Il buono, il brutto, il cattivo

APOEL – FIORENTINA = 2 – 1

Se sconfitta doveva essere, la preferisco in Conference….(oppure godo come un riccio come direbbe l’amico Wwayne)!

Dopo una striscia di risultati positivi come non si vedeva da anni, una Fiorentina vestita in maschera stecca la prestazione e cade meritatamente a Cipro giocando una gara sonnacchiosa, sotto ritmo, molto brutta.

Certo non si poteva chiedere agli 11 scesi in campo dall’inizio la gara del secolo, ma qualcosa in più certamente sì. Non ci dimentichiamo infatti, che gli avversari dell’Apoel sono già al terzo tecnico in stagione e non avevano ancora vinto nella competizione europea. E’ vero che non si può pretendere chissà cosa da chi non ha praticamente mai giocato nell’ultimo mese e mezzo se non spezzoni di gara, ma almeno la grinta, la voglia, la ricerca di evitare la sconfitta l’avrei voluta vedere. La Fiorentina di ieri sera è una squadra senza capo né coda, con calciatori anche fuori ruolo, ma mi piace ricordare che era composta da 7 undicesimi di quella che nelle ultime due stagioni è arrivata tre volte in finale, perdendo sempre. Lo ricordo perché i social e non solo, sono pieni di “tifosi viola” che fanno a gara a sfottere Vincenzo Italiano ogni volta che il Bologna non vince o non fa gol neanche fosse diventato l’allenatore della Juventus! Capisco che possa anche non rimanere simpatico a tutti, ma sulla sua professionalità e sui traguardi raggiunti, non c’è molto da discutere (a meno che non siate disonesti intellettualmente).

La Fiorentina scesa in campo a Cipro era una squadra piena di esperimenti (vedasi Richardson trequartista e Parisi alto a sinistra), calciatori appena rientrati da un infortunio come Mandragora, giovani che ancora devono conoscere il calcio europeo come Moreno, altri che sembrano nettamente involuti rispetto alla scorsa stagione come Kayode. Ci sono poi quelli che sinceramente non capisco come ancora possano giocare a Firenze come Kouamè o quelli che ultimamente, oltre che mediocri, sono anche sfortunati come Biraghi o fuori fase come Quarta.  Insomma un minestrone dal quale era difficile pretendere qualcosa in più: ancora una volta si è visto come, al netto della bravura di un allenatore, quando manca la qualità in campo puoi essere anche Guardiola o Klopp, ma fare rete ed essere in grado di creare la superiorità numerica diventa difficile. Ieri sera con le seconde linee e giocando contro una squadra che si difendeva con 11 uomini sotto la linea della palla, per magìa la Fiorentina è tornata a girare palla lentamente ed in orizzontale, a non vincere mai un duello individuale, a creare pochissimo, a non tirare mai in porta. Se pensiamo che il gol della speranza è stato segnato praticamente in contropiede a campo aperto, questo spiega tante difficoltà che abbiamo affrontato nelle ultime stagioni e che avremmo affrontato anche quest’anno se non fosse stato fatto un mercato grazie al quale si è alzata la qualità media della squadra, con innesti finalmente dalle compagini che normalmente arrivano davanti in classifica e calciatori abituati a giocare determinate partite su determinati palcoscenici.

Resta comunque il troppo turnover effettuato da Palladino, un turnover che ha dimostrato che esistono i titolari ed esistono le riserve, ma soprattutto che in questo momento dobbiamo e vogliamo cavalcare il sogno in campionato con un’altra partita, quella di domenica contro il Verona, che è assolutamente alla portata della Fiorentina bella e spumeggiante che abbiamo ammirato fino a due settimane fa, ma anche di quella brutta, sporca e cattiva che ha fatto 6 punti nelle ultime due trasferte.

Avanti dunque a testa alta per portare a casa i tre punti contro l’Hellas per continuare a sognare!

IL BUONO

  • Ikonè: è lui il calciatore che segna il gol della speranza ed è sempre lui l’unico che prova a puntare l’avversario per creare la superiorità numerica. Ho detto provare, non riuscire!
  • Martinez Quarta: almeno ci mette la grinta, la voglia, la passione cercando di recuperare palla prima possibile ribaltando l’azione da difensiva ad offensiva. Uno dei pochissimi che sembra tenere a questa gara.

IL BRUTTO

  • Parisi: seppur fuori ruolo, gioca una partita imbarazzante. Non salta mai l’uomo, viene sempre sovrastato fisicamente, non chiude mai la diagonale di passaggio, non arriva mai al cross. Sfiduciato, l’ombra del giocatore visto ad Empoli: mandiamolo a giocare!
  • Richardson: lento, impacciato, senza idee, con un piede solo. Potrà fare tante cose, ma non il trequartista!
  • Kayode: il lontano parente di quel calciatore che dominava fisicamente ogni avversario. Non azzecca una giocata, non salta mai l’uomo, è anche protagonista sfortunato della frittata in coppia con Biraghi sul secondo gol. Non è proprio il suo momento!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FROSINONE – FIORENTINA = 1 – 1

