Il buono, il brutto, il cattivo

SASSUOLO – FIORENTINA = 3 – 1

Una partita dai due volti, con una Fiorentina che ha gestito bene il primo tempo chiuso con un gol di vantaggio. Poi il patatrac: una seconda frazione imbarazzante di cui la squadra dovrebbe vergognarsi e che ha portato la società a decretare l’immediato silenzio stampa ed il conseguente ritiro. Ormai le scuse sono finite: sono cambiati allenatori, moduli difensivi ed offensivi, calciatori impiegati e tenuti in panchina ma la nave sta imbarcando acqua ormai da troppo tempo ed adesso rischia di affondare. Ci sono dirigenti in società capaci di ribaltare la situazione? C’è qualcuno che ha finalmente voglia e coraggio di chiamare le cose con il proprio nome? Il tempo è scaduto e continuando così la Serie B diventerà una tristissima attualità. Solo per rispetto del blog, di chi mi segue e della rubrica, proverò a citare i migliori ed i peggiori di un pomeriggio da dimenticare.

IL BUONO

  • Il primo tempo: nella prima frazione la squadra ha fatto esattamente la gara che doveva. Si è chiusa con ordine, ha tenuto centrocampo e difesa vicinissime, è riuscita ad occupare tutte le diagonali di passaggio non permettendo al Sassuolo di verticalizzare. La compagine di Iachini ha avuto anche la capacità di creare alcune occasioni in attacco grazie a ripartenze veloci e cambi di passo importanti di Bonaventura e Castrovilli. Poi il buio.
  • Castrovilli e Bonaventura: se la Fiorentina nel primo tempo ha chiuso in vantaggio ed è riuscita più volte a creare occasioni, è soprattutto grazie alla qualità di questi due centrocampisti. Jack è sembrato finalmente il calciatore che avevamo salutato con entusiasmo al suo arrivo, mentre il numero 10 ha regalato nuovamente accelerazioni eccezionali. Il problema è che tutto ciò è durato solamente un tempo.
  • Ordine difensivo: nell’approfondimento tattico parleremo anche di questo. Di una squadra che ha avuto una logica per 45 minuti forse perché con Caceres nei 3 dietro al posto di Quarta si riesce a coprire meglio gli spazi senza un difensore che vaga per il campo, o forse perché il Sassuolo giocava con la squadra B. Una volta entrati Berardi e Defrel infatti, è calato il buio e non ci abbiamo capito più nulla. Chissà dove sta la verità.

IL BRUTTO

  • Pezzella: E’ ORA DI DIRE BASTA! Basta con la fascia, basta soprattutto vederlo in campo. Gioca con una superficialità imbarazzante, sembra quasi ci faccia un piacere e la fascia di Astori sul suo braccio è un brutto segnale per tutti i tifosi. Non è mai in grado di far ripartire l’azione già nel primo tempo, mentre nella ripresa ne combina una dietro l’altra: sul primo rigore si addormenta e tiene in gioco Berardi sul taglio alle sue spalle, sul secondo gol commette un fallo da principiante su Raspadori che non sarebbe mai riuscito a tirare in porta. Oltre a tutto questo, non si fa mai sentire, non guida la difesa, non mostra mai un minimo di leadership. Se questo è il momento degli uomini, passi la fascia ad altri.
  • Venuti e Biraghi: quando si gioca con il modulo 3-5-2, la base è data da un difensore centrale che comanda i movimenti dei due difensori accanto, da un organizzatore di gioco e da due esterni che siano capaci di giocare a tutta fascia. Di Pezzella abbiamo detto, Pulgar fa quel che può, ma anche giocare con Venuti e Biraghi sugli esterni non è semplicissimo. Difendono con volontà e poco più, non vincono mai l’uno contro uno, non arrivano mai sul fondo per il cross. Sono calciatori mediocri che probabilmente potrebbero essere migliori se fossero inseriti in un contesto di calcio organizzato e non in una squadra che gioca a caso. Quanto ancora dobbiamo ingoiare?
  • Le sostituzioni: cerco sempre di non dare alibi ai calciatori, ma che senso ha inserire Callejon e Eysseric al posto di Castrovilli e Bonaventura senza cambiare modulo di gioco? Come è mai possibile continuare ad impiegare calciatori fuori ruolo considerando anche che i risultati non arrivano? Io capirei se giocare così portasse ad avere una difesa imperforabile e risultati a ripetizione, ma qui si continua a subire reti ed a perdere su ogni campo. Non era meglio passare a 4 dietro togliendo uno dei due esterni e provare a giocare 4-2-3-1? Tanto non è che con le sostituzioni effettuate abbiamo smesso di faticare…. Al peggio non c’è mai fine!

