Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – LAZIO = 2 – 1

E poi all’improvviso….arrivi tu!!

Nel periodo più buio, quello più brutto, quello in cui gli altri ti iniziano a scherzare ricordandoti che Sassuolo e Lecce negli ultimi mesi hanno vinto solamente con te, la Fiorentina decide invece di rinascere! E lo fa nell’unico modo in cui è possibile, cioè lavorando intensamente a testa bassa sui propri errori e sperimentando una nuova strada, fino ad oggi non percorsa, che sorprende e mette in crisi una bestia nera come la Lazio ed un tecnico tanto strombazzato come Sarri che, a differenza di Italiano, sono ormai anni che non sperimenta più e non propone più niente di nuovo. Vincenzo Italiano dimostra un’altra volta che, quando ha una settimana di tempo per preparare la gara, studiare gli avversari, decidere le contromosse, è uno dei migliori allenatori dell’ultima generazione.

Con una formazione che stupisce anche Maurizio Sarri, il mister viola vara una Fiorentina in cui la qualità tecnica è la spina dorsale della squadra, una qualità grazie alla quale Jack e soci rubano l’idea alla Lazio, dominano il gioco, cercano finalmente la giocata per le punte. Tutto questo è possibile non solo grazie alla contemporanea presenza in mezzo al campo di Arthur e Bonaventura, ma anche ad una pressione sulla palla in fase di non possesso tornata finalmente a livelli ottimali: ciò è stato reso possibile da due attaccanti che non sono riusciti a segnare ma hanno fatto un lavoro massacrante in entrambe le fasi del gioco. Belotti, sfortunatissimo in occasione del palo, e Beltran sono i primi calciatori ad andare a pressare alto le fonti di gioco laziali ed i primi a cercare di ribaltare l’azione ognuno con le proprie caratteristiche. L’argentino cuce il gioco con la propria tecnica e nel contempo copre le scorribande di Bonaventura e Nico aiutando Arthur nella fase di recupero della palla, Belotti fa a sportellate con chiunque, controlla anche i palloni più infidi, svaria su tutto il fronte d’attacco arrivando addirittura a ricoprire il ruolo di ala per servire l’assist per Kayode.

E’ una Fiorentina finalmente viva, bella, rapida di testa, convinta di ciò che fa; è una Fiorentina che finalmente non molla alla prima difficoltà, che si ribella ai pali ed alle traverse, non accetta il gol subito alla prima disattenzione, cerca una soluzione a tutte le difficoltà. Come per magia, sembra essere tornata la viola della scorsa stagione, quella mai doma che prova a dominare ogni fase del gioco in casa ed in trasferta, quella che vuole andare i propri limiti.

La miglior Fiorentina dell’anno fa rimpiangere amaramente i punti gettati al vento in questo ultimo mese e mezzo, il periodo in cui probabilmente tutti, mister in testa, sono rimasti scottati da un mercato di gennaio risibile, fallimentare. Anche stavolta però, Vincenzo Italiano ed i suoi ragazzi, hanno dimostrato di essere un gruppo sano, un insieme di persone su cui si può contare, un gruppo che tiene alla maglia ed al proprio lavoro. Di questo dovremo sempre ringraziare questa Fiorentina, nella speranza che la voglia di andare oltre i propri limiti non manchi più fino al termine della stagione perché ai tifosi questa voglia di sognare non manca mai come ha dimostrato anche ieri sera il mio grande amico di Sunderland Steven che prima della gara, quando in pochissimi ci credevano, mi ha detto: “Tonight we win and the season is not over!”

Anche stavolta avevi ragione te amico mio ma occorre non fermarsi più!

IL BUONO

  • Kayode: l’unico della linea difensiva che non ha responsabilità sul gol subìto da Luis Alberto, gioca una gara quasi perfetta. Dopo un periodo di grave flessione, sembra finalmente tornato il calciatore di cui ci eravamo tutti innamorati. La rete del pareggio poi, è la ciliegina su una torta deliziosa. Bentornato cucciolo!
  • Bonaventura: non c’è niente da fare, se Jack torna quello vero la Fiorentina è decisamente un’altra squadra! Impiegato in un ruolo diverso dal solito, disegna calcio e, nel contempo, non fa mai mancare l’aiuto alla fase difensiva. Oltre al gol della vittoria (hai detto poco….), confeziona tantissime altre cose belle e preziose. Il rettore del calcio a Firenze.
  • Belotti: se anche Guardiola si è accorto che il centravanti è importante, lo possiamo fare anche a Firenze! L’ex capitano del Torino gioca una partita totale: sfiora il gol con un gran colpo di testa, è sempre il primo a far partire la pressione sul gioco laziale, sforna l’assist per il gol di Kayode. Peccato sia in prestito secco….
  • Beltran: si è preso la Fiorentina costringendo addirittura Italiano a cambiare modo di giocare pur di non metterlo in panchina. Talento, intelligenza, dedizione alla causa, tiro in porta, cattiveria. Non sarà un bomber, ma un giocatore così fa comunque la differenza!
  • La qualità: quante volte su queste pagine abbiamo chiesto che la società investisse sulla qualità dei calciatori? Come per magia appena Arthur torna ad essere quello di inizio stagione, Jack disegna di nuovo calcio e Nico ricomincia a saltare gli avversari a ripetizione, torna la vera Fiorentina. Quanto sarebbe bello avere un pò di competenza in più sul mercato!