Due punti letteralmente buttati nel cesso, o se preferite gettati al vento! Da ieri sera sento persone che mi dicono….vabbè abbiamo fatto pari con i due punti rubacchiati ad Udine, oppure abbiamo preso 7 punti nelle ultime tre partite…. ed allora? Dobbiamo sempre accontentarci del meno peggio? Non possiamo mai guardare alla posizione di classifica in cui potevamo essere? O magari dove saremmo stati se fossimo riusciti a fare filotto anche con il Cagliari? sembra ormai che a Firenze ci si debba sempre accontentare del fatto che la Fiorentina ha una proprietà solida, che non ci farà fallire, che ha costruito il Viola Park, che ha i conti apposto. Parlare di calcio mai? Parlare di un attaccante che ormai non ha più nemmeno la scusa dei palloni che non arrivano è lesa maestà? Nzola ha finito i bonus anche su questo blog in cui alcuni, ad esempio Bomber Siiimo, mi aveva chiesto come mai l’attaccante non fosse stato messo nei cattivi dopo gare incolori. Dopo la rete fallita a Genk, ieri a Frosinone ha avuto diverse occasioni senza centrare mai la porta in 81 minuti più recupero. Anche basta grazie! Per non infierire poi sul “giovane” Sottil che sarebbe sempre sul punto di esplodere…. se solo lui e Nzola avessero concretizzato la mole di lavoro della prima parte della gara adesso staremmo parlando di altro!

Dobbiamo però discutere anche della gestione della gara: la prima mezz’ora della Fiorentina di ieri è stata tra le migliori non solamente di questa stagione con fraseggi belli, interessanti e mai scontati, azioni che alternavano ampiezza e profondità, occasioni da rete in serie. Tutti avevamo capito che quello era il momento di chiudere la gara, quantomeno di trovare il raddoppio perché altrimenti la ripresa sarebbe stata da battaglia contro un Frosinone che in casa aveva già ribaltato il Sassuolo. Purtroppo l’attacco viola ha mostrato ancora una volta limiti imbarazzanti tra Nzola e Sottil, ma nella ripresa la Fiorentina avrebbe dovuto avere un altro tipo di approccio, con calciatori diversi da quelli impiegati. Se sai che devi affrontare un secondo tempo in apnea contro una squadra che ti attaccherà ferocemente in tutte le zone del campo che senso ha inserire il coniglio bagnato Ikoné? Non sarebbe stato preferibile il battagliero Kouamé? E successivamente, quando la squadra ha bisogno di argento vivo addosso, perché impiegare il biondino Barak entrato con le infradito ai piedi e specializzato nei passaggi all’indietro anziché il giovane aitante Infantino? E perché il pomata Mandragora anziché Maxime Lopez quando avevamo bisogno di ritrovare il bandolo della matassa della manovra offensiva? Soprassiedo sugli offensivi 9 minuti regalati a Beltran perché ho troppa stima e fiducia in Italiano, un tecnico che avrà certamente già analizzato queste sostituzioni ed i mancati risultati delle sue scelte. Un allenatore che non più tardi due settimane fa ha dato lo scacco matto a Gasperini merita fiducia e sostegno però anche lui deve alzare l’asticella!

La classifica è ancora buona ma col Cagliari non devono esistere passi falsi, altrimenti poi le gare contro Napoli e Lazio potrebbero diventare già un esame da non fallire.

IL BUONO

  • Duncan: indubbiamente il migliore in campo in entrambe le fasi di gioco. Quando si pensa a Duncan, si pensa solamente ai palloni che riesce a recuperare, al pressing che porta agli avversari, ai raddoppi che esegue. Ieri però, oltre a calciare pericolosamente in porta più volte, regala il cioccolatino solamente da scartare a Nico in occasione del vantaggio. Prestazione totale.
  • Nico Gonzalez: semplicemente #NG10. Se sono stato tra i più feroci contestatori di Nico nella scorsa stagione per la pantomima prima del Qatar, adesso dobbiamo solo alzarci in piedi ed applaudire. Lìder Maximo!
  • Martinez Quarta: attento, preciso, senza fronzoli. A Frosinone decide di dedicarsi quasi esclusivamente alla fase difensiva probabilmente in considerazione dell’impiego di Parisi a destra prima e dell’infortunio di Biraghi poi. Non sbaglia nulla, avanti così!

IL BRUTTO

  • Nzola: mi rifiuto di pensare che la nostra Serie A sia così scarsa da far arrivare un calciatore come questo in doppia cifra per due stagioni consecutive. La verità è che Nzola è molto meglio di cosi ed il mister lo sa ma….. quanto a lungo possiamo aspettarlo?
  • Sottil: chi ancora ripone fiducia nell’esterno viola se ne faccia una ragione. E’ un calciatore che sul primo passo salta sempre tutti, ma a che serve se poi sbaglia sempre la scelta finale? Se poi commette strafalcioni degni di Paperissima? Eterno sopravvalutato.
  • Barak ed Ikoné: il loro ingresso in campo è stato semplicemente un insulto a chi aveva giocato il primo tempo ed ai tifosi che si sono sobbarcati la lunga di trasferta di Frosinone in mezzo alla settimana. Ma perché loro anziché Infantino e Kouamé?
  • Giancarlo Marocchi: al netto della parlata emiliana anche piacevole, è assolutamente imbarazzante sia per la pochezza dei concetti che esprime, sia per l’aperta ostilità nei confronti dei colori viola sottolineata talvolta dalle correzioni del cronista durante il racconto della gara. E mi tocca pure pagare!!

