Firenze è complice

La sconfitta di Reggio Emilia e quella casalinga di ieri contro il Verona, sono sconfitte, anzi umiliazioni che partono da lontano, molto lontano.

Una società di calcio, come una democrazia, funziona solo ed esclusivamente se esistono al proprio interno persone capaci di interpretare il ruolo per competenza o esperienza passata, fedeltà alla causa e voglia di fare bene. Tutto ciò però non basta se all’esterno non ci sono pesi e contrappesi, non c’è qualcuno che controlla, fa le pulci, fa sentire la propria voce avendo la libertà di dissentire e di esprimere le proprie idee senza aver paura di essere messo a tacere.

A Firenze invece, fin dal 6 giugno del 2019, data di acquisizione della società viola da parte di Rocco Commisso, stiamo vivendo una lunga parentesi all’interno della quale il pensiero unico l’ha fatta da padrone. Oltre 20.000 persone accorse allo stadio a salutare il neo proprietario come fosse il liberatore ed il Messia, una lunghissima ed inspiegabile luna di miele che è andata avanti nonostante risultati mediocri in campionato. Anche se ormai tutti se ne sono dimenticati, la Fiorentina è una delle realtà storiche della nostra serie A ed ha veleggiato nella propria storia in media tra 5^ ed il 6^ posto in classifica (posizione praticamente mai raggiunta dall’attuale proprietà).

Non solo, ma da allora abbiamo assistito ad un continuo e prolungato conflitto in cui la società viola, con Joe Barone in testa, ha sfidato tutte le istituzioni cittadine e regionali per riuscire a centrare quello che probabilmente era l’unico e vero obiettivo di questa proprietà: il Viola Park da una parte, lo stadio dall’altra. Contemporaneamente, il risultato in campo ha acquisito sempre meno importanza, una piazza calda, focosa, irriverente, si è messa a tifare per le infrastrutture anziché per i calciatori, si è ubriacata di livore nei confronti della Sovrintendenza, del Sindaco, del Presidente della Regione, invece di rivoltarsi per la cessione (ad esempio) del capocannoniere del campionato alla Juventus mentre la squadra era in lotta per la Champions League. Una curva che era conosciuta da tutti per essere la più brontolona d’Italia, trasformata come per magia in un cane addomesticato, ammansito da un Direttore Generale che andava alla festa della curva cantando le canzoni del tifo e saltando al coro contro la Juventus. Una trasformazione incredibile direi quasi senza senso, senza alcuna spiegazione logica. O forse magari una spiegazione magari c’è, chissà!

Per non parlare poi della stampa che ha sempre commentato acriticamente l’operato della società facendo da cassa di risonanza anziché da guardiano o da coscienza critica. Dopo la parentesi vissuta con la Fiorentina sempre in lotta per la salvezza, allenatori come Italiano e Palladino, hanno risollevato le sorti della squadra e della città. Peccato però che entrambi siano scappati a gambe levate non appena possibile ed ancora una volta la colpa sia ricaduta sulla piazza, sui tifosi, sulle istituzioni che non permettevano di fare lo stadio nuovo etc…etc…etc… l’importante è sempre stato non disturbare il manovratore, non far ricadere mai le responsabilità su Commisso ed i suoi collaboratori. Non solo, ma abbiamo anche assistito alle offese, alle prese in giro ed addirittura alla defenestrazione di quelle poche voci libere che hanno provato ad insinuare qualche dubbio sul progetto societario, che hanno cercato di fare domande, hanno cercato di capire qualcosa in più. Pochissimi giornalisti, bloggers, tifosi si sono ritrovati fuori dal Viola Park con un cartellino rosso sventolato in faccia o addirittura una banconota messa nel taschino per dimostrare chi comandava in società e, purtroppo, anche in città. Solidarietà tra colleghi? Nessuna! Denuncia della concreta cancellazione del dissenso? Figuriamoci! E poi devo sentire Trevisani dire che la colpa è dei tifosi, è di chi vorrebbe una Fiorentina diversa!!

La gente di Firenze però, stavolta si merita questo scempio perché si è fatta abbindolare e si è dimenticata ciò che Firenze realmente è (anzi era): Firenze è orgoglio e bellezza, visione e splendore, insomma tutto il contrario di ciò che vediamo dal 6 giugno 2019.

