Una Firenze unica sulle ali della musica

Quando lo scorso anno mia moglie Claudia mi ha proposto di andare in riva all’Arno ad ascoltare dell’ottima musica che proveniva da una zattera ho pensato sinceramente che l’ideatore di quella rassegna musicale fosse un fantastico sognatore.

La serata che ho vissuto poi, mi ha regalato emozioni, vibrazioni positive arrivate grazie alle note musicali, alle luci, all’atmosfera fantastica che si respirava in quell’ambiente così particolare eppure così intimo e familiare. Quell’esperienza mi ha spinto scrivere un pezzo sul blog, un articolo talmente apprezzato dal sognatore di cui sopra, Nicola Mazzoleni, da farmi ricevere tanti complimenti ed anche una richiesta di un (piccolissimo) aiuto per l’edizione che sta per arrivare, il prossimo 19 luglio. Un’edizione che cambia location, approdando in un luogo storico fiorentino come il Ponte Vecchio sotto al quale ci sono quei Canottieri che rappresentano un angolo della città che ogni amante di Firenze non può non conoscere; cambia anche il format della rassegna concentrandosi in un’unica esplosiva serata di quattro ore in cui si esibiranno solamente artiste femminili.  Ai Canottieri si potrà inoltre cenare (prenotando), bere, aperitivare, fare qualunque cosa sia concessa ma sempre con l’accompagnamento di un’ottima musica ed un’atmosfera che solo Firenze sa regalare….siete pronti??? Vi assicuro che vivrete una serata unica!

Per tutte le info cliccate sul link qui sotto

https://liveontheriver.it/

Uno spettacolo da vedere!

Lo spettacolo “Boomers” di Marco Paolini è stato una piacevolissima sorpresa.

Al Teatro Romano di Fiesole, in una tipica serata estiva, non mi sono fatto scappare l’opportunità di vedere una rappresentazione che mi aveva molto incuriosito innanzitutto per il titolo. Avendo due figli, di cui uno di quasi 12 anni che ha ormai scoperto la tecnologia ed il telefono cellulare, mi sono accorto che il linguaggio con cui posso comunicare ha necessariamente bisogno di una rivisitazione. La velocità con cui cambiano le cose intorno a noi è a tratti spaventosa, ma il modo in cui molti le raccontano lo è ancora di più: ormai viviamo nell’età dell’immediatezza, del subito, ma soprattutto viviamo in un’epoca in cui qualunque tipo di racconto viene mediato da un mezzo di comunicazione on line. Nasce da qui l’esigenza di trovare la chiave di lettura, il canale di comunicazione per poter continuare a parlare ed a capirsi con i miei figli e con il loro mondo e l’apertura dello spettacolo mi ha confermato di essere nel posto giusto.

Tutto il testo infatti vive sulla constatazione che mentre i figli in passato, arrivati ad un certo punto della vita, entravano in contrapposizione con i propri genitori con istinti di ribellione, adesso alla stessa età si inizia ad ignorarli probabilmente proprio perché non ci sono più gli strumenti giusti per comunicare e per rimanere complici delle proprie esperienze. “Boomers” è un susseguirsi di risate, musica e momenti di riflessione che portano ad un’introspezione a tratti amara per la consapevolezza che, in questi tempi, non sempre riusciamo a capire ciò che ci succede intorno. Talvolta siamo spettatori o addirittura protagonisti involontari di una scena costruita da altri in cui e realtà sembrano due mondi incapaci di incontrarsi, di comunicare, di trasmettere sensazioni ed emozioni. Ecco allora che riuscire a tenersi in equilibrio sopra questa follia contemporanea è probabilmente l’unico modo per far sopravvivere il mondo in cui siamo nati e cresciuti all’interno di quello che invece altri stanno costruendo sopra di noi.

Proprio lo spettacolo di Marco Paolini, accompagnato dalla bravissima Patrizia Laquidara, ci restituisce un messaggio fortissimo in merito ai nostri ricordi che, probabilmente, restano gli ultimi pezzetti di vita vissuta in un mondo in cui la socializzazione viene ormai quasi sempre mediata da telefoni cellulari, pc, tablet, web. E’ compito di noi genitori, degli insegnanti, degli istruttori sportivi, di tutti coloro i quali hanno a che fare con i nostri ragazzi, cercare in tutti i modi di tenere viva l’integrazione che ognuno di noi può vivere in un bar, allo stadio, a casa di amici, ai giardini, in ogni luogo si riesca a comunicare con gli altri esseri umani esprimendo idee, concetti, emozioni, amori, sentimenti, toccandosi il volto oppure le mani, scambiandosi una carezza oppure un abbraccio o un bacio. Sono queste emozioni quelle per cui vale la pena vivere, ciò che di più bello può accadere in questa nostra vita che ci sfugge velocemente di mano spesso senza nemmeno accorgercene.  

La musica mette d’accordo tutti!

Firenze è conosciuta per la propria bellezza rinascimentale che ancora ammalia turisti e studiosi di tutto il mondo ma anche per il proprio istinto polemico, quell’incapacità di confrontarsi senza dividersi in fazioni.

