Il sorteggio di Champions League

5 pensieri su “Il sorteggio di Champions League

  1. Scusa, mi è partito il tasto invia prima che avessi finito di scrivere. Dicevo, la nostra Fiorentina quest’aspetto del conoscere l’ambiente lo considera moltissimo quando deve scegliere l’allenatore, perché in pratica nell’era Commisso abbiamo avuto quasi esclusivamente dei cavalli di ritorno, da Montella a Pioli passando per Iachini e Prandelli. Da tifoso viola mi auguro che questa politica si riveli vincente.

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    • Come sempre i tuoi commenti sono articolati e regalano spunti di riflessione. Io sono tra gli scettici un merito alla scelta di Chivu non tanto per la poca esperienza, quanto perché pensi che nell’Inter sia sia rotto qualcosa dentro. Dalla polemica di Calhanoglu con la società, al bisticcio tra Lautaro e Thuram, non so se i cocci possano tornare a posto . Pavard, calciatore di quella esperienza, messo sul mercato a sua insaputa come il calciatore della primavera…. In tutto questo certamente la conoscenza dell’ambiente aiuta, ma aiuta soprattutto l’intelligenza e l’umiltà, doti che Chivu in campo ha sempre avuto a differenza di Thiago Motta e dello stesso Ibrahimovic (giusto per fare un esempio in un altro ruolo).
      Infine spero anche io che le scelte viola siano vincenti e non solamente dettate da un settore sportivo che ha conoscenze limitate.

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      • Come sai odio Palladino, ma gli riconosco che ci ha fatto vivere 2 notti indimenticabili, quelle in cui abbiamo sconfitto Inter e Juve. Non le abbiamo solo battute, le abbiamo proprio sbriciolate. La vittoria con la Juve ha un peso relativo, perché la squadra bianconera aveva cominciato a perdere volutamente per far cacciare Thiago Motta (e infatti anche la partita prima l’aveva persa per 4 – 0: è impossibile che la Juve perda 2 partite di fila in questo modo senza farlo apposta). Quella con l’Inter invece ha un grande peso, perché i nerazzurri non erano affatto motivati a perdere, anzi erano motivati a vincere per non perdere terreno rispetto al Napoli.
        Il giorno dopo quella vittoria io scrissi su un altro blog (https://gaggyblog.wordpress.com/2025/02/07/fiorentina-inter-3-0/) che era finito il ciclo dell’Inter di Inzaghi. E lo scrissi in tempi non sospetti, quando i nerazzurri erano ancora in corsa addirittura per fare il Triplete. Come scrissi in quel commento, la causa principale per cui è finito quel ciclo è stato il fatto che la società abbia voluto mantenere intatto negli anni un gruppo molto vecchio e molto spompato, perché non aveva avuto il coraggio di salutare gli eroi che avevano vinto lo scudetto della seconda stella e raggiunto 2 finali di Champions’. E quando un gruppo rimane sempre uguale nel tempo, con il passare degli anni i membri di quel gruppo cominciano a starsi sulle palle a vicenda. Succede con le squadre di calcio, con le band musicali (che infatti finiscono per sciogliersi quasi tutte), e anche con le classi: da professore posso assicurarti che dopo aver passato insieme 5 anni chiusi in una stanza i ragazzi che fanno parte di una stessa classe non si sopportano più.
        Alla luce di questo, i bisticci tra i calciatori dell’Inter a cui alludi sono perfettamente normali. E purtroppo la società nerazzurra sta continuando a non risolvere il problema, perché quasi tutti i calciatori che ha comprato andranno a fare le riserve dei titolari storici, non a sostituirli. A questo punto il problema dovrà risolverlo Chivu, provando a ricompattare il gruppo e a fare più da uomo spogliatoio che da allenatore.
        Se ti ricordi anche la Fiorentina commise lo stesso errore quando sostituì Prandelli con Mihajlovic ma non toccò neanche di una virgola l’ormai spompatissimo gruppo storico, nonostante il fatto che nell’ultimo anno di Prandelli fossimo arrivati addirittura undicesimi. Risultato: siamo rimasti fuori dall’Europa anche con Mihajlovic (e le colpe maggiori le aveva la società, non lui). Auguro a Chivu di avere miglior fortuna rispetto al nostro compianto ex allenatore.

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  2. Chivu è arrivato all’Inter tra lo scetticismo generale, in quanto praticamente tutti ritenevano che fosse troppo acerbo per guidare una grande squadra. In questa vicenda è emersa in pieno la gerontocrazia italiana, la mentalità per cui devi per forza sudare e fare anni di gavetta prima di poter aspirare ad un ruolo prestigioso. E’ un modo di pensare che fa parte della nostra cultura fin dai tempi degli antichi Romani: infatti fu Silla ad inventare il cursus honorum, ovvero una serie di cariche via via sempre più importanti che un politico romano doveva ricoprire una dietro l’altra prima di arrivare ad essere eletto console, che era la carica principale.
    A mio giudizio nel valutare Chivu come acerbo non si è considerato che sì, è vero, aveva solo 13 panchine vere nel curriculum, ma non erano 13 panchine qualunque. Dopo essere stato esonerato Pecchia aveva lasciato dietro di sé solo macerie, e Chivu aveva pochissimo tempo per provare a raddrizzare la situazione. Oltre al poco tempo a disposizione, un altro enorme ostacolo era il calendario: il Parma ha dovuto affrontare Inter, Napoli e Juventus, e in tutti e 3 i casi le ha incontrate nel peggior momento possibile, quando stavano ancora lottando per lo scudetto o per la Champions’. Eppure Chivu ha condotto lo stesso la nave in porto. Uno che è riuscito a non affondare in mezzo a tutte queste tempeste è perfettamente in grado di sopravvivere anche su una panchina sempre infuocata come quella nerazzurra.
    Un altro motivo per cui ritengo ottima la scelta di Chivu è il fatto che conosce già l’ambiente. Abbiamo visto l’anno scorso con Thiago Motta quanto sia importante questo fattore: infatti uno che dice “La vittoria per me non è un’ossessione” non può allenare la Juve, perché in quella società la vittoria è l’unica cosa che conta. Anche il fatto che Thiago Motta cercasse di fare calcio champagne a tutti i costi rivelava che non aveva capito dove si trovava, perché la piazza bianconera è da sempre più attenta al risultato che allo spettacolo. Non a caso tutti gli amanti del bel gioco ci hanno sempre lasciato le penne a Torino, da Maifredi a Sarri.
    La nostra Fiorentina quest’aspetto

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