Il buono, il brutto, il cattivo

FERENCVAROS – FIORENTINA = 1 – 1

Passaggio del turno doveva essere e passaggio del turno è stato. Certo la partita lascia sensazioni in gran parte negative, sia per la qualità del gioco espresso e delle prestazioni di diversi singoli, sia soprattutto per l’infortunio occorso a Nico Gonzalez. Eppure i viola erano partiti bene, con alcune occasioni da rete create ed il controllo delle operazioni. L’evento che ha cambiato la storia del primo tempo e della gara è stato però l’infortunio muscolare patito dal miglior calciatore della Fiorentina che, in una serata in cui erano assenti in partenza Arthur e Bonaventura, ha determinato la perdita completa della bussola da parte dei viola. Da quel momento infatti, il Ferencvaros ha guadagnato diversi metri di campo e si è reso più volte pericoloso: solamente un Christensen in versione Batman è riuscito a sventare il vantaggio ungherese. Anche l’estremo difensore danese però non ha potuto nulla in apertura di ripresa quando una dormita collettiva ha permesso a Zachariassen di battere indisturbato in porta. Da quel momento in poi la Fiorentina ha cercato di riorganizzarsi e poggiandosi sulla personalità dei due difensori centrali Milenkovic e Ranieri e sui cambi offensivi operati da Vincenzo Italiano che ha provato finalmente qualche variazione sul tema. Basta fraseggio orizzontale, via ai lanci lunghi alla ricerca delle combinazioni aeree tra Kouame‘ (sempre più importante in questa squadra) e Nzola (incredibile non aver nemmeno centrato la porta solo davanti al portiere) ed alle incursioni di Barak che partiva dalla posizione di centrocampista centrale accanto a Lopez. È servita però una palla inattiva per trovare un pareggio meritato e decisivo per l’approdo diretto agli ottavi di finale che si disputeranno nel mese di marzo.

Adesso però si apre il problema Nico Gonzalez….con il suo infortunio muscolare che lo terrà a riposo per diverse settimane e fermo restando le scadenti prove di Ikone‘, Brekalo e Sottil, ha veramente ancora senso insistere sul 4-2-3-1? Considerando che nelle ultime gare spesso i viola sono riusciti a rimettere in piedi la situazione con due attaccanti in campo, non sarebbe preferibile passare al 4-3-1-2 con Bonaventura dietro i due attaccanti ed un centrocampo col doppio regista accanto a Duncan? La contemporanea presenza di tre centrocampisti potrebbe dare maggior copertura ad una difesa che anche in terra magiara ha dimostrato la propria fragilità (e menomale Christensen non è più quello di inizio anno), offrirebbe probabilmente soluzioni più imprevedibili con il doppio play in mezzo e premierebbe un calciatore come Kouame’ che in questo momento sembra quasi indispensabile (e questo dovrebbe far riflettere molto sulla qualità della rosa e sul mercato fatto negli ultimi anni).

E voi che ne pensate? Non potrebbe essere la gara casalinga contro il Verona l’occasione giusta per provarci?

IL BUONO

  • Ranieri: sarà perché al ragazzo ci ho sempre creduto fin dalla primavera, sarà perché al momento è oggettivamente insostituibile, sarà perché dimostra in ogni momento il proprio attaccamento alla maglia, ma io sogno che Luca Ranieri possa diventare una vera e propria bandiera viola. Anche ieri sera, è stato tra i pochissimi a mantenere concentrazione e lucidità per tutti i 90 minuti, ad essere sempre pronto ad attaccare la palla ed anticipare gli attaccanti, a fare ripartire l’azione. Le ciliegine del gol del pareggio e del recupero al minuto 88 dopo l’ennesima nefandezza di Ikone’, lo issano sul gradino più alto del podio. Colonna!
  • Christensen: la dimostrazione migliore di quanto sia importante lavorare duramente in settimana con i professionisti che la società mette a disposizione dei calciatori. Il gabbiano bagnato delle prime prestazioni in maglia viola, si è trasformato in un’ aquila meravigliosa. I due interventi consecutivi nel primo tempo tengono a galla la baracca e permettono di restare in partita in un momento psicologico complesso visto l’infortunio di Nico. Adesso si inizia a capire perché lo hanno preso!
  • Kouamè: un altro di quelli che non molla mai, che riesce sempre a dare una scossa, che riesce a rendersi utile in qualche modo. Anche nella gara di ieri sera, una volta entrato, ha toccato diversi palloni, è arrivato sempre primo di testa, ha aiutato Nzola ad essere più pericoloso. Con la sua presenza fisica e la sua voglia di lottare qualcosa succede sempre. Utilissimo.

