Pensieri in libertà sulle difficoltà viola

Per scrivere qualcosa in merito a Fiorentina Napoli mi sono preso il mio tempo.

Mi sono preso il mio tempo non solamente per la delusione personale di una gara praticamente mai iniziata per i viola, ma anche perché non tutto è sempre riconducibile alle partite di calcio ed incastrare ciò che ci circonda con il calendario della nostra serie A e della Conference League diventa talvolta un rompicapo talvolta irrisolvibile.

In Italia non è molto di moda complimentarsi con gli altri e riconoscerne la superiorità; di solito siamo bravissimi a costruirci alibi, a dare la colpa all’arbitro, a trovare spiegazioni che vertano solo ed esclusivamente sul noi, sulla nostra squadra, sul nostro allenatore. Stavolta invece, credo sia necessario partire dalla prestazione del Napoli, dall’approccio, dal gioco, dalle individualità, dall’impianto di squadra che Conte e la società del Presidente De Laurentis hanno costruito. Una squadra bella da vedere, tecnicamente eccezionale, con qualità diffusa, capace di interpretare più moduli, con calciatori intercambiabili che non danno quasi mai l’impressione di andare in difficoltà. Una squadra la cui qualità tecnica non è solamente nei centrocampisti De Bruyne e McTominay, ma è anche in Lobotka, Di Lorenzo, Politano: una compagine che gioca palla in verticale come pochi ma che riesce a coprire il campo in ampiezza senza dare punti di riferimento agli avversari grazie al movimento continuo dei giocatori offensivi. Un grande plauso a Conte che, dopo aver vinto in Italia e non solo con un 3-5-2 molto statico e difensivo, negli ultimi anni si è evoluto facendo giocare la propria squadra con più moduli e con un’interpretazione sempre nuova e fresca. Tutto ciò è frutto di studio, di continuo aggiornamento, di voglia di migliorarsi, una voglia che ha trasmesso anche al Napoli ed alla città.

Se da una parte si è vista una compagine a tratti ingiocabile per quanto è stata superiore, dall’altra si è visto esattamente il contrario. La Fiorentina, per l’ennesima volta in stagione, è apparsa una squadra sotto ritmo, vuota, senza capacità di cambiare passo, senza geometrie ben definite nella metà campo avversaria. Ma se offensivamente i viola ancora latitano, difensivamente fanno forse addirittura peggio: Pioli aveva chiesto in sede di mercato un difensore rapido, veloce, in grado di coprire lo spazio alle spalle nelle occasioni in cui Pongracic e compagni fossero stati scavalcati da un lancio. Considerando che Pradè e Goretti non sono riusciti ad accontentarlo, e nel contempo hanno messo in confusione un ragazzo di 20 anni al quale è stato affisso il cartello vendesi con il prezzo sul collo, siamo veramente convinti che questo modo di difendere possa pagare? Io sono un assertore convinto della zona ma non perché sia un seguace dì Sacchi o del calcio olandese, ma solamente perché ho sempre tifato (ed allenato) squadre che partivano sfavorite nei confronti delle corrazzate. Quindi, se ho dei calciatori che individualmente sono meno forti degli avversari è davvero logico ed utile giocare a uomo uno contro uno in tutte le zone del campo? Oppure forse è meglio prendere come riferimento la zona di competenza, mantenere il reparto legato, stretto e compatto ed avere sempre un compagno abbastanza vicino da poter avere un possibile raddoppio? Sabato sera contro il Napoli, davanti al centrocampo più forte in Italia, non solo abbiamo deciso di giocare uomo contro uomo, ma ci siamo addirittura presentati in inferiorità numerica! Davvero era pensabile di reggere il confronto in questo modo?

Per non parlare poi dell’approccio…. i viola si sono ritrovati sotto di due gol dopo 14 minuti (con almeno 3 minuti persi al VAR) ed anche all’inizio della ripresa sono stati spazzati via dal ritmo e dall’intensità partenopea. E’ inammissibile una cosa del genere!!

Stanno poi venendo al pettine, in ogni zona del campo, alcuni nodi che prima o poi dovranno essere sciolti: in difesa, ancora una volta il migliore in campo è stato De Gea e questo dovrebbe far riflettere. Comuzzo è in evidente stato confusionale, quasi come se non sentisse più la fiducia dell’ambiente e della società; Pongracic ha confermato la difficoltà di coprire lo spazio alle spalle soprattutto quando non sovrasta fisicamente l’avversario. In mezzo al campo poi, Fagioli sta esaurendo il bonus di fiducia che aveva accumulato nella scorsa stagione: anche contro il Napoli è apparso abulico, senza idee, spesso fuori posizione. Lo stesso Sohm, per cui sono stati spesi ben 15 milioni, non sembra adattissimo ad un calcio in cui invece di buttarsi negli spazi si deve rincorrere l’avversario; i due migliori invece, sono apparsi Fazzini e Nicolussi Caviglia. Se quest’ultimo ha probabilmente beneficiato anche dell’abbassamento del ritmo ospite, il giovane ex Empoli ha rubato l’occhio: a parte il cambio di passo, l’intraprendenza e le qualità tecniche, Fazzini ha dimostrato di avere alcune doti che nella rosa viola sembrano scarseggiare. In occasione dell’assist delizioso servito a Piccoli infatti, Fazzini ha messo in mostra estro, fantasia, tempi di gioco, visione periferica e sfrontatezza. Insomma la capacità di inventare colpi che possano determinare le partite! Davanti infine, dopo 3 gare la Fiorentina ha segnato due gol con Mandragora e Ranieri. Dzeko certamente non può essere questo ma davvero dopo aver giocato due partite con la nazionale era l’interprete giusto da mettere in campo accanto a Kean? Ed il centravanti della nazionale italiana gioca meglio da solo oppure con un compagno a fianco (come ad esempio Retegui)? Piccoli infine sarà anche stato pagato una cifra giusta come ha detto Pradè in conferenza stampa, ma nelle due gare giocate, a Torino e contro il Napoli, ha già colpito in pieno due portieri avversari sprecando occasioni importanti. La Fiorentina ha bisogno che cresca velocemente!

