Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 2 – 1

Allora si può vincere una partita senza per forza dominare in lungo ed in largo la partita! Si può vincere avendo finalmente un avversario che ha il 61% di possesso palla contro il 39%, si può vincere una partita sporca cambiando continuamente interpreti e posizioni difensive per arginare gli altri! Finalmente… finalmente… finalmente!! Finalmente un allenatore reattivo, che a fine primo tempo fa due mosse azzeccate, che non pensa solamente a telecomandare i propri calciatori, ma che interviene in tempo reale anche rimescolando le carte come ad esempio cambiando le posizioni in campo degli interpreti. Questa, indipendentemente dalla vittoria, è la risposta a tutti quelli (me compreso) che hanno invocato per settimane una maggiore flessibilità a Vincenzo Italiano, che hanno chiesto un altro modo di giocare, un diverso modo di difendersi e di reagire alle difficoltà.

Intendiamoci subito, i viola non sono stati scintillanti, non hanno disegnato calcio, non hanno rubato l’occhio, ma hanno finalmente portato a casa una partita difficile e combattuta, piena di episodi (arbitrali e non solo), costellata da interpretazioni diverse delle due panchine che si sono sfidate senza esclusioni di colpi. Vincenzo Italiano, dopo un primo tempo piuttosto difficile, ha nuovamente bocciato il centravanti che lui ha scelto questa estate dimostrando quel protagonismo e quel coraggio che attendevamo da settimane. Ha inserito Kouamè che con il suo entusiasmo, la sua voglia di lottare, il suo “casino” (scusate il termine non proprio tecnico), ha squadernato una partita in cui ancora una volta la Fiorentina non riusciva ad essere ficcante quando ripartita, ed ha scommesso sulle doti tecniche e sulla velocità di Ikoné che, oltre ad avere avuto il merito del calcio di rigore, è riuscito ad allungare la squadra permettendo ai propri compagni di guadagnare metri di campo velocemente. Certo anche stavolta la difesa ha ballato tanto davanti ad una squadra che ha dato continuamente l’impressione di poter far male grazie a Zirkzee un attaccante tra i più interessanti del campionato che, oltre ad essere bravo, viene servito con continuità, ma soprattutto con i tempi ed i modi giusti. Una volta tanto però, gli errori marchiani di Parisi e di Martinez Quarta non sono costati punti in classifica, sarebbe stata una mazzata clamorosa per il morale. Bellissimo infine il confronto tra due tra i tecnici più preparati, innovativi, entusiasmanti dell’ultima generazione: dopo aver visto l’abominio dell’interpretazione calcistica di Max Allegri, ammirare il calcio di Thiago Motta è stata una splendida boccata d’aria da respirare a pieni polmoni.

IL BUONO

  • Bonaventura: gira e rigira le questioni sono sempre le solite. La Fiorentina con o senza Jack è una squadra completamente diversa… anche contro il Bologna spacca in due la partita con un gol bellissimo e delizia la platea ed i propri compagni con giocate d’alta scuola. Indispensabile.
  • Kouamè: in una squadra in cui il ritmo della squadra è spesso il solito, l’attaccante ex Genoa è un lampo nel buio. Lotta, sgomita, si butta su tutti i palloni. Certo non avrà le qualità tecniche di Beltran, né la capacità di difendere la palla di Nzola, ma almeno è vivo. Sottovalutato.
  • Duncan: di fronte ad uno dei centrocampisti più sponsorizzati della Serie A (Freuler), il nostro Alfred dimostra di non avere niente da invidiare salendo di livello col passare dei minuti. Nella ripresa prende in mano il centrocampo e macina palloni su palloni riuscendo a far ripartire l’azione offensiva con continuità e qualità. Tra lui e Mandragora è come mangiare e stare a guardare.
  • Terracciano: dopo le grandissime prestazioni di Udine e Roma, si ripete in una gara in cui però ha avuto meno occasioni per mettersi in mostra. Sempre presente, attento e deciso, stavolta almeno un punto è di San Pietro. Avanti così!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: in una stagione in cui era sembrato tornare sui livelli della prima stagione in viola, stavolta ne azzecca veramente poche giocando una gara disattenta in marcatura che lo vede andare spesso a vuoto in anticipo. Si rifiuta ancora una volta di giocare sul lato destro costringendo mister Italiano a far ruotare più volte gli uomini nella disposizione difensiva. Speriamo dopo la sosta torni il Quarta dell’inizio di stagione!
  • Parisi: dopo l’errore individuale contro la Juventus, ricasca nuovamente in errori clamorosi. Il più grave è quello in occasione del rigore per il Bologna, ma oltre al fallo di mano in area di rigore, l’ex Empoli aveva regalato anche la punizione perdendo un pallone sanguinoso. Con il rientro di Kayode, potrà finalmente tornare a calpestare le zolle preferite.

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Il buono, il brutto, il cattivo

LAZIO – FIORENTINA = 1 – 0

IL BUONO

  • Beltran: finalmente una punta che attacca la profondità come Dio comanda. Il gol giustamente annullato che aveva segnato su lancio di Bonaventura ha in sé tutto ciò che serve: scelta di tempo per evitare il fuorigioco, capacità di difendere la palla, tecnica per superare il portiere, freddezza nei 16 metri. Dopo poco, rischia di segnare di testa (non era un specialità di Nzola?) in mezzo ai difensori laziali. Qualcuno ieri sera mi ha detto…ma poi è sparito….effettivamente quando è entrato l’altro invece abbiamo avuto più presenza davanti…..Liberatelo dalla panchina, almeno lui stoppa un pallone e dialoga con Jack!
  • Terracciano: San Pietro sembra finalmente tornato! Due parate clamorose su Felipe Anderson e Luis Alberto oltre ad una sempre più sicura gestione della palla con i piedi. E’ grazie a lui se i viola arrivano al 94° sul risultato di 0 – 0.
  • Parisi: un pò come per il genio di Rignano destra o sinistra per lui non fa differenza. Spenge completamente Zaccagni senza nemmeno dover ricorrere al fallo sistematico. Oltre a ciò, non disdegna mai le sortite offensive dove trova come compagno di fascia un Ikonè che non punta praticamente mai l’uomo. Peccato, poteva essere l’arma in più in sovrapposizione!

