Il buono, il brutto, il cattivo

TORINO – FIORENTINA = 0 – 0  

Siamo ancora molto lontani dalla Fiorentina che vorremmo.

In vista della prima sosta della stagione, la squadra di Pioli è ancora imbattuta, grazie a due vittorie in Conference League e due pareggi in campionato ma ad oggi il bicchiere appare certamente più mezzo vuoto che mezzo pieno. I viola sembrano ancora in netto ritardo da diversi punti di vista, ritardo che comunque può essere tranquillamente recuperato. Certo è che in queste prestazioni sembra esserci una continuità (di rendimento mediocre) che inizia un filo a preoccupare; vediamola con calma.

Partiamo dalla condizione atletica: sia nelle gare europee che in quelle di campionato, Ranieri e compagni hanno avuto un ritmo sempre molto compassato quasi come se la rapidità e lo spunto sul breve mancasse del tutto. Tolti i calciatori più piccoli fisicamente, come Dodò che ieri è apparso in netta crescita di condizione, la Fiorentina è sembrata giocare sempre allo stesso passo, senza una variazione di ritmo né un’invenzione che possa illuminare. Accanto ad una squadra lenta, il gioco è sembrato fluire poco: anche nella gara di ieri, se togliamo un paio di strappi di Sohm nel primo tempo e le accelerazioni di Dodò nella ripresa, la manovra è sembrata stentata e senza alcun tipo di varietà. Giro palla lento e troppo spesso orizzontale nella speranza di trovare un compagno libero, ricerca quasi ossessiva della palla su Gudmundsson che però, con le due punte davanti, per trovare spazi è costretto a giocare a 60 metri dalla porta, costruzione dal basso affidata a Pongracic (ottimo in marcatura ed in anticipo, meno a suo agio nel proporre gioco).

Le uniche fiammate, tolte le azioni personali, sono venute da qualche fraseggio con la ricerca del terzo uomo e da qualche duello individuale vinto da Kean e Piccoli che però devono ancora imparare a giocare insieme e non potrebbe essere altrimenti visto che era la prima volta. Sinceramente mi sarei aspettato di più, soprattutto contro un Torino che ha certamente interpretato la partita in modo molto diverso da San Siro, ma che ha comunque una difesa piuttosto attaccabile. E soprattutto mi sarei aspettato anche di provare a cambiare spartito: ho i due attaccanti davanti forti fisicamente e bravi a tenere palla? Allora posso provare il lancio lungo per scavalcare la mediana avversaria e buttarmi sulle seconde palle con Gudmundsson, Ndour e Gosens! Sono sicuro che mister Pioli lavorerà anche su questo perché l’esperimento della doppia punta a me è piaciuto anche se mi resta il dubbio in merito alla contemporanea presenza in campo di Gud.

Non solo, ma siamo sicuri che si possa giocare con il centrocampo a due? A me pare molto difficile proprio per le qualità dei nostri centrocampisti: tutti non molto rapidi, tutti discretamente abili nel palleggio, tutti (a parte Sohm) più propensi ad attaccare che a difendere. E qui veniamo all’altra mia preoccupazione: se a Cagliari la Fiorentina era stata surclassata sul piano del ritmo, dell’aggressività, della cattiveria sportiva ieri da quel punto di vista si è vista una squadra che ha tenuto la partita più in mano. Certo però anche ieri i ragazzi di Pioli hanno lasciato troppe occasioni da rete agli avversari e solo la bravura di De Gea ci ha permesso di tenere la porta inviolata. Nonostante il Torino non abbia fatto chissà cosa per creare offensivamente, la Fiorentina ha subìto spesso verticalizzazioni troppo facili proprio perché con il centrocampo a due e gli esterni larghi i granata hanno avuto vita facile a raggiungere presto i nostri difensori. Troppe volte poi, il trio viola si è trovato a giocare in parità numerica rischiando di soccombere: non sarebbe forse più utile avere un calciatore che faccia da schermo davanti alla difesa (magari lo vedremo con Nicolussi Caviglia dopo la sosta)?

