Che si gioca??

Dopo la settimana di sosta dedicata alla bella nazionale italiana (a proposito complimenti per il gioco oltre che per i risultati al gruppo di Mancini), torna la rubrica del Venerdì. Anche oggi mi dedicherò alle gare di Serie A con la consulenza e la supervisione del mitico Niccolò, mio figlio di 9 anni, che ha controllato e condiviso le giocate.

Sotto dunque con la nuova scommessa!!

La gara più scontata: FIORENTINA – BENEVENTO = 1

Ebbene si…una volta tanto, gioco la squadra viola vincente secca! Dopo 10 anni Cesare Prandelli torna sulla panchina viola ed inizia da una gara psicologicamente insidiosa ma che sulla carta vede la Fiorentina nettamente favorita. L’assetto con cui sembra voler partire poi, Cutrone e Kouamè davanti più Ribery e Castrovilli alle spalle, vuole probabilmente lanciare fin da subito un messaggio di fiducia e coraggio ai calciatori e ad una piazza assopita dalle ultime prestazioni indecenti offerte dai viola con Iachini alla guida. Di fronte un Benevento che, dopo una discreta partenza, nelle ultime 4 giornate ha conseguito altrettante sconfitte. Vai con la prima vittoria di Cesare (ogni scongiuro è consigliato)!

La partita da NON giocare: SAMPDORIA – BOLOGNA

Due squadre che vivono di alti e bassi, due allenatori che si conoscono come le loro tasche. Che partita ne uscirà? E io che ne so? Blucerchiati e rossoblu non hanno ancora trovato continuità di rendimento, di risultati e di gioco. Spesso sono condizionate dalle individualità e dunque non è una partita molto leggibile. Inoltre, in questa stagione, il fatto di giocare senza pubblico, rende ancora più difficile fare previsioni. Da una parte Barrow e Soriano negli spazi potrebbero fare male ma la Sampdoria li concederà? Dall’altra i blucerchiati potrebbero riuscire a sfondare sugli esterni per rifornire bomber Quagliarella…. e se invece le difese avessero la meglio sugli attacchi?

La sorpresa della giornata: INTER – TORINO = X

Qualcuno penserà: ma a San Siro per te finisce sempre X? Effettivamente la domanda ha un suo perché ma con Nicco ce la sentiamo così. Devo dire che fino a ieri sera l’idea era di giocare il pareggio tra Crotone e Lazio, ma sembra che sia Immobile che Luis Alberto saranno della contesa ed allora cambia tutto. L’Inter è in un momento particolare, la squadra non gira e la fortuna sembra aver abbandonato Conte ed i suoi. In più la compagine nerazzurra ultimamente prende troppi gol e non riesce a concretizzare le occasioni create. Dall’altro lato, il Torino sembra iniziare a digerire la cura Giampaolo e la difesa pare voler cominciare a dare garanzie. Certo sulla carta, con il rientro di Lukaku, la vittoria dell’Inter dovrebbe essere scontata, ma il giocattolo di mister Conte inizia a cigolare. E se Belotti e soci riuscissero a portare via 1 punto?

A voi per i pronostici!

Ci vediamo domani su YouTube per la presentazione di Fiorentina – Benevento!

Che si gioca??

Eccolo lì!!! Alla terza occasione ho fatto centro!!! Altro che Kouamè!!! Percorso netto grazie a Roma ed addirittura Sassuolo senza Caputo, Berardi e Djuricic!!! Ok, capito…basta gasarmi….

Sotto con un’altra scommessa!!

La gara più scontata: CAGLIARI – SAMPDORIA = GOL

Mi aspetto una partita spumeggiante con diversi rovesciamenti di fronte. Ranieri è un maestro a preparare le partite contro le squadre che non hanno grandissimi equilibri e dunque le ripartenze di Quagliarella e Keita potrebbero essere letali per la retroguardia sarda che non si è certo dimostrata imperforabile nei primi 6 turni di campionato. Allo stesso tempo però, le compagini allenate da Di Francesco attaccano gli spazi e la profondità come poche altre. Joao Pedro e Simeone sembrano diventanti cecchini infallibili e dunque credo che né Audero, né Cragno usciranno imbattuti. Partita comunque da vedere!