IL BRUTTO

  • Biraghi: si lo so, era ancora dolorante ed aveva un avversario difficile da controllare ma si può sapere perché deve sempre lanciarsi in quelle sceneggiate indigeribili? Sbaglia tutto il possibile in fase di riproposizione del gioco ed anche da fermo è più impreciso del solito. Dedito alla causa, ma comunque mediocre.
  • I subentranti: quando un tecnico effettua delle sostituzioni, soprattutto quando la squadra è calata fisicamente ed ha perso importanti spazi di campo, si aspetta da chi entra quel qualcosa che non trova più in chi esce. Barak è stato come spesso ultimamente invisibile, Nzola a parte fare lo sgherro di quartiere non ha praticamente mai toccato la palla, Mandragora ha dato il suo solito NON contributo. Sveglia che tocca a voi!
  • Milenkovic: già prima del misfatto finale ne aveva azzeccate poche, ma con un pò di mestiere e l’aiuto dei compagni di reparto era riuscito a portare a casa la pelle. L’intervento col braccio finale però, è inconcepibile per un difensore di questa esperienza: ormai da anni tutti sanno che si deve stare con le braccia chiuse o addirittura dietro al corpo, ma il serbo si addormenta perdendo la marcatura di Vecino e combina il patatrac. Prestazione inaccettabile.
  • Le scelte del mister: Italiano aveva preparato la partita in modo perfetto, con una pressione altissima ed un’intensità di gioco debordante. Purtroppo nel secondo tempo accade ciò che tutti ci aspettavamo…la squadra cala ed arriva il momento delle sostituzioni. Se il cambio tra Duncan e Mandragora è purtroppo obbligato dal cartellino giallo e dalla mancanza di alternative nel ruolo, quello tra Beltran e Nzola è troppo anticipato. Sono rimasto poi basito dall’impiego di Nico inchiodato per 90 minuti sulla fascia sinistra: dopo che in settimana Italiano aveva detto che Ikonè si doveva convincere di giocare lì perché serviva alla squadra, mi sarei immaginato un’alternanza considerando poi che Gonzalez è il miglior attaccante in rosa. Sorvolo infine sull’aver concluso la gara con 7 mancini su 10 giocatori di movimento perché al momento non ho il potere di interpretare l’infinito. Forza mister, sono considerazioni (non critiche) fatte a fin di bene!

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Il buono, il brutto, il cattivo

UDINESE – FIORENTINA = 0 – 2

Non so se è una vittoria da grande squadra, se invece è da squadra cinica o solamente fortunata, ciò che so è che con questa gara la Fiorentina recupera i due punti sperperati in casa contro il Lecce e rimette le cose a posto in classifica. Non è certo stata una bella prestazione quella dei ragazzi di Vincenzo Italiano, ma stavolta gli episodi sono stati favorevoli, Terracciano e Bonaventura sono stati superlativi ed i tre punti, seppur immeritati dal punto di vista del gioco, sono stati conquistati con determinazione e voglia. Non per forza occorre sempre giocare al massimo per vincere se si vogliono raggiungere determinati obiettivi e dunque speriamo sia solamente la prima volta anziché l’unica.

Vincenzo Italiano aveva deciso di dare la prima maglia da titolare a Maxime Lopez, un turno di riposo a Milenkovic ed una nuova chance a Nzola confermando il solito modulo 4231 sperando di non subire troppo la fisicità avversaria in mezzo al campo. L’approccio alla gara però è stato bruttissimo con l’Udinese che ha dominato in lungo ed in largo fin dall’inizio guadagnandosi due occasioni clamorose già nei primi 180 secondi di gioco: menomale che Terracciano è tornato in versione San Pietro, quello della trasferta contro il Twente almeno per un pomeriggio, altrimenti si sarebbe messa subito in salita. Le cose sono un po’ migliorate col passare dei minuti ma più per la mancanza di qualità degli interpreti avversari che per una vera e propria reazione viola anche se la giocata del miglior giocatore in campo per distacco era in agguato. Ancora una volta Bonaventura ha deciso che la Fiorentina doveva vincere la partita ed allora prima ha lanciato Quarta in una proiezione offensiva tanto inaspettata quanto perfetta e poi ha messo la parola fine alla gara con il timbro personale. Non è stata certamente una grande prestazione, ma i viola tornano da Udine dimostrando ancora una volta lo spirito di un gruppo che rema tutto dalla stessa parte.

I tre punti sono arrivati ma giovedì a Frosinone non conviene scommettere nuovamente sull’assenza di mira degli avversari. Serve una Fiorentina diversa e più vicina a quella che abbiamo ammirato tanto volte da quando Italiano siede sulla panchina viola.

IL BUONO

  • Terracciano: una partita da incorniciare dal primo all’ultimo secondo. Compie almeno tre interventi salva risultato, regala tranquillità e certezze anche nei momenti più bui, chiude la saracinesca quando più serve. Subire una rete al primo affondo sarebbe stato esiziale ma stavolta Pietro decide di dimostrare a tutti che la porta anche per quest’anno dev’essere la sua. Speriamo non sia solamente un episodio!
  • Bonaventura: il rettore del centrocampo viola torna a giganteggiare dopo alcune prove in chiaroscuro. Recuperate le energie, Jack è di nuovo il faro della squadra: dapprima serve un assist meraviglioso a Quarta, poi si occupa di chiudere la storia con un colpo di biliardo. Sottovalutatissimo da sempre!
  • Martinez Quarta: dietro continua ad essere un calciatore di alti e bassi, con troppe pause e qualche svolazzo ma la rete che spacca la partita è il mattone su cui la Fiorentina costruisce la vittoria. Dopo aver segnato di testa contro l’Atalanta, stavolta si diletta in contropiede con un controllo ed un tiro ad incrociare degno di un attaccante di razza. Continua a volare Lucas!
  • Kayode: entrato a freddo dopo il brutto infortunio di Dodò, dimostra di non aver paura di nulla. Lotta, rincorre, chiude e riparte senza soluzione di continuità, gestisce bene la fase difensiva e, quando può, cerca la sortita offensiva. Se l’infortunio del terzino brasiliano dovesse rivelarsi grave, possiamo dormire sonni tranquilli!
  • Vincenzo Italiano: anche stavolta, forse in ritardo, inizia a modellare la squadra in base alle caratteristiche dei calciatori. Come più volte invocato anche al Corner Viola, il tecnico siciliano prova finalmente le due punte con Arthur in mezzo per provare a gestire meglio la gara e per alleggerire il peso dell’arrembaggio friulano. Non solo, ma per bloccarne la fisicità, ricorre anche alla difesa a 3 con Milenkovic perno centrale! Grande mister, avanti così! Iniziamo a gestire le gare anche in base ai momenti ed agli avversari!

