Corner Viola – Prematch Milan Fiorentina: a San Siro col nuovo modulo? – 104 puntata

3 pensieri su “Corner Viola – Prematch Milan Fiorentina: a San Siro col nuovo modulo? – 104 puntata

  1. Appena ti ho sentito dire “Brekalo da una parte e Ikoné dall’altra” mi si è girato lo stomaco: preghiamo Iddio che una congiunzione astrale così sciagurata si presenti solo quando dobbiamo affrontare una squadra di Paperino tipo la Salernitana, altrimenti la sconfitta è assicurata.
    Anche secondo me Bonaventura sarebbe penalizzato dal nuovo schieramento. Nel 4 – 2 – 3 – 1 le ali stanno larghe, perché nel mezzo deve starci lui; nel modulo ad albero di Natale invece le ali stanno più strinte, e quindi paradossalmente sarebbero loro a chiudere gli spazi a Bonaventura, non i difensori avversari. Detto questo, come ti ho detto in un precedente commento ero stato il primo a sperare in un ritorno al centrocampo a 3, perché con soli 2 centrocampisti la difesa era troppo poco protetta. Tu mi rispondesti che in realtà se abbiamo preso una caterva di gol è soprattutto per via di errori individuali: questo è vero, ma in ogni caso, che sia colpa dei difensori che fanno le papere o dei centrocampisti che non li proteggono abbastanza, è evidente che Italiano almeno un tentativo di subire meno gol doveva farlo.
    Flavio dice che non gli piace l’idea di un’accoppiata Beltran – Nzola. Premesso che non c’è pericolo (perché Italiano si è sempre cocciutamente rifiutato di mettere le 2 punte, se non quando c’era da tentare una rimonta disperata), quest’ipotesi non piace neanche a me, perché vorrebbe dire che Nzola continuerebbe a giocare dal primo minuto. Io invece voglio vedere titolare sempre e solo Beltran, perché in termini di gol ha fatto più o meno quanto Nzola, ma in termini di abilità tecnica sembra essere di un’altra categoria rispetto al suo concorrente.
    Nella parte finale del video hai fatto riferimento alla Nazionale, sulla quale voglio fare qualche riflessione. Nell’ultima fase della sua esperienza in azzurro Mancini più che il ct si era messo a fare il talent scout, facendo esordire in Nazionale tanti calciatori che non avevano quasi nessuna esperienza neanche in serie A (da Zerbin a Pafundi). A mio giudizio lo faceva per lanciare il messaggio che i club dovevano far giocare più italiani, altrimenti lui era costretto a raschiare il fondo del barile in questo modo. Tuttavia, se andiamo a vedere la formazione schierata da Spalletti contro l’Ucraina scopriamo che tutti gli azzurri da lui impiegati (subentrati compresi) giocano titolari in una grande squadra. Fa eccezione solo Buongiorno, che comunque gioca nel Torino, non nella Cremonese. Anche tra i non impiegati c’erano degli ottimi calciatori come il nostro Bonaventura. Dato che la percentuale di italiani presenti nei club è sempre la stessa, viene da pensare che allora anche ai tempi di Mancini si potesse mettere insieme una Nazionale dignitosa, ma il nostro ex ct aveva scelto volutamente di non farlo. E questo è grave, perché l’obiettivo primario di qualsiasi allenatore (a maggior ragione se guida una Nazionale) dev’essere quello di schierare la miglior formazione possibile, non di mettersi a lanciare messaggi o a fare il talent scout. O meglio, può fare anche queste altre cose, ma a patto che non interferiscano con il suo obiettivo primario. Per me è questa la colpa più grave di Mancini, anche più dell’aver abbandonato la nave nel bel mezzo delle qualificazioni europee: infatti la scelta di andare in Arabia l’ha fatta perché una tentazione economica troppo forte gli ha fatto perdere la trebisonda, invece la scelta di schierare delle formazioni più deboli di quelle che avrebbe potuto l’ha fatta a mente fredda. E le sue convocazioni scombiccherate ci sono costate care, perché hanno impedito all’Italia di costruire gradualmente un gruppo forte e affiatato in vista dell’Europeo 2024. Ci sta provando adesso Spalletti, ma con un tempo a disposizione forzatamente ridotto.
    Tra le colpe che non imputo a Mancini c’è la mancata qualificazione al Mondiale: lì abbiamo pagato da un lato i rigori di Jorginho, dall’altro la psicosi che si è innescata nella testa dei giocatori quando abbiamo dovuto fare lo spareggio contro la Macedonia. Alcuni di loro hanno rivisto i vecchi fantasmi dello spareggio contro la Svezia, e quindi non avevano la serenità necessaria per giocare quella gara da dentro o fuori. Quella partita l’avremmo persa contro chiunque, a prescindere da chi fosse il nostro ct.

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    • Commento come di consueto pieno di spunti interessantissimi! La coppia Brekalo Ikone’ è stata da me citata solo per indicare quali fossero i calciatori della rosa che avrebbero tratto maggior vantaggio dal nuovo modulo. Era un esempio per capire che in quel modo sarebbero stati avvantaggiati gli esterni che giocano più dentro il campo anziché quelli che amano partire dalla linea laterale. È chiaro che nessun modulo deve limitare le capacità di Bonaventura, di gran lunga il nostro miglior calciatore insieme a Nico. A me sinceramente invece piacerebbe vedere giocare insieme i nostri due attaccanti perché si potrebbero aiutare l’un l’altro e soprattutto smetteremmo con questa staffetta che non fa bene a nessuno… Innanzitutto dal punto di vista psicologico! Quanto alla nazionale, Mancini aveva esaurito il suo compito vincendo l’europeo ed avrebbe dovuto lasciare in quel momento. Invece, spinto probabilmente dall’idea di poter continuare a vincere, ha continuato a guidare l’Italia senza però più indicare una strada maestra… Non ha voluto rivoluzionare la rosa probabilmente per gratitudine verso il quel gruppo, ma non è riuscito nemmeno a convocare i giocatori giusti per ripartire. Un disastro cosmico che fortunatamente è stato cancellato dalle sue dimissioni. Una decisione tardiva che però ha salvato la nazionale italiana da un’altra estromissione!

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