E’ infatti Firenze che ha avuto il coraggio di mandare in esilio il Sommo Poeta Dante Alighieri o di bruciare al rogo Girolamo Savonarola, senza dimenticare le guerre intestine tra Guelfi e Ghibellini, fino alla divisione in quartieri nell’esercizio del calcio storico fiorentino, tradizione che ancora oggi vive nel mese di giugno. Se insomma qualcuno a Firenze riesce a mettere tutti d’accordo, allora significa che ha avuto un’idea geniale ed è riuscito a metterla in pratica con sobrietà facendo convivere tradizione e novità.

Nicola Mazzoleni, ideatore della manifestazione Live on The River Festival (www.liveontheriver.it), ha centrato l’obiettivo portando alcuni gruppi musicali a suonare sopra una zattera in Arno nei giorni ai quali i fiorentini tengono di più, quelli vicini a San Giovanni, il patrono della città che viene festeggiato il 24 giugno con il corteo per le vie del centro, la finale del calcio storico ed i fuochi d’artificio che illuminano a giorno la città. La genialità di Nicola e della sua creatura, è certificata dalla mancanza di polemiche in città, un unicum che ha certamente una sua spiegazione logica: Live on The River festival ha tenuto insieme la tradizione e l’innovazione nel rispetto di entrambe. A differenza di altre iniziative, come ad esempio la molto discussa ruota panoramica, la manifestazione musicale ha rispettato la città e le sue ricchezze storiche e naturali. Il fiume Arno, tanto amato in città nonostante la drammatica alluvione del 1966, è stato coccolato con note musicali di qualità quasi fosse un bambino che doveva addormentarsi mentre veniva solcato dolcemente da una zattera, novità tanto semplice quanto rivoluzionaria. Tornare a specchiarsi ed a vivere il proprio fiume ha rappresentato la possibilità di riappacificazione tra la cittadinanza e la propria storia e poterlo fare in un ambiente in cui tutti erano i benvenuti, senza biglietti da pagare, con grandi e piccini che si potevano buttare sul prato o su una sdraio, potevano cenare o bere un drink, ha dato la sensazione di comunità, di sentirsi parte del popolo della musica e non solo della città più bella del mondo.

Se vi siete persi l’occasione di andarci, segnatevi la data per il 2024 perché nella città dove mai nulla cambia, in quella Firenze che cammina in avanti solamente guardandosi alle spalle, stavolta la scossa è arrivata da un pezzo di futuro: che sia la volta buona per cambiare davvero la prospettiva?

Un’idea geniale che ha bisogno di noi!

Il momento del Covid, come tutti i momenti di crisi, ha rappresentato anche un’occasione di ripensare la propria vita, le proprie priorità ed il modo di comunicare con gli altri. Da una fase di riflessione e di introspezione è nato un vulcano di idee ed opportunità e, così come al sottoscritto è venuta l’idea di questo blog, ad alcuni artisti è venuta un’idea geniale (non a caso sono artisti)!!!! 

Dopo i difficili momenti del lockdown infatti, è stata partorita la scelta di sostituire la “valigia dell’attore” con lo zaino da trekking e, come spesso accade alle idee nate da un momento di folgorazione, la decisione si è rivelata assolutamente azzeccata. Ecco allora che alcuni artisti professionisti hanno rifiutato altri lavori pur di dare corpo, vita e gambe al loro sogno: gli Scavalcamontagne stanno preparando gli zaini, pronti  a  ripartire  per  una stagione estiva di spettacoli ancora più densa nelle piazze di 45 paesi di Piemonte, Liguria, Toscana e Lombardia. Lo scorso anno gli attori-girovaghi  che  si  sono  esibiti  in  tante  piazze del Piemonte, con sconfinamenti in Liguria, percorsero  400  chilometri  a piedi spostandosi da un paese all’altro, accompagnati in lunghi tratti da trekker e appassionati, sollecitati attraverso i social.

Irene Gennati Chiolero, Nicanor Cancellieri, Daniela D’Aragona, Danilo Ramòn Giannini, Claudio Pinto e Stefano Nozzoli sono attori e cantanti con esperienza nel mondo dell’operetta e nel teatro brillante in genere, ma sono anche amanti della natura, profondamente convinti che dai cosiddetti “territori marginali” si possa e  si  debba ripartire per portare aria nuova nel settore dell’arte, della cultura e del turismo. Rispetto allo scorso anno, i comuni toccati saranno quasi il doppio (45 anziché 28), quattro le regioni  e  oltre  600  i  chilometri  preventivati in un percorso che potete trovare sul sito dedicato www.scavalcamontagne.com

Da un’idea geniale è nato insomma un progetto  ambizioso che mira allo sviluppo di un turismo finalmente diverso: un turismo lento, in armonia con i tempi della propria persona e con quelli della natura che ci circonda che sia capace di far riscoprire, grazie a questi spettacoli, quei piccoli borghi di territori meno conosciuti così belli ma purtroppo ormai in gran parte dimenticati. Siamo insomma davanti ad un progetto che negli anni è piaciuto, è cresciuto, ha dimostrato di funzionare.