La partita da NON giocare: ATALANTA – INTER

I bergamaschi saranno quelli di Champions contro il Liverpool oppure la ruspa del campionato? Lo stesso Gasperini ha ammesso l’esistenza di problemi nella compagine orobica! E che dire dell’Inter? Partita come favorita per la vittoria dello scudetto, arranca a 5 punti dal Milan ed oltre a lasciare molti punti per la strada, non convince nemmeno più l’assetto difensivo. Strano per una squadra di Conte che però sembra non aver nemmeno centrato i colpi di mercato. L’assenza di Lukaku poi, complica ulteriormente i piani anche se normalmente l’Inter è bravissima a chiudere gli spazi e ripartire. Gara difficilmente leggibile!

La sorpresa della giornata: MILAN – VERONA = X

Partita sulla carta chiusa, ma non ne sarei così sicuro. La squadra di Pioli viene dal pesante tonfo interno in Europa League contro il Lille ed anche nell’ultima di campionato ad Udine non è apparso tonica come in altre occasioni (si è salvato solamente grazie alla prodezza finale di Ibra). Il Verona invece, è una delle squadre meglio allenate del campionato: difficilmente subisce tanto ed ha avuto tutta la settimana per studiare gli avversari. Ha inoltre la capacità di essere letale negli spazi aperti ed il Milan nelle ultime gare ne concede diversi. Se Il Verona esce indenne anche da San Siro si candida a diventare il nuovo Sassuolo!

A voi per i pronostici!

Le finali delle Coppe Europee

Stavolta lo possiamo dire, la stagione 2019/2020 è veramente conclusa!

Con la disputa delle finali di Europa League e Champions League, e le vittorie di Siviglia e Bayern Monaco, l’Europa ha designato le proprie regine. Credo si possa dire, senza paura di essere smentiti, che hanno vinto le due squadre migliori che, nonostante non partissero con i favori del pronostico, hanno messo in mostra il gioco collettivo migliore pur non annoverando tra le loro fila i talenti più cristallini.

Ironia della sorte ha voluto che proprio i condottieri delle due compagini sconfitte siano stati decisivi al contrario nelle finali: da una parte il bomber Lukaku, dall’altra la coppia Mbappé Neymar. L’Inter è stata “tradita” dal proprio bomber che, dopo aver gonfiato la rete avversaria per più di 30 volte in stagione, ha fallito il contropiede decisivo sul risultato di 2 – 2 a tu per tu col portiere avversario ed ha poi deviato nella propria porta la palla che ha ingannato Handanovic ed ha condannato i nerazzurri alla sconfitta. Tale infortunio però, non ha fatto che legittimare una vittoria spagnola assolutamente meritata. La creatura di Monchi e Lopetegui ha avuto sempre il controllo della partita grazie ad una spinta continua dei terzini ( o esterni bassi come si dice adesso) che ha sempre messo in inferiorità numerica sugli esterni la squadra di Conte. Questa continua ricerca dell’ampiezza del campo di gioco, attraverso un possesso palla non sterile, ha fatto sì che l’Inter abbia giocato gran parte della gara in apnea nonostante una qualità media degli interpreti più alta. Ancora una volta l’Inter ha cercato di difendersi per ripartire sfruttando le qualità dei singoli ma non ha mai dato l’impressione di poter gestire la gara. Anche i tardivi cambi dell’ex CT della nazionale hanno ricalcato un copione insufficiente per poter portare a casa il trofeo. Si chiude dunque per l’Inter una stagione sottotono che, nonostante il grande mercato estivo, è stata contraddistinta soprattutto dalle continue polemiche tra l’allenatore e la dirigenza, polemiche che potrebbero portare anche ad un divorzio inatteso solo qualche settimana fa. Le chiacchiere però stanno a zero, i nerazzurri chiudono nuovamente senza titoli e con lo stesso piazzamento in Champions degli ultimi anni nonostante un mercato faraonico sia in estate (vedi Lukaku, Godin, Barella su tutti), che in inverno (Eriksen, Moses, Young e non solo).


