I sogni son desideri

Sembra incredibile ma anche stavolta l’obiettivo è stato raggiunto! Grazie a Giacomo Cialdi, giornalista pubblicista, autore di libri e racconti, ma soprattutto amico perdutamente innamorato di Firenze e della Fiorentina, ho trovato posto tra gli scrittori (mamma mia che parolona) del libro appena uscito ed intitolato “La prima volta a…..Firenze”. E’ stato un vero piacere poter raccontare una parte di me che spero abbia trasmesso l’amore viscerale che provo per la mia città, per il centro cittadino, per i miei amici. Ho voluto mettere su carta un avvenimento reale grazie al quale conoscere una parte di me, quella di un brontolone mai domo, sempre pronto a dire la propria, sempre pronto a spendersi per gli altri, soprattutto se sono amici veri.

Se vi và, “La prima volta a…..Firenze” può essere un regalo di Natale intelligente per conoscere meglio, attraverso i racconti di tanti scrittori fiorentini e la prefazione di Stefano Cecchi, la splendida città che ho la fortuna di vivere quotidianamente. Lo trovate nelle librerie oppure anche su Amazon.

Aspetto i vostri commenti e perché no anche le vostre critiche! Buona lettura!!

Una fortissima emozione

È stato un pomeriggio pieno di emozioni e significati quello che ho trascorso, grazie all’invito dell’amico Leonardo, di suo fratello Lorenzo e della signora Cristiana, nella sala Pegaso presso la Regione Toscana.

L’occasione è stata la pubblicazione di un’intervista inedita che Giovanni Errera, documentarista e giornalista prematuramente scomparso nel 2008, aveva raccolto alla fine del pranzo di Natale del 1980 all’allora Presidente Pertini. La registrazione, ritrovata da Leonardo tra i ricordi di suo padre, ha un grandissimo valore storico oltre che naturalmente affettivo. La voglia di raccontare, di testimoniare, di far conoscere che Giovanni aveva in vita, è stata perfettamente trasmessa ai figli che hanno deciso di donare a tutti noi questa preziosissima testimonianza grazie alla pubblicazione sul sito dedicato al documentarista www.giovannierrera.it.

Sandro Pertini e Giovanni Errera erano grandi amici e spesso il Presidente più amato della storia italiana amava raccontare alcuni episodi della sua vita con quel suo modo inconfondibile ed a tratti irresistibile. Pensate quindi alla scena: alla fine del pranzo di Natale, invece di giocare a tombola o a sette e mezzo, la massima carica della nostra Repubblica invita il proprio amico a registrare il racconto della Liberazione di Firenze nell’agosto del 1944! 

Durante l’incontro, moderato dal giornalista ed amico della famiglia Giacomo Guerrini, sono intervenuti il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ed il Presidente della Fondazione Pertini Pietro Perri che hanno raccontato aneddoti più e meno conosciuti di Sandro Pertini e Giovanni Errera. Insieme agli intervenuti, abbiamo avuto il piacere di ascoltare alcuni brani tratti dalla registrazione, la cui versione completa trovate sul sito, e per gli amanti di Firenze, è stata una fortissima emozione: Pertini ci permette di ripercorrere le strade della nostra città mentre i tedeschi, seppur ormai allo sbando ed in evidente difficoltà, sono ancora alla caccia dei partigiani. Ed allora ecco il Presidente che, accompagnato o magari nascosto da giovani e donne tanto generosi quanto coraggiosi, passa da Via Ghibellina, attraversa Campo di Marte, si ritrova ad ascoltare nella prima improvvisata sede del Partito Socialista Italiano in città il rintocco della Martinella, il simbolo della liberazione, della ritrovata libertà dal nazifascismo! 

Il pomeriggio in Regione è stato un susseguirsi di emozioni e, tra queste, non potevano mancare le lacrime che ho versato quando è stato letto il saluto inviato da Giuliano Amato, altro amico storico di Giovanni Errera. Dalle parole dell’ex leader socialista, è venuto fuori il ritratto non solo di un professionista esemplare innamorato del proprio lavoro e delle proprie frequentazioni, ma soprattutto lo spessore di una persona integerrima che ha sempre lavorato per aiutare la conoscenza, per innalzare il livello culturale del nostro paese, per raccontare i protagonisti della storia italiana lasciando loro le luci della ribalta. Da Giuliano Amato è arrivato quel riconoscimento che la figura di Giovanni Errera avrebbe probabilmente meritato in quelle istituzioni che ha servito per anni con acume ed onestà intellettuale.

