FIORENTINA – LECCE = 1 – 0
Dopo le fatiche di Coppa ed il ritorno dalla Turchia, non si poteva chiedere alla Fiorentina di correre a tutta velocità, di giocare ad un ritmo forsennato, di essere insomma la squadra che abbiamo ammirato nelle ultime settimane. Prima della sosta dedicata alle nazionali, al termine di un ciclo terribile, contava solamente vincere per restare in scia alla Juventus (in attesa della sentenza di appello) e tenere aperto anche il viatico europeo passando dal campionato. Il Lecce non è nel suo momento migliore ma resta comunque una squadra che attacca la palla molto alta, soprattutto con gli esterni Di Francesco e Strefezza, si difende bene, in modo compatto, con un’attenzione che rende difficile la fase offensiva avversaria. La Fiorentina ha fatto la partita che doveva, girando palla più lentamente del solito ma cercando sempre lo spiraglio necessario a rendersi pericolosa e si è affidata alle giocate individuali dei propri calciatori tecnicamente migliori, come Nico e Saponara, protagonisti infatti dell’azione che ha deciso la contesa. Del resto quando la fatica si fa sentire, le idee si annebbiano e le gambe sono pesanti, poter disporre di calciatori che abbiano qualità superiori può fare la differenza e così è stato anche ieri. Italiano ha ruotato un po’ i calciatori cercando di dosare le forze dei vari Cabral, Bonaventura, Ikone’, Martinez Quarta, dovendo tra l’altro impiegare l’inutile Kouame’ come prima punta visto l’attacco febbrile che ha colpito Jovic poche ore prima del fischio d’inizio.
La Fiorentina ha comunque ottenuto ciò che voleva, tre punti fondamentali, grazie ad un autogol al termine di una partita in cui ha rischiato praticamente nulla (a parte il primo ottimo intervento di Terracciano) anche se ha creato troppo poco per riuscire a chiuderla anzitempo. Restano i tre punti, la porta inviolata, la prova convincente di alcuni calciatori come Dodo’ ed Amrabat che sembrano adesso veramente imprescindibili per la squadra di Vincenzo Italiano. Arriva ora la meritata sosta con una classifica più confacente alle qualità della rosa viola ed una serenità che speriamo possa essere utilizzata per migliorare ancora alcuni particolari che si potrebbero rivelare decisivi in vista di appuntamenti storici per la società. Intanto godiamoci il ribaltamento di una stagione che sembrava fallimentare appena due mesi fa: il calcio è uno sport meraviglioso anche per la capacità di sorprendere tifosi ed addetti ai lavori….e stavolta la favola potrebbe essere la nostra. Perché non provarci?
IL BUONO
- La porta imbattuta: se tantissimi ad inizio anno hanno fatto notare l’atavica difficoltà ad andare a segno, in pochi invece (tra questi il Corner Viola) hanno sottolineato l’incapacità della squadra viola di tenere la porta imbattuta. Adesso invece, è tutto diverso: con una coppia di centrali quasi sempre precisi, con un Dodò tornato in formato internazionale e due centrocampisti abili nell’interdizione come pochi in Italia, la musica è cambiata ed allora può bastare anche un’autorete ed una gara gestita nei ritmi e nel gioco per portare a casa tre punti. Salto di qualità.
- Dodò: semplicemente spaventoso. Contro esterni tra i pochi che lo possono sfidare in velocità, non sbaglia praticamente nulla in fase difensiva (ve lo ricordate ad inizio anno?) e sfreccia senza pietà finché ha un briciolo di fiato. Io non mi appassiono al dibattito in merito a chi sia più forte tra lui ed Odriozola, mi appassiono ad un calciatore che si è messo a lavorare, che è migliorato, che esulta col popolo viola ogni volta che può. Insostituibile.
- Milenkovic: sinceramente sono tra quelli che non avrei mai tolto Martinez Quarta considerando anche la squalifica dell’argentino nella gara di andata dei quarti di finale, ma ieri Nikola mi è proprio piaciuto. A differenza di Igor, è sempre preciso, sicuro, sportivamente cattivo, pronto ad aiutare i compagni. Speriamo trovi la continuità perduta.
- Amrabat: ecco l’altra chiave della difesa imbattuta della Fiorentina e della risalita della squadra in generale! Il centrocampista marocchino, dopo un comprensibile periodo di affaticamento post mondiale, è tornato ad essere dominante difensivamente come nella scorsa stagione. Adesso che sta meglio di gambe, anche la testa gli ricorda spesso di non essere un regista e di non avventurarsi in strade per lui impervie. Da quando il campo viene diviso sempre tra lui e Mandragora, siamo tutti più tranquilli e la squadra ne ha beneficiato tantissimo. Bentornato guerriero!
IL BRUTTO
- Kouamè: è semplicemente inadatto al ruolo di prima punta, inadatto a giocare in una squadra che lotta per l’Europa, inadatto a giocare in una compagine che non arriva praticamente mai in fondo al campo per crossare per le punte. Arriviamo a fine stagione, poi salutiamolo e ringraziamolo per l’attaccamento.