IL BRUTTO

  • Biraghi: in una partita in cui Maxime Lopez non ha brillato, Mandragora, Brekalo e Nzola hanno continuato a girovagare nella loro mediocrità, il capitano è stato il peggiore in campo. Ad Udine è sembrato tornare quello dell’inizio della scorsa stagione con tantissimi errori tecnici e tattici. Traversoni sbagliati, diagonali dimenticate e proteste plateali che non fanno altro che innervosire arbitro e tifosi avversari. Solo una parentesi?

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ATALANTA = 3 – 2

Che sport meraviglioso è il calcio! In qualunque altra disciplina, dal basket alla pallavolo, dal baseball al rugby, una squadra letteralmente dominata come la Fiorentina dei primi 25 minuti di ieri, mai e poi mai si sarebbe trovata al riposo in vantaggio! Ed invece il meraviglioso football è assolutamente imprevedibile proprio per questo, perché a volte basta una scintilla e tutto si capovolge! La squadra che sembrava in balìa dell’altra inizia a dominare, sembra correre di più, sembra migliore dal punto di vista fisico, tecnico e tattico.

Certo se da una parte Vincenzo Italiano ha azzeccato ogni singola mossa, compreso l’inserimento di Biraghi a destra, dall’altra Gasperini si è impegnato per mettere in difficoltà la propria compagine. Se gli ingressi di Beltran, Kouamè ed Arthur hanno permesso di guadagnare 30 metri di campo e di segnare il gol della vittoria, le sostituzioni di Koopmeiners e Lookman sono state tecnicamente assassine. L’Atalanta con quelle mosse ha perso il controllo del gioco, non ha più avuto quella profondità che nella prima frazione aveva dato tanto fastidio ai centrocampisti viola e si è progressivamente spenta senza più riuscire a trovare la via dell’area di rigore avversaria. Dall’altra parte invece, la Fiorentina è salita di livello, ha conquistato campo mettendo in mostra (finalmente) un indomabile Parisi a sinistra, un Brekalo in netta crescita, un Beltran con colpi importanti. Giusto però che il gol del successo porti la firma di Kouamè, uno degli scudieri di Italiano che ha sempre speso parole al miele per questo grandissimo professionista che dimostra ancora una volta quanto conti la voglia di migliorarsi con il lavoro, la voglia di emergere!

Adesso inizia la maratona della Conference League dove la Fiorentina vuole ripetere il percorso della scorsa stagione sperando non solamente in un esito finale diverso, ma anche in un girone più tranquillo grazie ad un approccio lontano da quello della scorsa stagione.

IL BUONO

  • Kouamè: segna il gol di rapina che vale 3 punti. Spesso quando entra a gara in corso è in grado di far succedere qualcosa anche solo con l’energia che sprizza da tutti i pori. Avrà tanti difetti, ma non quello di mollare. La classe operaia va in Paradiso!
  • Parisi: finalmente titolare, finalmente padrone della fascia sinistra. E’ una furia, si sovrappone spesso, regala sempre il movimento in appoggio ai propri compagni. E’ per questo che al termine della gara risulta il calciatore con il maggior numero di palloni giocati e di palloni recuperati. Avanti così!
  • Martinez Quarta: nella marcatura di Lookman ci capisce poco, ma il gol di testa che segna sotto la Fiesole è semplicemente meraviglioso. Oltre ad esso, si sgancia con regolarità per andare a costruire sulla linea dei centrocampisti e non molla di un centimetro fino alla fine. Seppur con tante, troppe pause, gioca finalmente una partita convincente. Primo segno di rinascita?
  • Vincenzo Italiano: stupisce tutti con una formazione iniziale in cui il centrocampo è fatto di soli muscoli e, probabilmente più per l’approccio dell’Atalanta che per le scelte operate, viene fatto a fette per 25 minuti. La sua Fiorentina però ha il grandissimo merito di trovare la scintilla in grado di accendersi per non spengersi più. Nella ripresa poi, opera lo scacco matto a Gasperini azzeccando ogni scelta. Seppur con i suoi limiti, resta il fulcro del progetto Fiorentina.

IL BRUTTO

  • Terracciano: se sul primo gol possiamo provare a giustificarlo per la deviazione, sulla rete di Lookman è indifendibile. Viene nuovamente bucato sul suo palo lasciando sguarnito quello che è il punto di riferimento fondamentale per ogni portiere. E’ lentissimo a reagire al tiro e sembra aver perso anche sicurezza con i piedi. Sicuri che l’alternanza faccia bene?
  • Dodò: è il lontanissimo parente del calciatore che abbiamo ammirato nella scorsa stagione. Con l’avanzamento di Quarta sulla linea dei centrocampisti, è obbligato a stringere verso il centro interpretando quasi il ruolo di terzo difensore centrale. Inventa un’occasione clamorosa per Nico Gonzales ma non basta. Diligente, ma il vero Dodò è un’altra cosa.
  • Gasperini: se avesse l’umiltà di fare autocritica, capirebbe che questa guerra strisciante che ha deciso di combattere ogni volta che si presenta al Franchi è dannosa innanzitutto per lui. Grazie ai suoi atteggiamenti ed alle sue dichiarazioni, l’Atalanta è divenuta ormai una nemica giurata della Fiorentina e l’ambiente è sempre caldissimo. Non solo, ma anche la lucidità nell’interpretare la gara sembra risentirne: le sostituzioni effettuate ieri sono state dannose per la manovra e per il risultato finale. Pensi più al campo, meno alle dichiarazioni….è molto più bravo come tecnico che come comunicatore!

