Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – CAGLIARI = 3 – 0

Una vittoria netta, chiara, convincente che proietta la Fiorentina al terzo posto in classifica in coabitazione con compagini che sono partite con ambizioni da Champions League. La gara di ieri sera ha alcuni punti di contatto con quella di Frosinone, ma anche differenze sostanziali: il primo tempo disputato dai viola contro il Cagliari è stato bellissimo come quello giocato in terra ciociara, ma stavolta non è mancata la sostanza. La ripresa poi, è stata tutta un’altra storia perché contro i ragazzi di Di Francesco Bonaventura e soci erano andati in apnea concedendo il pareggio e rischiando anche di perdere la contesa, mentre ieri sera la gestione dei tempi di gioco e del possesso palla è stato perfetto tanto che Terracciano è rimasto finalmente imbattuto ed Italiano è riuscito anche a ruotare i calciatori in vista dei prossimi impegni. Nella ripresa infatti, la Fiorentina ha dato la netta sensazione di gestire le proprie forze grazie anche all’oggettiva superiorità nei confronti di un Cagliari apparso debole e quasi arrendevole.

Il mister viola aveva deciso di concedere ancora fiducia alla coppia centrale Milenkovic Quarta, di continuare con Duncan accanto a Arthur Melo e di concedere stavolta la maglia da titolare davanti a Lucas Beltran, apparso più dentro al gioco della Fiorentina anche se troppo spesso servito con tempi sbagliati rispetto ai giusti movimenti effettuati. L’attaccante argentino, che continuo a considerare una seconda punta, è un trottolino in continuo movimento, capace di farsi trovare sempre smarcato ma se servito spalle alla porta trova difficoltà al momento difficilmente superabili. Resta la sensazione di una squadra in crescita sia dal punto di vista atletico che tattico, con due terzini come Parisi e Kayode che uniscono freschezza atletica, grinta e voglia di emergere, un centrocampista come Duncan in continua crescita, due leaders tecnici e morali come Nico e Bonaventura ed un attaccante come Nzola che si è finalmente sbloccato.

Il calendario però non concede pause perché giovedì la Fiorentina sarà chiamata nuovamente al Franchi per affrontare il Ferencvaros che, insieme al Genk rappresenta l’avversaria più agguerrita del girone. Solamente 72 ore dopo poi, i viola saranno ospiti dei campioni d’Italia al Maradona per misurare le ambizioni stagionali in campionato.

IL BUONO

  • Kayode: stavolta la copertina è tutta sua. Unisce strapotere fisico con letture tattiche intelligentissime, proiezioni offensive come quella che porta al raddoppio con chiusure difensive come in occasione del salvataggio sulla linea, il tutto condito da una serenità ed un sorriso contagioso. Hai conquistato il mio cuore!
  • Nico Gonzalez : segna con la regolarità di un centravanti con tanti modi diversi. Contro il Cagliari il suo è un gol sporco, da attaccante vero, di quelli che da anni mancano a Firenze. Che sia sbocciato definitivamente?
  • Duncan e Martinez Quarta: se la Fiorentina nelle ultime settimane sta salendo di livello, il merito è principalmente di questi due gregari trasformati in leaders. Il centrocampista ghanese domina il gioco sia in fase difensiva che di impostazione non disdegnando il tiro in porta, il centrale argentino è il perfetto interprete del calcio di Vincenzo Italiano. Propositivo, volenteroso, cattivo, sempre pronto ad accorciare gli spazi ed il campo in avanti. Certo non sarà mancino, ma per adesso è quasi un nuovo acquisto. Un tandem eccellente!
  • Nzola: finalmente dalla parte giusta della rubrica! Dopo aver fallito una gran bella occasione, sfrutta il lancio di Mandragora (!!) per mostrare le sue doti migliori: protezione della palla con un movimento che inganna il difensore e fuga verso il portiere avversario trafitto stavolta con un delizioso scavetto. Che sia il primo di una lunga serie!

IL BRUTTO

  • Milenkovic: colui che dovrebbe essere il condottiero della difesa viola, sembra invece l’anello debole. Nel primo tempo rischia di rimettere in gioco il Cagliari con un retropassaggio sciagurato, poi si riprende ma non offre mai l’impressione di essere quel muro che spesso abbiamo conosciuto. Succede, ma forse un turno di riposo sarebbe opportuno.
  • Brekalo: se Sottil mi fa spesso arrabbiare, l’esterno croato non riesce mai a smuovere le mie emozioni. Gioca l’ennesima partita trasparente in cui non è né carne né pesce. Non salta quasi mai l’uomo, non arriva praticamente mai al tiro in porta, non crea mai la superiorità numerica. Un gigantesco boh!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FROSINONE – FIORENTINA = 1 – 1

