Si conclude dunque anche il duemilaventuno
anno che avrebbe abbattuto più di qualcuno,
ma in famiglia mia di duro abbiamo principalmente la testa
e non permettiamo agli altri di farci la festa.
Il virus ci impesta ormai da due anni,
continuando a sperar che non faccia più danni.
La vita sta tornando quasi regolare grazie ai vaccini
anche se i no vax continuano a fare i birichini.
Secondo tutti gli studi l’economia galoppa
ma non tutti sono riusciti a saltare in groppa,
ed i lavoratori impegnati in modo intermittente
sono stati dimenticati dall’infallibile Presidente.
Nella nostra amata Costituzione
vige il criterio della redistribuzione
la stella polare sarebbe la progressività
sperando che nel 2022 Draghi non se ne dimenticherà.
Intanto il disegno di legge sulla delocalizzazione è stato insabbiato
come troppe volte accaduto nel nostro triste passato.
Sarà certamente vero che il lavoro riveste fondamentale importanza
ma talvolta anche la scuola dovrebbe avere adeguata risonanza
poiché stiamo creando tantissima ignoranza
con ragazzi e bambini nuovamente in didattica a distanza.
La scuola e l’università dovrebbero essere le prime urgenze
appena eletto il nuovo Presidente.
Una persona di cui ci si possa fidare
e di cui non ci si debba vergognare
tra cene eleganti, vicinanza alla mafia e battute sessiste
ci mancano solo simpatie bonapartiste.
Il nuovo Presidente un impegno solenne dovrà mantenere
ricordare che la nostra costituzione dev’essere il timoniere
per difendere ogni persona, idea o diritto
che permetta ad ogni cittadino di non sentirsi sconfitto.
Buon 2022 con tutto il mio cuore
sperando che la serenità torni il comune denominatore.