IL BRUTTO

  • Brekalo: il semplice esempio di calciatore trasparente. Dopo tutti questi mesi di Firenze, ho paura davvero che, come dice il Pappagallone Reale, la parentesi ottima di Torino possa essere stato un caso. Anche ieri sera non si nota mai, non salta mai l’uomo, non accompagna mai né gli attaccanti né i centrocampisti. A che serve un esterno così?
  • Ikonè: se Brekalo è trasparente, Ikone’ lo era… adesso è diventato dannoso. Al netto dell’irritazione che mi provoca ogni volta che torna indietro e successivamente esegue un passaggio orizzontale, ieri sera ha pure rischiato di farci perdere la partita quando ha avuto la meravigliosa idea di regalare la palla agli avversari a pochi minuti dal termine scatenandoli in contropiede. I bonus sono finiti da un pezzo. Con Nico rotto possiamo cambiare modulo?
  • Nzola: certo Beltran non ha brillato, ma non riuscire a centrare nemmeno la porta da solo davanti al portiere con la palla che rimbalza è opera solo di un artista ed il suo nome è Mbala. A gennaio sul mercato capiremo quali siano (sempre che ci siano) le ambizioni della società!

A voi per i commenti!!

4 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. Probabilmente l’anno prossimo l’Italia porterà 5 squadre in Champions’. Questo significa che ci basterebbe superare una delle 2 big che stanno avendo un anno nero (Roma e Napoli) per disputare l’unica coppa europea che conta davvero. Ho sempre tifato contro la Fiorentina in Conference League, ma dopo aver saputo questo retroscena il mio tifo contro si è elevato all’ennesima potenza. Perché prima ci facciamo eliminare da questa coppetta e più energie avremo quando ci sarà da tenere testa a Roma e Napoli nelle ultime giornate di campionato.
    Tu dici che è incredibile che Nzola abbia sbagliato un gol facile ieri sera. Ebbene, per quello che abbiamo visto in questi 3 mesi non è incredibile, anzi è perfettamente logico. Casomai sarebbe stato incredibile se l’avesse buttata dentro. Peraltro, se per la Fiorentina faccio il tifo contro solo in Conference League, per Nzola invece faccio il tifo contro in tutte le competizioni: spero che non faccia un solo gol da qui a Natale, così la società dovrà arrendersi all’evidenza e comprare un nuovo attaccante. Se invece lui facesse qualche golletto, a quel punto si ripeterebbe ciò che è successo l’anno scorso, quando sia Jovic che Cabral segnarono prima della sosta per il Mondiale, e questo dette a Rocco il pretesto per non comprare nessuno in quel reparto nonostante la loro palese inadeguatezza.
    Riguardo alla speranza che Ranieri possa diventare una bandiera viola, che cosa si intende per bandiera? Un giocatore forte che, pur potendo ambire alle migliori squadre del mondo, decide eroicamente di rimanere in una squadra di medio o basso calibro. Ebbene, oggi un giocatore così non esiste più. Prima di tutto perché le migliori squadre del mondo offrono degli ingaggi mostruosi e le piccole no, e questo fa una grande differenza: oggi i calciatori sono talmente avidi che pur di guadagnare un piatto di lenticchie in più manderebbero a fanculo anche la mamma, figuriamoci la società che detiene il loro cartellino. Basti pensare a Milan Badelj, che rinunciò alla fascia di capitano della Fiorentina (fascia ereditata dopo la morte di Davide Astori, tra l’altro) per andare a fare la riserva nella Lazio. E tutto questo perché? Perché Lotito gli offriva 300.000 euro in più.
    Un secondo motivo per cui le bandiere non esistono più è che i giocatori oltre che essere avidi sono anche schiavi dei loro procuratori, e a questi ultimi fa comodo che i loro assistiti cambino casacca anziché rinnovare. Perché ad ogni trasferimento ci sono dei benefit (uno su tutti le commissioni) che finiscono dritti dritti nelle tasche dei procuratori, e quindi è logico che questi ultimi facciano il lavaggio del cervello ai loro assistiti per indurli a trasferirsi in una nuova società.
    Non è soltanto una questione di soldi comunque: un terzo motivo per cui un giocatore preferisce andare in una grande anziché restare in una piccola è la fame di vittorie, la volontà di scrivere il proprio nome a lettere d’oro nella storia del calcio. Per esempio, Harry Kane è passato dal Tottenham al Bayern Monaco non per soldi (ne aveva già guadagnati abbastanza per 3 generazioni), ma perché gli rodeva di essere arrivato a 30 anni senza aver ancora vinto nulla, ed era consapevole che quell’offerta del Bayern poteva essere la sua ultima possibilità di mettere almeno un trofeo in bacheca. Stesso discorso per Vlahovic: se ti ricordi prima di lasciarci aveva rifiutato l’Atletico Madrid e il Tottenham, perché l’avrebbero pagato più della Fiorentina, ma non gli avrebbero dato nessuna garanzia di vittoria. Poi è arrivata la Juve che sembrava garantirgli sia i trofei che i soldi, e a quel punto non c’era più verso di trattenerlo a Firenze. Detto questo, la sua bacheca continua ad essere vuotissima, e la cosa non può che farmi piacere.
    Sempre riguardo alle bandiere, ti racconto un aneddoto. Una mia parente l’Estate scorsa è stata a Madrid, e più di uno spagnolo appena ha scoperto che era italiana la prima cosa che le ha detto è stata “Francesco Totti”. Alla terza volta questa mia parente ha chiesto come mai i madrileni siano tutti fissati con Totti, e il suo interlocutore le ha risposto che è stato uno dei pochissimi giocatori nella storia del calcio a rifiutare il Real Madrid. Per questo motivo i tifosi delle merengues se lo ricordano ancora, e non con sdegno, ma con ammirazione: per loro infatti è una grande nota di merito che Totti abbia rinunciato a una barca di soldi e a una valanga di trofei pur di rimanere nella sua Roma. Tutto questo per dirti che delle volte non importa fare il salto in una grande per scrivere il proprio nome nella storia del calcio, anzi talvolta entri nella storia proprio perché sei rimasto dov’eri.