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Appunti viola dopo Grosseto Fiorentina

La Fiorentina torna finalmente a giocare a porte aperte in Toscana nello stadio di Grosseto sfuggito alle grinfie della Sovrintendenza e della burocrazia tiranna e ritrova gol e sorrisi dopo la figuraccia rimediata a Belgrado contro la Stella Rossa. Certo i ritmi non sono ancora quelli che serviranno per la prima di campionato a Genova oppure nel preliminare di Conference League, ma alcuni calciatori iniziano a far vedere lampi di ciò che ci aspettiamo ed altri cominciano ad entrare negli ingranaggi della squadra.

Tra le note positive certamente il brasiliano Arthur Melo che, dopo aver già dato prova di ottime doti tecniche nel secondo tempo di Belgrado, contro il Grosseto ha mostrato che il processo di integrazione nello scacchiere viola procede nel verso giusto. Molto cercato dai compagni, sempre nel vivo del gioco, ha preso le redini della squadra non solamente mostrandosi sempre in appoggio, ma anche e soprattutto giocando palloni invitanti in verticale che nella scorsa stagione, con Amrabat al posto di comando, non avevamo mai visto. Oltre al protagonismo nel gioco, ha mostrato anche di non disdegnare la conclusione personale timbrando la prima rete stagionale: se il buongiorno si vede dal mattino……

Se Arthur è una novità, Brekalo è invece uno di quelli che, dopo sei mesi di nulla, sta cercando finalmente di tornare ad essere quel calciatore già ammirato in Italia tra le fila del Torino. Più convinto, più sicuro nel cercare la giocata personale, più cattivo nel trovare la porta, contro il Grosseto è finalmente sembrato quel calciatore che, convergendo verso il centro, può far male alle difese avversarie. Certo anche ieri prima di esultare ha dovuto colpire il palo ma dei timidi segnali di risveglio sembrano iniziare ad esserci: avere qualità nel cercare la porta sugli esterni sarebbe manna dal cielo per una squadra che fatica così tanto a trovare il gol! E la qualità invocata anche da Vincenzo Italiano in una recente intervista, dovrebbe arrivare anche da uno dei centrocampisti più chiacchierati di questo periodo, anche se più per ragioni contrattuali che per aspetti tecnici, cioè Gaetano Castrovilli. Il numero 10 viola (chissà ancora per quanto), nei primi 45 minuti si fa apprezzare grazie a belle serpentine ed interessanti imbucate per gli sciagurati Ikoné e Cabral: tatticamente dimostra ancora una volta di sentirsi stretto nel ruolo di trequartista e di aver bisogno di spazi in cui poter correre, spazi che potrebbe trovare solamente tornando a fare la mezzala. Che sia una risorsa utile per poter giocare con più moduli vista anche la capacità di Arthur di fare il regista?

Se il centrocampo ha dato segnali incoraggianti e la difesa non è assolutamente giudicabile (a parte un’uscita da brividi di Cerofolini), l’attacco continua a dimostrare un’inconsistenza preoccupante. Certamente l’estremo difensore maremmano Raffaelli ha fatto vedere ottime cose, ma i gol che è riuscito a fallire Cabral fanno gridare allo scandalo. L’attaccante ex Basilea continua ad aver bisogno di troppe occasioni per trovare la via della rete e sembra anche aver perso quella tranquillità davanti al portiere avversario che per un centravanti è fondamentale. Ikoné e Kouamé non fanno certo di meglio, mentre Jovic e Sabiri dimostrano almeno di non aver perso dimestichezza con la porta avversaria come invece sembra essere successo a Martinez Quarta che nella seconda frazione sbaglia una rete a porta vuota…. che sia per questo che la Fiorentina sembra stia chiudendo con Yerri Mina?

In una stagione in cui il numero di abbonati sarà certamente in flessione, segno ancora una volta che la gente ha capacità di analisi e decisione che prescinde dalla stampa e dalle afone associazione dei tifosi, un’ultima fase di mercato più convincente darebbe una spinta in più non solamente a chi tifa Fiorentina, ma soprattutto ad una squadra che quasi sotto silenzio ha ottenuto con merito l’accesso alla prossima Conference League. Proviamo a ripetere l’impresa dello scorso anno?

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Appunti viola dopo Fiorentina Parma

Mentre le Associazioni dei Tifosi si destano dal sonno perenne che le aveva colpite in occasione della cancellazione delle riduzioni per gli Under 14 e per le persone anziane al lancio della campagna abbonamenti lanciando strali verso tutti tranne la società per la mancata agibilità del Viola Park, la Fiorentina torna in campo per la seconda amichevole stagionale. Contro un bel Parma allenato da Fabio Pecchia, che è sembrato avere più idee e ritmo dei viola nella prima frazione, la compagine di Vincenzo Italiano non è andata oltre il pareggio confermando il modulo di gioco della seconda parte della scorsa stagione (il 4-2-3-1), la voglia di dominare il gioco attraverso il palleggio, l’idea di provare a spingere se possibile ancora di più sugli esterni.