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento arrabbiato!!

Che si gioca??

Joe è ormai diventato una macchina inarrestabile. Per la seconda settimana di fila centra il +6 e scava un solco tra lui ed il primo inseguitore in classifica….la speranza è che inizi a giocare alla SNAI i pronostici che gratuitamente ci offre su questo blog. La gara del Napoli porta fortuna a quasi tutti, ma il Meneghino di Paderno Dugnano scivola sulla buccia di banana del suo paladino Joao Mario e prende la penalizzazione prevista. La graduatoria dunque si allunga ma azzeccando qualche bonus, potrebbe riaprirsi tutto! Andiamo quindi a vederla, grazie al meticoloso lavoro del mitico Carlo:

Joe il Pistoiese 51
Francesco il Meneghino Junior 46
Niccolò e Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano 42
Lungo 38
Salva il Molisano e Bomber Siiimo 33
Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 32
Luchino il diavolo rossonero 26
Juri detto Alan Bencio 1

Basta con la zona salvezza, questa settimana si torna a parlare dei piani alti! Ecco i miei pronostici di giornata:

La gara più scontata: LAZIO – BENEVENTO = 1

In un turno di campionato con alcuni scontri diretti in zona Champions, il derby dei fratelli Inzaghi non dovrebbe riservare sorprese. I biancoazzurri, nonostante un Immobile che continua a non segnare, dopo l’uscita dall’Europa sembrano aver ritrovato lo smalto e dunque non potranno fare sconti. La vittoria di Verona ha permesso alla Lazio di restare in scia, ma se vuole accorciare su Napoli, Atalanta e Juventus è la domenica giusta! I sanniti di contro, stanno attraversando un periodo piuttosto buio in cui l’unica luce è stata la clamorosa vittoria contro CR7 e compagni. La classifica è ancora relativamente tranquilla, ma il Cagliari potrebbe avere l’occasione giusta per accorciare. Anche contro il Sassuolo, il Benevento ha dimostrato di non vivere un grande momento e la gara contro la Lazio potrebbe prolungarlo nonostante l’assenza di quel Caicedo spesso decisivo nei finali di gara. Per me 1 fisso.

La partita da NON giocare: NAPOLI – INTER

La striscia di vittorie dei nerazzurri è a rischio? Il Napoli che ultimamente ha trovato una grandissima continuità con le squadre medio-piccole riuscirà a replicare tali prestazioni anche contro la prima in classifica? L’Inter vuole uccidere il campionato oppure, avendo un vantaggio consistente, può anche iniziare ad amministrare accontentandosi magari di un pareggio? Gattuso continuerà a giocare con un solo incontrista in mezzo al campo e 5 giocatori offensivi come contro la Juventus oppure visto il risultato, cercherà di dare maggiore copertura alla propria difesa? Tantissimi interrogativi, nessuna certezza. Io me la guardo disinteressato!

La sorpresa della giornata: ATALANTA – JUVENTUS = 1 (Risultato 2 – 1)

Una partita che vale tantissimo per entrambe: vincere significherebbe avere un piede nella prossima Champions League soprattutto per l’entusiasmo che deriverebbe dal risultato positivo, perdere vorrebbe dire avere il fiato sul collo non solo del Napoli ma probabilmente anche della Lazio. Prevedo una gara con gol perché la retroguardia di Pirlo non ha mai dato prova di grandissima stabilità e contro Muriel e Zapata è dura per tutti, mentre i bergamaschi dovranno fare a meno del perno Romero (ex incredibilmente ceduto da una squadra che dietro si affida ancora a Bonucci e Chiellini!!). L’Atalanta di mister simpatia gioca un gran bel calcio e solitamente contro le grandi non cambia mai l’atteggiamento, mentre la Juve è alle prese con qualche polemica di troppo, come la maglia gettata a terra da Cristiano Ronaldo al termine della partita con il Genoa. In panchina poi, non c’è proprio partita tra un tecnico che negli ultimi anni non sta sbagliando una mossa, ed un quasi allenatore alle prime armi gettato allo sbaraglio di fronte ad un compito per il quale probabilmente non era ancora pronto. Io dico Atalanta, per il gioco, per lo stato di forma, per chi siede in panchina!

A voi per i pronostici!

L’evoluzione dei ruoli nel calcio

Nel calcio, come nella vita, ci sono i periodi storici ed il loro succedersi comporta cambiamenti tecnici, tattici, filosofici.