Due punti letteralmente buttati nel cesso, o se preferite gettati al vento! Da ieri sera sento persone che mi dicono….vabbè abbiamo fatto pari con i due punti rubacchiati ad Udine, oppure abbiamo preso 7 punti nelle ultime tre partite…. ed allora? Dobbiamo sempre accontentarci del meno peggio? Non possiamo mai guardare alla posizione di classifica in cui potevamo essere? O magari dove saremmo stati se fossimo riusciti a fare filotto anche con il Cagliari? sembra ormai che a Firenze ci si debba sempre accontentare del fatto che la Fiorentina ha una proprietà solida, che non ci farà fallire, che ha costruito il Viola Park, che ha i conti apposto. Parlare di calcio mai? Parlare di un attaccante che ormai non ha più nemmeno la scusa dei palloni che non arrivano è lesa maestà? Nzola ha finito i bonus anche su questo blog in cui alcuni, ad esempio Bomber Siiimo, mi aveva chiesto come mai l’attaccante non fosse stato messo nei cattivi dopo gare incolori. Dopo la rete fallita a Genk, ieri a Frosinone ha avuto diverse occasioni senza centrare mai la porta in 81 minuti più recupero. Anche basta grazie! Per non infierire poi sul “giovane” Sottil che sarebbe sempre sul punto di esplodere…. se solo lui e Nzola avessero concretizzato la mole di lavoro della prima parte della gara adesso staremmo parlando di altro!

Dobbiamo però discutere anche della gestione della gara: la prima mezz’ora della Fiorentina di ieri è stata tra le migliori non solamente di questa stagione con fraseggi belli, interessanti e mai scontati, azioni che alternavano ampiezza e profondità, occasioni da rete in serie. Tutti avevamo capito che quello era il momento di chiudere la gara, quantomeno di trovare il raddoppio perché altrimenti la ripresa sarebbe stata da battaglia contro un Frosinone che in casa aveva già ribaltato il Sassuolo. Purtroppo l’attacco viola ha mostrato ancora una volta limiti imbarazzanti tra Nzola e Sottil, ma nella ripresa la Fiorentina avrebbe dovuto avere un altro tipo di approccio, con calciatori diversi da quelli impiegati. Se sai che devi affrontare un secondo tempo in apnea contro una squadra che ti attaccherà ferocemente in tutte le zone del campo che senso ha inserire il coniglio bagnato Ikoné? Non sarebbe stato preferibile il battagliero Kouamé? E successivamente, quando la squadra ha bisogno di argento vivo addosso, perché impiegare il biondino Barak entrato con le infradito ai piedi e specializzato nei passaggi all’indietro anziché il giovane aitante Infantino? E perché il pomata Mandragora anziché Maxime Lopez quando avevamo bisogno di ritrovare il bandolo della matassa della manovra offensiva? Soprassiedo sugli offensivi 9 minuti regalati a Beltran perché ho troppa stima e fiducia in Italiano, un tecnico che avrà certamente già analizzato queste sostituzioni ed i mancati risultati delle sue scelte. Un allenatore che non più tardi due settimane fa ha dato lo scacco matto a Gasperini merita fiducia e sostegno però anche lui deve alzare l’asticella!

La classifica è ancora buona ma col Cagliari non devono esistere passi falsi, altrimenti poi le gare contro Napoli e Lazio potrebbero diventare già un esame da non fallire.

IL BUONO

  • Duncan: indubbiamente il migliore in campo in entrambe le fasi di gioco. Quando si pensa a Duncan, si pensa solamente ai palloni che riesce a recuperare, al pressing che porta agli avversari, ai raddoppi che esegue. Ieri però, oltre a calciare pericolosamente in porta più volte, regala il cioccolatino solamente da scartare a Nico in occasione del vantaggio. Prestazione totale.
  • Nico Gonzalez: semplicemente #NG10. Se sono stato tra i più feroci contestatori di Nico nella scorsa stagione per la pantomima prima del Qatar, adesso dobbiamo solo alzarci in piedi ed applaudire. Lìder Maximo!
  • Martinez Quarta: attento, preciso, senza fronzoli. A Frosinone decide di dedicarsi quasi esclusivamente alla fase difensiva probabilmente in considerazione dell’impiego di Parisi a destra prima e dell’infortunio di Biraghi poi. Non sbaglia nulla, avanti così!

IL BRUTTO

  • Nzola: mi rifiuto di pensare che la nostra Serie A sia così scarsa da far arrivare un calciatore come questo in doppia cifra per due stagioni consecutive. La verità è che Nzola è molto meglio di cosi ed il mister lo sa ma….. quanto a lungo possiamo aspettarlo?
  • Sottil: chi ancora ripone fiducia nell’esterno viola se ne faccia una ragione. E’ un calciatore che sul primo passo salta sempre tutti, ma a che serve se poi sbaglia sempre la scelta finale? Se poi commette strafalcioni degni di Paperissima? Eterno sopravvalutato.
  • Barak ed Ikoné: il loro ingresso in campo è stato semplicemente un insulto a chi aveva giocato il primo tempo ed ai tifosi che si sono sobbarcati la lunga di trasferta di Frosinone in mezzo alla settimana. Ma perché loro anziché Infantino e Kouamé?
  • Giancarlo Marocchi: al netto della parlata emiliana anche piacevole, è assolutamente imbarazzante sia per la pochezza dei concetti che esprime, sia per l’aperta ostilità nei confronti dei colori viola sottolineata talvolta dalle correzioni del cronista durante il racconto della gara. E mi tocca pure pagare!!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

