Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – GENK = 2 – 1

Una partita strana giocata in un ambiente strano, freddo e grigio come la giornata, che però serve alla Fiorentina per guadagnarsi la certezza di andare avanti in Europa anche se dovremo aspettare gli ultimi 90 minuti per capire se i viola avranno l’accesso diretto alla fase eliminatoria oppure dovranno passare dagli spareggi. I ragazzi di Vincenzo Italiano hanno giocato un primo tempo scialbo, sotto ritmo, con poca intensità, macchiato ancora una volta da errori individuali incredibili, come il liscio di Parisi dopo quattro minuti in occasione del palo belga o la scivolata a vuoto di Quarta che ha aperto ulteriormente la strada al vantaggio del Genk. La fortuna ha voluto che la Fiorentina riuscisse a pareggiare la gara proprio allo scadere della prima frazione con la rete del difensore argentino, altrimenti i fischi si sarebbero riversati su una squadra apparsa già piuttosto fragile psicologicamente. La ripresa poi, ha messo in mostra una squadra completamente diversa, con la possibilità di giocare finalmente in ampiezza grazie al recupero di Kayode, di trovare qualche sprazzo di qualità con Beltran vicino a Kouamè, di gestire in modo più appropriato i tempi della gara con l’inserimento di Arthur accanto a Lopez in mezzo al campo complice anche il calo evidente della compagine belga. Finalmente infatti, Vincenzo Italiano ha iniziato a provare qualcosa di diverso senza limitarsi ai soliti cambi uomo su uomo nello stesso ruolo, ma sparigliando qualche carta dal mazzo. Bocciato Nzola sia dal primo minuto che a gara in corso, il tecnico viola ha invece deciso di dare una nuova chance a Beltran impiegato però vicino a Kouamè e l’azione che ha portato al rigore decisivo è un segnale di speranza per il prossimi futuro. Finalmente una palla in uscita dalla difesa giocata in verticale su Ikoné che non staziona sulla linea laterale ma viene dentro il campo per liberare spazio al terzino, la palla giocata di prima da Beltran nello spazio per Kayode che si sovrappone. Insomma un destro che gioca a destra in difesa, un esterno che viene dentro il campo per lasciare spazio alla sovrapposizione, un calciatore di qualità che fa correre la palla con i tempi ed i modi giusti. Non saranno certamente queste piccole cose ad aver risolto tutti i problemi, ma potrebbe essere un primo passo verso una nuova Fiorentina!

Restano dunque i 3 punti che servivano così come alcuni enigmi da risolvere quali Barak: per l’ennesima volta sono in difficoltà nel giudicare la prova di un calciatore che aiuta pochissimo la manovra, che crea poco gioco, che partecipa poco. Nello stesso tempo però, ogni volta che tocca la palla nell’ultimo quarto di campo rischia di risultare decisivo tanto che, anche contro il Genk, è andato vicinissimo al gol in due occasioni. Non sarà un calciatore totale, ma nel grigiore della nostra Fiorentina lo tengo sempre con me! E domenica arriva la Salernitana, una gara da non sbagliare per dare un minimo di continuità e non perdere il contatto con la zona europea!

IL BUONO

  • Kayode: entra lui e la partita cambia. Certo non è tutto merito suo perché nel frattempo il Genk cala e la Fiorentina migliora, ma la sua intraprendenza a destra rompe fin da subito gli equilibri. Conquista il rigore decisivo ed è anche protagonista di chiusure perfette e recuperi incisivi. Quanto ci sei mancato!
  • Nico Gonzalez: ha il ghiaccio nelle vene. Anche ieri sera non gioca certo ai suoi livelli, nel primo tempo ciabatta anche un’ottima occasione capitatagli sul destro ma quando viene chiamato sul dischetto realizza facendola sembra la cosa più naturale del mondo. Non possiamo farne a meno mai!
  • Arthur: un pò come Maxime Lopez a Milano, il centrocampista brasiliano subentrato nella ripresa condisce la sua prova di tante piccole cose intelligenti e preziose. Sarà un caso, ma quando si inizia a giocare con due registi, il pallone inizia a viaggiare più velocemente ed addirittura talvolta in verticale. Non so se sia possibile giocare con continuità con questa coppia, ma la prima prova è assolutamente positiva. Interessante!