Se guardiamo anche solo agli ultimi 15 anni, siamo passati da un calcio fatto di ricerca di conquista di spazio in avanti, di verticalizzazioni veloci e di duelli individuali soprattutto sugli esterni, ad un calcio fatto da una fittissima rete di passaggi, spesso in orizzontale, che mirava a muovere le difese per trovare quegli spazi necessari ad andare verso la rete avversaria (il cosiddetto tiki-taka). Quest’ultimo presupponeva un’idea di calcio basata sullo spazio e sul possesso palla che veniva usato anche come metodo difensivo. Negli ultimi anni poi, anche per l’esasperazione di determinati concetti, si sta tornando verso la marcatura preventiva, l’aggressione in avanti, il recupero della palla nella metà campo avversaria per andare a verticalizzare velocemente, il lancio lungo sull’attaccante più fisico ed i centrocampisti che si buttano sulle seconde palle.

Ogni evoluzione del gioco ha comportato anche il cambiamento dell’interpretazione di determinati ruoli. Chi non ricorda la lotta ideologica tra il 4-4-2 che non prevedeva numeri 10 e gli amanti dei meravigliosi Zola e Roberto Baggio? Chi può dimenticare il Beppe Signori capocannoniere in Italia costretto a fare l’esterno sinistro del centrocampo a 4 nella nazionale di Arrigo Sacchi? E Gianfranco Zola quasi costretto ad emigrare da Parma perché l’allora integralista Carlo Ancelotti non lo “vedeva” nella sua disposizione tattica?

Una prima evoluzione diversa dalla trasformazione del trequartista in seconda punta, la mise in campo Carletto Mazzone a Brescia. Quando ebbe tra le mani uno dei talenti più cristallini del calcio italiano, Andrea Pirlo, non potendolo schierare dietro agli attaccanti sia perché avrebbe sbilanciato troppo la squadra, sia perché riteneva il calciatore acerbo fisicamente per sopportare la fisicità dei difensori avversari, lo mise davanti alla difesa. Nacque in quel modo uno dei migliori registi della storia del calcio italiano, un giocatore che riusciva a miscelare tecnica, senso tattico, qualità ma anche quantità. L’idea fu dunque quella di non mettere i piedi buoni solo a disposizione dell’attaccante, ma di tutta la squadra. Provare a giocare la palla fin dalla propria metà campo grazie a lanci millimetrici ed a cambi di fronte che avrebbero disorientato le difese avversarie. Da lì in poi, lo stesso esperimento ebbe risultati straordinari con Pizarro, ex Udinese, Roma e Fiorentina ed ancora oggi il centrale di centrocampo deve abbinare la qualità dei piedi buoni alla quantità delle doti atletiche.

Nelle ultime stagioni poi, soprattutto in Italia, è tornata in auge la difesa a tre: non più quella degli anni ottanta con il libero staccato dietro a due marcatori arcigni, ma una linea che si adatta ai movimenti degli attaccanti cercando di lavorare molto sulle linee di passaggio e sulle marcature preventive. Si cerca cioè di marcare gli attaccanti senza seguirli per tutto il campo, ma cercando di anticiparli per recuperare palla il più vicino possibile alla porta avversaria. La rinascita della difesa a 3, di cui abbiamo parlato diffusamente nell’approfondimento che trovate qui, ha comportato difficoltà per il ruolo degli attaccanti esterni. In quasi tutte le compagini che si schierano con questa impostazione difensiva, il centrocampo diventa a 5 con i due esterni che sono però a tutta fascia e non attaccanti! Ecco che in questo schieramento, questo tipo di calciatori sono impiegati solamente in quelle porzioni di gara in cui le squadre si dispongono con il 3-4-3 (quanto ci manca il calcio dell’Udinese di Zaccheroni!!!). Il problema che si pone è dunque come impiegare gli attaccanti esterni: alcuni di essi sono stati trasformati in seconde punte (vedi El Shaarawy), altri in esterni a tutta fascia (come Lazovic). L’evoluzione che però in questo momento trovo più interessante è quella che stanno cercando di percorrere due squadre invischiate nella lotta per la retrocessione, Torino e Crotone.

Quando vediamo attaccanti esterni che vengono impiegati come seconde punte, spesso si nota fin da subito la loro desuetudine a giocare in quella zona di campo: sia El Shaarawy, che Callejon a Firenze ad esempio, scoprono molto spesso la palla poiché non sono abituati a giocare spalle alla porta con il raddoppio sempre pronto. Cercano inoltre di giocarsi l’uno contro uno anche nelle zone centrali del campo dove perdere il pallone diventa pericolosissimo per un possibile contropiede avversario. Quanto a Lazovic invece, la trasformazione è avvenuta con maggior successo anche per l’organizzazione della squadra che aiuta tantissimo l’ex Genoa. Giocando con Faraoni da una parte e Lazovic dall’altra, si nota che la squadra accompagna in maniera diversa i due esterni sia in fase difensiva che offensiva arrivando anche a servirli con tempi e modi quasi opposti.  