UDINESE – FIORENTINA = 0 – 2

Non so se è una vittoria da grande squadra, se invece è da squadra cinica o solamente fortunata, ciò che so è che con questa gara la Fiorentina recupera i due punti sperperati in casa contro il Lecce e rimette le cose a posto in classifica. Non è certo stata una bella prestazione quella dei ragazzi di Vincenzo Italiano, ma stavolta gli episodi sono stati favorevoli, Terracciano e Bonaventura sono stati superlativi ed i tre punti, seppur immeritati dal punto di vista del gioco, sono stati conquistati con determinazione e voglia. Non per forza occorre sempre giocare al massimo per vincere se si vogliono raggiungere determinati obiettivi e dunque speriamo sia solamente la prima volta anziché l’unica.

Vincenzo Italiano aveva deciso di dare la prima maglia da titolare a Maxime Lopez, un turno di riposo a Milenkovic ed una nuova chance a Nzola confermando il solito modulo 4231 sperando di non subire troppo la fisicità avversaria in mezzo al campo. L’approccio alla gara però è stato bruttissimo con l’Udinese che ha dominato in lungo ed in largo fin dall’inizio guadagnandosi due occasioni clamorose già nei primi 180 secondi di gioco: menomale che Terracciano è tornato in versione San Pietro, quello della trasferta contro il Twente almeno per un pomeriggio, altrimenti si sarebbe messa subito in salita. Le cose sono un po’ migliorate col passare dei minuti ma più per la mancanza di qualità degli interpreti avversari che per una vera e propria reazione viola anche se la giocata del miglior giocatore in campo per distacco era in agguato. Ancora una volta Bonaventura ha deciso che la Fiorentina doveva vincere la partita ed allora prima ha lanciato Quarta in una proiezione offensiva tanto inaspettata quanto perfetta e poi ha messo la parola fine alla gara con il timbro personale. Non è stata certamente una grande prestazione, ma i viola tornano da Udine dimostrando ancora una volta lo spirito di un gruppo che rema tutto dalla stessa parte.

I tre punti sono arrivati ma giovedì a Frosinone non conviene scommettere nuovamente sull’assenza di mira degli avversari. Serve una Fiorentina diversa e più vicina a quella che abbiamo ammirato tanto volte da quando Italiano siede sulla panchina viola.

IL BUONO

  • Terracciano: una partita da incorniciare dal primo all’ultimo secondo. Compie almeno tre interventi salva risultato, regala tranquillità e certezze anche nei momenti più bui, chiude la saracinesca quando più serve. Subire una rete al primo affondo sarebbe stato esiziale ma stavolta Pietro decide di dimostrare a tutti che la porta anche per quest’anno dev’essere la sua. Speriamo non sia solamente un episodio!
  • Bonaventura: il rettore del centrocampo viola torna a giganteggiare dopo alcune prove in chiaroscuro. Recuperate le energie, Jack è di nuovo il faro della squadra: dapprima serve un assist meraviglioso a Quarta, poi si occupa di chiudere la storia con un colpo di biliardo. Sottovalutatissimo da sempre!
  • Martinez Quarta: dietro continua ad essere un calciatore di alti e bassi, con troppe pause e qualche svolazzo ma la rete che spacca la partita è il mattone su cui la Fiorentina costruisce la vittoria. Dopo aver segnato di testa contro l’Atalanta, stavolta si diletta in contropiede con un controllo ed un tiro ad incrociare degno di un attaccante di razza. Continua a volare Lucas!
  • Kayode: entrato a freddo dopo il brutto infortunio di Dodò, dimostra di non aver paura di nulla. Lotta, rincorre, chiude e riparte senza soluzione di continuità, gestisce bene la fase difensiva e, quando può, cerca la sortita offensiva. Se l’infortunio del terzino brasiliano dovesse rivelarsi grave, possiamo dormire sonni tranquilli!
  • Vincenzo Italiano: anche stavolta, forse in ritardo, inizia a modellare la squadra in base alle caratteristiche dei calciatori. Come più volte invocato anche al Corner Viola, il tecnico siciliano prova finalmente le due punte con Arthur in mezzo per provare a gestire meglio la gara e per alleggerire il peso dell’arrembaggio friulano. Non solo, ma per bloccarne la fisicità, ricorre anche alla difesa a 3 con Milenkovic perno centrale! Grande mister, avanti così! Iniziamo a gestire le gare anche in base ai momenti ed agli avversari!