IL BRUTTO

  • Parisi: dispiace sparare su un ragazzo che aveva iniziato tanto bene la sua avventura a Firenze ma gli errori commessi iniziano ad essere decisamente troppi. Anche contro il Genk, l’ex Empoli prima apre l’autostrada per l’azione del palo, poi sbaglia ad uscire in quella del vantaggio belga. Incomprensibile come Italiano continui ad impiegarlo in un ruolo non suo che ormai gli ha fatto perdere anche la serenità. Salvate il soldato Fabiano!
  • Martinez Quarta: ancora una volta condivide le colpe con Parisi della rete subita. Si merita un giallo a metà campo per la solita entrata scomposta da dietro. Non può bastare a salvare la sua prestazione il gol segnato a fine primo tempo, per il difensore il primo obiettivo dovrebbe essere quello di non subirne. Forse è arrivato il momento del riposo dopo il tour de force.
  • Ikonè: il colpo di tacco che esegue nell’azione che porta al rigore guadagnato è bellissimo, ma è l’unica luce nell’ennesima prova insufficiente del francese. Nel primo tempo non riesce a fare gol nemmeno senza portiere….. Consueto buco nell’acqua.

A voi per i commenti!!

7 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. Barak: prova in chiaro-scuro la sua, è evidente che ha risentito dello scialbo 1° tempo causa circolazione palla lenta e poche verticalizzazioni, solito difetto che ci regala la Fiore oramai da tempo. L’ho seguito bene si smarca per ricevere palla fa i movimenti giusti poi si incasina con la pallone tra i piedi, verosimilmente condizione fisica non ottimale causa aver saltato tutta la preparazione estiva. Avrebbe bisogno di un impiego più continuo anche da subentrato, ma Italiano crede in questo giocatore oppure no, non l’ho ancora capito.
    Doppia punta: per una serie di partite di fila proverei Kouamè centrale e Beltran dietro a supporto o a fianco un pò defilato. Perché se è vero che il dinoccolato fa tanta confusione là davanti è una confusione positiva per noi perché impegna tutta la difesa centrale avversaria se non altro a capire cosa vuole fare. Beltran tra le line è ottimo perché svincolato dall’assillante marcatura dei centrali mette in mostra finalmente la sua tecnica e visione di gioco. Nzola riserva di Kouamè e basta. Non credo si faccia caterve di gol ma per lo meno ci dotiamo di un pizzico di imprevedibilità, cosa che manca. Questa è l’ultima chance che abbiamo per risolvere il problema del gol con squadra avversaria schierata in difesa tipo Genk e mettere punti in cascina, se fallisce occorre ritornare sul mercato a Gennaio, non ci vedo alternative.
    Centrali di regia: non ci vedo grandi differenze tra Lopez e Arthur, certo quest’ultimo è più solido nei contrasti e resiste meglio alle cariche. Mi piacerebbe se ogni tanto alzassero il ritmo e fornissero qualche palla in verticale o si proponessero per il tiro dalla distanza. Credo che a Giugno Arthur ci saluti, 20 Mil di riscatto sommati all’ingaggio stratosferico per noi sono tanti, Lopez costa un quarto. Facendo un sondaggio fra i due secondo voi chi rimane il prossimo anno?

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    • Ciao Roberto! Io credo che Italiano abbia grande fiducia in Barak, tanto è vero che lo scorso anno lo ha impiegato con continuità e la società lo ha riscattato a titolo definitivo addirittura in anticipo rispetto alla scadenza ! Purtroppo i problemi che gli hanno impedito di fare la preparazione lo stanno condizionando tantissimo.
      Per gli attaccanti credo anche io che la coppia Kouame’ Beltran sia al momento la migliore, anche se già domani potremmo tornare al consueto 4231 visto troppe volte in questo inizio di stagione. Tra Arthur e Lopez il brasiliano certamente ha più fisicità nel recupero palla, ma Maxime ha più capacità di verticalizzazione. Come abbiamo già detto anche con Wwayne, per me riscattano l’ex Sassuolo!

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    • Anche per me riscattano Maxime Lopez. Se invece rimandano a casa sia lui che Arthur, a quel punto tornano su Vranckx. Tra l’altro quest’ultimo ha il contratto in scadenza nel 2025, quindi nell’Estate 2024 potrà essere acquistato a prezzo di saldo: è una di quelle situazioni che fanno leccare i baffi a quel tirchione di Commisso.