Se non lo avete ancora fatto, andate su www.giovannierrera.it ad ascoltate l’audio di Sandro Pertini per conoscere il più amato Presidente della Repubblica del nostro paese, ma investite un po’ del vostro tempo per conoscere anche uno dei più grandi biografi e documentaristi del ‘900.

E’ tutta un’altra Firenze

Quante volte ci è capitato di ammirare la nostra amata città ai piedi della basilica di Piazza Santa Croce? Oppure in mezzo alle luci di natale di Piazza Duomo o perché no dalla terrazza più bella del mondo, il Piazzale Michelangelo, o anche passeggiando sui lungarni? Tante, anzi infinite volte ma credetemi, potersela godere viaggiando lentamente su quel fiume che tanto dolore ha inferto al popolo fiorentino ha tutto un altro sapore!

Per l’anniversario di matrimonio, dopo essermi consultato con la sua amica Gabri, ho deciso di regalare a Claudia un giro panoramico sull’Arno con “I Renaioli”, un’associazione culturale il cui obiettivo è quello di mantenere vivo uno dei mestieri tradizionali di Firenze. Oltre a tramandare questa antica tradizione, gli addetti sono riusciti a riportare in vita i barchetti storici con una certosina opera di restauro ed a censire tutte le imbarcazioni ancora esistenti. Negli ultimi anni poi, i Renaioli accompagnano sull’Arno turisti di tutto il mondo e cittadini innamorati della propria città facendo rivivere i percorsi di coloro i quali hanno viaggiato sul fiume durante i secoli per lavoro, per svago o per necessità.

La gita ha la durata di 1 ora e, grazie ad un Renaiolo in veste di cicerone, si parte da Piazza Mentana per arrivare fino al Ponte alla Carraia tra aneddoti, storia e spiegazioni interessanti che riportano le lancette dell’orologio indietro a tempi ormai dimenticati. Il silenzioso viaggiare del barchetto, la tranquillità dell’acqua che scorre lentamente e la bellezza di Firenze ai lati: cosa volere di più? E invece qualcosa in più si può avere perché poi, giusto a metà dell’itinerario arriva il pezzo forte del viaggio: il sottoattraversamento del Ponte Vecchio sfiorando gli Uffizi ed il Corridoio Vasariano!!

Fermatevi un attimo a pensare: vedere i turisti brulicare nel centro di Firenze, il sole che si spenge piano piano in lontananza ed il Ponte Vecchio sopra di voi con le persone che fotografano, gli innamorati che si baciano, i baristi che corrono tra i tavoli. E noi, in mezzo al mondo, sulle acque dell’Arno ad ammirare tutto questo. 

E’ stata un’esperienza meravigliosa anche perché grazie al Renaiolo che ci accompagnava, abbiamo scoperto dove viene tenuta la colombina, cosa significano i ponti di Firenze, perché il Ponte Vecchio ha dei fori alla base, dove si possono trovare le pietre focaie o addirittura perché si dice “bucaioli c’è le paste!”

Insomma un’esperienza da provare, anzi da vivere perché Firenze è sempre bella ma sull’Arno è qualcosa di indimenticabile!