IL BRUTTO

  • Biraghi: in una partita in cui Maxime Lopez non ha brillato, Mandragora, Brekalo e Nzola hanno continuato a girovagare nella loro mediocrità, il capitano è stato il peggiore in campo. Ad Udine è sembrato tornare quello dell’inizio della scorsa stagione con tantissimi errori tecnici e tattici. Traversoni sbagliati, diagonali dimenticate e proteste plateali che non fanno altro che innervosire arbitro e tifosi avversari. Solo una parentesi?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ATALANTA = 3 – 2

Che sport meraviglioso è il calcio! In qualunque altra disciplina, dal basket alla pallavolo, dal baseball al rugby, una squadra letteralmente dominata come la Fiorentina dei primi 25 minuti di ieri, mai e poi mai si sarebbe trovata al riposo in vantaggio! Ed invece il meraviglioso football è assolutamente imprevedibile proprio per questo, perché a volte basta una scintilla e tutto si capovolge! La squadra che sembrava in balìa dell’altra inizia a dominare, sembra correre di più, sembra migliore dal punto di vista fisico, tecnico e tattico.

Certo se da una parte Vincenzo Italiano ha azzeccato ogni singola mossa, compreso l’inserimento di Biraghi a destra, dall’altra Gasperini si è impegnato per mettere in difficoltà la propria compagine. Se gli ingressi di Beltran, Kouamè ed Arthur hanno permesso di guadagnare 30 metri di campo e di segnare il gol della vittoria, le sostituzioni di Koopmeiners e Lookman sono state tecnicamente assassine. L’Atalanta con quelle mosse ha perso il controllo del gioco, non ha più avuto quella profondità che nella prima frazione aveva dato tanto fastidio ai centrocampisti viola e si è progressivamente spenta senza più riuscire a trovare la via dell’area di rigore avversaria. Dall’altra parte invece, la Fiorentina è salita di livello, ha conquistato campo mettendo in mostra (finalmente) un indomabile Parisi a sinistra, un Brekalo in netta crescita, un Beltran con colpi importanti. Giusto però che il gol del successo porti la firma di Kouamè, uno degli scudieri di Italiano che ha sempre speso parole al miele per questo grandissimo professionista che dimostra ancora una volta quanto conti la voglia di migliorarsi con il lavoro, la voglia di emergere!

Adesso inizia la maratona della Conference League dove la Fiorentina vuole ripetere il percorso della scorsa stagione sperando non solamente in un esito finale diverso, ma anche in un girone più tranquillo grazie ad un approccio lontano da quello della scorsa stagione.

IL BUONO

  • Kouamè: segna il gol di rapina che vale 3 punti. Spesso quando entra a gara in corso è in grado di far succedere qualcosa anche solo con l’energia che sprizza da tutti i pori. Avrà tanti difetti, ma non quello di mollare. La classe operaia va in Paradiso!
  • Parisi: finalmente titolare, finalmente padrone della fascia sinistra. E’ una furia, si sovrappone spesso, regala sempre il movimento in appoggio ai propri compagni. E’ per questo che al termine della gara risulta il calciatore con il maggior numero di palloni giocati e di palloni recuperati. Avanti così!
  • Martinez Quarta: nella marcatura di Lookman ci capisce poco, ma il gol di testa che segna sotto la Fiesole è semplicemente meraviglioso. Oltre ad esso, si sgancia con regolarità per andare a costruire sulla linea dei centrocampisti e non molla di un centimetro fino alla fine. Seppur con tante, troppe pause, gioca finalmente una partita convincente. Primo segno di rinascita?
  • Vincenzo Italiano: stupisce tutti con una formazione iniziale in cui il centrocampo è fatto di soli muscoli e, probabilmente più per l’approccio dell’Atalanta che per le scelte operate, viene fatto a fette per 25 minuti. La sua Fiorentina però ha il grandissimo merito di trovare la scintilla in grado di accendersi per non spengersi più. Nella ripresa poi, opera lo scacco matto a Gasperini azzeccando ogni scelta. Seppur con i suoi limiti, resta il fulcro del progetto Fiorentina.

IL BRUTTO

  • Terracciano: se sul primo gol possiamo provare a giustificarlo per la deviazione, sulla rete di Lookman è indifendibile. Viene nuovamente bucato sul suo palo lasciando sguarnito quello che è il punto di riferimento fondamentale per ogni portiere. E’ lentissimo a reagire al tiro e sembra aver perso anche sicurezza con i piedi. Sicuri che l’alternanza faccia bene?
  • Dodò: è il lontanissimo parente del calciatore che abbiamo ammirato nella scorsa stagione. Con l’avanzamento di Quarta sulla linea dei centrocampisti, è obbligato a stringere verso il centro interpretando quasi il ruolo di terzo difensore centrale. Inventa un’occasione clamorosa per Nico Gonzales ma non basta. Diligente, ma il vero Dodò è un’altra cosa.
  • Gasperini: se avesse l’umiltà di fare autocritica, capirebbe che questa guerra strisciante che ha deciso di combattere ogni volta che si presenta al Franchi è dannosa innanzitutto per lui. Grazie ai suoi atteggiamenti ed alle sue dichiarazioni, l’Atalanta è divenuta ormai una nemica giurata della Fiorentina e l’ambiente è sempre caldissimo. Non solo, ma anche la lucidità nell’interpretare la gara sembra risentirne: le sostituzioni effettuate ieri sono state dannose per la manovra e per il risultato finale. Pensi più al campo, meno alle dichiarazioni….è molto più bravo come tecnico che come comunicatore!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – LECCE = 2 – 2