Idee, sensazioni, considerazioni che comunque non cancellano i risultati di una squadra che gioca insieme al proprio mister da troppo poco tempo per essere giudicata e che ha centrato il passaggio alla fase successiva di Conference ed ha salvato la pelle in due trasferte non proprio comodissime. Il resto del campionato sta già mostrando che in questa stagione anche le grandi possono inciampare perché probabilmente il livello è più equilibrato: speriamo di trovare presto la quadratura del cerchio senza fare sconti a nessuno dentro e fuori dal campo perché potremmo toglierci delle soddisfazioni.

IL BUONO

  • De Gea: dopo il macroscopico errore di Cagliari, si riscatta alla grande con una prova perfetta. Salva su Casadei, Ngonge e Simeone. Senza di lui probabilmente parleremmo di un’altra partita. Il ruggito del leone.
  • Pongracic: quando deve far ripartire l’azione, il piede non è educatissimo ma dietro è una sicurezza. Nel ruolo di centrale sembra aver trovato il suo habitat naturale. Perno della difesa.

IL BRUTTO

  • Kean: sul gol fallito viene salvato dall’arbitro, ma dopo l’errore di Cagliari non è un buon segnale. Nella scorsa stagione bastava toccare il pallone per gonfiare la rete, adesso accade il contrario. Calma e gesso, non è il momento di criticare ma solo di sostenere. Il vero Moise tornerà presto!
  • Il gioco: come scritto ampiamente nel mio post è quel che mi inizia un pò a preoccupare. Spero di sbagliarmi ma al momento sembra ci si affidi solamente al singolo. E’ ancora presto, attendiamo fiduciosi.

A voi per i commenti!!

5 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. Partiamo dal presupposto che la scorsa stagione è andata in vacca nel momento stesso in cui Bove si è accasciato in terra. Sia perché Palladino non ha saputo trovare un modo di giocare che prescindeva dalla sua presenza, sia perché è un evento estremo, e quando succede una cosa così scioccante non ci sono vie di mezzo: o dà una spinta positiva al gruppo (come è successo quando morì Astori) o lo ammazza psicologicamente. L’anno scorso è andata in quest’ultimo modo.
    Detto ciò, anche se non è questo il motivo principale per cui l’anno scorso siamo andati male, sicuramente non ha aiutato il fatto che ad un certo punto Palladino si sia incaponito sul far giocare la squadra con 2 soli centrocampisti, nonostante fosse evidente che non era il caso di giocare con un centrocampo così leggero. Dato che la rosa attuale è praticamente identica a quella dell’anno scorso (attacco escluso), è perfettamente normale che questa soluzione tattica si stia rivelando fallimentare anche con Pioli. 
    Detto questo, il Torino è la squadra di Paperino, quindi avremmo dovuto batterla anche con 2 centrocampisti. Molti dei suoi giocatori magari in passato hanno fatto degli eurogol (ricordo uno splendido gol di tacco di Lazaro e un pallonetto da centrocampo di Che Adams), ma non sono capaci di garantire quella continuità di rendimento che è indispensabile per raggiungere anche solo l’obiettivo minimo della salvezza. Di giocatori granata in grado di disputare 30 partite decenti ne individuo al massimo un paio. Può darsi che il Torino si salvi lo stesso, perché ci sono almeno 2 squadre più deboli (Lecce e Verona) e una terza si fa presto a trovarla, ma non andrà molto oltre quel traguardo. Tra l’altro rispetto a delle squadrette come il Lecce e il Verona il Torino ha un grosso handicap: i suoi tifosi sono molto più esigenti. A Lecce se la squadra si salva fanno festa per una settimana intera, a Torino invece non hanno fatto un plissé né per la salvezza di Moreno Longo né per quella di Davide Nicola l’anno successivo. Anche quando la salvezza arriva in modo soffertissimo, il tifoso granata non pensa “CHE FIGATA!!!”, pensa “Ci mancherebbe altro, hanno fatto il minimo”. Questo i giocatori lo sentono, e la consapevolezza che comunque vada non saranno festeggiati li fa andare in campo con la depressione addosso anziché con la grinta che ci vorrebbe per evitare la retrocessione. Questa situazione si è creata anche alla Fiorentina: ad esempio, nell’ultimo anno dei Della Valle era chiaro fin dall’inizio che con Lafont in porta, il centrocampo Edimilson – Gerson – Benassi e Simeone in attacco il 17mo posto era il massimo traguardo raggiungibile, eppure dopo la partita con il Genoa che sancì la nostra salvezza i tifosi esposero lo striscione “Niente da festeggiare, vi dovete solo vergognare”.
    Riguardo a Nicolussi Caviglia, credo che sia stato preso non per fare da schermo davanti alla difesa, ma per fare ciò che faceva lo scorso anno Adli, ovvero dare il cambio a Fagioli e creare gioco al posto suo quando lui è indisponibile.