Un’annata esaltante: il bilancio viola

E’ stata una stagione meravigliosa, ricca di soddisfazioni e bel calcio. Dopo alcune annate più grigie del cielo novembrino, anche stavolta le premesse non erano delle migliori: un allenatore scelto direttamente dal Presidente, Gennaro Gattuso, il cui contratto non viene nemmeno depositato, un mercato che ci restituisce una Fiorentina che appare rinforzata ma non certo una corrazzata, un allenatore super sponsorizzato dal Corner Viola, ma alla prima esperienza in una piazza più grande. Ed invece stavolta la Fiorentina è riuscita a sovvertire ogni pronostico, riuscendo a mantenere un rendimento costante tra il girone di andata, chiuso con 32 punti, e quello di ritorno in cui Italiano ed i suoi ragazzi ne hanno conquistati 30. E la barca viola è riuscita a viaggiare con vento in poppa anche quando, durante il mercato di gennaio, il miglior calciatore è stato ceduto agli strisciati. Lì si è vista la grandezza di Vincenzo Italiano e la compattezza del gruppo: l’atteggiamento è cambiato e, dovendo fare i conti con un attacco ridimensionato, è cresciuta tantissimo l’attenzione difensiva aiutata anche da un rendimento a tratti strabiliante di calciatori insospettabili come Igor. Credo esista un dato che spiega perfettamente la rivoluzione copernicana alla quale abbiamo assistito in questa stagione, quello dei pareggi. Venivamo da un allenatore piuttosto conservativo il cui motto era quello del “muovere la classifica è sempre importante” ben raffigurato dai 13 pareggi ottenuti nelle 38 gare dello scorso campionato. In questa stagione invece, la mentalità è stata opposta (solamente 5 pari), quasi portata all’estremo soprattutto nelle primissime giornate: difendere in avanti, riconquistare palla il più vicino possibile all’area avversaria, ricerca del possesso palla finalizzato al tiro in porta. Questo cambio di atteggiamento ha certamente inciso anche sul numero delle sconfitte, ma il +22 in classifica testimonia la grandezza di un percorso che ha finalmente riportato la Fiorentina e la città di Firenze dove le compete, cioè in Europa. La speranza è che adesso non si vogliano tarpare le ali ad ambiente, allenatore e calciatori con discorsi fumosi su soldi, procuratori, fatturato ed infrastrutture. Noi quest’anno ci siamo emozionati grazie a ciò che abbiamo visto in campo, alle vittorie, all’atteggiamento della squadra e non certo per le gru del Viola Park….

Okay? Do You know?

STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2020-2021

Posizione finale:  7° (13° nel 2020-2021)

Punti:  62 media punti 1,63 (40 media punti 1,05)

Vittorie: 19 (9)

Pareggi: 5 (13)

Sconfitte:  14 (16)

Gol fatti: 59 (47)              

Gol subiti: 51 (59)

Differenza reti: +8  (-12)

Capocannoniere: Nico Gonzalez 7 – Vlahovic 17 (Vlahovic 21 reti)

Assist man: Nico Gonzalez 6 (Ribery 6)

Miglior gara dell’anno:

è innegabile che la libidine del tifoso viola ha toccato vette estreme in occasione dell’ultima di campionato. Vittoria contro la Juventus di Vlahovic per 2 – 0 ed Europa conquistata dopo cinque anni. Ma se devo scegliere la gara in cui ho preso coscienza della forza della Fiorentina, della compattezza del gruppo che si era cementato in un tutt’uno con il proprio allenatore e della voglia di Firenze e della Curva Fiesole di tornare ad essere protagonisti, allora scelgo il pareggio interno contro il Sassuolo. Dopo un primo tempo molto buono ma chiuso sotto di due reti per le innumerevoli parate di Consigli, una squadra diversa avrebbe anche potuto accettare l’idea che fosse una partita storta in cui tutto ti dice male: magari per altri, ma non per la Fiorentina di Vincenzo Italiano. I primi 20 minuti del secondo tempo mi rimarranno a lungo nel cuore e negli occhi per l’irruenza con cui i ragazzi sono tornati in campo, per la bellezza del gioco con cui i viola hanno scherzato il Sassuolo, per il tifo incessante che ormai da troppi anni non sentivo più. Ecco, lì credo sia girata la stagione viola, lì probabilmente abbiamo capito che lo spirito della squadra, unito alla voglia di Firenze, avrebbe potuto fare la differenza indipendentemente dagli interpreti e dalla buona o cattiva sorte.