E’ stata una Fiorentina dai due volti quella che ha sperperato il doppio vantaggio nella gara interna contro il Lecce. Se nel primo tempo i viola sembravano essere tornati quasi sui livelli di Genova con fraseggi veloci, possesso palla finalmente non scontato, ritmo alto e capacità di andare a segno, la seconda frazione ha paurosamente ricalcato la prova di Vienna. Senza avere di fronte un avversario di quella caratura tecnica però, Bonaventura e compagni avevano dimostrato di aver finito la benzina pur senza rischiare troppo: la consueta dormita difensiva, ha poi vanificato la prima frazione di gioco ed ha cancellato la possibilità di rimanere a punteggio pieno dopo due gare. Se l’errore che ha permesso ai salentini di trovare il secondo gol è certamente personale (Martinez Quarta cosa guarda???), è impossibile però non sottolineare la frequenza di questi passaggi a vuoto che si ripetono ormai fin dall’arrivo di Vincenzo Italiano sulla panchina viola. Purtroppo, la correzione di questi misfatti sembra una chimera, ma la giustificazione del caldo sentita ieri in sala stampa, richiama a piangina Mazzarri, uno dei tanti allenatori per il quale la colpa era sempre di qualcun altro. Restano comunque diverse cose positive, l’ottimo primo tempo, il gol ritrovato con continuità, il bel debutto di Beltran e la capacità di andare a segno di Nico Gonzalez anche se resta soprattutto fortissima l’impressione che questa squadra non possa giocare senza Arthur se manca pure la fisicità di Amrabat. Tutto il buono però, verrà messo velocemente nel dimenticatoio per la seconda frazione sciagurata condita dalle due reti subite.
Tra tre giorni ci aspetta il primo crocevia della stagione, la gara di ritorno contro il Rapid Vienna che potrebbe fin da subito indirizzare l’annata viola. Non sarà più ammesso né tollerato l’atteggiamento della gara d’andata né le disattenzioni del secondo tempo contro il Lecce: ce la possiamo fare, dipende tutto da noi!

IL BUONO

  • Nico Gonzalez: semplicemente di un’altra categoria. Finalmente sembra essere diventato quel leader che tutti pensavano fosse nel momento in cui è arrivato a Firenze. Nuovamente a segno, svaria su tutto il fronte d’attacco e spesso si muove in posizione centrale per aiutare Arthur a cucire il gioco. Di testa si conferma uno dei calciatori con la migliore scelta di tempo in Serie A. Ne avessimo un altro sulla corsia opposta…… 
  • Duncan: questa scelta farà storcere il naso a qualcuno ma ieri Alfredino a me è piaciuto e sinceramente tutta questa differenza con Mandragora non l’ho proprio vista. Gol, assist ed un palo in un primo tempo clamoroso, poi una logica flessione nella ripresa. E’ lui a perdere il pallone in occasione del gol del Lecce, ma la Fiorentina ha la difesa completamente schierata. Professionista esemplare.
  • Beltran: un debutto assolutamente incoraggiante. Dimostra di non aver alcun timore reverenziale e di possedere numeri tecnici importanti. Svaria, lega il gioco, serve una palla meravigliosa nell’azione del 2-0 anche se non calcia mai in porta. Ancora non conosce i compagni né i meccanismi del gioco viola, ma si fa apprezzare in diverse occasioni per la rapidità di esecuzione. Promosso a pieni voti.  

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: a forza di raccontare in questa rubrica gli errori difensivi dell’argentino, mi sono venuto a noia da solo. Cosa aspetta ancora una società che ha incassato 17 milioni di euro dalla cessione di Igor ad acquistare un centrale di livello? Dobbiamo aspettare il mercato di gennaio, quando magari saremo fuori dall’Europa e dovremo rincorrere in campionato? Quarta è questo ed ormai lo conosciamo: forte di testa, con tanta garra e discreto in impostazione, ma i suoi passaggi a vuoto ormai non si contano più. Ma non lo si vuole proprio capire?
  • Sottil: se Martinez Quarta mi è venuto a noia, in merito all’esterno offensivo invece, ho perso del tutto le speranze. Di partite ne vedo tante (anzi, troppe) da molti anni ma un calciatore che riesce a sbagliare ogni singola scelta come lui, io non lo ricordo. Quando parte in velocità palla al piede regala sempre la sensazione che possa succedere qualcosa di importante…..il problema è che la speranza resta regolarmente delusa. Il paragone con Nico dall’altra parte è imbarazzante.
  • Nzola: non posso credere che questo sia il calciatore che mister Italiano chiede da due stagioni. Lento, imbolsito, incapace di tenere su la squadra, entra a gara in corso e non riesce ad aiutare i compagni a respirare. Gioca la stessa partita di Vienna con l’aggravante che è il più fresco di tutti. Non attacca mai né il primo né il secondo palo, non si avvicina nemmeno a tirare in porta. La condizione atletica è certamente deficitaria, ma almeno l’approccio deve assolutamente cambiare. Giovedì servirà un altro Nzola.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ROMA = 2 – 1