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  2. In effetti è paradossale che Barak sia fuori dal gioco, perché il ruolo del trequartista presuppone la capacità di essere un anello di congiunzione tra il centrocampo e l’attacco, e quindi se il trequartista è fuori dal gioco di fatto la squadra è spaccata in 2. Detto questo, a mio giudizio se valutiamo così negativamente Barak è perché ci viene spontaneo fare il confronto con il campione a cui fa da riserva, ovvero Bonaventura. Se fosse la riserva di un calciatore meno forte Barak non sfigurerebbe nel confronto con lui, metterebbe più minuti nelle gambe e magari si integrerebbe nel gioco della squadra anziché rimanerne fuori.
    Tendo ad essere indulgente con Barak non solo perché capisco quanto sia difficile fare la riserva di un campione, ma anche perché ha una qualità rara: riesce a entrare in partita anche quando parte dalla panchina. La gara con il Basilea dello scorso anno dimostra che gli puoi dare anche solo un quarto d’ora, e lui in quei pochi minuti riuscirà a tirar fuori qualcosa di buono. Questo è segno anche di professionalità e di umiltà, perché tanti calciatori più vanitosi di lui se li fai giocare solo l’ultimo quarto d’ora fanno gli offesi, entrano in campo scoglionati e quindi è come se ti facessero giocare in 10.
    Tu dici che Nzola è stato bocciato da Italiano, anche solo come subentrante. Anch’io credo e spero che sia così, ma ho un pizzico di timore che invece il nostro allenatore lo abbia voluto preservare per il campionato. In ogni caso mi pare evidente che a Gennaio la società dovrà intervenire in quel reparto: sfruttiamo come pretesto il fatto che Nzola farà la Coppa d’Africa (sempre che riesca a battere la durissima concorrenza di Luvumbo e Mabululu) per chiedere a gran voce l’acquisto di un’altra punta.
    Riguardo ad Arthur, ammetto serenamente il mio errore. Avevo storto il naso al suo arrivo, perché era l’ennesimo giocatore comprato da Commisso nel momento peggiore della sua carriera (con l’ovvio fine di risparmiare il più possibile). Mai mi sarei aspettato che sarebbe tornato ad alti livelli fin dalla prima partita, e che ci sarebbe rimasto con continuità per tutto questo tempo. Adesso spero che Rocco non ripeta la carognata che fece all’Arsenal con Torreira, ovvero non riscattare il giocatore nonostante un’annata superlativa: se tiri un pacco così una volta puoi anche passarla liscia, ma se cominci a farlo sistematicamente allora gli altri mangiano la foglia, e non ti danno più un giocatore in prestito neanche a morire. Tra l’altro se io fossi il patron di una società non presterei un giocatore alla Fiorentina anche per una questione di principio: i prestiti si fanno ai poveri, non a un miliardario che potrebbe permettersi di pagare sull’unghia i cartellini di mezza serie A.

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    • Ciao Wwayne!
      Assolutamente d’accordo sulla grandissima professionalità di Barak, credo però che il suo scarso impatto sia dovuto anche al grave infortunio di inizio stagione ed all’impiego con poca continuità. Penso inoltre che Barak sarebbe più efficace se giocassimo con un attaccante di riferimento che con il proprio movimento creasse spazi in cui buttarsi: il tempo con cui si inserisce in area Barak infatti, è spesso perfetto per trovarsi a tirare in porta da ottima posizione. Quanto a Nzola, Italiano ha dichiarato a fine gara che negli ultimi allenamenti l’attaccante non aveva lavorato bene e quindi gli era sembrato giusto lasciarlo fuori per lanciargli un segnale. Infine su Arthur credo che ormai tutti conoscano il modus operandi viola e dunque anche il brasiliano non verrà riscattato dalla Fiorentina sia per il costo del cartellino che soprattutto per l’ingaggio monstre del centrocampista. Nonostante ciò i rapporti tra le due società resteranno ottini per diversi motivi: innanzitutto perché ogni calciatore uscito dal settore giovanile viola negli ultimi 10 anni è stato acquistato dalla squadra senza colori e poi perché con questa stagione Arthur ha nuovamente acquisito valore sul mercato. Se la Juventus lo avesse venduto a luglio scorso, non avrebbe potuto chiedere niente perché il brasiliano veniva da due stagioni di inattività, mentre a giugno prossimo certamente potrà valorizzarlo cedendolo a titolo definitivo. In questo modo, Commisso e Barone avranno fatto l’ennesimo favore ai bianconeri rivalutando un calciatore che valeva zero quando è arrivato in riva all’Arno.

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      • La tua ricostruzione è perfetta: ammetto che non avevo pensato al fatto che in fondo la Fiorentina ha fatto un favore alla Juve anche se non riscatterà Arthur, perché le ha permesso di rivalutare un calciatore che quando è arrivato da noi sembrava pronto per il terzo mondo calcistico (Arabia o Stati Uniti per intenderci).
        Detto questo, spero che rispedito Arthur a Torino riusciremo a trovare un altro giocatore con le stesse caratteristiche, perché se l’anno prossimo dovessimo ricominciare ad alternare Mandragora e Amrabat in quel ruolo (come abbiamo fatto nella stagione post – Torreira) col cavolo che ci qualifichiamo per le coppe. Grazie per la risposta! 🙂

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