Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 2 – 1

Allora si può vincere una partita senza per forza dominare in lungo ed in largo la partita! Si può vincere avendo finalmente un avversario che ha il 61% di possesso palla contro il 39%, si può vincere una partita sporca cambiando continuamente interpreti e posizioni difensive per arginare gli altri! Finalmente… finalmente… finalmente!! Finalmente un allenatore reattivo, che a fine primo tempo fa due mosse azzeccate, che non pensa solamente a telecomandare i propri calciatori, ma che interviene in tempo reale anche rimescolando le carte come ad esempio cambiando le posizioni in campo degli interpreti. Questa, indipendentemente dalla vittoria, è la risposta a tutti quelli (me compreso) che hanno invocato per settimane una maggiore flessibilità a Vincenzo Italiano, che hanno chiesto un altro modo di giocare, un diverso modo di difendersi e di reagire alle difficoltà.

Intendiamoci subito, i viola non sono stati scintillanti, non hanno disegnato calcio, non hanno rubato l’occhio, ma hanno finalmente portato a casa una partita difficile e combattuta, piena di episodi (arbitrali e non solo), costellata da interpretazioni diverse delle due panchine che si sono sfidate senza esclusioni di colpi. Vincenzo Italiano, dopo un primo tempo piuttosto difficile, ha nuovamente bocciato il centravanti che lui ha scelto questa estate dimostrando quel protagonismo e quel coraggio che attendevamo da settimane. Ha inserito Kouamè che con il suo entusiasmo, la sua voglia di lottare, il suo “casino” (scusate il termine non proprio tecnico), ha squadernato una partita in cui ancora una volta la Fiorentina non riusciva ad essere ficcante quando ripartita, ed ha scommesso sulle doti tecniche e sulla velocità di Ikoné che, oltre ad avere avuto il merito del calcio di rigore, è riuscito ad allungare la squadra permettendo ai propri compagni di guadagnare metri di campo velocemente. Certo anche stavolta la difesa ha ballato tanto davanti ad una squadra che ha dato continuamente l’impressione di poter far male grazie a Zirkzee un attaccante tra i più interessanti del campionato che, oltre ad essere bravo, viene servito con continuità, ma soprattutto con i tempi ed i modi giusti. Una volta tanto però, gli errori marchiani di Parisi e di Martinez Quarta non sono costati punti in classifica, sarebbe stata una mazzata clamorosa per il morale. Bellissimo infine il confronto tra due tra i tecnici più preparati, innovativi, entusiasmanti dell’ultima generazione: dopo aver visto l’abominio dell’interpretazione calcistica di Max Allegri, ammirare il calcio di Thiago Motta è stata una splendida boccata d’aria da respirare a pieni polmoni.

IL BUONO

  • Bonaventura: gira e rigira le questioni sono sempre le solite. La Fiorentina con o senza Jack è una squadra completamente diversa… anche contro il Bologna spacca in due la partita con un gol bellissimo e delizia la platea ed i propri compagni con giocate d’alta scuola. Indispensabile.
  • Kouamè: in una squadra in cui il ritmo della squadra è spesso il solito, l’attaccante ex Genoa è un lampo nel buio. Lotta, sgomita, si butta su tutti i palloni. Certo non avrà le qualità tecniche di Beltran, né la capacità di difendere la palla di Nzola, ma almeno è vivo. Sottovalutato.
  • Duncan: di fronte ad uno dei centrocampisti più sponsorizzati della Serie A (Freuler), il nostro Alfred dimostra di non avere niente da invidiare salendo di livello col passare dei minuti. Nella ripresa prende in mano il centrocampo e macina palloni su palloni riuscendo a far ripartire l’azione offensiva con continuità e qualità. Tra lui e Mandragora è come mangiare e stare a guardare.
  • Terracciano: dopo le grandissime prestazioni di Udine e Roma, si ripete in una gara in cui però ha avuto meno occasioni per mettersi in mostra. Sempre presente, attento e deciso, stavolta almeno un punto è di San Pietro. Avanti così!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: in una stagione in cui era sembrato tornare sui livelli della prima stagione in viola, stavolta ne azzecca veramente poche giocando una gara disattenta in marcatura che lo vede andare spesso a vuoto in anticipo. Si rifiuta ancora una volta di giocare sul lato destro costringendo mister Italiano a far ruotare più volte gli uomini nella disposizione difensiva. Speriamo dopo la sosta torni il Quarta dell’inizio di stagione!
  • Parisi: dopo l’errore individuale contro la Juventus, ricasca nuovamente in errori clamorosi. Il più grave è quello in occasione del rigore per il Bologna, ma oltre al fallo di mano in area di rigore, l’ex Empoli aveva regalato anche la punizione perdendo un pallone sanguinoso. Con il rientro di Kayode, potrà finalmente tornare a calpestare le zolle preferite.