Una meritata vittoria in rimonta che restituisce tranquillità e serenità nel momento più importante della stagione. Certo tutti penseranno che, se la rimonta l’avessimo centrata in occasione della finale di Roma, saremmo stati enormemente più felici, ma già il fatto di aver mantenuto la voglia di vincere ed essere riusciti a tenere la spina attaccata è secondo me una gran bella notizia. Ancora una volta infatti, Vincenzo Italiano ed il suo gruppo hanno dimostrato di non accontentarsi mai, di non darsi mai per vinti, di sapere incassare anche i pugni più duri senza mai cadere al tappeto. La gara di sabato poteva essere l’occasione perfetta per mollare gli ormeggi, dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia e la vendemmia del Torino a La Spezia anche l’ottavo posto poteva sembrare irraggiungibile: se poi a ciò aggiungiamo un primo tempo soporifero con una squadra sotto ritmo chiuso con un gol di svantaggio, i viola avrebbero potuto mollare. Ed invece no, ancora una volta la squadra si è voluta ribellare al proprio destino e grazie anche all’apporto fondamentale dei calciatori subentrati (vedasi Kouamè e Terzic), i viola hanno ribaltato il risultato e agguantato nuovamente i granata di Juric. Per l’ottavo posto si deciderà tutto nell’ultimo turno e, successivamente, nella aule dei tribunali italiano ed europee che troppo spesso, negli ultimi mesi, hanno scritto e riscritto la classifica della Serie A. Colpa di chi decide? Certamente la giustizia sportiva è da riformare ma dobbiamo sempre ricordare che, se gli illeciti non fossero stati commessi, oggi non ci sarebbe la necessità dell’intervento di alcuno.

Chiudo con un saluto ad un calciatore che ha realizzato il proprio sogno da bambino, Lorenzo Venuti. Calciatore inadatto alla dimensione attuale della Fiorentina, che però è stato giustamente salutato dalla curva in quanto uomo e tifoso viola. Nella prossima stagione andrà a difendere i colori di un’altra compagine ed allora Lollo ti teniamo in caldo quel posto accanto a noi, in Curva Fiesole, posto più adatto per vivere l’amore viscerale che provi per la nostra splendida maglia viola.

IL BUONO

  • Jovic: le parole al miele di Italiano dopo la partita, certificano l’inversione a U del calciatore serbo relativamente all’atteggiamento verso il gruppo. Più disponibile ad aiutare i compagni, più dialogante con tutti, più coinvolto anche emotivamente. Gli errori contro l’Inter ancora pesano ma la riattivazione dell’ex Real è sicuramente a buon punto. Che torni definitivamente il calciatore che conoscevamo il 7 giugno?
  • Kouamè: due mezzi assist decisivi, ma soprattutto il fuoco dentro una gara che rischiava di restare spenta. Il talento non è quello di Jovic, la sapienza tattica non è quella di Bonaventura, ma quanto a spirito, voglia ed attaccamento Kouamè non è secondo a nessuno. Qualcuno dovrebbe andare a ripetizione da lui!
  • Cerofolini: altro prodotto del settore giovanile che fino ad oggi, nelle poche occasioni avute, non aveva del tutto convinto. Contro la Roma invece tiene su la baracca grazie ad almeno due interventi importanti nel primo tempo e sembra anche più sicuro nel gioco con i piedi. Non credo sarà mai il titolare a Firenze, ma dimostra che come alternativa di un portiere importante potrebbe dire la sua (considerando anche l’età ancora piuttosto giovane). Ottima prova, ma per il prossimo anno serve ancora un portiere titolare!!!

IL BRUTTO

  • Quarta: continua il momento orribile del difensore argentino. Il salvataggio sulla linea che evita il raddoppio di Solbakken non è sufficiente per rimediare a tutti gli errori commessi: posizionamenti errati in marcatura, lanci e ripartenze puntualmente regalate alla squadra avversaria, amnesie a ripetizione. Titolare a Sassuolo e poi una lunga e meritata pausa estiva.
  • Saponara: quando la tecnica non basta più. Il buon Ricky incanta sempre meno con la palla ai piedi perché ha sempre più difficoltà a riceverla, a coprirla, ad accarezzarla. Sembra ormai quasi un ammenicolo come quelli della nonna che non butti via solamente perché ti fanno tornare in mente alcuni piacevoli ricordi. Insieme a Lollo, anche Saponara è al capolinea a Firenze?