La sfida di sabato lascia insomma una dura sconfitta ma anche tanti dubbi, domande alle quali Pioli dovrà trovare le risposta il più velocemente possibile.

Crisi o non crisi: è veramente questo il problema?

In una delle legislature più pazze della storia repubblicana le sorprese non finiscono mai! 

Dopo aver visto cambi di casacca, giravolte, carpiati (a proposito complimenti sinceri a Elio Vito che, a differenza dei vari Renzi, Calenda e Di Maio solo per citare i più famosi protagonisti di uscite dai rispettivi partiti, ha avuto la decenza di dimettersi) adesso l’ex premier Conte, colui che ha guidato un governo con la Lega prima e col PD poi, ha deciso che quel che resta del Movimento 5 Stelle non votasse la fiducia al Senato dopo averla già negata alla Camera. Ma mentre i deputati hanno la possibilità di astenersi, i senatori che non partecipano al voto sono equiparati a coloro i quali votano contro ed allora i pentastellati sono usciti dall’Aula.

In questa orgia di egocentrismo in cui ormai tutti i (cosiddetti) leaders si ritengono imprescindibili, Conte ed i gruppi pentastellati hanno deciso che la misura era colma ed il Governo dei Migliori non era più meritevole del proprio sostegno. Cerchiamo però, almeno su questo blog, di aprire un riflessione nel merito della questione e non solo rifacendosi alle proprie convinzioni politiche. Una cosa però lasciatemela dire: trovo sinceramente che la cosa più spassosa sia sentire personaggi come Renzi accusare gli altri di essere a fine corsa o politici come Di Maio accusare Conte di personalismi quando hanno creato dal nulla partiti che si fondano solo ed esclusivamente sui posti di potere da loro guadagnati grazie al consenso di un partito dal quale sono usciti senza avere nemmeno la decenza di dimettersi.

Ciò detto, possiamo senza dubbio affermare che gran parte dei temi che il Movimento ha messo sul tavolo sono ampiamente condivisibili: è vero o no che il salario dei lavoratori dipendenti italiani è sceso negli ultimi 20 anni mentre in tutta Europa è notevolmente aumentato? Possiamo dire che, nel momento in cui il riscaldamento sarà nuovamente acceso nelle case di tutti gli italiani, ci saranno difficoltà a pagare le bollette? È un’eresia pensare che mentre tutti ci riempiamo la bocca con la transizione ecologica, dare la possibilità al sindaco di Roma Gualtieri di aprire un termovalorizzatore sia un errore da matita rossa? È lesa maestà affermare che la precarietà creata dai mille contratti di lavoro possibili sta raggiungendo limiti insopportabili? E che tantissimi lavoratori hanno paghe da fame senza vedersi riconosciuto un salario con il quale poter vivere senza preoccupazioni?  

Il grande manovratore Draghi, colui che con il solo schioccare delle dita doveva risolvere tutti i problemi del paese ha dato risposte sinceramente insufficienti ed ondivaghe a tutte queste problematiche. Certo non è con i bonus a pioggia di cui Conte era diventato un totem che si risolvono i problemi del paese, ma nemmeno voltandosi dall’altra parte come sembra aver fatto questo esecutivo!

Non so sinceramente se il cosiddetto documento dei 9 punti pentastellati sia un motivo sufficiente per aprire una crisi di governo, e nemmeno so quale sia stata la reale portata delle risposte di Draghi a questo documento. Ciò che si vede però lontano un miglio è che con la scissione di Di Maio che continua ad acquisire parlamentari atterriti dall’idea delle elezioni anticipate, la regia di Giorgetti nella Lega che ha già affermato che spesso le partite hanno anche i tempi supplementari ed un PD guidato da Letta che in nome della responsabilità governerebbe anche con Meloni, Draghi potrebbe comunque avere una maggioranza con la quale continuare il proprio operato incardinando anche una bella riforma elettorale in senso proporzionale che potrebbe mantenerlo a Palazzo Chigi ben oltre il 2023. Dall’altro lato mi sembra altrettanto chiaro che Conte punti a riposizionare il proprio movimento sulla scia di quel che ha fatto Melenchon in Francia: un contenitore barricadero in cui l’ambientalismo si sposa con le rivendicazioni sociali delle categorie meno protette dal welfare e dalla giungla dei contratti lavorativi. Un movimento che si sarebbe chiamato fino a qualche anno fa di sinistra, ma che oggi viene definito populistico. Un’aggregazione che avrà certamente tanti difetti ma che, se riscuoterà successo, avrà anche un grande merito: quello di incanalare nello schema democratico e parlamentare il malcontento di tante persone che potrebbe avere sbocchi ben più drammatici!

Che si gioca??

La partita a sorpresa sorride addirittura a cinque giocatori e sommando questo ad un paio di scivoloni sulle gare scontate come Nizza e Fiorentina, la classifica subisce un piccolo scossone.