A voi per i commenti!!

8 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. Spezzo una lancia a favore di Brekalo perché è stato massacrato nei commenti. Nella Fiorentina non gioca con continuità, quindi parlare di numeri del Transfermarkt citati mi sembra un azzardo almeno per ora. Nel Torino giocava con continuità, vi ricordate Toro-Fiore 4 a 0 ?, lui è stato uno dei marcatori. E’ andato via da Torino con dispiacere di tutti (e di Juric) per ritornare al Wolfsburg a rilanciarsi, avventura poi fallita. La sua caratteristica principale, da quello che intravedo nelle poche partite, è quella di legare con una fitta trama di scambi il centrocampo con l’attacco prevalentemente sulla fascia, a volte ci riesce a volte no. Caratteristica che gli altri esterni non hanno. Kouamè lo vedo bene al centro dell’attacco o di supporto al centroavanti. Per me molto meglio di Nzola (almeno quello visto fin qui) più vivo e imprevedibile, a parte il casino che fa che può essere funzionale al gioco monocorde della Fiore.
    Ciao a tutti

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    • Ciao Roberto! Anche per me Brekalo non è da bocciare anche perché non gioca certamente nello stesso posto di Torino. Con Juric giocava molto più dentro al campo, era uno dei due trequartisti alle spalle del centravanti mentre a Firenze gioca sulla linea laterale. Purtroppo non avendo la forza e la gamba per saltare l’uomo lanciandosi la palla in avanti, avrebbe bisogno di dialogare con qualcuno vicino ( ed infatti spesso si rende pericoloso grazie a fraseggi corti). Kouame’ per me resta una fantastica arma in corso… Per sparigliare le carte è perfetto!

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    • Non escludo che Brekalo possa essere prezioso tatticamente per il motivo che hai spiegato tu, e probabilmente è per questo che Italiano continua a schierarlo. Tuttavia, io da un’ala mi aspetto non solo che leghi il centrocampo con l’attacco, ma anche che faccia gol e assist: se non segna e non fa segnare, allora non può giocare, perché impiegarla significa regalare una fascia agli avversari. Se poi dall’altra parte gioca Ikoné, a quel punto le fasce le regaliamo tutte e 2, e segnare diventa quasi impossibile.

