6 pensieri su “Corner Viola 52 puntata Analisi Fiorentina Empoli e la prova di Cabral

  1. Come avete detto voi, Piatek e Cabral sono 2 attaccanti totalmente diversi. Il primo si pianta in mezzo all’area di rigore ad aspettare una palla buona, senza mai muoversi di un centimetro; il secondo invece come avete detto voi “lega il gioco”, ovvero cerca di dialogare con i compagni e di fare i movimenti giusti per arrivare più facilmente al gol. Proprio perché Cabral si è sbattuto così tanto (con buoni risultati peraltro), a mio giudizio sarebbe sbagliatissimo non confermarlo titolare per la prossima partita. Se Cabral tornasse in panchina dopo aver giocato bene, a quel punto potrebbe pensare che Italiano non lo vede a prescindere, e quindi potrebbe cominciare a lasciarsi andare.
    Quando hai nominato Juan Jesus mi hai fatto tornare in mente una vecchia dichiarazione del suo ex allenatore Mazzarri: “Tra un anno se capisce quello che gli spiego Juan Jesus può diventare uno dei migliori al mondo” (fonte: https://www.tuttomercatoweb.com/serie-a/inter-mazzarri-ce-la-siamo-giocata-ma-mi-aspettavo-di-piu-da-kovacic-525968). Con quella frase Mazzarri rivelò di ritenersi un maestro di calcio che insegna ai calciatori come si fa a diventare fuoriclasse: un’arroganza totalmente ingiustificata, considerato che gli unici giocatori forti da lui allenati erano diventati dei campioni già prima di conoscerlo. E infatti quando lessi quella dichiarazione mi buttai per terra dalle risate. 🙂
    Scherzi a parte, seguo questo sport da più di vent’anni, e ormai ho imparato che gli allenatori “so tutto io” che si atteggiano a maestri di calcio con i loro giocatori diventano antipatici allo spogliatoio nel giro di pochissimo. E’ normale che un allenatore cerchi di insegnare dei concetti di gioco ai suoi giocatori, ma non deve farlo con l’aria di chi si ritiene un genio del calcio. L’atteggiamento fa la differenza. Non a caso il miglior allenatore che abbiamo avuto negli ultimi anni (Pioli) era anche quello con l’atteggiamento più umile.

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      • Anche Tabarez (ex allenatore di Cagliari e Milan) rientra nella categoria. Ti segnalo questo passo su di lui (contenuto in “Bidoni – L’incubo” di Furio Zara):

        “La vita è fatta di episodi, di strade che si incrociano.”
        Mister, e il 4 – 4 – 2?
        “Sto leggendo Il caporale Lituma sulle Ande di Mario Vargas Llosa: è un gran bel libro, ve lo consiglio. I miei autori preferiti sono Mario Benedetti ed Eduardo Galeano, due che hanno combattuto la dittatura militare nel nostro paese.”
        Mister, non siamo un po’ scoperti sulla fascia sinistra?
        “Sono di sinistra, sto dalla parte di chi soffre e di chi non ha lavoro. In Uruguay ho votato per il Fronte Ampio, un partito progressista.”
        Mister, meglio la difesa a zona o quella a uomo?
        “Non mi piacciono gli estremismi. Il filosofo sudamericano Carlos Vaz Ferreira dice che ogni estremismo porta l’idea a contraddirsi rispetto al pensiero originale. Se vogliamo spostare il discorso al calcio, è lo stesso concetto di zona o uomo. Chi difende con troppa foga una teoria e disprezza l’altra, rischia di contraddirsi.”
        Mister, come spiega la sconfitta di Domenica?
        “Un grande filosofo disse che chi cerca la vittoria senza mollare prima o poi la trova, e se non la trova gli resta almeno la soddisfazione di averla cercata.”
        Mister, i fischi della tribuna l’hanno ferita?
        “Il Sessantotto è stato un momento decisivo nella nostra storia, perché in ogni società c’è bisogno di spirito critico, altrimenti si crea una sclerotizzazione delle istituzioni e si rischia di arrivare alle dittature come fu quella militare del 1973 in Uruguay.”
        Mister, considera un fallimento la sua esperienza italiana?
        “Le utopie sono necessarie. Un cantante del mio paese dice che i sogni servono perché ti danno ciò che la vita non ti offre. Un uomo cammina solo se ha ambizioni. Ne Il libro degli abbracci Galeano racconta che c’è un uomo che parla con Utopia e questa, man mano che lui le si avvicina, continua ad allontanarsi. Un terzo gli chiede: perché la insegui se non puoi raggiungerla? E lui risponde: perché solo così cammino.”
        L’uruguaiano Oscar Washington Tabarez detto “Il Maestro” per la laurea in Magistero conseguita a Montevideo, allenò in Italia Cagliari e Milan, era un uomo colto e schierato, parlava correntemente quattro lingue, diede le dimissioni dopo una sconfitta del Milan a Piacenza il primo Dicembre del 1996, quando la sua Utopia venne sconfitta dal pensiero debole del centravanti filosofo minimalista Pasquale Luiso detto “il Toro di Sora”, l’uomo che un giorno disse: “Se mi lanciano in area una lavatrice, io mi butto e la colpisco di testa.”

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        • Semplicemente fantastico, strepitoso! Però devo dire che Tabarez a Cagliari fece benissimo e come CT dell’Uruguay ha sbagliato pochissimo…certo poi il personaggio era certamente eccessivo soprattutto nelle citazioni. Comunque grazie perché mi hai regalato delle perle meravigliose.
          PS: proprio ispirato dalla nostra chiacchierata di ieri sera, domani esce un post su un allenatore che si sente un po’ troppo bravo….,😉

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          • Sono onorato di averti ispirato un post, e non vedo l’ora di leggerlo! 🙂 Tu invece leggi il libro che ho nominato qui sopra, di perle come quella su Tabarez ce ne sono a decine. Grazie a te per la chiacchierata (piacevole come sempre), e buon appetito! 🙂

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