.
    Analizzando la partita più nello specifico, tu hai definito la Fiorentina di ieri come lenta e prevedibile. Io uso una parola più drastica: inesistente. E quando la squadra non gioca, l’unica maniera per passare in vantaggio è sperare che un giocatore di fantasia si inventi qualcosa. E’ andata proprio così: il nostro calciatore più fantasioso (Gudmundsson) ha avuto un lampo di genio, Mandragora ne ha approfittato, e così un golletto siamo riusciti a segnarlo. Ma per quanto mi riguarda, è inaccettabile che un bravo allenatore come Pioli dopo un intero ritiro estivo non abbia ancora dato un minimo di gioco alla squadra. 
    Riguardo a Dodò, se ti ricordi io ho versato fiumi di veleno su di lui per lunghi tratti della sua esperienza in maglia viola. Quando avevamo 3 terzini destri in rosa arrivai a dire che dovevamo giocare con Kayode titolare, Faraoni in panchina e Dodò in tribuna. Un’altra volta avevo scritto che la catena di destra Dodò – Ikoné era la più debole della serie A. Poi mi sono ricreduto su questo giocatore, perché la scorsa stagione ha giocato bene. Può darsi che adesso torni nella mediocrità, ma siccome siamo solo alla prima giornata un po’ di fiducia gliela concedo. Se a mercato chiuso dovessimo ritrovarci con il solo Fortini come alternativa al brasiliano, a quel punto anche Pioli sarà costretto a dare fiducia fino a Dodò almeno fino al mercato di Gennaio.

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    • Purtroppo in merito alla Juve hai perfettamente ragione: è nel DNA della società ed indipendentemente dall’allenatore, in quella situazione porta sempre i 3 punti a casa. Concordo anche in merito al fatto che sia la qualità ad aiutare la squadra quando il gioco non c’è o non funziona e questo è il motivo per cui io terrei sempre in campo per 90 minuti almeno un calciatore che sappia saltare l’uomo come Gudmundsson o Fazzini. Quanto a Dodò, mi sembra che il calciatore stia facendo grossi passi indietro poiché si incaponisce nel fare le cose che normalmente gli riescono anche nelle giornate no, quando invece dovrebbe giocare più semplice. Ha inoltre il grandissimo difetto di non essere migliorato in nulla in queste stagioni: continua ad attaccare bene (quando è in forma), difendere decentemente, ma è molto impreciso nei cross e non vede mai la porta. Non poco per un calciatore che vuole un ricco rinnovo di contratto!

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      • L’anno scorso se Theo Hernandez giocava con sufficienza, picchiava la gente in discoteca e si permetteva di rifiutare il rinnovo del contratto è stato perché la sua riserva (Terracciano) era 10 volte più debole di lui: di conseguenza, Theo sapeva che l’allenatore sarebbe stato costretto a schierarlo titolare anche se fosse passato direttamente dalla discoteca a Milanello. Se invece il Milan gli avesse messo il pepe al culo comprando un terzino sinistro in grado di rubargli il posto, allora lui sarebbe stato un po’ più fermo, e non si sarebbe permesso di assumere neanche uno dei 3 atteggiamenti sbagliati che ho elencato prima.
        Per Dodò vale lo stesso discorso. Adesso che a fargli da riserva c’è praticamente un Primavera, lui pensa: che io migliori o meno in fase difensiva, la Domenica gioco lo stesso, quindi figurati se mi metto a studiare una maniera per migliorare quest’aspetto. Oppure: che io firmi subito il rinnovo o che mi metta a tirare sul prezzo, Pioli la Domenica mi schiera titolare lo stesso, quindi tanto vale cercare di spremere Commisso il più possibile.
        E’ per questo che io spero sempre di avere 11 riserve pienamente all’altezza dei titolari: non solo perché in tal caso se si infortuna un titolare la squadra non ne risente troppo, ma anche perché se una squadra ha delle buone riserve i titolari evitano di sbracare e si impegnano sempre al massimo.
        Va detto comunque che Pioli ha sempre avuto la tendenza a puntare su un 11 titolare ben definito e quasi immodificabile, anche quando la società per cui lavorava gli metteva a disposizione un parco riserve di tutto rispetto. Ad esempio, ricordo che nella sua prima esperienza sulla panchina viola continuò imperterrito a puntare su Vitor Hugo anche quando lui cominciò a collezionare cappellate in serie, e non dette mai una vera occasione alla sua riserva (Ceccherini). A distanza di anni Vitor Hugo bazzica i bassifondi del calcio sudamericano, Ceccherini invece è diventato uno degli eroi che hanno sbancato San Siro con la Cremonese. Tra quegli eroi c’era anche il mio pupillo Sanabria. Qualche volta non ci azzecco (ad esempio, l’anno scorso ho sbagliato clamorosamente a dare l’Udinese per retrocessa sicura), ma in linea generale con me il tempo è galantuomo, e conferma in pieno le mie considerazioni calcistiche.

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        • Quindi mi stai dicendo che anche Dodo’ non è un professionista esemplare e questo mi spiace tantissimo. Quanto a Ceccherini dai su…mica sarà un giocatore di serie A anche Ceccherini!???!?!? A San Siro è stato un eroe entrando al minuto 84? Ma ti ricordi cosa ha combinato con la maglia viola addosso??

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          • Partiamo dal presupposto che per me una squadra come la Fiorentina è come minimo da Champions’ League. Di conseguenza, praticamente tutti i giocatori che abbiamo avuto in questi 16 anni senza Champions’ non erano all’altezza della nostra maglia, compresi i più celebrati (e infatti quando i vari Chiesa e Vlahovic sono andati in delle squadre da Champions’ hanno fatto tutti cagare). Se non salvo loro, figurati se salvo Ceccherini. Ma rimango dell’idea che tra lui e Vitor Hugo doveva giocare lui, e che Pioli non prendesse neanche in considerazione quest’idea perché una volta deciso l’11 titolare non lo cambia neanche se gli spari.
            Anzi no, c’è un giocatore che salvo di questi ultimi 16 sciagurati anni: Alfred Duncan. Aveva la rara dote di fare sempre la cosa più intelligente possibile. Da professore sono in grado di riconoscere un cervello brillante quando lo vedo, e quello di Duncan è un cervello di prim’ordine. Evidentemente i piedi non lo sono altrettanto, altrimenti adesso non giocherebbe in serie B, ma uno così lo vorrei sempre nella mia squadra.

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