Venendo al Torino di Nicola ed al Crotone di Cosmi, possiamo trovare due calciatori che hanno già consumato l’esperienza da seconda punta ed adesso hanno di nuovo cambiato “mestiere”. Simone Verdi e Junior Messias nascono entrambi attaccanti esterni seppur con caratteristiche diverse: il primo, bravissimo a calciare con entrambi i piedi, più adatto a tagliare verso il centro per concludere in porta, il secondo più bravo a saltare l’uomo per creare la superiorità numerica e servire l’assist. Entrambi i calciatori non sono certo dei bomber, ma il percorso che hanno fatto nelle ultime stagioni è piuttosto simile. Entrambi infatti, giocando in squadre che difendono a tre, sono stati trasformati in seconde punte che avrebbero dovuto servire assist e calciare da fuori ma, soprattutto nel caso di Verdi, non hanno sfondato. Colui che a Bologna era capace di fare rete nella stessa partita calciando una punizione con il destro ed una col sinistro, sembrava essere finito nel dimenticatoio, mentre Messias, al primo campionato in Serie A, alternava ottime prestazioni ad altre anonime.

Il cambio di panchina però, ha portato per entrambi nuova vita: Nicola e Cosmi avevano ed hanno bisogno di fare rete oltre che di conquistare punti. Ecco allora l’intuizione: Verdi e Messias posizionati nei tre centrali di centrocampo con accanto due centrocampisti di quantità (Rincon e Mandragora da una parte, Petriccione e Molina dall’altra), per una formazione più offensiva. Torino e Crotone da allora sono diventate più imprevedibili, segnano di più, divertono di più ed i rispettivi attaccanti, tra cui Simy e Sanabria, hanno ricominciato a segnare con un’ottima frequenza. Ma soprattutto hanno rispolverato due calciatori, e perché no forse una schiera di giocatori nati nel ruolo di attaccante esterno, che possono tornare a dire la loro. In un calcio in cui gli attaccanti ricevono palla quasi sempre spalle alla porta e gli esterni devono essere in grado di coprire tutta la fascia, la qualità tecnica deve trovare altre strade per poter creare la pennellata dell’assist o del gol. In questa nuova zona di campo, coperti da due scudieri a centrocampo e dai tre difensori centrali, possono probabilmente anche prendersi la libertà di giocarsi l’uno contro uno senza essere subito affogati dal raddoppio difensivo ed una volta saltato il diretto avversario, quasi sempre un centrocampista e non un arcigno marcatore, avere lo sguardo verso la porta per l’assist o la conclusione.

E’ certamente presto per dire se sia solamente una necessità del momento o una nuova tendenza, ma spesso le piccole rivoluzioni nascono in provincia, come abbiamo visto con Pirlo a Brescia. Ed allora perché non seguirne l’evoluzione?

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ATALANTA = 2 – 3

Una partita incredibile, con dentro tante storie, tanti episodi, tanti errori. La Fiorentina perde nuovamente al Franchi e, solamente grazie alla contemporanea caduta del Cagliari, resta a +8 sulla zona salvezza. La compagine di Iachini ha giocato un primo tempo imbarazzante: squadra lunga, lenta, sempre battuta negli scontri diretti, mai reattiva, che è riuscita ad andare al riposo sotto di due gol solo alla grande prestazione di Dragowski. Nel secondo tempo poi, un pò per il calo bergamasco, un pò per il talento assoluto di Vlahovic, la Fiorentina ha rimesso in piedi la gara ma non è bastato. Ancora una volta, nel momento del bisogno, la squadra di Iachini ha dimostrato assenza di leadership e soprattutto prestazioni individuali imbarazzanti, primo tra tutti Amrabat. La strada per la salvezza è in salita ma fortunatamente il vantaggio è rimasto lo stesso ed adesso manca una partita in meno alla fine di questo scempio. Sabato alle 18,00 contro il Sassuolo occorrerà almeno non perdere per tenere a debita distanza il Cagliari.