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    • Il discorso relativo al centrocampo a due è del tutto condivisibile come detto anche nel post. Che il Torino non festeggi la salvezza mi sembra il minimo visto ala storia e la tradizione granata! Non dimentichiamo poi che la gestione Cairo è tra le più tristi della storia: solo ed esclusivamente mediocrità e plusvalenze!! Quanto al nostro striscione lo trovai e lo trovo tutt’ora semplicemente perfetto! 💜

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      • Torno un attimo su Nicolussi Caviglia, e già che ci sono spendo qualche parola anche per l’altro nuovo acquisto, Lamptey. Per conoscere meglio quest’ultimo sono andato sul suo profilo Transfermarkt, e sono rimasto di sasso: negli ultimi 2 anni non c’è una sola parte del suo corpo che non si sia infortunata. Prima il ginocchio, poi i muscoli, poi il piede e infine la caviglia. Ad essere precisi, di infortuni muscolari ne ha avuti 3 quasi attaccati l’uno all’altro. Nicolussi Caviglia invece di guai fisici ne ha avuti uno solo, ma è un infortunio molto grave e ad alto rischio di ricadute, ovvero la rottura del crociato. Ora, va bene che uno è arrivato in prestito e l’altro alla modica cifra di 6 milioni, ma a mio giudizio non è saggio puntare su dei giocatori che offrono così poche garanzie dal punto di vista fisico. Comunque, ormai sono dei nostri, quindi posso solo sperare che a Firenze non abbiano più di questi problemi.

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        • Effettivamente sono due calciatori con un passato di infortuni ma sono più preoccupato per Lamptey che gioca in un ruolo dove si deve avere motore, giri, cambio di passo. Nicolussi Caviglia può invece contare su un calcio straordinario che certamente lo aiuterà anche in frangenti più difficili.

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          • Mi sembra una situazione molto simile a quella di 5 anni fa. Anche allora avevamo 2 calciatori costretti a giocare da fermo (in quel caso più per la vecchiaia che per gli infortuni), Borja Valero e Callejon. Nel caso di Borja Valero poco male, perché il suo ruolo prevedeva di stare fermo in mezzo al campo a dettare i ritmi del gioco, e per quello non serve tanto fiato; nel caso di Callejon invece era un problema grosso, perché il suo ruolo presupponeva continue sgroppate sulla fascia, quindi se giochi in quella parte del campo e non hai fiato è un casino.
            2 precisazioni assolutamente non polemiche:

            – Sono consapevole che i tifosi della Fiorentina e del Torino sono abituati bene, quindi per loro è dura gasarsi per una salvezza. Ma a mio giudizio la soddisfazione o la delusione vanno sempre commisurate al valore della squadra. Ad esempio, l’anno scorso non mi sono esaltato per la Conference League, e non solo perché la considero una competizione miserrima, ma anche perché avevamo una squadra tranquillamente in grado di andare in Champions’ League; nell’anno della salvezza ottenuta a braccetto col Genoa invece ho goduto come un maiale, perché come ti dicevo prima la nostra squadra più di quello non poteva ottenere.
            – Sono consapevole anche che, se il Real Madrid vince così tanto e la Fiorentina vince così poco, non dipende dal fatto che loro abbiano un preparatore atletico e noi 3. Ma una discriminante è anche questa, ovvero capire che in certi settori vale la pena di investire una barca di soldi e in altri invece è meglio ridursi all’essenziale, perché troppi cuochi rovinano la cucina. Inoltre, se perfino una squadra di livello mondiale come il Real Madrid ritiene sufficiente un solo preparatore atletico, non vedo perché la Fiorentina debba pagarne addirittura 3.

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