Se io fossi l’ambiente ti considererei un deficiente! Da quanto anni ti ho avvisato? Ma te ne sei sempre fregato. Ed ora che il ghiacciaio si stacca sulla Marmolada piangi come una vite tagliata. Che tu sia di destra centro o sinistra l’unica politica che guarda al futuro è quella ambientalista. Negli ultimi anni tanti giovani nelle piazze hanno dato l’allarme a gran voce ma vi siete girati di spalle in modo atroce, ed invece di usare i vostri cervellini avete preferito chiamarli gretini. Nel mondo si gioca a fare la guerra senza ascoltare il dolore dell’amata terra, l’acqua scompare e con essa i ghiacciai ma chissà fra quanti anni finalmente capirai. E mentre i governanti se ne fregano altamente ci dovrebbe pensare almeno la gente. Le persone son chiamate a destarsi dal torpore per dimostrare alla natura il loro amore, costringendo finalmente i comandanti del vaporetto a governare il mondo con l’intelletto. Per ringraziare ogni giorno delle naturali ricchezze che invece stupriamo con enormi schifezze non possiamo più rimandare certe decisioni: lo volete capire bei capoccioni?
E se vi dicessi che c’è qualcuno che in meno di 24 ore si è fatto più di 500 km in macchina da solo, sotto il sole cocente di questo torrido giugno, per trascorrere una notte quasi insonne con persone mai viste dal vivo ma con cui aveva trascorso serate insieme davanti ad uno schermo per seguire un evento trasmesso in diretta dagli USA?
Ebbene quel pazzo scriteriato, quel qualcuno sono io!!!
Io che giovedì scorso, appena uscito dal lavoro, sono corso a casa per cambiarmi, mettere due cose nello zaino nemmeno dovessi partire per l’interrail, fare il pieno di gasolio e via!! Partenza da Firenze direzione Cattolica, luogo del ritrovo di tre eterni ragazzi innamorati persi del basket NBA.
Nella notte tra giovedì e venerdì infatti, si teneva il draft NBA, uno degli appuntamenti in cui anche le peggiori squadre possono sognare di avere i migliori cestisti del mondo! Ed io, uno dei ben 58 tifosi del gruppo Facebook dei Detroit Pistons, ho accettato l’invito dell’amico Filippo e mi sono ritrovato con lui e Francesco a Cattolica per conoscerci finalmente dal vivo e seguire tutti insieme il momento del draft. Lo scorso anno lo avevamo fatto on line: eravamo una decina, ci eravamo divertiti un sacco e l’intesa tra tutti noi era stata talmente naturale che ci eravamo ripromessi, Covid permettendo, di vederci dal vivo nel 2022. Purtroppo stavolta eravamo solamente in tre ma ci siamo fatti valere!
Grazie a Filippo, che a Cattolica vive, ci siamo persi nei borghi al confine tra Emilia Romagna e Marche mangiando una deliziosa piadina (e che cosa sennò!) a Fiorenzuola di Focara, un borgo medievale che dista pochi chilometri da Pesaro. L’aria era molto più fresca che a Firenze, ma la mia città era comunque rappresentata da alcune celebrazioni che anche a Fiorenzuola si sono tenute per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, Dante Alighieri. Tra una piadina deliziosa ed una bella birra ghiacciata, il nostro cuore è stato rapito dal rendersi conto che tutti noi eravamo cresciuti con la nostra amata squadra sempre ben presente e che avevamo provato le stesse emozioni per determinati eventi cestistici, pur vivendo in città diverse ed avendo età differenti! I ricordi condivisi di quando eravamo bambini erano tutti contestualizzati relativamente alle stagioni dei Pistons! Le sconfitte contro i Celtics di Larry Bird e Danny Ainge, le Jordan Rules durante la saga contro i Chicago Bulls, i due titoli consecutivi a fine anni ’80, l’anello del 2004: tutti noi ricordavamo esattamente dove eravamo e cosa facevamo perché avevamo vissuto emozioni vere, genuine e sane!
Non è forse questo lo sport per i tifosi? Non è forse la condivisione di emozioni, passioni, delusioni, gioie e dolori? A cosa si riduce lo sport, il basket, il calcio se togliamo le emozioni?
La magia è stata tale che, mentre percorrevamo le strade che dalle Marche ci riportavano in Romagna e poi ci mostravano i locali e le vetrine di Cattolica, è diventato del tutto naturale raccontarci le nostre vite come se ci conoscessimo da tempo anziché da poche ore. Dal lavoro che svolgiamo, alla condizione familiare, all’amore per i nostri rispettivi figli fino ovviamente al motivo per cui siamo orgogliosamente tifosi Pistons in un mondo in cui tutti adorano i Lakers, LeBron James, i Boston Celtics o ultimamente i Golden State Warriors! La serata è stata una volata entusiasmante verso il nostro appuntamento, quello che aspettavamo dallo scorso anno, il Draft NBA. Alle 2 del mattino, in un locale che sta aperto tutta la notte, ci siamo fatti accendere il maxi schermo e la magia è arrivata con il vero protagonista della serata, l’evento che ci ha permesso di conoscerci: il Draft!