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Il buono, il brutto, il cattivo

RAPID VIENNA – FIORENTINA = 1 – 0

Un bel bagno d’umiltà, questo rappresenta la sconfitta della Fiorentina in terra austriaca conto il Rapid Vienna. La prova dei ragazzi di Vincenzo Italiano riporta sulla terra tutti coloro i quali avevano fatto voli pindarici dopo la splendida vittoria di Genova e mette a nudo le deficienze viola. Innanzitutto la diversa condizione atletica con cui le due squadre sono arrivate alla gara: da una parte il Rapid reattivo, tosto, veloce, in grado di arrivare sempre per primo sulla palla, dall’altra una Fiorentina compassata, nervosa, quasi sorpresa dal ritmo austriaco, incapace di saltare l’uomo per creare la superiorità numerica e troppo spesso costretta al fraseggio orizzontale che ben conosciamo dalla scorsa stagione. Un fraseggio che però ha trovato interpreti non all’altezza del ruolo, Terracciano su tutti, che con i suoi rinvii sbilenchi ha infiammato il pressing avversario ed il caldissimo pubblico di casa. Una manovra che è sembrata tutto un tratto tornare statica e lenta, senza guizzi, animata solamente dal talento di Arthur e Nico Gonzalez che sono stati in grado di creare qualche grattacapo agli avversari fin dalla prima frazione. Dopo l’ingenuo fallo da rigore di Mandragora (com’è possibile commettere errori del genere nell’epoca del VAR?), i viola hanno affrontato la seconda frazione con un altro piglio ma è stato necessario attendere il tardivo ingresso in campo di Infantino e Beltran per vedere i viola finalmente calciare verso la porta avversaria. Purtroppo Vincenzo Italiano, perfetto nella preparazione e nella gestione del trionfo di Marassi, è sembrato un altro ieri sera, e con lui la squadra: sorpresi dal ritmo forsennato degli austriaci, restii al cambiamento (perché non retrocedere Bonaventura sulla linea dei centrocampisti accanto a Mandragora ed Arthur visto che la squadra era in sofferenza?) e tardivo nelle sostituzioni. Posso concordare con il mister che quella di ieri non fosse una partita da forzare con le due punte, soprattutto visto il gap atletico tra le compagini, ma la differenza di brillantezza tra Infantino e Beltran rispetto a tutti gli altri è stata clamorosa! Del resto i due argentini sono nel pieno della loro stagione ed allora perché aspettare 80 minuti?  
Tra una settimana dunque la Fiorentina è già messa di fronte alla prima partita dentro o fuori con la consapevolezza di avere i mezzi tecnici per superare il turno: certo servirà un’altra brillantezza ed interpreti più bravi a giocarsi l’uno contro uno palla a terra nel traffico, come Beltran anziché un attaccante di posizione come Nzola. Intanto col Lecce domenica i viola cercheranno di mantenere la classifica a punteggio pieno, ma giovedì non si potrà assolutamente sbagliare!

IL BUONO

  • Ranieri: come ormai troppo spesso, il difensore centrale viola è nettamente il migliore in campo. Sicuro, aggressivo, concentrato, ha ormai conquistato la fiducia dei compagni che gli affidano anche tantissimi palloni da giocare. Unico neo, quello che ci è probabilmente costato il gol in finale di Europa League, i crampi che arrivano sempre prima del termine della gara. Probabilmente le sue non eccelse doti atletiche richiedono di giocare sempre oltre il limite per limitare i pochi centimetri e chili e questo alla lunga si paga. Comunque il migliore. 
  • Nico Gonzalez: nel deserto viola di ieri sera si danna l’anima, cerca di accendere la luce e guadagna tantissimi calci piazzati che avrebbero dovuto avere miglior sorte. Capisce prima degli altri che l’unica arma a disposizione della Fiorentina è il suo uno contro uno e non si tira indietro. L’anima viola.
  • Arthur: pur non essendo quello di Genova, anche per la pochezza delle prestazioni dei compagni, riesce comunque a farsi apprezzare. Non perde un pallone, mette sempre ordine, arriva addirittura a farsi dare la palla da Terracciano per cercare di prendere per mano la squadra. Oltre a tutto ciò, recupera tantissimi palloni ed in fase di interdizione recita anche il ruolo del mediano. Speriamo duri!  

IL BRUTTO

  • Terracciano: semplicemente imbarazzante. Basta con la storia che Pietro gioca bene con i piedi, basta con la storia che possa fare il titolare in una squadra con ambizione. In sede di bilancio della scorsa stagione, al Corner Viola avevamo segnalato come priorità del mercato dovesse essere un portiere affidabile che aiutasse la squadra a guadagnare punti ed invece…… Resta un eterno 12.
  • Mandragora: la Conference League non è proprio la sua manifestazione. Dopo il gol fallito in finale, lo stupido ed eclatante fallo da rigore di ieri sera sommato ad una prova incolore. Sarà per la prossima (si spera).
  • Bonaventura: dopo la prova scintillante di Genova, il buon Jack gioca una partita trasparente. Sempre in ritardo, stranamente falloso e nervoso, guadagna uno stupido cartellino giallo alla mezz’ora per una protesta plateale. Visibilmente in giornata no, si meriterebbe di essere sostituito ben prima, ma probabilmente Italiano spera in una sua invenzione che purtroppo non arriva. Domenica a riposo, please.
  • Nzola: che lo stato di forma non fosse dei migliori lo avevamo già visto a Genova, ma anche per sbaglio una volta un cross lo si può anche sfiorare! Sempre in ritardo sia per andare a fare la sponda, sia in area di rigore, risulta invisibile ed inutile. Beltran in nemmeno un quarto d’ora fa molto più di Nzola in 80 inutili minuti. Speriamo sia solamente questione di condizione atletica.

