Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – SALERNITANA = 2 – 1

La Fiorentina è ufficialmente tornata! Dopo un inizio di stagione in cui la squadra di scioglieva alla prima difficoltà e non riusciva mai a concretizzare il volume di gioco espresso, i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno cambiato marcia. I passi in avanti sono chiari ed hanno due protagonisti ben chiari: Giacomo Bonaventura e Vincenzo Italiano. Lo abbiamo invocato tante volte nelle prime settimane di stagione ma sembrava non riuscire più ad esprimere quel calcio, quella qualità, quella continuità che lo avevano eretto all’insostituibile perno del centrocampo viola. Dopo che la squadra ha finalmente cambiato modulo, o meglio l’interpretazione di alcune situazioni di gioco, Jack è rifiorito ed è tornato decisivo! Ma se alcuni calciatori, e non solo Bonaventura, sembrano adesso rinati, il merito è di colui che aveva iniziato la stagione pensando che, cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non sarebbe cambiato. Nell’evoluzione del suo calcio, nella ricerca della soluzione dei problemi attraverso il lavoro sul campo, sta la grandezza del lavoro di Vincenzo Italiano. Quanti altri allenatori si sono persi perché non hanno avuto l’elasticità di voler cambiare? Da Montella a Di Francesco, da Giampaolo a Paulo Sousa, ne potremmo ricordare tantissimi. Ecco il mister siciliano ha scelto di non finire nel dimenticatoio e di andare oltre sé stesso con il proprio lavoro e con la disponibilità totale della squadra. Grazie anche ad una società che non lo ha MAI messo in discussione nonostante i risultati scadenti, Italiano ha smesso di chiedere il fraseggio in mezzo per andare maggiormente in verticale, ha abiurato l’idea di un turnover folle, ha dato più equilibrio alla squadra con più muscoli in mezzo al campo ed ha liberato la fantasia e la qualità di Bonaventura ed Ikone’. La trasformazione ha richiesto tempo, lavoro, sudore, ma del resto quale risultato non lo richiede?

Adesso andiamo a San Siro per continuare nel filotto e, se non dovesse riuscire l’impresa, arriveremo comunque alla sosta con la consapevolezza di aver ritrovato la squadra, il mister e la società che remano tutti nella stessa direzione!

IL BUONO

  • Bonaventura: il calciatore più decisivo della rosa per qualità, tempi di gioco, personalità. Interpreta in modo magistrale il ruolo di mezzala, quello di trequartista, quello di bomber. Cosa aspettano a rinnovargli il contratto?
  • Ikonè: come detto nell’analisi iniziale, se Bonaventura è il cervello ed il cuore pulsante della squadra, il francese è l’estro, la fantasia, la magia. Finalmente libero di testa e servito con la faccia alla porta, riesce a saltare avversari come birilli ed a sfornare assist a volontà. Fare rete non rientra nelle proprie prerogative psicologiche, ma questo Ikone’ è già decisivo così. Non si risparmia nemmeno in fase difensiva con alcuni palloni importanti recuperati. Questo è il calciatore che ci aspettavamo!
  • Jovic: turiamoci il naso e giudichiamo solamente il calciatore. Come detto fin da inizio anno, è forse l’unico vero talento che abbiamo in squadra. Al netto della voglia e della professionalità, ieri ha deciso il match in un amen grazie ad un poetico filtrante di Saponara. Una volta che l’arbitro ha assegnato la rete, è corso sotto la Fiesole ad esultare con i tifosi insieme a Ricky: vero coinvolgimento o paraculismo? Contano i 3 punti, stavolta me ne importa il giusto!
  • Terzic: in un quarto d’ora ha fatto tutto ciò che si richiede ad un esterno basso di una difesa a 4. Aggredire l’avversario quando è spalle alla porta per recuperare la palla, offrire sempre l’appoggio alla catena di competenza, ripartire velocemente con le sovrapposizioni e soprattutto cercare il fondo per crossare in mezzo palloni invitanti per gli attaccanti. La titolarità, l’intoccabilità e la fascia di Biraghi sono tra i misteri irrisolti della storia italiana.