Certo devo dire che anche l’esito del draft non è da sottovalutare, con Detroit che è riuscita a regalarci proprio il giocatore che tutti noi tifosi dei Pistons volevamo, quello che forse ci permetterà, dopo anni di delusione, di tornare a sognare: Jaden Ivey! E con lui un centro duro, fisico e spigoloso come piace a noi, Jalen Duren ed infine addirittura un cestista italiano, un nostro portacolori, Gabriele Procida!
È stata una notte perfetta, la notte di quelli che ancora si vogliono sentire ragazzi non per il rifiuto di crescere ma per continuare a credere alle emozioni con cui sono diventati grandi. Chiamateci pure Peter Pan se volete, io preferisco considerarmi semplicemente una persona innamorata della palla a spicchi e delle emozioni che continua a regalarci!
E’ stata una vera e propria liberazione l’opportunità di tornare a vedere un concerto dal vivo all’aperto!
Dopo una prima esperienza con Brunori Sas al Mandela Forum nelle scorse settimane, grazie a Vasco Rossi al Parco del Visarno siamo finalmente tornati a scatenarci senza alcuna limitazione né preoccupazione in un prato immenso, circondati da gente festante, in mezzo ad abbracci, sorrisi, lacrime e sudore!! L’attesa di questi due anni e mezzo ci ha certamente segnati e provati, ma quando alle 21 in punto la musica ha iniziato a farci vibrare il cuore e le budella abbiamo capito che finalmente Vasco era tornato e potevamo riappropriarci di un altro pezzo della nostra esistenza.
E’ stato un inno alla vita, uno schiaffo al Covid, ed un immenso vaffanculo a questa guerra incomprensibile che ci vorrebbe far tornare indietro di colpo di almeno 50 anni! Come al solito il rocker di Zocca non si è fatto pregare nello schierarsi apertamente in relazione agli accadimenti del momento: a favore della musica, della libertà di amarsi senza pregiudizi (vedasi il testo di “L’Amore L’Amore“), a favore dei vaccini confermando di aver completato il ciclo delle tre dosi, ma soprattutto contro una guerra ingiusta di aggressione. Il gioco di luci messo in scena durante “C’è chi dice no” e “Gli spari sopra” ha richiamato senza esitazioni alle immagini dei combattimenti che quotidianamente siamo costretti a vedere in tv per la follia di un uomo che crede ancora alla legge del più forte.
Le due ore e mezzo di spettacolo ci hanno condotto nel consueto zig zag tra ballate anni 80, rock più duro e struggenti canzoni d’amore interpretate con la consueta forza espressiva che solamente Vasco Rossi riesce a regalare con impressionante regolarità. La perfetta miscela tra rock, poesia, spettacolo e divertimento puro resta la chiave con cui Vasco Rossi entra nei cuori dei propri fans da ormai quasi mezzo secolo. Senza considerare poi le continue sorprese che il rocker di Zocca si diverte a impacchettare per tutti noi che continuiamo a seguirlo come un messia laico: sono personalmente rimasto affascinato da una sezione fiati di incredibile bravura, capace di assoli fantastici, come di accompagnamenti delicati e deliziosi. E non può poi mancare un’ultima parola per il Gallo, Claudio Golinelli, storico bassista di Vasco che dopo i problemi di salute è salito sul palco solo per gli ultimi pezzi ma, come dice Bomber Simo, “non c’è sballo senza il Gallo!”
Una serata che ci ha finalmente permesso di ritrovare quel sentimento di liberazione, festa e fratellanza che temevamo di aver smarrito:
Se c’è una cosa che negli ultimi anni mi sta letteralmente facendo salire il sangue al cervello è la disonestà intellettuale. Ma c’è qualcuno che è riuscito ad andare oltre: accusare gli altri di disonestà intellettuale quando ne è uno degli esempi migliori (si fa per dire).
