
Mese: giugno 2022


BarLungo con Simone: L’aborto dei diritti
Con una sentenza che ci riporta indietro di mezzo secolo, negli Stati Uniti si cancella un diritto inalienabile delle donne: quello di decidere del proprio corpo. Con Simone Pesucci cerchiamo di capire il motivo dell’assurda decisione e lanciamo un campanello d’allarme a tutti: i diritti civili non sono MAI conquiste definitive!!
Buon ascolto!

BarLungo con Simone: Chi vince ride alle Amministrative!
Dopo l’inutilità dei referendum per il mancato raggiungimento del quorum, in alcuni comuni italiani si è tornati a votare ed in gran parte delle amministrazioni ha prevalso il centrosinistra. E’ davvero un’inversione di tendenza rispetto ai sondaggi? E perché la coalizione a guida PD ha fatto così bene? Ne parliamo con l’amico Simone Pesucci!
Buon ascolto!

Una storia tanto folle quanto romantica
E se vi dicessi che c’è qualcuno che in meno di 24 ore si è fatto più di 500 km in macchina da solo, sotto il sole cocente di questo torrido giugno, per trascorrere una notte quasi insonne con persone mai viste dal vivo ma con cui aveva trascorso serate insieme davanti ad uno schermo per seguire un evento trasmesso in diretta dagli USA?
Ebbene quel pazzo scriteriato, quel qualcuno sono io!!!
Io che giovedì scorso, appena uscito dal lavoro, sono corso a casa per cambiarmi, mettere due cose nello zaino nemmeno dovessi partire per l’interrail, fare il pieno di gasolio e via!! Partenza da Firenze direzione Cattolica, luogo del ritrovo di tre eterni ragazzi innamorati persi del basket NBA.
Nella notte tra giovedì e venerdì infatti, si teneva il draft NBA, uno degli appuntamenti in cui anche le peggiori squadre possono sognare di avere i migliori cestisti del mondo! Ed io, uno dei ben 58 tifosi del gruppo Facebook dei Detroit Pistons, ho accettato l’invito dell’amico Filippo e mi sono ritrovato con lui e Francesco a Cattolica per conoscerci finalmente dal vivo e seguire tutti insieme il momento del draft. Lo scorso anno lo avevamo fatto on line: eravamo una decina, ci eravamo divertiti un sacco e l’intesa tra tutti noi era stata talmente naturale che ci eravamo ripromessi, Covid permettendo, di vederci dal vivo nel 2022. Purtroppo stavolta eravamo solamente in tre ma ci siamo fatti valere!
Grazie a Filippo, che a Cattolica vive, ci siamo persi nei borghi al confine tra Emilia Romagna e Marche mangiando una deliziosa piadina (e che cosa sennò!) a Fiorenzuola di Focara, un borgo medievale che dista pochi chilometri da Pesaro. L’aria era molto più fresca che a Firenze, ma la mia città era comunque rappresentata da alcune celebrazioni che anche a Fiorenzuola si sono tenute per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, Dante Alighieri. Tra una piadina deliziosa ed una bella birra ghiacciata, il nostro cuore è stato rapito dal rendersi conto che tutti noi eravamo cresciuti con la nostra amata squadra sempre ben presente e che avevamo provato le stesse emozioni per determinati eventi cestistici, pur vivendo in città diverse ed avendo età differenti! I ricordi condivisi di quando eravamo bambini erano tutti contestualizzati relativamente alle stagioni dei Pistons! Le sconfitte contro i Celtics di Larry Bird e Danny Ainge, le Jordan Rules durante la saga contro i Chicago Bulls, i due titoli consecutivi a fine anni ’80, l’anello del 2004: tutti noi ricordavamo esattamente dove eravamo e cosa facevamo perché avevamo vissuto emozioni vere, genuine e sane!
Non è forse questo lo sport per i tifosi? Non è forse la condivisione di emozioni, passioni, delusioni, gioie e dolori? A cosa si riduce lo sport, il basket, il calcio se togliamo le emozioni?
La magia è stata tale che, mentre percorrevamo le strade che dalle Marche ci riportavano in Romagna e poi ci mostravano i locali e le vetrine di Cattolica, è diventato del tutto naturale raccontarci le nostre vite come se ci conoscessimo da tempo anziché da poche ore. Dal lavoro che svolgiamo, alla condizione familiare, all’amore per i nostri rispettivi figli fino ovviamente al motivo per cui siamo orgogliosamente tifosi Pistons in un mondo in cui tutti adorano i Lakers, LeBron James, i Boston Celtics o ultimamente i Golden State Warriors! La serata è stata una volata entusiasmante verso il nostro appuntamento, quello che aspettavamo dallo scorso anno, il Draft NBA. Alle 2 del mattino, in un locale che sta aperto tutta la notte, ci siamo fatti accendere il maxi schermo e la magia è arrivata con il vero protagonista della serata, l’evento che ci ha permesso di conoscerci: il Draft!