Joe il Pistoiese resta in testa, ma le lunghezze di vantaggio iniziano a diminuire ed un paio di inseguitori hanno anche un pronostico in meno avendo giocato il Tottenham nella gara scontata. La potenza di mister Antonio Conte, che aveva chiesto tempo dopo la penosa figura rimediata in Europa, è tale da riuscire a far nevicare in quel di Burnley e dunque la gara viene rinviata. Io e Luchino siamo dunque costretti a camminare con un asterisco vicino al punteggio in classifica ma nonostante questo accorciamo sulla vetta. Vediamo allora la nuova classifica aggiornata grazie al certosino lavoro del mitico Carlo:

Joe il Pistoiese 34
Lungo 31* (1 parrucchino da recuperare)
Sandrino il Bressesino e Luchino il diavolo rossonero* 26
Bomber Siiimo 25
Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano 24
Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 23
Niccolò 20
Francesco il Meneghino Junior 15
Salva il Molisano e Alan 0

Dopo alcune settimane in cui ho fatto esprimere tutti sulla gara dei ragazzi di Simone Inzaghi, stavolta vediamo di azzeccare il pronostico della partita della capoclassifica Napoli che potrebbe mettere in difficoltà Spalletti ed i suoi:

La gara più scontata: INTER – SPEZIA = 1

Fate tutti gli scongiuri che volete, ma la gara interna che attende Dzeko e compagni è un’occasione ghiottissima per continuare quella striscia positiva aperta da qualche settimana. Davanti allo Spezia di Thiago Motta l’Inter dovrebbe essere in grado di sbarazzarsi dell’avversario senza soffrire troppo. Che sia poi la volta buona per iniziare a valorizzare anche Dumfries? L’infortunio di Darmian potrebbe aprire scenari interessanti per l’esterno olandese che fino ad oggi è stato probabilmente l’unico acquisto non azzeccato da Marotta. Credo comunque che, al di là di quelle che saranno le formazioni in campo, la differenza tra le due compagini sia troppo netta per poter pensare ad un risultato diverso. 1 fisso e la corsa nerazzurra continua!!

La partita da NON giocare: VERONA – CAGLIARI

Guardando la classifica sembrerebbe una partita senza storia e probabilmente sarà così ma la squadra di Tudor ultimamente ha un pò rallentato mentre Mazzarri e soci non possono proprio più sbagliare. Anche se ripresi al novantesimo da Bonazzoli, i sardi contro la Salernitana hanno giocato una partita più che discreta ed avrebbero meritato ampiamente i tre punti. Non dobbiamo poi mai dimenticare la qualità di calciatori quali Pavoletti, Joao Pedro, Marin e Keita oltre a Nandez; se il mister toscano riuscisse a mettere a posto la retroguardia, gare come quella del Bentegodi potrebbero essere alla portata. Tra i gialloblu invece, sembra che il Cholito Simeone abbia perso un pò di quella magia che aveva dispensato nelle prime giornate di campionato e, se non segna Barak, la squadra di Tudor inizia a faticare. Resta comunque la favorita della gara, ma chissà? Nel dubbio, io non la gioco!

La sorpresa della giornata: SASSUOLO – NAPOLI = X (Risultato 2 – 2)

Non sono certo del risultato finale ma sono sicuro che sarà una gara bella da vedere. Le due squadre che si affrontano infatti giocano un calcio propositivo, che sfrutta l’ampiezza del campo, che cerca di mettere in difficoltà gli avversari nella metà campo avversaria. Certo le assenze del Napoli dovrebbero pesare, ma qualcuno si è accorto che mancavano Oshimen ed Anguissa contro la Lazio dell’ex Sarri? Il Sassuolo viene dall’impresa di San Siro dove ha steso il Milan ed ha consegnato proprio ai partenopei la vetta solitaria della classifica. Saprà ripetersi? Ciò che è certo è che se Berardi e Scamacca continuano così, Mancini potrebbe avere al Mapei Stadium in campo il trio potenzialmente titolare per gli spareggi di Marzo contando anche Insigne! Intanto però pensiamo al campionato ed allora, io dico pareggio con gol! Un punto per uno ed Inter che festeggia!!

A voi per i pronostici!

Che si gioca??

Sono ben quattro i giocatori che azzeccano l’esito del big match mentre Joe il Pistoiese continua la sua corsa di testa!

Il Meneghino di Paderno Dugnano, che ha vissuto una settimana da sogno, centra addirittura il risultato esatto e si lancia alla rincorsa del gruppo di testa in cui l’Argentino sale sul podio. Tra alcuni che scivolano sulla gara scontata ed altri che si danno alla macchia alla ricerca di Alan, la nuova classifica aggiornata grazie al certosino lavoro del mitico Carlo recita così:

Joe il Pistoiese 33
Lungo 28
Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 24
Luchino il diavolo rossonero 23
Sandrino il Bressesino 22
Niccolò e Bomber Siiimo 21
Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano 20
Francesco il Meneghino Junior 14
Salva il Molisano 1
Alan 0

Visto che in questo blog i tifosi bianconeri sono quasi quanti gli ammiratori del simpatico Gasp, questa settimana vi offro in pasto la partita che potrebbe vedere definitivamente affondare il galeone bianconero….oppure vederne la resurrezione:

La gara più scontata: BURNLEY – TOTTENHAM = 2

Certo che questa settimana di allenatori simpatici ne devo considerare fin troppi! Oltre a Gasperini ed Allegri, adesso mi tocca parlare pure di Antonio Conte!!! A parte le battute, del mister leccese tutto si può dire tranne che sia un perdente….dopo poche settimane alla guida dei londinesi, gli Hotspurs sembrano già aver intrapreso una strada fatta di continuità, grinta, compattezza, spirito vincente. Pur giocando in trasferta, vedo la squadra di Kane nettamente favorita contro il Burnley invischiato nella lotta per non retrocedere. Il Tottenham invece, se vuole recuperare un piazzamento europeo, deve smettere di fare passi falsi e questa potrebbe essere l’occasione giusta di dare seguito ai buoni propositi delle ultime gare. Vittoria esterna e Conte al galoppo!