Tra i tantissimi personaggi che negli ultimi anni hanno sostenuto le ipotesi più disparate senza circostanziare mai le proprie affermazioni, uno si sta sinceramente superando, l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri. Poiché il sottoscritto invece parte sempre dai dati, dallo studio, dall’approfondimento, ripercorrerò l’epopea allegriana delle ultime stagioni attraverso interviste, risposte date o mancate, risultati ottenuti non solamente sul campo ma anche relativamente ai calciatori allenati.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la risposta ai giornalisti in occasione della conferenza stampa tenutasi al termine della gara Juventus-Villareal di Champions League: il mister bianconero, punzecchiato dai giornalisti in merito all’evidente fallimento stagionale, ha accusato loro di essere disonesti intellettualmente poiché la Juve era già uscita altre volte agli ottavi, è ancora in corsa per il quarto posto in campionato ed in semifinale di Coppa Italia. Posto che da tifoso viola, il fatto che la Juve abbiamo come massimo obiettivo l’ultimo strapuntino per la Champions dell’anno successivo e la vittoria della Coppa Italia mi mette di buon umore, tutto ciò è sinceramente inascoltabile. Una proprietà che, nel mercato di gennaio, acquista uno dei migliori prospetti europei in mezzo al campo ed il capocannoniere del campionato italiano, non può certo accontentarsi delle briciole…. considerando poi che questi investimenti sono stati resi possibili da un’extra budget che probabilmente avrà ripercussioni sulla campagna estiva ed ha già portato alla rinuncia a Dybala. Ma che la serenità e l’analisi della gara fosse sfuggita al tecnico livornese, lo avevamo già capito quando aveva giustificato la debacle interna con l’atteggiamento ostruzionistico del Villareal che si era difeso con 10 giocatori sotto palla tutta la partita!! Ma Allegri non era il teorico del “cortomuso” neologismo sbarcato addirittura sulla Treccani? Quindi se lo fai te è un’arma tattica, se lo fanno gli altri è ostruzionismo al gioco?
Se però non vogliamo parlare di tattica e di atteggiamento della squadra, ma vogliamo affrontare la crescita dei calciatori presi singolarmente, mi permetto di riportare le statistiche di un calciatore che a Firenze conosciamo bene, Dusan Vlahovic. L’illuminante articolo che trovate qui è la fotografia non certo di un fallimento, ma quantomeno di una netta involuzione che può essere certamente spiegata in parte dal necessario adattamento alla nuova squadra, ma determinati numeri sono allarmanti (non certo per me). La media gol ad esempio, è passato da 0,83 a 0,41, tira molto meno in porta ed inizia anche a soffrire dei primi acciacchi in carriera. Diversi carichi di lavoro? Marcature più strette? Certamente sarà anche così, ma credo che il maggior problema con il quale il calciatore si scontra sia la povertà di una manovra che si basa quasi esclusivamente sulle scorribande di Cuadrado e sui veli di Morata. Insomma niente di paragonabile rispetto al gioco corale ed organizzato che lo ha certamente aiutato in maglia viola. Siamo soliti pensare che un calciatore, quando arriva in una squadra più forte, dovrebbe essere avvantaggiato dalla maggiore qualità dei propri compagni. La qualità poi, dovrebbe anche aiutare a giocare meglio, ma l’aspetto estetico del gioco del calcio sappiamo non essere in cima ai pensieri di Max. Immagino però che sia un discorso troppo noioso per un allenatore che, appena richiamato sulla panchina della Juve, disse che non si era aggiornato nei due anni senza panchina ed aveva guardato pochissimo calcio.
L’apoteosi però è stata raggiunta la scorsa settimana. Nel corso di un’intervista pubblicata da GQ, il tecnico della Juventus ha definito Pep Guardiola “un furbacchione” poiché tutti lodano la sua costruzione dal basso, ma poi “ha preso un portiere come Ederson che effettua rilanci di 80 metri”. Con una semplicissima ricerca sul web (non importa nemmeno perdere il tempo di guardare le partite!!!) possiamo sapere che il Manchester City è in realtà la squadra che in tutta la Premier League effettua meno lanci lunghi dal portiere. Al netto dell’opinione personale sul calcio espresso dalle squadre di Guardiola, sarebbe quantomeno corretto citare dei dati reali per confutare le tesi degli altri o addirittura per giudicarne il lavoro. Immagino però che anche studiare i numeri, i dati e le altre squadre sia troppo noioso per il nostro maestro di calcio. Ciò che trovo sinceramente sconcertante però, non è solamente la risposta di Allegri, quanto anche l’assoluta mancanza di contestazione di un’affermazione falsa. Un giornalista credo dovrebbe confutare affermazioni false attraverso un lavoro di ricerca, di studio e di approfondimento, proprio quello che stiamo cercando di fare su questo blog da quando è nato.
Sarà per questo che ancora oggi trovo eccezionale il coraggio di Daniele Adani che non le ha mandate a dire ad Allegri invitandolo più volte a spiegare il proprio calcio e le proprie scelte. Adani non è un giornalista ma ha fatto ciò che si dovrebbe sempre fare con gli allenatori come con i politici, con gli ingegneri come con i dottori, chiedere di spiegare perché si fanno certe scelte e cosa c’è dietro. Che male c’è? Forse il problema sta proprio qua: saremmo finalmente consapevoli.