Peggior gara dell’anno:

nonostante le gioie che la Fiorentina ci ha regalato quest’anno, non possono mancare le delusioni e le arrabbiature, sennò che passione sarebbe? La penultima di campionato a Genova contro la Sampdoria è stata una prestazione indecente, raccapricciante, vergognosa. Non tanto e non solo per come la Fiorentina ha giocato quella gara, ma soprattutto per l’atteggiamento di quegli stessi ragazzi che erano parsi ben altri anche solo la settimana precedente contro la Roma. Fortunatamente la vittoria contro la Juventus ha poi sanato la ferita, ma quel lunedì pomeriggio con la festa già pronta e lo spumante in frigo è stato difficilissimo da digerire. Nel nostro percorso di crescita sarà fondamentale evitare di ripetere prestazioni quali quella di Genova, Venezia, Empoli o Salerno.

Miglior calciatore: Lucas Torreira

Ho dovuto pensarci tanto perché sinceramente l’impatto di Nico Gonzalez è stato ottimo. Un esterno che gioca per la prima volta in Italia, con la pressione di essere il calciatore più pagato nella storia della Fiorentina e di essere il vero fiore all’occhiello del mercato viola, si è preso spesso sulle spalle l’intera squadra ed ha dimostrato di essere un calciatore vero. Scelgo però il centrocampista uruguagio perché è stato più continuo e soprattutto perché nell’arco della stagione ha saputo reinventarsi. Torreira era arrivato ed ha giocato l’intero girone di andata quale perno e fulcro del centrocampo e del gioco di Vincenzo Italiano. Al netto della personalità e della voglia di portare la squadra in Europa, Lucas è stato uno dei pochi calciatori in rosa che ha saputo trasformare non solo il proprio modo di giocare, ma anche l’impatto mentale alla gara nel momento in cui Commisso ha incredibilmente deciso di vendere il capocannoniere del campionato italiano alla Juventus. Da quel momento in poi Torreira ha dimostrato di essere un leader, un capitano senza fascia, un uomo che ha a cuore la maglia viola. Per stessa ammissione di Vincenzo Italiano, si è preso il compito di cambiare ruolo, diventare un vero e proprio incursore più vicino alla porta ed ha iniziato a segnare con una regolarità che ha permesso ai viola di sbloccare gare insidiose. Solo un’idea malsana di calcio, una crociata contro i fantasmi può far perdere a Firenze ed alla Fiorentina un calciatore di quelli che possono far fare il salto di qualità. Speriamo la società si ravveda e sia ancora in tempo per riscattarlo!

Peggior calciatore : Josè Maria Callejon

Può sembrare incredibile ma il laterale spagnolo ha disputato 30 gare in questa stagione. Alzi la mano chi avrebbe detto che ha giocato così tanto senza incidere praticamente mai. Arrivato a parametro zero per prendere il posto di quell’altro simpaticone di Chiesa, Callejon ha vissuto con Iachini un equivoco tattico che spesso è servito anche quale giustificazione. Un tecnico che giocava col 3-5-2 non poteva utilizzarlo al meglio….dunque con Italiano sarebbe stato decisivo! Ecco appunto sarebbe stato se avesse avuto voglia!! Tolta la cultura calcistica, la sapienza tattica, resta un meraviglioso nulla pagato 2,2 milioni netti all’anno. O Rocco ma se si dessero a Torreira?

La sorpresa: Igor

Un difensore roccioso, bravissimo nelle marcature preventive, rapido e svelto sia nel gioco che nell’apprendere i dettami di Italiano. Con un piede molto educato, ha scavalcato velocemente le gerarchie della difesa viola che lo vedevano partire dietro a Quarta e Nastasic rivelandosi il giusto complemento di Milenkovic. Arrivato dalla Spal sottotraccia, credo possa essere uno dei perni della difesa viola dei prossimi anni perché perfetto per l’interpretazione della difesa nel calcio moderno. Deve ancora maturare nella continuità poiché alterna prestazioni clamorose ad altre non eccezionali, ma considerando la relativa giovane età (24) e l’inesistente esperienza ad alti livelli credo possa essere un calciatore su cui investire pesantemente se la Fiorentina vuole crescere. Speriamo che il prossimo anno sia quello della defintiva consacrazione!