IL BRUTTO

  • Kouamè: mi piange il cuore inserirlo tra i peggiori, ma se vogliamo dire le cose come stanno, stavolta l’esterno viola risulta abulico ed inconcludente. Probabilmente spompato da tutte le gare consecutive giocate finora, Kouamè non riesce praticamente mai a ribaltare l’azione né a ripartire in contropiede con le sue solite falcate. Ciò che poi certifica la giornataccia è anche l’assenza di duelli vinti di testa. Succede, ci vediamo a San Siro!
  • Cabral: nella giornata in cui il suo concorrente Jovic decide la gara, Re Artù stecca sotto ogni punto di vista. Non riesce ad addomesticare i pochi palloni che arrivano nonostante la voglia e l’impegno, fallisce una ghiotta occasione nel primo tempo per permettere ai viola di andare sul riposo più tranquillamente. Resta quel tipo di attaccante che non segnerà mai valanghe di reti nel calcio italiano, ma che è comunque un calciatore utile alla squadra. Stavolta però, l’impegno non basta.

A voi per i commenti!!

10 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. Complimenti a Bonaventura, Italiano, Ikone, Terzic e all’articolo che è scritto molto bene.
    Su Jovic sinceramente sono ancora un po’ combattuto ma credo sia un problema riconducibile al mio segno zodiacale.
    Potrei avere un tuo/vostro giudizio sul gol che abbiamo preso o è un argomento che verrà affrontato sul corner ?
    Perché dal parterre di curva, vuoi la lontananza e vuoi gli scarsi centimetri a mia disposizione, non avevo capito che era un triangolo scolastico che si prova in allenamento.
    Grazie

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    • Intanto grazie per i complimenti!
      Quanto alla rete subita, tutto nasce da una palla persa da Kouamé in uscita: spesso quando si commette un errore in questa fase di gioco, capita che la difesa si trovi messa male tatticamente e senza lo schermo composto dai due centrocampisti davanti. Purtroppo la reazione all’errore di Kouamè è stata tardiva e questo non ci ha permesso di difendere bene leggendo in anticipo un triangolo veramente scolastico.
      Il Corner Viola torneo dopo la gara contro il Milan!

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  2. Secondo me le mosse chiave per il rilancio della Fiorentina sono state 3:

    – mandare definitivamente a fanculo Venuti (anche fuori dal campo, dato che sono state interrotte le trattative per il rinnovo);
    – mettere 4 uomini fissi vicino alla porta, nella speranza che tutti e 4 insieme potessero realizzare i 20 gol che ci garantiva Vlahovic;
    – interrompere l’assurdo ostracismo nei confronti di Cabral (o meglio, assurdo per chi non sa che Italiano e Jovic hanno lo stesso procuratore): da quando ha ricominciato a giocare il brasiliano ha fornito tante prestazioni positive e ha fatto migliorare anche Jovic, perché quest’ultimo da quando non ha più il posto da titolare garantito si è sentito stimolato a giocare molto meglio.

    Poi certo, anche il fatto che Bonaventura si sia ripreso è stato senza dubbio un altro fattore decisivo, ma in quel caso non è stata una mossa di Italiano, bensì una pura e semplice botta di culo. 🙂
    Riguardo al fatto che la società non abbia mai messo in discussione Italiano, mi viene da dire: ci mancherebbe altro. Commisso è perfettamente consapevole di aver ucciso tecnicamente la squadra con l’addio dei 3 giocatori chiave (Odriozola in difesa, Torreira a centrocampo e Vlahovic in attacco), e quindi non può certo dare la colpa a Italiano se quest’anno l’Europa non la sfioreremo nemmeno.
    Inoltre, questa è praticamente la stessa squadra che con Iachini si è salvata a fatica, anzi è pure più debole, perché almeno Iachini aveva Vlahovic: di conseguenza, con qualsiasi altro allenatore la Fiorentina andrebbe dritta in serie B.
    P.S.: Da quando è iniziata la stagione Odriozola ha giocato zero minuti in tutte le competizioni. ZERO. Questo conferma che sarebbe bastata una telefonata, e il Real Madrid ce l’avrebbe regalato all’istante. Ma secondo quel genio di Pradé era meglio spendere 14 milioni e mezzo per Dodò. Del resto è lo stesso che non riscattò Muriel per prendere Pedro, che poi rispedimmo in Brasile dopo 3 mesi e 59 minuti giocati. Per Pradé vale lo stesso discorso di tutti gli allenatori che hai nominato (da Di Francesco a Giampaolo): la colpa non è loro, ma di chi ancora gli dà fiducia dopo tutti i disastri che hanno già combinato.