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Appunti viola dopo Fiorentina Parma

Mentre le Associazioni dei Tifosi si destano dal sonno perenne che le aveva colpite in occasione della cancellazione delle riduzioni per gli Under 14 e per le persone anziane al lancio della campagna abbonamenti lanciando strali verso tutti tranne la società per la mancata agibilità del Viola Park, la Fiorentina torna in campo per la seconda amichevole stagionale. Contro un bel Parma allenato da Fabio Pecchia, che è sembrato avere più idee e ritmo dei viola nella prima frazione, la compagine di Vincenzo Italiano non è andata oltre il pareggio confermando il modulo di gioco della seconda parte della scorsa stagione (il 4-2-3-1), la voglia di dominare il gioco attraverso il palleggio, l’idea di provare a spingere se possibile ancora di più sugli esterni.

Mentre nella serata di ieri è finalmente arrivato il regista che il mister chiedeva dal giorno della partenza di Torreira (di Arthur parliamo diffusamente nell’ultima puntata del Corner Viola), possiamo provare ad esaminare alcune prestazioni individuali in attesa che la Fiorentina abbia finalmente un volto più vicino a quello con cui affronterà la prossima stagione. Nella prima frazione di gioco è stato interessante vedere dal primo minuto Amatucci, fresco campione d’Europa Under 19, che ha guidato il centrocampo viola: ciò che certamente piace del giovane prodotto del settore giovanile è la capacità di farsi trovare sempre nella posizione di campo giusta, con il corpo ben posizionato ed il cervello sempre acceso. Resto dubbioso sulle capacità atletiche del ragazzo che è stato spesso sovrastato anche se è cresciuto molto in fase di interdizione nella seconda parte di frazione. Altri spunti interessanti sarebbero dovuti arrivare da Brekalo che, schierato da esterno a piede invertito, si è invece giocato la palma del peggiore in campo con il suo dirimpettaio Ikoné. Giocate scontate, avversari mai saltati, porta mai vista: sugli esterni ho paura che potrebbe presto suonare un campanello d’allarme. Così come potrebbe, anzi dovrebbe suonare già da adesso tra i pali: il buon Terracciano anche ieri ha confermato di vivere un lungo periodo di nebbia fatto da nessuna uscita, pochissime parate, errori con i piedi, scarsa personalità. Italiano ha detto che avrà bisogno di tre portieri all’altezza per affrontare la stagione, dunque la speranza di un nuovo estremo difensore resta viva. La prima frazione si è poi chiusa con il grandissimo gol di Cabral che ha mostrato ancora una volta capacità tecniche importanti e sensibilità di piede notevoli, doti che dovrebbero regalargli, almeno per me, la conferma a Firenze con la contemporanea uscita di Jovic per un attaccante finalmente di spessore.

Nella ripresa la consueta girandola di sostituzioni è stata stavolta ritardata, quantomeno per la difesa. Il reparto che ha iniziato la gara è stato infatti confermato in blocco ma la soglia di attenzione si è decisamente innalzata quando, al 60°, è entrato in campo Fabiano Parisi. L’esordio dell’ex Empoli è stato assolutamente convincente: puntuale nella fase difensiva sia nell’uno contro uno che nelle letture delle possibili verticalizzazioni, intelligente nelle frequenti sovrapposizioni proposte, autore di cross al bacio sia rasoterra per l’inserimento dell’attaccante sul primo palo che aerei per il colpo di testa del compagno. Fisicamente ancora indietro, e non poteva esser altrimenti visto l’impegno con l’Under 21, ha mostrato che l’acquisto sarà certamente preziosissimo in una stagione che speriamo sia di nuovo molto lunga. Per il resto invece, prestazione sottotono di Sabiri dopo la doppietta siglata alla Primavera e di Jovic impalpabile e quasi mai servito in modo decente, mentre qualche sprazzo è arrivato da Mandragora impiegato nei due centrali di centrocampo.

Starà adesso a Vincenzo Italiano, che si è detto molto contento dell’arrivo di Arthur, cercare di integrarlo velocemente e nel miglior modo possibile nei meccanismi della squadra. La speranza è che l’inserimento sia più rapido di quello che normalmente avviene nel calcio del mister siciliano, con la curiosità di vedere se l’innesto brasiliano verrà impiegato in un centrocampo a due oppure come vertice basso a tre, modulo che riporterebbe le lancette dell’orologio indietro alla stagione di Torreira, nella speranza che il risultato sia il medesimo!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – WEST HAM = 1 – 2

La fine più atroce che potevamo subire: prendere un gol al novantesimo al termine di una gara condotta con sicurezza dovrebbe essere vietato per legge! La partita ha avuto lo sviluppo che ci aspettavamo e di cui avevamo parlato anche in sede di presentazione: inglesi che provano a pressare alti con i soli attaccanti e poi, una volta superata la pressione, si rintanano nella propria metà campo ad aspettare solamente l’errore difensivo viola che, ancora una volta, puntualmente arriva. La Fiorentina ha avuto ancora una volta il merito di non snaturarsi, di provare a giocare sempre la palla, di cercare il pertugio in cui inserirsi per far male al West Ham. I ragazzi di Italiano (e l’allenatore con loro) hanno avuto il letale demerito di cadere ancora una volta in disattenzioni ed errori individuali inaccettabili quando si giocano determinate partite. Se a Roma contro l’Inter era stato Milenkovic, in coabitazione con Terracciano e Quarta, ieri è stato il disastroso Igor a mettere la ciliegina sulla torta di una stagione ingiustificabile e vergognosa in cui i cali di concentrazione e gli errori tattici sono stati troppi per essere frutto del caso. Resta il dolore, la delusione, la rabbia per ciò che poteva essere ed ancora una volta non è stato in una serata macchiata dai comportamenti delinquenziali dei tifosi inglesi che hanno aperto la testa a Biraghi, capitano vero, che ha risposto con un applauso ironico agli animali che a casa loro sono agnellini e, come escono dal Regno unito, tornano ad essere quelle bestie che sono sempre state.

Si chiude nel modo peggiore una stagione che poteva essere trionfale e che invece lascia amarezza, rabbia, delusione. Si apre adesso una fase di riflessione che non dovrà nascondere dietro al raggiungimento di due finali le evidenti mancanze di una rosa che è andata ben oltre i propri limiti proprio grazie a quel gioco offensivo che da ieri sera è sul banco degli imputati.