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Il buono, il brutto, il cattivo

INTER – FIORENTINA = 2 – 1

Orgoglio, tantissimo orgoglio, smisurato orgoglio. Questo è ciò che porto con me dopo la tanto bella quanto sfortunata finale di Coppa Italia di ieri sera. La Fiorentina ha dato l’anima, il cuore, ha messo tutto ciò che aveva in una gara che avrebbe potuto, forse dovuto, avere un risultato diverso. Ancora una volta gli episodi e soprattutto la differenza di qualità degli interpreti messi in campo dai due allenatori hanno fatto la differenza, ma i viola sono usciti sotto un diluvio di applausi non solamente dei propri tifosi, ma anche di tutto il pubblico presente. Orgoglio dicevo, un sentimento che provo innanzitutto per una tifoseria che anche ieri ha dato dimostrazione a tutti di quanto viscerale sia l’amore che ha nei confronti della propria città e della propria squadra di calcio. Ci siamo inventati una coreografia bellissima e riuscitissima, abbiamo cantato incessantemente per 95 minuti, abbiamo incitato i nostri calciatori con ancora più voce quando ci siamo trovati sotto nel punteggio. Orgoglio per una squadra che, guidata ancora una volta da capitan Biraghi avvolto nella bandiera dei quattro quartieri fiorentini e con indosso la fascia di Davide Astori, ha dimostrato che in questo momento la Fiorentina gioca il miglior calcio d’Italia insieme al Napoli. Attacchi tambureggianti, possesso palla finalmente non più fine a sé stesso, geometrie di gioco variabili che possono contare talvolta sugli inserimenti da dietro dei terzini, altre volte su quelli dei centrocampisti, talvolta sulle verticalizzazioni del trequartista, altre volte sull’impostazione del difensore. Un mix di disciplina e fantasia, ritmo e possesso palla, che anche ieri sera ha messo in difficoltà l’Inter per ampi tratti di gara. Resta però ancora una volta quell’amaro in bocca dettato dagli errori individuali che hanno condannato i colori viola ad una nuova sconfitta in finale: errori difensivi ed offensivi che hanno deciso l’esito finale della gara. Si aggiunge a ciò la differenza incredibile di valori in campo, una differenza siderale fotografata dalla possibilità di Simone Inzaghi di poter impiegare part time un calciatore come Lukaku mentre Italiano deve accontentarsi di Sottil. Così fa male, fa tanto male ma abbiamo la fortuna ed il merito di potercela giocare nuovamente tra due settimane, un’altra finale che speriamo possa essere giocata con un’esperienza ed una testa diversa ma che soprattutto speriamo regali alla città di Firenze qual trofeo che tutti noi ci meritiamo.

Poche ore di sonno, qualche esercitazione di scarico e poi sabato sarà nuovamente campionato per un Fiorentina Roma mai così inutile da decenni: due squadre proiettate sulle rispettive finali europee, che arrivano stanche ed incerottate con poca o nessuna voglia di rischiare le gambe per vincere la partita. Speriamo sia solamente una parentesi utile a far risalire il morale dopo la brutta bastonata avuta in finale di Coppa Italia.

IL BUONO

  • Nico Gonzalez: non c’è niente da fare, quando le partite contano, l’argentino è il calciatore in grado di fare la differenza. Segna la rete del vantaggio regalandoci un’illusione meravigliosa ma non si ferma a quello. E’ un trottolino inesauribile e punta continuamente l’uomo senza risparmiarsi. Aiuta anche in fase difensiva con ripiegamenti intelligenti. Giocatore di spessore internazionale.
  • Bonaventura: con il Rettore dell’Università del calcio rischio di essere ripetitivo. E’ il faro della manovra viola riuscendo a far sgorgare gioco sia in verticale che in orizzontale. Cala un pò alla distanza, ma resta sempre fondamentale per la manovra. Chapeau!
  • Vincenzo Italiano: se riavvolgo il nastro indietro di 24 mesi, torno a pensare alla Fiorentina di Beppe Iachini, una squadra timorosa, che difendeva sempre negli ultimi 25 metri, che cercava di speculare solo sulla squadra avversaria. Dopo due anni, possiamo affermare che la rivoluzione copernicana è avvenuta: oggi, grazie alle idee di uno dei migliori tecnici italiani, abbiamo una squadra che gioca a viso aperto anche contro la finalista di Champions League, che crede alle proprie doti ed al proprio modo di giocare a calcio, che crede fermamente in ciò che fa. Grazie a tutto ciò ogni singolo giocatore è migliorato, ha un proprio ruolo nella squadra, si sente coinvolto nel progetto. Se solo fosse stato aiutato maggiormente dalla società durante il mercato di gennaio……

IL BRUTTO

  • Milenkovic – Quarta: la coppia difensiva viola purtroppo non regge il confronto con un fuoriclasse del calibro di Lautaro. Il serbo si addormenta sul primo gol tenendo in gioco l’argentino, mentre Quarta è corresponsabile del gol del raddoppio con un rilancio troppo timido. Serviva la serata perfetta, o forse un centrale di livello superiore.
  • Terracciano: sul primo gol è esente da colpe ma sul secondo ha, secondo me, le responsabilità maggiori. Dopo il colpo di testa di Dodò ha avuto tutto il tempo per uscire in presa alta sul pallone che ballava in area piccola. Invece è stato ancora una volta troppo timido restando incollato sulla linea di porta. Nel corso della gara poi, non riesce a riscattarsi. Serve un portiere titolare per l’anno prossimo.
  • Sottil: inconcludente, sotto ritmo, inutile. L’unico che ha tradito in tutto e per tutto le aspettative riposte in lui dal mister.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ATALANTA = 1 – 1

Se l’Atalanta del sempre sportivo Gasperini doveva venire a Firenze a dimostrare la differenza di punti in classifica, mister simpatia dovrà riprovarci l’anno prossimo.