La partita da NON giocare: SPEZIA – BOLOGNA

Avevo ragione o no a non fidarmi della squadra del tortellino? Avete visto che fine ha fatto contro il Venezia? E questa settimana invece… questa settimana invece uguale!! In quel di Spezia, contro la compagine di Thiago Motta, quale Bologna vedremo? Quello spesso corsaro grazie alle volate di Barrow, le sponde di Arnautovic e gli inserimenti di Soriano, oppure quello che richiama in campo El Ropero Santander? Ed in casa ligure, continueranno ad esistere alcuni sprazzi della banda di Italiano, oppure si tornerà all’inconsistenza vista anche in quel di Bergamo? E perché mai dovrei saperlo io?

La sorpresa della giornata: JUVENTUS – ATALANTA = 2 (Risultato 1 – 3)

E quando ricapita l’occasione di estrometterli definitivamente dalla corsa scudetto e di allontanarli fortemente da quella Champions? Siamo sicuri che vedremo nuovamente a breve una Juventus così in disarmo come quella che ha vinto a stento con la Fiorentina ed è stata sommersa di reti e di palloni dal Chelsea? Non è l’anno giusto per lasciarla finalmente in un angolino? L’Atalanta, se gira al massimo, può riuscire a fare tutto questo senza doversi nemmeno sporcare troppo le mani! La banda di Gasperini, in emergenza sugli esterni dopo l’infortunio di Zappacosta, può e deve fare la differenza nella zona centrale del campo dove il solo Locatelli sembra un giocatore all’altezza dei bianconeri. Zapata poi appare in forma strepitosa ed il suo amico Muriel sembra aver scaldato il piede contro lo Young Boys: allora perché non premere il grilletto? Vittoria esterna e Juve al tappeto!!

A voi per i pronostici!

La porta dei sogni

Tranquilli! Non vi tedierò scrivendo del programma televisivo di Mara Venier, di cui nemmeno conoscevo l’esistenza, né della non indimenticabile canzone di Luciano Ligabue che potete ascoltare qui, ma di ciò che sta succedendo in questo paese nell’ultimo mese e mezzo e dei preoccupanti accadimenti delle ultime ore in alcune città italiane.

Con il giuramento del governo di Mario Draghi, l’Italia ha varcato la soglia della porta dei sogni, quella che doveva condurci in un periodo diverso, più fecondo, più tranquillo, più organizzato. Grazie alla sapiente opera dell’ex Governatore della BCE infatti, l’Italia avrebbe dovuto risolvere brillantemente tutti i problemi che attanagliavano l’esecutivo Conte 2 e, soprattutto secondo la grande stampa italiana che lo ha disegnato come Mago Merlino, avrebbe dovuto imboccare la strada giusta nei numerosi bivi che doveva affrontare.

Una delle prime decisioni in controtendenza rispetto al governo precedente, è stata quella di togliere alcune deleghe fondamentali al Commissario Straordinario Domenico Arcuri, figura centrale della prima fase della pandemia. Per la gestione del piano vaccinale nazionale è stato infatti scelto il Generale Figliuolo, un militare che ha più medaglie alla giacca di quanti capelli io abbia in testa, che lo ha riscritto interamente con l’intenzione fin da subito di porsi obiettivi ben precisi. Figliuolo ha dichiarato che l’obiettivo è immunizzare l’80 per cento della popolazione entro settembre 2021 ed arrivare a somministrare 500.000 dosi al giorno contro le circa 170.000 che vengono inoculate ogni giorno nelle ultime settimane. Tralasciando il fatto che nel giorno di Pasqua sono state vaccinate meno di 100.000 persone, gli obiettivi sembrano quantomeno ottimistici: non bastano i giornali che quotidianamente scrivono che il governo accelera per aumentare il numero dei vaccinati! Le Regioni che stanno lavorando a ritmi più alti, come il Lazio ed il Veneto, stanno già invocando nuove dosi perché altrimenti dovranno bloccare le prenotazioni, la Toscana si è già fermata perché sprovvista di Pfizer e Moderna!! Al netto delle difficoltà riscontrate con AstraZeneca, la  verità è semplicemente che se i vaccini arrivano, gran parte delle Regioni riescono a somministrare quasi tutte le dosi in loro possesso anche con il vecchio piano vaccinale….ma se le case farmaceutiche non consegnano il pattuito, la macchina si ferma! Figliuolo o Arcuri non cambia nulla!

Qualcuno potrebbe obiettare che Draghi è un mago in campo economico e dunque soprattutto su quello deve essere giudicato. Le prime misure adottate sono contraddistinte dalla continuità: il decreto Sostegni (che prima si chiamava Ristori) ha avuto lo stesso ammontare di 32 miliardi di Euro che aveva stanziato il precedente Governo Conte con la differenza però che gli importi messi a disposizione dei singoli beneficiari si sono rivelati più bassi. Molti ristoratori ad esempio, hanno lamentato la diminuzione dei sostegni, mentre alcune categorie hanno ricevuto con netto ritardo ciò che già spettava loro precedentemente. Il Recovery però, direte voi, adesso è centrato perfettamente sulle reali necessità del paese! Volete una riprova? Lo Stadio Artemio Franchi di Firenze sarà ristrutturato con fondi provenienti quasi interamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed una parte dei fondi Europei, secondo la riscrittura del Governo Draghi, saranno destinati anche alle spese militari! A proposito, per mettere a punto i progetti poi, sono state chiamate Agenzie internazionali di consulenza vicine a Draghi: insomma come voleva Italia Viva, no alla supplenza dei tecnici! La politica deve decidere, non i tecnici! Si come no….

Nel frattempo il Paese reale è allo stremo ed in parte allo sbando. Seppur con tutti i suoi limiti, con tutte le sue difficoltà ed i suoi errori, il Premier Conte dava l’idea di essere presente, vicino, interessato alle sorti delle persone. Era probabilmente, come molti dicono, il prodotto di uno spin doctor oppure di un’agenzia di comunicazione, ma il paese si sentiva considerato, coccolato, accarezzato. Con Draghi invece, il governo è quanto di più algido si possa trovare. Non è possibile guidare un momento storico come questo con la freddezza di un computer, con il distacco di un giudice in un’aula di tribunale! Questo è il momento di accompagnare le persone che non ce la fanno, le categorie che non sanno ciò che sarà di loro, i lavoratori che non trovano più un impiego dignitoso.