La regina d’Europa, per la sesta volta, è il Bayern di Monaco che ha compiuto un’impresa leggendaria. E’ la prima squadra nella storia del trofeo ad aver vinto la Coppa facendo percorso netto, cioè aggiudicandosi tutte le partite giocate (11 su 11!). Seppur avendo giocato gare secche negli ultimi turni, l’impresa è destinata a rimanere scolpita nei libri di storia. Le difficoltà di una stagione che si è chiusa in modo trionfale, è dimostrata anche dall’avvicendamento in panchina, con Flick che è subentrato a Kovac a Novembre del 2019. L’organizzazione di questa squadra, con la crescita impressionante di un calciatore proveniente dal campionato canadese come Davies, unito allo spostamento di Alaba al centro della difesa, ha permesso ai bavaresi di giocare un calcio fatto dalla ricerca di anticipi difensivi a ridosso della linea di metà campo in modo quasi ossessivo. Con una difesa così alta, il centrocampo imperniato su Goretzka e Thiago Alcantara ha potuto giocare su poco più di 30 metri di campo, in modo da recuperare la palla già nella metà campo avversaria. La qualità degli attaccanti ha fatto poi il resto anche contro il Paris Saint Germain, compagine costruita sulle individualità di Neymar e Mbappè che però devono ancora crescere nelle gare decisive per diventare dei veri e propri leaders. Ancora una volta il concetto di squadra ha prevalso su quello di individualità soprattutto nella ripresa, quando il PSG non ha quasi mai dato l’idea di una squadra che potesse ribaltare la contesa. Ha vinto dunque la compagine che meritava di più, quella che ha saputo trovare la soluzione a tutti i problemi che si sono presentati nell’arco della competizione. Complimenti collettivi ad una società che ha saputo trovare un mix perfetto tra calciatori giovani e colonne portanti di grande esperienza e temperamento (Thomas Mueller su tutti).

L’Inter è in semifinale

Con una prestazione fra le più convincenti dell’era Conte, i nerazzurri si sbarazzano del Bayer Leverkusen grazie ad una grande prova di squadra.

Difesa alta e sempre pronta all’anticipo, centrocampo aggressivo ed interpreti pronti a buttarsi negli spazi (Barella ma non solo), attacco letale. L’approccio iniziale alla gara è stato da grandissima squadra: pressione nella metà campo avversaria finalizzata al recupero rapido della palla, verticalizzazione sugli inserimenti dei centrocampisti, attaccanti subito pronti a dialogare tra sé e con la squadra.

Guardando la partita di ieri sera, ho la sensazione che la trasformazione di Godin sia la chiave di volta: il difensore ex Atletico Madrid, dopo un apprendistato forse anche troppo lungo, sta finalmente giocando sui livelli attesi. Cattivo, concentrato ed atleticamente in forma, insieme a De Vrij riesce quasi sempre ad anticipare gli avversari per far ripartire l’azione già nella metà campo avversaria. Se solo i nerazzurri avessero coinvolto di più Young a discapito di un D’Ambrosio troppo impreciso, probabilmente la partita sarebbe stata chiusa già nei primi 45 minuti.

Nella prima frazione lo splendido gol di Barella ed il timbro immancabile di Lukaku (gol numero 31 in stagione ed a segno in 9 gare consecutive di Europa League… Come lui nessuno mai!!!) sembrava aver già chiuso la pratica. I nerazzurri però, nonostante le occasioni, non sono riusciti a andare sul 3-0 ed Havertz, alla prima disattenzione difensiva, ha riaperto i giochi con un po’ di fortuna. La grande squadra però è tornata fuori nella ripresa quando, non potendo tenere i ritmi del primo tempo, l’Inter ha gestito benissimo i tempi della partita senza però riuscire a segnare la terza rete che avrebbe messo in ghiaccio la qualificazione. I troppi errori in fase di conclusione sono l’unica pecca di una serata finalmente ai livelli attesi da inizio stagione.