IL BUONO

  • Ranieri: in pochi mesi il mondo si è capovolto. Il difensore che non era stato nemmeno portato in ritiro a Moena, gioca una finale europea con grande sicurezza e disinvoltura senza patire l’impatto della gara. Non ha i 90 minuti nelle gambe, probabilmente perché la tensione ha mangiato i muscoli, chiede il cambio e questo decide la gara. Da confermare subito, ma ricordiamoci che manca un titolare!
  • Milenkovic: un autentico muro! A differenza di Roma, non ha cali di concentrazione e cancella dal campo Antonio, centravanti del West Ham. Prova anche le sortite offensive sulle palle inattive a favore della Fiorentina ma non basta. In difesa ripartiamo da lui!
  • Bonaventura: come in tutte le finali che si rispettino, le reti vengono su palla inattiva, su errori difensivi o su invenzioni del singolo. Jack ancora una volta dimostra di essere un marziano rispetto alla quasi totalità dei suoi compagni: quando conta, lui c’è sempre, quando hai bisogno, lui non manca mai. E’ l’anima, il cuore, il genio della Fiorentina.
  • Amrabat e Biraghi: entrambi non giocano una partita indimenticabile, ma voglio comunque citarli per due motivi diversi. Il marocchino si sfianca in novanta minuti fatti di chilometri, rincorse e palle recuperate senza lesinare mai un briciolo di forza. Il capitano invece, dimostra di essere una persona vera e pulita non amplificando l’effetto di un taglio alla testa che avrebbe potuto mettere in difficoltà arbitro e delegato Uefa. Dimostra ancora una volta di avere valori che vanno oltre il rettangolo verde. Bravi!

IL BRUTTO

  • Igor: ennesimo errore di una stagione da buttare. Il problema è che la scelta che ricade su di lui è completamente sbagliata ed il titolare e responsabile di averlo chiamato in causa è Vincenzo Italiano. Ciò però non può scusare il calciatore che, in occasione della rete che decide la gara, ha una posizione del corpo inaccettabile per un professionista, per di più fresco. Spero che il volo che Igor ha preso direttamente per il Brasile sia di sola andata.
  • Dodò: la sua stagione si chiude con un’evidentissima flessione atletica che toglie tantissime frecce al suo arco. Il terzino brasiliano senza esplosività diventa un calciatore normale con grandi limiti fisici. Resta comunque uno dei pochissimi acquisti top dell’era Commisso.
  • Mandragora: da ieri sera non riesco a togliermi dalla testa la rete fallita, con il suo cosiddetto piede forte, dal centrocampista di Italiano. Che si possa non fare gol lo accetto, che non si prenda nemmeno la porta no. Allucinante.
  • Terracciano: Pietro una parata mai?
  • La sostituzione mortale: ho sempre difeso Italiano e lo reputo il segreto della nostra stagione straordinaria. Prendere però per l’ennesima volta la stessa rete e soprattutto scegliere il peggior difensore della stagione per giocarsi gli ultimi minuti di una finale europea è un atto di presunzione che difficilmente dimenticherò. Se è giusto riconoscere i meriti del mister, stavolta non posso non metterlo dietro la lavagna. Ancora dobbiamo crescere!

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Il buono, il brutto, il cattivo

INTER – FIORENTINA = 2 – 1

Orgoglio, tantissimo orgoglio, smisurato orgoglio. Questo è ciò che porto con me dopo la tanto bella quanto sfortunata finale di Coppa Italia di ieri sera. La Fiorentina ha dato l’anima, il cuore, ha messo tutto ciò che aveva in una gara che avrebbe potuto, forse dovuto, avere un risultato diverso. Ancora una volta gli episodi e soprattutto la differenza di qualità degli interpreti messi in campo dai due allenatori hanno fatto la differenza, ma i viola sono usciti sotto un diluvio di applausi non solamente dei propri tifosi, ma anche di tutto il pubblico presente. Orgoglio dicevo, un sentimento che provo innanzitutto per una tifoseria che anche ieri ha dato dimostrazione a tutti di quanto viscerale sia l’amore che ha nei confronti della propria città e della propria squadra di calcio. Ci siamo inventati una coreografia bellissima e riuscitissima, abbiamo cantato incessantemente per 95 minuti, abbiamo incitato i nostri calciatori con ancora più voce quando ci siamo trovati sotto nel punteggio. Orgoglio per una squadra che, guidata ancora una volta da capitan Biraghi avvolto nella bandiera dei quattro quartieri fiorentini e con indosso la fascia di Davide Astori, ha dimostrato che in questo momento la Fiorentina gioca il miglior calcio d’Italia insieme al Napoli. Attacchi tambureggianti, possesso palla finalmente non più fine a sé stesso, geometrie di gioco variabili che possono contare talvolta sugli inserimenti da dietro dei terzini, altre volte su quelli dei centrocampisti, talvolta sulle verticalizzazioni del trequartista, altre volte sull’impostazione del difensore. Un mix di disciplina e fantasia, ritmo e possesso palla, che anche ieri sera ha messo in difficoltà l’Inter per ampi tratti di gara. Resta però ancora una volta quell’amaro in bocca dettato dagli errori individuali che hanno condannato i colori viola ad una nuova sconfitta in finale: errori difensivi ed offensivi che hanno deciso l’esito finale della gara. Si aggiunge a ciò la differenza incredibile di valori in campo, una differenza siderale fotografata dalla possibilità di Simone Inzaghi di poter impiegare part time un calciatore come Lukaku mentre Italiano deve accontentarsi di Sottil. Così fa male, fa tanto male ma abbiamo la fortuna ed il merito di potercela giocare nuovamente tra due settimane, un’altra finale che speriamo possa essere giocata con un’esperienza ed una testa diversa ma che soprattutto speriamo regali alla città di Firenze qual trofeo che tutti noi ci meritiamo.

Poche ore di sonno, qualche esercitazione di scarico e poi sabato sarà nuovamente campionato per un Fiorentina Roma mai così inutile da decenni: due squadre proiettate sulle rispettive finali europee, che arrivano stanche ed incerottate con poca o nessuna voglia di rischiare le gambe per vincere la partita. Speriamo sia solamente una parentesi utile a far risalire il morale dopo la brutta bastonata avuta in finale di Coppa Italia.