E’ il momento di alzarsi in piedi, caro Presidente Draghi, e camminare verso le persone senza avere sempre lezioni da impartire o verbi da correggere. E’ il momento del calore umano e non della bacchettata, della pacca sulla spalla e non dello sculaccione, della carezza e non dello schiaffo.

Se la strada da percorrere sarà ancora lunga, ce lo dica chiaramente e dia l’idea di percorrerla con noi altrimenti vincerà la piazza violenta e tutte quelle persone che soffiano sul fuoco della protesta.

Un nuovo PD?

Il tempo corre veloce, la politica ingoia leadership vere o presunte, scompagina alleanze, interpreta le pulsioni del paese: ma una certezza c’è, attraversa tempi, mode ed esperienze ed è la rissa continua tra le correnti del PD!

Un partito che era nato per unire due famiglie politiche italiane ed europee nel segno del riformismo e di un centro sinistra moderno, in questi anni ha fagocitato segretari pur facendo parte di quasi tutti i governi, ha aperto e chiuso esperienze di coalizioni, ha cavalcato l’illusione della vocazione maggioritaria prima, quella della rottamazione poi, per non parlare del semi presidenzialismo o di altre decine di temi. Ciò che invece non ha mai avuto, che è sempre mancato, è un progetto di largo respiro, un’idea di sistema paese, un orizzonte sociale da costruire ed in cui credere. E’ mancato insomma un disegno che raffigurasse l’Italia di domani, che non si fermasse alla lotta per l’incarico regionale o nazionale, che non usasse il partito come un autobus per arrivare allo scranno. E’ sembrata una semplice rincorsa verso il posto al sole che desse visibilità, consenso, potere senza che si volesse utilizzarlo per il bene della comunità. Un partito che ha dato l’impressione di un continuo riposizionamento volto solamente alla conquista di posti di governo indipendentemente dalle alleanze, dai candidati premier, dagli alleati.

Dopo l’oggettivo disastro delle elezioni politiche del 2018, il PD aveva scelto Nicola Zingaretti come nuovo segretario del partito. Il Governatore della Regione Lazio, da sempre più vicino all’ala sinistra, ha oggettivamente riportato il PD al centro dello scenario politico del paese con scelte anche azzardate. Basti pensare alla piroetta necessaria a far partire il Governo Conte 2, al mantenimento di alcuni dei parlamentari più vicini a Renzi nei ruoli apicali di partito, alla corsa per le regionali in cui ha iniziato a stringere anche patti territoriali con il Movimento 5 Stelle. E’ chiaro a tutti però che Zingaretti ha pagato il logoramento da parte di un segmento sempre più consistente del proprio partito soprattutto dopo la caduta di Conte e l’insediamento di Draghi, altro passaggio in cui la posizione del PD è apparsa ondivaga e poco decisa. Le dimissioni di Zingaretti sono però state un atto coraggioso di un uomo che ormai era diventato il parafulmine per qualunque tipo di problema sfiorasse il centro sinistra ed il paese. Ecco allora che la scelta del Governatore ha messo a nudo tutte le tattiche che si muovevano dentro e fuori dal partito.

E’ indubbio che la caduta del Governo Conte abbia terremotato il sistema politico italiano, anche se forse non nella direzione che Renzi ed i suoi avrebbero auspicato. Da una parte infatti, i 5 stelle sono ormai diretti verso la guida dell’ex premier Conte, nemico giurato del fu rottamatore, mentre il PD ha scelto come ancora di salvezza proprio quel Letta che fu pugnalato alle spalle da Renzi e non solo, nell’ormai lontano 2014. La scelta di Letta, accolto da tutti come possibile salvatore della patria, ha avuto conseguenze dirompenti nelle prime settimane. Il neo-segretario ha innanzitutto posto come centrale fin da subito la parità di genere, questione negli ultimi tempi dimenticata, come dimostrato anche dalla scelta di tre ministri PD uomini nel governo Draghi. Grazie a questa giusta battaglia, Letta ha avuto buon gioco a rinnovare l’organigramma del partito con due vice segretari giovani, rappresentativi del centro e della sinistra, un uomo ed una donna: Irene Tinagli, appartenente all’ala più liberaldemocratica, e Peppe Provenzano, ex Ministro del Sud, più vicino alle tematiche sociali e del lavoro. Oltre a ciò, Letta ha fissato subito in agenda appuntamenti importanti che puntano alla costruzione di un’alleanza larga che possa essere competitiva e pronta nel momento in cui ci saranno le prossime elezioni amministrative, quelle politiche, ma che risulti anche decisiva nella scelta del nuovo Presidente della Repubblica. E l’orizzonte all’interno del quale il neo segretario del PD si è mosso è stato quello della maggioranza che ha sostenuto il Conte 2 ed ha cercato di formare il Conte ter: ha già incontrato Speranza, ha parlato diffusamente con l’ex Premier Conte, ma non ha ancora incontrato Renzi. E la distanza dall’ex scout non accenna a diminuire anche nella volontà di cambiare i capigruppo di Camera e Senato. A differenza di Zingaretti che aveva lasciato andare avanti Del Rio e Marcucci, elementi di spicco del PD turborenziano ed esponenti della corrente denominata Base Riformista, Letta ha deciso di cambiare e per farlo ha utilizzato di nuovo l’argomento della parità di genere con due donne al comando. Ecco allora che subentreranno Simona Malpezzi al Senato, esponente della stessa corrente, ed un’altra donna, forse Debora Serracchiani alla Camera: mentre Del Rio, con la consueta cortesia istituzionale, ha rimesso subito il mandato di capogruppo nelle mani del segretario, più difficile è stato per Marcucci rinunciare al ruolo che gli aveva affidato Renzi.