IL BRUTTO

  • Nulla: almeno per una sera godiamo e basta!!

A voi per i commenti!!

4 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. A inizio stagione Beltran era azzoppato da diversi fattori:

    – doveva ambientarsi in un campionato difficilissimo per un attaccante;
    – era stato comprato per fare il centravanti, ma lui in realtà è una seconda punta;
    – Italiano oltre che schierarlo fuori ruolo lo faceva anche giocare poco, perché Nzola era arrivato su sua esplicita richiesta e quindi si sentiva obbligato a metterlo sempre titolare.

    Insomma, c’erano tutti i presupposti perché Beltran si rattristasse e si lasciasse totalmente andare. Invece lui non si è buttato giù, ha fatto di tutto per emergere lo stesso, e alla fine è stato premiato. All’inizio è stato aiutato dalle prestazioni oscene di Nzola, che hanno costretto Italiano a metterlo in panchina e a dare una chance a Beltran; poi è stato aiutato dal mercato di Gennaio, perché a quel punto il centravanti della Fiorentina è diventato Belotti e Beltran è stato finalmente schierato nel suo ruolo naturale di seconda punta.
    La partita di Beltran ieri sera è stata positiva sotto tutti i punti di vista. Ad esempio, l’azione che ha portato al nostro primo palo è nata da una sua intuizione, perché lui ha visto libero Nico Gonzalez e gli ha servito un pallone che era solo da spingere in porta: questo significa che Beltran non ha solo un discreto fiuto del gol, ma ha anche visione di gioco.
    Inoltre, nell’azione che ha portato al gol di Bonaventura Beltran era sbilanciato e lontano dalla porta, eppure ha trovato lo stesso la maniera di tirare: in fondo il talento è proprio questo, ovvero la capacità di creare qualcosa di buono anche nelle condizioni più svantaggiose possibili. Il calciatore talentuoso è quello che gioca bene anche quando la palla è quasi uscita in fallo laterale, quando è marcato stretto, quando il terreno è scivoloso per la pioggia. Perché se hai talento non c’è niente che ti possa fermare.

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    • Beh che Beltran fosse un potenziale crack lo abbiamo sempre detto ed anche stavolta lo dimostra il prezzo che abbiamo dovuto pagare per comprarlo. Se andranno a dama tutti i bonus, sarà un calciatore da 25 milioni non da 12 né da 15 (leggi Nzola e Cabral). Gli unici calciatori della rosa che sono costati oltre 15 milioni sono Dodò (18) e Nico Gonzalez (27): ennesima dimostrazione che ti può andare bene una volta, ma poi la qualità si paga! Ed è anche l’ennesima dimostrazione che serve competenza per fare questo lavoro, non essere il fiduciario del presidente! Burdisso, dopo Julian Alvarez, Enzo Gonzalez (entrambi non arrivati perché non si è voluto fare un anticipo di cassa), adesso ha segnalato Beltran…. dargli un pò più di spazio no???

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      • Il Manchester City quest’anno non sta avendo dei buoni risultati in campionato. Adesso è secondo, ma prima che rallentassero l’Arsenal e il Tottenham era addirittura quarto. Non è assolutamente in crisi per quanto riguarda il gioco (sarebbe ridicolo anche solo pensarlo, considerato che in panchina ha il profeta del calcio champagne), ma è in crisi per quanto riguarda le motivazioni: essendo reduce da un Triplete, scende in campo senza quella voglia feroce di azzannare l’avversario che è fondamentale per raggiungere dei grandi traguardi.
        In questa stagione disgraziata, una delle poche note liete è quella che hai citato tu: Julian Alvarez. Dopo l’infortunio di De Bruyne Guardiola prima ha provato a sostituirlo con Matheus Nunes, poi si è reso conto che il portoghese non era all’altezza, e allora ha provato a mettere in quel ruolo Julian Alvarez. Ebbene, quella che inizialmente doveva essere una soluzione d’emergenza si è rivelata un vero colpo di fortuna per il Manchester City, perché Julian Alvarez in quella porzione di campo ci sta come il cacio sui maccheroni. Adesso che è tornato De Bruyne (ed è tornato alla grande, considerato che ha fatto una marea di assist nelle ultime partite) probabilmente Julian Alvarez tornerà ad ammuffire in panchina, ma intanto ha dimostrato di essere un grande calciatore, e di saper fare benissimo anche in un ruolo non suo.
        Noto con piacere che l’Atalanta è stata asfaltata dall’Inter con un 4 – 0 senza storia. Speriamo che questa batosta mini l’autostima dei bergamaschi, portandoli a venire superati da noi sia in campionato che in Coppa Italia. So che la cosa è altamente improbabile, ma non sarebbe la prima volta che ribaltiamo un pronostico a loro nettamente favorevole! 🙂

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        • Beh l’Atalanta fino ad un paio di settimane sembrava sinceramente ingiocabile adesso sembra stia tornando sulla terra. Sarebbe una soddisfazione doppia asfaltare i bergamaschi di simpatia Gasperini!

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