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  2. Dicendo che Freuler è uno dei centrocampisti più sponsorizzati (e non più validi) della serie A sembri suggerire che secondo te viene elogiato più di quel che merita. A mio giudizio non è così: è un centrocampista che non si infortuna mai, e questo è segno non solo di fortuna, ma anche di professionalità. Inoltre, ogni anno almeno 5 gol fatti o fatti segnare li garantisce sempre, e non sono numeri da poco per un centrocampista centrale. Anzi, secondo me viene elogiato meno di quel che merita, ed è anche per questo che gioca nel Bologna anziché in una grande.
    Tra l’altro a Freuler è legato uno dei ricordi più amari e allo stesso tempo più dolci della mia storia d’amore con la Fiorentina. Cerco di spiegarmi meglio.
    La stagione 2017 – 2018 era la seconda dell’Atalanta con Gasperini in panchina: fu chiaro fin dalle prime giornate che il quarto posto della stagione precedente non era stato un caso isolato, e che anche in quell’anno i bergamaschi si sarebbero contesi con noi viola un posto nelle coppe. Il primo scontro diretto arrivò già alla sesta giornata: la Fiorentina aveva segnato quasi subito e gestì il resto della partita senza soffrire mai, quindi tutto lasciava presupporre che avremmo conquistato i 3 punti. Poi all’ultimo secondo (non l’ultimo minuto, l’ultimo secondo) Freuler fece partire un missile da fuori area, la palla si infilò in rete e pareggiammo 1 – 1.
    L’amarezza per quella vittoria sfumata fu talmente tanta che quella notte faticai a prender sonno. Tuttavia, alla fine di quella stagione quel gol si rivelò più un bene che un male: infatti l’Atalanta arrivò settima con 60 punti, noi ottavi con 57, e quindi a fare l’inutilissima Europa League ci andarono i bergamaschi. Se invece Freuler non avesse fatto quel gol saremmo stati a pari punti con 59, e per via degli scontri diretti ci sarebbe toccato di disputare quella competizione di mezza tacca. Tra l’altro l’anno dopo ci salvammo all’ultima giornata senza disputare le coppe, quindi figurati cosa sarebbe successo se avessimo perso qualche punto per strada a causa della fatica per le partite del Giovedì.
    Riguardo a Kouamé, anch’io lo preferisco di gran lunga a Brekalo. Riguardo a quest’ultimo i numeri di transfermarkt parlano chiaro: al Wolfsburg faceva un gol o un assist ogni 220 minuti, al Torino ogni 254, alla Fiorentina ogni 990. Ergo, è un giocatore che con gli anni peggiora anziché migliorare. Inoltre, se al Wolfsburg e al Torino aveva dei numeri tutto sommato dignitosi, quelli in maglia viola invece sono raccapriccianti: dobbiamo quindi arrenderci all’evidenza, e cominciare a mettere sempre e solo Kouamé. L’alternativa (mettere Sottil) non la prendo neanche in considerazione, perché è ancora peggio di Brekalo: il croato almeno qualche stagione buona l’ha fatta, Sottil neanche quella.
    Riguardo a Mandragora, gli va riconosciuto che l’anno scorso ha disputato la stagione migliore di sempre: 2 gol e 4 assist in un anno solo non li aveva mai fatti in tutta la sua carriera. Tuttavia, anche secondo me Duncan è di gran lunga migliore, quindi deve giocare sempre titolare.

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    • Ciao Wwayne! Quanto a Freuler intendo che è giustamente sponsorizzato proprio perché valido altrimenti lo avrei detto senza peli sulla lingua! Del resto te che mi leggi e commenti sempre sai che non mi faccio problemi a scrivere ciò che penso.
      In questo momento io preferisco Kouamè sia a Brekalo che a Nzola: in una squadra monocorde come la nostra, avere un calciatore con l’argento vivo addosso è assolutamente fondamentale per rompere la monotonia e cambiare passo. Quanto a Mandragora, lo trovo un calciatore sopravvalutato, uno che fa tutto in modo sufficiente senza eccellere in niente, uno che non ti fa mai vincere una partita ma può fartela perdere e soprattutto uno che, con il suo madornale errore in finale di Conference League, ha infranto un sogno. Duncan in – Mandragora out!

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      • A proposito di sogni, non so tu, ma io mi sono commosso a vedere il gol di Dimarco contro il Frosinone. Al di là del gesto tecnico quasi impossibile, quel gol è l’apice di una favola calcistica davvero bellissima. Non solo perché Dimarco tifa Inter fin da bambino e ha realizzato il sogno di giocarci titolare, ma anche perché per arrivare a quel punto ha dovuto superare tante difficoltà. Negli anni in cui l’aveva mandato a farsi le ossa infatti l’Inter aveva mantenuto la proprietà del suo cartellino, ma non credeva veramente in lui: lo si può dedurre dal fatto che lo avesse dato in prestito a delle squadrette di bassissima lega come il Sion, non a delle squadre dove avrebbe potuto realmente dimostrare se era da Inter oppure no. E perfino in quelle squadrette Dimarco non giocava, quindi lui avrebbe potuto rassegnarsi ad una carriera di basso livello, o addirittura smettere di giocare. Invece lui non ha mai smesso di credere nel proprio sogno, e adesso sta raccogliendo tutto ciò che ha seminato durante la sua lunga e durissima gavetta. Dimarco si merita tutto il meglio dalla vita, e gli auguro di vivere tanti altri giorni di gloria (possibilmente anche con la maglia azzurra).

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