Insomma la rivoluzione morbida è in atto, Letta si è messo in cammino forte di un mandato che il partito gli ha affidato quasi all’unanimità. Anche stavolta però, sembra che l’unità ritrovata sia pressoché solo di facciata tra personaggi che cercano di non mollare l’osso, altri che sembrano continuare a cercare sponde fuori dal proprio recinto,  altri ancora che sono già pronti a ricominciare con i loro distinguo. Credo che per il Partito Democratico sia l’ultima occasione di rimettersi in carreggiata, ma servirà innanzitutto tornare ad ascoltare la base non solamente durante le campagne elettorali e sarà necessario soprattutto ricominciare ad interpretare la società per offrire un’idea di futuro, un’idea di come si vuole che sia l’Italia di domani. Avere insomma la voglia e l’ardire di dare risposte non solamente alle geometrie parlamentari, ma soprattutto alla ripartenza post Covid, alla crisi economica, ai problemi del lavoro, alla parità salariale, ai problemi che i nostri bambini ed i nostri giovani avranno dopo aver perso più di un anno della propria vita.

Insomma, il PD che Italia immagina? Che Paese sogna? 

Filastrocca politica

Ormai un mese è passato,

da quando per il Governo Draghi il Parlamento ha votato,

e la sbornia sui giornali è ancora grande

anche se qualcuno è ormai rimasto in mutande.

I ministri del Premier Draghi

sono stati presentati come maghi

anche se per ora sembran più Cristiano Biraghi.

Quando AstraZeneca è arrivato,

con tanta gioia abbiamo festeggiato,

ma adesso che è stato ritirato il vaccino,

dal Premier vorremmo almeno un messaggino.

Magari non una conferenza stampa in stile Casalino,

ma due parole per tranquillizzare noi povero popolino.

Il governo Conte 2 i soldi per i ristori aveva trovato,

ma lo statista di Rignano con la crisi tutto ha bloccato,

intanto tra un po’ ripartono i licenziamenti

che certamente non toccheranno i loro parenti.

Il prossimo decreto si chiamerà sostegno,

ma fate in fretta che la povertà lascia un grande segno!

Si parla di riforma degli ammortizzatori sociali,

parole che spesso han fatto felici gli industriali.

Draghi ed i suoi sono stati presentati come i migliori,

ma noi chiediamo solamente che la gente lavori.

Col Generale Figliuolo che farà miracoli col piano vaccinale,

speriamo che i figli a scuola ed a fare sport possano tornare,

migliori o peggiori a noi poco importa,

ma se va avanti così avremo un’Italia morta.

Diario di un cassintegrato – parte decima

Una settimana scoppiettante, tanti avvenimenti, qualche giorno di lavoro in più ed una bella crisi di governo di cui tutti sentivamo la necessità! E per non farci mancare nulla, il consiglio della settimana.

Cerchiamo dunque di fare ordine e di iniziare dalle cose più importanti: grazie all’infaticabile energia di un collega straordinario, stiamo gradualmente iniziando a lavorare con più continuità. Nelle ultime due settimane ho sempre lavorato tre giorni, ed anche la prossima sarò impegnato per lo stesso numero di giornate. Certo, bisogna essere elastici e pronti a reinventarsi! Le incombenze sono le più disparate, ma se la prendiamo nel modo giusto, anche questa è un’occasione di crescita! Lavorando poi, anche l’umore migliora e quell’amaro retrogusto di inutilità che abbiamo avuto in bocca per settimane tende a sparire.

La notizia della settimana però, è sicuramente l’iniziativa del senatore di Rignano sull’Arno che, in mezzo ad una pandemia ed una crisi economica gravissima, ha deciso di ritirare (dopo più di un mese di tira e molla) le proprie ministre dal governo. La decisione francamente, oltreché incomprensibile, è inaccettabile! Poiché non voglio essere frainteso, dico subito che trovo le motivazioni dell’ex Presidente del Consiglio assolutamente pretestuose. A quanto si è capito (o almeno per come ce l’hanno raccontata), la fiducia è venuta meno sulla stesura del Recovery Plan, sulla delega dei servizi segreti e sul modus operandi del capo del governo. Cercando di approfondire tali tematiche, mi sembra che il Recovery sia stato cambiato profondamente grazie al contributo di Italia Viva e non solo e, per stessa ammissione delle ministre dimissionarie, gran parte delle richieste siano state accettate. Quanto alla delega sui servizi segreti, credo che sia condivisibile la richiesta di affidarla ad un professionista come ormai consuetudine consolidata fin dal governo D’Alema: anche questa sollecitazione, condivisa nella maggioranza, era stata accolta da Conte. L’accusa sinceramente più incredibile è però quella sul modus operandi poco democratico del Presidente del Consiglio. Posto che credo effettivamente sia stato eccessivo il ricorso ai DPCM anche quando si sarebbe potuto fare altrimenti, sentire queste accuse da Renzi appare veramente fuori luogo. Mi sbaglio o è lui che, da capo del governo, fece più volte uso del cosiddetto canguro per tagliare i tempi delle discussioni parlamentari? E’ la mia memoria che sbaglia, oppure il governo da lui presieduto arrivò addirittura a mettere la fiducia sulla riforma della legge elettorale? E nella discussione nelle commissioni parlamentari, non fu forse lui, insieme ai suoi sodali, a sostituire i rappresentanti del proprio partito perché critici con la linea portata avanti dalla dirigenza? Potrei andare avanti all’infinito, ma mi fermerò qua. La verità è che Renzi ha aperto la crisi per ritrovare centralità nel sistema politico italiano, tutto qua. Caro ex capo del governo, i veri problemi del paese sono altri!! Le priorità sono solamente due: sconfiggere la pandemia e far ripartire l’economia facendo ricominciare a lavorare tutti i settori, anche quelli che sono ancora fermi come il turismo, lo spettacolo, lo sport, le fiere, i congressi e tutti gli altri! Di questi giochetti siamo stufi, non ci interessano più!!! Vogliamo soluzioni ai problemi quotidiani, non stare dietro alle tattiche parlamentari!!

