Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – VIKTORIA PLZEN= 2 – 0

Finalmente una grande notte per Firenze e la Fiorentina!

Al termine di 120 minuti tirati e concitati, i ragazzi di Vincenzo Italiano conquistano una meritatissima semifinale di Conference League ed ora sfideranno i belgi del Club Brugge per tornare a giocarsi un trofeo europeo a 12 mesi di distanza. Certo che la serata non è stata proprio delle più tranquille e, dopo un primo tempo giocato finalmente su ritmi altissimi e con tante occasioni da gol, sul Franchi hanno iniziato a volteggiare i fantasmi del Glasgow Rangers. Per quei pochi che non lo sapessero, contro gli scozzesi la Fiorentina perse ai rigori la semifinale di Coppa Uefa (oggi Europa League) nel 2008 dopo aver dominato in lungo ed in largo sia la gara di andata a Glasgow che quella di ritorno al Franchi. Le similitudini insomma c’erano tutte ma stavolta è andata diversamente e, se all’andata la Fiorentina era apparsa sotto tono e sotto ritmo, ieri ha invece offerto la versione migliore. Circolazione della palla finalmente più veloce (se non passava da Arthur), esterni che riuscivano a dare la profondità, terzini che si sovrapponevano spesso, Belotti indemoniato e molto sfortunato. Essere andati sul riposo ancora sullo 0 – 0 è sembrato un evento sinistro, ma i viola non si sono persi d’animo. Seppur con diverse sfumature, la Fiorentina ha continuato ad attaccare, a creare occasioni, a prendere pali e traverse: una volta tanto anche i cambi sono stati decisivi con un Maxime Lopez che ha trovato nuove soluzioni al gioco offensivo, Faraoni che ha spinto bene nonostante le diverse settimane di inattività, Quarta che ha creato superiorità numerica in mezzo al campo con le sue sortite offensive, Ikoné che ha condotto perfettamente il contropiede che ha portato Biraghi a chiudere i giochi. Eppoi finalmente la zampata di Nico, del giocatore più talentuoso della Fiorentina, di colui il quale deve avere la forza e l’intelligenza di aiutare i propri compagni portandoli dove solamente lui e l’assente Bonaventura possono condurli. Quando le partite sono bloccate e la palla sembra non voler entrare, servono le giocate individuali dei calciatori che hanno più talento e Nico è uno dei pochissimi giocatori viola di un livello tecnico superiore e di una certa esperienza internazionale che può elevare la Fiorentina a giocarsi questa coppa e non solo.

Potrà piacere o non piacere ma con la vittoria di ieri sera Vincenzo Italiano si conferma un allenatore che centra anche obiettivi impensabili ad inizio anno. Da quando siede sulla panchina viola infatti, Italiano ha portato la propria squadra almeno in semifinale in ogni competizione, che fosse Coppa Italia o Conference League e questo è un dato incontrovertibile! Avrà certamente un carattere spigoloso, non sarà simpatico e nemmeno molto flessibile, ma io sinceramente preferisco arrivare in fondo alle manifestazioni anziché divertirmi in conferenza stampa o avere un tecnico che liscia la piazza solamente per non essere contestato. Ed anche ieri sera, le mosse di Martinez Quarta quale centrocampista aggiunto e l’aver alzato i due esterni difensivi, hanno probabilmente dato la spallata finale ad una squadra come il Viktoria Plzen che stava cercando di intasare tutti gli spazi con l’unico obiettivo di arrivare ai calci di rigore.

Ed a proposito di tiri dal dischetto, la serata è diventata perfetta quando Leonardo Bonucci, entrato al 118° minuto nel quarto di finale giocato dalla propria squadra solo per calciare dagli 11 metri, ha sbagliato il tiro decisivo…. Una serata indimenticabile!!!

IL BUONO

  • Nico Gonzalez: all’interno di una gara non certo eccezionale, ha però il grandissimo merito di sbloccarla. Non è ancora il vero Nico… non salta quasi mai l’uomo, viene spesso anticipato di testa, sbaglia gol clamorosi come quello alla fine del primo tempo, ma la rete trovata con il piede destro cancella tutto. E se fosse la svolta?
  • Mandragora: è ormai il perno del centrocampo viola. Corre per tre, gioca palla anche in verticale su Kouamé, rischia il gol alla Bressan con una bella rovesciata, incita sempre i compagni in difficoltà. Se solo accanto avesse un geometra…..
  • Kouamè: tecnicamente è un calciatore non eccelso, ma i miglioramenti nell’interpretazione del ruolo di esterno offensivo e la voglia di spaccare il mondo lo rendono in questo momento insostituibile. Sempre il primo a fare pressing, sempre pronto a lanciarsi su tutti i palloni, sta imparando anche ad attaccare la profondità alle spalle dei difensori avversari con i tempi giusti. In netta crescita.
  • Belotti: prima o poi forse farà anche rete, ma ieri sera è stato encomiabile. Lotta come un leone, difende palla facendo reparto da solo e colpisce di testa con continuità. Anche stavolta il palo non gli rende giustizia ma…. Tra lui e Nzola non c’è proprio paragone.