Tutto bello, tutto fantastico, tutto facile? Assolutamente no! Come tutti sappiamo, la cultura, l’arte e lo spettacolo per creare eventi curati, con scenografia, costumi ed impianti  tecnici  adeguati avrebbero bisogno di investimenti e finanziamenti che non si riescono ad ottenere.  Purtroppo accade anche per “Scavalcamontagne”, un progetto autosostenibile grazie al piccolo cachet garantito dai Comuni e dalle offerte libere del pubblico, ma tutto questo non basta: ecco allora l’idea di un crowdfunding che possa aiutare a farlo crescere più rapidamente. Ci sono ancora pochi giorni per donare anche pochi euro sul sito 

ideaginger.it

anche per provare a creare una piccola comunità orgogliosa di contribuire alla creazione degli spettacoli, dietro cui ci sono giornate di scrittura, prove, spese per costumi, impianto  tecnico, elementi di scena, il lavoro di un regista. In  cambio di un contributo che ognuno darà secondo le possibilità, il donatore riceverà una ricompensa esperienziale come ad esempio un kit da camminatore, una canzone composta espressamente, un video di ringraziamento e tanto altro ancora, ma soprattutto la sensazione di sentirsi veri e propri co-produttori dello spettacolo.

Che aspettate? Un piccolo contributo adesso, le scarpe da trekking poi!!

Per donare www.ideaginger.it 

Vasco è ancora un inno alla vita!

E’ stata una vera e propria liberazione l’opportunità di tornare a vedere un concerto dal vivo all’aperto!

Dopo una prima esperienza con Brunori Sas al Mandela Forum nelle scorse settimane, grazie a Vasco Rossi al Parco del Visarno siamo finalmente tornati a scatenarci senza alcuna limitazione né preoccupazione in un prato immenso, circondati da gente festante, in mezzo ad abbracci, sorrisi, lacrime e sudore!! L’attesa di questi due anni e mezzo ci ha certamente segnati e provati, ma quando alle 21 in punto la musica ha iniziato a farci vibrare il cuore e le budella abbiamo capito che finalmente Vasco era tornato e potevamo riappropriarci di un altro pezzo della nostra esistenza.

E’ stato un inno alla vita, uno schiaffo al Covid, ed un immenso vaffanculo a questa guerra incomprensibile che ci vorrebbe far tornare indietro di colpo di almeno 50 anni! Come al solito il rocker di Zocca non si è fatto pregare nello schierarsi apertamente in relazione agli accadimenti del momento: a favore della musica, della libertà di amarsi senza pregiudizi (vedasi il testo di “L’Amore L’Amore“), a favore dei vaccini confermando di aver completato il ciclo delle tre dosi, ma soprattutto contro una guerra ingiusta di aggressione. Il gioco di luci messo in scena durante “C’è chi dice no” e “Gli spari sopra” ha richiamato senza esitazioni alle immagini dei combattimenti che quotidianamente siamo costretti a vedere in tv per la follia di un uomo che crede ancora alla legge del più forte.

Le due ore e mezzo di spettacolo ci hanno condotto nel consueto zig zag tra ballate anni 80, rock più duro e struggenti canzoni d’amore interpretate con la consueta forza espressiva che solamente Vasco Rossi riesce a regalare con impressionante regolarità. La perfetta miscela tra rock, poesia, spettacolo e divertimento puro resta la chiave con cui Vasco Rossi entra nei cuori dei propri fans da ormai quasi mezzo secolo. Senza considerare poi le continue sorprese che il rocker di Zocca si diverte a impacchettare per tutti noi che continuiamo a seguirlo come un messia laico: sono personalmente rimasto affascinato da una sezione fiati di incredibile bravura, capace di assoli fantastici, come di accompagnamenti delicati e deliziosi. E non può poi mancare un’ultima parola per il Gallo, Claudio Golinelli, storico bassista di Vasco che dopo i problemi di salute è salito sul palco solo per gli ultimi pezzi ma, come dice Bomber Simo, “non c’è sballo senza il Gallo!

Una serata che ci ha finalmente permesso di ritrovare quel sentimento di liberazione, festa e fratellanza che temevamo di aver smarrito:

FINCHE’ C’E’ MUSICA, C’E’ SPERANZA!

BarLungo con Simone: la riapertura dei teatri in compagnia di un prestigioso ospite!

Ecco la sorpresa che vi avevamo promesso!!

Dopo tanti, troppi mesi, anche il mondo dello spettacolo è finalmente ripartito e sono stati riaperti i teatri. Insieme a Simone abbiamo il piacere di ospitare Fabrizio Checcacci, uno dei direttori artistici del Teatro Manzoni di Calenzano, per farci raccontare il modo in cui ha vissuto il mondo dello spettacolo questo durissimo periodo e quali sono state le emozioni provate quando finalmente si è tornati in scena!

Buon ascolto!