Diario di un cassintegrato (parte II)

E chi lo ha detto che la vita del cassintegrato è noiosa e ripetitiva? In realtà è piena di sorprese! Pensate che addirittura talvolta capita che, appena dopo 4 giorni dalla tua messa a riposo forzato, è possibile ricevere una telefonata per rientrare al lavoro ma solo per alcuni giorni! Una cosa stupefacente!! La tua gioia per il ritorno alla produttività (come direbbe Toti), viene però subito strozzata dalla comunicazione che tale turnazione è valevole solo per una settimana: poi si vedrà….ecco appunto…mi raccomando non ci montiamo la testa!!! Ed allora mi trovo a comprendere quei lavoratori che hanno come unica tutela il cosiddetto contratto di lavoro a chiamata (come se tu fossi un panchinaro sempre pronto a subentrare a gara in corso), e ritorno a pensare addirittura a quei momenti dell’adolescenza quando speravo sempre nella telefonata del negozio di caramelle (la mitica “La Chicca”) per sentirmi autonomo e non dover chiedere ai miei genitori i soldini necessari a qualche scorribanda in centro con gli amici!

In questo paese credo sarebbe necessario riaprire la discussione sulle tutele del mondo del lavoro: quello a chiamata è realmente un lavoro? E quello in affitto? Se non sbaglio la chiamano modernità…. E c’è pure chi si è inventato la storia delle parole in inglese per rendere più accettabile tutta questa robaccia, dal Jobs Act al Job on call…..

La sfida dei primi giorni di cassa integrazione è stata quella della ricerca di un equilibrio tra il tempo disponibile e gli impegni: una ricerca di normalità e di serenità alla quale hanno concorso enormemente mia moglie, che non fa pesare minimamente la cosa, ed i due bambini che scorrazzano tutti i pomeriggi e tutte le sere per casa senza farmi ricordare la parola noia. A tutto ciò si è aggiunta la possibilità di dedicare un po’ di tempo ad alcuni miei interessi che normalmente sono costretto a trascurare. Se posso consigliare una lettura ad esempio, mi sono immerso in questi giorni nella raccolta di scritti “Il mondo di Gianni Mura”, uscito insieme al quotidiano “la Repubblica” dopo la sua scomparsa e devo dire che ogni pagina è un quadro, un dipinto, un’emozione.

Tutto intorno intanto, la situazione peggiora di giorno in giorno con l’inserimento della mia regione, la Toscana nella zona arancione. Queste nuove restrizioni, queste nuove chiusure spingono purtroppo tante altre persone nella mia stessa condizione “lavorativa”: stavolta però, non vale il detto “mal comune mezzo gaudio” poiché la forza di questa seconda ondata è psicologicamente più dura da affrontare proprio perché tende a colpire nuovamente le stesse categorie che erano già state toccate dalla prima. Se c’è una cosa che ho sentito dire e che trovo profondamente FALSA è che il virus colpisce tutti nella stessa maniera. Se dal punto di vista clinico è assolutamente così, lo stesso non si può dire dal punto di vista economico: ci sono categorie di lavoratori che non si sono visti minimamente colpiti da questa crisi!! I dipendenti pubblici ad esempio, non solo non hanno perso un euro in busta paga, ma hanno anche potuto svolgere il loro lavoro da casa senza alcuna problematica. Interi uffici non sono praticamente mai tornati a lavorare in presenza da marzo! Buon per loro, ci mancherebbe! Ma credo che chi non è stato minimamente toccato dalla crisi, dovrebbe essere chiamato a contribuire in qualche modo. Sia per i settori che hanno accumulato grandissime ricchezze in questa fase (vedi il commercio via web), sia per le categorie che hanno tutele lavorative quasi esclusive e che invece dovrebbero essere estese a più lavoratori.  

Nessuna richiesta di vendetta, nessuna richiesta di punizione, solo la richiesta di equità e giustizia.

Per oggi è tutto, alla prossima puntata del meraviglioso mondo di un cassintegrato!!