IL BUONO

  • Nico Gonzalez: non c’è niente da fare, quando le partite contano, l’argentino è il calciatore in grado di fare la differenza. Segna la rete del vantaggio regalandoci un’illusione meravigliosa ma non si ferma a quello. E’ un trottolino inesauribile e punta continuamente l’uomo senza risparmiarsi. Aiuta anche in fase difensiva con ripiegamenti intelligenti. Giocatore di spessore internazionale.
  • Bonaventura: con il Rettore dell’Università del calcio rischio di essere ripetitivo. E’ il faro della manovra viola riuscendo a far sgorgare gioco sia in verticale che in orizzontale. Cala un pò alla distanza, ma resta sempre fondamentale per la manovra. Chapeau!
  • Vincenzo Italiano: se riavvolgo il nastro indietro di 24 mesi, torno a pensare alla Fiorentina di Beppe Iachini, una squadra timorosa, che difendeva sempre negli ultimi 25 metri, che cercava di speculare solo sulla squadra avversaria. Dopo due anni, possiamo affermare che la rivoluzione copernicana è avvenuta: oggi, grazie alle idee di uno dei migliori tecnici italiani, abbiamo una squadra che gioca a viso aperto anche contro la finalista di Champions League, che crede alle proprie doti ed al proprio modo di giocare a calcio, che crede fermamente in ciò che fa. Grazie a tutto ciò ogni singolo giocatore è migliorato, ha un proprio ruolo nella squadra, si sente coinvolto nel progetto. Se solo fosse stato aiutato maggiormente dalla società durante il mercato di gennaio……

IL BRUTTO

  • Milenkovic – Quarta: la coppia difensiva viola purtroppo non regge il confronto con un fuoriclasse del calibro di Lautaro. Il serbo si addormenta sul primo gol tenendo in gioco l’argentino, mentre Quarta è corresponsabile del gol del raddoppio con un rilancio troppo timido. Serviva la serata perfetta, o forse un centrale di livello superiore.
  • Terracciano: sul primo gol è esente da colpe ma sul secondo ha, secondo me, le responsabilità maggiori. Dopo il colpo di testa di Dodò ha avuto tutto il tempo per uscire in presa alta sul pallone che ballava in area piccola. Invece è stato ancora una volta troppo timido restando incollato sulla linea di porta. Nel corso della gara poi, non riesce a riscattarsi. Serve un portiere titolare per l’anno prossimo.
  • Sottil: inconcludente, sotto ritmo, inutile. L’unico che ha tradito in tutto e per tutto le aspettative riposte in lui dal mister.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BASILEA = 1 – 2

Un finale terribile in una serata magica con un Franchi vestito a festa, un tifo incessante, un arbitraggio finalmente all’altezza di una manifestazione internazionale. La Fiorentina gioca una partita più che discreta per 60 minuti ma purtroppo, come avevamo già avuto modo di dire sia in questa rubrica che al Corner Viola, la benzina finisce troppo presto per tenere i pericoli lontani dalla propria area di rigore. Ancora una volta poi, la squadra di Vincenzo Italiano sconta l’errata costruzione di una rosa che non ha la qualità necessaria per ovviare ai cali di forma e di tensione con le doti individuali. Manca infatti un regista in grado di dettare i tempi di gioco, mancano esterni in grado di saltare l’uomo ed inventare la giocata con continuità (Nico dove sei??), manca un portiere che faccia ogni tanto qualche miracolo. Se a tutto ciò aggiungiamo che Bonaventura, sontuoso anche ieri per almeno 55 minuti, ha ormai 34 anni ed è appena rientrato da un infortunio, la prestazione è presto spiegata. In molti adesso hanno rialzato la testa chiedendo perché la squadra non giochi un calcio diverso….vabbè allora cerco di spiegarlo per l’ennesima volta: le squadre che non hanno qualità individuali che possano cambiare le sorti di una partita, devono giocare prevalentemente sul ritmo e sulla perfetta collaborazione tra i reparti. Del resto, nei due mesi in cui i viola hanno dato spettacolo cosa avevano più degli altri? Semplicemente il ritmo, la capacità di tenere la squadra sempre corta e stretta, la fluidità di manovra per mandare a rete quasi tutti i calciatori, tanto che si parlava di un’orchestra perfetta in cui tutti suonavano perfettamente il proprio strumento muovendosi a memoria. Il problema fondamentale è che nelle ultime settimane la Fiorentina interpreta la partita nello stesso modo, ma lo fà ad una velocità minore e con un furore diverso: servirebbero allora le giocate individuali di cui purtroppo non dispone.

Ciò che conta però adesso, è non buttare via tutto senza nemmeno provarci. Non dimentichiamoci che, con i gol in trasferta che non valgono più doppio, la Fiorentina può andare in Svizzera a giocarsela alla pari dovendo tra l’altro fare l’unica che le riesce: cercare di dominare il gioco, di prendere in mano la partita, di azzannare gli avversari. Certamente la spia della riserva è accesa ma stavolta, dove non arriveranno le gambe dovranno arrivare la testa ed il cuore per non avere alcun tipo di rimpianto.

Io ci credo e voi?

IL BUONO

  • Il Franchi: uno stadio bellissimo, colorato e pieno di bambini. Un pubblico che ha cantato per tutta la durata della gara ed ha applaudito la squadra al termine della partita. Dobbiamo ripartire da qui, dall’unione tra città, società e squadra. Solo così possiamo credere nell’impresa.
  • Bonaventura: semplicemente indispensabile. L’unico calciatore in grado di gestire i tempi del gioco viola. La sua grandezza è ancora più importante perché mentre gioca non ruba mai la scena ai compagni ma, appena esce, la squadra si spenge completamente. Per provare a passare, Jack sempre in campo!
  • Cabral: in un modo o nell’altro, il centravanti brasiliano si fa trovare pronto all’appuntamento con il gol anche stavolta. Non gioca una partita indimenticabile, ma timbra di nuovo il cartellino e dimostra quanta differenza ci sia tra lui ed il suo sostituto. Se l’alternativa è Jovic, Cabrallone a vita!

