Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BASILEA = 1 – 2

Un finale terribile in una serata magica con un Franchi vestito a festa, un tifo incessante, un arbitraggio finalmente all’altezza di una manifestazione internazionale. La Fiorentina gioca una partita più che discreta per 60 minuti ma purtroppo, come avevamo già avuto modo di dire sia in questa rubrica che al Corner Viola, la benzina finisce troppo presto per tenere i pericoli lontani dalla propria area di rigore. Ancora una volta poi, la squadra di Vincenzo Italiano sconta l’errata costruzione di una rosa che non ha la qualità necessaria per ovviare ai cali di forma e di tensione con le doti individuali. Manca infatti un regista in grado di dettare i tempi di gioco, mancano esterni in grado di saltare l’uomo ed inventare la giocata con continuità (Nico dove sei??), manca un portiere che faccia ogni tanto qualche miracolo. Se a tutto ciò aggiungiamo che Bonaventura, sontuoso anche ieri per almeno 55 minuti, ha ormai 34 anni ed è appena rientrato da un infortunio, la prestazione è presto spiegata. In molti adesso hanno rialzato la testa chiedendo perché la squadra non giochi un calcio diverso….vabbè allora cerco di spiegarlo per l’ennesima volta: le squadre che non hanno qualità individuali che possano cambiare le sorti di una partita, devono giocare prevalentemente sul ritmo e sulla perfetta collaborazione tra i reparti. Del resto, nei due mesi in cui i viola hanno dato spettacolo cosa avevano più degli altri? Semplicemente il ritmo, la capacità di tenere la squadra sempre corta e stretta, la fluidità di manovra per mandare a rete quasi tutti i calciatori, tanto che si parlava di un’orchestra perfetta in cui tutti suonavano perfettamente il proprio strumento muovendosi a memoria. Il problema fondamentale è che nelle ultime settimane la Fiorentina interpreta la partita nello stesso modo, ma lo fà ad una velocità minore e con un furore diverso: servirebbero allora le giocate individuali di cui purtroppo non dispone.

Ciò che conta però adesso, è non buttare via tutto senza nemmeno provarci. Non dimentichiamoci che, con i gol in trasferta che non valgono più doppio, la Fiorentina può andare in Svizzera a giocarsela alla pari dovendo tra l’altro fare l’unica che le riesce: cercare di dominare il gioco, di prendere in mano la partita, di azzannare gli avversari. Certamente la spia della riserva è accesa ma stavolta, dove non arriveranno le gambe dovranno arrivare la testa ed il cuore per non avere alcun tipo di rimpianto.

Io ci credo e voi?

IL BUONO

  • Il Franchi: uno stadio bellissimo, colorato e pieno di bambini. Un pubblico che ha cantato per tutta la durata della gara ed ha applaudito la squadra al termine della partita. Dobbiamo ripartire da qui, dall’unione tra città, società e squadra. Solo così possiamo credere nell’impresa.
  • Bonaventura: semplicemente indispensabile. L’unico calciatore in grado di gestire i tempi del gioco viola. La sua grandezza è ancora più importante perché mentre gioca non ruba mai la scena ai compagni ma, appena esce, la squadra si spenge completamente. Per provare a passare, Jack sempre in campo!
  • Cabral: in un modo o nell’altro, il centravanti brasiliano si fa trovare pronto all’appuntamento con il gol anche stavolta. Non gioca una partita indimenticabile, ma timbra di nuovo il cartellino e dimostra quanta differenza ci sia tra lui ed il suo sostituto. Se l’alternativa è Jovic, Cabrallone a vita!

IL BRUTTO

  • Nico Gonzales: un fantasma, come in quasi tutte le gare di questa stagione. Prima i mondiali, poi l’infortunio, Nico quando ti svegli? Avevi promesso di caricarti la squadra sulle spalle prima della partita di Poznan ed in quel caso lo hai fatto….puoi ripeterti per favore? Perché avremmo bisogno dei tuoi dribbling, della tua voglia, del tuo stacco di testa, della tua capacità di guadagnare punizioni. Se poi tu potessi fare il miracolo di svegliare anche il tuo partner di fascia Ikonè, allora magari ti voto pure per le amministrative del 2024. Svegliaaaaaaaaaaaaaa!!!
  • Amrabat: vi ricordate il centrocampista che dominava il mondiale? Quello insuperabile che non faceva arrivare nessuno a ridosso dei propri difensori? Quello che aveva sette polmoni? Sparito, evaporato. Dai Sofy, un ultimo sforzo, poi potrai volare felice in maglia blaugrana!
  • Terracciano: il miglior numero 12 del campionato resta sempre un numero 12. Tra le necessità della squadra in chiave futura, occupa un posto importante anche il portiere. Anche ieri, in occasione del primo gol, non è reattivo né nel tuffo, né soprattutto nell’allungare il braccio sinistro. Un tiro che tocca terra almeno tre volte prima di insaccarsi, diventa un tiro imprendibile. Così no Pietro, proprio no!

A voi per i commenti!!