IL BUONO

  • Vlahovic: mi vengono i brividi ad immaginare la stagione viola senza Dusan davanti. Il centravanti serbo segna altre due reti, tiene in vita la Fiorentina e dimostra ancora una volta la grandezza del regalo di Cesare Prandelli a Firenze. Se solo penso che fino a pochi mesi fa doveva lottare per giocare al posto del suo collega di reparto di stasera, mi viene da ridere per non piangere. Oltre ai gol poi, lotta come un leone, si scambia calcioni con Romero, inizia ad essere pericoloso anche col piede destro e di testa. Resta un mistero perché l’ultima punizione venga calciata da Biraghi anziché da lui, ma dopo aver visto Bonaventura marcare Zapata su calcio d’angolo allora vale tutto. Una pepita d’oro in una valle di lacrime.
  • Dragowski: se la Fiorentina resta in partita fino in fondo è soprattutto grazie alle parate del polacco che finalmente torna sicuro e convincente. Continuo a pensare che non si possa vivere di sola reattività e che non si possa essere decisivi solo nella partite in cui si viene bombardati continuamente. I grandi portieri sono quelli che restano sempre dentro al match e che comandano la difesa dominando l’area, ma Dragowski è ancora giovane e dunque ha tutto il tempo per crescere ancora. Ci vorrà anche il miglior Drago per ottenere i punti che mancano alla salvezza.
  • Caceres: in una partita molto complicata riesce ad essere utile soprattutto in fase offensiva. Nel primo tempo ha una buona occasione di testa, poi nella ripresa confeziona l’assist per il gol di Vlahovic che riapre il match. Rispetto a Biraghi sull’altro fronte è più vivo e dimostra di ricordarsi anche come si difende quando nell’ultimo spicchio di gara torna nei tre dietro. Con il Martinez Quarta di queste ultime settimane, diventa insostituibile.

IL BRUTTO

  • Amrabat: il pupillo del Presidente gioca l’ennesima partita imbarazzante. Iachini gli affida le chiavi del centrocampo e la consegna della marcatura a uomo di Pasalic: risulta insufficiente in entrambi i compiti mancando anche di quella corsa, grinta e cattiveria agonistica imprescindibili per un calciatore come lui. Se oltre a ciò perde anche i contrasti, mi spiegate a che serve?
  • Bonaventura: la marcatura di Zapata sul gol che apre la gara spettava a lui (e sinceramente vorrei sapere perché), ma non è l’unico errore della sua partita. Da Bonaventura ci si aspetta non solo quantità ma soprattutto qualità e personalità: il buon Jack è arrivato a Firenze per essere uno dei leaders in campo, per prendere in mano la squadra e gestire i vari aspetti del gioco. Contro l’Atalanta niente di tutto questo.
  • Martinez Quarta: al netto del fallo di mano da cui arriva il rigore decisivo, dimostra ancora una volta di aver smarrito quelle certezze di alcune settimane fa. Soffre di tantissime pause che contro squadre tecniche e rapide come l’Atalanta non sono ammissibili. Cerca spesso la sortita in avanti, ma anche gli anticipi ed i lanci in verticale non riescono praticamente mai. C’è bisogno di crescere velocemente!
  • L’approccio alla partita: la Fiorentina è entrata in campo passeggiando, con un atteggiamento timido, quasi arrendevole. In più ha cercato di sfidare l’Atalanta con le sue stesse armi, marcature a uomo in tutte le zone del campo e lancio lungo sull’attaccante. Il problema è che i viola non hanno mai vinto nessun confronto diretto, non hanno mai attaccato le seconde palle, non sono mai riusciti a leggere i tagli degli attaccanti bergamaschi. Il risultato è stato una sorta di allenamento del giovedì in cui i ragazzi di Gasperini si sono divertiti ed hanno preso a sculaccioni la banda di Iachini che non ha mai dato l’impressione di poter entrare in partita. Quarantacinque minuti vergognosi che, se replicati, potrebbero far rischiare alla Fiorentina la serie B.

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento tattico!!

Diario di un cassintegrato – parte ventesima

Le settimane si susseguono incessantemente. Passano le stagioni, passano le ricorrenze (ho festeggiato il secondo compleanno consecutivo in zona rossa), passano le feste comandate (nuovamente la Pasqua a casa con i bambini che non vedono nonni, zii, cugini se non per rapidissimi scambi di auguri), scorre anche con drammatica costanza il tempo senza avere prospettive di ricominciare a lavorare con continuità.

Anche stavolta infatti, si sono premurati di non farmi stancare troppo facendomi lavorare solamente il mercoledì, in modo da avere anche il tempo per recuperare le energie spese….A parte gli scherzi, la situazione inizia ad essere difficilmente digeribile per tutta una serie di ragioni. Innanzitutto perché i risultati di queste chiusure sono scarsi e si vedono molto lentamente! Se facciamo sacrifici, chiudiamo e riapriamo a singhiozzo (in realtà nel nostro settore  da ottobre non abbiamo mai nemmeno provato a ricominciare), ma i dati migliorano quasi impercettibilmente significa che c’è qualcosa che non và…o mi sbaglio?