La delusione: Riccardo Sottil

In una stagione in cui la squadra è stata guidata da un tecnico che non ha avuto problemi a rilanciare chicchessia, da Duncan ad Amrabat, da Igor a Saponara, e che sposa il 4-3-3 come unica filosofia di gioco, Riccardo Sottil doveva essere un calciatore decisivo. Soprattutto nella prima parte di stagione quando gli esterni offensivi erano solamente quattro, il viola proveniente dalla Primavera riscattato dopo il prestito a Cagliari, ha alternato troppi bassi a pochissimi acuti. Nonostante la fiducia non sia mai mancata e sia anche testimoniata dal rinnovo contrattuale, Sottil è stato raramente decisivo ed ancora meno volte ha dimostrato l’atteggiamento giusto. Spesso svogliato, poco incline al sacrificio e molto bravo solamente a guardarsi allo specchio con giocate fini a sé stesse, ha raramente contribuito al gioco di squadra ed alle sorti viola. Peccato perché se a questa età non si capisce che questa potrebbe essere l’occasione per far svoltare una carriera, allora sarà sempre più difficile lasciare il segno.

Voto alla stagione viola: 7

Una stagione che era nata senza particolari pretese se non quelle di non soffrire e provare a divertirsi, termina con la qualificazione alla Conference League! La classifica finale restituisce l’Europa ad una piazza ed un pubblico che non hanno mai abbandonato al squadra del cuore anche nei momenti più bui. Tocca adesso alla proprietà, alla dirigenze, al comparto tecnico alimentare quella passione, quell’amore e quel fuoco eterno che può anche covare sotto la cenere ma a Firenze non si spenge mai. Aspettiamo solamente un pò di benzina per continuare ad incendiare i nostri cuori allo stadio Artemio Franchi. Non ci tradite e troverete sempre una città, un popolo al vostro fianco!

La “nuova” Firenze

In questi ultimi giorni, nella consueta lettura dei quotidiani, una notizia mi ha stupito più delle altre.

In una delle vie centrali di Firenze, Via de’ Neri, un’ambulanza ha impiegato un quarto d’ora circa per percorrere poco più di 150 metri poiché la gente che si era assiepata fuori dai negozi della strada in attesa di un panino, non ha avuto la decenza di spostarsi probabilmente per paura di perdere il posto acquisito in fila.

Soprassiedo volutamente sulla mancanza di rispetto ed educazione dei presenti sul posto, ma l’occasione è ghiotta (è proprio il caso di dirlo), per fare una riflessione su ciò che è diventata la città di Firenze negli ultimi anni. Nei mesi della pandemia, con le prime riaperture, su questo blog avevamo già in parte affrontato questo discorso chiedendoci quale sarebbe stato il futuro della nostra amata città (https://ilcornerdellungo.com/2020/06/24/la-mia-firenze/). Adesso che, grazie alla campagna vaccinale ed all’introduzione del Green Pass, la situazione ci ha permesso di ricominciare a vivere un’apparente normalità, i nodi invece sono tornati tutti al pettine. Certamente ricorderete quante volte, sia in campo lavorativo che amministrativo, avevo invocato una presa di coscienza affinché quei mesi non passassero invano! Avevo chiesto di mettere a frutto quei momenti di forzata paralisi per avviare una riflessione che portasse ad un cambio di paradigma per la nostra vita personale e per l’organizzazione ed i tempi della nostra città.

Passata (si spera) la pandemia, riaperti i negozi, i luoghi di lavoro e quelli di svago, le lancette sembrano però essere tornate indietro di 24 mesi. Il centro è stato nuovamente preso d’assalto dai turisti mordi e fuggi (sarebbe sufficiente leggere l’intervento di pochi giorni fa del Direttore degli Uffizi Schmidt per averne conferma), gli appartamenti che affittano su Air B&B ed altre piattaforme vengono occupati nella quasi totalità con settimane di anticipo, i negozi che offrono qualunque tipo di cibo e di bevanda affiorano in ogni angolo della nostra città. Ma durante le chiusure forzate quante volte abbiamo ascoltato anche il Sindaco Nardella dire “Firenze verrà ridisegnata con nuove funzioni e nuove mete turistiche”? Quante lacrime di coccodrillo abbiamo sentito versare per gli assalti notturni alle piazze centrali della città? Nelle ultime settimane assistiamo inermi anche all’ultima moda che consiste nel salire sulle statue più importanti quale quella di Dante Alighieri in Piazza Santa Croce…. Com’era la storiella di voler far tornare i residenti rendendo più accogliente per i fiorentini la zona centrale cittadina? Lo facciamo negando a quegli ultimi rimasti anche la possibilità di chiamare un’ambulanza? Certo però con tutti i minimarket che vendono alcool a ragazzini di ogni età, una bottiglia per tirarsi su la trovano di sicuro!!