Mentre nella serata di ieri è finalmente arrivato il regista che il mister chiedeva dal giorno della partenza di Torreira (di Arthur parliamo diffusamente nell’ultima puntata del Corner Viola), possiamo provare ad esaminare alcune prestazioni individuali in attesa che la Fiorentina abbia finalmente un volto più vicino a quello con cui affronterà la prossima stagione. Nella prima frazione di gioco è stato interessante vedere dal primo minuto Amatucci, fresco campione d’Europa Under 19, che ha guidato il centrocampo viola: ciò che certamente piace del giovane prodotto del settore giovanile è la capacità di farsi trovare sempre nella posizione di campo giusta, con il corpo ben posizionato ed il cervello sempre acceso. Resto dubbioso sulle capacità atletiche del ragazzo che è stato spesso sovrastato anche se è cresciuto molto in fase di interdizione nella seconda parte di frazione. Altri spunti interessanti sarebbero dovuti arrivare da Brekalo che, schierato da esterno a piede invertito, si è invece giocato la palma del peggiore in campo con il suo dirimpettaio Ikoné. Giocate scontate, avversari mai saltati, porta mai vista: sugli esterni ho paura che potrebbe presto suonare un campanello d’allarme. Così come potrebbe, anzi dovrebbe suonare già da adesso tra i pali: il buon Terracciano anche ieri ha confermato di vivere un lungo periodo di nebbia fatto da nessuna uscita, pochissime parate, errori con i piedi, scarsa personalità. Italiano ha detto che avrà bisogno di tre portieri all’altezza per affrontare la stagione, dunque la speranza di un nuovo estremo difensore resta viva. La prima frazione si è poi chiusa con il grandissimo gol di Cabral che ha mostrato ancora una volta capacità tecniche importanti e sensibilità di piede notevoli, doti che dovrebbero regalargli, almeno per me, la conferma a Firenze con la contemporanea uscita di Jovic per un attaccante finalmente di spessore.

Nella ripresa la consueta girandola di sostituzioni è stata stavolta ritardata, quantomeno per la difesa. Il reparto che ha iniziato la gara è stato infatti confermato in blocco ma la soglia di attenzione si è decisamente innalzata quando, al 60°, è entrato in campo Fabiano Parisi. L’esordio dell’ex Empoli è stato assolutamente convincente: puntuale nella fase difensiva sia nell’uno contro uno che nelle letture delle possibili verticalizzazioni, intelligente nelle frequenti sovrapposizioni proposte, autore di cross al bacio sia rasoterra per l’inserimento dell’attaccante sul primo palo che aerei per il colpo di testa del compagno. Fisicamente ancora indietro, e non poteva esser altrimenti visto l’impegno con l’Under 21, ha mostrato che l’acquisto sarà certamente preziosissimo in una stagione che speriamo sia di nuovo molto lunga. Per il resto invece, prestazione sottotono di Sabiri dopo la doppietta siglata alla Primavera e di Jovic impalpabile e quasi mai servito in modo decente, mentre qualche sprazzo è arrivato da Mandragora impiegato nei due centrali di centrocampo.

Starà adesso a Vincenzo Italiano, che si è detto molto contento dell’arrivo di Arthur, cercare di integrarlo velocemente e nel miglior modo possibile nei meccanismi della squadra. La speranza è che l’inserimento sia più rapido di quello che normalmente avviene nel calcio del mister siciliano, con la curiosità di vedere se l’innesto brasiliano verrà impiegato in un centrocampo a due oppure come vertice basso a tre, modulo che riporterebbe le lancette dell’orologio indietro alla stagione di Torreira, nella speranza che il risultato sia il medesimo!

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Il buono, il brutto, il cattivo

SALERNITANA – FIORENTINA = 3 – 3

Una partita pazza, folle, in cui la Fiorentina ha giocato una gara dai due volti: da una parte ha commesso troppi errori gravi per poter raggiungere la vittoria, dall’altra ha comunque lanciato segnali incoraggianti per la capacità di reagire in ogni situazione fino ad ottenere un punto tutto sommato meritato. I ragazzi di Vincenzo Italiano subiscono tre reti in trasferta per la seconda volta consecutiva dopo Monza e, vedendo anche la marcia tornata inarrestabile dell’Inter, dovrebbero iniziare a riflettere seriamente sulla fase difensiva, sugli errori individuali e su quelli del reparto. Contro la Salernitana, i viola hanno subito due gol pressoché identici con il concorso di colpa dei due difensori mancini Igor e Biraghi ed un terzo per l’errato posizionamento della linea associato ad una dormita colossale di un portiere che, una volta di più, ha dimostrato come l’acquisto di un estremo difensore di categoria sia un imperativo primario per il prossimo mercato estivo. Restano però anche i gol dei due esterni Nico Gonzales ed Ikone‘, la punizione perfetta di un capitano come Biraghi che riscatta in questo modo almeno parzialmente la prova difensiva incolore e la voglia di non mollare mai, ingrediente senza il quale sarà impossibile giocare ad alti livelli le ultime partite della stagione dopo una maratona di gare che non accenna a fermarsi. Una giostra impazzita in cui la Fiorentina continua a giocare ogni tre giorni senza quasi allenarsi alternando trasferte, viaggi, gare interne, voli, treni. Ed allora non facciamo drammi per la mancata vittoria, l’ottavo posto (ammesso che serva a qualcosa) è ancora lì ed il Milan e la Roma insegnano che a questo punto del campionato niente è più scontato ed è così facile da ottenere come sembrerebbe sulla carta.