In pieno lockdown mi si è presentata davanti una sfida tanto difficile quanto emozionante: partecipare ad un bando per scrivere un racconto su Dante Alighieri in occasione dei 700 anni dalla sua morte.
La prima domanda che mi è venuta in mente non è stata “ed ora cosa scrivo?” ma…”Sarò in grado? Ci riuscirò? Sarò tra i prescelti che avranno posto nella pubblicazione?”
Ebbene ora posso dirlo con orgoglio: ce l’ho fatta!! Il mio racconto “L’amicizia rivoluzionaria” è risultato tra i meritevoli di essere inseriti in “Gente di Dante“, l’antologia curata dal Gruppo Scrittori Fiorentini di cui faccio parte!!
Per chi fosse interessato ad acquistare una copia, oltre che nelle librerie, è già disponibile anche on-line su Amazon !!! Buona lettura!!
In questi ultimi giorni, nella consueta lettura dei quotidiani, una notizia mi ha stupito più delle altre.
In una delle vie centrali di Firenze, Via de’ Neri, un’ambulanza ha impiegato un quarto d’ora circa per percorrere poco più di 150 metri poiché la gente che si era assiepata fuori dai negozi della strada in attesa di un panino, non ha avuto la decenza di spostarsi probabilmente per paura di perdere il posto acquisito in fila.
Soprassiedo volutamente sulla mancanza di rispetto ed educazione dei presenti sul posto, ma l’occasione è ghiotta (è proprio il caso di dirlo), per fare una riflessione su ciò che è diventata la città di Firenze negli ultimi anni. Nei mesi della pandemia, con le prime riaperture, su questo blog avevamo già in parte affrontato questo discorso chiedendoci quale sarebbe stato il futuro della nostra amata città (https://ilcornerdellungo.com/2020/06/24/la-mia-firenze/). Adesso che, grazie alla campagna vaccinale ed all’introduzione del Green Pass, la situazione ci ha permesso di ricominciare a vivere un’apparente normalità, i nodi invece sono tornati tutti al pettine. Certamente ricorderete quante volte, sia in campo lavorativo che amministrativo, avevo invocato una presa di coscienza affinché quei mesi non passassero invano! Avevo chiesto di mettere a frutto quei momenti di forzata paralisi per avviare una riflessione che portasse ad un cambio di paradigma per la nostra vita personale e per l’organizzazione ed i tempi della nostra città.
Passata (si spera) la pandemia, riaperti i negozi, i luoghi di lavoro e quelli di svago, le lancette sembrano però essere tornate indietro di 24 mesi. Il centro è stato nuovamente preso d’assalto dai turisti mordi e fuggi (sarebbe sufficiente leggere l’intervento di pochi giorni fa del Direttore degli Uffizi Schmidt per averne conferma), gli appartamenti che affittano su Air B&B ed altre piattaforme vengono occupati nella quasi totalità con settimane di anticipo, i negozi che offrono qualunque tipo di cibo e di bevanda affiorano in ogni angolo della nostra città. Ma durante le chiusure forzate quante volte abbiamo ascoltato anche il Sindaco Nardella dire “Firenze verrà ridisegnata con nuove funzioni e nuove mete turistiche”? Quante lacrime di coccodrillo abbiamo sentito versare per gli assalti notturni alle piazze centrali della città? Nelle ultime settimane assistiamo inermi anche all’ultima moda che consiste nel salire sulle statue più importanti quale quella di Dante Alighieri in Piazza Santa Croce…. Com’era la storiella di voler far tornare i residenti rendendo più accogliente per i fiorentini la zona centrale cittadina? Lo facciamo negando a quegli ultimi rimasti anche la possibilità di chiamare un’ambulanza? Certo però con tutti i minimarket che vendono alcool a ragazzini di ogni età, una bottiglia per tirarsi su la trovano di sicuro!!
Sono sconfortato nel dire che eravamo stati facili profeti anche stavolta! Non appena tornati i turisti, non appena le casse comunali iniziano a rimpinguarsi grazie all’avvento di migliaia di persone a settimana, torna in voga anche uno dei detti più famosi della politica italiana: “ci stiamo lavorando, stiamo elaborando soluzioni”. Manca solamente che venga istituita una bella Commissione di Studio con professionisti del settore: allora sì che saremmo assolutamente certi che la soluzione non arriverà mai!
Nel frattempo ogni giorno che passa un piccolo pezzettino della vera Firenze muore: che tristezza infinita!!!