La Fiorentina torna finalmente a giocare a porte aperte in Toscana nello stadio di Grosseto sfuggito alle grinfie della Sovrintendenza e della burocrazia tiranna e ritrova gol e sorrisi dopo la figuraccia rimediata a Belgrado contro la Stella Rossa. Certo i ritmi non sono ancora quelli che serviranno per la prima di campionato a Genova oppure nel preliminare di Conference League, ma alcuni calciatori iniziano a far vedere lampi di ciò che ci aspettiamo ed altri cominciano ad entrare negli ingranaggi della squadra.
Tra le note positive certamente il brasiliano Arthur Melo che, dopo aver già dato prova di ottime doti tecniche nel secondo tempo di Belgrado, contro il Grosseto ha mostrato che il processo di integrazione nello scacchiere viola procede nel verso giusto. Molto cercato dai compagni, sempre nel vivo del gioco, ha preso le redini della squadra non solamente mostrandosi sempre in appoggio, ma anche e soprattutto giocando palloni invitanti in verticale che nella scorsa stagione, con Amrabat al posto di comando, non avevamo mai visto. Oltre al protagonismo nel gioco, ha mostrato anche di non disdegnare la conclusione personale timbrando la prima rete stagionale: se il buongiorno si vede dal mattino……
Se Arthur è una novità, Brekalo è invece uno di quelli che, dopo sei mesi di nulla, sta cercando finalmente di tornare ad essere quel calciatore già ammirato in Italia tra le fila del Torino. Più convinto, più sicuro nel cercare la giocata personale, più cattivo nel trovare la porta, contro il Grosseto è finalmente sembrato quel calciatore che, convergendo verso il centro, può far male alle difese avversarie. Certo anche ieri prima di esultare ha dovuto colpire il palo ma dei timidi segnali di risveglio sembrano iniziare ad esserci: avere qualità nel cercare la porta sugli esterni sarebbe manna dal cielo per una squadra che fatica così tanto a trovare il gol! E la qualità invocata anche da Vincenzo Italiano in una recente intervista, dovrebbe arrivare anche da uno dei centrocampisti più chiacchierati di questo periodo, anche se più per ragioni contrattuali che per aspetti tecnici, cioè Gaetano Castrovilli. Il numero 10 viola (chissà ancora per quanto), nei primi 45 minuti si fa apprezzare grazie a belle serpentine ed interessanti imbucate per gli sciagurati Ikoné e Cabral: tatticamente dimostra ancora una volta di sentirsi stretto nel ruolo di trequartista e di aver bisogno di spazi in cui poter correre, spazi che potrebbe trovare solamente tornando a fare la mezzala. Che sia una risorsa utile per poter giocare con più moduli vista anche la capacità di Arthur di fare il regista?
Se il centrocampo ha dato segnali incoraggianti e la difesa non è assolutamente giudicabile (a parte un’uscita da brividi di Cerofolini), l’attacco continua a dimostrare un’inconsistenza preoccupante. Certamente l’estremo difensore maremmano Raffaelli ha fatto vedere ottime cose, ma i gol che è riuscito a fallire Cabral fanno gridare allo scandalo. L’attaccante ex Basilea continua ad aver bisogno di troppe occasioni per trovare la via della rete e sembra anche aver perso quella tranquillità davanti al portiere avversario che per un centravanti è fondamentale. Ikoné e Kouamé non fanno certo di meglio, mentre Jovic e Sabiri dimostrano almeno di non aver perso dimestichezza con la porta avversaria come invece sembra essere successo a Martinez Quarta che nella seconda frazione sbaglia una rete a porta vuota…. che sia per questo che la Fiorentina sembra stia chiudendo con Yerri Mina?
In una stagione in cui il numero di abbonati sarà certamente in flessione, segno ancora una volta che la gente ha capacità di analisi e decisione che prescinde dalla stampa e dalle afone associazione dei tifosi, un’ultima fase di mercato più convincente darebbe una spinta in più non solamente a chi tifa Fiorentina, ma soprattutto ad una squadra che quasi sotto silenzio ha ottenuto con merito l’accesso alla prossima Conference League. Proviamo a ripetere l’impresa dello scorso anno?
A voi per i commenti!!