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    • Ciao Wwayne! Sai perfettamente che io la penso in modo molto diverso da te in merito alla Conference League e ti vorrei far notare che, se tutti la pensassero come te, l’Italia non avrebbe scalato posizioni nel ranking ed oggi non sarebbe nelle condizioni di sperare di avere la quinta squadra in Champions. Credo sinceramente che gli ottavi saranno un’ecatombe per Napoli e Lazio e dunque ci sta che la quinta squadra spetti poi alla Spagna ma vedremo… Quanto a Nzola ed al mercato di gennaio non ci dovrebbe essere bisogno delle prove degli attaccanti da qui a Natale perché i numeri sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo però abbiamo questa proprietà e quindi credo che anche questo mercato sarà assolutamente deludente. Quanto poi al discorso delle bandiere, io sono un romantico ed un sognatore ed allora si perfettamente che è quasi impossibile che Ranieri lo diventi…. Ma è per quel quasi che viviamo, non per le certezze ma per i sogni! Ed allora viva Totti ed Antognoni ed abbasso Batistuta, Chiesa e Vlahovic!!

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      • Su Batistuta sono totalmente d’accordo con te. I tifosi che volevano riabilitare la sua immagine dissero che aveva spinto per la cessione alla Roma perché la Fiorentina era già in odor di fallimento, e quindi Batigol fece incassare alla società fior di miliardi in un disperato tentativo di evitarle il crac finanziario. Ebbene, i tifosi in questione si dimenticano che già in precedenza Batistuta aveva spinto per la cessione al Parma, e a quei tempi non c’era nessun fallimento all’orizzonte. Il vero motivo per cui Batistuta voleva andare via è quello che ti ho detto prima: aveva capito che a Firenze non avrebbe mai vinto lo scudetto, e quindi cercò un’altra squadra che potesse garantirglielo. Non a caso si offrì al Parma negli anni in cui duellava con la Juve per la vittoria del campionato, e poi si offrì alla Roma di Capello perché aveva capito che le mancava solo un goleador come lui per arrivare al top.
        Peraltro, è notorio che Batistuta oltre ad essere assetato di gloria era anche molto attaccato al soldo. Negli anni 90 allo stadio si raccontavano tanti aneddoti sulla sua tirchieria. Un benzinaio disse che una volta si fermarono da lui Batistuta e Rui Costa: il primo alla guida, il secondo sul sedile del passeggero. Quando Batistuta girò la chiave per riaccendere la macchina senza aver pagato, Rui Costa gli chiese: “Ma non paghi?” E Batigol rispose: “Se vuoi paga tu, io no di certo!” Ovviamente il benzinaio potrebbe essersi inventato tutto, e lo stesso vale per gli altri curvaioli che raccontavano episodi analoghi, ma di norma se c’è fumo c’è anche arrosto! 🙂

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        • Ti posso assicurare che è attaccato…conosco persone che mi hanno raccontato episodi molto simili… Il Bati è probabilmente la più grande delusione avuta nel calcio da tifoso….

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Scrivi una risposta a lungo76 Cancella risposta