Sono sconfortato nel dire che eravamo stati facili profeti anche stavolta! Non appena tornati i turisti, non appena le casse comunali iniziano a rimpinguarsi grazie all’avvento di migliaia di persone a settimana, torna in voga anche uno dei detti più famosi della politica italiana: “ci stiamo lavorando, stiamo elaborando soluzioni”. Manca solamente che venga istituita una bella Commissione di Studio con professionisti del settore: allora sì che saremmo assolutamente certi che la soluzione non arriverà mai!

Nel frattempo ogni giorno che passa un piccolo pezzettino della vera Firenze muore: che tristezza infinita!!!

La mia Firenze

La tradizione è la tradizione ed il 24 Giugno, San Giovanni patrono di Firenze, il fiorentino verace va a fare un giro in centro.

Anche quest’anno, nonostante le limitazioni dovute al Covid abbiano fatto saltare il Calcio Storico ed i tradizionali “fochi”, non ho resistito alla bellezza della nostra città. Stavolta però ho trovato un centro diverso: svuotato, silenzioso, con tante serrande abbassate o negozi desolatamente vuoti. Il brulicare di turisti che negli ultimi anni aveva sempre più popolato Firenze è svanito come neve al sole ed adesso ci scopriamo più soli, ma soprattutto più poveri e la colpa non può certamente essere addossata solo alla pandemia.

La realtà è che la nostra città è stata lentamente trasformata in  una vetrina buona quasi esclusivamente per i turisti e per un turismo spesso nemmeno di qualità. Dalla giunta Renzi in poi, le scelte sono andate tutte in questo senso e negli ultimi 10-12 anni Firenze ha preso le sembianze sempre più di un luna park per i soli turisti. Il primo passo è stato la liberalizzazione selvaggia delle licenze che ha prodotto un’apertura indiscriminata di minimarket, paninoteche, ristoranti per turisti, senza dimenticare i negozi dediti solamente alla vendita di osceni ed inutili souvenirs. E’ stata in questo modo cancellata completamente dal centro la bottega artigiana e sono stati costretti a chiudere esercizi di ristorazione di qualità travolti dalle nuove aperture. Tutto ciò non era però sufficiente per svuotare completamente il centro dai fiorentini: serviva anche togliere alcune delle più importanti funzioni che portavano giovani e meno giovani, professionisti ed impresari ad abitare ancora dentro le mura. La scelta folle di trasferire il tribunale è stato il primo errore madornale, ma trasferire l’Università è stato il colpo finale. In un attimo, gli studenti  fuori sede che popolavano il centro mattina, pomeriggio e sera sono spariti e sono stati rimpiazzati da frotte di turisti del mordi e fuggi con i quali le casse comunali si sono velocemente ingrassate. Dalla tassa di soggiorno ai ticket per i bus, abbiamo trovato la gallina dalle uova d’oro. Intanto i fiorentini hanno venduto o affittato gli appartamenti e, nel contempo, si sono trasferiti altrove. Un delitto perfetto che adesso paghiamo a caro prezzo.

Perché un fiorentino oggi dovrebbe vivere in centro? Senza servizi, con il trasporto pubblico che di notte non funziona, con i parcheggi che non bastano mai e la movida che imperversa indisturbata. E’ giusto amare la propria città ma così è decisamente troppo!!

Finalmente, una volta che il Covid ha fatto aprire gli occhi a tutti, sembra si voglia iniziare a pensare e disegnare una nuova idea di città: sopravviverà il desiderio di cambiamento al ritorno dei turisti? Oppure una volta tornati a crescere gli introiti delle casse comunali, tutti i buoni propositi cadranno nel dimenticatoio?

Una cosa comunque è certa: i fochi di San Giovanni…..erano meglio l’anno scorso!!!!