Certo devo dire che anche l’esito del draft non è da sottovalutare, con Detroit che è riuscita a regalarci proprio il giocatore che tutti noi tifosi dei Pistons volevamo, quello che forse ci permetterà, dopo anni di delusione, di tornare a sognare: Jaden Ivey! E con lui un centro duro, fisico e spigoloso come piace a noi, Jalen Duren ed infine addirittura un cestista italiano, un nostro portacolori, Gabriele Procida!
È stata una notte perfetta, la notte di quelli che ancora si vogliono sentire ragazzi non per il rifiuto di crescere ma per continuare a credere alle emozioni con cui sono diventati grandi. Chiamateci pure Peter Pan se volete, io preferisco considerarmi semplicemente una persona innamorata della palla a spicchi e delle emozioni che continua a regalarci!

Corner Viola – Fiorentina tra il rinnovo di Italiano e le voci di vendita: parola al tifo – 65 puntata

Elezioni in Francia: e ora?
Le elezioni legislative francesi dello scorso weekend meritano un approfondimento non solo per i risultati, ma anche per le ripercussioni che avranno in campo europeo.
Innanzitutto ricordiamo che la Francia è una repubblica semipresidenziale e dunque prevede l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, il confermato Macron, ed un governo che viene nominato dal Presidente in base al risultato elettorale. Non di rado in Francia si è assistito alla cosiddetta coabitazione, cioè la convivenza tra un Presidente di una parte politica ed un primo ministro di un partito diverso da quello che esprime la massima carica dello stato: ma se la situazione si sarebbe già aggrovigliata in questo caso, dopo lo scrutinio elettorale potremmo essere di fronte ad un vero e proprio caso di parlamento ingovernabile. La richiesta del Presidente Macron di avere una maggioranza chiara per poter governare al meglio è infatti stata respinta dai francesi, così come quella di Melenchon (sinistra) di avere la possibilità di provare a governare in coabitazione con Macron, stesso sogno di Marine Le Pen (destra).
In vista anche delle prossime elezioni politiche italiane, che si terranno a meno di cataclismi nel 2023, possiamo fin da subito notare alcune dinamiche molto interessanti. Come purtroppo ormai accade in quasi tutte le democrazie europee (negli Stati Uniti è sempre successo ma lì il meccanismo è più farraginoso in quanto gli elettori si devono prima iscrivere alle liste elettorali), anche in Francia ha votato meno della metà degli aventi diritto: sia al primo che al secondo turno, perché il sistema elettorale è un doppio turno di collegio, l’astensione ha toccato quota 52% e poi 53%. Segno ancora una volta che i cittadini si sentono sempre meno rappresentati da una classe politica che, uscita dalla Scuola Politica di Parigi, dalle campagne rurali o dalla società civile, resta comunque distante dai problemi quotidiani.
Se poi guardiamo alle schede, ci accorgiamo fin da subito che il vero sconfitto è Macron, ma è in buona compagnia: anche i partiti della destra moderata escono dalla consultazione con le ossa rotte anche se potranno rivelarsi poi decisivi per la formazione della nuova compagine governativa. Crescono invece le due estreme, a sinistra come a destra, seppur con una storia completamente diversa alle spalle. Da un lato Marine Le Pen, sconfitta ancora una volta nella corsa alla Presidenza, si prende una grande rivincita conquistando una pattuglia parlamentare numerosa grazie al radicamento sul territorio. La destra lepenista infatti prospera ormai da anni in Francia e stavolta, anche grazie all’astensione così alta, si aggiudica ben 89 seggi frutto del capillare lavoro sul territorio. Storia ben diversa invece è quella della sinistra di Melenchon: qui infatti non si tratta di un vero e proprio partito quanto di un cartello elettorale nato da pochi mesi, espressione di molte sigle che però hanno trovato un terreno comune su cui poter far crescere una proposta politica credibile e radicale. Il leader ha mancato di poco addirittura il ballottaggio alle presidenziali ma non è riuscito nel sogno della coabitazione probabilmente per l’insufficiente mobilitazione di giovani ed astenuti.
Saranno le prossime settimane a spiegarci meglio ciò che è realmente accaduto in questa tornata elettorale grazie ai flussi ed agli studi. Se però possiamo trarre una conclusione è che da oggi in Francia è più difficile governare: ci vorranno lunghe trattative e qualche artificio programmatico per mettere insieme una coalizione che permetta alla Repubblica Transalpina di mantenere quella centralità degli ultimi decenni quando si è spesso parlato di locomotiva franco tedesca. Se pensiamo poi al ruolo che Macron ha cercato di giocare nella guerra Russia – Ucraina, le urne lo hanno ridimensionato non poco agli occhi di tutta Europa, un continente che sembra mancare non solo di forza propulsiva dal punto di vista economico, ma anche di leadership politica. Da un Macron dimezzato, ad uno Scholz troppe volte titubante, fino ad un Draghi chiamato come àncora di salvezza ma rappresentante di quella tecnocrazia spesso detestata, si prevedono mesi difficili per l’Europa senza una prospettiva di medio-lungo periodo.