Eppoi parliamoci chiaro, le gare della vita sono quelle tre (speriamo quattro) che si disputeranno nelle prossime settimane. La posizione finale di classifica in campionato speriamo non conti nulla, significherebbe tanto….anzi tantissimo!!

IL BUONO

  • Bonaventura: come dimostrare in appena un quarto d’ora la distanza siderale tra lui e tutti gli altri. Appena entrato, disegna un assist meraviglioso per mandare in porta Ikonè e da lì in poi dà la sensazione di essere il babbo che prende per mano i bambini mentre attraversano la strada. Il Rettore del calcio a Firenze.
  • Dodò: ci stiamo annoiando a forza di fargli i complimenti, ma del resto ha preso talmente tante critiche nei primi mesi fiorentini che se li merita tutti. Ieri ha mostrato qualche pecca in più in fase difensiva ed è calato un pò alla distanza, ma resta lo stesso tra i migliori in assoluto anche grazie allo splendido assist per Nico. Non fermarti più pendolino!
  • Nico Gonzales: non è più quel moto perpetuo del quale ci eravamo innamorati a prima vista, ma resta comunque il fulcro di quasi tutte le azioni pericolose viola, il rifugio dei propri compagni quando sono in difficoltà. Non spacca la partita nel mezzo come ci potremmo augurare, ma è assolutamente imprescindibile. Adelante Nico!
  • Ikonè: lo abbiamo spesso bastonato perché mancava di freddezza, perché non trovava la porta, perché non segnava mai. Ieri invece è stato glaciale davanti ad Ochoa quando, grazie all’assist di Bonaventura, si è permesso anche di saltare il portiere messicano. Meno fronzoli e più reti? Magari!!

IL BRUTTO

  • La fase difensiva: ho paura a dirlo ma ieri, in quel di Salerno, ho rivisto errori che mi hanno riportato indietro all’inizio del campionato. Linea difensiva che non riesce mai a fare movimenti di reparto, difesa altissima, chiamate di fuorigioco su palla scoperta. Insomma, un vero disastro! Una tattica così spregiudicata, che io comunque non condivido perché la giudico eccessiva, può essere adottata quando tutti sono al top della condizione e soprattutto quando hai a disposizione davanti alla difesa sia Mandragora che Amrabat! Nella gara di Salerno, senza il marocchino e con Castrovilli al suo posto, è risultato inopportuno lasciare quelle praterie ad un attaccante veloce come Dia e soprattutto ad una squadra che ti aspettava nella propria metà campo per ripartire in contropiede. Speriamo che gli errori, individuali e di reparto, siano stati concentrati in una sola partita perché altrimenti saranno dolori! Invertire la rotta please!
  • Igor: semplicemente improponibile, imbarazzante! Nel primo gol scappa in avanti senza controllare la posizione del compagno a fianco Biraghi (colpevole quanto lui), e non affronta Dia facendosi bere in area di rigore con una finta scolastica, nella seconda rete commette lo stesso errore e nel terzo è disperso nelle praterie. Da quando ha iniziato a chiedere il rinnovo del contratto con il suo procuratore, sembra avere la testa tra le nuvole. Meno muscoli e più lavoro in campo dai retta!
  • Barak: dovremmo ricordare al biondino ceco che le infradito non sono calzature adatte per andare in campo. Un bellissimo nulla fatto di palloni persi, scatti non fatti, movimenti solo abbozzati. In ritardo di condizione o a disagio nel gioco di Vincenzo Italiano?
  • Terracciano: se Biraghi si salva almeno in parte per la punizione del pareggio e Quarta per la grinta dimostrata (anche se alcuni svarioni sono imbarazzanti), dal buon Pietro dobbiamo pretendere di più. In una squadra in cui la linea difensiva è così alta, sta a Terracciano giocare almeno 5 metri più avanti! Nell’azione del calcio di rigore è in netto ritardo ed esce a catapulta come non si dovrebbe fare mai. Ultimamente non è mai decisivo, non regala mai parate importanti alla squadra, sembra quasi un corpo estraneo. Pietro nel finale di stagione serve il leone di Twente!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – TORINO = 2 – 1

Se nella trasferta di Roma la squadra di Vincenzo Italiano aveva mostrato progressi evidenti, nella gara secca contro il Torino che valeva la semifinale di Coppa Italia, quei segnali iniziano ad essere simil-certezze. Nonostante di fronte ci fosse la stessa compagine che aveva violato il Franchi non più tardi di 10 giorni fa, la Fiorentina è parsa trasformata nello spirito e nel gioco pur avendo trascorso un ultimo giorno mercato non certo molto sereno. Con Mandragora al posto di Amrabat, Terzic in luogo di Biraghi e Jovic confermato al centro dell’attacco, Vincenzo Italiano ha dimostrato di aver azzeccato tutto e di essere nuovamente ben saldo al comando della propria squadra. La Fiorentina è tornata a giocare con due centrocampisti di qualità e di gamba, come Bonaventura e Barak, ed a ringhiare su ogni singolo pallone battendo Juric ed il Torino proprio nella loro arma più potente: l’aggressività e l’intensità. Anche Igor è tornato su livelli più che sufficienti e Dodò si avvicina sempre di più a quel calciatore che è mancato tanto alla squadra viola nella prima parte della stagione. La speranza è che adesso la Fiorentina abbia realmente trovato quella continuità di rendimento che può far sperare in una rimonta in campionato per raggiungere quel settimo posto che potrebbe valere nuovamente l’accesso ad una competizione europea.