La strada sembra adesso essere quella giusta ed anche tra Conte, il gruppo e la società pare essere tornato il sereno. Un passo ancora e poi sarà finale. Intanto brindiamo ad una semifinale europea di una squadra italiana ed al definitivo salto di qualità di un magnifico centrocampista italiano: Nicolò Barella. Se gli infortuni lo lasceranno in pace ed inizierà anche a trovare la porta con continuità, la nazionale italiana avrà trovato un leader naturale per tanti anni a venire.

Il punto sull’Europa League

Mentre la Fiorentina sta trascorrendo le proprie vacanze, la nostra passione per il calcio non smette di attanagliarci e dunque ci troviamo alle prese con le Coppe Europee: ecco un primo sguardo disinteressato all’Europa League, competizione nella quale sono state impegnate Inter e Roma, mentre nei prossimi giorni parleremo di Champions!

Due risultati identici (2-0) opposti però nel significato, nell’atteggiamento delle squadre, nella prestazione. Conte aveva dato una definizione perfetta della partita che attendeva i nerazzurri. Effettivamente contro il Getafe è stata una gara “sporca”, di quelle che si vincono con la mentalità, l’intensità ed in questo caso anche le individualità. La maggiore qualità degli interpreti ha dato la svolta: una parata da campione di Handanovic dopo poco più di 1 minuto ha indirizzato la gara, la mentalità e la concentrazione della difesa nerazzurra ha irretito gli attacchi avversari, la forza esplosiva di Lukaku ha ancora una volta tracciato la strada. Il gol stagionale numero 30 del centravanti belga ha messo la locomotiva sui binari giusti e la dea bendata ha dato una mano alla squadra nerazzurra. Molina ha fallito un rigore calciando a lato, poi Eriksen, entrato da poco (mah!!!) ha chiuso definitivamente la gara. Adesso la squadra di Conte se la dovrà vedere contro il Bayer Leverkusen, probabilmente l’ostacolo più insidioso sulla strada della finale.

Credo che l’Inter possa veramente arrivare in fondo stavolta e l’occasione di giocare tutte partite secche è un vantaggio. La formazione nerazzurra infatti, ha una linea difensiva che difende molto bassa e con molti uomini alla quale si fa difficilmente gol (oltre ad Handanovic e De Vrij anche Godin sta tornando sui suoi livelli), possiede delle armi discrete a centrocampo anche per cambiare la gara in corsa (Eriksen di ieri sera l’esempio più lampante) e davanti dispone di una coppia gol pazzesca con un Sanchez in più sempre pronto ad entrare per spaccare la partita. Se la querelle tra Conte e la società sarà gestita in modo intelligente, stavolta i nerazzurri se la possono giocare con tutti!

Tanto elettrica, viva e cattiva è stata l’Inter, quanto la Roma brutta e senz’anima. Aldilà dell’oggettiva topica di Pau Lopez sulla prima rete avversaria, la squadra giallorossa è apparsa stanca, svuotata e priva di idee. La forzata assenza di Smalling (richiamato dalla società di appartenenza) ha mostrato tutte le crepe di una difesa che in campo internazionale non può essere guidata da Mancini, tra l’altro espulso a gara ampiamente finita per un fallo inutile. La squadra di Fonseca è apparsa in balia degli avversari ed il risultato poteva essere più pesante. Il solo Dzeko non può e non potrà tappare tutte le falle di un organico assemblato male in fase di costruzione della squadra: tanti esterni, trequartisti, fantasisti ma una difesa insufficiente a far strada in Europa ed in Italia. Uno smacco davanti ad un Siviglia che gioca a memoria e sembra avere tutti i pezzi del puzzle a posto grazie all’ex direttore sportivo Monchi.

Finisce dunque l’era Pallotta con una prestazione anonima che è lo specchio di gran parte della gestione statunitense. Adesso spetta a Friedkin dimostrare che la lontananza delle proprietà non sempre è sinonimo di fallimento.