IL BRUTTO

  • Nico Gonzales: un fantasma, come in quasi tutte le gare di questa stagione. Prima i mondiali, poi l’infortunio, Nico quando ti svegli? Avevi promesso di caricarti la squadra sulle spalle prima della partita di Poznan ed in quel caso lo hai fatto….puoi ripeterti per favore? Perché avremmo bisogno dei tuoi dribbling, della tua voglia, del tuo stacco di testa, della tua capacità di guadagnare punizioni. Se poi tu potessi fare il miracolo di svegliare anche il tuo partner di fascia Ikonè, allora magari ti voto pure per le amministrative del 2024. Svegliaaaaaaaaaaaaaa!!!
  • Amrabat: vi ricordate il centrocampista che dominava il mondiale? Quello insuperabile che non faceva arrivare nessuno a ridosso dei propri difensori? Quello che aveva sette polmoni? Sparito, evaporato. Dai Sofy, un ultimo sforzo, poi potrai volare felice in maglia blaugrana!
  • Terracciano: il miglior numero 12 del campionato resta sempre un numero 12. Tra le necessità della squadra in chiave futura, occupa un posto importante anche il portiere. Anche ieri, in occasione del primo gol, non è reattivo né nel tuffo, né soprattutto nell’allungare il braccio sinistro. Un tiro che tocca terra almeno tre volte prima di insaccarsi, diventa un tiro imprendibile. Così no Pietro, proprio no!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

NAPOLI – FIORENTINA = 1 – 0

Una partita degna di un finale di stagione in cui si affrontano due squadre di cui una è già in vacanza e pensa solamente a festeggiare e l’altra ha la testa sulle coppe in cui si gioca la vita nelle prossime settimane. Ecco che ne è uscita una gara in cui la Fiorentina, con un pò di cattiveria in più sotto porta ed una migliore capacità di gestione della palla, avrebbe potuto portare a casa almeno un pareggio tutto sommato meritato per la prestazione del primo tempo. I viola, dimostratisi ancora una volta superiori alla quasi totalità delle altre compagini italiane in fair play grazie al pasillo de honor tributato al Napoli campione d’Italia (Spalletti e Gasperini si sciacquino la bocca prima di parlare di noi please), hanno infatti approcciato molto bene la partita sfruttando un avversario ancora stordito dai festeggiamenti ed avrebbero potuto andare in vantaggio se Jovic avesse avuto un pò di cattiveria in più in area di rigore. Certo i ritmi erano balneari ed il Napoli la copia sbiadita della squadra che ha dominato il torneo in lungo ed in largo, ma il vantaggio sarebbe stato assolutamente meritato. Peccato che poi si sia infortunato Lozano e sia entrato quel furetto di Kvara che ha stravolto letteralmente la partita. Il ritmo del gioco è evidentemente cambiato e, con una Fiorentina che calava, il Napoli è salito di tono con la consueta regia sagace di Lobotka e le scorribande di Di Lorenzo a destra. I due rigori poi, entrambi giusti, hanno decretato una vittoria che ci può stare per il volume di gioco espresso nel secondo tempo.

Alla Fiorentina resta una buonissima prima frazione e la netta sensazione che Italiano ed i suoi ragazzi abbiano voluto gestire le forze per giovedì, altrimenti perché Cabral a casa per una semplice botta ed il cambio Venuti – Dodò? Ed allora pensiamo anche noi a giovedì, a riempire e colorare il Franchi come mai quest’anno, ad aiutare una squadra che purtroppo non sembra più essere quella scintillante di qualche settimana fa, a realizzare un sogno che resterebbe impresso nelle nostre menti e sui libri di storia per gli anni a venire.

Avanti Viola!!

IL BUONO

  • Il primo tempo: come detto anche precedentemente, la Fiorentina dei primi 45 minuti a me è piaciuta. Contro un Napoli sotto ritmo e con la testa annebbiata dai festeggiamenti, i viola hanno gestito bene la gara, hanno avuto un approccio più che positivo ed hanno creato almeno un paio di ottime occasioni per lo spuntato Jovic. Speriamo che giovedì si replichi per 90 minuti.
  • L’assenza di infortuni: considerando la formazione ed i cambi di Vincenzo Italiano, credo che la preoccupazione maggiore in questo momento sia quella di evitare infortuni che potrebbero pregiudicare il finale di stagione. Dodò ci ha fatto correre un brivido freddo ma siamo stati rassicurati… tutti i viola impiegati sono usciti dal campo con minuti sulle gambe godendo di ottima salute. Sotto con il Basilea!
  • Terracciano: dopo alcune prove incolori, torna a sembrare presente tra i pali e reattivo alle conclusioni avversarie. Riscatta l’errore in costruzione che porta al rigore parando il primo penalty di Oshimen anche se poi deve capitolare in occasione della seconda chance offerta al centravanti nigeriano. Per le prossime gare abbiamo bisogno del Pietro di Twente!

IL BRUTTO

  • L’esasperata costruzione dal basso: dopo le amnesie difensive di Salerno, mancava il regalo in costruzione di Napoli!! Perché dobbiamo rischiare sempre? Perché non affidarci ogni tanto al sano lancio lungo da dietro se siamo in difficoltà? Capisco che con Jovic di testa a metà campo non la prendiamo mai, ma almeno perdiamo palla più lontano dalla nostra area! Chissà se prima o poi riusciranno a spiegarmelo…
  • Nico Gonzales: Nico quando non hai voglia per favore ce lo dici prima? Tanto in giornate come ieri meriteresti solamente di tornare a casa a piedi…. Non salta mai l’uomo, commette un fallo da rigore ridicolo e, non contento, fallisce la rete del pareggio a cinque minuti dal termine. Sveglia che giovedì serve il Nico vero!!
  • Il cambio Venuti – Dodò: intendiamoci subito, ieri Lollo ha giocato una partita più che sufficiente cercando di limitare Kvara e creando la chance molto ghiotta di Nico. Anche in occasione del rigore che poi ha deciso la contesa, Venuti era riuscito a non abboccare alla finta ed aveva giustamente portato l’avversario sul raddoppio di Nico….peccato poi la frittata l’abbia fatta l’argentino. Sinceramente però è una sostituzione che dà un messaggio chiaro ai propri calciatori ed agli avversari: quella che conta, è la partita col Basilea! Ed allora, sotto con gli svizzeri!

A voi per i commenti!!