Mentre seguiremo con interesse l’evoluzione del quadro politico, vi lascio con il mio consiglio settimanale che stavolta ricade su un libro: “La congiura dei peggiori” di Andrea Scanzi. Regalatomi da familiari, sono sinceramente rimasto un po’ deluso da questo volume perché l’ho trovato un po’ troppo simile ai precedenti. Trovo Scanzi uno dei giornalisti più acuti del panorama italiano, uno che dice sempre quello che pensa con una tagliente vena ironica tipica di noi toscani. Questo libro però non mi ha smosso forti emozioni come, ad esempio, aveva fatto “I cazzari del virus”: mi è sembrata una carrellata a tratti divertente di tantissimi personaggi, ma non ho trovato quell’accuratezza né quell’approfondimento che avevo invece notato in precedenza. Il libro mi ha poi confermato l’idea che Scanzi funzioni molto più in video, a teatro o su un quotidiano anziché in un volume. Mi piacerebbe in futuro leggere qualcosa di più strutturato, che abbia un inizio ed una fine e non un semplice affresco di personaggi improbabili! Insomma, per chi non avesse letto i precedenti, consiglio di partire da quelli!

Alla prossima puntata!

Diario di un cassintegrato (parte nona)

Alzi la mano chi pensava mi fossi dimenticato di voi! Si lo so, sono passati ormai più di dieci giorni dall’ultimo capitolo della rubrica, ma nelle settimane natalizie sono stato impegnato: voi direte… bene, sei tornato al lavoro!! No macché!! Innanzitutto sono stato occupato dalla famiglia, perché i due bambini erano a casa per le vacanze, e poi, lo dico anche per chi non mi segue interamente sul blog, ho scritto una filastrocca per augurare buon 2021 a tutti ed ho iniziato una nuova collaborazione in video con un network. Insomma, non mi sono certo annoiato…..

In questi giorni però non mi sono staccato dalla realtà e dunque posso dire una volta tanto che sono orgoglioso di essere italiano? Fuori dalle battaglie ideologiche, dalle contrapposizioni tra No Vax  e Si Vax, tra sovranisti ed europeisti, dalle beghe di palazzo, avete letto la notizia? L’Italia è il paese che ha effettuato il maggior numero di vaccini in Europa. Non ci credete? Allora lo ripeto…. L’Italia è il paese che ha effettuato il maggior numero di vaccini in Europa!! Possiamo dire che è un grande successo per tutto il nostro paese? Possiamo dire che, nonostante errori assolutamente umani (come il fatto che in alcune regioni, tra cui la Toscana, sono arrivate alcune forniture di siringhe sbagliate), ancora una volta la nostra Italia dimostra che in momenti di emergenza e di crisi dà il meglio di sé stessa? Io non so di chi sia il merito, e sinceramente non me ne frega nemmeno un granché (anche se la mia idea ce l’ho), ma perché invece di festeggiare questa notizia si continua sempre a parlare d’altro?

Ah già, perché abbiamo una classe politica che in mezzo alla campagna vaccinale più importante della storia ed alla pandemia mondiale, pensa agli affari propri. Abbiamo un partito guidato da una persona che aveva conquistato il paese con l’obiettivo di rottamare tutto e tutti, di cambiare la costituzione, di smontare la concertazione con sindacati e non solo, ma soprattutto di evitare il potere di ricatto dei partitini che sapete cosa sta combinando? Sta facendo esattamente il contrario di ciò che aveva promesso: dimenticavo….lui e la sua fida scudiera erano anche quelli che avevano promesso di lasciare la politica dopo il referendum perso il 4 dicembre 2016….allora vale tutto! Tra ministre che minacciano dimissioni che non arrivano mai, redde rationem sempre rinviati, richieste continue che spostano l’asticella sempre più in su, intanto si sta bloccando il paese ed il governo in momenti cruciali.

Dall’altra parte abbiamo un governo ed un Presidente del Consiglio che cerca la via d’uscita: prima il rimpasto no, poi ni, poi forse. La delega sui Servizi la tengo, poi si guarda, infine certo che la lascio, cosa avevate capito? Conte ter, rimpasto, passaggio al Senato e chi più ne ha più ne metta. Al netto delle dispute politiche, dei comunicati stampa, delle dirette su Facebook, dei penultimatum quasi quotidiani, io mi sono scocciato di questa tarantella e voi? I problemi delle persone sono altri, non l’apporto di alcune forze di maggioranza al governo! Questa manovra certamente rimette qualcuno ormai dimenticato al centro della scena, ma il problema è che quel posto dovrebbe essere occupato dai problemi dei cittadini, dei lavoratori, delle persone deboli della società. Quelle stesse persone che sono state travolte da una pandemia che ha sconvolto milioni di famiglie!! Questa è la priorità!!

Altro fatto successo che trovo sinceramente indecoroso è il balletto a cui abbiamo assistito sul rientro a scuola dei ragazzi delle scuole superiori. C’era chi aveva giurato che tutti sarebbero rientrati, con percentuali tra il 50 ed il 75 per cento, il 7 gennaio. Poi i dati del Comitato Tecnico Scientifico hanno consigliato di aspettare qualche giorno: ed allora via con il tutti contro tutti….finché qualcuno si è accorto che tra rientrare il 7 e rientrare l’11 ballavano solamente due o tre giorni di scuola ed allora è stata trovata, almeno per ora, la quadra. Nel frattempo però, i problemi sono sempre tutti sul campo:  lo scaglionamento degli orari delle città, il rafforzamento del trasporto pubblico, la disponibilità da parte di tutti di fare sacrifici (qualcuno prima o poi mi dirà perché le ore di scuola non possono essere scaglionate tra mattino e pomeriggio!!).