IL BRUTTO

  • Chi è rimasto sul divano: ovviamente non parlo di chi lavorava o veniva da fuori Firenze, ma la risposta del pubblico è stata sinceramente deludente. Un aspetto da non sottovalutare e sulla quale dovremmo aprire una riflessione. Intanto però pensiamo a festeggiare!

A voi per i commenti!!

2 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. Ricordo benissimo la partita contro il Glasgow Rangers. Mi dispiacque non tanto per l’eliminazione in sé (già allora avevo capito che l’unica coppa europea degna di essere onorata è la Champions’, e tutte le altre sticazzi), quanto piuttosto perché in quella stagione eravamo impegnati in un durissimo braccio di ferro contro il Milan per il quarto posto Champions’, e quindi temevo fortemente che la delusione per l’uscita dalla Coppa UEFA avrebbe causato un contraccolpo anche in campionato. Per fortuna invece il gol in rovesciata di Osvaldo all’ultima giornata ci permise di agguantare quel piazzamento Champions’ che sembrava destinato al Milan.
    Nonostante quel gol sia ancora oggi indimenticabile per i tifosi viola, il feeling tra loro e Osvaldo si ruppe già nell’anno successivo, quando il suo carattere litigioso e le sue arie da primadonna lo fecero diventare un appestato e ci indussero a spedirlo a Bologna a calci in culo.
    Da lì in poi la sua carriera è stata una ripetizione continua di ciò che era successo alla Fiorentina: iniziava in maniera folgorante, faceva brillare gli occhi a tutti a suon di gol e giocate sopraffine, ma presto finiva per assumere dei comportamenti inaccettabili che gli mettevano contro tutto l’ambiente e lo obbligavano ad andarsene altrove. E infatti non è mai riuscito a restare nello stesso posto per più di 2 stagioni.
    Io lo colpevolizzo non tanto per aver buttato via la propria carriera, quanto piuttosto per come ha gestito la sua vita privata. Anche in quell’ambito la sua irrequietezza lo portava a cambiare le donne con la stessa frequenza e nonchalance con cui si cambiava i calzini. Se ci fossero andate di mezzo soltanto le sue ex la cosa sarebbe stata perdonabile; il guaio è che ci sono andati di mezzo anche i suoi figli. Ad esempio, la sua partner ai tempi della Fiorentina (Elena Braccini) si lamentò pubblicamente del fatto che Osvaldo l’avesse lasciata incinta e con una bambina di 3 anni. Finché fai casino con le donne o con i tuoi colleghi è un conto, sono tutte persone adulte e quindi in grado di gestire la cosa, ma quando ferisci dei bambini e quei bambini sono i tuoi stessi figli allora ti meriti di finire nel peggior modo possibile. E infatti il karma l’ha fatto finire malissimo: giusto il mese scorso ha pubblicato un video shock in cui confessava in lacrime di essere caduto in depressione e di essere dipendente da alcol e droghe. Ben gli sta.
    Riguardo alla partita, non l’ho vista, ma ho tirato un gran sospiro di sollievo quando ho letto nel tuo post che Maxime Lopez si è rivelato un buon creatore di gioco: considerato il netto calo di Arthur rispetto al girone d’andata, per caratteristiche Maxime Lopez è l’unico calciatore della rosa che può sostituirlo, e quindi meno male che è in un buon momento di forma.

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    • Mamma mia quanto mi ha fatto godere Osvaldo con quella rovesciata!! Ed esultò con la mitraglia … Che ricordi! Maxime Lopez ieri sera meglio di Arthur e comunque abbastanza bene in generale: il problema è sempre quello fisico. Purtroppo ha bisogno di un centrocampista accanto che faccia il lavoro di interdizione e di copertura degli spazi anche per lui. Ecco perché Mandragora sta diventando imprescindibile nonostante le noti carenze. Con un regista puro accanto in un centrocampo a due possono giocare solamente Mandragora o Duncan.

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