- Barak: in una partita sporca e sotto ritmo che poteva decidersi solamente grazie ad un episodio, mi sarei aspettato di più dal centrocampista viola che ha maggiore confidenza con la rete. Appare invece lento, quasi svogliato, mai nel cuore della manovra. Magari la sosta farà bene anche a lui che nelle ultime settimane è stato impiegato molto spesso. Mi raccomando che abbiamo bisogno dei tuoi gol!
A voi per i commenti!!
Hai detto bene, allo stadio non passa Domenica senza che i nostalgici di Odriozola comincino a lagnarsi per la sua partenza. Il motivo l’hai detto tu stesso: la squadra non arriva praticamente mai in fondo al campo per crossare per le punte, e quindi è inevitabile che i tifosi rimpiangano i tempi in cui Odriozola piazzava almeno 5 cross al bacio in ogni partita.
Tu dici che 2 mesi fa abbiamo toccato il fondo. Secondo me invece è più arduo stabilire un momento preciso in cui l’abbiamo toccato, perché è da tutta la stagione che la nostra difficoltà a segnare sta condizionando in negativo la nostra classifica. Forse quel momento è stato la sconfitta interna con il Bologna, perché lì abbiamo perso non soltanto perché ci mancava l’uomo da 20 gol, ma anche perché non avevamo voglia. E la svogliatezza è inaccettabile: non tanto per il solito discorso populista per cui “Con tutti i milioni che prendete dovete correre come lepri”, quanto piuttosto perché il mondo è pieno di persone che pagherebbero oro per giocare una partita di serie A, e quindi chi ha la possibilità di giocarla dovrebbe metterci impegno più che altro per rispetto di chi vorrebbe farlo e non può. E aggiungo per rispetto di chi potrebbe guardarsi la partita sul divano di casa sua, e invece perde tempo, spende soldi e si busca il freddo e la pioggia per far sentire la sua vicinanza alla squadra.
Tra l’altro questo concetto del rispetto nei confronti dei tifosi è sempre stato molto sentito da noi viola. Ad esempio, ricordo che una volta al termine di una gara in Svizzera la squadra venne sotto il settore ospiti a ringraziare i tifosi viola di essere venuti fin là, Ljajic invece ci snobbò e a fine partita andò dritto negli spogliatoi. Questo gesto ci fece imbufalire a tal punto che andavamo a fischiarlo perfino agli allenamenti. Ovviamente fu ceduto alla Roma poco dopo, e altrettanto ovviamente ha fatto incazzare tutti anche nelle altre squadre in cui ha giocato: almeno è stato coerente! 🙂
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Ciao Wwayne!
Io sinceramente non credo alla superiorità dello spagnolo nei confronti di Dodò. Quest’anno la Fiorentina gioca un calcio completamente diverso, non ha un regista, non ha una prima punta capace di dettare i tempi di inserimento, gioca molto più in ampiezza e dunque per un esterno basso è molto più difficile arrivare in fondo al campo per crossare. Senza Torreira e Vlahovic la squadra è stata stravolta e non trovo giusto fare paragoni. Però è anche vero che decidere chi è migliore o peggiore è uno dei giochi più belli del mondo e dunque è giusto provarci!
Quanto alla svogliatezza poi, a me la squadra non è mai sembrata fregarsene della partita, credo invece sia stata sopravvalutata in sede di mercato e soprattutto sia stata sbagliata la scelta di alcuni calciatori fondamentali rispetto alle idee di gioco di Italiano. Mandragora non è e non sarà mai un regista, Jovic non è e non sarà mai un centravanti! Ecco perché abbiamo perso tanto tempo a cercare di trasformare calciatori ormai maturi finché finalmente non abbiamo deciso di cambiare strada e cucire il vestito migliore per i giocatori che avevamo a disposizione. Questo è il più grande merito di Vincenzo Italiano: aver capito in tempo che doveva cambiare strada ed aver messo i calciatori nelle migliori condizioni per esprimersi. Chapeau!
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Anche secondo me Italiano ha sopravvalutato la sua capacità di incidere sui giocatori. Come hai detto tu, pensava che Mandragora potesse fare il Torreira e Jovic potesse fare il Vlahovic, senza considerare che quando i giocatori sono ormai maturi è decisamente improbabile che le loro caratteristiche cambino. Casomai è l’allenatore che deve cambiare il suo spartito in base ai giocatori a disposizione, e alla fine questo concetto a Italiano gli è entrato in zucca. Grazie per la risposta, e buona settimana! 🙂
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Sei proprio sicuro che Italiano volesse quei calciatori? Io credo che gli allenatori della Fiorentina debbano accontentarsi dei calciatori che la società decide di mettere loro a disposizione perché sono loro a decidere chi parte e chi arriva. Sta poi al mister adattarsi a quel che ha ed Italiano lo ha fatto benissimo! Buona settimana anche a te
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