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    • Quanto alle tre mosse di cui parli, sono assolutamente d’accordo sulle prime due, non sulla terza. In realtà la Fiorentina ha ricominciato a segnare ed a tirare su la testa nel mese di ottobre, cioè quando Jovic è stato scelto come titolare da Vincenzo Italiano (tanto che è stato l’attaccante più prolifico in Italia lo scorso mese). La rinascita di Bonaventura non passa dalla fortuna, ma da una condizione atletica finalmente buona ed una maggior protezione in mezzo al campo con Amrabat e Mandragora che assecondano la qualità di Jack sgravandolo dei compiti difensivi. Su Odriozola, penso che se solo avesse voluto rimanere a Firenze, sarebbe ancora il terzino destro viola, ma ha scelto di giocarsi le proprie carte al Real….perdendo ancora una volta la scommessa.
      Pradè ha tante colpe ed una di queste è essere uno yes man: lo fu in occasione della cessione di Pedro, bocciato da Montella, lo è ogni sessione di mercato assecondando i voleri di Barone e Commisso.

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      • Certamente, anch’io ho scritto più volte che secondo me in società decide tutto Commisso. Ma se ad affiancarlo ci fosse uno più bravo di Pradé, magari degli obbrobri in entrata e in uscita ce li saremmo risparmiati. L’unico flop per il quale non me la sento di dare la colpa né a Commisso né a Pradé è quello di Callejon, perché era oggettivamente imprevedibile che dopo tanti anni fantastici a Napoli sarebbe venuto qui solo per scroccare uno stipendio.
        A proposito di calciatori che dopo aver salutato Napoli vanno altrove solo per arraffare gli ultimi spicci, ti ricordi di quando quest’Estate invocavamo entrambi l’acquisto di Mertens? Meno male che non se n’è fatto di nulla: al Galatasaray ha fatto 1 gol in 11 presenze! 🙂

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        • Io credo che con un padrone che decide tutto, anche Giuntoli farebbe fatica. Quanto a Callejon in realtà, io fui fin da subito contrario perché avevamo come allenatore Iachini. Nel suo 352 non si sarebbe ambientato nemmeno il Callejon di Napoli…pensando ad un esterno spagnolo che invece si mise completamente a disposizione del mister, della città e della società, non posso non pensare al torero Joaquin. Giocatore fantastico, professionista esemplare!

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          • Hai detto bene: il 3 – 5 – 2 di Iachini prevedeva che come ali giocassero 2 terzini (un’ennesima conferma di quanto fosse cagasotto), e quindi nei suoi schemi un’ala puramente offensiva come Callejon ci stava come il cavolo a merenda. Detto questo, era evidente che Callejon non avesse un briciolo di voglia a prescindere da Iachini (e infatti ci ha messo zero impegno anche con Prandelli e Italiano).
            Joaquin ricordo che partì malissimo, poi fece un gol nel leggendario 4 – 2 alla Juve, e da allora la sua esperienza in viola cambiò da così a così. Ad ogni modo, sarebbe valsa la pena di comprarlo solo per quel gol! 🙂

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            • Mamma mia che meraviglia quel gol! Ma in realtà, se ricordi, la vita calcistica di Joaquin a Firenze cambiò in una trasferta a Verona quando Montella lo impiegò esterno a tutta fascia nel 352 e lo spagnolo giocò alla grande! Ricordo ancora che a fine partita, intervistato dai giornalisti disse: “non ho mai corso così tanto in una sola partita”!

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            • Onestamente non ricordavo affatto quella partita. So solo che le stagioni del primo ciclo di Montella furono l’apice della carriera di praticamente tutti i soggetti coinvolti: non solo Joaquin e Montella stesso, ma anche Nastasic, Aquilani, Borja Valero, Jovetic, Ljajic, Giuseppe Rossi… nessuno di loro aveva mai giocato così bene, né prima né dopo. Si era creata un’alchimia particolare che portava tutti a rendere al massimo delle proprie possibilità. Speriamo che succeda anche con Italiano! 🙂

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