Per tornare però a quel tanto di bello che questo meraviglioso paese riesce ad esprimere, vi voglio nuovamente augurare buon anno con il mio solito consiglio che stavolta è rivolto ad una canzone che è uscita proprio il 1 gennaio 2021, “Una canzone d’amore buttata via” di Vasco Rossi. Non esiste un miglior augurio che ascoltare questa canzone (vi ho messo il link con il testo in modo che possiate leggere le parole): una canzone che parla di amore e di speranza, due sentimenti veri ed onesti che non potranno mancare in questo 2021 pieno di problemi da affrontare e superare come comunità. La canzone provoca già così forti emozioni; mi vengono i brividi al solo pensare di poter tornare a cantarla a squarciagola in uno stadio, insieme ai miei amici, ai miei affetti più cari:

perché prima o poi quel biglietto di Vasco che ho ancora in tasca lo userò….

e sarà bellissimo sentirsi di nuovo vivi!!!

Che si gioca??

Dopo la seconda settimana di pronostici, la classifica inizia a delinearsi e qualcuno zitto zitto cerca di andare in fuga e chiaramente non sono io!!! Vi dicevo di farmi pavoneggiare che tanto durava poco e infatti…… Ecco dunque la nuova graduatoria con l’aggiornamento ad opera di Carlo (sempre sia lodato)!

Carlo ( il Meneghino di Paderno Dugnano) 8
Lungo, Bomber Siiimo, l’Argentino Fiorentino e Francesco (Meneghino Junior) 5
Joe il Pistoiese 3
Niccolò 2
Luchino ( il diavolo rossonero) 1


Sono addirittura in quattro a centrare il pronostico del big match proposto, mentre Francesco e l’Argentino Fiorentino, azzeccando il risultato esatto, guadagnano il bonus massimo, + 5!! Gli stessi “maghi” sbagliano però l’esito della gara scontata e dunque non riescono a fare bottino pieno: a Conte e Gattuso fischieranno le orecchie. 

Chiusa dunque la parentesi dedicata alla scorsa settimana, passiamo adesso ai pronostici per questa giornata di campionato:

La gara più scontata: JUVENTUS – SASSUOLO = 1

Vogliamo ricordare i precedenti (tra cui un 7 – 0 ed un 4 – 0)? Dal 2013 ad oggi i neroverdi sono tornati da Torino imbattuti solamente una volta grazie ad un pareggio nella scorsa stagione. Il Sassuolo è reduce dalla vittoria contro il Genoa ma non sta benissimo, con un Berardi uscito infortunato già nel corso del primo tempo della sfida ed un Caputo lontano parente del calciatore pre-infortunio. La Juve viene invece dalla grandissima vittoria di Milano ed è in grande fiducia. Sommiamo il contemporaneo scontro diretto tra Roma ed Inter che potrebbe permettere agli uomini di Pirlo di accorciare nei confronti dei rivali diretti, e la giocata è servita. Se i bianconeri hanno veramente trovato la quadra e vogliono avvicinarsi alla vetta, l’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Per me 1 fisso!

La partita da NON giocare: FIORENTINA – CAGLIARI

Partita dalle troppe variabili da considerare. Da una parte i viola, che in casa sanno solo pareggiare, senza Ribery e Castrovilli e con un’atavica difficoltà a trovare la via della rete. Dall’altra il Cagliari, senza Nandez e Godin, con i nervi a fior di pelle ma un attacco sempre in grado di pungere. Chi perde questa gara rischia seriamente di sprofondare nelle sabbie mobili della classifica e nel panico psicologico. Di Francesco può già contare su un pezzo da 90 come Nainggolan, mentre per ora a Firenze si pensa a sfoltire. I sardi continuano ad incassare tantissimi gol e magari potrebbero cambiare qualcosa tatticamente, i viola non segnano mai e potrebbero (anzi per me dovrebbero) ripartire dagli ultimi 20 minuti di Roma con Callejon nel suo ruolo e Kouamè vicino a Vlahovic in attacco. Di Francesco si coprirà? Prandelli avrà coraggio? In attesa di avere risposte, noi ci sediamo sul divano e vediamo come finisce!

La sorpresa della giornata: ROMA – INTER = 2 (Risultato 1 – 2)

Altro big match, altro pronostico richiesto! La Roma vive un momento magico ed ha la possibilità di sfatare la statistica che la vede sempre soccombere con le squadre messe meglio in classifica. L’Inter viene invece dalla cocente delusione di Genova che non ha permesso ai ragazzi di Conte di issarsi in vetta alla graduatoria. Sarà una partita molto interessante anche dal punto di vista di tattico con due squadre che si schierano entrambe con la difesa a tre, ma interpretano la fase offensiva in modo completamente diverso. I nerazzurri che cercano sempre di appoggiarsi su Lukaku e di giocare sulle seconde palle, la Roma che invece cerca di trovare gli spazi liberi tra i centrocampisti avversari e la difesa per gli inserimenti dei centrocampisti e trequartisti. Nonostante la sconfitta di Genova, prima dopo 8 vittorie consecutive, vedo l’Inter favorita perché le squadre di Conte difficilmente perdono due partite di fila e per la maggior completezza della rosa. Sarà dura, ma credo che alla fine i nerazzurri prevarranno, anche perché sennò come la mettiamo con il pronostico bonus? Vittoria nerazzurra di misura!

A voi per i pronostici!