Abbiamo infatti ammirato una bellissima Fiorentina in una partita divertente e ben giocata, di quelle che non ti fanno sentire così inferiore rispetto agli altri campionati europei. I ragazzi di Vincenzo Italiano raggiungono il traguardo di 14 risultati utili consecutivi con 12 vittorie e due pareggi grazie ad un gioco corale in cui tutti si sentono coinvolti e tutti sanno di poter essere importanti, una sinfonia che lascia l’impressione di una squadra che cerca di dominare su tutti i campi, contro ogni avversario. Nella gara contro l’Atalanta ci sono state alcune prestazioni individuali superlative, come nel caso di Dodo‘, ma anche la ricchezza delle alternative: Bonaventura, una volta subentrato a Barak, ha disegnato calcio ed ha dato nuova linfa alle trame offensive mentre Biraghi ha martellato la fascia sinistra in costante proiezione nella metà campo avversaria ed ha nuovamente dimostrato perché lui sia il titolare di quella zona di campo. Resta l’amaro in bocca per una gara che avrebbe potuto vedere la Fiorentina vincere raggiungendo la Juventus in classifica ma purtroppo la disposizione difensiva pressoché perfetta di un’Atalanta venuta a Firenze solamente per difendersi, ha irretito le possibili verticalizzazioni viola e la capacità di arrivare al tiro. La prova ottima ed il dominio continuo del gioco restano la cifra più importante della serata viola: con una squadra che attacca senza soluzione di continuità, che tiene sempre il pallino del gioco e gestisce il ritmo della gara, sarà più semplice affrontare i momenti decisivi della stagione che stanno per arrivare.

Prima tappa sarà la gara di ritorno contro il Lech Poznan da giocarsi giovedì alle 18,45 al Franchi. Il vantaggio guadagnato nella gara di andata è cospicuo ed importante, gettare alle ortiche l’occasione di arrivare in semifinale sarebbe un delitto nei confronti dei tifosi e della città.

Avanti viola!

IL BUONO

  • Dodò: semplicemente un marziano, un extraterrestre arriva dal pianeta Shaktar per far rivivere al tifo viola l’epopea di grandi giocatori passati. Non poteva essere vero quello delle prime 10 giornate di campionato, né quello dei cartellini gialli e rossi di inizio stagione. Svetta in ogni situazione di gioco, sia difensiva che offensiva, sbroglia la matassa più volte, gioca un’infinità di palloni senza risultare mai banale. Do you remember Odriozola?
  • Nico Gonzales: dopo la prova sontuosa di Poznan si ripete anche se gli manca la stoccata decisiva. Sfiora la rete già nel primo tempo, svaria su tutto il fronte d’attacco, salta avversari a ripetizione. Oltre a tutto ciò, si traveste da crocerossino donando prima il rigore a Cabral, poi la punizione al neo entrato Biraghi. Che voglia finalmente diventare un leader?
  • Cabral: oltre alla freddezza glaciale che dimostra in occasione della trasformazione del rigore, Re Artù si costruisce una bella occasione nel primo tempo dal limite e non smette mai di lottare finché resta in campo. Dimostra un cuore grande non solamente fuori dal campo con gesti come quello di fermarsi a giocare con i bambini a San Frediano, ma anche sul rettangolo di gioco lottando su ogni singolo pallone. Un vero Re Artù.
  • Martinez Quarta: si conferma ancora una volta il centrale più sicuro della squadra. E’ ormai diventato il vero leader difensivo sia per la capacità di difendere, sia per la capacità di uscire sempre a testa alta con la palla al piede dalla propria linea di difesa. Ha avuto bisogno di tempo, ma l’attesa è ampiamente ripagata dalle prestazioni.

IL BRUTTO

  • Sottil: in una serata in cui la Fiorentina domina e convince, qualche nota stonata è comunque arrivata. Il prodotto del vivaio viola continua ad essere un bellissimo mezzo giocatore, uno di quelli che ha mezzi tecnici e fisici perfetti per fare questo sport, ma che non riescono mai ad essere decisivi. Anche contro l’Atalanta, è entrato in campo con quella sana sfacciataggine che tutti gli riconoscono, ma ha ancora una volta sbagliato tutte le scelte finali, sia quando ha cercato l’assist che quando invece ha deciso di concludere a rete. Quando cresciamo?
  • Terzic: l’attenuante del mese e mezzo di stop a causa di un infortunio è grande quasi quanto la delusione provocata da una prova ampiamente insufficiente. Quando è entrato Biraghi, la differenza è stata imbarazzante. Forza Aleksa, nel finale di stagione avremo bisogno di tutti!

A voi per i commenti!!