Il cammino in Coppa Italia, manifestazione in cui i viola arrivano in semifinale per la seconda volta consecutiva, è diventato tutto ad un tratto estremamente appetitoso: la Cremonese che elimina in gara secca anche la Roma dopo il Napoli, regala ai ragazzi di Vincenzo Italiano una strepitosa occasione per arrivare in finale. I lombardi infatti, nel doppio confronto, non sembrano assolutamente irresistibili e la speranza è che ad aprile, quando verranno giocate le semifinali, la Fiorentina sia finalmente al completo: Martinez Quarta, Sottil e Brekalo potrebbero regalare al tecnico quell’imbarazzo della scelta che troppe volte è mancato in questa sfortunata stagione. Ma ci sarà tempo per pensarci, adesso testa al Bologna!

IL BUONO

  • Terracciano: magari qualcuno se ne sarà dimenticato, ma dopo 80 secondi il buon Pietro ha salvato la porta della Fiorentina con una parata di piede fatta di istinto e reattività. Dopo alcune prove non certo brillantissime, quello che per me resta il miglior numero 12 in Italia, si è riscattato. Speriamo sia solamente la prima di diverse prove convincenti.
  • Terzic: continua la rincorsa del giovane serbo ad un posto da titolare a Firenze. E’ protagonista del perfetto assist servito a Jovic in occasione della prima rete ed è capace di farsi trovare spesso smarcato quando il centrocampista ne ha bisogno. Si conferma una volta di più un’alternativa validissima allo zoppicante capitano: prima di rinnovare Biraghi, facciamo firmare Terzic, che è meglio!  
  • Ikonè: entra in partita finalmente come lo vorremmo vedere sempre. Concentrato, pronto a saltare sempre l’avversario, quasi cattivo: dimostra ancora una volta la sua tecnica deliziosa, la sua capacità innata di tenere il pallone attaccato al piede a qualsiasi velocità. Per la prima volta dopo la sosta, sembra essere nuovamente quel calciatore che avevamo ammirato nelle gare precedenti al mondiale. Se trova continuità, a gara in corso è un’arma clamorosa!
  • Jovic: finalmente decisivo in zona gol come tutti speravamo. Segna una bella rete di testa liberandosi dalla marcatura con un movimento furbo al limite del regolamento. Oltre al gol, libera Kouamé da solo davanti al portiere con un cioccolatino da aprire e gustare. Appare anche più vivo e dentro al gioco della squadra. Insieme ad un Cabral entrato con la cattiveria giusta, speriamo rappresenti il vero acquisto del mercato di gennaio!

IL BRUTTO

  • Kouamè: il gol che fallisce su assist di Jovic, è la fotografia imbarazzante delle lacune tecniche di questo ottimo atleta prestato ad uno sport che non è il suo. Si sbatte tantissimo per la squadra, ripiega spesso anche in fase difensiva, ma la qualità è quella che è: con l’arrivo di Brekalo ed il recupero di Sottil, spero scivoli nelle gerarchie di Vincenzo Italiano. Ottimo professionista, calciatore da rivedere.
  • La rete subita: un vero peccato aver dovuto soffrire anche ieri sera negli ultimi minuti. In una delle poche disattenzioni difensive, la Fiorentina subisce gol e non permette ai propri tifosi di festeggiare a lungo quest’importante traguardo raggiunto. Del resto tifare Fiorentina è un atto di fede che richiede tanti sacrifici, anche le coronarie.
  • Rocco Commisso: dopo che la società, insieme al tecnico, è riuscita in qualche modo a gestire il caso Amrabat e dopo che la propria squadra ha appena raggiunto la semifinale di Coppa Italia, il Presidente della Fiorentina non trova da fare di meglio che attaccare ancora una volta i giornali, Cairo, il sistema malato. Mamma mia che pesantezza!! Mai un discorso di calcio, mai un complimento alla squadra, mai un cenno al pubblico accorso allo stadio (anche ieri sera più di 15.000 persone alle 18 in un giorno lavorativo), solo recriminazioni, polemiche accuse: una guerra infinita che non si capisce dove debba portare da parte di un ricco imprenditore che sembra arrivato in Italia come se portasse il verbo della verità. Rocco sorridi! Sei ricco, la Fiorentina è in semifinale di Coppa Italia e gran parte della città pende dalle tue labbra!!   