Non voglio dilungarmi ulteriormente sulla campagna vaccinale nazionale in atto di cui ho già scritto qui, ma vorrei spendere una parola su ciò sta avvenendo in Toscana. E’ chiaro che qualcosa non abbia funzionato, perché i numeri sono le uniche cose neutrali che non possono essere interpretate faziosamente. La gestione della vaccinazione agli over 80 è stata letteralmente disastrosa tanto che la nostra regione è la penultima in tutta Italia per numero di immunizzati in questa fascia di età, ma negli settori della popolazione la Toscana è posizionata all’apice della graduatoria. Il problema però è generale ed è molto più grande della gestione Giani, che comunque deve essere assolutamente corretta: sono alcuni giorni ormai che l’Hub più grande della Toscana, quello del Mandela Forum a Firenze, è chiuso perché non ci sono dosi di vaccino da inoculare. Ed allora, caro Generale Figliuolo, abbiamo piani alternativi? Perché giustamente, e ripeto giustamente, non si riapre perché la salute viene prima di tutto, ma intanto la cassa integrazione Covid non la rinnovate, i licenziamenti dal 30 giugno vengono sbloccati (come confermato dal Premier Draghi nell’ultima conferenza stampa)….dunque cosa dovremmo fare noi operatori di quei settori chiusi da più di 1 anno in maniera pressoché continuativa?

Una piccola riflessione poi la merita anche questa benedetta zona rossa…o rossa relativa per scimmiottare il buon Tiziano Ferro. Io francamente tutta questa differenza tra la zona arancione e quella rossa non l’ho notata se non nella chiusura della società sportiva presso la quale accompagnavo mio figlio più grande. Certo, è vero, al mercato (zona all’aperto!!) sono rimasti solamente i banchi alimentari, i barbieri, i parrucchieri ed i centri estetici sono chiusi, ma le persone a giro sono realmente diminuite? E tornando ai bambini, i nostri amministratori dove pensano che vadano dopo aver fatto 8 ore di scuola? Con le società sportive chiuse, con i centri ricreativi chiusi, con le attività collaterali pomeridiane chiuse, forse andranno ai giardini a fare esattamente ciò che farebbero, in sicurezza, nelle strutture che non possono più rimanere aperte? Come mai se i ragazzi vanno in una società sportiva, che magari per riaprire ha investito tanti soldi nel conta-persone, nelle mascherine, nel rilevatore di temperatura etc, devono fare sport individuali a distanza mentre invece ai giardini trovano tutto aperto per fare lo sport in gruppo? Quale sarebbe la logica secondo la quale ai giardini, magari con la mascherina abbassata, a giocare autonomamente a calcio o a basket non ci si infetta ed invece in un gruppo sportivo all’aperto sotto il controllo di un istruttore invece ci si trasmette il virus?

In attesa che qualcuno “voglia trovare un senso anche se un senso non ce l’ha” (citazione dell’eterno ed immenso Vasco Rossi), chiudo con il consiglio della settimana. In un momento così triste, grigio e nebuloso, credo che la miglior terapia sia quella della risata e del buonumore! Ed allora, su Prime Video (canale di Amazon) non potete perdervi “LOL, chi ride è fuori!”. La trasmissione verte su di un cast di 10 comici che devono rimanere per 6 ore chiusi in un ambiente senza poter ridere di fronte ai vari sketch e battute degli avversari. Devo dire che erano mesi che non ridevo così tanto per un programma televisivo o per un film; e ciò è dovuto non solo alle battute ed alle gag dei bravissimi interpreti, da Elio a Frank Matano fino a Lillo, Angelo Pintus e Caterina Guzzanti, ma anche per gli espedienti che gli stessi escogitano per non ridere alle interpretazioni altrui. In un momento come questo, una boccata d’aria assolutamente necessaria!

Alla prossima puntata del diario!  

Che si gioca??