Corner Viola – Fiorentina e Toro: un gemellaggio vero – 64 puntata

Referendum: un flop annunciato, cercato e voluto!
Una batosta colossale per i Radicali, la Lega di Salvini, Italia Viva di Renzi e tutti coloro che hanno voluto portare gli italiani ad esprimersi sui 5 quesiti meno votati della storia referendaria del nostro paese.
Appena un italiano su cinque ha sentito la voglia, l’esigenza o soprattutto il dovere morale (come nel mio caso) di recarsi al seggio per esercitare il diritto politico per antonomasia, il voto. Diciamoci la verità, anche tantissimi di quei pochi che hanno votato non hanno capito fino in fondo i quesiti referendari e soprattutto le possibili conseguenze dell’abrogazione delle leggi su cui si chiedeva un parere: questioni troppo tecniche, difficili anche per addetti ai lavori, figuriamoci per persone normali come me che cercano di approfondire, studiare ma non sono del mestiere. Cerco sempre di evitare facili populismi o scorciatoie rispetto a problemi più complessi, ma in questo caso non possiamo non notare come almeno su queste tematiche dovrebbero essere i parlamentari a decidere per nostro conto visto che hanno tutti gli strumenti per capire, approfondire, decidere: altrimenti mi spiegate che ci stanno a fare?
Al tecnicisimo dei quesiti si è poi aggiunta una (non) campagna referendaria! Sono felice di essere stato tra i pochi a fare un pò di informazione con i nostri Podcast “BarLungo con Simone” nei quali abbiamo dedicato due puntate al referendum, ma è stato chiaramente una goccia nell’oceano del silenzio. I principali mass media hanno pressoché ignorato l’appuntamento ed anche i partiti hanno fatto a gara a non pronunciarsi in merito. Solo alcuni, tra cui i partiti dei due Matteo, hanno provato a raggranellare un pò di visibilità grazie ai quesiti ma, mentre la Lega ha poi gridato al complotto per la scarsissima partecipazione al voto, Italia Viva si è liquefatta in un silenzio che probabilmente fotografa al meglio la posizione del partito del Rinascimento Arabo: il nulla.
Se da un lato la difficile comprensione della materia referendaria non ha aiutato, dobbiamo però dire che lo scarso appeal è dovuto anche alla siderale distanza che i quesiti avevano rispetto alla vita quotidiana delle persone. I rincari stanno mangiando gran parte dei salari, il potere d’acquisto è in perenne discesa da anni, la guerra tra Russia ed Ucraina non sembra offrire alcuno sbocco di pace, il lavoro è sempre più malpagato e veniamo chiamati a votare sul modo in cui si eleggono i membri togati del CSM? Oppure sulla Legge Severino? Ma con tutti i problemi che la gente quotidianamente affronta, a metà giugno secondo voi i cittadini fanno le corse ai seggi per questi quesiti? Ed intanto le persone continuano a non poter decidere cosa fare della propria vita perché i quesiti che veramente potrebbero interessare, come l’eutanasia o la cannabis terapeutica, sono stati bocciati! Che paese è quello in cui si continua a non voler aiutare le persone ad avere una morte dignitosa ma nel contempo diamo la possibilità della sedazione profonda?
La verità è che negli ultimi anni la classe politica sta facendo di tutto per uccidere uno dei pochi istituti di democrazia diretta che ha regalato a questo paese scatti decisivi verso una vita più dignitosa in materia di diritti civili. Io non so quali possano essere le riforme che tengano in vita ed anzi rafforzino l’istituto referendario: alcuni parlano di circoscrivere l’area di intervento del referendum, altri di aumentare i requisiti necessari all’ammissibilità, quel che so è che il potere dei cittadini di intervenire direttamente in politica non deve essere diminuito, ma solamente disciplinato in modo che si allarghi la partecipazione anziché restringerla perché come cantava Giorgio Gaber
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione

Corner Viola – La nuova Fiorentina tra Italiano ed il mercato – 63 puntata

BarLungo con Simone: Referendum sotto l’ombrellone (parte 2)
Ogni promessa è un debito e dunque, dopo la parte che ha interessato i primi due quesiti referendari, oggi andiamo a parlare delle schede più tecniche e più difficilmente digeribili. Grazie all’esperienza di un avvocato come Simone Pesucci cerchiamo di capire cosa comporterebbe l’abrogazione delle leggi su cui siamo chiamati ad esprimerci.
Buon ascolto!