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Il buono, il brutto, il cattivo

ROMA – FIORENTINA = 2 – 0

È stata una Fiorentina disastrosa quella vista a Roma. Una delusione tremenda quella che ci ha regalato la squadra di Vincenzo Italiano dal punto di vista tecnico, fisico e comportamentale. I viola non hanno mai dato la sensazione di avere voglia di vincere questa partita: dalla sosta in poi, la Fiorentina ha sempre giocato sotto ritmo, ha offerto una qualità di gioco bassissima, ha subito troppe reti, ha difeso spesso male. La partita è chiaramente cambiata con l’espulsione dettata dal comportamento insensato di Dodo’ che, già ammonito, ha avuto la malaugurata idea di entrare in scivolata sulla trequarti campo in un’azione nemmeno pericolosa. Per la seconda stagione consecutiva la Fiorentina si ritrova in 10 dopo nemmeno mezz’ora ma, se lo scorso anno il rosso a Dragowski era quantomeno opinabile, stavolta la decisione di Giua è giusta e condivisibile. Al rosso del terzino brasiliano poi, si è aggiunta la stupidaggine di Bonaventura in occasione della prima rete, le incredibili leggerezze dello svagato Igor, l’inconsistenza di un inutile Jovic fino all’incapacità di fare la scelta giusta di Ikone’. Firenze aspettava questa partita come quella del possibile rilancio in zona Europa, ma probabilmente la squadra non non l’aveva capito: intanto i tifosi continuano a cantare per Commisso nei bagni di un autogrill…contenti loro….  

Il sogno di tornare in Europa a questo punto si trasforma in miraggio e nessuno può sentirsi esente da responsabilità: dai calciatori che non hanno avuto nemmeno la dignità di giocare con la bava alla bocca, alla società che ha impoverito una rosa sempre più scarsa, ad un allenatore che continua a dare fiducia a chi non la merita più, Jovic in primis. 

IL BUONO

  • L’atteggiamento del secondo tempo: se qualcosa la possiamo salvare, è la voglia almeno di provarci che abbiamo visto nella prima parte del secondo tempo quando, un po’ per la maggiore qualità di un centrocampo che ha visto la contemporanea presenza di Barak e Bonaventura, molto per l’ingresso di Nico accanto a Kouame’, la Fiorentina ha almeno dato dimostrazione di provare ad attaccare. Finalmente da oggi sappiamo che giocare con due punte vicine non è vietato dal regolamento, nemmeno da quello conosciuto da Vincenzo Italiano!!! 

IL BRUTTO

  • Dodo’: semplicemente incommentabile se si vuole evitare querele. Non è soddisfatto del primo stupido giallo che si guadagna dopo nemmeno tre minuti, deve addirittura esagerare. La sconfitta è gran parte demerito suo anche se poi i compagni non fanno nulla per reagire alla sua follia. Venuti inguardabile, Dodo’ da psicanalisi, come usciamo da questo incubo?
  • Ikone’: se i calciatori fossero pagati in base alle giocate utili, lui giocherebbe gratis. Sbaglia tutto ciò che è possibile fallire, non salta mai l’uomo, non raddoppia mai la marcatura dalla sua parte. Mi hai sinceramente stufato!! 
  • Igor : sono settimane che lo maledico per la sua indolenza che lo porta a commettere errori di sufficienza in serie. Il problema è che, con l’infortunio di Quarta ed una società che ha ridotto la squadra ad avere Ranieri come unica alternativa nel ruolo di difensore centrale, tocca anche confermarlo in vista della prossima settimana contro il Toro. Mi vengono i conati.
  • Terracciano: inizia smanacciando una palla semplicemente da bloccare, continua con rinvii imbarazzanti, chiude in bellezza subendo un gol su tiro deviato sul quale però avrebbe potuto ed anzi dovuto fare di più. Pietro non ti ci mettere anche te!!  

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – INTER = 3 – 4

Una partita folle, emozionante, piena di distrazioni ed errori tecnici individuali che condanna la Fiorentina all’ennesima sconfitta interna e spenge le residue speranze di guardare ad un campionato diverso dal vivacchiare. Non si può dire che la squadra di Vincenzo Italiano non ci abbia provato dopo aver riaperto una gara che sembrava senza speranze già dopo 20 minuti, ma Valeri da una parte e Venuti dall’altra hanno tarpato le ali ad una rimonta che aveva fatto volare i cuori viola in Paradiso. A niente sono valsi i gol degli attaccanti, stavolta schierati insieme (sarà un caso?), ma sapere di poter fare male agli avversari aiuta sia dal punto di vista psicologico che tattico, come andremo a spiegare qui sotto. Resta comunque ancora una volta un migliore in campo indiscusso: l’Artemio Franchi pieno di amore ed orgoglio che, guidato da una splendida Curva Fiesole, meriterebbe molto di più da una proprietà che sembra pensare solamente agli utili, alle infrastrutture, alle polemiche con i giornalisti, di calciatori che sanno solo polemizzare per i (troppi) pochi fischi riversati sulla squadra dopo alcune prove oscene, di un allenatore che ha la rapidità di un bradipo nel leggere le partite e provare qualcosa di diverso.  