La Pasqua cambia nuovamente gli equilibri in testa alla classifica e Pistoia torna a comandare! Joe azzecca entrambi i risultati centrando il risultato esatto di Benevento Parma e dando addirittura il primo marcatore per cui meriterebbe un bonus ulteriore. Anche a Paderno e Firenze però non si dorme con Francesco che scavalca due avversari centrando anch’egli il +6 di giornata e con Bomber Siiimo che cerca di rientrare in scia grazie anche all’inciampo del Milan in casa contro la Sampdoria che fa abboccare alcuni giocatori. Grazie al consueto meticoloso lavoro settimanale del mitico Carlo, diamo un’occhiata alla classifica aggiornata:

Joe il Pistoiese 45
Francesco il Meneghino Junior 42
Niccolò 41
Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano 40
Lungo 34
Salva il Molisano e Bomber Siiimo 29
Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 28
Luchino il diavolo rossonero 22
Juri detto Alan Bencio 2

Dopo i recuperi infrasettimanali e le coppe europee, torna dunque il campionato e con esso i miei pronostici di giornata:

La gara più scontata: INTER – CAGLIARI = 1

A Paderno Dugnano faranno tutti gli scongiuri conosciuti, ma la gara interna contro la truppa di Semplici appare poco più che una formalità. L’Inter ha ormai acquisito una sicurezza granitica ed oltre a segnare a ripetizione con la coppia Lukaku Martinez, ha ormai trovato un’ottima solidità difensiva che vedrà il ritorno anche di Bastoni nel terzetto davanti ad Handanovic. Il recupero contro il Sassuolo poi, ha mostrato che la contizzazione dei nerazzurri è ormai compiuta: solamente il 32% di possesso palla, poche occasioni, percentuale spaventosa di realizzazione sotto-porta. Di fronte si troverà un Cagliari che, dopo l’iniziale risveglio con il nuovo allenatore, sembra tornato alle vecchie difficoltà. Difesa colabrodo nonostante l’ottimo Cragno, centrocampo di portatori di palla, attacco in cui segnare è tornato ad essere un enigma (Cholito docet). Poi ci può anche scappare la sorpresa, ma la logica e non solo fanno pensare ad altri 3 punti nerazzurri. 1 fisso.

La partita da NON giocare: VERONA – LAZIO

E’ la seconda settimana consecutiva che designo la gara della banda di Juric ma francamente l’Hellas è così sorprendente che non so proprio più cosa aspettarmi. Nonostante non abbia più nulla da chiedere al campionato, il Verona ha sculacciato a domicilio il Cagliari settimana scorsa e sembra non volersi fermare. La Lazio intanto, con mister Inzaghi in isolamento per la positività al Covid, non può più permettersi di sbagliare considerando il momentaccio della Roma. E’ il momento di aumentare i giri per tornare in Europa, ma la stentata vittoria contro lo Spezia ha dimostrato che Immobile e compagni non stanno certamente vivendo un momento eccelso di forma. Inoltre la squalifica di Lazzari priva i biancocelesti di uno dei titolari fissi e sugli esterni di solito il Verona fa tanto male. Godiamocela sul divano vai!

La sorpresa della giornata: SAMPDORIA – NAPOLI = 2 (Risultato 1 – 3)

Dopo aver chiesto a tutti voi di pronosticare la lotta salvezza per due settimane di fila, proviamo adesso a guardare alla lotta Champions League. La Sampdoria ha messo enormemente in difficoltà il Milan a San Siro, ha ritrovato un buon Gabbiadini e continua a poter contare sulla sagacia tattica di Ranieri in panchina e sulle reti di Quagliarella in campo. Dovrà però fare a meno del faro di centrocampo Silva espulso nel sabato di Pasqua e dietro non dà sempre quelle garanzie necessarie a fronteggiare le grandi. Il Napoli è tecnicamente superiore ai blucerchiati, dispone di un Insigne mai visto con questa continuità a certi livelli ed ha recuperato Mertens e Ruiz in forma smagliante. Viene però da un recupero infrasettimanale contro la Juve e dietro continua a ballare più di Leroy Johnson in “Saranno Famosi”: subire due gol con i bianconeri ci può stare, ma tre reti in casa dal Crotone fa scattare il campanello d’allarme. Voglio comunque premiare la qualità, la tecnica ed anche il gioco espresso dai ragazzi di quel Ringhio Gattuso che non vedrei per niente male sulla panchina viola. E poi il Napoli è in corsa per la Champions!

A voi per i pronostici!

La porta dei sogni

Tranquilli! Non vi tedierò scrivendo del programma televisivo di Mara Venier, di cui nemmeno conoscevo l’esistenza, né della non indimenticabile canzone di Luciano Ligabue che potete ascoltare qui, ma di ciò che sta succedendo in questo paese nell’ultimo mese e mezzo e dei preoccupanti accadimenti delle ultime ore in alcune città italiane.