4 pensieri su “Firenze è complice

  1. In realtà l’involuzione del tifo viola era iniziata già con i proprietari precedenti. Ad esempio, tu dici che Commisso ci ha abituati a tifare per le infrastrutture anziché per i calciatori: ebbene, già prima di lui i Della Valle e Corvino ci avevano abituati a esultare per le plusvalenze, perché non perdevano occasione per sottolineare quanto fossero stati bravi a cedere determinati calciatori a cifre altissime. E anche qua i tifosi erano stati condizionati a essere contenti per queste cessioni d’oro, come se fossimo diventati il Lecce da cui Corvino veniva e in cui è ritornato. Ma essere soddisfatti per le cessioni dei calciatori migliori ha un senso soltanto se sai che quei soldoni verranno reinvestiti alla grande, come quando Moggi cedette Zidane per poi comprare Buffon, Thuram e Nedved; se invece vengono reinvestiti male o addirittura rimangono in cassa (come è successo sia con i Della Valle che con Commisso), a quel punto essere contenti è stupido e assurdo. 
    Paradossalmente la debacle di Commisso è arrivata dopo un’Estate in cui, contrariamente alle sue abitudini, gli investimenti li aveva fatti. Il problema è che ha fatto un doppio errore: il primo è stato strapagare dei giocatori 10 volte tanto il loro valore, il secondo è stato concentrare quegli investimenti così onerosi su un gruppo di giocatori molto ristretto. Ad esempio, se i 40 milioni di Piccoli e Sohm fossero stati spesi per i cartellini di 10 giocatori, per la legge dei grandi numeri almeno uno su 10 sarebbe esploso, lo avresti rivenduto a 50 milioni e avresti fatto la plusvalenza; se invece li investi su 2 giocatori e niente più, basta che entrambi gli acquisti in questione facciano male (come sta accadendo con Piccoli e Sohm) e già i 40 milioni sono andati in fumo. Ergo, a ben guardare la gestione Commisso è stata fallimentare non solo dal punto di vista sportivo, ma anche dal punto di vista economico. 
    Leggo su tuttomercatoweb che la società ha deciso di continuare con Vanoli. E quindi se ieri Ballardini è venuto allo stadio è stato perché lui voleva proporsi alla Fiorentina, non perché la Fiorentina lo avesse invitato a vedere dal vivo i suoi prossimi giocatori. A questo proposito ribadisco ciò che ho scritto ieri: ritengo che Vanoli non abbia nessuna colpa, ma allo stesso tempo reputo incredibile e inaccettabile che la società non prenda una decisione drastica neanche dopo aver perso in casa uno scontro diretto di vitale importanza. Il fatto che lo abbiamo perso giocando bene non è un’attenuante, anzi è un’aggravante, perché significa che anche giocando bene la Fiorentina di Vanoli perde comunque. E allora bisogna provare un altro allenatore. E se non funziona un altro ancora. Zamparini nel 2015/2016 ne cambiò 6 di allenatori, e alla fine si salvò. E indovina chi fu il sesto? Ballardini…

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    • Ciao Wwayne in realtà con i Della Valle abbiamo visto bel gioco, risultati, campioni che venivano a Firenze ed i tifosi sono stati dalla parte della proprietà finché questa ha avuto voglia di fare calcio. Quando hanno iniziato a fare operazioni meramente finanziarie, la contestazione è stata durissima fino a farli andare via. Con Commisso, dopo 7 anni di mediocrità (a parte le finali di Vincenzo Italiano), siamo ancora a parlare di tutto tranne che delle responsabilità della società. E la mia analisi non si ferma alla tifoseria ma si estende anche e soprattutto ai giornalisti che sono stati il megafono di Commisso, Barone etc. Io non so se con Ballardini ci salveremmo, certo continuando così retrocediamo di sicuro!!

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      • Se retrocedessimo non avremmo nessuna garanzia di un ritorno immediato nella massima serie. Al contrario, è più probabile che una volta cascati in serie B poi ci rimaniamo intrappolati per anni, perché la nostra scarsa familiarità con quel campionato ci renderebbe facili prede per tutte quelle squadre che invece i campacci della serie cadetta li bazzicano da anni. Lo sta imparando sulla sua pelle la Sampdoria, che l’anno scorso si è salvata solo grazie alle carte bollate e quest’anno è penultima. Alla luce di questo, dobbiamo evitare la retrocessione a tutti i costi. E dato che Nicola è impegnato, l’unico uomo che può salvarci è Davide Ballardini. Rifiutarlo dopo che lui stesso ha guidato da Ravenna a Firenze apposta per proporsi a noi sarebbe un suicidio sportivo senza eguali nella storia della Fiorentina. Spero che dopo la sconfitta di Domenica (la do già per scontata) arriveranno a capirlo anche in società.

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        • Anche io credo che in Serie B ci staremo per anni perché la società non ha alcun interesse per il risultato sportivo nella massima serie, figuriamoci in cadetteria! L’ unica possibilità per evitare di fare la fine dei Cosmos è la cessione della Fiorentina!

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Scrivi una risposta a lungo76 Cancella risposta