IL BUONO

  • Kouamè: lotta, si sbatte, salta più volte un difensore del rango di Skriniar. Ancora una volta si sfianca in un doppio, triplo lavoro diviso tra la fase offensiva e quella difensiva. Non riesce a pungere come nelle ultime occasioni, ma resta un perno della squadra. Non possiamo più farne a meno.
  • Cabral: dopo i primi cenni di risveglio visti a Lecce, anche contro l’Inter gioca un’onesta partita per il calciatore che è. Lotta, sgomita, offre sponde, apre spazi: insomma tutto l’armamentario di un centravanti che però non è probabilmente ai livelli del calcio italiano. Almeno non si lascia andare a esultanze sguaiate o gesti antipatici e segna con grande freddezza il rigore che riapre il match. Professionista vero.
  • Ikonè: si conferma un calciatore che rende al meglio quando trova campo davanti per attaccare gli spazi liberi. Il gol è un gioiello grezzo in una serpentina in cui, come al solito, prima aveva incespicato sulla palla. Enigma irrisolto.
  • ltaliano: se la squadra riapre la partita con il cambio modulo e con una prova furente ed aggressiva, è anche perché, volenti o nolenti, il mister siciliano è entrato sottopelle ai calciatori e riesce ad infondere loro quella voglia di non mollare mai che è ormai una bella compagna di viaggio della squadra da quando è sbarcato a Firenze. Di tutto il resto ne parliamo tra poco.

IL BRUTTO

  • Milenkovic: una partita costellata di errori sia nei confronti di Correa che di Dzeko. Troppo dolce, molto spesso distratto, il lontano parente del condottiero di cui la squadra avrebbe bisogno. Un passaggio a vuoto glielo possiamo concedere.
  • Venuti: BASTA….BASTA….BASTAAAAAA (non Dusan). Non ne possiamo più!!! Dopo Udine, Bologna, Istanbul, ancora lui a regalare la partita agli avversari. E lui è quello che prima di una delle ultime partite di Conference League si è lamentato delle polemiche del pubblico? Lollo a te non dovrebbe essere permesso nemmeno di cambiarti davanti ad uno stadio come quello di ieri sera. Sei un miracolato e come tale dovresti ringraziare ogni giorno della situazione in cui ti trovi. Adesso però, fai un gesto da tifoso vero, chiamati fuori: non è la tua dimensione!
  • Jovic: ecco un altro fenomeno che a Lecce sembrava si fosse rotto tutto! Uno che, dopo aver segnato la rete contro l’Inter (il gol mancava dalla prima di campionato contro la Cremonese), si è permesso di esultare in modo polemico. Uno degli ultimi a permettersi una cosa del genere, il Cholito Simeone, da lì in poi fu subissato di fischi: spero faccia la stessa fine!
  • Valeri: l’insopportabile profumo del potere. Deve averlo sentito anche il fischietto romano ieri sera…. il rosso che manca a Di Marco in occasione del rigore viola credo entri direttamente nella saga degli orrori arbitrali della stagione 2022/2023. Sul gol del 3-4 poi, l’azione è viziata da un fallo di Dzeko su Milenkovic. Ma tanto che importa, domenica di nuovo ad arbitrare questo circo! Rien ne va plus!
  • Italiano: ieri sera, quando è entrato Jovic al posto di un centrocampista con oltre mezz’ora da giocare, con la squadra che passava finalmente ad un vero e proprio 4-2-3-1, ho avuto paura iniziasse a nevicare. Il mister viola ci ha messo più di 3 mesi a capire che, per come è costruita questa squadra, non può giocare con il modulo da lui prescelto. Chiaro che ieri sera la squadra ha preso anche alcune imbarcate quando ha giocato con Jovic, Cabral, Kouamè ed Ikoné, ma dobbiamo anche dire che, essendo sotto nel risultato, i due centrocampisti centrali sono sempre stati di costruzione e non di filtro. Con la coppia Mandragora-Amrabat, sono convinto che la Fiorentina possa trovare quegli equilibri necessari per non dover sempre viaggiare sulle montagne russe come ieri sera. Incredibile poi che, quando i calciatori sono stati messi nel loro ruolo, abbiano segnato: qualcuno (Flavio) dirà che i gol sono stati segnati su palla inattiva ma se hai più calciatori offensivi in campo, anche le squadre avversarie dovranno coprirsi in maniera diversa e magari tirarsi indietro. Senza contare poi che, giocando contro l’Inter disposta a 3 dietro, la contemporanea presenza di quattro calciatori offensivi li obbliga a cambiare atteggiamento. Speriamo che l’inversione sia definitiva: anche perché in questo modulo possono trovare spazio nei 3 dietro la punta anche calciatori come Saponara, ultimamente spaesato e Bonaventura, che in mezzo al campo offre qualità ma non quel filtro necessario ad una difesa ballerina. La più grave colpa però, è quella dell’inserimento di Venuti: con Dodò che ha chiesto il cambio ci sono tantissime soluzioni per NON vedere Venuti in campo. Innanzitutto Terzic a destra (visto che Biraghi continuava a fare la sua mediocre figura come sempre), oppure l’inserimento di Igor con lo scivolamento di Quarta o Milenkovic a destra, o perché no l’impiego di Bianco che a Moena ha interpretato quel ruolo per tutto il ritiro. Quando si ha bisogno di portare via almeno un punto (e dovrebbe saperlo anche lui quanto bisogno avevamo), ci si può sempre inventare qualcosa. Ma forse aver già dovuto mettere nel cassetto il 4-3-3 ha tolto lucidità.

A voi per i commenti!!