Con il giuramento del governo di Mario Draghi, l’Italia ha varcato la soglia della porta dei sogni, quella che doveva condurci in un periodo diverso, più fecondo, più tranquillo, più organizzato. Grazie alla sapiente opera dell’ex Governatore della BCE infatti, l’Italia avrebbe dovuto risolvere brillantemente tutti i problemi che attanagliavano l’esecutivo Conte 2 e, soprattutto secondo la grande stampa italiana che lo ha disegnato come Mago Merlino, avrebbe dovuto imboccare la strada giusta nei numerosi bivi che doveva affrontare.

Una delle prime decisioni in controtendenza rispetto al governo precedente, è stata quella di togliere alcune deleghe fondamentali al Commissario Straordinario Domenico Arcuri, figura centrale della prima fase della pandemia. Per la gestione del piano vaccinale nazionale è stato infatti scelto il Generale Figliuolo, un militare che ha più medaglie alla giacca di quanti capelli io abbia in testa, che lo ha riscritto interamente con l’intenzione fin da subito di porsi obiettivi ben precisi. Figliuolo ha dichiarato che l’obiettivo è immunizzare l’80 per cento della popolazione entro settembre 2021 ed arrivare a somministrare 500.000 dosi al giorno contro le circa 170.000 che vengono inoculate ogni giorno nelle ultime settimane. Tralasciando il fatto che nel giorno di Pasqua sono state vaccinate meno di 100.000 persone, gli obiettivi sembrano quantomeno ottimistici: non bastano i giornali che quotidianamente scrivono che il governo accelera per aumentare il numero dei vaccinati! Le Regioni che stanno lavorando a ritmi più alti, come il Lazio ed il Veneto, stanno già invocando nuove dosi perché altrimenti dovranno bloccare le prenotazioni, la Toscana si è già fermata perché sprovvista di Pfizer e Moderna!! Al netto delle difficoltà riscontrate con AstraZeneca, la  verità è semplicemente che se i vaccini arrivano, gran parte delle Regioni riescono a somministrare quasi tutte le dosi in loro possesso anche con il vecchio piano vaccinale….ma se le case farmaceutiche non consegnano il pattuito, la macchina si ferma! Figliuolo o Arcuri non cambia nulla!

Qualcuno potrebbe obiettare che Draghi è un mago in campo economico e dunque soprattutto su quello deve essere giudicato. Le prime misure adottate sono contraddistinte dalla continuità: il decreto Sostegni (che prima si chiamava Ristori) ha avuto lo stesso ammontare di 32 miliardi di Euro che aveva stanziato il precedente Governo Conte con la differenza però che gli importi messi a disposizione dei singoli beneficiari si sono rivelati più bassi. Molti ristoratori ad esempio, hanno lamentato la diminuzione dei sostegni, mentre alcune categorie hanno ricevuto con netto ritardo ciò che già spettava loro precedentemente. Il Recovery però, direte voi, adesso è centrato perfettamente sulle reali necessità del paese! Volete una riprova? Lo Stadio Artemio Franchi di Firenze sarà ristrutturato con fondi provenienti quasi interamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed una parte dei fondi Europei, secondo la riscrittura del Governo Draghi, saranno destinati anche alle spese militari! A proposito, per mettere a punto i progetti poi, sono state chiamate Agenzie internazionali di consulenza vicine a Draghi: insomma come voleva Italia Viva, no alla supplenza dei tecnici! La politica deve decidere, non i tecnici! Si come no….

Nel frattempo il Paese reale è allo stremo ed in parte allo sbando. Seppur con tutti i suoi limiti, con tutte le sue difficoltà ed i suoi errori, il Premier Conte dava l’idea di essere presente, vicino, interessato alle sorti delle persone. Era probabilmente, come molti dicono, il prodotto di uno spin doctor oppure di un’agenzia di comunicazione, ma il paese si sentiva considerato, coccolato, accarezzato. Con Draghi invece, il governo è quanto di più algido si possa trovare. Non è possibile guidare un momento storico come questo con la freddezza di un computer, con il distacco di un giudice in un’aula di tribunale! Questo è il momento di accompagnare le persone che non ce la fanno, le categorie che non sanno ciò che sarà di loro, i lavoratori che non trovano più un impiego dignitoso.

E’ il momento di alzarsi in piedi, caro Presidente Draghi, e camminare verso le persone senza avere sempre lezioni da impartire o verbi da correggere. E’ il momento del calore umano e non della bacchettata, della pacca sulla spalla e non dello sculaccione, della carezza e non dello schiaffo.

Se la strada da percorrere sarà ancora lunga, ce lo dica chiaramente e dia l’idea di percorrerla con noi altrimenti vincerà la piazza violenta e tutte quelle persone che soffiano sul fuoco della protesta.